Come perseguire la verità (10) Parte 4
Ora che abbiamo concluso la nostra condivisione sul problema della comprensione e delle pratiche distorte delle persone sposate, condividiamo sul fatto che “perseguire la felicità coniugale non è la tua missione”. Abbandonare le varie fantasie sul matrimonio significa solo arrivare ad avere intendimenti e idee corretti e relativamente conformi alla verità per quanto riguarda il concetto e la definizione di matrimonio; non significa però saper abbandonare completamente i perseguimenti, gli ideali e i desideri riguardanti il matrimonio. In che modo coloro che sono sposati mantengono la loro felicità coniugale? Si può dire che molte persone non sono in grado di approcciare correttamente la felicità coniugale o la relazione che intercorre tra la felicità coniugale e la missione dell’uomo. Non è un problema anche questo? (Sì.) Le persone sposate considerano sempre il matrimonio come un evento molto rilevante della vita e vi attribuiscono grande importanza. Basano quindi tutta la loro felicità esistenziale sulla vita coniugale e sul loro partner, credendo che il perseguimento della felicità coniugale sia l’unico obiettivo da perseguire in questa vita. Per questo molti compiono grandi sforzi, pagano un prezzo elevato e fanno grossi sacrifici per la felicità coniugale. Per esempio ci si sposa e, per risultare attraenti al partner e mantenere il matrimonio e l’amore “freschi”, si fanno molte cose. Una donna dice: “Per conquistare il cuore di un uomo, cucinagli del buon cibo”, e così impara dalla madre o dagli anziani a cucinare, a preparare ottimi cibi, a fare i dolci, e prepara al marito ogni tipo di pasto che a lui piace e fa di tutto per garantirgli cibi deliziosi e di suo gradimento. Il marito, quando ha fame, pensa all’ottima cucina della moglie, poi pensa a casa, poi pensa a lei e torna di corsa a casa. In questo modo, lei non rimane spesso sola in casa e ha sovente il marito accanto a sé, e quindi ritiene importantissimo imparare a preparare piatti deliziosi per conquistare il suo uomo cucinandogli del buon cibo. Poiché questo è un modo per mantenere la felicità coniugale e poiché è il prezzo che una donna dovrebbe pagare e la responsabilità che è tenuta ad assolvere per la sua felicità coniugale, lei si impegna a fondo per sostenere il suo matrimonio in questa maniera. Vi sono anche donne che si sentono insicure nei confronti del loro matrimonio e spesso ricorrono a vari modi per compiacere, attrarre e stimolare i loro mariti. Per esempio, una donna di questo tipo chiede spesso al marito se si ricorda quando è stato il loro primo appuntamento, quando si sono conosciuti, quando è il loro anniversario di matrimonio e altre date. Se il marito lo ricorda, lei sente che lui la ama e la ha nel cuore. Se lui non lo ricorda, lei si arrabbia e si lamenta: “Non riesci nemmeno a ricordare una data così importante. Non mi ami più?” Vedi, sia gli uomini che le donne, nel continuo tentativo di attrarre il coniuge, di attirare la sua attenzione e di mantenere la felicità coniugale, ricorrono a metodi mondani per sollecitare il proprio partner, e fanno tutti cose infantili e prive di significato. Vi sono anche donne che pagherebbero qualsiasi prezzo per fare cose che risultano dannose per la salute. Per esempio, alcune donne sopra i trent’anni, vedendo che non hanno più una pelle tanto bella e liscia e un viso non più così luminoso e attraente, si sottopongono a un lifting o a un’iniezione di acido ialuronico. Per apparire più belle, alcune si fanno rimuovere chirurgicamente le doppie palpebre e si fanno tatuare le sopracciglia, si vestono spesso in modo particolarmente affascinante e sexy per attrarre i mariti, e imparano persino a fare le cose romantiche che fanno gli altri: tutto