Come perseguire la verità (16) Parte 3
C’è un altro lato delle aspettative nutrite dai genitori nei confronti dei figli, che è quello di ereditare l’attività di famiglia o il mestiere degli antenati. Per esempio, alcune famiglie sono famiglie di pittori; la regola tramandata dagli antenati è che ogni generazione deve avere qualcuno che erediti questo mestiere e perpetui la tradizione di famiglia. Supponiamo che nella tua generazione questo ruolo spetti a te, ma che a te la pittura non piaccia e non ti interessi affatto; preferisci studiare materie più semplici. In tale situazione, hai il diritto di rifiutare. Non sei obbligato a ereditare le tradizioni familiari né l’attività di famiglia o il mestiere dei tuoi antenati, come per esempio le arti marziali, oppure un mestiere o un’abilità particolari, e così via. Non sei obbligato a perpetuare ciò che ti chiedono di ereditare. In altre famiglie, ogni generazione si dedica al canto lirico. Nella tua generazione tocca a te, e i tuoi genitori ti hanno fatto imparare il canto lirico fin dall’infanzia. L’hai appreso, ma nel profondo del tuo cuore non ti piace. Pertanto, se ti venisse chiesto di scegliere una carriera, non la intraprenderesti assolutamente nell’ambito del canto lirico. È una professione che non ti piace, dal profondo del cuore; in tal caso hai il diritto di rifiutare. Questo perché il tuo destino non è nelle mani dei tuoi genitori: la scelta di una carriera, l’orientamento dei tuoi interessi, ciò che vuoi fare e il tipo di percorso che intendi intraprendere, tutto questo è nelle mani di Dio. Tutto questo è orchestrato da Dio, non da un qualsiasi membro della tua famiglia e certamente non dai tuoi genitori. Il ruolo dei genitori nella vita di un figlio è solo quello di proteggerlo, prendersi cura di lui e stargli accanto durante la crescita. Nei casi migliori, i genitori sono in grado di fornire ai figli una guida, un’educazione e una direzione positive. È questo l’unico ruolo che possono svolgere. Una volta che cresci e diventi indipendente, il ruolo dei tuoi genitori è solo quello di essere dei pilastri e dei punti di appoggio emotivi. Il giorno in cui acquisisci l’indipendenza nel pensiero e nello stile di vita è il giorno in cui sono stati soddisfatti gli obblighi e le responsabilità che i tuoi genitori hanno nei tuoi confronti; il tuo rapporto con loro è quindi evoluto rispetto a quello di maestro e studente, di tutore e pupillo. Non è forse così che stanno di fatto le cose? (Sì.) Alcuni hanno genitori, parenti e amici che non credono in Dio; solo loro stessi credono in Dio. Di che tipo di situazione si tratta? Questo ha a che fare con quanto decretato da Dio. Egli ha scelto te, non loro; Si serve delle loro mani per portarti all’età adulta e poi ti fa entrare nella Sua famiglia. Come figlio, l’atteggiamento che dovresti assumere nei confronti delle aspettative nutrite dai tuoi genitori è discernere tra giusto e sbagliato. Se il modo in cui ti trattano non è conforme alle parole di Dio o al fatto che “il destino delle persone è nelle mani di Dio”, puoi respingere le aspettative dei tuoi genitori e ragionare con loro per farglielo capire. Se sei ancora minorenne e loro ti opprimono coercitivamente, costringendoti a fare ciò che dicono, puoi solo pregare in silenzio Dio affinché ti dischiuda una via d’uscita. Se invece sei adulto, puoi assolutamente dire loro: “No, non devo vivere secondo il modo che avete stabilito per me. Non devo scegliere il mio percorso di vita, il mio modo di esistere e l’obiettivo da perseguire in base a quanto avete deciso per me. Il vostro obbligo di allevarmi è ormai stato assolto. Se riusciamo ad andare d’accordo e abbiamo obiettivi e perseguimenti comuni, allora il nostro rapporto può rimanere invariato; se invece non condividiamo più le stesse aspirazioni e gli stessi obiettivi, allora per il momento possiamo dirci addio”. Cosa ne pensi? Avresti il coraggio di dirglielo? Naturalmente non occorre che tu interrompa in via ufficiale i rapporti con i tuoi genitori in questo modo, ma quanto meno, nel profondo del cuore, dovresti capire chiaramente questo punto: anche se i tuoi genitori sono le persone a te più vicine, non sono loro che ti hanno veramente dato la vita, che ti hanno messo in condizione di percorrere il giusto cammino di vita e che ti hanno fatto capire tutti i principi secondo cui comportarti. È Dio a fare tutto ciò. I tuoi genitori non possono fornirti la verità né darti alcun consiglio corretto che abbia a che fare con essa. Quindi, per quanto riguarda