Condivisione sull’inno “Per amore” (Parte 3)

Leggete la riga successiva: “Per amore, il giudizio e il castigo di Dio ci permettono di liberarci dall’influenza di Satana e di ottenere la salvezza”. Queste parole presentano qualche problema? Si tratta ancora una volta del fatto che le due parole “per amore” sono una premessa inappropriata. Non c’è nulla di sbagliato nella frase “il giudizio e il castigo di Dio ci permettono di liberarci dall’influenza di Satana e di ottenere la salvezza”, poiché questo è il risultato dell’opera di Dio, ma perché l’autore dell’inno deve sempre anteporre le parole “per amore”? Quale insegnamento avete tratto da questo? Quando si tratta di commentare, definire o delimitare l’indole essenza di Dio, dovete prestare particolare attenzione e adottare un atteggiamento di umiltà e prudenza. Se siete capaci di blaterare sciocchezze senza freni e se non pronunciate altro che assurdità, parole vuote, vanagloria e bestemmie, allora offenderete l’indole di Dio e Lo porterete a detestarvi e odiarvi. Rispetto all’essenza di Dio, per dirla in un modo in certa misura inadeguato, la conoscenza che l’uomo ha di Dio può essere definita soltanto come una goccia nell’oceano o come un granello di sabbia sulla spiaggia. Il divario tra le due cose è abissale, e se le persone osano ancora delimitare le cose e trarre conclusioni a piacimento, trattando arbitrariamente le proprie nozioni come verità e formulandole in parole, allora il problema sarà grave. Di quale problema grave si tratta? (Di bestemmia nei confronti di Dio.) Bestemmiare Dio è problematico e grave in natura. Se non vuoi bestemmiare Dio nei termini della tua volontà soggettiva, allora dovresti attenerti strettamente a quanto vi ho appena detto: siate prudenti e tenete a freno la lingua. Che cosa vuol dire “tenere a freno la lingua”? (Non esprimere commenti a piacimento su Dio e non delimitarLo.) Esatto. Per le questioni riguardanti le visioni, “riguardanti le visioni” è solo un’espressione generale; più specificamente, ciò si riferisce a questioni che riguardano il piano di gestione, l’opera, l’indole essenza di Dio. Quindi, parla e agisci con cautela relativamente alle questioni riguardanti queste visioni, senza delimitare né giudicare arbitrariamente. Alcuni dicono: “È proprio quello che pensavo”, ma è accurato da parte tua pensare che sia proprio così? Non essere troppo arrogante e presuntuoso. Se ciò che pensi è inaccurato e continui a dire sciocchezze e a delimitare le cose in modo arbitrario, ebbene, questo è giudicare, condannare e bestemmiare, e potresti trovarti in una situazione più difficile di quanto avevi previsto. Alcuni non riescono a capirlo e dicono: “Questo è il modo in cui vedo le cose, e se non mi lasci parlare mi stai chiedendo di camuffarmi”. Ti starei chiedendo di camuffarti? Ti sto consigliando di essere cauto e di non dire nulla su cui tu non abbia riflettuto e che non abbia cercato di verificare. È a tuo vantaggio; è per la tua protezione. Se ciò che pensi è sbagliato, sai quali saranno le conseguenze una volta che avrai parlato? Dovrai assumerti la responsabilità delle tue parole. Chiunque sia un anticristo ha compiuto molte azioni malvagie; e quali sono state le conseguenze finali per costoro? Hanno dovuto assumersi la responsabilità delle loro azioni e la chiesa ha dovuto gestirli. Pertanto, se possiedi un’idea o una certa impressione, è meglio che le verifichi prima di esprimerle. Hai bisogno di una base fattuale sufficiente e di supporto teorico prima di poterle condensare in un articolo, di trarne un testo o di scriverne un inno. Se i fatti e il supporto teorico sono insufficienti, allora i fatti che intendi accertare o ciò che credi sia la “verità” sono troppo poco concreti; sono solo teorie vuote e parole fuorvianti. Si potrebbe dire che hai un’audacia sconsiderata e che stai pronunciando blasfemie.

