Come perseguire la verità (2) Parte 2

Attraverso questa comunione, avete capito se i pensieri e le opinioni di coloro che dicono sempre di avere un destino avverso sono giusti o sbagliati? (Sono sbagliati.) È chiaro che queste persone sperimentano l’emozione della depressione poiché sono impantanate nell’estremismo. Dal momento che, a causa di pensieri e punti di vista estremi, provano questa emozione estrema della depressione, non sono in grado di affrontare correttamente le cose che accadono nella vita, non riescono a mettere in atto le funzioni che le persone dovrebbero avere, né a svolgere i doveri, le responsabilità o gli obblighi di un essere creato. Perciò, sono come quei vari tipi di individui che sprofondano nelle emozioni negative di cui abbiamo parlato nella nostra ultima condivisione. Sebbene questi individui che pensano di avere un destino avverso credano in Dio e siano in grado di rinunciare alle cose, di sacrificarsi e di seguire Dio, allo stesso tempo non sono capaci di svolgere il loro dovere nella casa di Dio in modo libero, rilassato e privo di vincoli. Perché non riescono a farlo? Perché dentro di loro alberga una serie di pensieri e punti di vista estremi e anormali che fanno sorgere in loro emozioni estreme. Queste emozioni estreme fanno sì che il modo in cui giudicano le cose, il modo in cui pensano e le loro opinioni sulle questioni provengano da un punto di vista estremo, errato e distorto. Considerano le questioni e le persone da questo punto di vista estremo ed erroneo, e di conseguenza vivono, valutano le persone e le cose, si comportano e agiscono ripetutamente sotto l’effetto e l’influenza di questa emozione negativa. Alla fine, indipendentemente dal modo in cui vivono, appaiono così stanchi da non essere in grado di trovare il minimo entusiasmo per la loro fede in Dio e il loro perseguimento della verità. Comunque scelgano di vivere la loro vita, non riescono a svolgere il loro dovere né positivamente né attivamente e, nonostante credano in Dio da molti anni, non si concentrano mai sull’assolvimento del loro dovere con tutto il cuore e tutta l’anima o sull’assolverlo in modo soddisfacente, tanto meno perseguono la verità, naturalmente, o praticano secondo le verità principi. Perché? In ultima analisi, perché pensano sempre di avere un destino avverso e questo li porta a provare emozioni di profonda depressione. Diventano totalmente demoralizzati, impotenti, come cadaveri ambulanti, privi della minima vitalità, non manifestano alcun comportamento positivo o ottimista, e tanto meno alcuna determinazione o forza per dedicare la lealtà che dovrebbero al loro dovere, alle loro responsabilità e ai loro obblighi. Al contrario, lottano con riluttanza per andare avanti, giorno dopo giorno, con un atteggiamento approssimativo, senza meta e in preda alla confusione, addirittura in uno stato di inconsapevolezza. Non hanno idea di quanto a lungo continueranno a cavarsela alla meglio. Alla fine, non possono fare altro che biasimare sé stessi, dicendo: “Oh, continuerò ad andare avanti finché potrò! Se un giorno non ce la facessi più e la chiesa volesse espellermi ed eliminarmi, allora dovrebbe eliminarmi e basta. La ragione è che ho un destino avverso!” Vedi, anche le loro parole suonano così sconfitte. L’emozione della depressione non è un semplice stato d’animo; bensì, cosa più importante, ha un impatto devastante sui pensieri, sul cuore e sul perseguimento delle persone. Se non riesci a cambiare le tue emozioni di depressione in modo tempestivo e rapido, esse non solo influenzeranno tutta la tua vita, ma la distruggeranno e ti condurranno alla morte. Anche se credi in Dio, non sarai in grado di acquisire la verità e la salvezza e, alla fine, perirai. Ecco perché coloro che credono di avere un destino avverso dovrebbero aprire gli occhi subito; non è una cosa positiva il fatto che tentino continuamente di capire se il loro destino è favorevole o avverso, che perseguano sempre un qualche tipo di destino e che si preoccupino costantemente del loro destino. Se prendi il tuo destino sempre molto seriamente, quando affronti una minima interferenza o delusione, oppure fallimenti, battute d’arresto o situazioni di disagio, ti convinci immediatamente che sia dovuto al tuo destino avverso e alla tua cattiva sorte. Così, ricordi ripetutamente a te stesso di essere una persona con un destino avverso, di non avere un destino favorevole come gli altri, e sprofondi continuamente nella depressione, circondato, vincolato e schiavizzato da questa emozione negativa e incapace di venirne fuori. È una situazione molto spaventosa e pericolosa. Se anche questa emozione della depressione non ti renderà più arrogante o ingannevole, né ti porterà a rivelare malvagità, intransigenza o altri tipi analoghi di indole corrotta, e anche se non arriverai al punto di rivelare un’indole corrotta e di sfidare Dio, o di rivelare un’indole corrotta e di violare le verità principi, o di causare intralcio e disturbo o compiere atti malvagi, comunque, in termini di essenza, questa emozione della depressione è una manifestazione gravissima di malcontento nei confronti della realtà. In sostanza, questa manifestazione di insoddisfazione verso la realtà è anche un’insoddisfazione nei confronti della sovranità e delle disposizioni di Dio. E quali sono le conseguenze dell’insoddisfazione verso la sovranità e le disposizioni di Dio? Sono certamente molto gravi e ti porteranno come minimo a ribellarti a Dio e a sfidarLo, e a essere incapace di accettare le Sue parole e la Sua provvista, incapace di capire e indisposto ad ascoltare i Suoi insegnamenti, le Sue esortazioni, i Suoi richiami e i Suoi avvertimenti. Essendo pieno di emozioni di depressione, non sei in grado di accettare gli attuali discorsi di Dio e sei del tutto incapace di accettare la Sua opera concreta o l’illuminazione, la guida, l’aiuto, il sostegno e la provvidenza che lo Spirito Santo ti fornisce. Sebbene Dio stia operando, tu non riesci a percepirlo; nonostante Dio e lo Spirito Santo stiano operando, tu non riesci ad accettarlo. Non sei in grado di accettare queste cose positive, queste richieste e