Solo eliminando le proprie nozioni si può intraprendere il giusto cammino della fede in Dio (3) Parte 3
A che punto è ora il vostro ingresso nella vita? Sei già arrivato a capire che le tue opinioni sono sbagliate, ma continui a fare affidamento su di esse per vivere e le usi per misurare l’opera di Dio. Usi i tuoi pensieri e le tue opinioni per esprimere un giudizio sulle circostanze che Egli mette in atto per te, e tratti la Sua sovranità con il metro dei tuoi pensieri e delle tue opinioni. Questo è forse in linea con le verità principi? Non è assurdo? Le persone comprendono solo una minima quantità di dottrina, eppure desiderano valutare le azioni di Dio. Questo non è forse incredibilmente arrogante? Ora riconosci soltanto che le parole di Dio sono buone e giuste e, a quanto si vede osservando il tuo comportamento esteriore, non fai cose che vadano palesemente contro la verità, né tantomeno che esprimano un giudizio sull’opera di Dio. Sei anche in grado di sottometterti alle disposizioni lavorative della Sua casa. Questo significa trasformarsi da non credente a seguace di Dio, dotato del decoro di un santo. Passi dall’essere una persona che vive decisamente secondo le filosofie di Satana, e secondo i suoi concetti e le sue leggi e conoscenze, all’essere una persona che, avendo ascoltato le parole di Dio, sente che sono la verità, le accetta e persegue la verità, diventando un individuo che riesce ad accogliere le parole di Dio come vita. È un processo di questo tipo, niente di più. Durante questo periodo, il tuo comportamento e i tuoi modi di fare le cose subiranno sicuramente alcuni cambiamenti. Per quanto tu cambi, ciò che si manifesta in te non è altro, per Dio, che una serie di cambiamenti nel tuo comportamento e nei tuoi metodi, nei tuoi desideri e nelle tue aspirazioni più intimi. Non è altro che una serie di cambiamenti nei tuoi pensieri e nelle tue opinioni. Forse ora sei in grado di offrire la tua vita a Dio quando chiami a raccolta la tua forza e senti questo impulso, ma non riesci a ottenere la sottomissione assoluta a Lui in una questione che trovi particolarmente sgradevole. È questa la differenza tra un cambiamento comportamentale e uno di indole. Forse il tuo cuore gentile ti consente di mettere da parte la tua vita e ogni cosa per Dio, dicendo: “Sono pronto e disposto a dare il mio sangue per Dio. In questa vita non ho rimpianti né lamentele! Ho rinunciato al matrimonio, alle prospettive terrene, a ogni gloria e ricchezza, e accetto queste circostanze che Dio ha predisposto. Posso resistere a tutto lo scherno e la denigrazione del mondo”. Non appena Dio predispone una circostanza che non corrisponde alle tue nozioni, tuttavia, riesci ad alzarti, a protestare a gran voce contro di Lui e a opporGli resistenza. È questa la differenza tra un cambiamento comportamentale e uno di indole. È anche possibile che tu riesca a mettere da parte la tua vita per Dio e a rinunciare alle persone che ami di più, o alla cosa a cui tieni maggiormente, da cui il tuo cuore non sopporta di separarsi, ma quando sei chiamato a parlare a Dio con il cuore e a essere una persona onesta, lo trovi molto difficile e non ci riesci. È questa la differenza tra un cambiamento comportamentale e uno di indole. D’altra parte, forse non brami il conforto della carne in questa vita, né mangiare cibi prelibati né indossare bei vestiti, sudando ogni giorno sette camicie per svolgere il tuo dovere fino allo sfinimento. Sei in grado di resistere a ogni tipo di dolore causato dalla carne ma, se le disposizioni di Dio non concordano con le tue nozioni, non riesci a capire, e dentro di te nascono rimostranze contro Dio e fraintendimenti su di Lui. Il tuo rapporto con Dio diventa sempre più anormale. Sei sempre recalcitrante e ribelle, incapace di sottometterti completamente a Lui. È questa la differenza tra un cambiamento comportamentale e uno di indole. Sei disposto a rinunciare alla tua vita per Dio, dunque perché non riesci a dirGli una parola sincera? Sei disposto a mettere da parte ogni cosa al di fuori di te stesso, allora perché non riesci a essere straordinariamente fedele all’incarico che Dio ti ha affidato? Sei disposto a rinunciare alla tua vita per Lui, perciò quando fai affidamento sui tuoi sentimenti per fare le cose e per tener vivi i tuoi rapporti con gli altri, perché non