Come perseguire la verità (3) Parte 1
A che punto siamo arrivati nella nostra condivisione nell’ultima riunione? Stavamo condividendo su come perseguire la verità, tema che riguarda due argomenti fondamentali che sono principalmente due aspetti della pratica. Qual è il primo? (Il primo è abbandonare.) E il secondo? (Il secondo è dedicarsi.) Il primo è abbandonare e il secondo è dedicarsi. Per quanto riguarda la pratica dell’“abbandonare”, abbiamo per prima cosa condiviso sull’abbandonare varie emozioni negative. Il primo aspetto dell’“abbandonare” consiste nell’abbandonare varie emozioni negative. Quando abbiamo parlato di abbandonare varie emozioni negative, quali abbiamo menzionato? (La prima volta Dio ha parlato di inferiorità, odio e rabbia, la seconda volta di depressione.) La prima volta ho parlato della necessità di abbandonare l’odio, la rabbia e l’inferiorità: queste tre emozioni negative sono state quelle di cui ho parlato principalmente, e poi ho anche menzionato di sfuggita la depressione. La seconda volta ho parlato della pratica di abbandonare la depressione, una delle emozioni negative. Le persone possono essere depresse per i motivi più disparati, e l’ultima volta ho parlato soprattutto di diversi modi in cui l’emozione negativa della depressione può nascere. DiteMi, quali cause principali ho indicato per l’emergere dell’emozione della depressione? (Dio, le cause sono in tutto tre. La prima è che gli individui sentono sempre di avere un destino avverso; la seconda è che incolpano la loro cattiva sorte quando accadono loro delle cose; la terza è il caso in cui in passato hanno commesso gravi trasgressioni, o compiuto azioni sciocche o ignoranti, che li hanno fatti sprofondare nella depressione.) Queste sono le tre principali. Nel primo caso, le persone spesso si deprimono perché credono di avere un destino avverso; nel secondo sono frequentemente depresse perché si credono sfortunate; nel terzo è l’aver commesso gravi trasgressioni a farle sentire spesso depresse. Queste sono le tre cause principali. L’emozione della depressione non è un sentimento passeggero di negatività o tristezza. È invece un’emozione negativa abituale e ricorrente della mente, provocata da determinate cause. Questa emozione negativa porta ad avere molti pensieri, opinioni e punti di vista negativi, e persino molti pensieri, punti di vista, comportamenti e metodi estremi e distorti. Non si tratta di uno stato d’animo temporaneo o di un’idea passeggera; è un’emozione negativa ricorrente e abituale che non svanisce mai e che accompagna le persone nella loro vita, nell’intimo del loro cuore e nel profondo della loro anima, e nei loro pensieri e nelle loro azioni. Questa emozione negativa non solo influisce sulla coscienza e sulla ragione della normale umanità degli individui, ma può anche avere un impatto sui vari punti di vista, opinioni e prospettive che hanno nel modo in cui valutano le persone e le cose, nonché nella loro condotta e nelle loro azioni nella vita quotidiana. È quindi necessario esaminare, analizzare e riconoscere le diverse emozioni negative, prima di abbandonarli e trasformarli uno per uno; poi, sforzati di lasciarteli gradualmente alle spalle in modo che la tua coscienza e la tua ragione, così come l’assetto mentale della tua umanità, diventino normali e concreti, e affinché il modo in cui valuti le persone e le cose, in cui ti comporti e in cui agisci nella tua vita quotidiana non siano più influenzati, controllati o addirittura oppressi da queste emozioni negative: questo è l’obiettivo principale dell’analizzare queste varie emozioni negative e acquisirne discernimento. Lo scopo principale non è che tu ascolti ciò che dico, che lo impari, lo comprenda e poi null’altro, ma piuttosto che tu capisca attraverso le Mie parole quanto esattamente le emozioni negative siano dannose e quanto grande sia il loro impatto sulla vita quotidiana degli individui, sul modo in cui valutano le persone e le cose, sulla loro condotta e sul loro comportamento.
In precedenza abbiamo condiviso inoltre sul fatto che, in una certa misura, queste emozioni negative non raggiungono il livello di un’indole e di un’essenza corrotte, ma facilitano e aggravano in una certa misura l’indole corrotta degli individui, in quanto forniscono loro una base per agire secondo la loro indole corrotta e, mentre albergano in loro, danno loro un motivo in più per vivere secondo la loro indole corrotta, nonché una ragione per valutare ogni persona e ogni cosa in base alla loro indole corrotta. Quindi, tutte queste emozioni negative vanno a impattare in varia misura sulla vita quotidiana delle persone e, fino a un certo punto, ne influenzano e controllano i vari pensieri, e influiscono sugli atteggiamenti, sulle prospettive e sui punti di vista che le persone hanno in merito alla verità e a Dio. Si può dire che queste emozioni negative non hanno assolutamente un buon impatto sulle persone, né alcun effetto positivo o vantaggioso, e che, al contrario, possono solo danneggiarle. Per questo motivo, quando gli uomini vivono in preda a queste emozioni negative, i loro cuori ne sono naturalmente influenzati e controllati, e loro non possono fare a meno di vivere in uno stato di negatività, arrivando persino a adottare opinioni estreme sulle persone e sulle cose in base a punti di vista assurdi. Quando si valuta una persona o una cosa dalla prospettiva e dal punto di vista delle emozioni negative, è naturale che gli atteggiamenti, gli approcci e gli effetti del comportamento e delle azioni che si producono vengano contaminati da emozioni estreme, negative e di depressione. Tali emozioni portano a sviluppare disobbedienza e malcontento nei confronti di Dio, a incolparLo, a sfidarLo e persino a opporsi a Lui, oltre che, naturalmente, a odiarLo. Per esempio, quando qualcuno crede di avere un destino avverso, a chi dà la colpa? Magari non lo dice, ma in cuor suo crede che Dio abbia agito in modo sbagliato e sia ingiusto, e pensa: “Perché Dio ha creato quel tale così attraente? Perché ha permesso che nascesse in una famiglia così illustre? Perché gli ha fornito tali doni? Perché gli ha donato una così buona levatura? Perché la mia è così scarsa? Perché Dio ha fatto in modo che lui diventasse leader? Perché non tocca mai a me? Perché non ho mai avuto nemmeno una volta la possibilità di essere leader? Perché a lui va tutto così liscio e invece a me, quando