Come perseguire la verità (12) Parte 4
In quale altro modo la tua famiglia ti ha condizionato? Per esempio, i tuoi genitori ti ripetono spesso: “Se hai la lingua lunga e parli in modo avventato, prima o poi ti metterai nei guai! Devi ricordare che ‘Chi molto parla molto sbaglia’! Che cosa significa questo? Significa che se parli troppo finirai sicuramente per fare qualche gaffe. In qualunque situazione ti trovi, non parlare in modo avventato: prima di aprire bocca, vedi cosa dicono gli altri. Se ti aggreghi alla maggioranza andrà tutto bene; se invece cerchi sempre di distinguerti, parli costantemente in modo avventato e riveli il tuo punto di vista senza sapere che cosa pensano il tuo superiore, il tuo capo o tutti quelli che ti circondano e poi viene fuori che il tuo superiore o il tuo capo non la pensano allo stesso modo, allora ti daranno del filo da torcere. Può venirne mai fuori qualcosa di buono? Sciocco, devi stare attento in futuro. Chi molto parla molto sbaglia. Ricordatelo, e non parlare in modo avventato! La bocca serve per mangiare e respirare, per adulare i tuoi superiori e per tentare di compiacere gli altri, non per dire la verità. Devi scegliere le parole con saggezza, ricorrere a trucchi e stratagemmi e usare il cervello. Prima che le parole ti escano di bocca, taci e ripetitele più volte a mente, aspettando il momento giusto prima di pronunciarle. Ciò che di fatto dici dovrebbe basarsi anche sulla situazione. Se inizi a condividere la tua opinione ma poi noti che gli altri non la prendono bene o che la loro reazione non è delle migliori, fermati subito e, prima di continuare, pensa a come porla in un modo che accontenti tutti. Questo è ciò che farebbe una persona intelligente. Così facendo, ti terrai lontano dai guai e piacerai a tutti. E piacere a tutti non andrà forse a tuo favore? Non ti procurerà più opportunità in futuro?” La tua famiglia ti condiziona dicendoti non solo come guadagnarti una buona reputazione, come avere successo e come procurarti una posizione stabile tra gli altri ma anche come ingannarli attraverso le apparenze esteriori, e ti esorta a non dire la verità e tanto meno a rivelare apertamente tutto ciò che ti passa per la testa. Alcuni, dopo essersi trovati in una disgrazia dopo aver detto la verità, ricordano che la loro famiglia ha insegnato loro il detto “Chi molto parla molto sbaglia” e ne traggono un insegnamento. In seguito diventano sempre più inclini a praticare questo detto e a trasformarlo nel loro motto. Altri non si ritrovano in una disgrazia, ma accettano seriamente il condizionamento della famiglia al riguardo e mettono continuamente in pratica questo detto in qualsiasi occasione. Più lo mettono in pratica, più si convincono di questo: “I miei genitori e i miei nonni sono davvero buoni con me, sono tutti sinceri nei miei confronti e vogliono il meglio per me. Sono così fortunato che mi abbiano insegnato il detto ‘Chi molto parla molto sbaglia’, altrimenti mi sarei trovato spesso in una disgrazia per colpa della mia lingua lunga e molte persone mi avrebbero reso la vita difficile, mi avrebbero lanciato sguardi di disprezzo o mi avrebbero deriso e preso in giro. Questo detto è così utile e vantaggioso!” Mettendo in pratica questo detto ottengono moltissimi benefici tangibili. Naturalmente, quando poi si presentano davanti a Dio, continuano a ritenere questo detto estremamente utile e vantaggioso. Ogni volta che un fratello o una sorella condividono apertamente sul proprio stato personale, sulla propria corruzione, sulla propria esperienza e sulla propria conoscenza, anche costoro vogliono condividere ed essere persone schiette e aperte, e anche loro vogliono parlare onestamente di ciò che pensano o di ciò che sanno nel cuore in modo da alleggerire temporaneamente il loro stato interiore, che è rimasto soffocato per tanti anni, o per acquisire un certo grado di libertà e affrancamento. Ma, non appena ricordano ciò che i loro genitori continuano a inculcare in loro, ovvero: “‘Chi molto parla molto sbaglia’. Non parlare in modo avventato, ascolta invece di parlare e impara ad ascoltare gli altri”, tengono per sé qualsiasi cosa intendessero dire. Quando tutti gli altri finiscono di parlare, non dicono nulla e pensano tra sé e sé: “È fantastico, ho fatto di nuovo bene a non dire nulla in questa occasione perché, una volta che avessi espresso il mio parere, tutti si sarebbero fatti delle opinioni su di me e avrei rischiato di rimetterci. È meraviglioso non dire nulla, così magari tutti continueranno a ritenermi onesto e non così ingannevole, soltanto una persona taciturna per natura, e quindi non qualcuno che trama o che è colmo di corruzione e soprattutto non qualcuno che nutre delle nozioni