il tuo rapporto con loro, non importa quanto abbiano investito su di te, né quanto denaro e quanto impegno abbiano speso per te: non devi farti carico di alcun senso di colpa. Perché? (Perché questi sono l’obbligo e la responsabilità che hanno i genitori. Se i genitori fanno tutto questo perché i loro figli si distinguano tra i loro pari e per soddisfare i propri desideri, allora queste sono le loro intenzioni e motivazioni personali; non è ciò che Dio ha ordinato loro di fare. Pertanto, non c’è motivo di sentirsi in colpa.) Questo è solo un aspetto. L’altro aspetto è che tu al momento stai percorrendo il giusto cammino, stai perseguendo la verità e ti stai presentando al cospetto del Creatore per svolgere i doveri di un essere creato; pertanto, non dovresti provare alcun senso di colpa nei loro confronti. La responsabilità che avevano nei tuoi confronti, e che presumibilmente hanno assolto, rientrava semplicemente tra le disposizioni di Dio. Se sei stato felice durante il periodo in cui ti hanno allevato, sei stato favorito in modo particolare. Se sei stato infelice, ovviamente anche questo è stato disposto da Dio. Dovresti essere grato a Dio per averti permesso oggi di andartene e per averti fatto discernere chiaramente l’essenza dei tuoi genitori e che tipo di persone sono. Dovresti possedere una comprensione accurata di tutto questo nel profondo del tuo cuore, nonché una soluzione e una maniera accurate di gestirlo. In questo modo, non ti senti forse più tranquillo dentro di te? (Sì.) Se è così, è meraviglioso. In ogni caso, in tali questioni, indipendentemente dalle pretese che i tuoi genitori avevano nei tuoi confronti prima o da quelle che hanno ora, dal momento che comprendi la verità e le intenzioni di Dio e che capisci cosa Dio richiede alle persone di fare, così come quali conseguenze ti portano le aspettative dei tuoi genitori, non dovresti più sentirti oppresso da tale questione in alcun modo. Non hai bisogno di pensare di aver deluso i tuoi genitori o che, avendo scelto di credere in Dio e di svolgere i tuoi doveri, non sei stato capace di garantire loro una vita migliore, di restare loro accanto e di adempiere alla tua responsabilità filiale nei loro confronti, facendoli così sentire emotivamente vuoti. Non c’è bisogno che ti senta in colpa per questo. Questi sono i fardelli che i genitori affibbiano ai figli e sono tutte cose che dovresti abbandonare. Se davvero hai fede nel fatto che tutto è nelle mani di Dio, allora dovresti credere che anche la questione di quante avversità patiscono e di quanta felicità godono durante la loro vita è nelle mani di Dio. Il fatto che tu sia filiale o meno non cambia nulla: i tuoi genitori non soffriranno meno perché tu sei filiale, né soffriranno di più perché non lo sei. Dio ha prestabilito il loro destino molto tempo fa e nulla cambierà a causa del tuo atteggiamento nei loro confronti o della profondità dei sentimenti che vi legano. Loro hanno il loro destino. Se sono poveri o ricchi per tutta la vita, se le cose gli vanno bene oppure no, di che tipo di qualità di vita, di benefici materiali, di prestigio sociale e di condizioni di vita godono: niente di tutto questo ha granché a che fare con te. Se provi dei sensi di colpa nei loro confronti, se pensi di essere in debito verso di loro e di dover restare al loro fianco, cosa cambierebbe se anche rimanessi loro accanto? (Niente.) Potresti anche avere la coscienza pulita e priva di sensi di colpa. Ma se stessi al loro fianco ogni giorno, a vederli privi di fede in Dio, che perseguono cose mondane e si dedicano a conversazioni banali e pettegolezzi, come ti sentiresti? Saresti a tuo agio in cuor tuo? (No.) Puoi forse cambiarli? Puoi salvarli? (No.) Se si ammalano e tu disponi dei mezzi per restare accanto a loro ad accudirli e alleviare un po’ le loro sofferenze, fornendo loro un po’ di conforto in quanto figlio, una volta guariti si sentiranno confortati anche fisicamente. Se però accenni a qualcosa riguardo alla fede in Dio, sono capaci di replicare con otto o dieci confutazioni, pronunciando falsità abbastanza ripugnanti da farti stare male per due intere vite. Esteriormente, la tua coscienza potrà anche essere in pace e tu potrai pensare che non ti hanno allevato invano, che non sei un ingrato menefreghista e che non hai fornito ai tuoi vicini alcun motivo per deridervi. Ma il semplice fatto che hai la coscienza in pace significa forse che dal profondo del tuo cuore accetti davvero le loro idee, i loro punti di vista, le loro visioni della