riesci a riflettere su te stesso? Perché non sei in grado di prendere posizione per sostenere il lavoro della chiesa e gli interessi della casa di Dio? Questa è forse una persona che vive davanti a Dio? Hai già giurato dinanzi a Lui di spenderti tutta la vita per Lui e di accettare qualunque sofferenza trovi sulla tua strada, allora perché è sufficiente una sola destituzione dal tuo dovere per farti sprofondare così tanto nella negatività da non riuscire a venirne fuori per molti giorni? Perché il tuo cuore è pieno di resistenza, lagnanza, fraintendimento e negatività? Che cosa sta succedendo? Ciò dimostra che il prestigio è la cosa che il tuo cuore ama di più, e questo è legato alla tua debolezza vitale. Perciò, quando vieni destituito, cadi e non riesci a rialzarti. Questo basta per dimostrare che, sebbene il tuo comportamento sia cambiato, la tua indole di vita è rimasta la stessa. È questa la differenza tra un cambiamento comportamentale e uno di indole.
Ora la maggior parte delle persone mostra qualche buon comportamento, ma pochissime ricercano la verità o la accettano, e quasi nessuna ha una vera sottomissione. Da questo punto di vista, molti sperimentano semplicemente cambiamenti di comportamento e mutamenti nei pensieri e nelle opinioni; hanno la volontà e l’aspirazione di accettare la sovranità di Dio e di sottomettersi a essa, e in cuor loro non nutrono alcun risentimento. DiteMi, queste persone hanno forse sperimentato il giudizio e il castigo di Dio? (No.) Purtroppo, le testimonianze esperienziali che avete condiviso in precedenza non riguardano il giudizio e il castigo di Dio; sono tutte ben lungi dal soddisfare le Sue richieste. Se non hai ancora sperimentato il giudizio e il castigo di Dio, allora la tua indole non ha iniziato a cambiare. Se è così, allora i cambiamenti che percepisci sono soltanto comportamentali. Simili cambiamenti comportamentali sono attribuibili alla tua collaborazione, si devono in parte alla tua buona umanità e sono gli effetti dell’opera di Dio. Pensi davvero che Egli Si spinga solo fino a questo punto nel salvare le persone? (No.) Allora che cosa farà dopo? Qual è l’opera principale a cui Si dedica quando salva le persone? (Il giudizio e il castigo.) Il metodo principale che Dio usa per salvare gli individui consiste nel giudizio e nel castigo. Purtroppo, però, quasi nessuno è ancora stato in grado di accettarli. Pertanto l’opera di Dio, finalizzata a salvare le persone, a perfezionarle e a cambiarne l’indole, non è ancora cominciata ufficialmente. Perché? Perché quest’opera di Dio non può ancora essere compiuta sulle persone. Come mai? Perché, considerando lo stato e la statura attuali degli individui, oltre a ciò che oggi sono in grado di fare, essi sono ancora ben lontani dal raggiungere gli standard richiesti da Dio, dunque Egli non può procedere con la Sua opera. Questo significa forse che vi porrà termine? No, Dio sta aspettando. Che cos’altro fa mentre aspetta? Sta purificando la Chiesa, ripulendola da coloro che intralciano e disturbano, dagli anticristi, dagli spiriti maligni, dalle persone malevole, dai miscredenti, da coloro che non credono davvero in Lui e da coloro che non sono nemmeno in grado di offrire manodopera. È quello che si chiama “sgombrare il campo”, o anche “cernita”. Sgombrare il campo è forse l’opera principale di Dio in questo periodo? No, in questo periodo Egli continuerà a operare su di voi attraverso i mezzi di spunto con le parole, dell’irrigazione, del nutrimento, della potatura, del castigo e della disciplina. Fino a che punto? Solo una volta che le persone possiedono le condizioni di base per accettare il giudizio e il castigo, Dio inizierà l’opera di giudizio e castigo. Ora diteMi, in base alle vostre speculazioni e ai vostri giudizi, quali sono le condizioni che gli individui devono soddisfare prima che Dio inizi l’opera di giudizio e castigo? Come vedi, Dio compie ogni cosa a suo tempo. Non opera a casaccio. La Sua opera di gestione segue il piano da Lui prefissato, ed Egli fa tutto muovendo un passo alla volta, non a casaccio. E che dire di quei passi? Ogni passo dell’opera che Dio compie sulle persone deve avere effetto; quando vede che ha avuto effetto, Egli compie il passo successivo della Propria opera. Dio sa come la Sua opera possa avere effetto, ciò che Egli deve dire e