Come perseguire la verità (17) Parte 1
Nell’ultima riunione abbiamo condiviso in merito all’abbandonare i fardelli che provengono dalla propria famiglia, toccando il tema dell’abbandonare le aspettative nutrite dai propri genitori. Queste aspettative esercitano una sorta di pressione invisibile su ogni persona, non è vero? (Sì.) Sono uno dei fardelli che provengono dalla famiglia. Abbandonare le aspettative nutrite dai tuoi genitori significa abbandonare la pressione e i fardelli che loro esercitano sulla tua vita, sulla tua esistenza e sul cammino che intraprendi. In altre parole, quando le aspettative dei tuoi genitori influenzano il cammino che scegli nella vita, l’assolvimento del tuo dovere, il tuo percorrere la retta via, e la tua libertà, i tuoi diritti e i tuoi istinti, ebbene, le loro aspettative ti sottopongono a una sorta di pressione e di fardello. Questi fardelli sono cose che le persone dovrebbero abbandonare nel percorso della loro vita, della loro esistenza e della loro fede in Dio. Non era questo il contenuto della nostra precedente condivisione? (Sì.) Naturalmente, le aspettative dei genitori riguardano molte cose, come gli studi, il lavoro, il matrimonio, la famiglia, la carriera, le prospettive, il futuro di una persona e così via. Dal punto di vista di un genitore, ogni aspettativa che nutre nei confronti del figlio è logica, equa e ragionevole. Non c’è un solo genitore che non abbia aspettative per i propri figli. Poi queste aspettative possono essere più o meno numerose, più o meno elevate, oppure diverse in alcuni periodi particolari. I genitori sperano che il figlio prenda buoni voti, che il lavoro gli vada bene, che percepisca un buono stipendio e che abbia un matrimonio felice e privo di intralci. I genitori hanno verso i figli aspettative diverse anche per quanto riguarda la famiglia, la carriera, le prospettive e così via. Dal punto di vista di un genitore, queste varie aspettative sono tutte più che legittime, ma dal punto di vista dei figli esse interferiscono in larga misura con il compiere le scelte giuste e persino con la loro libertà e con i diritti o gli interessi che hanno in quanto persone normali. Allo stesso tempo, queste aspettative interferiscono anche con un normale utilizzo della loro levatura. In sintesi, da qualsiasi punto di vista la si guardi, sia da quello del genitore che da quello del figlio, se le aspettative dei genitori superano la portata di ciò che una persona dotata di un’umanità normale può sopportare, se vanno oltre la portata di ciò che gli istinti di una persona dotata di un’umanità normale possono raggiungere, o se oltrepassano i diritti umani che una persona dotata di un’umanità normale dovrebbe possedere, oppure i doveri e gli obblighi che Dio conferisce alle persone, e così via, allora queste aspettative sono inopportune e irragionevoli. Naturalmente, si può anche dire che i genitori non dovrebbero nutrire queste aspettative e che queste aspettative non dovrebbero esistere. Alla luce di ciò, i figli dovrebbero abbandonare queste aspettative dei genitori. Quando i genitori assumono la prospettiva o la posizione di genitori, si sentono in possesso del diritto di aspettarsi che il figlio faccia questo o quello, che intraprenda un determinato percorso, che scelga un certo tipo di vita, di ambiente di apprendimento, di lavoro, di matrimonio, di famiglia e così via. Tuttavia, in quanto esseri umani normali, i genitori non dovrebbero assumere la prospettiva o la posizione di genitori, non dovrebbero usare la loro identità di genitori per richiedere ai figli di fare qualcosa che esula dall’ambito dei loro obblighi filiali o che oltrepassa la gamma delle capacità umane. Non dovrebbero nemmeno interferire con le varie scelte del figlio, né imporgli le loro aspettative, le loro preferenze, le loro carenze, le loro insoddisfazioni o i loro interessi. Queste sono cose che i genitori non dovrebbero fare. Quando i genitori nutrono aspettative che non dovrebbero nutrire, il figlio dovrebbe approcciarle in modo adeguato. Cosa ancora più importante, dovrebbe essere in grado di discernere la natura di queste aspettative. Se riesci a vedere chiaramente che le aspettative dei tuoi genitori ti stanno privando dei tuoi diritti umani e che costituiscono per te una sorta di interferenza o di disturbo in termini di scelta delle cose positive e della retta via, allora dovresti abbandonare queste aspettative e ignorarle. Dovresti farlo perché è un tuo diritto, è il diritto che Dio ha conferito a ogni essere umano creato, e i tuoi genitori non dovrebbero pensare di avere il permesso di interferire con il tuo percorso di vita e con i tuoi diritti umani solo perché ti hanno messo al mondo e sono i tuoi genitori. Pertanto, ogni essere creato ha il diritto di dire “no” a qualsiasi aspettativa irragionevole, inappropriata o addirittura inopportuna nutrita dai genitori. Puoi assolutamente rifiutarti di farti carico di qualsiasi aspettativa i tuoi genitori nutrano nei tuoi confronti. Rifiutarti di accettare le loro aspettative o di fartene carico è il modo per praticare l’abbandono delle loro aspettative inopportune.
