L’opera di Dio e la pratica dell’uomo (Parte 1)

L’opera di Dio in mezzo agli uomini è inseparabile dall’uomo, poiché l’uomo è l’oggetto di tale opera e l’unica creatura di Dio che possa renderGli testimonianza. La vita dell’uomo e tutte le attività dell’uomo sono inseparabili da Dio e sono tutte controllate dalla mano di Dio, e si può persino dire che nessuna persona può esistere indipendentemente da Dio. Nessuno può negare questo, poiché è un dato di fatto. Tutto ciò che Dio opera è a beneficio dell’umanità, e diretto alle macchinazioni di Satana. Tutto ciò di cui l’uomo ha bisogno viene da Dio, e Dio è la sorgente di vita dell’uomo. Pertanto, è semplicemente impossibile che l’uomo si separi da Dio. Dio, inoltre, non ha mai avuto alcuna intenzione di separarSi dall’uomo. L’opera che Dio svolge è per il bene dell’umanità intera e i Suoi pensieri sono sempre amorevoli. Per l’uomo, quindi, l’opera di Dio e i pensieri di Dio (cioè, la volontà di Dio) sono entrambi “visioni” che dovrebbero essergli note. Tali visioni sono anche la gestione di Dio, e un’opera che l’uomo non sarebbe mai in grado di svolgere. Le richieste che Dio fa all’uomo durante lo svolgimento della Sua opera vengono chiamate “pratica” dell’uomo. Le visioni sono l’opera di Dio Stesso o la Sua volontà per il genere umano o lo scopo e il significato della Sua opera. Le visioni possono anche essere considerate parte della gestione, poiché tale gestione è l’opera di Dio ed è diretta all’uomo, il che significa che è l’opera che Dio svolge in mezzo agli uomini. Quest’opera è la prova e il cammino attraverso cui l’uomo arriva a conoscere Dio, ed è per lui della massima importanza. Se le persone, anziché prestare attenzione alla conoscenza dell’opera di Dio, prestano attenzione solo alle dottrine della fede in Dio, o a dettagli del tutto insignificanti, allora semplicemente non arriveranno a conoscere Dio e, inoltre, non saranno secondo il cuore di Dio. L’opera di Dio è estremamente utile alla conoscenza che l’uomo può avere di Dio, ed è chiamata visioni. Tali visioni sono l’opera di Dio, la volontà di Dio, e gli scopi e il significato dell’opera di Dio; esse sono tutte a beneficio dell’uomo. La pratica si riferisce a quello che dovrebbe essere fatto dall’uomo, che dovrebbe essere fatto dalle creature che seguono Dio. È anche il dovere dell’uomo. Ciò che l’uomo dovrebbe fare non è qualcosa che è stato compreso dall’uomo fin dal principio, ma consiste nelle richieste che Dio fa all’uomo nel corso dello svolgimento della Sua opera. Tali richieste divengono gradualmente più profonde e più elevate nel corso dell’opera di Dio. Per esempio, durante l’Età della Legge, l’uomo era tenuto a seguire la legge, mentre durante l’Età della Grazia, l’uomo ha dovuto portare la croce. L’Età del Regno è diversa: le richieste fatte all’uomo sono più alte di quelle fatte durante l’Età della Legge e l’Età della Grazia. Dal momento che le visioni si fanno più elevate, le richieste all’uomo diventano sempre più alte, e sempre più chiare e più reali. Allo stesso modo, anche le visioni si fanno sempre più reali. Queste numerose visioni reali sono tali da condurre l’uomo non solo ad obbedire a Dio, ma anche a conoscerLo.

