Come perseguire la verità (18) Parte 4
Quando i figli e le figlie sono in grado di sopravvivere in modo indipendente, i genitori dovrebbero semplicemente mostrare loro premura e la cura necessaria quando si tratta del loro lavoro, della loro vita e della loro famiglia, oppure fornire loro un’assistenza adeguata nelle situazioni in cui non possono realizzare o gestire qualcosa soltanto con le loro capacità. Per esempio, poniamo che tuo figlio o tua figlia abbiano un bambino e sia loro che il coniuge siano molto impegnati con il lavoro. Il bambino è ancora molto piccolo e a volte non c’è nessuno che se ne occupi. In queste circostanze, puoi aiutare tuo figlio a prendersi cura del bambino. Questa è la responsabilità di un genitore, poiché in fondo è sangue del tuo sangue, e sarebbe più sicuro che fossi tu e non qualcun altro a badare a tuo nipote. Se tuo figlio ritiene che tu sia in grado di occupartene, allora dovresti farlo. Se non si sente a suo agio nell’affidare il bambino a te e non vuole che te ne occupi tu, o se non te lo lascia fare per un’attenzione verso di te, perché è premuroso nei tuoi confronti e teme che tu non sia nelle condizioni fisiche per farlo, allora non dovresti avertene a male. Ci sono persino figli e figlie che semplicemente non si fidano dei loro genitori, ritengono che non siano in grado di prendersi cura dei bambini piccoli, che sappiano solo viziarli e non istruirli, e che non siano attenti al cibo che gli fanno mangiare. Se tuo figlio o tua figlia non si fidano di te e non vogliono che ti occupi del loro bambino, tanto meglio, così avrai più tempo libero. Questo si chiama consenso reciproco: né il genitore né il figlio interferiscono l’uno con l’altro, e allo stesso tempo mostrano reciproca considerazione. Quando i figli hanno bisogno di aiuto, di attenzioni e di essere accuditi, i genitori devono solo fornire loro le attenzioni, le cure e il sostegno economico appropriati e necessari a livello emotivo o sotto altri aspetti. Per esempio, supponiamo che un genitore abbia dei risparmi o che sia bravo nel suo lavoro e goda di una fonte di reddito. Quando i figli hanno bisogno di denaro, può fornire loro un po’ d’aiuto se ne è in grado. Se non ne è in grado, non è necessario che rinunci a tutti i suoi beni o che chieda un prestito a un usuraio per aiutare i figli. Deve limitarsi a fare tutto ciò che è nelle sue possibilità per adempiere alle responsabilità che gli spettano nell’ambito della parentela. Non c’è bisogno che venda tutto quello che ha, o un rene oppure il sangue, né che lavori fino alla morte per aiutare i figli. La tua vita appartiene a te, ti è stata donata da Dio, e tu hai le tue missioni personali. Possiedi questa vita in modo da poter adempiere a tali missioni. Anche i tuoi figli possiedono la loro vita allo scopo di portare a termine il loro percorso e realizzare la loro missione di vita, e non per mostrare pietà filiale a te. Pertanto, indipendentemente dal fatto che i figli siano adulti o meno, la vita dei genitori appartiene solo ai genitori stessi, non ai figli. Naturalmente, i genitori non sono balie gratuite né schiavi dei figli. Indipendentemente dalle aspettative che nutrono nei confronti dei figli, non è necessario che si lascino comandare arbitrariamente da loro senza alcun compenso, né che diventino loro servi, camerieri o schiavi. A prescindere dai sentimenti che provi per i tuoi figli, resti comunque un individuo indipendente. Non dovresti assumerti la responsabilità della loro vita adulta, come se fosse del tutto giusto farlo, solo perché sono i tuoi figli. Non occorre. Sono adulti; tu hai già adempiuto alla tua responsabilità di allevarli. Quanto al fatto che in futuro vivranno male o bene, che saranno ricchi o poveri e che avranno una vita felice o infelice, è affar loro. Queste cose non hanno nulla a che vedere con te. Tu, in quanto genitore, non hai alcun obbligo di cambiare queste cose. Se hanno una vita infelice, non sei obbligato a dire loro: “Sei infelice; penserò io a come sistemare le cose, venderò tutto quello che possiedo, darò fondo a tutte le mie energie vitali per renderti felice”. Non è necessario. Devi semplicemente adempiere alle tue responsabilità, tutto qui. Se vuoi essere loro d’aiuto, puoi chiedere loro perché sono infelici e aiutarli a comprendere il problema a livello teorico e psicologico. Se accettano il tuo aiuto, tanto meglio. Se non lo accettano, devi limitarti ad adempiere alle tue responsabilità di genitore e nient’altro. Se i tuoi figli vogliono soffrire, è affar loro. Non c’è bisogno che ti preoccupi o che te ne lasci turbare, né che non riesca a mangiare o a dormire bene. Sarebbe eccessivo. Perché sarebbe eccessivo? Perché sono adulti. Dovrebbero imparare a gestire da soli tutto ciò che incontrano nella vita. Se ti preoccupi per loro, il tuo è semplice affetto; se non ti