per difendere la loro felicità coniugale. Per esempio, in un giorno speciale, una donna di questo tipo può preparare una cena sontuosa con candele e vino rosso. Poi spegne le luci e, quando il marito torna a casa, gli fa chiudere gli occhi e gli chiede: “Che giorno è oggi?” Lui cerca a lungo di indovinare, ma non riesce a ricordare che giorno sia. Lei accende le candele e lui, quando riapre gli occhi e guarda, rammenta che è il suo compleanno e dice: “Oh, che bello! Ti amo così tanto! Non mi ricordavo nemmeno che fosse il mio compleanno. Tu te ne sei ricordata, sei davvero adorabile!” Lei si sente felice e soddisfatta. Sono bastate queste poche parole del marito a renderla appagata e a suo agio. Sia gli uomini che le donne si arrovellano per escogitare modi con cui tutelare la felicità coniugale. La moglie fa enormi cambiamenti e sacrifici, investendo grandi quantità di tempo e sforzi, e altrettanto fa il marito, dedicando moltissime energie a lavorare duramente e a guadagnare soldi nel mondo, riempiendosi il portafogli, portando a casa sempre più denaro e rendendo la vita di sua moglie sempre migliore. Per mantenere la propria felicità coniugale, egli deve inoltre imparare da ciò che fanno gli altri e dunque compra rose, regali di compleanno e di Natale, cioccolatini per San Valentino e così via, scervellandosi per tentare di rendere felice la moglie e facendo di tutto per compiere queste azioni inutili. Poi un giorno perde il lavoro e non osa dirlo alla moglie, temendo che lei vorrà divorziare o che il loro matrimonio non sarà più felice come prima. Così continua a fingere di andare e tornare dal lavoro in orario ogni giorno, mentre in realtà va a presentare domande di lavoro e a cercare un impiego dappertutto. Cosa fa quando arriva il giorno di paga e non riceve alcuno stipendio? Chiede prestiti a destra e a manca per far felice la moglie e le dice: “Guarda, questo mese ho ricevuto un bonus di 2.000 yuan. Comprati qualcosa di bello”. Lei non ha idea di come stiano veramente le cose e compra davvero qualcosa di molto costoso. Lui ha la mente invasa dalle preoccupazioni, sente di non saper più cosa fare e prova un’ansia via via crescente. Che si tratti di uomini o di donne, tutti compiono molte azioni e investono grandi quantità di tempo e sforzi per difendere la loro felicità coniugale, arrivando anche a fare cose contro la loro coscienza. Nonostante questo spreco di tempo e di sforzi, costoro non hanno comunque idea di come affrontare o gestire correttamente queste cose, e arrivano ad arrovellarsi per imparare, studiare e consultare gli altri per mantenere la propria felicità coniugale. Addirittura alcuni, dopo aver iniziato a credere in Dio, accettano il loro dovere e gli incarichi affidati loro dalla casa di Dio, ma per mantenere la felicità e la soddisfazione del loro matrimonio non sono all’altezza di compiere il loro dovere. L’incarico originario richiederebbe loro di recarsi a predicare il Vangelo in un luogo lontano, tornando a casa una volta alla settimana o una volta ogni tanto, oppure potrebbero uscire di casa e svolgere il loro dovere a tempo pieno a seconda della loro diversa levatura e delle loro diverse condizioni, ma temono che il partner ne sarà contrariato, che il loro matrimonio ne risentirà o che verrà distrutto e, pur di mantenere la loro felicità coniugale, tolgono al loro dovere molto del tempo che dovrebbero dedicarvi. Soprattutto quando il coniuge esprime delle rimostranze, appare scontento o si lamenta, diventano ancora più cauti nella tutela del matrimonio. Fanno di tutto per accontentare il partner e si impegnano a fondo per rendere felice il loro matrimonio cosicché non vada in frantumi. Naturalmente, ancora più grave è che, per mantenere la felicità coniugale, alcuni ignorano