vita e i loro modi di vivere? Sei veramente compatibile con loro? (No.) Se due persone di categorie diverse percorrono strade differenti e hanno punti di vista differenti, qualsiasi rapporto o legame fisici o emotivi abbiano, nessuna delle due può cambiare il punto di vista dell’altra. Va tutto bene se non discutono delle cose, ma non appena lo fanno iniziano a litigare, nascono dei conflitti, si odiano e si stancano l’una dell’altra. Anche se esteriormente sono legate da legami di sangue, interiormente sono nemiche, due tipi di persone incompatibili come l’acqua e il fuoco. In questo caso, se resti comunque al loro fianco, perché mai lo fai? Stai solo cercando qualcosa che ti provochi irritazione o c’è qualche altro motivo? Ogni volta che li incontrerai proverai rimorso, e questa si chiama infelicità autoinflitta. Alcuni pensano: “Non vedo i miei genitori da tanti anni. In passato hanno fatto cose detestabili, bestemmiando Dio e opponendosi alla mia fede in Lui. Ora sono molto più anziani, devono essere cambiati. Quindi non dovrei preoccuparmi delle cose brutte che hanno fatto, per la maggior parte ormai le ho dimenticate. Inoltre, sia emotivamente che per coscienza, mi mancano e mi domando come se la passino. Perciò penso che tornerò da loro a vedere come stanno”. Ma, nel giro di un giorno da quando sei tornato a casa, il disgusto che provavi verso di loro in passato riaffiora e te ne penti: “E questa sarebbe una famiglia? Questi sono i miei genitori? Non sono forse miei nemici? Erano così prima e hanno lo stesso carattere anche adesso, non sono cambiati affatto!” Come potrebbero essere cambiati? Come erano in origine, così saranno sempre. Pensavi che con l’età sarebbero cambiati e che avreste potuto andare d’accordo? Questo è impossibile. Quando tornerai da loro, appena entrerai in casa guarderanno cos’hai in mano per vedere se è qualcosa di costoso come un abalone, un cetriolo di mare, una pinna di squalo o una bocca di pesce, o magari una borsa e dei vestiti firmati oppure dei gioielli d’oro e d’argento. Non appena ti vedranno con due buste di plastica, una contenente panini cotti al vapore e l’altra un paio di banane, capiranno che sei ancora povero e inizieranno ad assillarti: “La figlia di Tizio è andata all’estero e ha sposato un forestiero. I braccialetti che compra ai suoi sono d’oro puro e loro li sfoggiano ogni volta che ne hanno l’occasione. Il figlio di Caio ha comprato un’auto e porta i genitori in viaggio e all’estero ogni volta che è libero. Tutti loro godono di riflesso della gloria dei figli! La figlia di Sempronio non torna mai a casa a mani vuote. Compra ai suoi genitori pediluvi e poltrone massaggianti, e vestiti di seta o di lana. Hanno figli così devoti; tutte le premure che hanno dedicato loro non sono state vane! In questa famiglia abbiamo allevato solo degli ingrati menefreghisti!” Non è forse uno schiaffo in faccia? (Sì.) Nemmeno degnano di uno sguardo i tuoi panini al vapore e le tue banane, e tu ancora pensi a adempiere alle tue responsabilità di figlio e alla pietà filiale. I tuoi genitori amano i panini al vapore e le banane e tu non li vedevi da molti anni, quindi glieli compri per intenerirli e mettere a tacere i tuoi sensi di colpa. Tuttavia, quando torni a casa da loro non solo non riesci a mettere a tacere questi sensi di colpa, ma ricevi anche delle critiche; preso dallo sconforto, te ne vai di corsa. Aveva senso tornare a casa a trovarli? (No.) Non torni a casa da tanto tempo, eppure loro non sentono la tua mancanza; non dicono: “Basta che torni. Non c’è bisogno che compri nulla. È bello vedere che percorri la retta via, che vivi una vita sana e sicura sotto tutti i punti di vista. Riuscire a vederci e a parlare a cuore aperto è più che sufficiente”. Non si preoccupano di sapere se in questi anni sei stato bene oppure se hai affrontato difficoltà o problemi per i quali avresti avuto bisogno del loro aiuto. Non pronunciano una sola parola di conforto. Ma se davvero dicessero queste cose, non ti sarebbe allora impossibile andartene? Dopo che ti hanno rimproverato, torni in te e ti senti totalmente nel giusto, senza alcun senso di colpa, e ti dici: “Devo andarmene da qui, questo è davvero un purgatorio! Mi scuoieranno, mangeranno la mia carne e vorranno anche bere il mio sangue”. Il rapporto con i genitori è il più difficile da gestire emotivamente, ma in realtà non è del tutto ingestibile. Solo sulla base della comprensione della verità si può trattare la questione in modo corretto e razionale. Non partire dalla