in merito a Dio, bensì qualcuno che è puro e aperto. Non è un male che la gente pensi questo di me, quindi perché dovrei dire qualcosa? Attenermi al detto ‘Chi molto parla molto sbaglia’ mi sta in effetti procurando dei risultati, quindi continuerò a comportarmi così”. Aderire a questo detto dà loro una sensazione piacevole e gratificante e dunque rimangono in silenzio una volta, due volte, e così via, fino al giorno in cui tengono dentro di sé numerosissime parole inespresse e vogliono aprirsi con i loro fratelli e sorelle ma si sentono come imbavagliati, con la bocca sigillata, e non riescono a tirare fuori una sola frase. Poiché non riescono a farlo con i loro fratelli e sorelle, decidono di provare invece a parlare con Dio, quindi si inginocchiano davanti a Lui e dicono: “Dio, ho qualcosa da dirTi. Io sono…” Tuttavia, pur avendolo ripercorso più volte nel loro cuore, non sanno come dirlo, non riescono a esprimerlo, come se fossero veramente diventati completamente muti. Non sanno come scegliere le parole giuste e nemmeno come mettere insieme una frase. Tanti anni di sentimenti repressi li fanno sentire completamente soffocati, come se vivessero una vita oscura e sordida, e, quando si decidono a dire a Dio ciò che hanno nel cuore e a lasciar uscire i loro sentimenti, non trovano le parole e non sanno da dove cominciare né come esprimerlo. Non sono forse dei miserabili? (Sì.) Perché allora non hanno nulla da dire a Dio? Si presentano con il loro nome e nient’altro. Vogliono dire a Dio ciò che hanno nel cuore ma non trovano le parole, e alla fine tutto ciò che viene fuori dalla loro bocca è: “Dio, Ti prego, damMi Tu le parole che dovrei pronunciare!” E Dio risponde: “Ci sono così tante cose che dovresti dire, ma non vuoi farlo e non le dici quando ne hai l’occasione, quindi Mi riprendo tutto quello che ti ho dato. Non te lo darò, non te lo meriti”. Solo allora percepiscono di aver perso molto negli anni passati. Sebbene ritengano di aver condotto una vita molto dignitosa, di essersi infiocchettati e presentati agli altri alla perfezione, quando vedono che per tutto questo tempo i loro fratelli e sorelle hanno guadagnato qualcosa e quando li sentono parlare delle loro esperienze senza alcuna remora e aprendosi sulla propria corruzione, si rendono conto che loro invece non sono in grado di pronunciare una sola frase né sanno come farlo. Credono in Dio da tanti anni e vogliono parlare della loro conoscenza di sé stessi, discutere della loro esperienza e del fatto di essere stati esposti alle parole di Dio, ottenere una qualche illuminazione e un po’ di luce da Dio e guadagnare qualcosa. Ma purtroppo, poiché troppo frequentemente si aggrappano all’opinione per cui “Chi molto parla molto sbaglia” e ne vengono spesso vincolati e controllati, hanno vissuto in funzione di questo detto per così tanti anni, non hanno ricevuto alcuna illuminazione né alcuna luce da Dio e si ritrovano ancora carenti, miserabili e a mani vuote in termini di ingresso nella vita. Hanno praticato alla perfezione questo detto e questa idea e vi hanno obbedito alla lettera ma, nonostante abbiano fede in Dio da così tanti anni, non hanno acquisito alcuna verità e rimangono carenti e ciechi. Dio ha dato loro una bocca, ma loro non hanno alcuna capacità di condividere sulla verità né di parlare dei loro sentimenti e della loro conoscenza, e tanto meno di comunicare con i loro fratelli e le loro sorelle. Ciò che è ancora più pietoso è che non possiedono nemmeno la capacità di parlare con Dio, l’hanno persa. Non sono forse miserabili? (Sì.) Miserabili e deplorevoli. Non ti risulta forse sgradito parlare? Non hai sempre paura che chi molto parla molto sbaglia? Allora non dovresti mai dire nulla. Nascondi i tuoi pensieri più intimi e ciò che Dio ti ha dato, sopprimendoli, sigillandoli ermeticamente e impedendo loro di uscire. Vivi nella paura costante di perdere la faccia, di sentirti minacciato, nel timore che gli altri ti vedano per ciò che sei e che ai loro occhi non apparirai più come una persona perfetta, onesta e buona, e pertanto ti chiudi in te e non condividi nulla di ciò che pensi veramente. E cosa succede alla fine? Diventi una persona muta in tutti i sensi. Cosa ti ha causato questo danno? Alla radice, è stato il condizionamento esercitato dalla tua famiglia a danneggiarti. Ma, dal tuo punto di vista personale, il motivo è anche che ti piace vivere secondo filosofie sataniche, quindi scegli di credere che il condizionamento ricevuto dalla tua famiglia sia corretto e non ritieni positivi i requisiti che ti pone Dio. Scegli di considerare il condizionamento che la tua famiglia esercita su di te come una cosa positiva e di considerare invece le parole di Dio, i Suoi