faccio qualcosa, niente procede mai bene o senza intoppi? Perché ho un destino così sventurato? Perché mi accadono cose tanto diverse? Perché mi succedono solo cose brutte?” Sebbene questi pensieri derivanti da emozioni di depressione non portino le persone a incolpare Dio o a opporsi a Lui e al proprio destino nella loro coscienza soggettiva, essi le portano a sprofondare spesso e involontariamente in emozioni di disobbedienza, malcontento, risentimento, invidia e odio nell’intimo del loro cuore. Nei casi più gravi, possono persino portarle a sviluppare pensieri e comportamenti più estremi. Per esempio alcuni, quando vedono che qualcun altro ottiene risultati migliori di loro e viene lodato da Dio, provano invidia e disprezzo. Di conseguenza, una serie di azioni meschine prende il via: parlano male dell’altra persona e la sminuiscono alle sue spalle, compiono di nascosto azioni subdole e irragionevoli, e così via. L’insorgere di questa serie di questioni è direttamente collegato alla loro depressione e alle loro emozioni negative. Questi pensieri, comportamenti e approcci che derivano dalle loro emozioni di depressione possono sembrare all’inizio solo dei tipi di emozioni, ma, con il progredire delle cose, queste emozioni negative e di depressione possono incoraggiare sempre più le persone a vivere secondo la loro indole satanica corrotta. Se invece gli individui comprendono la verità e vivono in base alla normale umanità, quando queste emozioni negative e di depressione sorgono in loro, la loro coscienza e la loro ragione possono prontamente entrare in azione, ed essi riescono a percepire la presenza e il disturbo di queste emozioni di depressione e a vederle con chiarezza. Riescono quindi a lasciarsele rapidamente alle spalle e, quando si trovano ad affrontare persone, eventi e cose nella loro situazione attuale, sanno esprimere giudizi ragionevoli e valutare ragionevolmente le situazioni che incontrano e le cose che sperimentano dalla giusta prospettiva. Quando le persone fanno tutte queste cose razionalmente, la cosa più elementare che saranno in grado di ottenere è accettare il controllo da parte della coscienza e della ragione dell’umanità normale. Meglio ancora, se comprendono la verità, saranno in grado di agire conformemente alle verità principi in modo più ragionevole, sulla base della loro coscienza e della loro ragione, e non si comporteranno né agiranno sotto il dominio della loro indole corrotta. Se al contrario le emozioni negative assumono una posizione predominante nel loro cuore, influenzando i loro pensieri, le loro opinioni e il modo in cui si comportano e gestiscono le questioni, allora naturalmente queste emozioni negative influenzeranno il loro progresso nella vita e porteranno i loro pensieri, le loro scelte, il loro comportamento e i loro approcci a essere ostacolati e disturbati in ogni tipo di situazione. Da un lato, queste emozioni negative facilitano l’indole corrotta delle persone, inducendole a sentirsi a proprio agio e a giustificare il fatto che vivono secondo la loro indole corrotta; dall’altro lato, possono anche indurle a contrastare le cose positive e a vivere nella negatività senza alcuna intenzione di vedere la luce. In questo modo, le emozioni negative si scatenano di più e si aggravano nelle persone, non permettono assolutamente alle persone di agire con ragionevolezza entro i confini della coscienza e della ragione. Anzi, non permettono loro di ricercare la verità e di vivere alla presenza di Dio e, in questo modo, è naturale che le persone degenerino ulteriormente, non solo sentendosi negative, ma anche allontanandosi da Dio. E quali saranno le conseguenze se le cose continueranno così? Le emozioni negative non solo non possono eliminare l’indole corrotta degli individui, ma la facilitano, portandoli a gestire le questioni e a comportarsi in base alla loro indole corrotta e ad andare per la loro strada. Cosa faranno quando verranno dominati da opinioni e pensieri fallaci ed estremi? Disturberanno il lavoro della chiesa? Diffonderanno negatività e giudicheranno Dio e le disposizioni lavorative della Sua casa? Incolperanno e sfideranno Dio? Senza ombra di dubbio! Saranno queste le conseguenze definitive. Emergerà nelle persone tutta una serie di approcci come la disobbedienza, il malcontento, la negatività e l’opposizione: queste sono tutte conseguenze di quando le emozioni negative assumono una posizione predominante nel cuore di qualcuno per un lungo periodo di tempo. Guarda, una piccola emozione negativa – un’emozione che le persone apparentemente non sarebbero in grado di provare, di cui non riuscirebbero nemmeno a percepire l’esistenza o l’effetto che ha su di loro – questa piccola emozione negativa resta sempre attaccata a loro come se le accompagnasse sin dalla nascita. Provoca nella gente danni di ogni tipo ed entità, e addirittura ti avvolge, ti intimorisce, ti opprime e ti vincola costantemente, al punto da accompagnarti tutto il tempo, proprio come la tua stessa vita, eppure ne sei totalmente inconsapevole, e spesso vivi in preda a essa e la dai per scontata, facendo considerazioni come: “Questo è il modo di pensare che le persone dovrebbero avere, non c’è nulla di sbagliato, è perfettamente normale. Chi non ha per la testa pensieri di questo tipo? Chi non ha delle emozioni negative?” Non sei in grado di percepire il danno che questa emozione negativa ti sta causando, ma è un danno alquanto reale, e spesso essa ti spronerà senza che tu lo sappia a manifestare naturalmente la tua indole corrotta, e ad agire e a comportarti in base alla tua indole corrotta, finché alla fine farai tutto in base alla tua indole corrotta. Puoi immaginare quali siano i risultati finali di tutto ciò: sono tutti negativi, tutti avversi, senza alcunché di vantaggioso o di positivo, e tanto meno qualcosa che possa aiutare le persone ad acquisire la verità e a essere lodate da Dio; non sono esiti ottimistici. Pertanto, finché qualcuno nutre delle emozioni negative, ogni sorta di pensiero e punto di vista negativo influenzerà e dominerà pesantemente la sua vita. Fintanto che pensieri e punti di vista negativi influenzeranno e domineranno la sua vita, vi saranno enormi ostacoli a impedirgli di perseguire e di praticare la verità e di entrare nella verità realtà. È quindi necessario continuare a esporre e analizzare queste emozioni negative, in modo da poterle eliminare tutte.