prospettiva dei sentimenti, né dagli intendimenti o dalle prospettive dei membri del mondo secolare. Tratta invece i tuoi genitori in maniera appropriata, in base alle parole di Dio. Che ruolo svolgono di fatto i genitori, che significato hanno i figli per i genitori, che atteggiamento dovrebbero avere i figli nei confronti dei genitori e in che modo andrebbe gestito e risolto il rapporto tra genitori e figli? Le persone non dovrebbero valutare queste cose in base ai sentimenti, né lasciarsi influenzare da idee sbagliate o dal sentire comune; queste cose andrebbero approcciate correttamente sulla base delle parole di Dio. Se non adempi a nessuna delle tue responsabilità nei confronti dei tuoi genitori nell’ambiente stabilito da Dio, o se non svolgi alcun ruolo nella loro vita, il tuo è un comportamento poco filiale? Ti rimorderà la coscienza? I tuoi vicini, i tuoi compagni di classe e i tuoi parenti ti biasimeranno e ti criticheranno alle spalle. Ti definiranno un figlio non devoto, dicendoti: “I tuoi genitori si sono sacrificati così tanto per te, hanno profuso così tanti scrupolosi sforzi per te e hanno fatto così tanto per te fin da quando eri piccolo, e tu, da figlio ingrato quale sei, sparisci senza lasciare traccia, non facendo neppure sapere loro che stai bene. Non solo non torni per capodanno, ma non fai nemmeno una telefonata né mandi loro un biglietto”. Ogni volta che senti queste parole, provi feroci rimorsi di coscienza e ti senti in colpa. “Oh, hanno ragione”. Ti si arrossa il viso e il cuore ti trema come se fosse trafitto da aghi. Hai mai provato sensazioni di questo tipo? (Sì, in passato.) I tuoi vicini e i tuoi parenti hanno ragione a dire che non sei filiale? (No. Non è vero che non lo sono.) Spiega il tuo ragionamento. (Sì, in questi anni non sono stato al fianco dei miei genitori o non ho potuto soddisfare i loro desideri come fanno i membri del mondo secolare, ma è Dio a prestabilire il nostro cammino di fede in Lui. Questa è la retta via nella vita ed è una cosa giusta. Ecco perché dico che non è vero che sono stato poco filiale.) I vostri ragionamenti si basano ancora sulle dottrine che avete compreso in passato; non sapete fornire una reale spiegazione e siete privi di reale comprensione. Chi altro vuole condividere i propri pensieri? (Ricordo che appena mi sono trasferita all’estero, ogni volta che pensavo al fatto che i miei familiari non sapevano cosa stessi facendo, che probabilmente mi criticavano e mi ritenevano scarsamente filiale, una figlia non devota, perché non ero lì a prendermi cura dei miei genitori, mi sentivo limitata e vincolata da questi pensieri. Ogni volta che ci pensavo, mi sentivo in debito verso i miei genitori. Ma oggi, grazie alla condivisione di Dio, sento che in passato i miei, prendendosi cura di me, stavano adempiendo alle loro responsabilità di genitori, che la loro amorevolezza nei miei confronti è stata prestabilita da Dio e che io dovevo essere grata a Dio e ricambiare il Suo amore. Ora che credo in Dio e percorro la retta via nella vita, che è una cosa giusta, non dovrei sentirmi in debito verso i miei genitori. Inoltre, è prestabilito da Dio anche il fatto che loro possano o meno godere delle premure dei loro figli al loro fianco. Dopo aver capito queste cose, riesco in qualche modo ad abbandonare la sensazione di sentirmi in debito che provavo nel cuore.) Molto bene. Innanzitutto, la maggior parte delle persone sceglie di andarsene di casa per svolgere i propri doveri in parte a causa di circostanze oggettive generali, che rendono loro necessario lasciare i genitori; non possono rimanere accanto a loro per prendersene cura e stare al loro fianco. Non è che scelgano volontariamente di lasciarli: questa è la ragione oggettiva. Sotto un altro aspetto, dal punto di vista soggettivo, hai lasciato casa per svolgere i tuoi doveri non perché volessi lasciare i tuoi genitori ed eludere le tue responsabilità, ma per via della chiamata che hai ricevuto da Dio. Per collaborare all’opera di Dio, accettare la Sua chiamata e svolgere i doveri di un essere creato, non avevi altra scelta che lasciare i tuoi genitori; non potevi rimanere accanto a loro per stare al loro fianco e prenderti cura di loro. Non li hai lasciati per eludere le responsabilità, giusto? Lasciarli per eludere le tue responsabilità non ha forse una natura diversa dal doverli lasciare per rispondere alla chiamata di Dio e svolgere i tuoi doveri? (Sì.) Nel tuo cuore, nutri legami emotivi e pensieri verso i tuoi genitori; i tuoi sentimenti