Dio ha espresso così tante verità dall’inizio della Sua opera fino a oggi, e ci sono così tante parole che riguardano i vari stati e i vari tipi di indole corrotta delle persone, nonché le loro varie esigenze. Cosa intendo dire con questo? Che si possono scrivere davvero molti inni su argomenti riguardanti l’esperienza delle persone, la loro conoscenza della parola di Dio e la loro conoscenza dei requisiti da Lui posti. Puoi scrivere di qualsiasi aspetto di cui possiedi esperienza; se non hai esperienza, non scrivere a casaccio. Se possiedi esperienza ma non sei bravo a scrivere inni, allora prima di scrivere puoi chiedere a qualcuno che capisca gli inni di farti da guida. Coloro che non capiscono gli inni dovrebbero assolutamente evitare di scriverli in modo sconsiderato solo per riempire della carta. Coloro che scrivono inni devono avere esperienza e inoltre comprendere i principi; devono parlare con il cuore e usare parole concrete, in modo che l’inno che scrivono possa essere utile alle persone. Alcuni inni dicono delle cose per nulla concrete, e non sono che parole e dottrine che non servono a nessuno; è meglio non scrivere questo tipo di inni. C’è chi scrive inni e li fa modificare da altri, i quali però simulano un talento letterario e un’esperienza che non hanno. Questo non è forse un inganno? Costoro non hanno esperienza personale, eppure vogliono modificare un inno per qualcun altro: sono privi di conoscenza di sé. Pertanto, coloro che non hanno esperienza o vera conoscenza non dovrebbero mai scrivere inni. Da un lato, non farebbero assolutamente nulla di buono per nessuno e, dall’altro, si renderebbero ridicoli.

Cantare inni significa in parte lodare Dio e in parte impegnarsi nella devozione spirituale e nel riflettere su sé stessi, mettendosi così in condizione di trarne beneficio. La chiave per stabilire se un inno abbia valore sta nel fatto che il testo sia di beneficio e positivo per le persone oppure no. Se si tratta di un buon inno esperienziale, ci saranno molte parole positive e utili per le persone. Cosa si intende per parole utili? Si tratta di testi a cui puoi pensare ogni volta che affronti qualcosa nelle tue esperienze. Queste parole sono capaci di fornirti una direzione e un percorso di pratica; sono in grado di fornirti un po’ d’aiuto, ispirazione e guida, oppure un po’ di luce, in modo che da tali parole derivanti da esperienze concrete tu possa trarre la posizione da prendere, l’atteggiamento da adottare, il punto di vista da assumere, la fede da possedere e il percorso da praticare. Oppure, attraverso queste parole, puoi riconoscere alcuni aspetti delle tue distorsioni e alcuni aspetti del tuo stato corrotto, della tua rivelazione di corruzione, oppure dei tuoi pensieri e delle tue idee. Tutte queste cose sono utili alle persone. Perché sono utili per loro? Perché sono in linea con la verità e sono esperienze e consapevolezze degli individui. Se i testi contengono cose veramente concrete che possono essere di beneficio per la tua esperienza di vita, aiutandoti, guidandoti, illuminandoti o facendoti da monito riguardo all’eliminazione della tua indole corrotta, allora queste parole sono preziose e concrete. Alcuni testi sono modesti, ma concreti; alcuni potrebbero non essere scritti in modo così elegante, essere distanti sia dalla poesia che dalla prosa, e magari colloquiali e dettati dal cuore; tuttavia, se le loro parole esprimono una comprensione della verità e trasmettono un’autentica esperienza della verità, allora sono edificanti per te, e concreti e preziosi. La difficoltà più grande che tutti voi avete ora è che non sapete discernere; non riuscite a percepire se un testo contenga parole vuote o parole e dottrine. Qualsiasi parola venga cantata a voi va bene; non riflettete sul fatto che un testo sia concreto oppure no, che possieda la luce della verità o meno, che sia in qualche modo positivo per le persone o di qualche beneficio per voi: nessuna di queste considerazioni vi viene in mente. E tu, dopo averli cantati, continui a ritenere gli inni molto belli e gradevoli, ma non sai che tipo di effetto abbiano avuto su di te. Una persona di questo genere non è forse priva di discernimento?