Quando si parla di abbandonare le aspettative nutrite dai genitori, quali sono le verità che le persone dovrebbero comprendere? Vale a dire, sai su quali verità si basa l’abbandono delle aspettative nutrite dai genitori o a quali verità principi si attiene? Se credi che i tuoi genitori siano le persone più vicine a te, che siano i tuoi capi e le tue guide, che siano coloro che ti hanno messo al mondo e ti hanno allevato, che ti hanno dato cibo, vestiti, una casa e mezzi di trasporto, che ti hanno cresciuto e che sono i tuoi benefattori, sarà facile per te abbandonare le aspettative che nutrono nei tuoi confronti? (No.) Se sei convinto di queste cose, sarai alquanto incline ad approcciare le aspettative dei tuoi genitori da una prospettiva carnale e sarà difficile per te abbandonare le loro aspettative inappropriate e irragionevoli. Ne verrai vincolato e oppresso. Anche se nel tuo cuore provi insoddisfazione e riluttanza, non avrai il potere di liberarti da queste aspettative e non ti resterà altra scelta che lasciare che seguano il loro corso naturale. Perché dovrai lasciare che seguano il loro corso naturale? Perché se abbandonassi le aspettative dei tuoi genitori, se ignorassi o rifiutassi una qualsiasi di esse, sentiresti di non essere un figlio devoto, di essere un ingrato, di averli delusi e di essere una cattiva persona. Se adotti una prospettiva carnale, farai tutto il possibile per utilizzare la tua coscienza al fine di ripagare l’amorevolezza dei tuoi genitori, per assicurarti che le sofferenze che hanno sopportato per te non siano state vane, e vorrai inoltre soddisfare le loro aspettative. Ti sforzerai di fare tutto ciò che ti chiedono, di non deluderli, di comportarti bene con loro, e deciderai di prenderti cura di loro quando saranno anziani, di fare in modo che i loro ultimi anni siano felici, e ti spingerai a pensare anche un po’ più in là, ossia di occuparti dei loro funerali, soddisfacendo allo stesso tempo loro e il tuo desiderio di essere un figlio devoto. Nel vivere in questo mondo, le persone sono influenzate da vari tipi di opinione pubblica e di clima sociale, nonché da diversi pensieri e punti di vista diffusi nella società. Se le persone non comprendono la verità, possono valutare e allo stesso tempo approcciare queste cose solo dalla prospettiva dei sentimenti carnali. Durante questo periodo, penserai che i tuoi genitori fanno molte cose che un genitore non dovrebbe fare, al punto che proverai persino disprezzo e avversione nel profondo del tuo cuore verso alcuni dei loro comportamenti e delle loro azioni, così come verso la loro umanità, la loro integrità e i loro metodi e modi di agire, ma vorrai comunque essere un figlio devoto per onorarli e soddisfarli, e non oserai trascurarli in alcun modo. Lo farai, da un lato, per evitare di essere sdegnato dalla società e, dall’altro, per soddisfare le esigenze della tua coscienza. Tutti questi punti di vista ti sono stati imposti dall’umanità e dalla società, quindi sarà molto difficile per te gestire con ragionevolezza le aspettative dei tuoi genitori e il tuo rapporto con loro. Sarai costretto a comportarti da figlio devoto, a non protestare contro nessuna delle loro azioni; non avrai altra scelta, potrai fare solo questo, e quindi sarà ancora più difficile per te abbandonare le aspettative che i tuoi genitori nutrono nei tuoi confronti. Se davvero nel tuo cuore le abbandonerai, dovrai comunque sopportare un altro tipo di fardello o di pressione, ossia la condanna da parte della società e degli altri parenti, tanto i più lontani quanto i più stretti. Dovrai persino sopportare le condanne, le denunce, le maledizioni e il disprezzo che provengono dal profondo del tuo cuore, la cui voce dice che sei una nullità, un ingrato, che non sei un figlio devoto, o addirittura cose che si dicono nella società secolare come: “Sei un ingrato menefreghista, sei un disobbediente, tua madre non ti ha allevato bene”; in altre parole, ogni sorta di cose sgradevoli. Se non comprendi la verità, ti ritroverai in questo tipo di situazione. Vale a dire, quando nel profondo del cuore abbandoni con ragionevolezza le aspettative nutrite dai tuoi genitori, o anche quando le abbandoni contro voglia, un altro tipo di fardello o di pressione sorgerà dentro di te; questa pressione proviene dalla società e dalla voce della tua coscienza. Quindi, come puoi abbandonare le aspettative nutrite dai tuoi genitori? Esiste un percorso per risolvere questo problema. Non è difficile: le persone devono sforzarsi in direzione della verità e presentarsi davanti a Dio per ricercarla e capirla, e questo risolverà il problema. Ebbene, qual è l’aspetto della verità che devi comprendere per non temere di subire nel profondo del cuore la condanna da parte dell’opinione pubblica o della tua coscienza, oppure i rimproveri e gli insulti da parte dei tuoi genitori quando abbandoni le aspettative che nutrono nei tuoi confronti? (Il fatto che agli occhi di Dio siamo semplicemente degli esseri creati. In questo mondo, non dovremmo solamente adempiere alle nostre responsabilità nei confronti dei nostri genitori, ma soprattutto svolgere bene i nostri doveri e adempiere ai nostri obblighi. Se riusciamo a capire questo a fondo, forse non saremo troppo influenzati dai genitori o dalla condanna dell’opinione pubblica quando in futuro abbandoneremo le aspettative nutrite dai nostri genitori.) Qualcuno vuole aggiungere altro? (La volta scorsa, Dio ha condiviso in merito a come, quando ce ne andiamo di casa per svolgere i nostri doveri, per certi versi lo facciamo per via di circostanze oggettive, ossia dover lasciare i nostri genitori per svolgere i nostri doveri, quindi non possiamo prenderci cura di loro, e non è che scegliamo di farlo perché stiamo eludendo le nostre responsabilità. D’altro canto, ce ne andiamo di casa perché Dio ci ha chiamati a svolgere i nostri doveri, quindi non possiamo restare accanto ai nostri genitori, ma ci preoccupiamo comunque per loro, cosa diversa dal non voler adempiere alle nostre responsabilità nei loro confronti e dal mancare di devozione verso di loro.) Queste due ragioni sono verità e fatti che le persone dovrebbero comprendere. Se le persone capiscono queste cose, quando abbandoneranno le aspettative nutrite dai genitori proveranno un po’ più di pace e serenità nel profondo del cuore, ma questo