la chiamata della casa di Dio e si rifiutano di compiere il loro dovere. Quando dovrebbero uscire di casa per compierlo, non sopportando di separarsi dal coniuge oppure avendo i suoceri che si oppongono alla loro fede in Dio e al fatto che lascino il lavoro ed escano di casa per svolgere il loro dovere, scendono a compromessi e abbandonano il dovere, scegliendo invece di preservare la loro felicità coniugale e mantenere integro il loro matrimonio. Per preservare la felicità coniugale e mantenere il matrimonio integro, per evitare che esso vada in frantumi e finisca, scelgono di adempiere solo alle loro responsabilità e ai loro obblighi all’interno della vita coniugale e abbandonano la missione di un essere creato. Non ti rendi conto che, qualunque ruolo tu svolga nella famiglia o nella società, che sia quello di moglie, marito, figlio, genitore, lavoratore dipendente o altro, e a prescindere dal fatto che il tuo ruolo all’interno della vita coniugale sia importante o meno, tu possiedi una sola identità davanti a Dio: quella di essere creato. Agli occhi di Dio non ne possiedi altre. Pertanto, quando la casa di Dio ti chiama, quello è il momento in cui dovresti compiere la tua missione. In altre parole, in quanto essere creato, non è che tu debba adempiere alla tua missione soltanto fatta salva la condizione di preservare la tua felicità coniugale e mantenere il tuo matrimonio integro; al contrario, in quanto essere creato, dovresti adempiere incondizionatamente alla missione che Dio ti conferisce e ti affida; in qualunque circostanza, sei comunque tenuto a mettere al primo posto la missione che ti è stata affidata da Dio, mentre la missione e le responsabilità che ti derivano dal matrimonio sono secondarie. In qualsiasi condizione e in qualsiasi circostanza, la tua priorità assoluta dovrebbe rimanere sempre la missione che sei tenuto a svolgere come essere creato e che Dio ti ha affidato. Pertanto, a prescindere da quanto desideri mantenere la felicità del tuo matrimonio, o da quale sia la tua situazione coniugale, o da quanto elevato sia il prezzo che il tuo coniuge paga per il vostro matrimonio, nessuna di queste è una ragione per rifiutare la missione che Dio ti ha affidato. In altre parole, per quanto felice o integro sia il tuo matrimonio, la tua identità di essere creato resta immutata, e di conseguenza la missione che Dio ti affida è ciò che hai il dovere ineludibile di svolgere prima di ogni altra cosa, non esistono deroghe. Dunque, quando Dio ti affida la tua missione, quando ottieni il dovere e la missione di un essere creato, dovresti abbandonare il perseguimento di un matrimonio felice e integro, assumere Dio e la missione che la Sua casa ti affida come priorità assoluta e non agire in maniera sciocca. Mantenere la felicità coniugale è solo una responsabilità che hai in quanto marito o moglie all’interno della struttura del matrimonio; non è la responsabilità o la missione di un essere creato davanti al Creatore, quindi non dovresti abbandonare la missione che ti è stata affidata dal Creatore per mantenere la tua felicità coniugale, né compiere così tante azioni sciocche, puerili e infantili che non hanno nulla a che vedere con le responsabilità che spettano a una moglie o a un marito. Tutto ciò che devi fare è adempiere alle tue responsabilità e ai tuoi obblighi di moglie o di marito in base alle parole e ai requisiti di Dio, vale a dire in conformità alle primissime istruzioni da Egli impartite. Come minimo, dovresti adempiere alle tue responsabilità di moglie o di marito con la coscienza e la ragione dell’umanità normale, è sufficiente questo. Per quanto riguarda il detto “Per conquistare il cuore di un uomo, cucinagli del buon cibo”, o il romanticismo, o la celebrazione costante di ogni