fare. Egli compie la Sua opera in base a ciò di cui le persone hanno bisogno, non a casaccio. Qualunque opera sia destinata a essere efficace sulle persone Dio la compie, e qualunque cosa sia immateriale in termini di efficacia, Dio di certo non la compie. Per esempio, ogni volta che vi è bisogno di dimostrazioni pratiche negative tramite le quali far maturare il discernimento negli eletti di Dio, nella chiesa compaiono falsi cristi, anticristi, spiriti maligni, persone malevole e individui che intralciano e disturbano, sulla base dei quali far sì che gli altri sviluppino il proprio discernimento. Se gli eletti di Dio comprendono la verità e riescono a discernere quelle persone, queste avranno reso il proprio servizio e non vi sarà più valore nella loro esistenza. Allora gli eletti di Dio si solleveranno per smascherarle e denunciarle, e la Chiesa le eliminerà immediatamente. Tutta l’opera di Dio procede per passaggi, e tutti quei passaggi sono disposti da Dio sulla base di ciò di cui l’uomo ha bisogno nella propria vita e nella propria statura. Di cosa hanno veramente bisogno le persone, e perché gli anticristi e i malevoli fanno la loro comparsa nella chiesa? Generalmente gli individui sono confusi su tali questioni e non capiscono cosa significhino. Alcuni, non comprendendo l’opera di Dio, nutrono nozioni e addirittura si lamentano dicendo: “Come possono gli anticristi fare la loro comparsa nella chiesa di Dio? Perché Egli non Se ne occupa?” Solo quando leggono le parole di Dio, secondo cui questi avvenimenti sono voluti affinché le persone ne traggano lezioni e sviluppino il discernimento, hanno un’epifania e comprendono le intenzioni di Dio. All’inizio le persone mancano di discernimento verso i malevoli. Quando la chiesa li espelle, esse nutrono nozioni; pensano che quanti sono stati espulsi facessero molte offerte e fossero in grado di sopportare le avversità, e ritengono che non avrebbero dovuto essere espulsi. Quindi oppongono resistenza a ciò che Dio ha fatto. Dopo un periodo di esperienza, tuttavia, acquisiscono una comprensione della verità e sviluppano la capacità di discernere i malevoli. Ora, quando un malevolo viene espulso, non nutrono più nozioni e non oppongono resistenza. Quando vedono un malevolo commettere di nuovo azioni malvagie, sono in grado di identificarlo, e tutti collaborano per segnalarlo ed epurarlo prima che venga arrecato un danno ingente. Questi malevoli non hanno più un punto d’appoggio nella casa di Dio. Come si ottiene questo risultato? Come nasce questo discernimento nelle persone? È Dio a produrlo. Senza la Sua opera, gli individui non potrebbero capire queste cose. La Sua opera segue una sequenza, le cui fasi sono determinate da quanto è richiesto dalla vita umana. Le persone stesse, tuttavia, non hanno le idee chiare su ciò di cui hanno effettivamente bisogno; sono confuse. Pertanto Dio può solo continuare la Sua opera, predisponendo numerose lezioni da cui gli individui possono trarre insegnamento, consentendo loro di entrare nella verità realtà e di ottenere i risultati che Egli pretende. Che le persone capiscano oppure no, Dio continua instancabilmente la Sua opera; è questo il Suo amore. È proprio così che Egli sottopone le persone a potatura: se commettono un errore, Dio le pota; se lo commettono di nuovo, le pota ancora. Se vengono messe a nudo nuovamente, le pota un’altra volta. Opera pazientemente finché l’individuo non acquisisce davvero la comprensione, finché non smette di essere intorpidito e di diventare sensibile come se toccasse un cavo sotto tensione quando si imbatte di nuovo in situazioni analoghe, evitando di commettere altri errori. Allora questo è sufficiente e Dio pone termine alla Sua opera. Quando, imbattendosi di nuovo in tali questioni, riesci a gestirle in modo indipendente e conforme ai principi, Dio non deve più preoccuparsi. Questo dimostra che hai compreso le Sue parole e la Sua verità, che le hai accolte nel tuo cuore e che sono diventate la tua vita. A quel punto, Dio pone termine alla Sua opera. Queste sono le fasi dell’opera di Dio e, dopo averle sperimentate, vedrai la Sua essenza e la Sua saggezza; questo è innegabile e sicuro al cento percento.