queste disposizioni da parte di Dio, il tuo cuore è colmo e occupato solo da questa emozione della depressione e niente di ciò che Dio fa sortisce in te alcun effetto. Alla fine, perderai ogni parte dell’opera di Dio, ogni passo dei Suoi discorsi e persino ogni fase della Sua opera e della provvista che ti fornisce. Quando le parole di Dio e le fasi della Sua opera saranno tutte compiute, tu sarai ancora incapace di eliminare le tue emozioni di depressione, non riuscirai a liberartene, rimarrai circondato e riempito dall’emozione della depressione e avrai interamente perso l’opera di Dio. Una volta che ciò sarà accaduto, ti troverai di fronte al giudizio e alla condanna manifesti da parte di Dio nei confronti dell’umanità, e quello sarà il momento in cui Egli annuncerà la fine dell’umanità. Solo allora ti renderai conto: “Oh, dovrei riflettere su me stesso, lasciarmi alle spalle queste emozioni di depressione, leggere di più le parole di Dio, presentarmi davanti a Lui per chiederGli aiuto e sostegno, cercare la Sua provvista e il modo di accettare il Suo castigo e il Suo giudizio, e poi essere purificato, così da essere in grado di sottomettermi alla Sua sovranità e alle Sue disposizioni”. Troppo tardi! Ormai quel che è fatto è fatto. È troppo tardi per aprire gli occhi, e cosa ti aspetta? Ti batterai il petto, piangerai e sarai sopraffatto dal rimorso. Sebbene la depressione sia solo un tipo di emozione, poiché la sua natura e le conseguenze che comporta sono così gravi, dovresti esaminare attentamente te stesso e non lasciare che queste emozioni di depressione prendano il sopravvento o controllino i tuoi pensieri e gli obiettivi che persegui. Devi eliminarli e non permettere che diventino una pietra d’inciampo lungo il tuo cammino di perseguimento della verità o un muro che ti impedisce di presentarti davanti a Dio. Se riesci a rendertene conto chiaramente, o se identifichi questa grave emozione della depressione attraverso l’autoesame, allora dovresti cambiare immediatamente rotta, abbandonare questa emozione e lasciarti alle spalle queste emozioni di depressione. Non aggrapparti con testardaggine alla tua rotta, pensando ostinatamente: “Qualunque cosa Dio dica o faccia, so di avere un destino avverso. Questo non può che farmi sentire depresso. Dovrei semplicemente accettarlo e abbandonare ogni speranza”. Affrontare tutto ciò che accade con un tale atteggiamento di negatività denota un’inguaribile ostinazione. Quando ti rendi conto di provare delle emozioni di depressione, dovresti invertire la rotta ed eliminarle il prima possibile. Non aspettare che prendano completamente il sopravvento su di te, perché a quel punto sarà troppo tardi per aprire gli occhi.

DiteMi, credere nel destino è una manifestazione di perseguimento della verità? (No.) Allora qual è l’atteggiamento corretto che le persone dovrebbero assumere nell’affrontare la questione del destino? (Dovrebbero credere nelle orchestrazioni e nelle disposizioni di Dio e sottomettersi a esse.) Esatto. Concentrandosi sempre sul fatto che il proprio destino sia favorevole o avverso, quale problema si può mai risolvere? Riconoscere che il proprio destino è avverso, ma credere che questo destino avverso sia orchestrato e disposto da Dio ed essere disposti a sottomettersi alla Sua sovranità e alle Sue disposizioni: questo punto di vista è corretto o no? (No, è sbagliato.) In che senso è sbagliato? (Perché è un punto di vista comunque legato all’interpretazione che il proprio destino sia favorevole o avverso.) Questa è una regola? Qual è la verità che le persone dovrebbero comprendere qui? (Il destino non si può definire né favorevole né avverso. Tutto ciò che Dio predestina è positivo e le persone dovrebbero sottomettersi a tutte le Sue orchestrazioni.) Le persone dovrebbero credere che il destino è orchestrato e disposto da Dio e, poiché è interamente orchestrato e decretato da Dio, non si può parlarne in termini di favorevole o avverso. Gli individui formulano il giudizio di favorevole o avverso in base alle loro prospettive, alle loro opinioni, alle loro preferenze e ai loro sentimenti, e tale giudizio, in quanto fondato sulle loro fantasie e opinioni, non è conforme alla verità. Alcuni dicono: “Ho un destino meraviglioso, sono nato in una famiglia di credenti. Non sono mai stato influenzato dall’ambiente del mondo dei non credenti e non sono mai stato influenzato, attirato o fuorviato dalle tendenze dei non credenti. Sebbene anch’io abbia un’indole corrotta, sono cresciuto nella chiesa e non sono mai andato fuori strada. Ho un destino davvero favorevole!” Ciò che dicono è corretto? (No.) Perché no? (Il fatto che siano nati in una famiglia di credenti è stato predestinato da Dio, è dipeso dalla Sua sovranità e dalle Sue disposizioni. Non ha nulla a che vedere con il fatto che il loro destino sia favorevole o avverso.) Esatto, hai centrato il punto. È dipeso dalla sovranità e dalle disposizioni di Dio. È un modo in cui Dio dà disposizioni e detiene la sovranità sul destino degli uomini, ed è una forma che il destino può assumere: le persone non devono giudicare la questione sulla base del fatto di avere un destino favorevole o avverso. Alcuni affermano di avere un destino favorevole perché sono nati in una famiglia cristiana: come lo confuteresti? Potresti dire: “Sei nato in una famiglia cristiana e dichiari di avere un destino favorevole, quindi coloro che non sono nati in una famiglia cristiana devono avere un destino avverso. Stai dicendo che Dio ha predisposto per tutte queste persone un destino avverso?” È corretto confutarlo in questo modo? (Sì.) È corretto, sì. Confutandolo in questo modo, dimostri che quanto affermano sul fatto che coloro che sono nati in famiglie cristiane hanno un destino favorevole non sta in piedi e non corrisponde alla verità. Ora la vostra opinione sul destino come favorevole o avverso è un po’ più accurata? (Sì.) Qual è il punto di vista più corretto, più appropriato e più conforme alla verità che le persone dovrebbero avere sulla questione del credere nel destino? Innanzitutto, non potete giudicare il destino come favorevole o avverso dalla prospettiva