sorta di anniversario, o un mondo costituito da due persone, o il perseguimento del “Tenersi per mano e invecchiare insieme”, o il “Ti amerò per sempre come ti amo oggi” e altre sciocchezze simili, queste non sono le responsabilità di un uomo e di una donna normali. Naturalmente, per essere più precisi, queste cose non sono le responsabilità e gli obblighi che ha all’interno della struttura del matrimonio qualcuno che persegue la verità. Questi modi di vivere e questi perseguimenti di vita non sono ciò che un individuo che persegue la verità dovrebbe intraprendere, e quindi dovresti innanzitutto abbandonare nel profondo della tua mente questi detti, punti di vista e modi di praticare insulsi, sciocchi, infantili, superficiali, nauseanti e disgustosi. Non lasciare che il tuo matrimonio si deteriori e non permettere che il perseguimento della felicità coniugale ti vincoli le mani, i piedi, i pensieri e i passi, rendendoti infantile, sciocco, volgare e persino malvagio. Questi perseguimenti mondani di un matrimonio felice non sono gli obblighi e le responsabilità che una persona dotata di una ragione normale dovrebbe adempiere, e sono invece derivati puramente da questo mondo malvagio e da questa umanità corrotta, e hanno un effetto corrosivo sull’umanità e sui pensieri di tutte le persone. Porteranno la tua mente a degenerare, stravolgeranno la tua umanità e renderanno i tuoi pensieri malvagi, complessi, caotici e persino estremi. Per esempio, alcune donne vedono altri uomini essere romantici, regalare rose alle loro mogli per l’anniversario di matrimonio, o portarle fuori a fare shopping, oppure abbracciarle o fare loro regali speciali quando sono arrabbiate o tristi, o anche far loro una sorpresa per cercare di renderle felici, e così via. Una volta che accetti questi detti e queste pratiche dentro di te, vorrai anche tu che tuo marito faccia queste cose, vorrai anche tu vivere ed essere trattata così, e quindi il tuo senso della ragione si altererà e sarà disturbato e corroso da tali detti, idee e pratiche. Se tuo marito non ti compra le rose, non cerca di renderti felice o non fa nulla di romantico per te, provi rabbia, risentimento e insoddisfazione, sentimenti di ogni sorta. Quando la tua vita è piena di queste cose, allora gli obblighi cui dovresti adempiere come donna e i doveri e le responsabilità che dovresti assolvere all’interno della casa di Dio in quanto essere creato finiscono tutti nel caos. Vivrai in uno stato di insoddisfazione e la tua vita e la tua routine normali saranno disturbate da questi sentimenti e pensieri di insoddisfazione. I tuoi perseguimenti influenzeranno dunque il pensiero logico della tua normale umanità, il tuo normale giudizio e, naturalmente, le responsabilità e gli obblighi che sei tenuta a adempiere come persona normale. Se persegui le cose del mondo e la felicità coniugale, allora diventerai inevitabilmente “mondana”. Se persegui solamente la felicità coniugale, di certo avrai sempre bisogno che tuo marito ti dica cose come “ti amo”, e se lui non lo ha mai fatto penserai: “Oh, il mio matrimonio è così infelice. Mio marito ha la stessa sensibilità di un pezzo di legno, è una specie di imbecille. Al massimo porta a casa un po’ di soldi, fa qualche sforzo e svolge qualche lavoro manuale. Dice ‘Mangiamo’ alle ore dei pasti e ‘È ora di andare a letto, buonanotte e sogni d’oro’ quando è ora di dormire, nient’altro. Perché non riesce mai a dire ‘Ti amo’? Non sa dire nemmeno quest’unica cosa romantica?” Puoi forse essere una persona normale quando hai il cuore pieno di queste cose? Non sarai sempre in uno stato emotivo e alterato? (Sì.) Alcune persone non possiedono alcun discernimento di queste tendenze malvagie del mondo; non hanno opposizione né refrattarietà nei loro