requisiti, ciò che ti fornisce, il Suo aiuto e i Suoi insegnamenti come cose da cui guardarti, come cose negative. Pertanto, a prescindere da quanto Dio ti abbia donato in principio, a causa della tua diffidenza e del tuo rifiuto protratti per tutti questi anni, il risultato finale è che Dio Si riprende tutto e non ti dà nulla perché non ne sei degno. Quindi, prima di arrivare a questo, dovresti abbandonare i condizionamenti che la tua famiglia esercita su di te a questo proposito e non accettare l’idea sbagliata che “Chi molto parla molto sbaglia”. Questo detto ti rende più chiuso, più subdolo e più ipocrita. È in totale contrasto e opposizione con il requisito posto da Dio di essere onesti e con la Sua richiesta di essere schietti e aperti. In quanto credente in Dio e Suo seguace, dovresti essere assolutamente determinato a perseguire la verità. E, quando sei assolutamente determinato a perseguire la verità, dovresti essere assolutamente determinato ad abbandonare quelli che ritieni essere i condizionamenti positivi che la tua famiglia esercita su di te; l’alternativa non dovrebbe neppure porsi. Non importa quali siano i condizionamenti che la tua famiglia esercita su di te, quanto siano positivi o vantaggiosi per te e neppure quanto ti proteggano: provengono da persone e da Satana, e dovresti abbandonarli. Anche se le parole di Dio e i requisiti che Egli pone alle persone possono essere in contrasto con i condizionamenti esercitati dalla tua famiglia o addirittura ferire i tuoi interessi e privarti dei tuoi diritti, anche se pensi che non ti proteggano e che siano invece volti a metterti a nudo e a farti fare la figura dello sciocco, dovresti comunque considerarli come cose positive in quanto provengono da Dio e sono la verità, e dovresti accettarli. Se le cose che la tua famiglia ti ha condizionato a credere influiscono sul tuo modo di pensare e di comportarti, sulla tua visione dell’esistenza e sul cammino che intraprendi, allora dovresti abbandonarle e non aggrappartici. Dovresti invece sostituirle con le corrispondenti verità provenienti da Dio e, nel far questo, dovresti anche discernere e riconoscere costantemente i problemi intrinseci e l’essenza di queste cose che la tua famiglia ti ha condizionato a credere per poi agire e praticare seguendo le parole di Dio in modo più accurato, concreto e reale. Accettare le idee, i punti di vista sulle persone e sulle cose e i principi di pratica che provengono da Dio: ecco qual è la responsabilità di un essere creato dettata dalla morale e ciò che un essere creato dovrebbe fare, nonché l’idea e la visione che un essere creato dovrebbe possedere.
In alcune famiglie i genitori, oltre a inculcare nei figli cose che la gente ritiene positive e vantaggiose per la sopravvivenza, per le prospettive e per il futuro, inculcano in loro anche idee e punti di vista relativamente estremi e distorti. Per esempio, questi genitori dicono: “Meglio essere un vero cattivo che un falso gentiluomo”. Questo è un detto che ti indica come comportarti. Questo detto, “Meglio essere un vero cattivo che un falso gentiluomo”, ti fa scegliere o l’una o l’altra cosa. Ti fa scegliere di essere un vero cattivo, ossia di essere apertamente cattivo, anziché farlo alle spalle della gente. In questo modo, anche se gli altri pensano che le azioni che compi non siano delle migliori, comunque ti ammireranno e ti approveranno. Ciò significa che, qualunque malefatta tu compia, devi compierla sotto gli occhi degli altri, alla luce del sole e apertamente. Alcune famiglie condizionano e istruiscono i loro figli in questo modo. Non solo non disprezzano quei membri della società che hanno idee e comportamenti spregevoli e ignobili, ma addirittura istruiscono i loro figli dicendo loro: “Non sottovalutare quegli individui. In realtà non sono necessariamente delle cattive persone, potrebbero addirittura essere migliori dei falsi gentiluomini”. Da un lato ti dicono che tipo di persona essere, mentre da un altro ti dicono anche in che modo discernere gli altri, quali categorie di persone considerare positive e quali negative, insegnandoti a discernere le cose positive da quelle negative e anche come comportarti: questo è il tipo di istruzione e di condizionamento che ti impartiscono. Quindi, che tipo di impatto ha questo condizionamento sulle persone senza che esse se ne rendano conto? (Non distinguono il bene dal male.) Esatto, non distinguono il bene dal male, ciò che è giusto da ciò che sbagliato. Vediamo innanzitutto come gli esseri umani considerano i cosiddetti cattivi e i cosiddetti falsi gentiluomini. Per prima cosa, gli esseri umani pensano che i veri cattivi non siano persone cattive, mentre che lo siano coloro che sono davvero