può risolvere il problema alla radice? Se non fosse per l’influenza di circostanze esterne più grandi, il tuo destino sarebbe legato a quello dei tuoi genitori? Se non credessi in Dio e invece lavorassi e trascorressi i tuoi giorni normalmente, avresti la sicurezza di poter restare accanto ai tuoi genitori? Di essere un figlio devoto? Di poter stare al loro fianco e di ripagare la loro amorevolezza? (Non necessariamente.) Esiste una qualche persona che per tutta la vita non fa altro che ripagare l’amorevolezza dei suoi genitori? (No.) Non esistono persone del genere. Pertanto, dovresti acquisire conoscenza della questione e capirne a fondo l’essenza da una prospettiva diversa. Questa è la verità più profonda che dovresti comprendere al riguardo. È inoltre un fatto e, soprattutto, è l’essenza di queste cose. Quali sono le verità che dovresti comprendere in merito all’abbandonare le aspettative nutrite dai tuoi genitori? Da un lato, dovresti capire che i tuoi genitori non sono tuoi creditori; dall’altro, che i tuoi genitori non sono i padroni della tua vita né del tuo destino. Non è forse questa la verità? (Sì.) Se comprendi queste due verità, non sarà forse più facile per te abbandonare le aspettative nutrite dai tuoi genitori? (Sì.)
In primo luogo, parleremo di questo aspetto della verità: “I tuoi genitori non sono tuoi creditori”. I tuoi genitori non sono tuoi creditori: a cosa si riferisce? Non si riferisce forse all’amorevolezza che i tuoi genitori ti hanno dimostrato allevandoti? (Sì.) I tuoi genitori ti hanno dimostrato amorevolezza allevandoti, quindi è molto difficile per te abbandonare il rapporto che hai con loro. Pensi di dover ripagare la loro amorevolezza, altrimenti saresti un figlio poco devoto; credi di dover mostrare loro pietà filiale, di dover obbedire a ogni loro parola, di dover soddisfare ogni loro desiderio e richiesta, e inoltre di non doverli deludere: questo ai tuoi occhi significa ripagare la loro amorevolezza. Naturalmente, alcuni hanno un buon lavoro e guadagnano un buono stipendio, e dal punto di vista materiale donano ai loro genitori alcuni piaceri e una vita eccellente, permettendo loro di godere di riflesso e di vivere meglio. Per esempio, supponiamo che compri ai tuoi genitori una casa e un’auto, che li porti in ristoranti di lusso a mangiare prelibatezze di ogni tipo e in viaggio in località turistiche, e che prenoti per loro alberghi sfarzosi, per renderli felici e permettere loro di godere di queste cose. Fai tutto questo per ripagare la loro amorevolezza, per far sentire loro che hanno ricevuto qualcosa in cambio dell’averti allevato e amato, e che non li hai delusi. Da un certo punto di vista, lo fai perché lo vedano i tuoi genitori, mentre da un altro lo fai perché lo vedano le persone intorno a te, la società, e allo stesso tempo stai facendo del tuo meglio per soddisfare le esigenze della tua coscienza. Da qualsiasi punto di vista la guardi, qualsiasi cosa tu stia cercando di soddisfare, in larga misura comunque compi tutte queste azioni per ripagare l’amorevolezza dei tuoi genitori, e l’essenza di queste azioni è ripagare l’amorevolezza che loro ti hanno mostrato allevandoti. Ebbene, perché hai quest’idea di ripagare l’amorevolezza dei tuoi genitori? La ragione è che credi che loro ti abbiano messo al mondo e che non sia stato facile per loro allevarti; in questo modo diventano tuoi creditori senza che tu te ne renda conto. Ti senti in debito nei loro confronti e pensi di doverli ripagare. Credi che solo ripagandoli dimostrerai umanità e sarai un figlio veramente devoto, e che ripagare i genitori è lo standard morale che una persona dovrebbe possedere. Quindi, queste idee, opinioni e azioni scaturiscono sostanzialmente dalla tua convinzione di essere in debito verso i tuoi genitori e di doverli ripagare; in senso lato, li percepisci come tuoi creditori, ossia ti senti in debito con loro per l’amorevolezza che ti hanno mostrato. Ora che hai la possibilità di ripagarli e ricompensarli, lo fai, in maniera commisurata alle tue capacità, impiegando denaro e affetto. Allora, questo comportamento è una dimostrazione di vera umanità? È un vero principio di pratica? (No.) Perché dico che i tuoi genitori non sono tuoi creditori? Dal momento che “I tuoi genitori non sono tuoi creditori” è la verità, se tu li consideri come tuoi benefattori e creditori, e se tutto ciò che fai è volto a ricompensarli della loro amorevolezza, questa idea e questa visione sono giuste? (No.) Questo “no” non è stato pronunciato con molta riluttanza? Quale di queste affermazioni è la verità: “I tuoi genitori non sono tuoi creditori” oppure “I tuoi genitori sono i tuoi benefattori e devi ricompensarli”? (“I tuoi genitori non sono tuoi creditori” è la verità.) Poiché “I tuoi genitori non sono tuoi creditori” è la verità, allora l’affermazione “I tuoi genitori sono i tuoi benefattori e devi ricompensarli” è la verità? (No.) Non è forse in contrasto con l’altra affermazione? (Sì.) Non è importante quale di queste due affermazioni ti provochi dei rimorsi di coscienza; che cosa è importante invece? L’importante è quale di queste affermazioni sia la verità. Devi accettare l’affermazione che è la verità, anche se ti provoca scrupoli e rimorsi di coscienza, poiché è la verità. Sebbene l’affermazione “I tuoi genitori sono i tuoi benefattori e devi ricompensarli” sia in linea con gli standard morali dell’umanità e con la consapevolezza della coscienza dell’uomo, essa non è la verità. Anche se questa affermazione ti fa sentire a posto e in pace con la coscienza, devi abbandonarla. Questo è l’atteggiamento che devi assumere quando si tratta di accettare la verità. Quindi, tra “I tuoi genitori non sono tuoi creditori” e “I tuoi genitori sono i tuoi