preoccupi per loro, non significa che tu non abbia cuore o che non abbia adempiuto alle tue responsabilità. Sono adulti, e gli adulti devono affrontare i problemi degli adulti e gestire tutto ciò che spetta a un adulto. Non dovrebbero affidarsi ai genitori per ogni cosa. Naturalmente, i genitori non dovrebbero assumersi la responsabilità del buon andamento del lavoro, della carriera, della famiglia o del matrimonio dei figli una volta che questi sono adulti. Puoi nutrire preoccupazioni per queste cose e informartene, ma non devi fartene carico completamente, incatenando i tuoi figli al tuo fianco, portandoli con te e sorvegliandoli ovunque tu vada, e pensando di loro: “Hanno mangiato bene oggi? Sono felici? Il lavoro gli sta andando bene? Il loro capo li apprezza? Il coniuge li ama? I loro figli sono obbedienti? I loro figli prendono buoni voti?” Cosa hanno a che vedere queste cose con te? I tuoi figli possono risolvere i loro problemi da soli, non c’è bisogno che ti immischi. Perché ti chiedo cosa hanno a che vedere queste cose con te? Con ciò intendo dire che queste cose non hanno nulla a che fare con te. Hai adempiuto alle tue responsabilità nei confronti dei tuoi figli, li hai allevati fino all’età adulta, quindi dovresti farti da parte. Quando lo farai, non significherà che i tuoi compiti sono esauriti. Ci sono ancora tante cose che dovresti fare. Per quanto riguarda le missioni che devi portare a termine in questa vita, oltre ad allevare i tuoi figli fino all’età adulta, hai anche altre missioni da completare. Oltre a fare da genitore ai tuoi figli, sei un essere creato. Dovresti presentarti davanti a Dio e accettare il tuo dovere da Lui. Qual è il tuo dovere? L’hai portato a termine? Ti ci sei dedicato? Hai intrapreso il cammino della salvezza? Queste sono le cose a cui dovresti pensare. Per quanto riguarda la direzione che prenderanno i tuoi figli una volta adulti, come saranno la loro vita e le loro condizioni, se sperimenteranno felicità e gioia, queste cose non hanno nulla a che vedere con te. I tuoi figli sono ormai indipendenti, sia esternamente che mentalmente. Dovresti permettere loro di esserlo, dovresti lasciare loro spazio invece di tentare di controllarli. Sia in termini dell’esteriorità delle cose, sia in termini di affetto o di legame di sangue, hai ormai adempiuto alle tue responsabilità e non c’è più alcun rapporto tra te e i tuoi figli. Non c’è alcuna correlazione tra le loro missioni e le tue, né tra i percorsi di vita che percorrono e le tue aspettative. Le aspettative che nutri verso di loro e le responsabilità che hai nei loro confronti sono terminate. Naturalmente, non dovresti avere aspettative verso di loro. Loro sono loro e tu sei tu. Se i tuoi figli non si sposano, in termini di destino e di missioni siete individui completamente slegati e indipendenti. Se invece si sposano e mettono su famiglia, le vostre famiglie sono completamente slegate. I tuoi figli hanno le loro abitudini e i loro stili di vita, le loro esigenze in termini di qualità della vita, e tu hai le tue abitudini di vita e le tue esigenze in termini di qualità della vita. Tu hai il tuo percorso di vita e loro hanno il loro. Tu hai le tue missioni, loro le loro. Naturalmente, tu possiedi la tua fede e loro la loro. Se loro hanno fede nel denaro, nella fama e nel profitto, allora siete persone completamente diverse. Ma anche se hanno la tua stessa fede, se perseguono la verità e percorrono il cammino della salvezza, naturalmente restate comunque individui del tutto diversi. Tu sei tu e loro sono loro. Non dovresti intrometterti riguardo al cammino che percorrono. Puoi sostenerli, aiutarli e provvedere a loro, richiamarli ed esortarli, ma non devi interferire né immischiarti. Nessuno può stabilire che tipo di cammino percorrerà un’altra persona, che tipo di persona sarà o che tipo di perseguimenti avrà. Rifletteteci: su quale base sono seduto qui, a chiacchierare con voi e a parlarvi di tutte queste cose? Sulla base della vostra disponibilità ad ascoltare. Parlo perché voi siete disposti ad ascoltare le Mie serie raccomandazioni. Se non foste disposti ad ascoltare o ve ne andaste, allora smetterei di parlare. Il numero di parole che pronuncio dipende dalla vostra disponibilità o meno ad ascoltarle e a investire tempo ed energie nel farlo. Se tu dicessi: “Non capisco quello che stai dicendo, potresti entrare più nel dettaglio?”, allora farei del Mio meglio per entrare più nel dettaglio, per permetterti di capire e di entrare nelle Mie parole. Quando ti avrò instradato sul giusto cammino, portato davanti a Dio e alla verità e messo in condizione di capire la verità e di seguire la via di Dio, il Mio compito sarà concluso. Tuttavia, riguardo al fatto che sarai disposto o meno a mettere in pratica le Mie parole dopo averle ascoltate, o a che tipo di cammino percorrerai, a