In confronto alle età precedenti l’opera di Dio durante l’Età del Regno è più pratica, più diretta all’essenza dell’uomo e ai cambiamenti della sua indole e più capace di recare testimonianza a Dio Stesso per tutti coloro che Lo seguono. In altre parole, durante l’Età del Regno, nel corso della Sua opera, Dio rivela Se Stesso all’uomo più che in qualsiasi altro momento del passato, il che significa che le visioni che dovrebbero essere note all’uomo sono più elevate di quelle di ogni età precedente. Poiché l’opera di Dio in mezzo agli uomini è entrata in un territorio senza precedenti, le visioni note all’uomo durante l’Età del Regno sono le più elevate di tutta la Sua opera di gestione. L’opera di Dio è entrata in un territorio senza precedenti, e pertanto le visioni che devono essere note all’uomo sono divenute le più elevate, e anche la risultante pratica dell’uomo è più elevata di quella di ogni precedente età, poiché la pratica dell’uomo cambia di pari passo con le visioni, e la perfezione delle visioni segna anche la perfezione delle richieste fatte all’uomo. Non appena l’intera opera di gestione di Dio si ferma, anche la pratica dell’uomo cessa e, senza l’opera di Dio, l’uomo non avrà altra scelta che quella di attenersi alla dottrina dei tempi passati, altrimenti non gli resterà semplicemente altro a cui volgersi. Senza nuove visioni, non ci sarà alcuna nuova pratica dell’uomo; senza visioni complete, non ci sarà alcuna pratica perfetta per l’uomo; senza visioni più elevate, non ci sarà pratica più elevata da parte dell’uomo. La pratica dell’uomo cambia seguendo le orme di Dio, e, allo stesso modo, anche la conoscenza e l’esperienza dell’uomo cambiano insieme all’opera di Dio. Indipendentemente dalle capacità dell’uomo, egli è comunque inseparabile da Dio e, se Dio dovesse sospendere la Propria opera, fosse anche per un solo momento, l’uomo morirebbe immediatamente a motivo della Sua ira. L’uomo non ha nulla di cui vantarsi, poiché non importa quanto elevata sia la sua conoscenza attuale, non importa quanto profonde siano le sue esperienze, egli è inseparabile dall’opera di Dio – poiché la pratica dell’uomo e ciò che egli dovrebbe perseguire nella sua fede in Dio sono inseparabili dalle visioni. In ogni aspetto dell’opera di Dio ci sono visioni che dovrebbero essere note all’uomo, visioni che sono seguite da corrispondenti richieste di Dio all’uomo. Senza tali visioni come fondamento, l’uomo non sarebbe capace di alcuna pratica, né sarebbe in grado di seguire Dio senza tentennamenti. Se l’uomo non conosce Dio o non comprende la Sua volontà, allora tutto ciò che l’uomo fa è invano, e tale da non poter ricevere l’approvazione di Dio. Per quanto abbondanti siano i doni dell’uomo, egli resta inseparabile dall’opera e dalla guida di Dio; per quanto buone o numerose siano le azioni dell’uomo, esse non possono sostituire l’opera di Dio. Pertanto, in nessuna circostanza la pratica dell’uomo può essere separata dalle visioni. Coloro che non accettano le nuove visioni non hanno alcuna nuova pratica. La loro pratica non ha alcuna relazione con la verità, poiché si attengono alla dottrina e osservano la legge ormai morta; non hanno affatto nuove visioni e, quale risultato, non mettono in pratica nulla relativo alla nuova età. Hanno perso le visioni e, così facendo, hanno perso anche l’opera dello Spirito Santo, e hanno perso la verità. Coloro che sono privi della verità sono progenie dell’assurdità, personificazioni di Satana. Qualunque tipo di persona essi siano, non possono stare senza le visioni dell’opera di Dio né possono essere privati della presenza dello Spirito Santo; non appena perdono tali visioni, precipitano all’istante nell’Ade e vivono nelle tenebre. Le persone prive delle visioni sono coloro che seguono Dio insensatamente, coloro che sono prive dell’opera dello Spirito Santo e vivono nell’inferno. Tali persone non perseguono la verità ed espongono il nome di Dio come un’insegna. Coloro che non conoscono l’opera dello Spirito Santo, coloro che non conoscono il Dio incarnato, coloro che non conoscono le tre fasi dell’opera nell’interezza della gestione di Dio – non conoscono le visioni e pertanto sono privi della verità. E coloro che non possiedono la verità non sono forse tutti operatori di iniquità? Coloro che desiderano mettere in pratica la verità, che desiderano giungere a conoscere Dio e che davvero cooperano con Dio, sono persone per le quali le visioni fungono da fondamenta. Essi godono dell’approvazione di Dio, perché collaborano con Dio, ed è proprio tale collaborazione che dovrebbe essere messa in pratica dall’uomo.