C’è un inno, intitolato “Nessun cuore è migliore di quello di Dio”, il cui testo contiene in ogni singola frase un’acquisizione di consapevolezza derivata dall’esperienza pratica; è di grande aiuto per le persone: qualcuno di voi l’ha mai sentito? Più il testo è valido, più è edificante per la vita delle persone, meno voi siete disposti ad accettarlo. Non lo leggete e non vi prestate attenzione, non fate tesoro di queste cose positive, non sapete come tenervi stretto qualcosa che possiede valore: una volta che l’avete, ve lo lasciate sfuggire via. Siete veramente carenti e miserevoli! Ho consigliato quest’inno molte volte durante le riunioni. Cantare regolarmente inni di questo genere produce l’effetto di facilitare il vostro ingresso, la crescita della vostra fede in Dio e il raggiungimento da parte vostra di una vera sottomissione nei confronti di Dio. Sono effetti di valore inestimabile. Questo è un inno prezioso, per questo lo consiglio, eppure nessuno di voi lo canta. Ancora non sapete cosa è realtà e cosa invece è solo parole e dottrine, quindi dovete cantare questi inni più spesso e percepirli veramente. Analizziamo questo qui.

La prima frase dell’inno dice: “Poiché ho scelto di amare Dio, Gli lascerei togliere qualunque cosa desiderasse”. Che cos’è che Dio toglie? Il prestigio, la famiglia, l’immagine e persino la dignità di una persona. Quali furono gli elementi del raffinamento subito da Giobbe? Che cosa fece Dio? (Tolse a Giobbe i suoi beni e i suoi figli.) Dio tolse tutto a Giobbe, il quale l’attimo dopo non possedeva più nulla e aveva l’intero corpo ricoperto di pustole. Questo si chiama privazione. Concretamente, si tratta di una privazione, e il quadro generale di questo atto è che Dio voleva mettere alla prova Giobbe; si trattava di una prova, e uno dei compiti specifici di tale prova era la privazione. Continuando a leggere: “Sebbene mi senta un po’ triste, non ho parole di lamento”. Questo non è forse un atteggiamento umano? (Sì.) “Mi sento un po’ triste”. Secondo il vostro punto di vista, le persone trovano difficoltà quando Dio toglie loro qualcosa? (Sì.) Lo trovano difficile, si sentono addolorate, tristi, impotenti e abbattute; vogliono piangere, fare scenate e ribellarsi. Sono implicati molti dettagli in questa tristezza, quindi quest’affermazione è realistica? (Sì.) “Non ho parole di lamento”. L’uomo è forse del tutto privo di lamentele? Impossibile, ma le persone devono sforzarsi in direzione di questo; devono fare questa esperienza e adottare questo tipo di atteggiamento. Queste parole contengono una guida positiva per le persone? (Sì.) “Non ho parole di lamento”. Non avere parole di lamento è il modo in cui le persone dovrebbero essere; non dovrebbero nutrire lamentele. Se le persone si lamentano, dovrebbero acquisire conoscenza di sé stesse e non lamentarsi di Dio, bensì sottomettersi: questo è un atteggiamento di sottomissione dell’uomo nei confronti di Dio. Le persone non dovrebbero lamentarsi; lamentarsi è una sorta di ribellione contro l’opera e le prove di Dio, e non è autentica sottomissione. La frase successiva dice: “Avendo un’indole corrotta, l’uomo merita il giudizio e il castigo”. Questo non è forse un dato di fatto? (Sì.) Che le persone abbiano un’indole corrotta è un dato di fatto, ma se loro non lo riconoscono, possono pronunciare questa affermazione? Se le persone non lo riconoscono, non lo ammettono; se non lo ammettono, allora non fanno simili affermazioni, quindi questa frase deriva da un’esperienza autentica. La frase “l’uomo merita il giudizio e il castigo” è