benefattori e devi ricompensarli”, quale affermazione ti suona più conveniente, più conforme all’umanità e al tuo senso di coscienza e più in linea con gli standard morali dell’umanità? (La seconda.) Perché la seconda? Perché si attaglia ai bisogni emotivi dell’uomo e li soddisfa. Tuttavia, quest’affermazione non è la verità e Dio la detesta. Quindi, l’affermazione “I tuoi genitori non sono tuoi creditori” mette a disagio le persone? (Sì.) Che cosa sentono e percepiscono le persone dopo averla ascoltata? (Che è leggermente priva di coscienza.) Sentono che è leggermente priva di sentimento umano, non è vero? (Sì.) Alcuni dicono: “Se un individuo è privo di sentimenti umani, può comunque definirsi umano?” Se le persone sono prive di sentimenti umani, sono umane? L’affermazione “I tuoi genitori non sono tuoi creditori” sembrerebbe priva di sentimenti umani, però è un dato di fatto. Se approcci il rapporto con i tuoi genitori in modo ragionevole, ti renderai conto che l’affermazione “I tuoi genitori non sono tuoi creditori” spiega chiaramente fino alla radice il rapporto che ciascuno ha con i propri genitori, così come l’essenza e la radice delle relazioni interpersonali. Anche se ti suscita degli scrupoli di coscienza e non soddisfa i tuoi bisogni emotivi, resta comunque un fatto e una verità. Questa verità può metterti in condizione di approcciarti in modo ragionevole e corretto all’amorevolezza che i tuoi genitori ti hanno dimostrato allevandoti. Può inoltre metterti in condizione di affrontare in modo ragionevole e corretto qualsiasi aspettativa nutrita dai tuoi genitori. Naturalmente, può ancor più metterti in condizione di approcciare in modo ragionevole e corretto il rapporto che hai con i tuoi genitori. Se riesci ad approcciare così il rapporto con i tuoi genitori, allora potrai gestirlo in modo ragionevole. Alcuni dicono: “Queste verità sono molto ben esposte e suonano alquanto coinvolgenti, ma perché, quando le persone le sentono, le trovano un po’ impossibili da realizzare? Soprattutto ‘I tuoi genitori non sono tuoi creditori’: perché dopo aver sentito questa verità le persone percepiscono il loro rapporto con i genitori come sempre più distante e distaccato? Perché hanno l’impressione che non vi sia affetto tra loro e i genitori?” Forse che la verità sta deliberatamente cercando di allontanare le persone l’una dall’altra? La verità sta forse tentando intenzionalmente di recidere i legami tra le persone e i loro genitori? (No.) Allora, quali risultati si possono ottenere comprendendo questa verità? (La comprensione di questa verità può metterci in condizione di vedere il nostro rapporto con i nostri genitori per ciò che è realmente: questa verità ci comunica la vera natura di questo problema.) Esatto, ti permette di vedere la vera natura della questione, di approcciare e gestire queste cose in modo ragionevole e di non vivere secondo i tuoi affetti o le tue relazioni interpersonali carnali, non è così?
Parliamo di come andrebbe interpretata la frase “I tuoi genitori non sono tuoi creditori”. Non è forse un dato di fatto che i tuoi genitori non sono tuoi creditori? (Sì.) Poiché è un dato di fatto, è opportuno che spieghiamo le questioni che implica. Prendiamo la questione che i tuoi genitori ti hanno messo al mondo. Chi ha scelto che fossero loro a metterti al mondo: tu o i tuoi genitori? Chi ha scelto chi? Se la guardi dalla prospettiva di Dio, nessuna delle due è la risposta. Non siete stati né tu né i tuoi genitori a scegliere che fossero loro a metterti al mondo. Se vai alla radice della questione, è stato stabilito da Dio. Per ora lasciamo da parte questo argomento, in quanto è facile da capire. Dal tuo punto di vista, sei nato passivamente dai tuoi genitori, senza avere alcuna voce in capitolo. Dal punto di vista dei tuoi genitori, loro ti hanno messo al mondo per una loro volontà indipendente, giusto? In altre parole, se si esclude quanto decretato da Dio, quando si è trattato di metterti al mondo, tutto il potere era nelle mani dei tuoi genitori. Sono stati loro a scegliere di farti nascere e a prendere tutte le decisioni. Non sei stato tu a scegliere che fossero loro a darti alla luce, sei nato passivamente da loro e non hai avuto alcuna voce in capitolo. Quindi, poiché tutto il potere era nelle mani dei tuoi genitori e sono stati loro a scegliere di metterti al mondo, hanno l’obbligo e la responsabilità di allevarti, di condurti fino all’età adulta, di fornirti un’istruzione, cibo, vestiti e denaro: questi sono la loro responsabilità e il loro obbligo, questo è ciò che sono tenuti a fare. Tu invece sei sempre rimasto passivo durante il periodo in cui ti hanno allevato, non avevi alcun diritto di scelta: dovevi essere allevato da loro. Poiché eri piccolo, non avevi la capacità di allevarti da solo, e non ti restava altra scelta che lasciarti passivamente allevare dai tuoi genitori. Sei stato allevato nel modo che loro hanno scelto: se ti hanno dato cibo e bevande buoni, allora hai mangiato e bevuto cibo e bevande buoni. Se invece ti hanno fornito un ambiente di vita in cui vivevi di pula e piante selvatiche, allora sei sopravvissuto a forza di pula e piante selvatiche. In ogni caso, mentre venivi allevato, tu eri passivo e i tuoi genitori stavano adempiendo alle loro responsabilità. È come se si stessero prendendo cura di un fiore. Se decidono di prendersi cura di un fiore, dovrebbero concimarlo, annaffiarlo e assicurarsi che riceva la luce del sole. Quindi, per quanto riguarda le persone, non importa se i tuoi genitori si sono occupati di te scrupolosamente o se si sono presi molta cura di te: in ogni caso stavano solo adempiendo alla loro responsabilità e ai loro obblighi. Indipendentemente dal motivo per cui ti hanno allevato, era