Nelle visioni sono contenuti molti percorsi di pratica. Le richieste pratiche fatte all’uomo sono a loro volta contenute nelle visioni, in quanto si tratta dell’opera di Dio che dovrebbe essere nota all’uomo. In passato, durante i raduni speciali o i grandi raduni tenuti in diversi luoghi, si parlava solo di un aspetto del percorso di pratica. Tale pratica era quella richiesta durante l’Età della Grazia e aveva scarsa relazione con la conoscenza di Dio, poiché la visione dell’Età della Grazia si limitava alla visione della crocefissione di Gesù, e non c’erano visioni più ampie. Si supponeva che l’uomo dovesse conoscere solo l’opera della Sua redenzione dell’umanità attraverso la crocefissione e, pertanto, durante l’Età della Grazia non c’erano altre visioni che l’uomo fosse tenuto a conoscere. In tal modo, l’uomo aveva solo una conoscenza approssimativa di Dio e, a parte la conoscenza dell’amore e della compassione di Gesù, non c’erano che poche attività semplici e irrisorie che l’uomo dovesse mettere in pratica, attività lontane mille miglia da quelle richieste oggi. In passato, indipendentemente da come fosse formata la sua assemblea, l’uomo non era in grado di parlare di una conoscenza pratica dell’opera di Dio, e tanto meno era in grado di indicare chiaramente quale fosse il percorso di pratica più idoneo che l’uomo dovesse intraprendere. Egli aggiungeva semplicemente pochi semplici dettagli a fondamenta fatte di sopportazione e di pazienza; non c’era alcun cambiamento nella sostanza della sua pratica, poiché all’interno della stessa età Dio non compiva alcuna opera innovativa, e le sole richieste da Lui fatte all’uomo erano la sopportazione e la pazienza, ossia portare la croce. A parte tali pratiche, non c’erano visioni più elevate di quella della crocifissione di Gesù. In passato non si faceva alcuna menzione di altre visioni, poiché Dio non operava molto e poiché Egli faceva all’uomo solo richieste limitate. In tal modo l’uomo, indipendentemente da cosa facesse, era incapace di superare tali limiti, limiti che consistevano di poche cose, semplici e banali, che l’uomo doveva mettere in pratica. Io oggi parlo di altre visioni, poiché oggi è stata compiuta una parte maggiore dell’opera, un’opera che è molte volte superiore a quella dell’Età della Legge e dell’Età della Grazia. Le richieste fatte all’uomo sono inoltre di gran lunga superiori a quelle delle età passate. Se l’uomo fosse incapace di conoscere appieno tale opera, allora essa non avrebbe alcun grande significato; si potrebbe dire che l’uomo avrebbe difficoltà a conoscerla pienamente, se non vi dedicasse l’impegno della sua intera. Nell’opera di conquista, parlare soltanto del cammino della pratica renderebbe la conquista dell’uomo impossibile. Anche parlare soltanto delle visioni, senza alcuna richiesta all’uomo, renderebbe la conquista dell’uomo impossibile. Se non si facesse che parlare del cammino della pratica, allora sarebbe impossibile colpire l’uomo nel suo tallone d’Achille, o sfatarne le concezioni, e così sarebbe impossibile anche conquistare interamente l’uomo. Le visioni sono il principale strumento di conquista dell’uomo, eppure se non ci fosse altro cammino che quello delle visioni, l’uomo non avrebbe modo di seguirlo, tanto meno i mezzi per accedervi. Questo è stato il principio dell’opera di Dio, dall’inizio alla fine: nelle visioni c’è ciò che deve essere messo in pratica e, pertanto, ci sono visioni che sono esclusive di tale pratica. Il livello di cambiamento, sia nella vita che nell’indole dell’uomo, accompagna cambiamenti nelle visioni. Se l’uomo dovesse fare affidamento esclusivamente sui propri sforzi, sarebbe impossibile per lui raggiungere alcun significativo livello di cambiamento. Le visioni parlano dell’opera di Dio Stesso e della gestione di Dio. La pratica si riferisce al percorso di pratica dell’uomo e alle modalità dell’esistenza umana; in tutta la gestione divina, la relazione tra visioni e pratica è la relazione tra Dio e