in apparenza piuttosto semplice, ma qual è il suo significato implicito? È che le persone hanno un’indole corrotta, disobbediscono e si oppongono a Dio, e meritano il giudizio e il castigo. Qualunque sia il grado di sofferenza che ciò comporta, è meritato: tutto ciò che Dio fa è giusto. Queste parole sono realistiche? (Sì.) Esse denotano a pieno titolo un riconoscimento soggettivo del fatto di avere un’indole corrotta, e allo stesso tempo una pronta accettazione del giudizio e del castigo, nonché il riconoscimento del fatto che il giudizio e il castigo di Dio sono la salvezza per le persone e che è in questo modo che Dio dovrebbe agire. Questo è un atteggiamento di sottomissione nei confronti del metodo con cui Dio opera nell’ambito del giudizio e del castigo. Le persone dovrebbero avere questo tipo di atteggiamento? (Sì.) Proprio così. Quindi, dopo aver cantato questo inno, ne traggono un beneficio? (Sì.) Quale beneficio? Se non canti queste parole, non verrai a conoscenza di questo fatto, non saprai che tipo di punto di vista dovresti avere, in che modo dovresti sottometterti o che tipo di atteggiamento dovresti adottare per sottometterti al giudizio e al castigo da parte di Dio e accettarli. Se invece canti quest’inno e rifletti sul testo, percepirai quanto siano valide le parole, e che sono corrette, che puoi rispondere “amen” e ammettere che derivano dall’esperienza. Sembrano parole elevate? (No.) Eppure ti guidano positivamente, fornendoti un percorso proattivo e positivo. Quando ti rendi conto di possedere un’indole corrotta e Dio ti giudica e ti castiga, queste parole ti forniscono una prospettiva corretta e un percorso da praticare. Prima di tutto devi riconoscere che, quando le persone hanno un’indole corrotta, dovrebbero accettare il giudizio e il castigo da parte di Dio. Non devi dire nulla; non discutere con Dio. Che tu sia in grado di capire le Sue intenzioni oppure no, devi innanzitutto sottometterti. Chi ti ha portato ad avere un’indole corrotta? Chi ti ha indotto a opporre resistenza a Dio? Meriti di essere giudicato e castigato. Da dove deriva questa sottomissione? Non è forse un cammino concreto? È il cammino della pratica. Come ci si sente dopo aver cantato queste parole? Non sono estremamente concrete? Non si tratta di parole sconvolgenti o elevate, sono piuttosto ordinarie, ma trasmettono una realtà fattuale, e allo stesso tempo forniscono a tutti coloro che cantano quest’inno un percorso da praticare. Potranno non essere formulate al meglio, ma sono concrete.

La frase successiva dice: “La parola di Dio è la verità; non devo fraintendere le Sue intenzioni”. Questa affermazione è corretta? (Sì.) In che cosa è corretta? Alcuni dicono: “‘La parola di Dio è la verità’, non è forse ovvio? Non è forse dottrina?” Questa frase funge da base alla successiva: “non devo fraintendere le Sue intenzioni”. Da dove deriva questa frase? Da quale condizione d’animo e da quale stato? (Se le persone credono realmente che la parola di Dio è la verità, non fraintenderanno Dio.) Poiché sostieni che la parola di Dio è la verità, non dovresti fraintendere le intenzioni di Dio. Cosa dovresti fare, allora, in caso di fraintendimenti? Metti subito da parte le tue intenzioni personali e ricerca la verità. In termini di dottrina, se sai che le parole di Dio sono la verità eppure continui a fraintendere le intenzioni di Dio, dov’è l’errore? (Nel non accettare la verità.) Esatto. Pertanto, le persone dovrebbero essere sottomesse e non fraintendere le intenzioni di Dio. Dal momento che sostieni che la parola di Dio è