non sono vuoti. Se le circostanze oggettive lo permettessero e tu avessi la possibilità di stare al loro fianco mentre svolgi i tuoi doveri, allora saresti disposto a farlo, a prenderti regolarmente cura di loro e adempiere alle tue responsabilità. Ma a causa di circostanze oggettive devi lasciarli, non puoi restare accanto a loro. Non è che non vuoi adempiere alle tue responsabilità di figlio, è che non puoi. Non sono due cose di natura diversa? (Sì.) Se te ne sei andato di casa per evitare di essere un figlio devoto e di adempiere alle tue responsabilità, questo è poco filiale e denota mancanza di umanità. I tuoi genitori ti hanno allevato, ma tu non vedi l’ora di dispiegare le ali e andartene al più presto per la tua strada. Non vuoi vedere i tuoi genitori e neppure presti attenzione quando vieni a sapere di qualche difficoltà che hanno affrontato. Anche se disponi dei mezzi per aiutarli, non lo fai; ti limiti a fingere di non sentire e lasci che gli altri dicano di te quello che vogliono: semplicemente non vuoi adempiere alle tue responsabilità. Questo è essere poco filiale. Ma è questo il caso di cui stiamo parlando? (No.) Molti hanno lasciato le loro contee, le loro città, le loro province o addirittura i loro Paesi per svolgere i loro doveri; sono ormai lontani dalle loro città di origine. Inoltre, per vari motivi, non è conveniente per loro rimanere in contatto con le famiglie. Di tanto in tanto si informano sulla situazione attuale dei loro genitori da persone che provengono dalla stessa città natale e si sentono sollevati quando sentono che sono ancora in salute e se la cavano bene. In realtà, non sei poco filiale; non sei giunto al punto di essere privo di umanità, di non volere nemmeno prenderti cura dei tuoi genitori o adempiere alle tue responsabilità nei loro confronti. Devi compiere questa scelta per varie ragioni oggettive, quindi non sei un figlio poco devoto. Queste sono le due ragioni. E ce n’è anche un’altra: se i vostri genitori non sono quel tipo di persone che vi perseguitano in modo particolare o che ostacolano la vostra fede in Dio, se sostengono la vostra fede in Dio, o se sono fratelli e sorelle che credono in Dio come voi, anche loro membri della Sua casa, allora chi di voi non prega silenziosamente Dio quando pensa ai suoi genitori dentro di sé? Chi di voi non mette nelle mani di Dio i propri genitori, insieme alla loro salute, alla loro sicurezza e a tutte le necessità della loro vita? Affidare i tuoi genitori alle mani di Dio è il modo migliore per mostrare rispetto filiale nei loro confronti. Non speri che nella vita affrontino difficoltà di ogni tipo, né che vivano o mangino male o che soffrano di cattiva salute. Nel profondo del tuo cuore, speri certamente che Dio li protegga e li tenga al sicuro. Se sono credenti in Dio, auspichi che possano svolgere i loro doveri e anche che riescano a rimanere saldi nella loro testimonianza. Questo è adempiere alle proprie responsabilità umane; questo è tutto ciò che le persone possono ottenere con la loro umanità. Inoltre, la cosa più importante è che, dopo anni che credono in Dio e che ascoltano così tante verità, le persone possiedono almeno questo briciolo di comprensione: il destino dell’uomo è determinato dal Cielo, l’uomo vive nelle mani di Dio e godere della cura e della protezione di Dio è molto più importante della pietà filiale, del fatto che i figli si prendano cura dei genitori o che restino al loro fianco. Non ti fa sentire sollevato il fatto che i tuoi genitori sono sotto la cura e la protezione di Dio? Non devi preoccuparti per loro. Se ti preoccupi, significa che non hai fiducia in Dio; la tua fede in Lui è troppo scarsa. Se sei veramente preoccupato e in apprensione per i tuoi genitori, allora dovresti pregare spesso Dio, affidarli alle Sue mani e lasciare che sia Lui a orchestrare e disporre tutto. Dio governa il destino degli esseri umani, così come ogni loro giorno e tutto ciò che accade loro, quindi di cosa ti preoccupi ancora? Non hai il controllo nemmeno della tua stessa vita,[a] tu stesso hai una marea di difficoltà; cosa potresti mai fare affinché i tuoi genitori vivano felici ogni giorno? Non puoi fare altro che mettere tutto nelle mani di Dio. Se sono credenti, chiedi a Dio di condurli sulla retta via, così che alla fine possano essere salvati. Se non sono credenti, lascia che intraprendano la strada che preferiscono. In caso di genitori dotati di più amorevolezza e di un minimo di umanità, puoi pregare Dio di benedirli affinché possano trascorrere nella