che tipo di vita sceglierai o a ciò che perseguirai, queste sono cose che non Mi riguardano. Se tu dicessi: “Ho una domanda su questo aspetto della verità, voglio ricercare al riguardo”, allora risponderei pazientemente alla tua domanda. Se tu non mostrassi mai di voler ricercare la verità, ti poterei mai per questo motivo? Non lo farei. Non ti obbligherei a ricercare la verità, non ti prenderei in giro né ti deriderei, e di certo non ti tratterei con freddezza. Mi comporterei come ho fatto finora. Se commetti un errore nel tuo dovere o provochi deliberatamente un intralcio o un disturbo, ho i Miei principi e i Miei metodi per occuparMi di te. Tuttavia, tu potresti dire: “Non voglio sentirTi parlare di queste cose e non sono disposto ad accettare questi Tuoi punti di vista. Continuerò a svolgere il mio dovere come ho sempre fatto”. Allora non devi violare i principi né i decreti amministrativi. Se violi i decreti amministrativi, Mi occuperò di te. Se invece non violi i decreti amministrativi e sai comportarti correttamente nel vivere la vita della chiesa, non interferirò, neanche se non persegui la verità. Non Mi intrometterò quando si tratta della tua vita personale, di ciò che vuoi mangiare e indossare o con quali persone vuoi interagire. Sotto questi aspetti ti concedo libertà. Perché? Ti ho parlato chiaramente di tutti i principi e i contenuti inerenti a tali questioni. Il resto dipende dalle tue libere scelte. Il cammino che scegli di percorrere dipende da che tipo di persona sei, questo è ovvio. Se non sei una persona che ama la verità, chi mai potrebbe costringerti a farlo? In definitiva, ogni persona si assumerà la responsabilità del cammino che percorre e dei risultati che ottiene. Non devo assumerMela Io. Se persegui la verità, lo fai volontariamente, e lo stesso se non la persegui; nessuno te lo impedisce. Se persegui la verità, nessuno ti incoraggerà e neppure ti verrà concessa alcuna particolare grazia o benedizione materiale. Io sto solo assolvendo e adempiendo le Mie responsabilità, comunicandovi tutte le verità che dovreste comprendere e nelle quali dovete entrare. Per quanto riguarda il modo in cui vivete la vostra vita nel privato, non Mi sono mai informato né ho curiosato. Questo è l’atteggiamento che ho. Allo stesso modo dovrebbero comportarsi i genitori con i figli. Gli adulti hanno la capacità di distinguere tra giusto e sbagliato. È affar loro se scelgono il bene o il male, il bianco o il nero, le cose positive o quelle negative: dipende dai loro bisogni interiori. Se una persona possiede un’essenza malvagia, non sceglierà le cose positive. Se una persona si sforza di essere buona e possiede umanità, coscienza e senso di vergogna, sceglierà le cose positive; magari con un po’ di lentezza, ma alla fine intraprenderà il giusto cammino. È inevitabile. Pertanto, i genitori dovrebbero avere questo tipo di atteggiamento nei confronti dei figli e non interferire con le loro scelte. I requisiti che alcuni genitori hanno nei confronti dei figli sono: “I nostri figli dovrebbero intraprendere il giusto cammino, credere in Dio, abbandonare il mondo secolare e rinunciare al lavoro. Altrimenti, quando accederemo al Regno, loro non potranno entrare e verremo separati. Sarebbe meraviglioso se tutta la nostra famiglia potesse entrare nel Regno insieme! Potremmo stare insieme in cielo come lo siamo qui sulla terra. Mentre siamo nel Regno, non dobbiamo lasciarci; dobbiamo rimanere insieme per l’eternità!” Poi viene fuori che i figli non credono in Dio e che invece perseguono cose mondane, si danno da fare per guadagnare grandi quantità di denaro e diventare molto ricchi; indossano tutto ciò che è alla moda, fanno e parlano di tutto ciò che è alla moda, e non soddisfano i desideri dei loro genitori. Di conseguenza, i genitori si sentono turbati, pregano e digiunano per questo, non toccando cibo per sette, dieci, quindici giorni, e vi dedicano enorme impegno per il bene dei figli. Spesso sono così affamati da avere le vertigini, e spesso pregano Dio tra le lacrime. Tuttavia, per quanto loro preghino o si impegnino, i figli restano impassibili e non sono in grado di aprire gli occhi. Più i figli si rifiutano di credere, più i genitori pensano: “Oh no, ho fallito con i miei figli, li ho rovinati. Non sono stato in grado di diffondere il Vangelo a loro e non li ho portati con me sul cammino della salvezza. Che sciocchi: si tratta del cammino della salvezza!” Non sono sciocchi, semplicemente non avvertono questa esigenza. Sono questi genitori a essere sciocchi, poiché tentano di costringere i figli a intraprendere tale cammino, non è forse così? Se i figli avvertissero questa esigenza, sarebbe necessario che i genitori parlassero loro di queste cose? I figli troverebbero la fede autonomamente. Questi genitori non fanno che pensare: “Ho rovinato i miei figli. Li ho