la verità, teoria che comprendi, allora perché fraintendi il cuore di Dio quando ti accadono degli eventi reali? Questo dimostra che non hai realmente accettato il fatto che la parola di Dio è la verità. Questa frase non funge dunque da indizio? Cosa ti suggerisce? (Che dobbiamo credere nel fatto che la parola di Dio è la verità, dobbiamo riconoscerlo fermamente.) Dovete credere che la parola di Dio è corretta, che è la verità. Dal momento che tu sostieni che la parola di Dio è la verità, non assumere le tue intenzioni personali come verità o come obiettivo quando ti accadono degli eventi; devi invece guardare a quelle che sono le intenzioni di Dio. Inoltre, il fatto che Dio vuole metterti alla prova è verità? (Sì.) Se sostieni che è verità, allora puoi forse fraintendere le intenzioni di Dio? Supponiamo che dentro di te tu rifletta nutrendo pensieri come: “Dio mi condannerà? Se verrò condannato, sarò punito? Per caso Dio mi trova sgradito e mi distruggerà?” Questi non sono tutti fraintendimenti? (Sì.) Sono tutti fraintendimenti. Allora, la frase “La parola di Dio è la verità; non devo fraintendere le Sue intenzioni” non porta tutti voi a rendervi conto di qualcosa? Non si tratta del fatto che dovreste abbandonare i vostri fraintendimenti e accettare le prove a cui Dio vi sottopone, il Suo giudizio e il Suo castigo? (Sì.) Qual è la base per quest’accettazione? È il tuo fermo riconoscimento del fatto che le parole di Dio sono giuste, che sono la verità. Le persone hanno un’indole corrotta e sono loro a essere nell’errore. Non possono usare le loro intenzioni personali per speculare sulle intenzioni di Dio; Dio non sbaglia. Una volta stabilito che Dio non sbaglia, le persone dovrebbero quindi accettare tutto ciò che Egli fa.

Il testo prosegue: “Riflettendo su me stesso, spesso trovo troppa impurità”. Come si identifica questa impurità attraverso l’autoriflessione? (Quando le persone rivelano la loro corruzione.) Viene identificata quando le persone rivelano la loro corruzione; questo è un aspetto. Quando Dio le mette alla prova e loro non gradiscono le circostanze che Egli dispone, le persone spesso si chiedono: “Dio non mi ama più? Dio non è giusto? Egli non è giusto in questo Suo comportamento: le Sue azioni non sono conformi alla verità ed Egli non tiene conto delle difficoltà delle persone”. Le persone non fanno che tramare contro Dio, dando origine a ogni tipo di indole corrotta, di pensieri, di idee, di opinioni e di sospetti nei Suoi confronti. Queste non sono forse impurità? (Sì.) Naturalmente, anche questo è un indicatore della corruzione delle persone. All’interno della frase successiva, “Se non mi impegno con tutte le mie forze, potrebbe essere difficile che venga perfezionato”, queste parole sono i pensieri dell’autore dell’inno, che li ha riconosciuti attraverso la riflessione. Tu non rifletti sulla tua impurità, fraintendi sempre Dio e solo a parole riconosci che Egli è la verità; eppure, quando ti accadono degli eventi, insisti nell’aggrapparti alle tue idee, ti ribelli a Dio, ti lamenti di Lui, Lo fraintendi e non accetti il Suo giudizio e il Suo castigo. Se non abbandoni queste cose, sarà molto difficile per te essere perfezionato; o meglio, sarà impossibile che tu venga perfezionato e non avrai alcuna speranza, perché non sei in grado di accettare la verità. Dal tuo punto di vista, questa parte del testo non presenta un aspetto concreto? (Sì.) Ogni frase di questo inno include il linguaggio e le descrizioni di stati reali che emergono quando le persone sperimentano di fatto delle situazioni.