l’uomo. Se le visioni venissero rimosse, o se ne parlasse senza parlare della pratica, o ci fossero solo visioni e la pratica dell’uomo ne venisse sradicata, tali cose non potrebbero essere considerate la gestione di Dio, tanto meno si potrebbe dire che l’opera di Dio sia per il bene dell’umanità; in tal modo, non solo il dovere dell’uomo sarebbe rimosso, ma costituirebbe una negazione del proposito dell’opera di Dio. Se, dall’inizio alla fine, all’uomo fosse richiesta solo la pratica, senza il coinvolgimento dell’opera di Dio, e, a maggior ragione, se all’uomo non fosse richiesta alcuna conoscenza dell’opera di Dio, ancor meno tale opera potrebbe chiamarsi gestione di Dio. Se l’uomo non conoscesse Dio e ignorasse la Sua volontà, e svolgesse ciecamente la sua pratica in modo approssimato e astratto, egli non potrebbe mai diventare una creatura pienamente qualificata. Entrambe queste cose sono pertanto indispensabili. Se ci fosse solo l’opera di Dio, vale a dire, se ci fossero solo le visioni e non ci fosse alcuna cooperazione o pratica da parte dell’uomo, allora tali cose non potrebbero chiamarsi gestione di Dio. Se ci fossero solo la pratica e l’ingresso dell’uomo, ciò, indipendentemente da quanto elevato possa essere il percorso intrapreso dall’uomo, sarebbe altrettanto inaccettabile. L’ingresso dell’uomo deve gradualmente cambiare al passo con l’opera e le visioni; non può cambiare a casaccio. I principi della pratica dell’uomo non sono liberi e incondizionati, ma entro limiti definiti. Tali principi cambiano al passo con le visioni dell’opera. Pertanto la gestione di Dio, alla fine, si riduce all’opera di Dio e alla pratica dell’uomo.

L’opera di gestione fu intrapresa unicamente per l’umanità, il che significa che fu determinata unicamente dall’esistenza del genere umano. Non c’era gestione prima dell’umanità o al principio, quando i cieli e la terra e tutte le cose furono creati. Se, in tutta l’opera di Dio, non ci fosse pratica che sia di beneficio all’uomo, vale a dire, se Dio non facesse richieste adeguate all’umanità corrotta (se, nell’opera compiuta da Dio, non ci fosse alcun percorso idoneo alla pratica dell’uomo), allora tale opera non potrebbe chiamarsi gestione di Dio. Se l’opera di Dio nella sua interezza comprendesse solo il comunicare all’umanità corrotta come svolgere la propria pratica, e Dio non portasse avanti la Propria impresa, e non mostrasse un briciolo della Propria onnipotenza o saggezza, allora, indipendentemente da quanto elevate possano essere le richieste che Dio fa all’uomo, indipendentemente da quanto a lungo Dio decida di vivere in mezzo agli uomini, l’uomo non conoscerebbe nulla dell’indole di Dio; se le cose stessero così, allora un’opera di tal genere sarebbe ancor meno degna di chiamarsi gestione di Dio. Per dirlo in modo più semplice, l’opera di gestione di Dio è l’opera compiuta da Dio, e tutta l’opera svolta sotto la guida di Dio da coloro che sono stati guadagnati da Dio. Tale opera si può riassumere nella definizione di gestione e si riferisce all’opera di Dio in mezzo agli uomini, così come alla cooperazione con Lui di tutti coloro che Lo seguono; tutto ciò, nel suo complesso, può chiamarsi gestione. Qui, l’opera di Dio assume il nome di visioni e la cooperazione dell’uomo assume il nome di pratica. Più elevata è l’opera di Dio (cioè, più elevate sono le visioni), più l’indole di Dio viene resa comprensibile all’uomo, e più questa risulta in disaccordo con le concezioni dell’uomo, e più elevate sono la pratica e la cooperazione dell’uomo. Più si fanno elevate le richieste all’uomo, più l’opera di Dio risulta in disaccordo con le concezioni dell’uomo e, di conseguenza, le prove cui viene sottoposto l’uomo e gli standard di conformità che gli viene richiesto di soddisfare si fanno più elevati. Alla conclusione di tale opera, tutte le visioni saranno state completate, e ciò che all’uomo sarà richiesto di mettere in pratica avrà raggiunto il culmine della perfezione. Questo sarà anche il