delle persone del mondo secolare. Inoltre, dovreste avere fede nel fatto che il destino di ogni membro della razza umana è disposto dalla mano di Dio. Alcuni chiedono: “Il fatto che sia disposto dalla mano di Dio significa che è Dio Stesso a disporlo?” No, non è così. Vi è una miriade di modi, mezzi e canali con cui Dio dispone del destino degli uomini e vi sono dettagli complicati relativi a questo nel regno spirituale di cui non parlerò qui. È una questione molto complessa, ma in generale tutto è disposto dal Creatore. Alcune di queste disposizioni sono date da Dio Stesso per vari tipi di individui, mentre altre implicano la categorizzazione dei vari tipi e gruppi di persone secondo i regolamenti, i decreti amministrativi, i principi e i sistemi stabiliti da Dio; in base alla loro categoria e alla traiettoria del loro destino stabilite da Dio, i destini delle persone sono prima disposti e formulati nel regno spirituale, e poi vengono alla luce. Si tratta di una questione ricca di dettagli, ma in generale Dio dispone e detiene la sovranità su tutto questo. La sovranità e le disposizioni di Dio implicano i principi, le leggi e le regole della Sua sovranità e delle Sue disposizioni. Non vi è nulla di favorevole o avverso qui; per Dio tutto segue il suo corso naturale secondo un principio di causa ed effetto. Per quanto riguarda la loro percezione del destino, gli uomini possono avere sentimenti sia positivi che negativi, vi possono essere destini in cui tutto procede senza intralcio, altri che sono pieni di ostacoli, e destini difficili o infelici: non esistono destini favorevoli o avversi. Quale atteggiamento si dovrebbe avere nei confronti del destino? Dovresti rispettare le disposizioni del Creatore, ricercare attivamente e con fervore a che scopo e con quale significato Egli ha disposto tutte queste cose e raggiungere la comprensione della verità, svolgere le tue funzioni più importanti in questa vita decretata da Dio per te, compiere i doveri, le responsabilità e gli obblighi di un essere creato e rendere la tua vita più significativa e di maggior valore, sino a che alla fine il Creatore sarà soddisfatto di te e ti commemorerà. Naturalmente, sarebbe ancora meglio raggiungere la salvezza attraverso la tua ricerca e il tuo impegno indefesso: questo sarebbe l’esito migliore. In ogni caso, per quanto riguarda il destino, l’atteggiamento più appropriato che l’umanità creata dovrebbe assumere non è quello di giudicarlo e circoscriverlo in modo sconsiderato, né di approcciarlo con metodi estremi. Naturalmente, tanto meno si dovrebbe cercare di contrastare, di scegliere o di cambiare il proprio destino, e usare invece il cuore per apprezzarlo, ricercarlo, esplorarlo e assecondarlo, per poi affrontarlo positivamente. Infine, nell’ambiente e nel cammino di vita che Dio ha stabilito per te, dovresti ricercare la via di condotta che Egli ti insegna e il cammino che ti chiede di percorrere, sperimentare in questo modo il destino che Egli ha predisposto per te, e alla fine sarai benedetto. Quando sperimenterai in questo modo il destino che il Creatore ha predisposto per te, non solo apprezzerai la sofferenza, la tristezza, le lacrime, il dolore, la frustrazione e il fallimento, ma, cosa più importante, sperimenterai gioia, pace e conforto, oltre alla luce e all’illuminazione conferite dalla verità che Dio ti dona. Inoltre, quando lungo il tuo cammino di vita ti smarrirai, quando ti troverai di fronte alla frustrazione e al fallimento e dovrai compiere una scelta, sperimenterai la guida del Creatore e alla fine acquisirai la comprensione, l’esperienza e l’apprezzamento di come vivere la vita più significativa di tutte. Allora nella tua vita non ti smarrirai più, non sarai più preda di un costante stato di ansia e, naturalmente, non ti lamenterai più di avere un destino avverso, e tanto meno sprofonderai in emozioni di depressione ritenendo il tuo destino tale. Se hai questo atteggiamento e adotti questo metodo per affrontare il destino che il Creatore ha disposto per te, allora non solo la tua umanità diventerà più normale, non solo arriverai a possedere un’umanità normale e i pensieri, le opinioni e i principi secondo cui valutare le cose dell’umanità normale, ma naturalmente arriverai anche ad avere le opinioni e la comprensione sul significato della vita che i non credenti non avranno mai. I non credenti ripetono continuamente: “Da dove veniamo? Dove andiamo? Perché viviamo?” C’è sempre qualcuno che pone queste domande, e quali sono le risposte che ottengono alla fine? Finiscono per ritrovarsi con dei punti interrogativi, non con delle risposte. Perché non riescono a trovare le risposte a queste domande? Nonostante alcuni individui intelligenti credano nel destino, non hanno idea di come affrontare la questione del destino o di come gestire la molteplicità di difficoltà, di frustrazioni, di fallimenti e di infelicità che si presentano nel loro destino; non sanno nemmeno come approcciare le cose che accadono nel loro destino e che danno loro gioia e felicità, non sanno gestirle. Un minuto dicono di avere un destino favorevole, il minuto dopo lo definiscono avverso; un istante dicono di condurre una vita felice, l’istante dopo di avere una vita sfortunata: entrambe le cose escono dalla stessa bocca. Ne dicono una quando sono felici e un’altra quando sono infelici; ne dicono una quando per loro le cose vanno bene e un’altra quando non vanno bene; sono sempre loro a dire di essere sfortunati e poi a dichiarare di avere un destino favorevole. Vivono evidentemente senza alcuna chiarezza né comprensione. Brancolano sempre nella nebbia, vivono nella confusione, senza alcuna via d’uscita. Pertanto, le persone dovrebbero avere una chiara comprensione e un chiaro percorso da seguire per quanto riguarda come approcciare correttamente il destino, cosa fare e come affrontare questa importante questione di vita. Una volta risolto questo problema, dovrebbero aver acquisito nei confronti del destino atteggiamenti e punti di vista relativamente corretti e conformi alle verità principi, e a quel punto non si spingeranno mai agli estremi in merito a tale questione.