dei falsi gentiluomini. Quegli individui che fanno cose cattive alle spalle degli altri mentre esteriormente si fingono buoni sono chiamati falsi gentiluomini. Davanti alle persone parlano di benevolenza, giustizia e moralità, ma alle loro spalle compiono ogni sorta di malefatte. Fanno tutte queste cose cattive e allo stesso tempo dicono ogni sorta di belle parole: persone come queste sono oggetto di disprezzo. Per quanto riguarda i veri cattivi, sono semplicemente tanto cattivi davanti agli altri quanto lo sono alle loro spalle, eppure sono diventati dei modelli di comportamento da imitare e studiare invece di diventare oggetto del disprezzo della gente. I detti e i punti di vista di questo tipo tendono a confondere gli individui riguardo ai concetti precisi di buona persona e di cattiva persona. Di conseguenza essi non ne sono sicuri e non li conoscono, e i concetti che possiedono diventano alquanto vaghi. Quando la famiglia condiziona le persone in questo modo, alcune di loro pensano addirittura: “Essendo un vero cattivo, sono integerrimo. Faccio le cose alla luce del sole. Se ho qualcosa da dire, te lo dico in faccia. E anche se ti faccio del male, non mi piaci o voglio approfittarmi di te, devo farlo apertamente e in modo che tu lo veda”. Che razza di logica è questa? Che tipo di natura essenza è mai? Quando i malevoli fanno cose cattive e commettono azioni malvagie hanno bisogno di trovare una base teorica a sostegno, e questa è la logica che escogitano. Dicono: “Guarda, quella che sto compiendo non è la migliore delle azioni, ma meglio questo che essere un falso gentiluomo. Lo faccio alla luce del sole e tutti lo sanno: questo si chiama essere integerrimi!” In questo modo, i cattivi si fanno passare per integerrimi. Con questo tipo di pensiero nella mente, i concetti che le persone possiedono di vera integrità e vera malvagità si confondono senza che esse se ne rendano conto. Non sanno cosa significhi essere integerrimi e pensano: “Non importa se ciò che dico ferisce gli altri, se è giusto o meno, se è ragionevole o meno o se è in linea con i principi e con la verità oppure no. Fintanto che ho il coraggio di parlare e non mi preoccupo delle conseguenze, che ho un’indole sincera, una natura schietta, che dico tutto ciò che penso e che non nutro alcun intento subdolo, allora è appropriato”. Non è forse un caso di inversione tra giusto e sbagliato? (Sì.) In questo modo, le cose negative vengono trasformate in cose positive. Pertanto, alcuni assumono questo detto come fondamento e si comportano in base a esso, arrivando a ritenere che la giustizia sia dalla loro parte e pensando: “In ogni caso, non mi sto approfittando di te né ti sto ingannando alle spalle. Agisco apertamente e alla luce del sole. Tu pensa quello che vuoi. Per me questo è essere integerrimi! Come dice il proverbio: ‘Non c’è bisogno di preoccuparsi delle dicerie se si è retti’, quindi pensa quello che vuoi!” Questa non è forse la logica di Satana? Non è la logica dei ladri? (Sì.) Sei forse giustificato a compiere malefatte, a creare problemi senza motivo, a comportarti da tiranno e a commettere il male? Commettere il male è commettere il male: se l’essenza di ciò che fai è commettere il male, allora si tratta di male. In base a cosa vengono valutate le tue azioni? Non vengono valutate in base al fatto che tu possieda o meno le tue motivazioni, o che abbia agito alla luce del sole, o che la tua indole sia sincera. Vengono valutate sul metro della verità e delle parole di Dio. La verità è il criterio per valutare tutto, e questa frase si applica perfettamente al caso in questione. Secondo il metro della verità, se una cosa è cattiva è cattiva; se una cosa è positiva è positiva; se invece non lo è, allora non lo è. E cosa sono queste cose che la gente considera integerrimi, segno di un’indole sincera e di una natura schietta? Questo si chiama distorcere le parole e forzare la logica, confondere i concetti e dire sciocchezze, si chiama fuorviare gli altri, e se fuorvii gli altri allora stai commettendo il male. A prescindere dal fatto che venga commesso davanti agli occhi delle persone o alle loro spalle, il male è male. Il male commesso alle spalle di qualcuno è malvagità mentre il male commesso sotto gli occhi di qualcuno è veramente maligno e malevolo, ma è sempre di male che si parla. Allora diteMi, le persone dovrebbero forse accettare il detto “Meglio essere un vero cattivo che un falso gentiluomo”? (No.) Che cosa è positivo, i principi comportamentali di un falso gentiluomo o quelli di un vero cattivo? (Nessuno dei due.) Esatto, sono entrambi negativi. Quindi non essere un falso gentiluomo né un vero cattivo, e non ascoltare le sciocchezze che ti dicono i tuoi