felicità gli anni che restano loro. Quanto al modo in cui Dio opera, Egli ha le Sue disposizioni, alle quali le persone dovrebbero sottomettersi. In generale, le persone sono dunque consapevoli nella loro coscienza delle responsabilità che hanno nei confronti dei genitori. Indipendentemente dall’atteggiamento verso i genitori che questa consapevolezza porta con sé, che si tratti di badare a loro o di scegliere di restare al loro fianco, in ogni caso le persone non dovrebbero provare né sensi di colpa né rimorsi di coscienza per non aver potuto adempiere alle loro responsabilità nei confronti dei genitori a causa di circostanze oggettive. Tali questioni, e altre simili, non dovrebbero diventare un problema nella loro vita di fede in Dio; andrebbero abbandonate. Quando si tratta di questi temi correlati all’adempimento delle responsabilità nei confronti dei genitori, le persone dovrebbero avere questa comprensione accurata e smettere di sentirsi vincolate. Da un lato, nel profondo del cuore sai che non sei poco filiale e che non stai evitando né eludendo le tue responsabilità. Dall’altro, i tuoi genitori sono nelle mani di Dio, quindi cosa c’è ancora da preoccuparsi? Ogni preoccupazione che si possa nutrire è superflua. Ognuno vivrà fino alla fine senza intralci secondo la sovranità e le disposizioni di Dio, raggiungendo la conclusione del proprio cammino senza alcuna deviazione. Quindi, le persone non devono più preoccuparsi di questa faccenda. Se sei o meno filiale, se hai adempiuto alle tue responsabilità nei confronti dei tuoi genitori o se dovresti ripagare la loro amorevolezza: queste non sono cose a cui dovresti pensare; sono cose che dovresti abbandonare. Non è così? (Sì.)
Per quanto riguarda il tema delle aspettative dei genitori nei confronti dei figli, abbiamo condiviso sugli aspetti dello studio e del lavoro. Quali sono i fatti che le persone dovrebbero capire a questo proposito? Se ascolti i tuoi genitori e studi con particolare impegno in conformità alle loro aspettative, significa che otterrai sicuramente un grande successo? Questo può davvero cambiare il tuo destino? (No.) Allora cosa ti aspetta in futuro? Ciò che Dio ha predisposto per te: il destino che dovresti avere, la posizione di cui dovresti godere tra la gente, il cammino che dovresti percorrere e l’ambiente di vita che ti spetta. Dio ha già predisposto tutto questo per te molto tempo fa. Perciò, quando si tratta delle aspettative nutrite dai tuoi genitori, non dovresti assumerti alcun fardello. Se fai quello che i tuoi genitori ti chiedono, il tuo destino rimane invariato; e lo stesso avviene se invece non assecondi le loro aspettative e li deludi. Qualunque sia il percorso che ti spetta, è quello che si realizzerà; è già stato decretato da Dio. Analogamente, se soddisfi le aspettative dei tuoi genitori, se li accontenti e non li deludi, ciò significa forse che loro avranno una vita migliore? Questo può cambiare il loro destino di sofferenze e maltrattamenti? (No.) Alcuni pensano che i loro genitori li abbiano allevati con estrema amorevolezza e che abbiano sofferto molto durante quel periodo. Vogliono quindi trovare un buon lavoro, sopportare le avversità, faticare, essere diligenti e lavorare sodo per guadagnare molto denaro e fare fortuna. Il loro obiettivo è garantire in futuro ai genitori una vita privilegiata, una villa, una bella auto e ottime cose da mangiare e da bere. Ma dopo anni che sgobbano, sebbene le loro condizioni di vita e le loro circostanze siano migliorate, i loro genitori muoiono senza aver goduto un solo giorno di questa prosperità. Di chi è la colpa? Se lasci che le cose seguano il loro corso, che sia Dio a orchestrarle, e non ti fai carico di questo fardello, allora quando i tuoi genitori moriranno non ti sentirai in colpa. Se invece lavori fino allo sfinimento per guadagnare denaro allo scopo di ripagarli e aiutarli a vivere una vita migliore, ma poi loro muoiono, come ti sentirai? Se ritardi lo svolgimento del tuo dovere e l’acquisizione della verità, sarai lo stesso in grado di vivere tranquillamente per il resto della tua vita? (No.) La tua vita ne risentirà e per tutta la sua durata ti porterai sempre addosso il fardello di “aver deluso i tuoi genitori”. Alcuni profondono grandi sforzi nel lavoro, si impegnano e guadagnano denaro per non deludere i genitori e per ripagarli dell’amorevolezza con cui essi li hanno allevati. In seguito, quando diventano ricchi e dispongono delle possibilità di permettersi del buon cibo, invitano i genitori a mangiare