spronati ad andare all’università fin da piccoli e da quando ci sono andati non si sono più ravveduti. Non fanno che perseguire le cose mondane e ogni volta che tornano parlano solo di lavoro, di fare soldi, di chi ha avuto una promozione o comprato un’auto, di chi si è sposato con una persona benestante, di chi è andato in Europa a fare studi avanzati o uno scambio culturale, e di che vite fantastiche abbiano gli altri. Ogni volta che tornano a casa parlano di queste cose e io non voglio sentirle, ma non posso farci nulla. Qualunque cosa io dica per tentare di convincerli a credere in Dio, non mi ascoltano”. Di conseguenza, litigano con i figli. Ogni volta che li vedono si fanno scuri in volto; ogni volta che ci parlano, la loro espressione si inasprisce. Alcuni figli non sanno come comportarsi e pensano: “Non so cosa ci sia di sbagliato nei miei genitori. Se non credo in Dio, semplicemente non Ci credo. Perché mi trattano sempre con questo atteggiamento? Pensavo che più qualcuno credesse in Dio, più diventasse una persona migliore. Come possono i credenti in Dio nutrire così scarso affetto verso i loro familiari?” Questi genitori sono così preoccupati per i figli da rischiare di farsi scoppiare una vena, e dicono: “Non è mio figlio! Taglio i ponti con lui, lo ripudio!” Questo è quello che dicono, ma in realtà non è ciò che provano. Genitori simili non sono forse degli sciocchi? (Sì.) Vogliono sempre controllare e avere in pugno tutto, desiderano sempre decidere del futuro dei figli, della loro fede e delle strade che percorrono. Che cosa sciocca! Ciò è inappropriato. In particolare, vi sono dei figli che perseguono cose mondane, che vengono promossi a posizioni dirigenziali e guadagnano molti soldi. Portano a casa enormi quantità di ginseng in dono ai genitori, e orecchini e collane d’oro per la madre, ma loro dicono: “Non vogliamo queste cose, speriamo solo che tu goda di buona salute e ci segua nel credere in Dio. Credere in Dio è una cosa meravigliosa!” E i figli rispondono: “Non cominciate. Sono stato promosso e non vi siete minimamente congratulati con me. Quando i genitori degli altri apprendono la notizia di una promozione dei figli, stappano lo champagne e vanno a mangiare fuori, mentre voi non siete contenti nemmeno se porto a casa collane e orecchini. In che modo vi ho deluso? Voi due siete contrariati solo perché non credo in Dio”. È giusto che questi genitori siano contrariati in questo modo? Le persone hanno perseguimenti diversi, percorrono strade diverse e le scelgono da sé. I genitori dovrebbero affrontare tale questione in modo corretto. Se i tuoi figli non riconoscono l’esistenza di Dio, non dovresti pretendere che credano in Lui; forzare le cose non porta mai a nulla. Se non vogliono credere in Dio e non sono quel tipo di persona, più gliene parli, più saranno infastiditi nei tuoi confronti e tu nei loro; sarete entrambi infastiditi. Ma non è il fatto che siete entrambi infastiditi ad avere importanza: ciò che più conta è che Dio ti disprezzerà e dirà che nutri un affetto eccessivo. Dal momento che sei in grado di pagare prezzi così elevati solo perché i tuoi figli non credono in Dio e che ti turba così tanto il fatto che perseguano le cose del mondo, se un giorno Dio te li portasse via, cosa faresti? Ti lamenteresti di Lui? Se nel tuo cuore i tuoi figli sono tutto per te, se sono il tuo futuro, la tua speranza e la tua vita, sei ancora qualcuno che crede in Dio? Dio non detesterà il tuo comportamento? Il tuo modo di agire è troppo insensato, incompatibile con i principi, e Dio non ne sarà soddisfatto. Pertanto, se sei saggio, non farai questo tipo di cose. Se i tuoi figli non hanno fede, allora dovresti lasciar perdere. Hai presentato tutte le argomentazioni che dovevi e detto ciò che eri tenuto a dire, quindi lascia che facciano le loro scelte. Continua a mantenere con loro il rapporto che avevate prima. Se desiderano mostrarti pietà filiale, se vogliono averti a cuore e prendersi cura di te, non devi rifiutarlo. Se vogliono portarti in viaggio in Europa, ma questo ostacola l’assolvimento del tuo dovere e tu non vuoi andarci, allora non farlo. Se invece vuoi andarci e ne hai il tempo, allora fallo. Non c’è niente di sbagliato nell’espandere i tuoi orizzonti. Questo non sporcherà le tue mani e Dio non lo condannerà. Se i tuoi figli ti comprano delle belle cose, del buon cibo o dei bei vestiti, e tu ritieni compatibile con un santo decoro indossarli o utilizzarli, allora godi di queste cose e considerale una grazia da parte di Dio. Se le disprezzi, se ti sono sgradite, se le ritieni irritanti e disgustose e non sei disposto a goderne, puoi rifiutarle, dicendo: “Mi basta vedervi, non dovete portarmi regali né spendere soldi per me, non ho bisogno di queste cose. Voglio solo che stiate bene e siate felici”. Non è meraviglioso? Se pronunci queste