Questi discorsi riguardanti il destino su cui ho appena condiviso sono in linea con la verità? (Sì.) Sapete quali sono le caratteristiche dei discorsi conformi alla verità? (Quando le persone li sentono, percepiscono più chiarezza e agio.) (Sono alquanto concreti e contengono percorsi di pratica.) Esatto, sono alquanto concreti; questo è un modo più preciso per dirlo. Vi sono modi ancora più precisi per descriverlo. Chi altro vuole rispondere? (Sono in grado di risolvere i problemi attuali delle persone.) Questo è l’effetto della loro concretezza. Riescono a risolvere i problemi perché sono concreti. Gli individui credono nel destino, ma hanno sempre la mente invischiata nell’idea di un destino favorevole o avverso; quindi, diteMi, sono interiormente liberi e privi di limitazioni, oppure sono vincolati? (Sono vincolati.) Se non comprendi la verità, sarai costantemente vincolato da quest’idea. Una volta compresa la verità, oltre a percepire la sua concretezza e il fatto che hai una strada da percorrere, cos’altro proverai? (Senso di liberazione.) Esatto, ti sentirai libero e privo di vincoli. Quando avrai un percorso di pratica e non sarai più intrappolato, il tuo spirito non sarà forse libero e privo di vincoli? Quelle opinioni distorte e assurde non saranno in grado di limitare i tuoi pensieri né le tue azioni; avrai un cammino da seguire e non sarai più controllato da quelle opinioni. Una volta che avrai ascoltato la comunione di Dio sul destino degli uomini, ti sentirai libero e privo di vincoli e dirai: “Oh, allora è così! Wow, la mia comprensione del destino era così distorta ed estrema prima! Ora ho capito, e non mi affligge più l’idea fallace per cui il destino è favorevole o avverso. Non mi disturba più. Se non lo avessi capito, avrei continuato a pensare di avere un destino favorevole un momento, e improvvisamente avverso il momento dopo, e mi sarei sempre chiesto se il mio destino fosse favorevole o avverso! Non avrei mai smesso di preoccuparmi”. Una volta compresa questa verità, otterrai un cammino da seguire, avrai un’opinione accurata sulla questione e un preciso percorso di pratica: questo significa essere libero e privo di vincoli. Quindi, per discernere se le parole di qualcuno sono in accordo con le verità principi e se sono la verità, devi valutare se sono concrete o meno; allo stesso tempo, dovresti vedere se, una volta ascoltate tali parole, le tue difficoltà e i tuoi problemi sono risolti: se è così, allora ti sentirai libero e privo di vincoli, come se un pesante fardello ti fosse stato tolto. Pertanto, ogni volta che comprenderai una verità principio, sarai in grado di risolvere alcuni problemi correlati e di mettere in pratica alcune verità, e questo ti farà sentire libero e privo di vincoli. Non sarà questo l’esito? (Sì.) Ora capisci quale effetto ha esattamente la verità? (Sì.) Quale effetto può avere la verità? (Può far sentire le persone spiritualmente libere e prive di vincoli.) La verità ha solo questo effetto? Solo quest’unica sensazione? (In primo luogo, essa elimina i punti di vista fallaci ed estremi che gli individui nutrono nei confronti delle cose. Una volta che gli individui valuteranno le cose in modo puro e in linea con la verità, si sentiranno spiritualmente liberi e privi di vincoli e non saranno più vincolati né disturbati dalle cose negative che provengono da Satana.) Oltre a farti sentire spiritualmente libero e privo di vincoli, l’aspetto cruciale è che tutto ciò può permetterti di entrare in una certa verità realtà, così da non essere più vincolato né influenzato da pensieri e punti di vista errati e distorti. Questi ultimi verranno rimpiazzati dai principi di pratica della verità, e allora potrai entrare in quella verità realtà. Concludo qui la Mia comunione in merito alle manifestazioni di coloro che si sentono depressi perché pensano di avere un destino avverso.