Le emozioni negative su cui abbiamo appena condiviso hanno un effetto grave e causano seri danni agli individui, ma ve ne sono altre che li influenzano e danneggiano allo stesso modo. Oltre alle emozioni negative dell’odio, della rabbia, dell’inferiorità e della depressione, di cui abbiamo già parlato, vi sono l’angoscia, l’ansia e la preoccupazione. Anche queste emozioni sono radicate nel profondo del cuore delle persone e le accompagnano nella loro vita quotidiana, nelle loro parole e nelle loro azioni. Naturalmente, quando capita loro qualcosa, tali emozioni influenzano anche i pensieri e le opinioni che nascono in loro, nonché le posizioni e le prospettive che assumono. Oggi analizzeremo ed esporremo le emozioni negative dell’angoscia, dell’ansia e della preoccupazione, al fine di aiutare le persone a identificarle dentro di sé. Avvenuta questa identificazione, l’obiettivo finale è quello di conoscerle a fondo, di eliminarle, di non vivere più sotto la loro influenza e di non vivere e comportarsi più assumendo queste emozioni negative come base e fondamento. Per prima cosa, esaminiamo i termini “angoscia, ansia e preoccupazione”. Non sono forse modi di esprimere delle emozioni? (Sì.) Prima di condividere su questo argomento, facciamo qualche riflessione in merito, così che vi siano chiari i concetti più basilari di “angoscia, ansia e preoccupazione”. Sia che arriviate a una comprensione letterale di questi termini, sia che ne acquisiate una comprensione più profonda al di là del loro significato letterale, avrete comunque una conoscenza di base di tali emozioni negative. Prima di tutto, diteMi che cosa vi ha fatto preoccupare in passato, o per cosa vi sentite sempre angosciati, ansiosi e preoccupati. Tali emozioni possono essere come una grande pietra che ti schiaccia oppure un’ombra che non smette di seguirti e che ti vincola. (Dio, dirò qualche parola. Quando non ottengo risultati nel mio dovere, questa emozione è molto preponderante, e mi preoccupa la possibilità di essere rivelato ed eliminato, e il fatto che otterrò o meno un buon futuro e una buona destinazione. Quando ottengo dei risultati nel mio dovere, non mi sento così, ma ogni volta che per qualche tempo non ne ottengo, questo tipo di emozione negativa si fa estremamente evidente.) Questa non è forse una manifestazione delle emozioni negative dell’angoscia, dell’ansia e della preoccupazione? (Sì.) Esatto. Questo tipo di emozione negativa si nasconde sempre nell’intimo delle persone, influenzando costantemente i loro pensieri. Anche se quando non è successo nulla di male loro non riescono a percepirla, è come un odore, o una specie di gas, o meglio ancora come un’onda elettrica. Non puoi vederla e, quando non sei consapevole che c’è, non sei nemmeno in grado di percepirla. Tuttavia, puoi sempre avvertirne la presenza nel profondo del cuore, come con il cosiddetto sesto senso, e puoi sempre percepire inconsciamente l’esistenza di questo tipo di pensieri ed emozioni. Al momento opportuno, nel luogo opportuno e nel contesto opportuno, tale emozione negativa emergerà gradualmente facendosi strada a poco a poco. Non è così? (Sì.) Allora, quali altre cose vi fanno sentire angosciati, ansiosi e preoccupati? Non c’è nient’altro oltre a ciò che è stato appena menzionato? Se è così, allora vivete davvero felici e senza preoccupazioni, senza ansie e senza sentirvi angosciati per alcunché – sareste davvero delle persone libere. Ma è così che stanno le cose? (No.) Allora diteMi cosa avete nel cuore. (Quando non svolgo bene il mio dovere, mi preoccupo sempre di perdere la reputazione e il prestigio, di ciò che i fratelli e le sorelle penseranno di me e dell’opinione che il leader avrà di me. Inoltre, quando lavoro insieme ai fratelli e alle sorelle per svolgere il mio dovere e continuo a rivelare la mia indole corrotta, mi preoccupo sempre del fatto che credo in Dio da così tanto tempo e non sono cambiato affatto, e che se vado avanti di questo passo un giorno potrei essere eliminato. Questi sono i miei dubbi.) Quando hai questi dubbi, sorgono in te le emozioni negative dell’angoscia, dell’ansia e della preoccupazione? (Sì.) Quindi, la maggior parte di voi è ansiosa e preoccupata perché non sta svolgendo bene i propri doveri, è così? (Per lo più, sono preoccupato per il mio futuro e il mio destino.) La preoccupazione per il proprio futuro e il proprio destino è quella predominante. Quando non sono capaci di vedere con chiarezza, comprendere e accettare gli ambienti che Dio orchestra e la Sua sovranità, e di sottomettervisi, e quando affrontano varie difficoltà della loro vita quotidiana, o quando queste difficoltà superano ciò che una persona normale può sopportare, gli individui provano inconsciamente ogni tipo di preoccupazione e ansia, e persino angoscia. Non sanno cosa accadrà domani, o dopodomani, o come staranno le cose tra qualche anno, o cosa riserverà loro il futuro, e quindi si sentono angosciati, ansiosi e preoccupati per ogni sorta di cose. Qual è il contesto in cui le persone si sentono angosciate, ansiose e preoccupate per ogni genere di cose? È che non credono nella sovranità di Dio, ossia non sono in grado di crederci e di vederla con chiarezza. Non la capirebbero e non ci crederebbero neanche se la vedessero con i loro occhi. Non credono che Dio detenga la sovranità sul loro destino, non credono che la loro vita sia nelle Sue mani, e quindi nel loro cuore nascono prima la sfiducia e poi il biasimo verso la sovranità di Dio e le Sue disposizioni, e sono incapaci di sottomettersi. Oltre a nutrire biasimo e a non essere in grado di sottomettersi, vogliono essere padroni del proprio destino e agire di propria iniziativa. Qual è la situazione concreta che si presenta dopo che hanno iniziato ad agire di propria iniziativa? Tutto ciò che possono fare è vivere contando sulla propria levatura e sulle proprie capacità, ma vi sono molte cose che non possono ottenere, conseguire o realizzare con la propria levatura e le proprie capacità. Per esempio: cosa accadrà loro in futuro? Saranno in grado di entrare all’università? Riusciranno a trovare un buon lavoro quando finiranno gli studi? E una volta trovato un lavoro, andrà tutto bene? Nel caso in cui vogliano scalare la vetta e diventare ricchi, saranno in grado di realizzare i loro ideali e i loro desideri entro pochi anni? E poi, quando vorranno trovare un partner, sposarsi e farsi una famiglia, che tipo di partner sarà adatto a loro? L’uomo non può sapere queste cose. Non sapendole, le persone si sentono smarrite. Quando ciò accade, sviluppano angoscia, ansia e preoccupazione: si sentono angosciate, ansiose e preoccupate per tutto ciò che il futuro può riservare loro. Perché? Perché nell’ambito della normale umanità le persone non sono capaci di sopportare tutte queste cose. Nessuno sa in che condizioni si troverà tra qualche anno, nessuno sa come saranno il suo lavoro, il suo matrimonio o i suoi figli in futuro: le persone non sanno queste cose. Sono cose che non si possono prevedere nell’ambito delle capacità dell’umanità normale, ed è per questo che gli uomini provano sempre angoscia, ansia e preoccupazione. Per quanto qualcuno abbia una mente semplice, fintanto che è in grado di pensare, queste emozioni negative, una per una, emergeranno nel suo intimo una volta raggiunta l’età adulta. Perché negli uomini emergono angoscia, ansia e preoccupazione? La ragione è che si agitano e si preoccupano sempre per cose che vanno al di là delle loro capacità; vogliono sempre sapere, capire e realizzare cose che vanno al di là delle loro capacità, e persino controllare cose che vanno al di là delle capacità della normale umanità. Non solo vogliono controllare tutto questo, ma vogliono anche che le leggi e gli esiti dell’evolversi di queste cose progrediscano e si attuino secondo la loro volontà. Pertanto, dominati da questi pensieri irragionevoli, provano angoscia, ansia e preoccupazione, e le conseguenze di queste emozioni variano da persona a persona. A prescindere da cosa genera in loro grande angoscia, ansia o preoccupazione, le persone dovrebbero prendere tali emozioni negative molto sul serio e ricercare la verità per eliminarle.