una loro responsabilità: poiché ti hanno messo al mondo, devono assumersi le responsabilità nei tuoi confronti. Alla luce di questo, tutto ciò che i tuoi genitori hanno fatto per te può forse considerarsi amorevolezza? La risposta è no, giusto? (Giusto.) Se le responsabilità che i tuoi genitori si sono assunti nei tuoi confronti non contano come amorevolezza, assumersi delle responsabilità nei confronti di un fiore o di una pianta, annaffiandoli e concimandoli, vale come amorevolezza? (No.) Questo è ancora più distante dall’amorevolezza. I fiori e le piante crescono meglio all’esterno: se sono piantati nel terreno, esposti al vento, al sole e all’acqua piovana, prosperano. Quando sono piantati in un vaso dentro casa, non crescono altrettanto bene che all’esterno; tuttavia, ovunque si trovino, vivono, non è così? Qualunque sia il luogo in cui si trovano, è stato stabilito da Dio. Tu sei una persona vivente e Dio Si assume la responsabilità di ogni vita, mettendola in condizione di sopravvivere e di seguire la legge a cui tutti gli esseri creati si attengono. Ma tu, in quanto persona, vivi nell’ambiente in cui i tuoi genitori ti allevano, quindi dovresti crescere e condurre la tua esistenza in quell’ambiente. Il fatto che tu viva in quell’ambiente è dovuto, su larga scala, a quanto stabilito da Dio; su scala minore, è dovuto al fatto che i tuoi genitori ti allevano, giusto? In ogni caso, allevandoti, i tuoi genitori stanno adempiendo a una responsabilità e a un obbligo. Condurti all’età adulta è un loro obbligo e una loro responsabilità, e non può definirsi amorevolezza. Se non può definirsi amorevolezza, allora non è qualcosa di cui ti spetta godere? (Sì.) È una sorta di diritto di cui dovresti godere. Dovresti essere allevato dai tuoi genitori perché, prima di raggiungere l’età adulta, il ruolo che svolgi è quello di un figlio che viene educato. Pertanto, i tuoi genitori stanno solo adempiendo a una sorta di responsabilità nei tuoi confronti, e tu la stai semplicemente ricevendo, ma ciò che stai ricevendo da loro non sono certo grazia e amorevolezza. Per qualsiasi creatura vivente, mettere al mondo dei figli e prendersi cura di loro, riprodursi e allevare la generazione successiva è una sorta di responsabilità. Per esempio, gli uccelli, le mucche, le pecore e persino le tigri devono prendersi cura della prole dopo averla messa al mondo. Non esistono esseri viventi che non allevino la propria prole. Potranno esserci delle eccezioni, ma non sono molte. È un fenomeno naturale nell’esistenza delle creature viventi, un loro istinto, e non può essere attribuito all’amorevolezza. Stanno solo rispettando una legge che il Creatore ha stabilito per gli animali e per l’umanità. Pertanto, il fatto che i tuoi genitori ti abbiano allevato non può essere classificato come amorevolezza. Alla luce di ciò, si può affermare che i tuoi genitori non sono tuoi creditori. Stanno adempiendo alle loro responsabilità nei tuoi confronti. A prescindere da quanto impegno e da quanto denaro investano per te, non dovrebbero chiederti di ricompensarli, poiché questa è la loro responsabilità di genitori. Dal momento che si tratta di una responsabilità e di un obbligo, dovrebbe essere gratuito e non prevedere nulla in cambio. Allevandoti, i tuoi genitori stavano semplicemente adempiendo alle loro responsabilità e ai loro obblighi, e questo non dovrebbe essere retribuito né costituire una transazione. Quindi non devi approcciarti ai tuoi genitori né gestire il tuo rapporto con loro sulla base dell’idea di ricompensarli. È disumano trattare e ripagare i tuoi genitori e gestire il rapporto che hai con loro sulla base di quest’idea. Allo stesso tempo, sarai incline a essere limitato e vincolato dai tuoi sentimenti carnali e avrai difficoltà a districartene, al punto che potresti persino smarrirti. I tuoi genitori non sono tuoi creditori, quindi non hai l’obbligo di realizzare tutte le loro aspettative. Non hai l’obbligo di soddisfarle. In altre parole, loro possono avere le loro aspettative, mentre tu hai le tue scelte, così come il percorso di vita e il destino che Dio ha stabilito per te, e che non hanno nulla a che fare con i tuoi genitori. Dunque, quando uno di loro ti dice: “Sei un figlio poco devoto. Non torni a trovarmi da tanti anni e sono passati molti giorni dall’ultima volta che mi hai chiamato. Sono malato e non c’è nessuno a prendersi cura di me. Ti ho proprio allevato invano. Sei davvero un ingrato menefreghista e un figlio irriconoscente!”, se non comprendi la verità per cui “I tuoi genitori non sono tuoi creditori”, sentire queste parole sarà doloroso come un coltello che ti trafigge il cuore e ti rimorderà la coscienza. Ognuna di queste parole ti si conficcherà nel cuore e ti farà provare vergogna di fronte ai tuoi genitori, oltre a farti sentire in debito con loro e sopraffatto da sensi di colpa nei loro confronti. Quando un genitore ti dice che sei un ingrato menefreghista, davvero ciò che proverai sarà: “Ha assolutamente ragione. Mi ha allevato fino a questa età e non ha potuto minimamente godere da me di riflesso. Ora è malato e sperava che sarei stato al suo capezzale, prendendomi cura di lui e restandogli accanto. Aveva bisogno che ripagassi la sua amorevolezza, e io non c’ero. Sono davvero un ingrato menefreghista!” Ti sentirai un ingrato menefreghista: questo è ragionevole? Sei forse un ingrato menefreghista? Se non te ne fossi andato di casa per svolgere il tuo dovere altrove e fossi rimasto accanto ai tuoi genitori, avresti forse potuto evitare che si ammalassero? (No.) Hai potere decisionale sulla loro vita e sulla loro morte? Puoi decidere tu se sono ricchi o poveri? (No.) Qualunque malattia colpirà i tuoi genitori, non sarà per lo sfinimento di