Un’altra ragione per cui alcuni si deprimono è che, sebbene non pensino che il loro destino sia poi tanto negativo, hanno la sensazione di essere sempre sfortunati e che non capiti mai loro nulla di buono, proprio come dicono i non credenti: “La Dea Bendata mi ignora sempre”. Anche se non pensano che la loro situazione sia così negativa, e sono alti e di bell’aspetto, istruiti, talentuosi e lavoratori capaci, si chiedono perché la Dea Bendata non li favorisca mai. Questo li fa sentire sempre insoddisfatti e si ritengono costantemente sfortunati. L’anno in cui devono sostenere gli esami di ammissione all’università, hanno il cuore colmo di speranza di essere ammessi, ma quando arriva il giorno degli esami prendono l’influenza e viene loro la febbre. Questo inficia il loro rendimento agli esami e non riescono a entrare all’università per due o tre punti. Pensano: “Come ho potuto essere così sfortunato? Sono bravo nello studio e di solito mi impegno molto. Perché mi è venuta la febbre proprio il giorno degli esami di ammissione all’università? È proprio un colpo di sfortuna. Oh, cielo! È il primo evento importante della mia vita e ho subìto una battuta d’arresto. Cosa dovrei fare adesso? Spero di avere una sorte migliore in futuro”. Ma più avanti nella loro vita incontrano difficoltà e problemi di tutti i tipi. Per esempio, un’azienda sta assumendo nuovo personale e loro si stanno preparando a fare domanda, quando scoprono che tutti i posti vacanti sono stati occupati e l’azienda non ha bisogno di nessun altro. Si chiedono: “Come ho potuto avere una tale sfortuna? Perché ogni volta che si presenta una buona occasione vengo ignorato? Che scalogna!” E il primo giorno in cui iniziano a lavorare da qualche parte, altre persone sono appena state promosse a manager, vice manager e capo reparto. Per quanto loro si impegnino, non serve a nulla: dovranno aspettare la prossima occasione per una promozione. Poiché lavorano bene e i loro superiori li stimano, sono convinti che la prossima volta verranno promossi, ma alla fine i loro superiori fanno arrivare un manager dall’esterno e loro vengono di nuovo scavalcati. Pensano: “Oh, cielo! A quanto pare sono davvero scalognato. Non ho mai fortuna, la Dea Bendata non mi favorisce mai”. In seguito acquisiscono fede in Dio e, dato che amano scrivere, sperano di essere in grado di svolgere un dovere di redazione testuale, ma alla fine non svolgono bene la prova e vengono scartati. Pensano: “Di solito scrivo molto bene: perché non sono riuscito a svolgere bene la prova? Dio non mi ha illuminato né guidato! Pensavo che svolgendo un dovere di redazione testuale sarei stato in grado di nutrirmi di più delle parole di Dio e di comprendere meglio la verità. Peccato che sia stato sfortunato. Anche se il mio piano era buono, non è andato in porto”. Alla fine scelgono tra molti altri doveri, dicendo: “Andrò a diffondere il Vangelo in un gruppo per l’evangelizzazione”. All’inizio le cose nel gruppo vanno bene e sentono stavolta di aver trovato il loro posto, di poter mettere a frutto le loro capacità. Si ritengono intelligenti, capaci nel loro lavoro e disposti a svolgere lavoro concreto. Con l’impegno riescono a ottenere alcuni risultati e diventano supervisori. Tuttavia, poi commettono qualche errore e il leader viene a saperlo. Viene detto loro che ciò che hanno fatto va contro i principi e che ha influito negativamente sul lavoro della chiesa. Dopo che l’intero gruppo è stato potato, qualcuno dice loro: “Stavamo andando alla grande prima che arrivassi tu. Poi sei entrato nel gruppo e siamo stati potati per la prima volta”. Allora si chiedono: “Non sarà di nuovo la mia sfortuna?” Qualche tempo dopo, il personale viene riassegnato a causa di cambiamenti nel lavoro di evangelizzazione e loro passano dal ruolo di supervisori a semplici membri del gruppo e vengono mandati a diffondere il Vangelo in una nuova area. Pensano: “Oh no, sto retrocedendo invece di progredire. Nessuno è stato riassegnato prima del mio arrivo, quindi come mai questa riassegnazione generale avviene adesso che ci sono io? Ora che sono stato mandato qui, non ho alcuna speranza di essere promosso”. In questa nuova area vi sono poche chiese e pochi membri, e costoro trovano difficoltà a iniziare il lavoro e non hanno esperienza. Impiegano del tempo per ambientarsi e affrontano anche la difficoltà della barriera linguistica, quindi cosa possono fare? Vorrebbero arrendersi e andarsene, ma non osano farlo; vorrebbero eseguire bene il loro dovere, ma lo trovano così difficile e faticoso, e pensano: “Oh, il motivo è la mia enorme sfortuna! Come posso modificare la mia sorte?” Ovunque si voltino si trovano sempre in un vicolo cieco, provano la costante sensazione di essere sfortunati, che qualcosa blocchi ogni loro mossa, e trovano difficoltà a compiere ogni singolo passo. Hanno fatto molti sforzi per ottenere un qualche risultato e vedere un po’ di speranza, ma poi le circostanze sono cambiate e la speranza è svanita, e non hanno altra scelta che ricominciare tutto da capo. Si deprimono sempre di più, e pensano: “Perché è così difficile per me ottenere qualche risultato e avere l’approvazione degli altri? Perché è così difficile crearmi una posizione solida all’interno di un gruppo? Perché è così difficile essere qualcuno che piace e viene approvato dalla gente? Perché niente procede mai bene e senza intoppi? Perché tante cose vanno male nella mia vita? Perché incontro così tanti ostacoli? Perché