parole e nel tuo cuore ci credi, se davvero non pretendi che i tuoi figli ti procurino alcuna comodità materiale né che ti aiutino a godere di riflesso della loro luce, loro ti ammireranno, non è vero? Per quanto riguarda le difficoltà che affrontano nel lavoro o nella vita, fa’ del tuo meglio per aiutarli ogni volta che puoi. Se fornire loro aiuto rischia di influire sull’assolvimento del tuo dovere, puoi rifiutarti di farlo; è un tuo diritto. Poiché non devi loro più nulla, poiché non hai più alcuna responsabilità nei loro confronti e sono ormai adulti indipendenti, possono gestire da sé la loro vita. Non è necessario che tu sia al loro servizio a qualunque condizione o in ogni momento. Se ti chiedono aiuto e tu non sei disposto a fornirglielo, o se farlo ostacolerebbe l’assolvimento del tuo dovere, puoi dire di no. È un tuo diritto. Sebbene esista tra di voi un legame di sangue e tu sia il loro genitore, si tratta semplicemente di un rapporto formale, di sangue e affettivo: per quanto riguarda le tue responsabilità, sei ormai libero dal rapporto che ti lega a loro. Quindi, se i genitori sono saggi, non avranno aspettative, requisiti o standard nei confronti dei figli dopo che questi raggiungono l’età adulta, né dalla prospettiva o dalla posizione di genitori richiederanno loro di agire in un certo modo o di fare determinate cose, poiché i figli saranno ormai indipendenti. Quando i tuoi figli sono indipendenti, significa che hai adempiuto a tutte le tue responsabilità nei loro confronti. Quindi, qualsiasi cosa tu faccia per loro quando le circostanze lo permettono, che mostri nei loro confronti premura o cura, si tratta solamente di affetto ed è qualcosa di superfluo. Oppure, nel caso i tuoi figli ti chiedano di fare qualcosa, anche questo è superfluo, non sei tenuto a farlo. È qualcosa che dovresti capire. Queste cose ti sono chiare? (Sì.)
Supponiamo che uno di voi dica: “Non potrò mai abbandonare i miei figli. Sono nati con una costituzione debole e sono innatamente codardi e insicuri. Inoltre non hanno una buona levatura e sono sempre vittime di maltrattamenti da parte degli altri. Non posso abbandonarli”. Il fatto che tu non possa abbandonare i tuoi figli non significa che non abbia finito di adempiere alle tue responsabilità nei loro confronti, bensì è solo un effetto dei tuoi sentimenti. Potresti dire: “Non faccio che preoccuparmi e pensare se i miei figli mangino bene o meno o se abbiano dei problemi allo stomaco. Se non consumano i pasti alle ore giuste e continuano a ordinare cibo da asporto per molto tempo, svilupperanno problemi allo stomaco? Si ammaleranno? E se si ammalano, ci sarà qualcuno a prendersi cura di loro e a mostrare loro amore? I loro coniugi sono premurosi con loro e si prendono cura di loro?” Le tue preoccupazioni derivano semplicemente dai tuoi sentimenti e dal legame di sangue che esiste tra te e i tuoi figli, ma queste non sono tue responsabilità. Le responsabilità che Dio ha affidato ai genitori sono solo quelle di allevare i figli e prendersi cura di loro finché non sono adulti. Dopo che sono diventati adulti, i genitori non hanno più alcuna responsabilità nei loro confronti. Questo è guardare alle responsabilità che i genitori sono tenuti ad adempiere dalla prospettiva di quanto decretato da Dio. Lo capisci? (Sì.) Per quanto forti siano i tuoi sentimenti, o se anche il tuo istinto genitoriale prende il sopravvento, questo non è adempiere alle tue responsabilità, è semplicemente l’effetto dei tuoi sentimenti. Gli effetti dei tuoi sentimenti non derivano dalla ragione dell’umanità, né dai principi che Dio ha insegnato all’uomo o dalla sottomissione dell’uomo alla verità, e tanto meno dalle responsabilità dell’uomo, bensì dai sentimenti dell’uomo; si chiamano sentimenti. In questo vi è anche una minima componente di amore genitoriale e di legame di sangue. Poiché sono i tuoi figli, ti preoccupi costantemente per loro, chiedendoti se stiano soffrendo là fuori e se subiscano maltrattamenti. Ti domandi se il lavoro gli va bene e se consumano i pasti alle ore giuste. Ti chiedi se hanno contratto una malattia e, in tal caso, se saranno in grado di pagarsi le cure. Pensi spesso a queste cose, le quali non hanno nulla a che fare con le tue responsabilità di genitore. Se non riesci ad abbandonare queste preoccupazioni, si può solo dire che vivi in preda ai tuoi sentimenti e non sai liberartene. Vivi semplicemente secondo i tuoi sentimenti ed è in base a essi che ti approcci ai tuoi figli, invece di vivere in linea con la definizione di responsabilità genitoriali data da Dio. Non stai vivendo secondo le parole di Dio, ma solamente percependo, vedendo e gestendo tutte queste cose in base ai tuoi sentimenti. Ciò significa che non stai seguendo la via di Dio. Questo è ovvio. Le tue responsabilità di genitore, così come ti sono state insegnate