averti allevato o perché sentivano la tua mancanza; in particolare, non contrarranno nessuna malattia grave, pericolosa e potenzialmente mortale a causa tua. Quello riguarda il loro destino e non ha nulla a che fare con te. Per quanto devoto tu sia, il massimo che puoi ottenere è ridurre un po’ le loro sofferenze e i loro fardelli carnali, ma per quanto riguarda quando si ammalano, quale malattia contraggono, quando e dove muoiono, queste cose hanno forse una qualche relazione con te? No. Se sei devoto, se non sei un ingrato menefreghista e passi tutto il giorno in loro compagnia e a vegliare su di loro, forse che non si ammaleranno o non moriranno? Se devono ammalarsi, non accadrà comunque? Se devono morire, non moriranno comunque? Non è così che stanno le cose? Se prima i tuoi genitori ti avessero detto che eri un ingrato menefreghista, che eri privo di coscienza e che eri un figlio irriconoscente, questo ti avrebbe turbato? (Sì.) Adesso invece? (Adesso non mi turberebbe.) Ebbene, come è stato risolto il problema? (Dio ha condiviso che non dipende affatto da noi se i nostri genitori si ammalano o meno e se vivono o muoiono, è tutto stabilito da Dio. Se rimanessimo al loro fianco, non potremmo fare nulla; quindi, se dicono che siamo degli ingrati menefreghisti, questo non ci riguarda.) Non importa che i tuoi genitori ti definiscano un ingrato menefreghista: quanto meno davanti al Creatore stai svolgendo il dovere di un essere creato. Basta che tu non sia un ingrato menefreghista agli occhi di Dio. Non importa quello che dice la gente. Ciò che i tuoi genitori dicono sul tuo conto non è necessariamente vero, ed è inutile. Devi assumere come base le parole di Dio. Se Dio dice che sei un essere creato all’altezza dei requisiti, allora non importa se la gente ti definisce ingrato menefreghista, è del tutto irrilevante. È solo che le persone vengono influenzate da questi insulti per via della loro coscienza, oppure quando non comprendono la verità e possiedono scarsa statura, e questo poi le mette leggermente di cattivo umore e le deprime un po’, ma, quando torneranno davanti a Dio, tutto questo sarà risolto e non costituirà più un problema per loro. La questione di ripagare l’amorevolezza dei genitori non è stata dunque risolta? Ne hai acquisita comprensione? (Sì.) Qual è il fatto che le persone devono capire in merito? Allevarti è una responsabilità dei tuoi genitori. Loro hanno scelto di metterti al mondo, quindi hanno la responsabilità e l’obbligo di allevarti. Conducendoti fino all’età adulta, stanno adempiendo alla loro responsabilità e al loro obbligo. Non devi loro nulla, quindi non hai bisogno di ricompensarli. Questo dimostra chiaramente che i tuoi genitori non sono tuoi creditori e che non devi fare nulla per loro in cambio della loro amorevolezza. Se le circostanze ti permettono di adempiere a una piccola parte della tua responsabilità nei loro confronti, fallo. Se il tuo ambiente e le tue circostanze oggettive non ti permettono di adempiere ai tuoi obblighi nei loro confronti, allora non dovresti dartene troppo pensiero né sentirti in debito verso di loro, poiché i tuoi genitori non sono tuoi creditori. Non importa se mostri pietà filiale verso di loro o se adempi alle tue responsabilità nei loro confronti: stai semplicemente assumendo la prospettiva di figlio e adempiendo a una piccola parte della tua responsabilità verso coloro che ti hanno messo al mondo e allevato. Ma di certo non puoi farlo nella prospettiva di ricompensarli, né nella prospettiva per cui “I tuoi genitori sono i tuoi benefattori e devi ricompensarli e ripagare la loro amorevolezza”.
C’è un detto nel mondo dei non credenti: “I corvi ripagano le loro madri nutrendole, mentre gli agnelli si inginocchiano per suggere il latte dalle loro”. E ce n’è anche un altro: “Un figlio non devoto è peggio di una bestia”. Che detti altisonanti! In realtà, i fenomeni di cui parla il primo, ossia che i corvi ripagano le loro madri nutrendole, mentre gli agnelli si inginocchiano per suggere il latte dalle loro, esistono davvero, sono dati di fatto. Ma si tratta semplicemente di fenomeni appartenenti al mondo animale. Sono soltanto una sorta di legge che Dio ha stabilito per le varie creature viventi e alla quale si attengono tutti i tipi di creature viventi, compresi gli esseri umani. Che tutti gli esseri viventi seguano tale legge è un’ulteriore dimostrazione del fatto che tutti sono stati creati da Dio. Non vi è essere vivente in grado di infrangere o di trascendere questa legge. Anche i carnivori relativamente feroci, come i leoni e le tigri, nutrono la prole e non la mordono prima che abbia raggiunto l’età adulta. È un istinto animale. A qualunque specie appartengano, che sia una feroce oppure una docile e mansueta, tutti gli animali possiedono questo istinto. Tutti i tipi di creature, compresi gli esseri umani, possono continuare a moltiplicarsi e a sopravvivere solo seguendo questo istinto e questa legge. Se non si attenessero a questa legge o fossero sprovvisti di tale legge e tale istinto, non potrebbero moltiplicarsi e sopravvivere. Non esisterebbero né la catena biologica né questo mondo. Non è forse vero? (Sì.) Il fatto che i corvi ripagano le loro madri nutrendole, mentre gli agnelli si inginocchiano per suggere il latte dalle loro, dimostra proprio che il mondo animale segue questo tipo di legge. Tutti gli esseri viventi hanno questo istinto. Dopo la nascita, la prole viene accudita e nutrita dalle femmine o dai maschi della specie fino all’età adulta. Tutti gli esseri viventi sono in grado di adempiere alle loro responsabilità e ai loro obblighi nei confronti della prole, e allevano coscienziosamente e diligentemente la generazione successiva. Ciò dovrebbe valere ancora di