genitori. Perché i genitori dicono sempre sciocchezze? Perché è proprio così che si comportano loro per primi. I tuoi genitori pensano costantemente: “Io possiedo un’indole sincera, sono una persona autentica, sono schietto, parlo onestamente riguardo ai miei sentimenti, sono una persona cavalleresca, sono retto e non devo preoccuparmi delle dicerie, mi comporto in modo dignitoso e percorro la retta via: cosa devo temere? Non faccio nulla di sbagliato, quindi non ho paura che i demoni bussino alla mia porta!” I demoni non stanno bussando alla tua porta in questo momento, ma tu hai commesso non poche malefatte e prima o poi verrai punito. Sei retto e non temi le dicerie, ma cosa rappresenta la rettitudine? È forse la verità? Essere retti significa conformarsi alla verità? Tu comprendi la verità? Non accampare scuse e pretesti per le tue malefatte, è inutile! Se qualcosa non è conforme alla verità, allora è male! Ritieni addirittura di possedere un’indole sincera. Solo perché hai un’indole sincera allora puoi approfittarti degli altri? Oppure puoi fare loro del male? Che logica è questa? (La logica di Satana.) Questa viene definita come la logica dei ladri e dei diavoli! Tu commetti il male eppure lo fai sembrare qualcosa di giusto e di appropriato, accampi scuse a sostegno e tenti di giustificarlo. Non è forse un comportamento spudorato? (Sì.) Ti ripeto che nelle parole di Dio non si parla mai di permettere agli individui di essere dei veri cattivi o dei falsi gentiluomini, né di requisiti per essere l’una o l’altra cosa. Tutti questi detti sono parole sfacciate e diaboliche volte a ingannare e fuorviare le persone. Possono fuorviare coloro che non comprendono la verità ma, se tu oggi la comprendi, dovresti smettere di aggrapparti a questi detti o di lasciartene influenzare. Che si tratti di falsi gentiluomini o di veri cattivi, sono tutti diavoli, bestie e furfanti, nessuno tra costoro è una brava persona, sono tutti malvagi e sono tutti associati al male. Se non sono malvagi allora sono maligni, e l’unica differenza tra un falso gentiluomo e un vero cattivo sta nelle modalità di azione: uno agisce pubblicamente, l’altro in segreto. Inoltre, hanno modi diversi di comportarsi. Uno compie il male apertamente, mentre l’altro gioca brutti scherzi alle spalle della gente; uno è più subdolo e infido, mentre l’altro è più prepotente e dispotico e scopre le zanne; uno è più sordido e furtivo, mentre l’altro è più spregevole e arrogante. Si tratta di due modi di agire satanici, uno aperto e uno nascosto. Se agisci apertamente sei un vero cattivo, mentre se agisci in segreto sei un falso gentiluomo. Cosa c’è da vantarsi? Se consideri questo detto come il tuo motto, non sei forse uno sciocco? Quindi, se sei stato profondamente danneggiato dalle cose che la tua famiglia ha inculcato in te o ti ha condizionato a credere a questo proposito o se ti stai aggrappando a queste cose, spero che tu riesca ad abbandonarle e il prima possibile a discernerle e a vederle chiaramente. Smetti di aggrapparti a questo detto e di pensare che ti protegga oppure che ti porti a diventare una persona autentica o dotata di integrità, di umanità e di una vera indole. Esso non è uno standard di comportamento per le persone. Per quanto Mi riguarda, condanno fermamente questo detto, che Mi disgusta più di ogni altra cosa. Sono disgustato non solo dai falsi gentiluomini, ma anche dai veri cattivi: entrambe le categorie sono oggetto di disgusto ai Miei occhi. Quindi, se sei un falso gentiluomo, dalla Mia prospettiva non sei una brava persona e sei irrecuperabile. Ma se sei un vero cattivo, allora sei anche peggio. Sai benissimo qual è la vera via eppure pecchi deliberatamente, conosci chiaramente la verità ma la violi palesemente, manchi di praticarla, anzi ti opponi apertamente a essa, e quindi morirai più in fretta. Non pensare: “Possiedo una natura schietta, non sono un falso gentiluomo. Sono sì un cattivo, ma un vero cattivo”. In che modo saresti vero? Il tuo “essere vero” non corrisponde alla verità, né è una cosa positiva. Il tuo “essere vero” è la manifestazione dell’essenza della tua indole arrogante e maligna. Tu sei “vero” come lo è il vero Satana, come lo sono i veri diavoli e come lo è la vera malignità, e non vero come la verità o come qualcosa che è veramente reale. Quindi, per quanto riguarda il detto “Meglio essere un vero cattivo che un falso gentiluomo” che la tua famiglia ti condiziona a seguire, è anch’esso qualcosa che dovresti abbandonare, poiché non ha nulla a che vedere con i principi di comportamento che Dio insegna alle persone né si avvicina minimamente a essi. Pertanto dovresti abbandonarlo il prima possibile, invece di continuare ad aggrappartici.