Condivideremo sulle emozioni negative dell’angoscia, dell’ansia e della preoccupazione principalmente sotto due aspetti: il primo sarà quello di analizzare le difficoltà delle persone per vedere quali sono, e da lì capire esattamente quali sono le ragioni per cui emergono le emozioni negative dell’angoscia, dell’ansia e della preoccupazione, e come ciò avviene di preciso; il secondo sarà quello di analizzare queste emozioni negative in termini dei vari atteggiamenti che le persone hanno nei confronti dell’opera di Dio. Avete capito? (Sì.) Quanti aspetti ci sono? (Due.) Analizzeremo le ragioni dell’insorgere delle emozioni negative dell’angoscia, dell’ansia e della preoccupazione, considerando in primo luogo le difficoltà che gli individui affrontano, e in secondo luogo gli atteggiamenti che assumono nei confronti dell’opera di Dio. RipeteteMelo. (Analizzeremo le ragioni dell’insorgere delle emozioni negative dell’angoscia, dell’ansia e della preoccupazione, considerando in primo luogo le difficoltà che gli individui affrontano, e in secondo luogo gli atteggiamenti che assumono nei confronti dell’opera di Dio.) Le difficoltà che le persone possono incontrare sono molte, emergono tutte nella loro vita quotidiana e spesso si presentano nell’ambito di una vita condotta secondo la normale umanità. Come nascono queste difficoltà? Nascono perché le persone cercano sempre di spingersi oltre le proprie possibilità, di controllare il proprio destino, di conoscere il proprio futuro in anticipo. Se il loro futuro non è roseo, vanno subito alla ricerca di un esperto di feng shui o di un indovino che lo reindirizzi e lo corregga. È per questo che affrontano così tante difficoltà nella vita di tutti i giorni, e sono proprio queste difficoltà a farle scivolare spesso nelle emozioni negative dell’angoscia, dell’ansia e della preoccupazione. Quali sono queste difficoltà? Guardiamo innanzitutto a quella che gli individui considerano la loro maggiore difficoltà: di cosa si tratta? Delle loro prospettive future, ossia di quale futuro avranno in questa vita, se in futuro saranno ricchi o persone comuni, se riusciranno a distinguersi, a ottenere un grande successo e a prosperare nel mondo e tra la gente. Soprattutto nel caso di coloro che credono in Dio, essi possono anche non sapere cosa accadrà agli altri in futuro, ma spesso si preoccupano del proprio futuro e si chiedono sempre: “Credere in Dio è tutto qui? Riuscirò mai a distinguermi dalla massa in futuro? Sarò in grado di assumere un ruolo importante nella casa di Dio? Potrò diventare un capogruppo o un responsabile? Potrò essere un leader? Cosa mi succederà? Se svolgo costantemente il mio dovere nella casa di Dio in questo modo, cosa ne sarà di me alla fine? Otterrò la salvezza? Avrò qualche prospettiva futura? Devo comunque continuare a svolgere il mio lavoro nel mondo? Devo continuare ad apprendere l’abilità professionale che stavo apprendendo prima, o devo approfondirla con un ulteriore percorso di studi? Se riesco a svolgere il mio dovere nella casa di Dio a tempo pieno, non dovrei avere problemi con le mie necessità di vita basilari, ma se non lo svolgo bene e vengo riassegnato e sostituito, come farò a sopravvivere? Dovrei cogliere l’occasione ora, prima di essere sostituito o eliminato, per prepararmi a questa eventualità?” Si interrogano su queste cose e, poiché hanno dei risparmi, pensano: “Quanti anni posso andare avanti con quello che ho messo da parte? Ora ho trent’anni e tra dieci anni ne avrò quaranta. Se vengo allontanato dalla chiesa, sarò in grado di cavarmela quando tornerò nel mondo? Godrò di salute sufficiente per poter continuare a lavorare? Riuscirò a guadagnare abbastanza per sopravvivere? Avrò difficoltà a vivere? Svolgo il mio dovere nella casa di Dio, ma Dio mi terrà fino alla fine?” Nonostante pensino a queste cose continuamente, non trovano mai le risposte. Anche se non giungono mai a una conclusione, non possono fare a meno di continuare a rimuginarci su, non riescono a controllarsi. Quando affrontano qualche battuta d’arresto o qualche difficoltà, o quando qualcosa non va come vorrebbero, nel loro intimo, prendono in considerazione queste cose, senza dirlo a nessuno. Alcuni, quando vengono potati, quando vengono sostituiti nel loro dovere, quando vengono riassegnati a doveri diversi, oppure quando si imbattono in una crisi o altro, cercano involontariamente una via di fuga e non possono fare a meno di ideare piani e progetti per i loro prossimi passi. Indipendentemente da ciò che accadrà alla fine, spesso le persone fanno ancora piani e progetti per ciò che suscita in loro preoccupazione, ansia e angoscia. Queste non sono forse cose a cui le persone pensano per le loro prospettive future? Queste emozioni negative non nascono forse perché le persone non sono capaci di lasciar perdere le loro prospettive future? (Sì.) Quando nello svolgimento dei loro doveri gli individui si sentono particolarmente entusiasti e le cose vanno bene, e soprattutto quando vengono promossi, assegnati ad alcuni doveri importanti, quando godono del sostegno della maggior parte dei fratelli e delle sorelle, e quando il loro valore viene evidenziato, non pensano a queste cose. Nel momento in cui la loro reputazione, il loro prestigio e i loro interessi sono minacciati, non possono fare a meno di recedere nelle