e preparano una tavola piena di ottimi piatti, dicendo loro: “Servitevi pure. Ricordo che quando ero piccolo erano questi i vostri piatti preferiti; mangiate!” Tuttavia, con l’avanzare dell’età, i genitori hanno perso quasi tutti i denti e hanno poco appetito, quindi scelgono cibi teneri e facilmente digeribili come verdure e spaghetti e dopo pochi bocconi sono già sazi. Ti rattrista vedere una tavola così grande piena di cibo avanzato. Invece ai tuoi genitori va benissimo. Quando si è molto in là con gli anni, è questa la quantità di cibo che si dovrebbe mangiare; è normale, non chiedono molto. Dentro di te sei infelice, ma per cosa? Era superfluo che tu facessi tutto ciò. È già stato stabilito da molto tempo quanta felicità e quante avversità avrebbero vissuto i tuoi genitori nel corso della loro vita. Questo non può cambiare perché tu lo desideri né per soddisfare i tuoi sentimenti. Dio l’ha decretato da molto tempo, quindi qualsiasi cosa gli uomini facciano è superflua. Cosa dicono questi fatti alle persone? Ciò che i genitori dovrebbero fare è allevarti e permetterti di crescere in modo sano e sereno, di intraprendere la strada giusta e di adempiere alle responsabilità e agli obblighi che sei tenuto ad assolvere in quanto essere creato. Tutto questo non ha lo scopo di cambiare il tuo destino, e in effetti non può farlo; essi svolgono semplicemente un ruolo di assistenza e guida, allevandoti fino all’età adulta e indirizzandoti sulla retta via nella vita. Ciò che non dovresti fare è tentare personalmente di creare la felicità dei tuoi genitori, di cambiare il loro destino o di metterli in condizione di godere di grande benessere e di cibi e bevande ottimi. Questi sono pensieri da sciocchi. Non dovresti assumerti questo fardello, bensì abbandonarlo. Non dovresti fare sacrifici o azioni inutili per ripagare i tuoi genitori, cambiare il loro destino e metterli in condizione di ricevere più benedizioni e di soffrire meno, allo scopo di soddisfare i bisogni personali della tua coscienza o dei tuoi sentimenti ed evitare di deluderli. Non è questa la tua responsabilità e non è a questo che dovresti pensare. I genitori sono tenuti ad assolvere le loro responsabilità nei confronti dei figli in base alle proprie condizioni e alle circostanze e all’ambiente disposti da Dio. Anche ciò che i figli sono tenuti a fare per i genitori si basa sulle condizioni che possono ottenere e sull’ambiente in cui si trovano; tutto qui. Nulla di ciò che i genitori o i figli fanno dovrebbe essere volto a cambiare il destino dell’altro attraverso il proprio potere o i propri desideri egoistici, in modo che l’altro possa vivere una vita migliore, più felice e più ideale grazie ai propri sforzi. Che si tratti di genitori o di figli, ognuno dovrebbe lasciare che le cose seguano il loro corso naturale all’interno degli ambienti disposti da Dio, anziché tentare di cambiare le cose attraverso i propri sforzi o ciò che sono determinati a fare. Il destino dei tuoi genitori non cambierà perché tu hai questo tipo di pensieri su di loro, esso è già stato decretato da Dio molto tempo fa. Dio ha stabilito che tu vivessi all’interno delle loro vite, che nascessi e venissi allevato da loro e che avessi con loro questo rapporto. Quindi la tua responsabilità nei loro confronti è solo quella di restare loro accanto in base alle tue condizioni e di assolvere alcuni obblighi. Per quanto riguarda il voler cambiare la situazione attuale dei tuoi genitori, o il desiderare che abbiano una vita migliore, è tutto superfluo. Oppure il voler indurre i tuoi vicini e i tuoi parenti a guardarti con ammirazione, e l’onorare i tuoi genitori e garantire loro prestigio all’interno della famiglia: questo è ancora più superfluo. Vi sono anche madri o padri single che sono stati lasciati dal coniuge e hanno allevato da soli i figli fino a quando sono diventati adulti. Percepisci ancora di più quanto sia stato difficile per loro e vuoi dedicare tutta la tua vita a ripagarli e ricambiarli, addirittura fino al punto di fare tutto quello che dicono. Ciò che ti chiedono, ciò che si aspettano da te, oltre a ciò che intendi fare tu stesso, diventano tutti fardelli in questa tua vita, ma non è così che dovrebbe essere. Al cospetto del Creatore, tu sei un essere creato. Ciò che dovresti fare in questa vita non è semplicemente adempiere alle tue responsabilità nei confronti dei tuoi genitori, ma anche adempiere alle tue responsabilità e ai tuoi doveri di essere creato. Puoi adempiere alle tue responsabilità nei confronti