Si è appena accennato al fatto che le fasi dell’opera di Dio sono legate al cambiamento di indole delle persone. La Sua opera non è finalizzata soltanto a permettere agli individui di sottoporsi a un minimo di cambiamento comportamentale, di comprendere alcune regole e di avere una qualche sembianza umana, e poi a dichiarare tutto questo un grande successo. Se così fosse, l’opera si sarebbe già conclusa nell’Età della Grazia. Che cosa vuole Dio? (Il cambiamento di indole delle persone.) Esatto, il cambiamento di indole è ciò che possiedono quanti sono davvero salvati. Ciò che Dio vuole non è semplicemente un cambiamento nel comportamento degli individui, bensì soprattutto un cambiamento nella loro indole; è questo il criterio per essere salvati. Sono stati appena menzionati anche alcuni cambiamenti comportamentali, come essere in grado di rinunciare alle cose e di sacrificare la propria vita per Dio; questi sono chiari cambiamenti comportamentali. Però, se non c’è lealtà verso gli incarichi da parte di Dio, se si riesce ugualmente ad agire in modo superficiale, e se c’è comunque inganno, questo significa che non c’è ancora stato un cambiamento di indole. Ora le persone sono lodevoli solo nel comportamento; sembrano uguagliare meglio il contegno di un santo, si comportano con più umanità e hanno una qualche dignità e integrità. Tuttavia, per quanto qualcuno dimostri un buon comportamento, se esso non è legato alla pratica della verità e non viene vissuto con coscienza, ragionevolezza e umanità normale, allora non ha nulla a che fare con un cambiamento di indole e non è ciò che Dio vuole. Guardando la questione in questo modo, in termini del vostro comportamento attuale, per quanto vi atteniate alle regole, per quanto siate accondiscendenti o possiate sacrificare la vostra vita e per quanto siano grandi le vostre aspirazioni, siete riusciti ad accontentare Dio? Avete soddisfatto le Sue richieste? (No.) È forse che queste ultime sono troppo esigenti? Alcuni pensano: “Ora le persone sono molto accondiscendenti, ma come mai non hanno ancora soddisfatto le richieste di Dio?” Che cosa ne pensate? Questa accondiscendenza è sottomissione? (No.) Esatto. Ora questa accondiscendenza equivale soltanto ad avere un minimo di razionalità, che è sempre il risultato della disciplina di Dio. È totalmente l’effetto ottenuto dalla Sua disciplina; solo dopo che Dio aveva scrupolosamente pronunciato moltissime parole, la coscienza delle persone si è risvegliata, il loro senso di coscienza è stato smosso ed esse hanno cominciato a vivere una qualche parvenza di umanità, ad avere alcune regole per fare le cose, a sapere come chiedere informazioni su qualunque cosa facciano e a provare un minimo di rimprovero quando agiscono contro i principi. In breve, i cambiamenti di comportamento non soddisfano le condizioni per ricevere il giudizio e il castigo di Dio; Egli non vuole il cambiamento comportamentale degli uomini. Che cosa vuole, dunque? Un cambiamento di indole. E quali sono esattamente le manifestazioni di questo cambiamento? Fino a che punto le persone devono cambiare in vari aspetti per avere i requisiti per il giudizio e il castigo di Dio? Devono cambiare in misura tale che Egli riesca a vedere il loro rendimento in tutti gli aspetti; in particolare, devono saper svolgere adeguatamente il loro dovere e accettare la potatura, ricercare la verità in ogni cosa, seguire Dio quando si trovano ad affrontare tribolazioni e prove e, fondamentalmente, accettare qualunque cosa Egli dica e sottomettersi; costoro sono in grado di trattenersi dal fare cose cattive, senza compiere alcun male, anche quando non sono supervisionati da altri e quando si trovano ad affrontare le tentazioni. Agli occhi di Dio, le persone di questo tipo sono accettabili; hanno i requisiti per ricevere formalmente il Suo giudizio e castigo, il che rappresenta l’ulteriore fase della Sua opera di salvezza e perfezionamento. Quale tipo di segnale, quale tipo di criterio entra in gioco qui? Lo sapete? (Quello a cui stavo pensando è che, attraverso il castigo e la disciplina di Dio, un individuo riesce gradualmente a recuperare la coscienza e la ragionevolezza e, con l’aggiunta di alcuni cambiamenti di comportamento, alla fine è in grado di svolgere lealmente il proprio dovere. Allora Dio potrebbe iniziare l’opera di giudizio e castigo su quella persona.) Siete tutti d’accordo con questa affermazione? (Sì.) Bene, ma questa è solo una condizione. Prima di compiere