confronti. Una donna di tal genere considera questo fatto, questo fenomeno del dire cose romantiche, come un segno di felicità coniugale, e quindi vuole perseguirlo, imitarlo, raggiungerlo, e quando non ci riesce si arrabbia, chiedendo spesso al marito: “Dimmi, mi ami o no?” A questa domanda il marito si arrabbia e, rosso in viso, sbotta: “Ti amo, tesoro”. E lei dice: “Oh, dillo ancora”. Lui si trattiene a tal punto che il viso e il collo gli si fanno lividi e, pensandoci, dice: “Tesoro, ti amo”. Vedi, un uomo rispettabile dice questa cosa nauseante, ma non gli viene dal cuore e questo lo mette a disagio. Quando sua moglie gliela sente dire, è felicissima e dice: “Me lo farò bastare!” E cosa replica il marito? “Ora guardati. Sei felice adesso? Sei solo in cerca di guai”. DimMi, una vita coniugale di questo tipo è forse la felicità? (No.) Sei felice quando senti le parole “ti amo”? Questo vuol dire felicità coniugale? È tutto qui? (No.) Una certa donna chiede sempre al marito: “Ehi, ti sembro invecchiata?” Il marito è onesto e risponde sinceramente: “Sì, un po’. Chi non lo sembra dopo i quarant’anni?” Lei risponde: “Oh, quindi non mi ami? Perché non dici che ho un aspetto giovanile? Non ti piace che io invecchi? Vuoi trovarti un’amante?” Lui replica: “Che seccatura! Non posso nemmeno dirti qualcosa di sincero. Che problema hai? Sono semplicemente stato onesto. Chi non invecchia? Vuoi forse diventare una specie di mostro?” Le donne di questo genere sono irragionevoli. Come definiamo coloro che perseguono questo tipo di cosiddetta felicità coniugale? Parlando in termini volgari, sono spazzatura. E come possiamo definirle in un modo che non sia volgare? Sono delle malate di mente. Cosa intendo per “malate di mente”? Intendo dire che sono prive del pensiero della normale umanità. A quaranta o cinquant’anni si stanno avviando verso la tarda età e non riescono ancora a capire chiaramente cos’è la vita, cos’è il matrimonio, e amano sempre fare cose inutili e nauseanti. Credono che questa sia la felicità coniugale, che sia la loro libertà e il loro diritto, e che sia questo il modo in cui dovrebbero perseguire, vivere e approcciare il matrimonio. Non si tratta forse di un comportamento inappropriato? (Sì.) Sono molte le persone che agiscono in modo inappropriato? (Sì.) Ve ne sono parecchie nel mondo dei non credenti, ma nella casa di Dio? Ce ne sono molte lì? Il romanticismo, i regali, gli abbracci, le sorprese, i “ti amo” e così via sono tutti segni della felicità coniugale che le persone perseguono, nonché gli obiettivi del loro perseguimento della felicità coniugale. Coloro che non credono in Dio sono fatti così, e ci sono inevitabilmente anche molte persone che credono in Dio che ora intraprendono questo tipo di perseguimento e nutrono simili punti di vista. Dunque vi sono molti individui che credono in Dio da dieci anni o più, che hanno ascoltato alcuni sermoni e compreso alcune verità, ma che per difendere la loro felicità coniugale, restare accanto al coniuge e mantenere le promesse fatte riguardo al loro matrimonio e all’obiettivo della felicità coniugale che hanno giurato di perseguire, non hanno mai adempiuto alle responsabilità e ai doveri che hanno davanti al Creatore. Al contrario, non mettono piede fuori casa, non escono mai, a prescindere da quanto impegno richieda il lavoro della casa di Dio, e non abbandonano il coniuge per compiere il loro dovere, considerando invece il perseguimento e il mantenimento della felicità coniugale come un obiettivo per tutta la vita, per il quale lottano e si impegnano senza sosta. Un simile perseguimento denota forse che costoro perseguono la verità? Ovvio che no. Dal momento che nella mente, nel profondo del cuore e persino nelle loro azioni non hanno abbandonato il