Passiamo alla frase successiva: “Sebbene oggi le avversità siano molte, è un onore godere dell’amore di Dio”. Qui le avversità sono collegate all’amore di Dio e all’onore. Questo non deriva forse dall’esperienza reale? Non è una sorta di vera fede e di atteggiamento che si sviluppano a partire dalle azioni e dalle esperienze reali di una persona? Queste parole non sono venute dal nulla, bensì scaturite in virtù di uno stato d’animo, di un ambiente, di un evento. Cosa pensi di questo atteggiamento? Le persone sopportano molte avversità, e queste avversità causano una perdita di integrità e dignità, privando le persone del loro prestigio e dei loro interessi, e provocano inoltre ulteriori avversità, arrecando loro un grande dolore. Ma le persone, dopo essere arrivate fino a questo punto, sviluppano una vera fede in Dio e una vera conoscenza di Lui; percepiscono che tutto questo è godere dell’amore di Dio, che è un favore speciale da parte di Dio, il Quale non le sta dunque mettendo in difficoltà. Pensano che sia un onore e che corrisponda all’amore di Dio, e quindi Dio opera in questo modo, sottoponendole a privazioni e mettendole alla prova, giudicandole e castigandole. Questo è uno stato d’animo reale e positivo che le persone dovrebbero avere, sviluppato in un contesto di vita reale. Che tipo di persona direbbe: “Sebbene oggi le avversità siano molte, è un onore godere dell’amore di Dio”? Non il tipo di persona che ha scritto l’inno “Per amore”. L’autore di quell’inno non sapeva scrivere altro che parole confuse e vuote, frasi altisonanti e slogan. Egli sarebbe mai in grado di dire: “Sebbene oggi le avversità siano molte, è un onore godere dell’amore di Dio”? Sarebbe capace di pronunciare queste parole dal profondo del suo cuore? No. Egli ha scritto solo parole vuote, iperboli, parole che la gente è disposta ad ascoltare e, alla fine, ha messo insieme un inno e si è ritenuto alquanto capace e intelligente. A Mio avviso, non una sola parola di quel testo ha il minimo valore. Sono tutte sciocchezze, andrebbero scartate e a nessuno dovrebbe essere permesso di cantare simili inni in futuro. Se volete cantare, dovreste cantare inni come “Nessun cuore è migliore di quello di Dio”, che contiene parole autentiche e che provengono dal cuore, parole edificanti per le persone.

L’ultima frase della prima strofa dice: “Nelle avversità imparo a sottomettermi”, ossia a intendere che sono le avversità a insegnare la sottomissione alle persone. Poi il testo prosegue: “Nessun cuore è migliore di quello di Dio”. Questa frase è davvero pertinente al tema portante. Si tratta della comprensione e dell’esperienza finali acquisite dopo aver sperimentato tutte queste cose, vale a dire che l’intenzione di Dio è quella di salvare le persone. Ciò che le persone dovrebbero capire è che il cuore che ha Dio verso di loro non potrebbe essere migliore e che tutto ciò Egli che fa è a loro beneficio; Egli non agisce allo scopo di mettere le persone in difficoltà o di tormentarle, bensì di purificarle. Ecco perché l’autore di quest’inno sa dire dal profondo del cuore: nessun cuore è migliore di quello di Dio. Questo è un linguaggio da persona. Senza una certa quantità di esperienza e di comprensione, senza una certa quantità di esperienza e di comprensione dell’opera di Dio, del Suo modo di salvare le persone e di questi dettagli specifici, qualcuno è forse capace di pronunciare parole come “Nessun cuore è migliore di quello di Dio”? Assolutamente no. Rileggete queste parole: “Nelle avversità imparo a sottomettermi”. Questa frase pertiene a un aspetto concreto? Non è forse qualcosa che le persone acquisiscono o raccolgono dopo essere entrate nella verità realtà? (Sì.) Cosa sono dunque le avversità? Consistono forse nel non avere abbastanza da mangiare, non avere vestiti da indossare o sperimentare le