mi ritrovo sempre in un vicolo cieco in tutto ciò che faccio?” In particolare, alcune persone non svolgono mai bene il loro dovere, ovunque vadano, e vengono continuamente sostituite ed eliminate. Si deprimono e si credono sempre sfortunate, pensando: “Sono come un cavallo veloce che non viene mai notato. Come dice il proverbio: ‘Ci sono molti cavalli veloci, ma pochi sanno riconoscerli’. Io sono come un cavallo veloce che non viene scoperto. In fin dei conti, sono solo sfortunato e, ovunque vada, non riesco a concludere nulla o a ottenere risultati in alcun ambito. Non riesco mai a mettere a frutto e a mostrare i miei punti di forza, né a ottenere ciò che voglio. Oh, sono così scalognato! Quale sarà il motivo?” Hanno sempre la sensazione di essere sfortunati e passano tutto il tempo in preda all’ansia, pensando: “Oh, no! Ti prego, non farmi riassegnare a un altro dovere”, o: “Oh, no! Ti prego, fa’ che non accada nulla di brutto”, o: “Oh, no! Ti prego, fa’ che non cambi nulla”, oppure: “Oh, no! Ti prego, fa’ che non emergano altri problemi gravi”. Non solo si deprimono, ma si sentono anche incredibilmente a disagio, inquieti, irritabili e ansiosi. Pensano sempre di avere una cattiva sorte, quindi si sentono incredibilmente depressi, e questa depressione deriva dalla loro sensazione soggettiva di essere sfortunati. Si sentono costantemente sfortunati, non ottengono mai una promozione, non riescono mai a diventare capigruppo o supervisori e non hanno mai la possibilità di distinguersi dalla massa. Queste cose belle a loro non accadono mai e non riescono a capire il perché. Pensano: “Non ho alcun tipo di carenza, quindi perché non piaccio a nessuno ovunque vada? Non ho mai offeso nessuno né voluto rendere le cose difficili ad alcuno, dunque perché sono così sfortunato?” Dal momento che si aggrappano sempre a questi sentimenti, l’emozione della depressione li assale costantemente, come una voce che dice: “Sei sfortunato, quindi non compiacerti di te stesso, non metterti in mostra e non voler sempre emergere. Sei sfortunato, quindi non pensare neppure di diventare un leader. Sei sfortunato, quindi devi prestare più attenzione mentre svolgi il tuo dovere e devi porti dei freni, nel caso in cui un giorno tu venga smascherato e sostituito, o nel caso in cui qualcuno ti segnali alle spalle e approfitti di qualcosa per danneggiarti, o nel caso in cui sia sempre tu a prendere l’iniziativa, commetta un errore e venga potato. Anche se diventi leader, devi essere sempre attento e cauto, come se stessi camminando sul filo del rasoio. Non essere arrogante, sii umile”. Questa emozione negativa li ammonisce continuamente a essere umili, ad andare in giro con la coda tra le gambe e a non comportarsi mai più con la minima dignità. L’idea, il pensiero, la prospettiva o la consapevolezza di avere una cattiva sorte li richiama sempre a non essere positivi né attivi, a non mettersi in mostra e a non esporsi. Al contrario, devono continuare a essere depressi, senza osare vivere davanti agli altri. Anche se si sta in tanti nella stessa casa, costoro devono trovare un posto in disparte dove sedersi senza dare nell’occhio. Non devono dare l’impressione di essere troppo arroganti, poiché nel momento in cui inizieranno a mostrarsi tali la loro sfortuna li colpirà. Poiché l’emozione della depressione li circonda costantemente e nel loro intimo li ammonisce sempre in merito a queste cose, sono pavidi e cauti in tutto ciò che fanno. Si sentono sempre a disagio nel loro cuore, non riescono mai a trovare un posto adatto a loro e non riescono mai a mettere tutto il loro cuore, tutta la loro mente e tutta la loro forza nell’adempimento delle loro responsabilità e dei loro obblighi. È come se fossero costantemente sulla difensiva e attendessero che accada qualcosa. Si premuniscono contro gli attacchi della sfortuna, contro le cose brutte e le situazioni di disagio che la loro cattiva sorte li costringerà ad affrontare. Pertanto, a parte la loro lotta interiore, è principalmente l’emozione della depressione a dominare i modi e i metodi con cui valutano le persone e le cose, si comportano e agiscono. Usano sempre la fortuna e la sfortuna per giudicare il proprio comportamento e per stabilire se i modi in cui valutano le persone e le cose, in cui si comportano e agiscono sono corretti, ed è questo il motivo per cui sprofondano ripetutamente in questa emozione della depressione e non riescono a uscirne, e per cui non sono in grado di usare i pensieri e i punti di vista corretti per affrontare le cosiddette “sventure”, o per gestire e risolvere quella che chiamano la loro terribile malasorte. Prede di tale circolo vizioso, sono costantemente controllati e influenzati dall’emozione della depressione. Con grande fatica, riescono ad aprire il cuore e a condividere sul loro stato o sulle loro idee con gli altri, ma poi, durante le riunioni, le parole pronunciate dai fratelli e dalle sorelle in comunione toccano intenzionalmente o meno il loro stato e il nocciolo del loro problema, e questo li fa sentire come se il loro orgoglio e la loro dignità fossero stati feriti. Credono che anche questa sia una manifestazione della loro sfortuna e pensano: “Vedi? È stato così difficile per me parlare di ciò che avevo nel cuore, e non appena lo faccio qualcuno ne approfitta e cerca di ferirmi. Sono davvero sfortunato!” Credono che dipenda dalla loro cattiva sorte e che, quando una persona è sfortunata, tutto sia contro di lei.