l’opera di giudizio e castigo su qualcuno, Dio valuta questo individuo. Come? Ha diversi criteri. Anzitutto, osserva quale atteggiamento abbia costui verso gli incarichi ricevuti da Dio, quale atteggiamento abbia verso i doveri che dovrebbe svolgere, se sia in grado di svolgerli senza riserve, al meglio della propria capacità e con lealtà. In breve, Dio osserva se le persone riescano a soddisfare il criterio dell’adeguato svolgimento del dovere; questo è il primo aspetto. È direttamente collegato alla vita nella fede in Dio e al lavoro quotidiano a cui gli individui si dedicano. Perché Dio fissa questo aspetto come condizione, come criterio di valutazione? Qual è la ragione dietro questa scelta? La conoscete? Quando Dio affida un compito a qualcuno, l’atteggiamento di quella persona è cruciale; è il criterio secondo cui Egli la valuta. Questo compito le viene affidato da Dio; come lo tratterebbe un individuo dotato di coscienza rispetto a uno senza coscienza? Come lo tratterebbe una persona razionale rispetto a una irrazionale? C’è una distinzione. La coscienza e la razionalità sono tratti che l’umanità di un individuo dovrebbe possedere. A parte questo, avere soltanto un minimo di senso di coscienza o di razionalità non è sufficiente. Se le persone recuperano la coscienza e la razionalità, allora assomigliano a esseri umani? Ottengono così la verità realtà? No, non è ancora abbastanza; Dio osserva anche la strada che gli uomini percorrono nel periodo in cui svolgono il loro dovere. Che tipo di strada percorsa dagli individui riesce a soddisfare il criterio richiesto da Dio? Anzitutto, il criterio minimo è evitare di compiere il male e avere sottomissione mentre si svolge il dovere. Se qualcuno è capace di compiere il male, è completamente spacciato; non è il tipo di persona che Dio vuole salvare. Inoltre, quando si trattano gli incarichi da parte Sua, oltre a gestirli con coscienza e razionalità, c’è un maggiore bisogno di ricercare la verità e di comprendere le intenzioni di Dio. A prescindere dalle circostanze, indipendentemente dal fatto che la questione che ti trovi ad affrontare si allinei con le tue nozioni e fantasie, dovresti mantenere un atteggiamento di sottomissione. In questo frangente, ciò che Dio desidera è il tuo atteggiamento sottomesso. Se ti limiti a riconoscere che le Sue parole coincidono tutte con la verità e che sono corrette, questo è forse un atteggiamento di sottomissione? Assolutamente no. Qual è il lato concreto di un atteggiamento di sottomissione? Eccolo: devi convincerti ad accettare le parole di Dio. Anche se il tuo ingresso nella vita è superficiale, se la tua statura è insufficiente e se la tua conoscenza del lato concreto della verità non è ancora abbastanza profonda, sei ugualmente in grado di seguire Dio e di sottometterti a Lui; questo è un atteggiamento di sottomissione. Prima di poter raggiungere una sottomissione totale, devi anzitutto adottare un atteggiamento di sottomissione, cioè devi accettare le parole di Dio, credere che siano giuste, considerarle alla stregua della verità e dei principi della pratica, ed essere in grado di sostenerle come regole anche quando non hai una buona conoscenza dei principi. Questo è un tipo di atteggiamento di sottomissione. Siccome adesso la tua indole non è ancora cambiata, se vuoi raggiungere un’autentica sottomissione a Dio, devi prima avere una mentalità di sottomissione e aspirare a sottometterti, dicendo: “Mi sottometterò qualunque cosa Dio faccia. Non comprendo molta verità, ma so che quando Dio mi dirà cosa fare, lo farò”. Dio lo vede come un atteggiamento di sottomissione. Alcuni chiedono: “E se avessi sbagliato a sottomettermi a Dio?” Egli può forse essere in errore? Dio è verità e giustizia. Non commette errori; semplicemente, molte delle cose che fa non sono in linea con le nozioni delle persone. Dovresti dire: “A prescindere dal fatto che ciò che Dio fa sia in linea con le mie nozioni, mi limiterò ad ascoltarLo, a sottomettermi a Lui, ad accettarLo e a seguirLo. È questo che dovrei fare come essere creato”. Anche se ci sono persone che ti ritengono incline a sottometterti ciecamente, non dovresti farci caso. Il tuo cuore è sicuro che Dio è verità e che dovresti sottometterti. Tutto questo è giusto, ed è il tipo di mentalità con cui un individuo dovrebbe sottomettersi. Solo le