emozioni negative dell’angoscia, dell’ansia e della preoccupazione. Quando ricadono in queste emozioni negative, il modo in cui le affrontano non è quello di rifuggirle o respingerle, quanto piuttosto di assecondarle, fare di tutto per sprofondare in queste emozioni di angoscia, ansia e preoccupazione, affondare sempre più in loro. Perché dico questo? Quando sprofondano in queste emozioni negative, le persone hanno più motivi, più di un pretesto per fare progetti per il loro futuro e per i loro prossimi passi, e possono sentirsi più libere nel farli. Mentre fanno questi piani, pensano che è così che dovrebbe essere, che è questo ciò che dovrebbero fare, e usano i detti “Ognuno per sé e che gli altri si arrangino” e “Chi non pianifica il proprio futuro si ritroverà nei guai” nel senso che, se non sei tu a pianificare e a considerare il tuo futuro e il tuo destino in anticipo, nessun altro se ne preoccuperà e se ne occuperà al posto tuo. Quando non hai idea di come compiere il prossimo passo, sei di fronte a disagio, dolore e imbarazzo, e la persona che patisce e sopporta le avversità sei tu. Così, le persone si sentono molto intelligenti, e per ogni passo che compiono guardano avanti di dieci. Nel momento in cui si trovano ad affrontare difficoltà o delusioni, tornano immediatamente alle loro emozioni negative di angoscia, ansia e preoccupazione per proteggersi, per far sì che il loro futuro e il loro prossimo passo nella vita siano a prova di errore, per avere cibo da mangiare e vestiti da indossare, per non vagare per le strade e per non essere a corto di cibo o di vestiti. Pertanto, sotto l’influenza di queste emozioni negative, spesso richiamano sé stessi, pensando: “Devo fare dei piani in anticipo, mantenere certe cose, e tenermi una qualche via di fuga. Non devo essere stupido: il mio destino è nelle mie mani. Spesso si dice: ‘Il nostro destino è nelle mani di Dio e Dio detiene la sovranità sul destino dell’uomo’, ma si tratta solo di vuoti luoghi comuni. Chi l’ha visto con i suoi occhi? In che modo Dio detiene la sovranità sui nostri destini? Chi ha mai visto Dio provvedere personalmente a tre pasti al giorno per qualcuno, o a tutte le cose di cui una persona ha bisogno nella vita? Nessuno”. Gli individui credono che quando non vedono la sovranità di Dio, e se si sentono angosciati, ansiosi e preoccupati per le loro prospettive future, allora queste emozioni negative sono per loro una sorta di difesa, come uno scudo protettivo, un rifugio sicuro. Si ammoniscono costantemente ricordando a sé stessi di fare progetti per il futuro, di doversi preoccupare del domani, di non doversi solo ingozzare di cibo tutto il giorno indulgendo nell’ozio, che non è sbagliato fare progetti per sé stessi, garantirsi una via d’uscita e lavorare giorno e notte per il proprio futuro. Si dicono che ciò è naturale e perfettamente giustificato e non è qualcosa di cui vergognarsi. Così, nonostante credano che l’angoscia, l’ansia e la preoccupazione siano emozioni negative, non pensano mai che provarle sia un male, non pensano mai che queste emozioni negative possano in qualche modo danneggiarli, oppure essere d’ostacolo al loro perseguimento della verità e al loro ingresso nella verità realtà. Al contrario, ne godono instancabilmente, e sono instancabilmente disposti a vivere in preda a queste emozioni negative. Questo perché credono che saranno al sicuro solo vivendo in queste emozioni negative e sentendosi costantemente angosciati, ansiosi e preoccupati per le loro prospettive future. Altrimenti, chi altri proverà angoscia, ansia e preoccupazione per il loro futuro? Nessuno. Nessuno li ama più di quanto fanno loro stessi, nessuno li capisce o li comprende come fanno loro stessi. Quindi, anche se le persone possono riconoscere in una certa misura e in termini di parole e dottrine che l’esistenza di queste emozioni negative è per loro dannosa, non sono comunque disposte a rinunciarvi, poiché queste emozioni negative permettono loro di mantenere salda la loro iniziativa di prendere in mano e tenere sotto controllo il loro futuro. È giusto dire così? (Sì.) Per le persone, dunque, provare preoccupazione, ansia e angoscia per il proprio futuro è una questione di enorme responsabilità. Non è vergognoso, né patetico, né detestabile, anzi, ai loro occhi è esattamente così che le cose dovrebbero essere. Ecco perché le persone hanno molte difficoltà ad abbandonare queste emozioni negative, come se tali emozioni le accompagnassero fin dalla nascita. Sin dalla nascita, gli individui pensano solo a sé stessi, e ciò che mettono al primo posto sono le loro prospettive future. Pensano che prendendo saldamente in mano il loro futuro e tenendolo d’occhio vivranno una vita priva di preoccupazioni. Pensano che con delle buone prospettive future avranno tutto ciò che vogliono e tutto andrà per il meglio. E così non si stancano mai di sentirsi angosciati, ansiosi e preoccupati per il loro futuro, non si danno mai tregua. Anche se Dio ha fatto la Sua promessa, anche se gli uomini hanno goduto o ricevuto molta grazia da parte Sua, anche se hanno visto Dio elargire ogni sorta di benedizione all’umanità e altri fatti del genere, le persone vogliono comunque vivere in preda alle emozioni negative dell’angoscia, dell’ansia e della preoccupazione, e fare piani e progetti per il loro futuro.