tempo in cui ognuno verrà classificato a seconda del tipo, poiché sarà stato mostrato all’uomo ciò che gli è richiesto di conoscere. Pertanto, quando le visioni raggiungeranno il loro apogeo, l’opera si avvicinerà di conseguenza alla propria conclusione, e anche la pratica dell’uomo avrà raggiunto lo zenit. La pratica dell’uomo si basa sull’opera di Dio, e la gestione di Dio trova piena espressione solo grazie alla pratica e alla cooperazione dell’uomo. L’uomo è il fiore all’occhiello dell’opera di Dio, così come l’oggetto e anche il prodotto dell’intera opera di gestione di Dio. Se Dio operasse da solo, senza la collaborazione dell’uomo, allora non ci sarebbe nulla che potrebbe fungere da cristallizzazione della Sua intera opera e, in tal caso, la gestione di Dio non avrebbe il benché minimo significato. Solo scegliendo un oggetto adeguato, che sia esterno all’opera di Dio e che possa esserne l’espressione e provarne l’onnipotenza e la saggezza, è possibile raggiungere lo scopo della gestione divina, nonché quello di utilizzare tutti gli aspetti di quest’opera per sconfiggere completamente Satana. L’uomo è, pertanto, parte indispensabile dell’opera di gestione di Dio ed è l’unico che può far sì che essa porti frutto e raggiunga il suo fine supremo; nessun’altra forma di vita, ad esclusione dell’uomo, può assumere tale ruolo. Se l’uomo è destinato a divenire l’autentica cristallizzazione dell’opera di gestione, allora la disobbedienza dell’umanità corrotta deve essere completamente dissipata. Ciò richiede che all’uomo venga assegnata una pratica adeguata ai diversi periodi e che Dio svolga la corrispondente opera in mezzo agli uomini. Solo in tal modo, alla fine, si potrà ottenere un gruppo di persone che siano la cristallizzazione dell’opera di gestione. L’opera di Dio in mezzo agli uomini non può rendere testimonianza a Dio Stesso unicamente attraverso il lavoro di Dio solo; tale testimonianza richiede che ci siano esseri umani viventi in grado di far sì che la Sua opera si realizzi. Dio lavorerà dapprima su tali persone, attraverso le quali la Sua opera verrà in seguito manifestata, e così che tale testimonianza sarà portata tra le creature. E in questo, Dio avrà raggiunto lo scopo della Propria opera. Dio non opera da solo per sconfiggere Satana, poiché Egli non può rendere diretta testimonianza di Sé fra tutte le creature. Se dovesse farlo, sarebbe impossibile convincere totalmente l’uomo, e pertanto Dio deve lavorare sull’uomo al fine di conquistarlo, e solo in seguito Egli potrà far sì che Gli sia resa testimonianza tra tutte le creature. Se Dio dovesse operare da solo, senza la collaborazione dell’uomo, o se all’uomo non venisse richiesto di cooperare, allora l’uomo non potrebbe mai giungere a conoscere l’indole di Dio e sarebbe per sempre all’oscuro della Sua volontà; se così fosse, non potrebbe chiamarsi l’opera di gestione di Dio. Se l’uomo dovesse adoperarsi, cercare e lavorare duramente da solo, ma non avesse alcuna comprensione dell’opera di Dio, tutto si ridurrebbe a una farsa. Senza l’opera dello Spirito Santo, ciò che l’uomo compie appartiene a Satana, ed egli non è che un ribelle e un operatore di iniquità; Satana si manifesta in tutto ciò che viene compiuto dall’umanità corrotta e, in tali azioni, non c’è nulla che sia compatibile con Dio, e tutte sono manifestazioni di Satana. Nulla, in tutto ciò di cui si è parlato, appartiene esclusivamente alle visioni e alla pratica. Sul fondamento delle visioni, l’uomo trova la pratica, trova il sentiero dell’obbedienza, così da poter mettere da parte le proprie concezioni e ottenere le cose che non ha posseduto in passato. Dio richiede che l’uomo cooperi con Lui, che si sottometta completamente alle Sue richieste; l’uomo chiede di contemplare l’opera realizzata da Dio Stesso, di sperimentare l’onnipotente potere di Dio e di conoscere l’indole di Dio. Questa, in sintesi, è la gestione di Dio. L’unione di Dio con l’uomo è la gestione, e la più grandiosa delle gestioni.