La famiglia esercita un altro tipo di condizionamento. Per esempio, i tuoi familiari ti dicono sempre: “Non essere una persona che si distingue troppo dalla massa, devi porti dei freni e applicare un po’ di moderazione nelle tue parole e nelle tue azioni così come nei tuoi talenti personali, nelle tue capacità, nel tuo quoziente intellettivo e così via. Non essere quello che si distingue. È come dicono i proverbi: ‘L’uccello che sporge il becco è quello che viene colpito’ e ‘La trave sporgente è la prima a marcire’. Se vuoi proteggere te stesso e mantenere una posizione stabile e duratura nel gruppo cui appartieni, non essere l’uccello che sporge il becco; dovresti invece porti dei freni e non aspirare a elevarti al di sopra di tutti. Pensa al parafulmine, che è la prima cosa a essere colpita in un temporale poiché il fulmine colpisce il punto più alto; quando il vento soffia impetuoso, l’albero più alto è il primo a subirne la forza e a essere travolto; quando fa freddo, la montagna più alta è la prima a gelare. La stessa cosa vale per le persone: se non fai che distinguerti dagli altri e attirare l’attenzione e il Partito ti nota, prenderà seriamente in considerazione la possibilità di punirti. Non essere l’uccello che sporge il becco, non volare da solo. Dovresti rimanere all’interno dello stormo. Altrimenti, se attorno a te si costituisse un movimento di protesta sociale, saresti il primo a essere punito in quanto uccello che sporge il becco. Nella chiesa, non fare né il leader né il capogruppo. Altrimenti, in caso di perdite o di problemi nel lavoro della casa di Dio, in qualità di leader o supervisore sarai il primo su cui cadrà lo sguardo. Quindi, non essere l’uccello che sporge il becco, perché l’uccello che sporge il becco è quello che viene colpito. Devi imparare a nascondere la testa e a ritrarti come una tartaruga”. Ti ricordi di queste parole dei tuoi genitori e, quando è il momento di scegliere un leader, rifiuti la posizione dicendo: “Oh, non posso farlo! Ho una famiglia e dei figli che mi tengono troppo impegnato. Non posso ricoprire il ruolo di leader. Dovreste farlo voi, non scegliete me”. Supponendo che tu venga comunque eletto leader, sei lo stesso riluttante ad accettare. “Temo di dover rinunciare”, dici. “Fatelo voi, vi sto dando tutte le opportunità. Vi lascio il posto, io mi faccio da parte”. In cuor tuo rifletti: “Be’, l’uccello che sporge il becco è quello che viene colpito. Più in alto si sale, peggiore è la caduta, e in cima ci si sente soli. Lascerò che sia tu a fare il leader; dopo che sarai stato scelto, verrà un giorno in cui ti metterai in ridicolo. Non voglio mai diventare un leader, non voglio una posizione più elevata, così non cadrò da troppo in alto. Pensaci, tizio non è stato forse destituito dal ruolo di leader? Dopo che è successo, è stato espulso: non gli è stata concessa nemmeno la possibilità di essere un comune credente. È un perfetto esempio di quei detti: ‘L’uccello che sporge il becco è quello che viene colpito’ e ‘La trave sporgente è la prima a marcire’. Non ho ragione? Non è vero che è stato punito? Le persone devono imparare a proteggersi, altrimenti a cosa serve avere un cervello? Se si possiede un cervello, bisogna usarlo per proteggere sé stessi. Alcuni non riescono a capire questo problema con chiarezza, ma è così che funziona nella società e in qualsiasi gruppo di persone: ‘L’uccello che sporge il becco è quello che viene colpito’. Sarai molto ben considerato mentre ti esponi, ma solo fino a quando verrai colpito. È a quel punto che ti renderai conto che chi si posiziona sulla linea di tiro prima o poi ottiene quello che si merita”. Questi sono i seri insegnamenti dei tuoi genitori e della tua famiglia, la voce della loro