avversità del carcere? Non si tratta di sofferenze fisiche intese in questo senso, bensì di una battaglia che le persone sperimentano nel loro cuore riguardo alla verità, all’opera di Dio, alla salvezza da parte di Dio e alla Sua cura scrupolosa. Dopo aver sperimentato ciò, le persone sentono di aver sofferto molto in cuor loro in termini di speranza; finalmente comprendono le intenzioni di Dio, sanno che dovrebbero sottomettersi a Lui e imparano come farlo, e acquisiscono una profonda esperienza di ciò che Egli fa; solamente allora sono capaci di dire: “Nessun cuore è migliore di quello di Dio”. La maggior parte delle persone non è in grado di pronunciare una frase del genere. Mi piace quest’inno; Mi piacciono gli inni di questo tipo. Se canterete spesso quest’inno, vi sarà certamente d’aiuto. Ogni frase del testo ha l’effetto di porre dei freni all’indole corrotta che si manifesta nella vostra vita quotidiana, costituisce sia una guida che un aiuto per la vostra esperienza concreta e per il vostro ingresso nella verità realtà. Quanto vi sarebbe di beneficio leggere più spesso questo testo quando avete del tempo libero! C’è qualche frase in quest’inno che non sia pronunciata in un determinato stato o contesto? Vi è anche una sola frase che non coinvolga l’ingresso in qualche aspetto della verità? Nessuna; nessuna di esse contiene parole vuote. Leggete le ultime righe: “Sebbene io scelga di amare Dio, il mio amore è adulterato dalle mie idee personali”. Scegliere di amare Dio è un’affermazione ampia, generale, teorica. Di fatto significa accettare l’incarico ricevuto da Dio, svolgere il proprio dovere e spendere la propria vita per Dio, e tutto questo è racchiuso nell’espressione “amare Dio”. Le persone sentono di nutrire ancora idee adulterate; chi mai, senza conoscere sé stesso e senza avere alcuna esperienza della verità, saprebbe pronunciare una frase del genere? Voi non sapreste decisamente pronunciarla, poiché siete privi di quest’esperienza. Il testo prosegue: “Devo impegnarmi a ottenere uno spirito come quello di Pietro”; l’obiettivo dell’autore dell’inno è essere come Pietro. Anche voi vi siete fissati un punto di riferimento e un obiettivo, anche voi volete essere come Pietro; quindi qual è il vostro cammino? Anche tu devi impegnarti, ma sai pronunciare la frase “il mio amore è adulterato dalle mie idee personali”? In che modo otterrai uno spirito come quello di Pietro se non sai nemmeno cosa significa che il tuo amore è adulterato dalle tue idee? Questa frase rimanda a un aspetto concreto. Il seguito del testo è ancora migliore: “Comunque Dio risponda al mio amore, l’unica cosa che desidero è soddisfarLo”. Questo è ciò che si richiede a sé stessi dopo aver sperimentato le avversità e le prove; è un atteggiamento di soddisfazione delle intenzioni di Dio, un atteggiamento di sottomissione a Dio e di perseguimento della verità; vale a dire: essere in grado di soddisfare Dio significa aver raggiunto il proprio scopo, indipendentemente dalla misura in cui lo si può raggiungere. Queste parole hanno un risvolto concreto. Ti senti incoraggiato e motivato dopo averle lette? (Sì.) Dopo averle lette, le persone ne traggono un obiettivo, un impulso, una direzione. A volte sentono che, in qualunque modo agiscano, non sapranno comunque fare bene una certa cosa e precipitano nella negatività. Ma, quando leggono queste parole e vedono che Dio non chiede poi molto, pensano: “Non devo fare altro che soddisfare Dio. Non chiedo nient’altro; cerco solo di abbandonare i miei desideri e le mie preferenze carnali e di soddisfare Dio: questo è sufficiente”. Alla fine, tutto si riduce alle parole: “Sebbene oggi le avversità siano molte, è un onore godere dell’amore di Dio. Nelle avversità imparo a sottomettermi. Nessun cuore è migliore di quello di Dio”. Queste parole sono alquanto concrete.