Che problema hanno coloro che pensano sempre di essere sfortunati? Usano sempre il criterio della fortuna per giudicare se le loro azioni sono giuste o sbagliate, per valutare la strada da seguire, le esperienze da fare e i problemi che si trovano ad affrontare. Questo atteggiamento è corretto o sbagliato? (Sbagliato.) Definiscono le cose negative come sfortunate e quelle positive come fortunate o proficue. Questa prospettiva è corretta o sbagliata? (Sbagliata.) Valutare le cose da una prospettiva di questo tipo è sbagliato. Si tratta di un metodo e di uno standard di valutazione estremo e scorretto. Tale metodo porta spesso gli individui a sprofondare nella depressione, a sentirsi a disagio, a pensare che nulla vada mai come vorrebbero e che non otterranno mai ciò che desiderano, e questo li porta a sentirsi sempre ansiosi, irritabili e a disagio. Quando queste emozioni negative rimangono irrisolte, costoro sprofondano costantemente nella depressione e hanno l’impressione che Dio non li favorisca. Pensano che Egli conceda la Sua grazia agli altri mentre a loro no, e che Si prenda cura degli altri ma non di loro. “Perché mi sento sempre inquieto e ansioso? Perché mi succedono sempre cose brutte? Perché non mi capitano mai cose belle? Solo una volta, è tutto ciò che chiedo!” Quando valuti le cose con questo tipo di pensiero e di prospettiva errati, cadi nella trappola della buona e della cattiva sorte. Quando cadi di continuo in questa trappola, ti senti costantemente depresso. In preda a questa depressione, diventi particolarmente suscettibile a verificare che ciò che ti capita corrisponda a buona o a cattiva sorte. Quando ciò accade, dimostra che questa prospettiva e questa idea di fortuna e sfortuna hanno assunto il controllo su di te. Quando sei controllato da questo tipo di prospettiva, il tuo punto di vista e il tuo atteggiamento nei confronti di persone, eventi e cose non rientrano più nella sfera della coscienza e della ragione dell’umanità normale, e sono invece precipitati in una sorta di estremismo. Quando cadi nell’estremismo, non riesci a emergere dalla depressione. Continui ripetutamente a deprimerti, e anche se di solito non ti senti depresso, non appena qualcosa va storto, non appena senti che è successo qualcosa di sfortunato, sprofondi immediatamente nella depressione. Questa depressione influenzerà i tuoi normali giudizi e processi decisionali, e persino la tua felicità, la tua rabbia, il tuo dolore e la tua gioia. Quando influisce sulla tua felicità, la tua rabbia, il tuo dolore e la tua gioia, allora disturba e distrugge lo svolgimento del tuo dovere, nonché la tua volontà e il tuo desiderio di seguire Dio. Quando queste cose positive vengono distrutte, le poche verità che hai capito svaniscono nel nulla e non ti sono di alcun aiuto. Ecco perché, quando cadi in questo circolo vizioso, ti risulta difficile mettere in pratica le poche verità principi che hai compreso. È solo quando senti che la fortuna è dalla tua parte, quando non sei oppresso dalla depressione, che riesci a pagare controvoglia un minimo prezzo, a sopportare qualche avversità e a mostrare un briciolo di sincerità mentre fai ciò che sei disposto a fare. Non appena senti che la fortuna ti ha abbandonato e che ti stanno di nuovo capitando delle sventure, la depressione riassume il controllo su di te e perdi immediatamente la sincerità, la lealtà e la volontà di sopportare le avversità. Pertanto, coloro che pensano di essere sfortunati o che prendono la sorte molto seriamente sono proprio come quelli che credono di avere un destino avverso. Provano spesso emozioni molto estreme: in particolare, scivolano sovente in emozioni negative come la depressione. Sono particolarmente negativi e deboli e sono persino soggetti a sbalzi d’umore. Quando si sentono fortunati, sono pieni di gioia, di energia, riescono a sopportare le avversità, a pagare un prezzo, a dormire meno la notte e a mangiare meno durante il giorno, sono disposti a patire qualsiasi avversità e per un entusiasmo del momento sanno anche offrire di buon grado la propria vita. Quando invece hanno l’impressione di essere stati sfortunati negli ultimi tempi, quando nulla sembra andare per il verso giusto, l’emozione della depressione si impossessa immediatamente del loro cuore. I voti e i propositi fatti in precedenza vengono tutti annullati; all’improvviso sono come palloni sgonfi, incapaci di trovare l’energia, o come pozzanghere fangose, e non hanno voglia di fare né dire nulla. Pensano: “Le verità principi, il perseguimento della verità, il raggiungimento della salvezza, la sottomissione a Dio: nulla di tutto ciò mi riguarda. Sono sfortunato e, per quante verità io pratichi o per quanto elevato sia il prezzo che pago, è tutto inutile: non otterrò mai la salvezza. Sono finito. Attraggo la scalogna come una calamita, sono un individuo sfortunato. Ebbene, così sia: sono sfortunato in ogni caso!” Vedi, un attimo sono come un pallone talmente pieno d’aria da essere sul punto di scoppiare, e un attimo dopo sono del tutto sgonfi. Questo non è forse un problema? Da dove deriva? Qual è la causa principale? Sono costantemente attenti alla propria sorte, come se analizzassero il mercato azionario per vedere se sale o scende, se è un mercato toro oppure orso. Sono sempre nevrotici, estremamente suscettibili riguardo alla loro sorte e incredibilmente testardi. Simili individui estremi restano spesso impantanati nell’emozione della depressione perché si preoccupano troppo della propria sorte e vivono in base al proprio umore. Se quando si alzano al mattino sono di cattivo umore, pensano: “Oh, no! Scommetto che oggi non sarà un giorno fortunato. Ho un tic alla palpebra sinistra da diversi giorni, la lingua rigida e i pensieri rallentati. Mi sono morso la lingua mentre mangiavo e la notte scorsa ho fatto un brutto sogno”. Oppure pensano: “Le prime parole che ho sentito pronunciare da qualcuno oggi mi sono sembrate un cattivo presagio”. Sono continuamente paranoici, si arrovellano su queste chiacchiere insensate e ne fanno materia di studio. Sono incredibilmente preoccupati, sempre e costantemente, della propria sorte, della propria direzione e del proprio umore. Osservano inoltre gli sguardi, gli atteggiamenti e persino il tono di voce che tutti i fratelli e le sorelle nella chiesa adottano nei loro confronti. Hanno il cuore occupato da queste cose, che li rendono sempre depressi. Sanno di non essere in una buona condizione, eppure non pregano Dio, né ricercano la verità per risolverla e, qualunque tipo di indole corrotta rivelino, non vi prestano attenzione e non la prendono sul serio. Questo non è forse un problema? (Sì.)