Oltre alle prospettive future, vi è un’altra cosa importante per la quale le persone si sentono spesso angosciate, ansiose e preoccupate: il matrimonio. C’è qualcuno che non se ne preoccupa e a cui non interessa essere sulla trentina e non ancora sposato, poiché oggi molti a quell’età non lo sono. È una cosa che si vede spesso nella società, e nessuno ride di te per questo o ritiene vi sia in te qualcosa di sbagliato. Tuttavia, se qualcuno non è ancora sposato quando compie quarant’anni, comincia a provare dentro di sé una punta di panico e pensa: “Dovrei trovarmi un partner? Dovrei sposarmi oppure no? Se non mi sposo e non mi faccio una famiglia, se non ho dei figli, qualcuno mi accudirà quando sarò vecchio? Qualcuno si prenderà cura di me quando mi ammalerò? Qualcuno organizzerà il mio funerale quando morirò?” Le persone si preoccupano di queste cose. Chi non ha intenzione di sposarsi non si sente così angosciato, ansioso o preoccupato. Per esempio, alcuni dicono: “Ora credo in Dio, e sono disposto a spendermi per Lui. Non intendo cercare un partner e non intendo sposarmi. Non intendo angosciarmi per queste cose, a prescindere da quanti anni avrò”. I single, coloro che sono stati single per 10 o 20 anni, dall’età di 20 a quella di 40 anni, non dovrebbero avere grandi preoccupazioni. Anche se occasionalmente possono provare qualche lieve preoccupazione e angoscia a causa di fattori ambientali o di ragioni oggettive, dal momento che credono in Dio e sono impegnati nello svolgimento del loro dovere, e dato che la loro attuale determinazione non è cambiata, ciò che provano è una vaga preoccupazione che arriva solo di tanto in tanto, e non è nulla di grave. Questo tipo di emozione, che non influisce sul normale svolgimento dei doveri, non è dannosa per le persone, né può essere considerata un’emozione negativa; in altre parole, tale questione non si è trasformata per te in un’emozione negativa. Per quanto riguarda coloro che sono già sposati, di quali cose si preoccupano? Se marito e moglie credono entrambi in Dio e svolgono i loro doveri, il matrimonio sarà preservato? Esiste la famiglia? E riguardo ai figli? Inoltre, se la moglie persegue la verità e il marito no; se lui persegue costantemente le tendenze mondane e una vita agiata, invece lei vuole sempre svolgere il proprio dovere; se lui cerca sempre di dissuaderla ma nel farlo prova imbarazzo, ed esprime di tanto in tanto qualche lamentela o dice cose negative per scoraggiarla, allora la moglie si chiederà: “Oh, mio marito non crede veramente in Dio, quindi come andrà tra noi in futuro? Se divorziamo, mi ritroverò single e non saprò come mantenermi. Se resto con lui, non percorreremo la stessa strada, avremo sogni diversi, e allora cosa farò?” Prova angoscia, ansia e preoccupazione per queste cose. Alcune sorelle, dopo aver acquisito fede in Dio, ritengono che non vi sia motivo di divorziare, poiché hanno dei mariti che non credono in Dio ma comunque non cercano troppo di ostacolare la loro fede e non le perseguitano. Se restano insieme a loro, tuttavia, si sentono sempre limitate e influenzate. Da cosa? Sono limitate e influenzate dai loro affetti, e le varie difficoltà della loro vita familiare e del matrimonio di tanto in tanto smuovono sentimenti nel profondo del loro cuore, provocando in loro un’angoscia, un’ansia e una preoccupazione di entità non grave ma neppure trascurabile. In queste circostanze, il matrimonio è una formalità che mantiene una normale vita familiare, e diventa qualcosa che limita le mogli nel pensare e vivere normalmente e persino nel svolgere normalmente i loro doveri: hanno difficoltà a tenere in piedi il matrimonio, ma non riescono a uscirne. Non hanno alcun motivo particolare per mantenere in piedi un matrimonio come questo, ma neanche per divorziare; non hanno alcuna ragione valida per intraprendere nessuna delle due azioni. Non sanno quale sia la scelta giusta da compiere e quale quella sbagliata. Per questo motivo, si sentono angosciate, ansiose e preoccupate. Queste emozioni di angoscia, ansia e preoccupazione fluttuano in continuazione nella loro mente e le vincolano nella loro vita quotidiana, influenzando anche la loro vita normale. Mentre svolgono i loro doveri, queste cose continuano a fluttuare nella loro mente e a emergere nel profondo del loro cuore, influenzando il normale svolgimento dei loro doveri. Sebbene non sembrino costituire un’indicazione chiara su ciò che queste mogli dovrebbero fare o sulla scelta che dovrebbero compiere, queste cose le portano a restare profondamente invischiate nelle emozioni negative dell’angoscia, dell’ansia e della preoccupazione, e questo le fa sentire oppresse e in trappola. Non è forse un altro tipo di difficoltà? (Sì.) È un altro tipo di difficoltà, una difficoltà causata dal matrimonio.