da Dio, sono terminate nel momento in cui i tuoi figli hanno raggiunto l’età adulta. Il metodo di pratica che ti ha insegnato Dio non è forse facile e semplice? (Sì.) Se pratichi in conformità alle parole di Dio, non ti dedicherai a inutili esercizi e fornirai ai tuoi figli una certa quantità di libertà e la possibilità di evolversi, senza causare loro ulteriori problemi o fastidi né gravarli di ulteriori fardelli. Inoltre, dal momento che sono adulti, fare questo permetterà loro di affrontare il mondo, la loro vita e i vari problemi che incontrano nella quotidianità e nell’esistenza dalla prospettiva di un adulto, con i metodi indipendenti di gestire e considerare le cose e con la visione del mondo indipendente di un adulto. Questi sono i diritti e le libertà dei tuoi figli e, ancora di più, sono le cose che dovrebbero fare in quanto adulti, e non hanno nulla a che vedere con te. Se vuoi sempre immischiarti in queste cose, ebbene, è piuttosto nauseante. Se vuoi continuamente intrometterti di proposito in queste cose e interferire con esse, allora provocherai intralcio e distruzione e, alla fine, non solo le conseguenze saranno in contrasto con quanto desideri ma, ancora di più, porterai i tuoi figli a essere ostili verso di te e inoltre avrai una vita piuttosto faticosa. Alla fine sarai colmo di rimostranze e ti lamenterai che i tuoi figli non sono devoti, obbedienti o premurosi nei tuoi confronti; ti lamenterai che sono irriconoscenti, che non apprezzano e che sono degli insensibili ingrati. Ci sono genitori incolti e irragionevoli che piangono, fanno scenate e minacciano di uccidersi, ricorrendo a ogni espediente possibile. Questo è ancora più disgustoso, non è vero? (Sì.) Se sei saggio, lascerai che le cose seguano il loro corso naturale, vivendo la tua vita in modo rilassato e limitandoti ad adempiere alle tue responsabilità di genitore. Se affermi di volerti prendere cura dei tuoi figli e riservi loro un po’ di premura per via dell’affetto che provi, allora riservargliene la quantità necessaria è lecito. Non sto dicendo che i genitori dovrebbero tagliare di colpo i ponti con i figli non appena questi diventano adulti perché avranno ormai adempiuto alle loro responsabilità. I genitori non dovrebbero trascurare completamente i figli una volta che questi sono adulti, non dovrebbero dire loro di cavarsela da soli e basta, o ignorarli a prescindere da quali gravi difficoltà si trovino ad affrontare, persino quando queste difficoltà li portano sull’orlo della morte, oppure rifiutarsi di fornire loro aiuto quando hanno bisogno dei genitori. Anche questo è sbagliato; è estremo. Quando i tuoi figli hanno bisogno di confidarsi con te, dovresti prestare loro ascolto e, dopo averli ascoltati, chiedere loro cosa pensano e cosa intendono fare. Puoi anche dare dei suggerimenti personali. Se hanno i loro pensieri e piani e non accettano i tuoi suggerimenti, di’ semplicemente: “Va bene. Visto che hai già deciso, sarai solo tu a farti carico di qualsiasi conseguenza ne derivi in futuro. È la tua vita. Devi percorrere e portare a termine il tuo personale percorso di vita. Nessun altro può assumersi la responsabilità della tua vita. Se hai deciso, ti sosterrò. Se hai bisogno di soldi, posso dartene un po’. Se hai bisogno di aiuto da parte mia, posso fornirtene nei limiti delle mie capacità. In fondo sono il tuo genitore, quindi non c’è bisogno di dire altro. Se invece mi dici di non aver bisogno del mio aiuto né del mio denaro, e che ti serve semplicemente che ti ascolti, allora è ancora più facile”. A quel punto avrai detto quello che dovevi, e lo stesso vale per loro; avranno espresso tutte le loro rimostranze e sfogato tutta la loro rabbia. Si asciugheranno le lacrime, andranno avanti col fare ciò che devono, e tu avrai adempiuto alle tue responsabilità di genitore. Questo avviene per via dell’affetto; questo si chiama affetto. E perché? Perché, come genitore, non hai intenzioni maligne nei confronti dei tuoi figli. Non farai loro del male, non tramerai contro di loro, non li prenderai in giro e di certo non li deriderai per la loro debolezza e la loro incompetenza. Possono piangere, sfogarsi e lamentarsi davanti a te liberamente, come se fossero bambini piccoli; possono essere viziati, contrariati o testardi. Tuttavia, dopo che hanno finito di sfogare le loro emozioni e di mostrarsi contrariati e testardi, devono fare quello che spetta loro e gestire qualsiasi cosa li attenda. Se ci riescono senza che tu faccia nulla per loro o che li aiuti, questa è un’ottima cosa, e tu avrai un po’ più di tempo libero, non è così? E dato che i tuoi figli ti hanno detto queste cose, dovresti avere una certa consapevolezza di te stesso. I tuoi figli sono cresciuti, sono indipendenti. Volevano solo parlare con te di quella questione, non hanno chiesto il tuo aiuto. Se sei privo di