dei tuoi genitori solo in base alle parole di Dio e alle verità principi, e non facendo qualcosa per loro in base ai tuoi bisogni emotivi o alle esigenze della tua coscienza. Naturalmente, anche assolvere le tue responsabilità e i tuoi obblighi nei loro confronti in base alle parole di Dio e alle verità principi rientra tra i tuoi doveri di essere creato; questa è la responsabilità affidata all’uomo da Dio. L’adempimento di questa responsabilità va basato sulle parole di Dio, non sui bisogni umani. Quindi puoi tranquillamente trattare i tuoi genitori sulla base delle parole di Dio, adempiendo alle tue responsabilità e ai tuoi obblighi nei loro confronti. È davvero semplice. È facile da realizzare? (Sì.) Perché è facile? L’essenza e le verità principi a cui le persone dovrebbero attenersi sono piuttosto chiari. L’essenza è che né i genitori possono cambiare il destino dei figli, né viceversa. Che tu ti impegni o meno, che sia disposto a adempiere alle tue responsabilità oppure no, nulla di tutto ciò può cambiare il destino dell’altro. Che tu abbia l’altro a cuore oppure no è una mera differenza di bisogni emotivi, e non cambierà alcun fatto. Quindi, per le persone, la cosa più semplice da fare è abbandonare i vari fardelli generati dalle aspettative dei genitori. Prima di tutto, dovresti considerare tutte queste cose in base alle parole di Dio e, in secondo luogo, sempre in base a esse trattare e gestire il tuo rapporto con i tuoi genitori. È semplice. Non è facile? (Sì.) Se accetti la verità, tutte queste cose saranno facili e, nel corso della tua esperienza, avvertirai sempre di più che è davvero così. Nessuno può cambiare il destino di nessun altro; il destino delle persone è solo nelle mani di Dio. Per quanto duramente ti impegni, non ci riuscirai. Naturalmente, qualcuno dirà: “Le cose che hai detto sono tutte vere, ma questo modo di agire mi pare troppo distaccato. Mi rimorde la coscienza, non riesco a sopportarlo”. Se non lo sopporti, allora soddisfa pure i tuoi sentimenti; stai accanto ai tuoi genitori e rimani al loro fianco, servili, sii filiale e fa’ ciò che ti dicono, sia che abbiano ragione sia che abbiano torto; diventa l’ombra dei loro passi e il loro attendente, non c’è nessun problema. In questo modo, nessuno ti criticherà alle spalle e persino nella cerchia allargata dei tuoi parenti si dirà quanto sei filiale. Tuttavia, alla fine, l’unico a subire perdite sarai tu stesso. Hai difeso la tua reputazione di figlio devoto, hai soddisfatto i tuoi bisogni emotivi, non hai mai avuto alcun rimorso di coscienza e hai ripagato l’amorevolezza dei tuoi genitori, ma hai trascurato e perso una cosa: non hai trattato e gestito tutte queste questioni in base alle parole di Dio; e hai perso l’opportunità di svolgere il tuo dovere di essere creato. Che cosa significa questo? Che sei stato filiale con i tuoi genitori ma hai tradito Dio. Hai dimostrato pietà filiale e soddisfatto i bisogni emotivi della carne dei tuoi genitori, però ti sei ribellato a Dio. Hai preferito essere un figlio devoto piuttosto che svolgere i tuoi doveri di essere creato. Questa è la più grande mancanza di rispetto verso Dio. Egli non dirà che sei una persona che Gli si sottomette o che possiede umanità solo perché sei un figlio devoto, non hai deluso i tuoi genitori, possiedi una coscienza e adempi alle tue responsabilità di figlio. Se soddisfi soltanto i bisogni emotivi della tua carne e quelli della tua coscienza, ma non accetti le parole di Dio né la verità come basi e come principi per trattare o gestire tale questione, allora dimostri la peggiore ribellione nei confronti di Dio. Se vuoi diventare un essere creato all’altezza dei requisiti, devi innanzitutto valutare e fare tutto sulla base delle parole di Dio. Questo si chiama essere all’altezza dei requisiti, avere umanità e possedere una coscienza. Per contro, se non accetti le parole di Dio come principi e come basi per trattare o gestire tale questione, e se non accetti nemmeno la chiamata di Dio ad andare a svolgere i tuoi doveri, oppure preferisci ritardare o rinunciare all’opportunità di svolgerli per rimanere al fianco dei tuoi genitori, stare accanto a loro, renderli felici, metterli in condizione di godersi i loro ultimi anni e ripagare la loro amorevolezza, allora Dio dirà che sei privo di umanità e di coscienza. Non sei un essere creato ed Egli non ti riconoscerà.
Note a piè di pagina:
a. Il testo originale dice “Non hai il controllo nemmeno di te stesso”.
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