Ciò che implica visioni riguarda principalmente l’opera di Dio Stesso, mentre ciò che implica la pratica dovrebbe essere svolto dall’uomo, e non ha nulla a che fare con Dio. L’opera di Dio viene compiuta esclusivamente da Dio, e la pratica dell’uomo viene svolta dall’uomo. Ciò che dovrebbe essere fatto da Dio Stesso non ha bisogno di essere fatto dall’uomo, e ciò che dovrebbe essere praticato dall’uomo non ha nulla a che fare con Dio. L’opera di Dio è il Suo Proprio ministero, e non ha nulla a che vedere con l’uomo. Tale opera non ha bisogno di essere svolta dall’uomo e, inoltre, l’uomo non sarebbe in grado di svolgere l’opera che deve essere svolta da Dio. Quel che all’uomo viene chiesto di praticare, deve essere fatto dall’uomo, sia che si tratti del sacrificio della sua vita, sia che riguardi la sua consegna nelle mani di Satana per rendere testimonianza – tutto ciò deve essere compiuto dall’uomo. Dio Stesso porta a compimento tutto il lavoro che Gli spetta, e ciò che l’uomo dovrebbe fare viene mostrato all’uomo, e il lavoro rimanente viene lasciato all’uomo. Dio non compie alcuna opera aggiuntiva. Egli compie solamente l’opera che rientra nel Suo ministero, e Si limita a mostrare all’uomo la via e compie solo il lavoro di aprirgli tale via, non di spianargli il cammino; ciò dovrebbe esser compreso dall’uomo. Mettere in pratica la verità significa mettere in pratica la parola di Dio, e tutto ciò è dovere dell’uomo, è il compito che dovrebbe essere svolto dall’uomo, e non ha nulla a che fare con Dio. Se l’uomo chiede che anche Dio soffra il tormento e il raffinamento nella verità, allo stesso modo dell’uomo, allora l’uomo sta compiendo un atto di disobbedienza. L’opera di Dio consiste nell’esecuzione del Suo ministero, e il dovere dell’uomo consiste nell’obbedire a tutte le indicazioni fornite da Dio, senza opporre alcuna resistenza. L’uomo deve attenersi a ciò che è opportuno fare, indipendentemente da come Dio operi o viva. Solo Dio Stesso può fare richieste all’uomo, vale a dire, solo Dio Stesso è in grado di fare richieste all’uomo. L’uomo non dovrebbe avere alcuna scelta, non dovrebbe fare nulla se non sottomettersi e praticare; questa è la consapevolezza che l’uomo dovrebbe avere. Una volta che l’opera che deve essere svolta da Dio Stesso sia stata portata a compimento, all’uomo viene richiesto di farne esperienza, passo dopo passo. Se, alla fine, quando tutta l’opera di gestione di Dio sarà stata completata, l’uomo non avrà ancora fatto ciò che gli è stato richiesto da Dio, allora l’uomo dovrà essere punito. Se l’uomo non adempie alle richieste di Dio, allora ciò è dovuto alla sua disobbedienza; non significa che Dio non sia stato abbastanza meticoloso nello svolgimento della Propria opera. Tutti coloro che non riescono a mettere in pratica le parole di Dio, coloro che non adempiono alle richieste di Dio, e coloro che non sono in grado di offrire la propria lealtà e di compiere il proprio dovere – tutti costoro saranno puniti. Oggi, quello che vi viene chiesto di realizzare non sono richieste aggiuntive, bensì il dovere dell’uomo, e ciò che dovrebbe essere fatto da tutte le persone. Se non siete in grado neppure di fare il vostro dovere, o di farlo bene, non vi state forse mettendo nei guai? Non state corteggiando la morte? Come potreste ancora aspettarvi un futuro e delle prospettive? L’opera di