ragionevolezza, potresti pensare: “È una questione importante. Il fatto che me ne parli dimostra che mi rispetti, quindi non dovrei darti dei consigli in merito? Non dovrei aiutarti a prendere una decisione?” Questo si chiama sopravvalutare le tue capacità. I tuoi figli stavano semplicemente parlando con te di quella questione, mentre tu ti stai proprio considerando una figura di rilievo. Questo è inappropriato. I tuoi figli ti hanno parlato della questione perché sei il loro genitore e ti rispettano e si fidano di te. In realtà, da tempo hanno le loro idee in merito, ma ora tu vuoi continuamente intrometterti. Questo non è appropriato. I tuoi figli si fidano di te e tu devi essere degno di questa fiducia. Dovresti rispettare la loro decisione e non intrometterti né interferire nella questione. Se vogliono che tu sia coinvolto, puoi farlo. E supponiamo che, quando lo farai, tu ti renda conto: “Oh, che enorme guaio! Questo influirà sull’assolvimento del mio dovere. Non posso proprio lasciarmi coinvolgere; come credente in Dio, non posso fare queste cose”. A quel punto dovresti immediatamente tirarti fuori dalla questione. Nel caso i tuoi figli vogliano ancora che tu intervenga, penserai: “Non ho intenzione di intromettermi. Dovresti occupartene da solo. Ho dimostrato già abbastanza amorevolezza ascoltando le tue lamentele e tutte queste scemenze. Ho già adempiuto alle mie responsabilità di genitore. Non posso assolutamente intromettermi in questa faccenda. Questo è il pozzo del fuoco e io non mi ci butterò dentro. Se tu vuoi farlo, buttati pure”, ciò non è forse appropriato? Questo si chiama avere una posizione. Non dovresti mai abbandonare i principi o la tua posizione. Queste sono le cose che i genitori dovrebbero fare. Hai capito? Sono cose facili da realizzare? (Sì.) Di fatto sono facili da realizzare, ma se agisci sempre in base ai tuoi sentimenti e ne sei costantemente schiavo, sarà molto difficile per te realizzarle. Sentirai che farlo ti strazia il cuore, che non puoi abbandonare la questione ma neppure fartene carico, e ti troverai in un’impasse. Quale parola si può usare per descrivere questa situazione? “Bloccato”. Sei bloccato lì. Desideri ascoltare le parole di Dio e mettere in pratica la verità, ma non riesci ad abbandonare i tuoi sentimenti; ami molto i tuoi figli, ma senti che tale comportamento è inappropriato, in contrasto con gli insegnamenti e le parole di Dio; sei nei guai. Devi fare una scelta. Puoi abbandonare le aspettative che nutri nei confronti dei tuoi figli e smettere di tentare di gestirli, lasciandoli liberi di spalancare le ali, poiché sono adulti indipendenti, oppure puoi seguirli. Devi scegliere una di queste due opzioni. Se scegli di seguire la via di Dio e di ascoltare le Sue parole, e abbandoni le tue preoccupazioni e i tuoi sentimenti nei confronti dei tuoi figli, allora dovresti fare ciò che spetta a un genitore, mantenere saldamente la tua posizione e i tuoi principi e astenerti dal fare cose che Dio trova ripugnanti e disgustose. Ne sei capace? (Sì.) In realtà, è facile fare queste cose. Non appena abbandoni quel po’ di affetto che nutri, puoi riuscirci. Il metodo più semplice consiste nel non lasciarti coinvolgere nella vita dei tuoi figli e nel lasciare che facciano ciò che vogliono. Se vogliono parlarti delle loro difficoltà, ascoltali. È sufficiente che tu sappia come stanno le cose. Dopo che hanno finito di parlare, di’ loro: “Ti comprendo. C’è qualcos’altro che vuoi dirmi? Se vuoi mangiare, posso prepararti qualcosa. Se non ti va nulla, puoi tornare a casa. Se hai bisogno di soldi, posso dartene un po’. Se hai bisogno di aiuto, farò il possibile. Se non posso aiutarti, dovrai trovare una soluzione da solo”. Se insistono perché tu li aiuti, puoi dire loro: “Abbiamo già adempiuto alle nostre responsabilità nei tuoi confronti. Questo è tutto ciò di cui siamo in grado, puoi vederlo da te; non possediamo le tue stesse capacità. Se vuoi ricercare il successo nel mondo, questo è affar tuo, non tentare di coinvolgerci. Siamo già abbastanza vecchi e quel tempo per noi è ormai passato. La nostra responsabilità di genitori era semplicemente di allevarti fino all’età adulta. Per quanto riguarda il tipo di percorso che intraprendi e il modo in cui tormenti te stesso, lasciaci fuori da queste questioni. Non abbiamo intenzione di tormentarci insieme a te. Abbiamo già portato a termine la nostra missione nei tuoi confronti. Abbiamo le nostre faccende, i nostri modi di vivere e le nostre missioni personali. Le nostre missioni non consistono nel fare cose per te e non abbiamo bisogno del tuo aiuto per portarle a termine. Lo faremo da soli. Non chiederci di farci coinvolgere nella tua vita quotidiana o nella tua esistenza. Sono cose non hanno nulla a che fare con noi”. Esprimiti chiaramente e la questione sarà chiusa lì; all’occorrenza