C’è anche chi, poiché ha iniziato a credere in Dio, a vivere la vita della chiesa, a leggere le parole di Dio e a svolgere i propri doveri, non ha tempo di frequentare normalmente i figli, la moglie (o il marito), i genitori o gli amici e i parenti non credenti. In particolare, non è in grado di occuparsi adeguatamente dei figli non credenti, né di provvedere a tutto ciò di cui hanno bisogno, e quindi si preoccupa per il loro futuro e le loro prospettive. Soprattutto quando i figli crescono, alcuni individui iniziano a preoccuparsi: “Mio figlio andrà all’università o no? In cosa si specializzerà se verrà ammesso? Mio figlio non crede in Dio e vuole andare all’università: dunque dovrei pagare io, in quanto credente in Dio, per i suoi studi? Dovrei occuparmi dei suoi bisogni quotidiani e sostenerlo negli studi? E quando arriverà a sposarsi, a trovarsi un lavoro e persino a farsi una famiglia e ad avere dei figli, che ruolo dovrei svolgere? Cosa dovrei fare e cosa no?” Non hanno idea di tutto ciò. Nel momento in cui capita qualcosa del genere, nel momento in cui si trovano in una situazione simile, si sentono spaesati e non hanno idea di cosa fare, né sanno come gestire queste cose. Con il passare del tempo, emergono in loro angoscia, ansia e preoccupazione per queste cose: se fanno queste cose per il figlio, temono di andare contro le intenzioni di Dio e di suscitare il Suo malcontento; se non le fanno, temono di non adempiere alle loro responsabilità di genitori e di essere biasimati dal figlio e da altri membri della famiglia; se le fanno, temono di perdere la testimonianza, e se non le fanno, temono di essere derisi dai membri del mondo secolare, di essere scherniti, canzonati e giudicati dai vicini di casa; temono di disonorare Dio, ma allo stesso tempo di guadagnarsi una cattiva reputazione e di vergognarsi al punto di non poter mostrare la faccia. Quando vacillano di fronte a queste cose, nel loro cuore emergono angoscia, ansia e preoccupazione; si sentono angosciati perché non sanno cosa fare, si sentono ansiosi di fare la cosa sbagliata qualunque sia la loro scelta e perché non sanno mai se ciò che fanno è opportuno, e sono preoccupati del fatto che, se queste cose succedono in continuazione, un giorno non saranno in grado di affrontarle, e che, se essi avranno un crollo, le cose saranno ancora più difficili per loro. Le persone che si trovano in questa situazione provano angoscia, ansia e preoccupazione per tutte queste cose che si presentano nella vita, grandi o piccole che siano. Una volta che sorgono in loro queste emozioni negative, si ritrovano invischiate nell’angoscia, nell’ansia e nella preoccupazione e non riescono a liberarsi: se fanno questo è sbagliato, se fanno quello è sbagliato, e non sanno qual è la cosa giusta da fare; vogliono compiacere gli altri, ma temono di suscitare il malcontento di Dio; vogliono fare cose per gli altri in modo che gli altri parlino bene di loro, ma non vogliono disonorare Dio né portarLo a detestarle. Per questo motivo sono costantemente impantanate in queste emozioni di angoscia, ansia e preoccupazione. Si sentono angosciate sia per gli altri che per sé stesse, si sentono in ansia sia per gli altri che per sé stesse, e si preoccupano sia per gli altri che per sé stesse, restando così invischiate in una doppia difficoltà da cui non riescono a venire fuori. Le emozioni negative come queste influenzano non solo la loro vita quotidiana, ma anche lo svolgimento dei loro doveri, oltre che, naturalmente, in una certa misura, il loro perseguimento della verità. Si tratta di un tipo di difficoltà, ossia di difficoltà correlate al matrimonio e alla vita familiare e personale, ed è a causa di queste difficoltà che gli individui spesso rimangono bloccati nell’angoscia, nell’ansia e nella preoccupazione. Non suscitano forse compassione quando si ritrovano bloccati in questo tipo di emozioni negative? (Sì.) Meritano compassione? Voi continuate a rispondere “Sì”, dimostrando di essere ancora molto comprensivi nei loro confronti. Quando qualcuno resta invischiato in un’emozione negativa, qualunque sia il contesto in cui si genera tale emozione, per quale motivo si genera? È a causa dell’ambiente, delle persone, degli eventi e delle cose che circondano quell’individuo? O è perché la verità espressa da Dio disturba l’individuo? È l’ambiente che influisce sull’individuo, oppure sono le parole di Dio a disturbare la sua vita? Qual è esattamente il motivo? Lo sapete? DiteMi: sia nella vita normale che nello svolgimento del proprio dovere, queste difficoltà sono forse presenti se si persegue la verità e si è disposti a praticarla? (No.) Queste difficoltà sono presenti in termini di dato di fatto oggettivo. Voi dite che non sono presenti, quindi è forse possibile che le abbiate risolte? Siete in grado di farlo? Queste difficoltà sono irrisolvibili e sono presenti in termini di dato di fatto oggettivo. Quale esito produrranno in coloro che perseguono la verità? E quale in coloro che non la perseguono? Saranno due esiti completamente diversi. Se le persone perseguono la verità, non si lasceranno trascinare da queste difficoltà e non sprofonderanno nelle emozioni negative dell’angoscia, dell’ansia e della preoccupazione. Al contrario, se non perseguono la verità, queste difficoltà saranno comunque presenti in loro, ma quale sarà l’esito? Vi resterai talmente invischiato da non poter sfuggire e, se non sarai in grado di risolverle, alla fine diventeranno emozioni negative abbarbicate nell’intimo del tuo cuore; influenzeranno la tua vita normale e il regolare svolgimento dei tuoi doveri, e ti faranno sentire oppresso e incapace di trovare una via d’uscita: questo è l’esito che avranno su di te. Si tratta di due esiti ben diversi, non è vero? (Sì.) Torniamo dunque alla domanda che ho posto poco fa. Che cosa ho chiesto? (Sono le influenze dell’ambiente o le parole di Dio che disturbano le persone a suscitare in loro delle emozioni negative?) Ebbene, qual è il motivo? Qual è la risposta? (Il motivo è che le persone non perseguono la verità.) Esatto, non si tratta di nessuna delle due cose, bensì del fatto che le persone non perseguono la verità. Quando non si persegue la verità, ci si ritrova spesso invischiati in pensieri estremi ed emozioni negative da cui non si riesce a liberarsi. Ripetete la domanda che ho posto poc’anzi. (Il motivo dell’insorgere negli individui di emozioni negative sono l’ambiente, le persone, gli eventi e le cose che li circondano, oppure è il fatto che la verità espressa da Dio li disturba?) In parole povere, è a causa delle influenze dell’ambiente o del fatto che le parole di Dio disturbano le persone? Quale dei due motivi? (Nessuno dei due.) Esatto, nessuno dei due. L’ambiente influenza tutti in modo equo; se persegui la verità, allora non sprofonderai in un’emozione negativa a causa di un certo ambiente. Se invece non persegui la verità, è piuttosto naturale che verrai sopraffatto in continuazione dall’ambiente in cui vivi e che resterai bloccato nelle emozioni negative dell’angoscia, dell’ansia e della preoccupazione. Guardando alla questione da questa prospettiva, non è forse importante perseguire la verità? (Sì.) Vi sono verità principi da ricercare in tutto ciò che accade. Tuttavia, in realtà, poiché le persone non perseguono la verità e non ricercano le verità principi, oppure sanno chiaramente ciò che Dio richiede, quali sono le verità principi, quale via dovrebbero praticare e quali sono i criteri di pratica ma non vi prestano attenzione e non li seguono, quando continuano a fare scelte e piani di testa propria, cosa accadrà loro alla fine? Quando non si pratica in linea con le parole di Dio, preoccupandosi sempre di questo e di quello, l’esito può essere uno solo: impantanarsi nell’angoscia, nell’ansia e nella preoccupazione e non riuscire più a venirne fuori. È possibile affidarsi sempre alle proprie fantasie, che le cose vadano sempre come si vorrebbe, e accontentare gli altri ricevendo allo stesso tempo l’approvazione da parte di Dio? È impossibile! Le persone vogliono sempre gestire le cose in modo da accontentare e soddisfare tutti coloro che le circondano e riceverne la lode. Vogliono essere definite brave persone e soddisfare Dio, e se non raggiungono questo standard provano angoscia. E non si meritano di sentirsi angosciate? (Sì.) È qualcosa che scelgono da sé.