Dio è per il bene dell’umanità e la collaborazione dell’uomo è per il bene della gestione di Dio. Dopo che Dio ha compiuto tutto ciò che Gli spetta, all’uomo è richiesto di continuare instancabile nella pratica, e di cooperare con Dio. Nell’opera di Dio, l’uomo non dovrebbe lesinare alcuno sforzo, dovrebbe offrire la propria lealtà e non dovrebbe indulgere in numerose concezioni o sedere passivamente in attesa della morte. Dio può sacrificare Se Stesso per l’uomo, quindi perché l’uomo non può offrire la propria lealtà a Dio? Dio è costante nell’amore e nella considerazione per l’uomo, quindi perché l’uomo non può offrire un po’ di collaborazione? Dio opera per l’umanità, quindi perché l’uomo non può fare almeno un po’ del proprio dovere per il bene della gestione di Dio? L’opera di Dio è giunta fino a questo punto, eppure voi state ancora a guardare senza agire, ascoltate ma non vi muovete. Persone simili non sono forse oggetto di perdizione? Dio ha già dato all’uomo tutto ciò che è Suo, quindi perché, oggi, l’uomo è incapace di compiere scrupolosamente il proprio dovere? Per Dio, quest’opera è la Sua priorità assoluta, e l’opera di gestione è della massima importanza. Per l’uomo, mettere in pratica la parola di Dio e adempiere alle Sue richieste sono priorità assoluta. Questo dovreste comprendere, tutti quanti. Le parole pronunciate hanno raggiunto la parte più intima della vostra essenza, e l’opera di Dio è entrata in un territorio senza precedenti. Molte persone ancora non comprendono la verità o la falsità di questo cammino; sono ancora in attesa di vedere, e non compiono il proprio dovere. Esaminano, invece, ogni parola e azione di Dio, focalizzando l’attenzione su ciò che mangia e indossa, e le loro convinzioni si fanno sempre più deplorevoli. Queste persone non stanno forse facendo molto rumore per nulla? Come potrebbero tali persone essere coloro che cercano Dio? E come potrebbero essere coloro che si sottomettono consapevolmente a Dio? Relegano la propria lealtà e il proprio dovere in un angolo della mente e si concentrano invece sulle faccende di Dio. Sono uno scandalo! Se l’uomo avesse compreso tutto quel che dovrebbe comprendere, e avesse messo in pratica tutto quello che dovrebbe mettere in pratica, Dio sicuramente gli elargirebbe benedizioni, poiché ciò che Egli richiede all’uomo è di fare il proprio dovere e di svolgere il compito che gli è stato assegnato. Se l’uomo è incapace di comprendere ciò che dovrebbe comprendere, ed è incapace di mettere in pratica ciò che dovrebbe mettere in pratica, allora l’uomo verrà punito. Coloro che non collaborano con Dio sono nemici di Dio, coloro che non accettano la nuova opera vi si oppongono, anche se non fanno nulla che possa essere considerata una diretta opposizione. Tutti coloro che non mettono in pratica la verità richiesta da Dio sono persone che deliberatamente si oppongono e disobbediscono alla parola di Dio, anche qualora dovessero prestare una particolare attenzione all’opera dello Spirito Santo. Le persone che non obbediscono alla parola di Dio e non si sottomettono a Dio sono dei ribelli che si oppongono a Dio. Le persone che non fanno il proprio dovere sono coloro che non collaborano con Dio, e le persone che non collaborano con Dio sono coloro che non accettano l’opera dello Spirito Santo.

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