persone dotate di una simile mentalità possono acquisire la verità. Se non hai una mentalità come questa, bensì dici: “Non tollero che gli altri mi provochino. Nessuno mi prenderà in giro. Sono troppo astuto e non posso essere costretto a sottomettermi a niente! Qualunque cosa si presenti sulla mia strada, devo esaminarla a fondo e analizzarla. Mi sottometto solo quando si allinea con le mie opinioni e riesco ad accettarla”, questo è forse un atteggiamento di sottomissione? No, è una mancanza di mentalità sottomessa, senza alcuna intenzione, in cuor tuo, di sottometterti. Se dici: “Anche se si tratta di dio, devo ugualmente esaminare a fondo la questione. Persino i re e le regine ricevono lo stesso trattamento da parte mia. Quanto tu mi stai dicendo è inutile. È vero che sono un essere creato, ma non sono un imbecille, perciò non trattarmi come tale”, allora per te è finita; non rispetti le condizioni per accettare la verità. Tali persone mancano di qualsiasi razionalità. Non possiedono un’umanità normale, dunque non sono forse bestie? Senza razionalità, come può un individuo raggiungere la sottomissione? Per raggiungerla occorre anzitutto possedere una mentalità sottomessa. Solo così una persona può avere una razionalità degna di nota. Se non ha una mentalità di sottomissione, allora non ha razionalità. Gli individui sono esseri creati; come possono capire chiaramente il Creatore? Da seimila anni, l’intera umanità non è in grado di decifrare una sola delle idee di Dio, perciò come possono le persone comprendere all’istante cosa Egli stia facendo? Non riesci a capire. Ci sono molte cose che Dio fa da millenni e che ha già rivelato all’umanità ma, se non le avesse spiegate per filo e per segno, gli uomini non le comprenderebbero tuttora. Forse adesso capisci le Sue parole in senso letterale, ma ne comprenderai davvero una piccola parte solo tra vent’anni. È questa la portata del divario tra le persone e ciò che Dio richiede. Alla luce di tutto questo, gli individui dovrebbero possedere razionalità e una mentalità di sottomissione. Gli uomini sono soltanto formiche e vermi, ma desiderano capire chiaramente il Creatore. Questa è una cosa assolutamente irragionevole. Alcuni si lamentano sempre dicendo che Dio non svela loro i Suoi misteri e non spiega direttamente la verità, facendo sì che le persone debbano sempre cercare. Affermare queste cose, però, non è giusto, ed è irragionevole. Quante parole capisci tra tutte quelle che Dio ti ha detto? Quante delle Sue parole riesci a mettere in pratica? L’opera di Dio si compie sempre in fasi. Se Egli avesse parlato della Sua opera degli ultimi giorni duemila anni fa, gli uomini avrebbero capito? Nell’Età della Grazia, il Signore Gesù diventò la sembianza della carne peccaminosa e fu un sacrificio espiatorio per tutta l’umanità. Se l’avesse detto alle persone a quei tempi, chi l’avrebbe compreso? E ora gli individui come voi capiscono alcune teorie astratte ma, per quanto riguarda verità come la reale indole di Dio, la Sua intenzione nell’amare l’umanità e l’origine e il piano dietro le cose che Egli fece all’epoca, le persone non saranno mai e poi mai in grado di comprendere. Questo è il mistero della verità; questa è l’essenza di Dio. Come possono gli individui capirla con chiarezza? È totalmente irragionevole che tu desideri capire chiaramente il Creatore. Sei troppo arrogante e sopravvaluti le tue capacità. Le persone non dovrebbero desiderare di capire chiaramente Dio. È già tanto se riescono a comprendere una parte della verità. Per quanto ti concerne, comprendere un minimo di verità è già un risultato sufficiente. È dunque razionale avere una mentalità di sottomissione? È una cosa assolutamente razionale da fare. Una mentalità e un atteggiamento di sottomissione sono il minimo che ogni essere creato dovrebbe possedere.