Ci sono anche individui inclini a distorcere le cose, che dicono: “Se Dio non proferisse così tante parole, farei le cose secondo gli standard morali dell’essere una brava persona. Sarebbe semplicissimo e non ci sarebbe da parlare così tanto. Proprio come nell’Età della Grazia: gli uomini osservavano i comandamenti, sopportavano, tolleravano, portavano la loro croce e soffrivano, ed era così semplice. Non bastava forse questo? Ora, con così tante verità espresse da Dio e così tanti principi di pratica forniti in condivisione, perché le persone, dopo tanto tempo, non riescono ancora a conseguirli? Possiedono una levatura troppo scarsa, non sono in grado di capire tutto, e vi sono molte verità che non riescono a conseguire; hanno inoltre molte difficoltà a mettere in pratica la verità, e trovano difficile portarla a compimento anche quando la capiscono. Se si comprende la verità ma non la si mette in pratica, ci si sente a disagio; quando invece la si mette in pratica, le difficoltà concrete sono moltissime”. Gli individui credono che le parole di Dio li disturbino, ma è così in realtà? (No.) Questo si chiama essere irragionevoli e irrazionali. Provano avversione nei confronti della verità, non la perseguono né la praticano, ma vogliono comunque fingere di metterla in pratica e di essere spirituali, e vogliono ottenere la salvezza. Alla fine, quando non riescono a portare a compimento queste cose, si sentono depressi e angosciati, e pensano: “Chi può trovare un equilibrio tra tutte queste cose? Dio farebbe meglio ad abbassare un po’ i Suoi standard, e allora starebbero bene le persone, starebbe bene Dio, starebbero bene tutti; che vita celestiale sarebbe!” Simili individui pensano sempre che le parole pronunciate da Dio siano sconsiderate nei confronti dell’uomo. In realtà, quando provano emozioni di angoscia, ansia e preoccupazione, sono scontenti nei confronti di Dio su molte cose. In particolare, quando si tratta del modo in cui si approcciano alle verità principi, non riescono a conseguirle o a realizzarle, non sanno minimamente cosa dire al riguardo, e questo ha un grave impatto sulla loro reputazione e sul loro prestigio agli occhi degli altri, oltre che sul loro desiderio di essere benedetti, facendoli impantanare nell’angoscia, nell’ansia e nella preoccupazione, ed è per questo che credono che ci siano molte cose che Dio fa di cui sono scontenti. C’è persino chi dice: “Dio è giusto, non lo nego; Dio è santo, e non nego nemmeno questo. Tutto ciò che Egli dice è sicuramente la verità, peccato che ciò che dice oggi è troppo elevato, le richieste che fa agli uomini sono troppo severe, e non è facile soddisfarle tutte!” Costoro non nutrono amore per la verità e scaricano tutta la responsabilità su Dio. Partono dalla premessa che Egli è giusto e santo e credono che tutto questo sia vero. Dio è giusto, Dio è santo: è forse necessario che tu riconosca la Sua essenza? Questi sono fatti; non diventano veri solo perché li riconosci tu. Al fine di non essere condannati per aver biasimato Dio, costoro si affrettano a dire che Dio è giusto, Dio è santo. Tuttavia, indipendentemente da ciò che dicono al riguardo, le loro emozioni negative di angoscia, ansia e preoccupazione sono ancora presenti; non solo, ma costoro non sono neanche intenzionati ad abbandonarle, a lasciarsele alle spalle e a cambiare i propri principi di pratica, la direzione del proprio perseguimento e il cammino che seguono nella vita. Queste persone sono al tempo stesso sia pietose che odiose. Sono semplicemente immeritevoli di solidarietà e, per quanto soffrano, non meritano la nostra pietà. Tutto ciò che dobbiamo fare è dire loro queste poche parole: “Ti sta bene! Se morirai per l’angoscia, nessuno avrà pietà di te! Chi ti ha mai detto di non ricercare la verità per risolvere i tuoi problemi? Chi ti ha impedito di sottometterti a Dio e di praticare la verità? Per chi mai provi angoscia, ansia e preoccupazione? Le provi forse al fine di acquisire la verità? O per guadagnare Dio? O per il bene della Sua opera? O per la Sua gloria?” (No.) “E allora per che cosa provi queste emozioni? Per te stesso, per i tuoi figli, per la tua famiglia, per il rispetto che hai di te stesso, per la tua reputazione, per il tuo futuro e per le tue prospettive, per tutto ciò che riguarda te stesso”. Una persona del genere non rinuncia a nulla, non lascia andare nulla, non si ribella a nulla, non abbandona nulla; non ha autentica fede in Dio né autentica lealtà nello svolgere il proprio dovere. Nella sua fede in Dio, non si spende veramente; crede in Dio soltanto per ottenere benedizioni e con la convinzione di ricevere benedizioni. Simili individui sono pieni di “fede” in Dio, nella Sua opera e nelle Sue promesse, ma Dio non loda questa fede, né la commemora, anzi la detesta. Costoro non seguono e non mettono in pratica i principi richiesti loro da Dio per gestire qualsiasi questione, non lasciano andare le cose che dovrebbero lasciar andare, non rinunciano alle cose a cui dovrebbero rinunciare, non abbandonano ciò che dovrebbero abbandonare e non offrono la lealtà che dovrebbero offrire, e quindi meritano di sprofondare nelle emozioni negative dell’angoscia, dell’ansia e della preoccupazione. A prescindere da quanto soffrano, lo fanno solo per sé stessi, non per il loro dovere o per il lavoro della chiesa. Pertanto, costoro semplicemente non perseguono la verità: non sono altro che individui che credono in Dio soltanto a parole. Sanno esattamente che questa è la vera via, ma non la praticano e non la seguono. La loro fede è miserevole e indegna dell’approvazione di Dio ed Egli non la commemorerà. Queste persone restano invischiate nelle emozioni negative dell’angoscia, dell’ansia e della preoccupazione a causa delle molteplici difficoltà della loro vita domestica.
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