esperienza, il distillato di saggezza di una vita intera, che ti sussurrano all’orecchio senza riserve. Cosa intendo per “sussurrare all’orecchio”? Intendo dire che un giorno tua madre ti dice in un orecchio: “Lasciatelo dire: se c’è una cosa che ho imparato in questa vita è che ‘L’uccello che sporge il becco è quello che viene colpito’; in altre parole, se qualcuno si espone troppo o attira troppo l’attenzione, è verosimile che venga punito per questo. Guarda come è sottomesso e mite tuo padre ora: è perché è stato punito durante una campagna di soppressione. Tuo padre ha talento letterario, sa scrivere e tenere discorsi, possiede doti da leader, ma si è distinto troppo dalla massa e alla fine è stato punito durante quella campagna. Come mai, da allora, non parla più di diventare un funzionario governativo e una figura di alto profilo? È questo il motivo. Ti sto parlando con il cuore e ti sto dicendo la verità. Devi ascoltarmi e ricordarlo bene. Non dimenticarlo, devi tenerlo a mente ovunque tu vada. Questo è il migliore consiglio che possa darti come madre”. Da quel momento in poi serbi memoria delle sue parole, e ogni volta che ti torna in mente il detto “L’uccello che sporge il becco è quello che viene colpito” ti ricordi di tuo padre, e ogni volta che pensi a lui ti torna in mente questo detto. Tuo padre una volta è stato l’uccello che ha sporto il becco ed è stato colpito, e tu sei rimasto profondamente impressionato dallo sguardo abbattuto e demoralizzato che ha ora. Così, ogni volta che vuoi esporti, ogni volta che vuoi esprimere la tua opinione, ogni volta che vuoi compiere sinceramente il tuo dovere all’interno della casa di Dio, ti torna alla mente l’accorato consiglio di tua madre: “L’uccello che sporge il becco è quello che viene colpito”. E così, ancora una volta, ti tiri indietro, pensando: “Non posso far mostra di alcun talento né di alcuna abilità speciale, devo pormi un freno e soffocarli. E, per quanto riguarda l’esortazione che Dio ci rivolge a mettere tutto il cuore, la mente e la forza nell’assolvere il nostro dovere, devo praticare queste parole con moderazione e non distinguermi impegnandomi troppo. Se mi espongo nel tentativo di impegnarmi troppo e, guidando il lavoro della chiesa, divento l’uccello che sporge il becco, cosa succederà se qualcosa va storto nel lavoro della casa di Dio e io vengo ritenuto responsabile? Come dovrei farmi carico di tale responsabilità in quel caso? Verrò forse allontanato? Diventerò il capro espiatorio, l’uccello che ha sporto il becco? Nella casa di Dio è difficile dire come andranno le cose. Quindi, qualunque cosa io faccia, devo assolutamente ritagliarmi una via di fuga, imparare a proteggermi e assicurarmi di aver vagliato tutte le possibilità prima di parlare e agire. Questa è la linea d’azione più saggia perché, come dice mia madre, ‘L’uccello che sporge il becco è quello che viene colpito’”. Questo detto ha messo radici profonde nel tuo cuore e ha anche una profonda influenza sulla tua vita quotidiana. E, cosa che naturalmente è ancora più grave, influisce sull’atteggiamento che assumi verso l’assolvimento del tuo dovere. Non si tratta forse di gravi problemi? Pertanto, ogni volta che nell’assolvere il tuo dovere desideri spenderti con sincerità e impiegare le tue forze con tutto il cuore, il detto “L’uccello che sporge il becco è quello che viene colpito” ti frena e finisci sempre per ritagliarti un certo margine e spazio di manovra e per svolgere il tuo dovere in modo contenuto dopo esserti garantito una via di fuga. Non ho forse ragione? Il condizionamento esercitato dalla tua famiglia a questo proposito ti protegge il più possibile dal venire rivelato e trattato? È un altro talismano per te, non è così? (Sì.)