perseguimento della felicità coniugale né l’idea, la visione e la prospettiva di vita secondo cui “perseguire la felicità coniugale è la tua missione”, non sono assolutamente in grado di acquisire la verità. Voi non siete ancora sposati e non avete ancora sperimentato il matrimonio. Se quando vi sposerete manterrete ancora questo punto di vista, nemmeno voi sarete in grado di acquisire la verità. Una volta ottenuta la felicità coniugale, non sarai in grado di acquisire la verità. Poiché consideri il perseguimento della felicità coniugale come la tua missione di vita, inevitabilmente abbandonerai e trascurerai l’opportunità di adempiere alla missione che ti spetta davanti al Creatore. Se rinunci all’opportunità e al diritto di compiere la missione che spetta a un essere creato davanti al Creatore, allora rinunci al perseguimento della verità e, naturalmente, anche a ottenere la salvezza; è una tua scelta.
Queste nostre condivisioni sull’abbandono del perseguimento della felicità coniugale non hanno lo scopo di spingerti a rinunciare al matrimonio in modo formale, né di incoraggiarti a divorziare, ma piuttosto di portarti a rinunciare ai perseguimenti riguardanti la felicità coniugale. Dovresti abbandonare prima di tutto i punti di vista che ti dominano nel perseguimento della felicità coniugale e poi la pratica di perseguire la felicità coniugale, e dedicare la maggior parte del tuo tempo e delle tue energie a compiere il dovere di un essere creato e a perseguire la verità. Per quanto riguarda il matrimonio, finché non entra in contrasto o in conflitto con il tuo perseguimento della verità, allora gli obblighi che dovresti assolvere, la missione che dovresti compiere e il ruolo che dovresti svolgere all’interno della struttura del matrimonio non cambieranno. Pertanto, chiederti di abbandonare il perseguimento della felicità coniugale non equivale a chiederti di abbandonare il matrimonio o di divorziare in modo formale; significa invece chiederti di adempiere alla tua missione di essere creato e di svolgere in maniera appropriata il dovere che sei tenuto a compiere con la premessa di adempiere alle responsabilità che ti spettano all’interno nel matrimonio. Naturalmente, se il tuo perseguimento della felicità coniugale influenza, ostacola o addirittura compromette il tuo adempimento del dovere di essere creato, allora dovresti abbandonare non solo il tuo perseguimento della felicità coniugale, ma anche il tuo intero matrimonio. Quali sono lo scopo e il significato ultimi del condividere su tali questioni? Che la felicità coniugale non ostacoli i tuoi passi, non ti leghi le mani, non ti accechi gli occhi, non distorca la tua visione e non disturbi né occupi la tua mente; che il perseguimento della felicità coniugale non assorba il tuo percorso di vita e tutta la tua esistenza, e che tu approcci correttamente le responsabilità e gli obblighi che sei tenuto ad assolvere all’interno del matrimonio e faccia le scelte giuste riguardo alle responsabilità e agli obblighi che dovresti adempiere. Un modo migliore di praticare è quello di dedicare più tempo ed energia al tuo dovere, di svolgere il dovere che ti spetta e di portare a termine la missione che Dio ti ha affidato. Non devi mai dimenticare che sei un essere creato, che è stato Dio a guidarti nella vita fino a questo momento, a donarti il matrimonio e una famiglia, e a conferirti le responsabilità che dovresti adempiere all’interno della struttura del matrimonio, e che non sei stato tu a scegliere il matrimonio, che né il matrimonio ti è arrivato dal nulla né tu puoi mantenere la tua felicità coniugale contando solo sulle tue capacità e forze. Mi sono spiegato chiaramente al riguardo? (Sì.) Hai capito cosa sei tenuto a fare? Ora il percorso ti è chiaro? (Sì.) Se