Quanto tempo occorre per raggiungere uno svolgimento adeguato e leale del proprio dovere e possedere una mentalità di sottomissione? Ci vuole un numero di anni prestabilito? Non c’è un arco temporale fisso, e dipende dal perseguimento dell’individuo, dalla sua aspirazione e dal grado del suo anelito di verità. Dipende anche dalla sua coscienza, ragionevolezza, levatura e comprensione intrinseche. Subito dopo aver acquisito un atteggiamento di sottomissione, ci saranno ulteriori cambiamenti nel suo modo di parlare, nelle sue azioni e nel suo comportamento. Che cosa sono questi cambiamenti? Agli occhi di Dio, ora sei fondamentalmente una persona onesta. Che cosa significa? Che la componente della menzogna intenzionale nel tuo modo di parlare e nel tuo comportamento è diminuita; l’ottanta per cento di ciò che dici è sincero. Talvolta, a causa dell’abiezione, delle circostanze o di qualche altra ragione, menti inavvertitamente, e ti sembra sgradevole quanto inghiottire una mosca morta; ti senti a disagio per diversi giorni. Ammetti l’errore e ti penti davanti a Dio e, in seguito, ci sono dei cambiamenti: le tue menzogne diventano sempre meno numerose e il tuo stato migliora. Agli occhi di Dio sei fondamentalmente una persona onesta. Alcuni domandano: “Se qualcuno è fondamentalmente onesto, la sua indole non è forse cambiata?” È così? No, si tratta soltanto di un cambiamento di comportamento. Agli occhi di Dio, per essere persone oneste occorre più di un semplice cambiamento di condotta e comportamento; occorrono anche cambiamenti essenziali nella mentalità e nelle opinioni sulle questioni. Gli individui non hanno più intenzione di mentire o di ingannare, e non c’è assolutamente alcuna falsità o alcun inganno in ciò che dicono e fanno. Le loro parole e azioni diventano sempre più sincere, con sempre più parole oneste. Per esempio, quando qualcuno ti chiede se sei stato tu a fare una certa cosa, anche se ammetterlo significherebbe essere schiaffeggiato o punito, sei ugualmente in grado di dire la verità. Anche se ammetterlo comporta assumersi una responsabilità significativa, e affrontare la morte o la distruzione, sei in grado di dire la verità e disposto a praticare la verità pur di soddisfare Dio. Ciò indica che il tuo atteggiamento verso le Sue parole è diventato molto saldo. Scegliere, in qualunque momento, uno qualsiasi dei criteri della pratica richiesti da Dio ha smesso di essere un problema per te; riesci ad attuare quel criterio e a metterlo in pratica spontaneamente senza i freni delle circostanze esterne, senza la guida di leader e lavoratori o la consapevolezza dello scrutinio di Dio accanto a te. Sei in grado di fare queste cose da solo, senza sforzo. Riesci a esaminare il tuo comportamento in modo proattivo, a misurarne la correttezza e a valutare se sia conforme alla verità e se soddisfi Dio, e lo fai senza i freni delle circostanze esterne, non per paura della disciplina di Dio né dei rimproveri della tua coscienza, e sicuramente non per timore dello scherno o della supervisione altrui; non sulla spinta di uno qualsiasi di questi elementi, insomma. A quel punto hai fondamentalmente soddisfatto il criterio di essere una persona onesta agli occhi di Dio. Essere fondamentalmente persone oneste è la terza condizione di base per accettare il giudizio e il castigo di Dio.
Abbiamo appena condiviso sulle tre condizioni per accettare il giudizio e il castigo di Dio: la prima è svolgere adeguatamente il proprio dovere, la seconda è avere un atteggiamento di sottomissione e la terza è essere fondamentalmente persone oneste. Come si valuta questa terza condizione? Quali sono i criteri? (Si mente di proposito con minore frequenza e si dice più spesso la verità.) Questa condizione consiste nell’essere in grado, il più delle volte, di dire la verità; dovreste essere tutti in grado di valutare questo aspetto, giusto? Essere persone oneste è la terza condizione per accettare il giudizio e il castigo di Dio. La seconda è avere un atteggiamento di sottomissione, che comprende alcuni dettagli: perlopiù evitare di esaminare a fondo o di analizzare l’opera di Dio, e avere soltanto una mentalità sottomessa. Comporta inoltre il perseguimento dell’obiettivo di essere persone oneste, arrivando al punto in cui le menzogne diminuiscono e in cui, il più delle volte, si riesce a parlare sinceramente, esprimendo i propri veri sentimenti. Qui l’aspetto più importante è la collaborazione soggettiva delle persone, cioè fare attivamente progressi e cercare di protendersi verso la verità. Avere una mentalità sottomessa è un risultato ottenuto sul fronte soggettivo; anche riuscire a diventare persone oneste, essere fondamentalmente onesti, è una questione soggettiva ed è il risultato di un perseguimento diligente. L’accettazione del giudizio e del castigo di Dio ha un’ulteriore condizione