Questi individui che si preoccupano sempre di avere una buona o una cattiva sorte hanno un modo corretto di valutare le cose? Esistono la fortuna e la sfortuna? (No.) Qual è la base per dire che non esistono? (Le persone che incontriamo e le cose che ci accadono ogni giorno sono determinate dalla sovranità e dalle disposizioni di Dio. Non esistono né la buona né la cattiva sorte; tutto accade per necessità e cela un significato.) Ciò è corretto? (Sì.) Questa visione è corretta ed è la base teorica per affermare che la sorte non esiste. Qualsiasi cosa ti accada, bella o brutta che sia, è normale, proprio come il tempo che cambia nelle quattro stagioni: non può esserci il sole tutti i giorni. Non puoi dire che le giornate di sole siano state decise da Dio, mentre quelle nuvolose, di pioggia, vento e tempesta no. Tutto è determinato dalla sovranità e dalle disposizioni di Dio ed è generato dall’ambiente naturale. Questo ambiente naturale si crea secondo le leggi e le regole che Dio ha disposto e decretato. Tutto ciò è necessario e inevitabile, quindi qualunque tipo di tempo meteorologico è generato e causato dalle leggi naturali. Non c’è nulla di buono o di cattivo: a essere buono o cattivo è solo il modo in cui le persone si sentono al riguardo. Le persone non si sentono bene quando piove, tira vento, è nuvoloso oppure grandina. In particolare, non amano la pioggia e l’umidità: hanno dolore alle articolazioni e si sentono deboli. Potrai anche sentirti male nei giorni di pioggia, ma puoi mai definirli sfortunati? Questa è solo una sensazione che il tempo suscita nelle persone: la sorte non ha nulla a che fare con il fatto che piova. Potresti definire positive le giornate di sole. Se per tre mesi splende il sole, senza una singola goccia di pioggia, le persone si sentono bene. Vedono il sole ogni giorno, un tempo asciutto e caldo, con una leggera brezza occasionale, e possono uscire all’aperto quando vogliono. Ma per le piante non è un bene e le messi si seccano a causa della siccità, per cui quell’anno non c’è raccolto. Quindi, il fatto che tu ti senta bene significa che si tratta davvero di una cosa positiva? In autunno, quando non avrai cibo da mangiare, dirai: “Oh, cielo, non va bene nemmeno avere troppe giornate di sole. Se non piove, le colture ne risentono, non c’è cibo da raccogliere e la gente soffre la fame”. A quel punto, ti renderai conto che neppure una serie infinita di giornate di sole è una cosa positiva. Il fatto è che una persona si sente bene o male per qualcosa sulla base delle sue motivazioni, dei suoi desideri e dei suoi interessi egoistici, non in base all’essenza della cosa in sé. Quindi, il fondamento su cui le persone valutano se qualcosa è positivo o negativo è impreciso. Per questo motivo, sono imprecise anche le conclusioni finali che traggono. Tornando al tema della fortuna e della sfortuna, ora tutti sanno che questo discorso sulla sorte non regge e che essa non è né buona né cattiva. Le persone, gli eventi e le cose che incontri, siano essi buoni o cattivi, sono tutti determinati dalla sovranità e dalle disposizioni di Dio, quindi dovresti affrontarli in modo corretto. Accetta da Dio ciò che è positivo così come ciò che è negativo. Non definirti fortunato quando accadono cose positive, e sfortunato quando ne accadono di negative. Si può solo dire che tutte queste cose contengono un insegnamento da trarre e che non bisogna rifiutarle né evitarle. Ringrazia Dio per le cose belle, ma anche per quelle brutte, poiché sono state tutte disposte da Lui. Le persone, gli eventi, le cose e gli ambienti positivi forniscono lezioni da apprendere, ma c’è ancora più da imparare dalle persone, dagli eventi, dalle cose e dagli ambienti negativi. In entrambi i casi, sono esperienze e situazioni che dovrebbero far parte della vita di una persona. Non andrebbero valutate in base all’idea di sorte. Quindi, quali sono i pensieri e le prospettive di coloro che giudicano le cose come buone o cattive in base alla sorte? Qual è l’essenza di questi individui? Perché prestano tanta attenzione alla fortuna e alla sfortuna? Coloro che si concentrano tanto sulla sorte sperano di averla buona o cattiva? (Buona.) Esatto. In realtà, desiderano essere fortunati e che accadano loro cose positive, e si limitano ad approfittarne e a trarne profitto. Non si preoccupano di quanto il prossimo soffra, né di quante privazioni o avversità debba sopportare. Non vogliono che accada loro nulla che considerino sfortunato. In altre parole, non vogliono che accada loro alcunché di negativo: nessuna battuta d’arresto, nessun fallimento o nessuna situazione di disagio, nessuna potatura, nessuna perdita, nessuno svantaggio e nessun inganno. Se succede qualcosa di simile, lo considerano una sfortuna. Chiunque lo disponga, se succedono cose brutte si tratta di malasorte. Sperano che accadano loro tutte cose positive, dall’essere promossi, distinguersi dalla massa e trarre dei vantaggi a spese altrui, fino al trarre profitto da qualcosa, guadagnare molti soldi o diventare funzionari di alto rango, e ritengono questa una buona sorte. Valutano sempre le persone, gli eventi e le cose che incontrano in base alla sorte. Sperano nella fortuna e non nella sfortuna. Non appena la minima cosa va storta, provano rabbia, fastidio e malcontento. Per dirla senza mezzi termini, simili individui sono egoisti. Perseguono l’obiettivo di trarre dei vantaggi a spese degli altri, di ottenere profitto personale, di elevarsi e di distinguersi dalla massa. Sarebbero soddisfatti se ogni tipo di cosa buona capitasse solo a loro. Questa è la loro natura essenza, è questo il loro vero volto.

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