Sulla base di tutto ciò su cui abbiamo condiviso finora, quanti talismani possiedono le persone come risultato del condizionamento della loro famiglia? (Sette.) Con così tanti talismani, è vero che nessun diavolo o demone ordinario osa importunarti? Tutti questi talismani ti fanno sentire così al sicuro, a tuo agio e felice di vivere in questo mondo umano. Allo stesso tempo, ti fanno percepire quanto sia importante la famiglia per te e quanto siano tempestivi e importanti la protezione e i talismani che essa ti dona. Ogni volta che ottieni benefici tangibili e protezione grazie a questi talismani, senti più che mai che la famiglia è importante e che ne dipenderai sempre. Ogni volta che affronti delle difficoltà e sei tormentato dall’indecisione e dallo smarrimento, ti raccogli per un momento e pensi: “Cosa mi hanno detto mia madre e mio padre? Quali abilità mi hanno insegnato gli anziani della mia famiglia? Quale motto mi hanno trasmesso?” Torni rapidamente, istintivamente e inconsciamente a ricadere nei vari ambienti e idee che la tua famiglia ti ha inculcato, ricercando e richiedendo da parte loro protezione. In questi momenti la famiglia diventa il tuo rifugio sicuro, un’ancora, un sostegno e una forza motivante sempre vigorosa, incrollabile e immutabile, un supporto psicologico che ti mette in condizione di continuare a vivere e ti impedisce di cedere allo smarrimento e all’indecisione. In momenti come questi sei colmo di sentimenti profondi: “La famiglia è davvero molto importante per me, mi conferisce una forza mentale smisurata, oltre a essere una fonte di sostegno spirituale”. Spesso ti congratuli con te stesso pensando: “È una fortuna che io abbia ascoltato quello che mi dicevano i miei genitori, altrimenti a quest’ora mi sarei già ritrovato in qualche situazione alquanto imbarazzante in cui sarei stato maltrattato o danneggiato. Per fortuna ho questo asso nella manica, ho un talismano. Così, neanche nella casa di Dio e nella chiesa né durante lo svolgimento del mio dovere verrò maltrattato o correrò il rischio che la chiesa mi allontani o si occupi di me. Queste cose non potrebbero mai accadere a me, grazie alla protezione che mi dà il condizionamento ricevuto dalla mia famiglia”. Ma hai dimenticato qualcosa. Hai vissuto finora in quello che nella tua mente è un ambiente in cui possiedi dei talismani e puoi proteggerti, ma non sai se hai adempiuto o meno all’incarico che Dio ti ha affidato. Hai ignorato il Suo incarico così come la tua identità di essere creato e il dovere che dovresti adempiere in quanto tale. E hai ignorato anche l’atteggiamento che dovresti assumere e tutto ciò che dovresti offrire nell’assolvimento del tuo dovere, mentre la vera visione della vita e i valori che dovresti avere sono stati sostituiti dalle opinioni che la tua famiglia ti ha condizionato ad adottare, e anche le tue possibilità di salvezza sono state influenzate dal condizionamento esercitato dalla tua famiglia. Pertanto, è molto importante per tutti abbandonare i vari condizionamenti subiti dalla famiglia. Questo è un aspetto della verità che deve essere praticato nonché una realtà cui si dovrebbe accedere senza indugio. Questo perché, se la società ti dice qualcosa, è verosimile che tu prenda la decisione, razionale o inconscia, di rifiutarlo; se un estraneo o una persona con cui non hai familiarità ti dice qualcosa, tendi a prendere la decisione razionale o ponderata di accettarlo o meno; ma se è la tua famiglia a dirti qualcosa, tendi ad accettarlo completamente, senza esitazione né discernimento, e questo in realtà ti porterà a correre dei rischi. La ragione è che sei convinto che la famiglia non possa mai causare alcun danno a nessuno e che tutto ciò che la tua famiglia fa per te sia finalizzato al tuo bene, a proteggerti, e torni a tuo vantaggio. Sulla base di questo presunto principio, le persone vengono facilmente disturbate e influenzate da queste cose intangibili e tangibili che sono parte della famiglia. Le cose tangibili sono i membri della famiglia e tutte le faccende familiari, mentre quelle intangibili sono le varie idee e l’istruzione derivanti dalla famiglia così come alcuni condizionamenti inerenti al modo in cui dovresti comportarti e gestire le tue questioni personali. Non è così? (Sì.)
C’è molto da discutere in merito ai condizionamenti esercitati dalla famiglia. Oggi, dopo che avremo finito di condividere sull’argomento, dovreste rifletterci su e ripercorrere ogni cosa, pensando a quali idee e quali punti di vista, oltre a quelli che ho menzionato oggi, potrebbero influenzarvi nella vostra vita quotidiana. La maggior parte di ciò su cui abbiamo appena condiviso riguarda i principi delle persone e i loro modi di approcciare il mondo, e vi è poi una piccola quantità di argomenti inerente alla valutazione delle persone e delle cose. L’ambito dei condizionamenti che la famiglia esercita sulle persone comprende fondamentalmente questi aspetti. Vi sono inoltre alcune questioni che non riguardano la visione della vita o il modo di approcciare il mondo delle persone, quindi non ne parleremo in ulteriore dettaglio. Per oggi, la nostra condivisione si conclude qui. Alla prossima volta!
11 febbraio 2023
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