più per gli esseri umani. Gli esseri umani definiscono sé stessi come animali superiori: se non sono in grado di attenersi a questa legge e non possiedono questo istinto, allora gli esseri umani sono inferiori agli animali, non è così? Pertanto, a prescindere da quanto i tuoi genitori ti abbiano nutrito mentre ti allevavano e quanto abbiano adempiuto alle loro responsabilità nei tuoi confronti, stavano semplicemente facendo ciò che erano tenuti a fare nell’ambito delle capacità di esseri umani creati: era il loro istinto. Basta guardare gli uccelli: per oltre un mese prima della stagione degli amori, vanno costantemente alla ricerca di un posto sicuro per fare il nido. I maschi e le femmine escono a turno, procurando diversi tipi di piante, piume e ramoscelli per iniziare a costruire il nido su alberi relativamente fitti. I piccoli nidi costruiti dalle varie specie di uccelli sono incredibilmente solidi e intricati. Per il bene della prole, gli uccelli dedicano tutti questi sforzi alla costruzione di nidi e rifugi. Quando il nido è ultimato e giunge il periodo della cova, c’è sempre un uccello a custodire ogni nido; il maschio e la femmina si danno il cambio 24 ore su 24 e sono incredibilmente attenti: quando uno di loro torna, l’altro subito vola via. Non molto tempo dopo, alcune uova si schiudono e i piccoli spuntano dal guscio, e puoi sentirli iniziare a cinguettare sui loro alberi. Gli adulti volano avanti e indietro, ora tornando per dare da mangiare ai piccoli qualche verme, ora per dar loro qualcos’altro, dimostrando un’incredibile attenzione. Dopo un paio di mesi, alcuni piccoli sono cresciuti un po’ e riescono a spingersi sull’orlo del nido e a sbattere le ali; i genitori volano avanti e indietro, facendo i turni per nutrirli e sorvegliarli. Un anno ho visto un corvo nel cielo che teneva in bocca il piccolo di un’altra specie, il quale strideva disperato chiedendo in qualche modo aiuto. Il corvo volava con il piccolo in bocca e dietro di lui c’era una coppia di uccelli adulti che lo inseguiva. Anche le loro strida erano cariche di disperazione, e alla fine il corvo li ha distanziati. È probabile il piccolo sarebbe morto comunque, indipendentemente dal fatto che i genitori fossero riusciti a raggiungere il corvo. I due adulti strillavano e stridevano così tanto da allarmare le persone a terra: hai idea di quanto debbano essere stati disperati quei versi? In effetti, sicuramente non avevano solo quel piccolo. Ne avranno avuti tre o quattro nel nido, ma quando uno è stato portato via, gli sono corsi dietro strillando e stridendo. Il mondo animale e biologico è fatto così: le creature viventi sono in grado di nutrire la prole senza sosta. Ogni anno gli uccelli tornano a costruire nidi e ripetono le stesse azioni: covano i piccoli, li nutrono e insegnano loro a volare. Quando stanno imparando, i piccoli non volano molto in alto e a volte cadono a terra. Qualche volta li abbiamo anche salvati e subito rimessi nel nido. I genitori li istruiscono ogni giorno, e prima o poi tutti i piccoli abbandoneranno il nido e voleranno via, lasciando i nidi vuoti. L’anno successivo, nuove coppie di uccelli verranno a costruire i nidi, a covare le uova e ad allevare i loro piccoli. Tutte le specie viventi e animali possiedono questi istinti e queste leggi e vi si attengono scrupolosamente, attuandoli alla perfezione. È qualcosa che nessuno può distruggere. Esistono anche animali particolari, come le tigri e i leoni. Raggiunta l’età adulta, questi animali abbandonano i genitori, e alcuni maschi diventano addirittura rivali, arrivando se necessario a mordersi, lottare e combattere. Questo è normale, è una legge. Non sono molto affettuosi e non vivono seguendo i sentimenti come le persone; non dicono: “Devo ripagare l’amorevolezza dei miei genitori, devo ricambiarli, devo obbedire loro. Se non mostro pietà filiale nei loro confronti, gli altri mi condanneranno, mi rimprovereranno e mi criticheranno alle spalle. Non potrei sopportarlo!” Gli animali non dicono queste cose. Perché le persone le dicono? Perché nella società e all’interno dei gruppi di individui sono diffuse diverse idee e opinioni sbagliate. Dopo che le persone sono state influenzate, corrose e imputridite da queste cose, sviluppano diversi modi di interpretare e gestire il rapporto genitori-figli, e alla fine trattano i genitori come creditori, creditori che per tutta la vita non riusciranno mai a ripagare. Vi sono addirittura persone che, dopo la morte dei genitori, si sentono in colpa per una vita intera e si ritengono indegne dell’amorevolezza da loro ricevuta per via di una singola azione che esse hanno compiuto e per cui i genitori hanno dimostrato malcontento o disapprovazione. DimMi, non è eccessivo? Gli individui vivono secondo i loro sentimenti, quindi non possono che essere invasi e disturbati da varie idee da essi derivate. Vivono in un ambiente contaminato dall’ideologia dell’umanità corrotta, quindi sono invasi e disturbati da varie idee fallaci, le quali rendono la loro vita più faticosa e difficile di quella degli altri esseri viventi. Tuttavia, in questo preciso momento, poiché Dio sta operando ed esprimendo la verità per comunicare alle persone la vera natura di tutti questi fatti e metterle in condizione di comprendere la verità, dopo che avrai compreso la verità, queste idee e questi punti di vista fallaci non saranno più un fardello per te e smetteranno di guidarti nella gestione del rapporto che hai con i tuoi genitori. A quel punto la tua vita diventerà più rilassata. Vivere una vita rilassata non significa che non saprai quali sono le tue responsabilità e i tuoi obblighi, questo continuerai a saperlo: riguarda solamente la prospettiva e i metodi con cui scegli di