non vi sono conflitti né contrasti tra le responsabilità e gli obblighi che dovresti adempiere nel matrimonio e i tuoi doveri e la tua missione come essere creato, allora, in tali circostanze, dovresti adempiere alle tue responsabilità all’interno della struttura del matrimonio in qualsiasi modo ciò vada fatto, e dovresti farlo bene, assumerti le responsabilità che ti spettano e non cercare di sottrarti a esse. Devi assumerti la responsabilità del tuo coniuge e della sua vita, dei suoi sentimenti e di tutto ciò che lo riguarda. Quando invece le responsabilità e gli obblighi che ti assumi all’interno della struttura del matrimonio entrano in conflitto con la tua missione e con il tuo dovere di essere creato, allora non devi abbandonare il tuo dovere o la tua missione, bensì le tue responsabilità all’interno della struttura del matrimonio. Questo è ciò che Dio Si aspetta da te, è l’incarico che ti ha affidato e, naturalmente, è ciò che Egli richiede a qualsiasi uomo e a qualsiasi donna. Solo quando sarai capace di questo starai perseguendo la verità e seguendo Dio. Se non ne sei in grado e non riesci a praticare in questo modo, allora sei un credente solamente a parole, non segui Dio con un cuore sincero e non sei qualcuno che persegue la verità. Al momento disponete dell’opportunità e delle condizioni per lasciare la Cina e andare a svolgere il vostro dovere, eppure c’è chi dice: “Se me ne vado dalla Cina per svolgere il mio dovere, dovrò lasciare il mio coniuge a casa. Non ci vedremo mai più? Dovremo vivere separatamente, non è così? Il nostro matrimonio sarà finito?” Alcuni pensano: “Oh, come farà il mio coniuge a vivere senza di me? Il nostro matrimonio non crollerà se io non sarò lì? Il nostro matrimonio finirà? Cosa farò in futuro?” Dovresti forse pensare al futuro? A cosa dovresti pensare principalmente? Se vuoi essere qualcuno che persegue la verità, allora il tuo pensiero principale dovrebbe essere come abbandonare ciò che Dio ti chiede di abbandonare e come realizzare ciò che Egli ti chiede di realizzare. Se in futuro non ti sarai ancora sposato e sarai ancora senza un coniuge, nei giorni a venire potrai comunque arrivare alla vecchiaia e vivere bene lo stesso. Se invece rinunci a questa opportunità, ciò equivale a rinunciare al tuo dovere e alla missione che Dio ti ha affidato. In tal caso, agli occhi di Dio non sei una persona che persegue la verità, che vuole veramente Dio o che persegue la salvezza. Se desideri attivamente abbandonare l’opportunità e il diritto di ottenere la salvezza e la tua missione e scegli invece di sposarti, di rimanere con tuo marito o tua moglie, di restare con il tuo coniuge e di soddisfarlo, e di mantenere il tuo matrimonio intatto, allora alla fine guadagnerai alcune cose ma ne perderai altre. Capisci cosa perderai, vero? Né il matrimonio né la felicità coniugale sono tutto il tuo mondo: non potranno essere queste cose a stabilire il tuo destino né il tuo futuro, e tanto meno la tua destinazione. Quindi spetta alle persone decidere quali scelte compiere e se dovrebbero o meno abbandonare il perseguimento della felicità coniugale e svolgere il dovere di un essere creato. Abbiamo ora condiviso chiaramente sul fatto che “perseguire la felicità coniugale non è la tua missione”? (Sì.) Vi è una qualche questione che vi risulta ostica e riguardo alla quale, dopo aver ascoltato la Mia condivisione, non sapete come praticare? (No.) Dopo aver ascoltato questa condivisione, ora sentite di avere maggiore chiarezza, un percorso di pratica accurato e un corretto obiettivo verso cui praticare? Avete capito in che modo dovreste praticare d’ora in poi? (Sì.) Allora concludiamo qui questa condivisione. Arrivederci!
14 gennaio 2023
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