Nel complesso, l’inno “Nessun cuore è migliore di quello di Dio” parla di esperienze autentiche. Dopo aver sperimentato l’opera di Dio, il Suo castigo, il Suo giudizio e le Sue prove, le persone imparano a sottomettersi, arrivano a comprendere le intenzioni di Dio e capiscono che nessun cuore è migliore del Suo. Questo è l’aspetto adorabile di Dio ed è ciò che gli individui sperimentano; è anche ciò di cui essi dovrebbero avere conoscenza. Se musicate questi testi di esperienza e conoscenza pratiche e li cantate spesso, vi saranno di grande beneficio. Da un lato, cantare inni delle parole di Dio può aiutare le persone a comprendere meglio la verità e a entrare più rapidamente nella verità realtà; da un altro, se cantate questi inni esperienziali scritti da persone che possiedono la realtà, le vostre esperienze e la vostra comprensione progrediranno più velocemente. Si tratta di intendimenti e comprensioni messi per iscritto dopo che le persone hanno fatto delle esperienze, e includono anche il percorso e la direzione di ingresso che le persone dovrebbero avere. Sono già lì, a disposizione per voi, e vi saranno di enorme aiuto. Perché non mettete in musica dei testi esperienziali di questo tipo? Perché componete sempre musica per testi vuoti, banali e privi di concretezza? Siete troppo sprovvisti di discernimento, non sapete cosa rende un inno valido: siete così deludenti! Questi inni esperienziali sono di enorme beneficio per le persone; chi canta regolarmente queste parole concrete se le imprime nel cuore, e il suo ingresso nella vita e il suo cambiamento d’indole ne vengono agevolati in modo significativo. Se rimanete eternamente bloccati alla fase dell’Età della Grazia, a lodare la grazia di Dio, il Suo amore, le Sue benedizioni, la Sua misericordia e la Sua benevolenza, riuscirete mai a entrare nella verità realtà? La vostra statura e il vostro stato rimangono così pietosamente scarsi, sempre bloccati a uno stadio superficiale; senza dei validi inni a guidarvi, sarà troppo faticoso per voi entrare da soli nella verità realtà. Prendi l’inno “Nessun cuore è migliore di quello di Dio”, prega leggendolo nel tuo tempo libero. Contiene un percorso che ti guiderà e ti aiuterà a entrare nella verità realtà; è in grado di fornirti una direzione corretta, in modo che tu abbia una prospettiva corretta. Quali sono alcune delle prospettive corrette? “Avendo un’indole corrotta, l’uomo merita il giudizio e il castigo”. Questa non è forse la prospettiva corretta e pura che le persone dovrebbero avere? Inoltre, sono corrette le parole “La parola di Dio è la verità; non devo fraintendere le Sue intenzioni”? (Sì.) In effetti, devi accettarle, devi entrare in contatto con esse e sperimentarle, e quando ti accadranno degli eventi avrai un cammino da percorrere; queste parole saranno la tua direzione di azione e di comportamento. E poi c’è: “Se non mi impegno con tutte le mie forze, potrebbe essere difficile che venga perfezionato”. Anche questo rappresenta una prospettiva corretta. E che dire di “Nelle avversità imparo a sottomettermi. Nessun cuore è migliore di quello di Dio”? Questa non è forse una prospettiva che si dovrebbe avere? (Sì.) Guardate attentamente: non c’è una sola frase di questo testo costituita da discorsi vuoti o da semplici parole e dottrine; parlano tutte di comprensioni e intendimenti derivati da un’esperienza autentica. Tra questo e l’inno “Per amore”, di cui abbiamo appena parlato, quale ritenete più concreto? Ciò che è concreto andrebbe tenuto, mentre ciò che è vuoto andrebbe eliminato e scartato e non dovrebbe essere promosso. Alcuni dicono: “Mi sono abituato a cantare questi inni; mi sono entrati nel cuore e non posso farne a meno”. Se non puoi farne a meno, allora continua pure a cantarli. Vedrò cosa avrai guadagnato dopo averli cantati per vent’anni, se riuscirai a entrare nella verità realtà oppure no. Quanto invece all’inno “Nessun cuore è migliore di quello di Dio”, dopo che l’avrai cantato una o due volte ti catturerà il cuore. Dopo che lo avrai cantato per un mese o due, il tuo stato sarà in qualche misura cambiato e, se veramente accetti dal profondo del cuore le parole del testo, il tuo stato interiore si trasformerà e lo avrai completamente modificato. Puoi pure cantare per tutta la vita quegli altri inni fatti di teorie vuote e assurdità, ma non servirà a nulla. Proprio come quando le persone nell’Età della Grazia cantavano quegli inni vuoti e superficiali, che hanno cantato per tutta la vita senza acquisire la verità: è solo una perdita di tempo.

12 gennaio 2022

Sei fortunatoad accederea questo sito Web,avrai l’opportunitàdi accogliere il Signoree trovare la viaper sbarazzarti della sofferenza. Vuoi guadagnare questa benedizione di Dio?