approcciarli. Una via è quella dei sentimenti e dell’approcciare queste cose sulla base dell’emotività e con i metodi, le idee e i punti di vista verso cui Satana guida l’uomo. L’altra via è quella di approcciarle sulla base delle parole che Dio ha insegnato all’uomo. Quando le persone gestiscono tali questioni secondo le idee e i punti di vista fallaci di Satana, possono solamente vivere seguendo i loro sentimenti e non sono mai capaci di distinguere il bene dal male. In tali circostanze, non hanno altra scelta se non quella di vivere in trappola, costantemente invischiate in questioni del tipo: “Tu hai ragione, io ho torto. Tu mi hai dato di più, io ti ho dato di meno. Tu sei un ingrato. Il tuo comportamento è fuori luogo”. Di conseguenza, non c’è mai un momento in cui parlano chiaramente. Invece, dopo che hanno compreso la verità e si sono liberate dai loro punti di vista e idee fallaci e dalla trappola dei sentimenti, queste cose diventano semplici per loro. Se ti attieni a una verità principio, a un’idea o a un punto di vista corretti e che provengono da Dio, la tua vita diventerà molto rilassata. Né l’opinione pubblica, né la voce della tua coscienza, né il fardello dei tuoi sentimenti ostacoleranno più il modo in cui gestisci il rapporto che hai con i tuoi genitori; anzi, queste cose ti metteranno in condizione di approcciarlo in modo corretto e ragionevole. Se agirai in base alle verità principi che Dio ha fornito all’uomo, anche se gli altri ti criticheranno alle spalle, ciò non ti scalfirà minimamente e proverai comunque pace e tranquillità nel profondo del cuore. Quanto meno, non ti rimprovererai più di essere un ingrato menefreghista e smetterai di provare rimorsi di coscienza nel tuo intimo. Questo perché saprai di aver compiuto tutte le tue azioni secondo i metodi che Dio ti ha insegnato e di star prestando ascolto e star sottomettendoti alle parole di Dio e seguendo la Sua via. Ascoltare le parole di Dio e seguire la Sua via è il senso di coscienza che le persone dovrebbero possedere più di ogni altra cosa. Sarai una vera persona solo quando saprai fare queste cose. Se non sei arrivato a questo punto, allora sei un ingrato menefreghista. Non è così? (Sì.) Ora la questione ti è chiara? Acquisire chiarezza è un aspetto; un altro è se le persone arrivano gradualmente a capire a fondo tale questione e a mettere in pratica la verità. Per acquisire chiarezza in merito a tale questione, le persone devono sperimentare le cose per un certo periodo di tempo. Se desiderano acquisire chiarezza di questo fatto e di questa essenza, e arrivare al punto in cui gestiscono le questioni secondo i principi, non possono riuscirci in breve tempo, perché devono prima liberarsi dall’influenza di ogni tipo di punti di vista e idee fallaci e malvagi. Un altro aspetto, più importante, è che devono essere in grado di eliminare i vincoli e l’influenza della loro coscienza e dei loro sentimenti; in particolare, devono superare l’ostacolo dei loro sentimenti. Supponiamo che a livello teorico tu riconosca che la parola di Dio è la verità e che è corretta, e che sempre a livello teorico tu sappia che le idee e i punti di vista fallaci che Satana instilla nelle persone sono sbagliati, ma che tu non riesca a superare l’ostacolo dei tuoi sentimenti e ti dispiaccia costantemente per i tuoi genitori, pensando che ti hanno riservato troppa amorevolezza, che si sono spesi e hanno fatto e sofferto troppo per te, che l’ombra di tutto ciò che hanno fatto per te, tutto ciò che hanno detto e persino ogni prezzo che hanno pagato per te sono ancora vividi nella tua mente. Ognuno di questi ostacoli sarà per te una circostanza molto importante e sarà difficile da superare. Di fatto, l’ostacolo più difficile da superare per te sarai tu stesso. Se riuscirai a superare un ostacolo dopo l’altro, allora saprai abbandonare completamente nel profondo del cuore i sentimenti che nutri verso i tuoi genitori. Non sto condividendo al riguardo per indurti a tradire i tuoi genitori, e di certo non lo sto facendo per portarti ad alzare un muro tra te e loro: non stiamo creando un movimento, non c’è bisogno di tirare su alcun muro. Sto condividendo su questo solamente per fornirti una corretta comprensione di questi argomenti e aiutarti ad accettare un’idea e una visione corrette. Inoltre lo faccio affinché, quando ti accadranno queste cose, tu non ne sia turbato e non ti senta vincolato mani e piedi e, cosa più importante, così che quando ti capiteranno non influenzino il tuo assolvimento dei doveri di essere creato. In questo modo, la Mia condivisione raggiungerà il suo scopo. Naturalmente le persone, che vivono nella carne, possono forse arrivare a non nutrire alcuna di queste cose nella loro mente e all’assenza di intrecci emotivi con i genitori? Sarebbe impossibile. In questo mondo, oltre ai genitori, le persone hanno anche i figli: questi sono i due rapporti carnali più stretti tra gli individui. È impossibile recidere del tutto il legame tra un genitore e un figlio. Non sto cercando di indurti a dichiarare formalmente che taglierai i ponti con i tuoi genitori e che non li vedrai mai più. Sto cercando di aiutarti a gestire il tuo rapporto con loro in modo corretto. Queste cose sono difficili, non è vero? A mano a mano che la tua comprensione della verità si approfondirà e andrai avanti con l’età, la difficoltà si ridurrà e diminuirà gradualmente. A 20 anni si prova un diverso livello di attaccamento verso i genitori rispetto a quando se ne hanno 30 o 40. Questo attaccamento si allenta ancora di più dopo i 50 anni, per non parlare di quando si raggiungono i 60 o i 70. A quel punto l’attaccamento è ancora minore; cambia con l’avanzare dell’età.
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