potrai poi metterti in contatto e comunicare con i tuoi figli e farti aggiornare sulla loro situazione. Tutto qui! Quali sono i vantaggi di agire in questo modo? (Rende la vita molto facile.) Quanto meno, avrai gestito la questione dell’amore carnale e familiare in modo appropriato e adeguato. Sia il tuo mondo mentale che quello spirituale saranno sereni, non farai sacrifici inutili né pagherai prezzi extra; ti sottometterai alle orchestrazioni e alle disposizioni di Dio e lascerai che sia Lui a gestire tutte queste cose. Adempirai a ognuna delle responsabilità che spettano alle persone e non farai nessuna delle cose che le persone non devono fare. Non tenderai la mano per farti coinvolgere in questioni che vanno evitate e vivrai come ti dice Dio. La via che Dio dice alle persone di seguire nella vita è il cammino migliore e può consentire loro di vivere in modo molto rilassato, felice, gioioso e sereno. Ma, cosa più importante, non solo vivendo in questo modo avrai più tempo libero ed energia per svolgere il tuo dovere bene e con devozione, ma anche più tempo ed energia per dedicarti alla verità. Per contro, se le tue energie e il tuo tempo sono assorbiti dai tuoi sentimenti, dalla tua carne, dai tuoi figli e dall’amore per la tua famiglia, allora non disporrai di altre energie da dedicare al perseguimento della verità. Non è forse così? (Sì.)
Quando le persone intraprendono una carriera nel mondo, pensano solo a perseguire cose come le tendenze mondane, la fama, il profitto e i piaceri della carne. Questo cosa implica? Che l’energia, il tempo e la giovinezza vengono assorbiti e consumati da queste cose. Si tratta di cose significative? Che cosa ne guadagnerai alla fine? Anche se otterrai fama e profitto, sarà comunque qualcosa di vano. E se invece cambi il tuo modo di vivere? Se il tuo tempo, la tua energia e la tua mente sono assorbiti soltanto dalla verità e dai principi, e se pensi solo a cose positive, per esempio come svolgere bene il tuo dovere e come presentarti davanti a Dio, e investi il tempo e le energie in queste cose positive, allora otterrai qualcosa di diverso. Ciò che otterrai saranno i più considerevoli tra i benefici. Saprai come vivere, come comportarti e come affrontare ogni tipo di persona, evento e cosa. Una volta che saprai come affrontare ogni tipo di persona, evento e cosa, questo ti permetterà in larga misura di sottometterti naturalmente alle orchestrazioni e alle disposizioni di Dio. Quando saprai sottometterti naturalmente alle orchestrazioni e alle disposizioni di Dio, allora, senza nemmeno rendertene conto, diventerai il tipo di persona che Dio accetta e ama. Pensaci, non è forse una cosa positiva? Magari ancora non lo sai, ma vivendo la tua vita e accettando le parole di Dio e le verità principi, arriverai senza accorgertene a vivere, a valutare le persone e le cose, a comportarti e ad agire in base alle parole di Dio. Questo significa che senza rendertene conto ti sottometterai alle parole di Dio, e ti sottometterai ai Suoi requisiti e li soddisferai. A quel punto, senza che tu nemmeno lo sappia, sarai ormai diventato il tipo di persona che Dio accetta e ama e di cui Si fida. Non è meraviglioso? (Sì.) Perciò, se investi le tue energie e il tuo tempo nel perseguire la verità e svolgere bene il tuo dovere, ciò che alla fine otterrai saranno le cose più preziose in assoluto. Al contrario, se vivi sempre per i tuoi sentimenti, per la carne, per i tuoi figli, per il lavoro, per la fama e per il profitto, se sei continuamente invischiato in queste cose, che cosa otterrai alla fine? Solo il vuoto. Non otterrai nulla, ti allontanerai da Dio sempre di più e infine Egli ti sdegnerà completamente. A quel punto, la tua vita sarà finita e avrai perso la tua possibilità di salvezza. Pertanto, i genitori dovrebbero abbandonare tutte le preoccupazioni, gli attaccamenti e i coinvolgimenti emotivi nei confronti dei figli ormai adulti, indipendentemente dalle aspettative che nutrono nei loro confronti. Non dovrebbero riporre nei figli, dalla loro condizione o posizione di genitori, alcuna aspettativa a livello emotivo. Se ne sei capace, è meraviglioso! Come minimo, avrai adempiuto alle tue responsabilità di genitore e sarai agli occhi di Dio un individuo, che si dà il caso sia anche un genitore, all’altezza dei requisiti. Indipendentemente dalla prospettiva umana da cui valuti la questione, vi sono dei principi per ciò che le persone dovrebbero fare e per la prospettiva e la posizione che dovrebbero assumere, e Dio ha degli standard riguardo a queste cose, non è forse così? (Sì.) Concludiamo qui la nostra condivisione sulle aspettative che i genitori nutrono nei confronti dei figli e sui principi che dovrebbero mettere in pratica quando questi raggiungono l’età adulta. Arrivederci!
21 maggio 2023
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