primaria. Prima vi darò un indizio e, se seguite quel che sto dicendo, riuscirete ad afferrarlo. Da quando le persone hanno iniziato a credere in Dio fino alla fine, hanno commesso molti errori in questa vita? Ci sono stati molti atti di ribellione contro di Lui? (Sì, moltissimi.) Allora cosa dovrebbe fare qualcuno quando commette un errore o quando diventa ribelle? (Deve avere un cuore pentito.) Un cuore pentito è indice di una persona dotata di coscienza e ragionevolezza. Queste ultime sono le qualità minime che un destinatario della salvezza di Dio dovrebbe possedere; quanti mancano di coscienza e ragionevolezza non sono in grado di raggiungere la salvezza di Dio. Se qualcuno non riesce mai a pentirsi dopo aver commesso degli errori, che razza di cosa è? Un individuo che non riesce mai a pentirsi è in grado di seguire Dio fino alla fine? Può subire un reale cambiamento? (No.) Perché? (Perché non ha un cuore pentito.) Esatto, e questo ci porta all’ultima condizione: bisogna avere un cuore pentito. Seguendo Dio, per via della loro stoltezza e ignoranza e delle loro varie forme di indole corrotta, le persone spesso si rivelano ribelli e talvolta fraintendono Dio o si lamentano di Lui. Si allontanano, e alcuni perfino sviluppano nozioni su Dio, diventano negativi, battono la fiacca nel lavoro per qualche tempo e perdono la fede. In ogni fase della vita emergono comportamenti di ribellione. Queste persone hanno Dio nel cuore e sanno che Egli è all’opera quando succede qualcosa, ma talvolta non riescono a farsene una ragione. Pur essendo in grado di sottomettersi superficialmente, nel profondo non riescono proprio ad accettarlo. Che cosa rende evidente che nel profondo non lo accettano? Un modo in cui questo si manifesta è che, pur sapendo tutto, tali persone sono semplicemente incapaci di accantonare ciò che hanno fatto e di presentarsi dinanzi a Dio per ammettere i propri errori dicendo: “Dio, ho sbagliato. Non agirò più così. Ricercherò le Tue intenzioni e farò come mi dici. Non Ti ascoltavo; la mia statura era scarsa, ero stolto e ignorante, e spesso ribelle. Adesso lo so”. Quale atteggiamento hanno le persone se riescono ad ammettere i propri errori? (Si vuole compiere una svolta.) Se si ha coscienza e ragionevolezza e si brama la verità, ma non si riesce mai a riflettere su sé stessi e a compiere una svolta dopo aver commesso degli errori, ritenendo invece che il passato sia passato e sentendosi sicuri di non sbagliarsi, che indole dimostra tutto questo? Che comportamento? Qual è l’essenza di tale comportamento? (L’intransigenza.) Una persona del genere è intransigente e, qualunque cosa succeda, questo è il cammino che seguirà. Dio non ama una persona del genere. Che cosa disse Giona quando trasmise agli abitanti di Ninive le parole di Dio? (“Ancora quaranta giorni e Ninive sarà distrutta!”, Giona 3:4.) Come reagirono gli abitanti di Ninive a queste parole? Quando capirono che Dio stava per distruggerli, si affrettarono a coprirsi di sacco e a sedersi sulla cenere, a confessarGli i propri peccati e ad abbandonare la strada del male. Questo significa pentirsi. Se l’uomo è in grado di pentirsi, si vede offrire un’enorme occasione. Quale? L’occasione di continuare a vivere. Senza un reale pentimento, sarebbe difficile andare avanti, tanto nello svolgimento del tuo dovere quanto nel tuo perseguimento della salvezza. In ogni fase (quando Dio ti impartisce disciplina o castigo, o quando ti sollecita e ti esorta), se è intervenuto un conflitto fra te e Dio, ma tu non compi alcuna svolta e continui ad aggrapparti alle tue idee, ai tuoi punti di vista e atteggiamenti, allora, anche se i tuoi passi sono diretti in avanti, il conflitto fra te e Dio, i tuoi fraintendimenti riguardo a Lui, le tue lamentele e la tua ribellione nei Suoi confronti non vengono corretti e il tuo cuore non compie alcuna svolta. Allora Dio da parte Sua ti eliminerà. Sebbene tu non abbia abbandonato il dovere che stai svolgendo, continui a fare il tuo dovere e ad avere un po’ di lealtà verso l’incarico ricevuto da Dio, e agli occhi degli altri questo sia accettabile, la disputa tra te e Dio ha creato un nodo permanente. Non hai usato la verità per risolverla e per ottenere una vera comprensione delle intenzioni di Dio. Di conseguenza, il tuo fraintendimento nei Suoi confronti aumenta, e pensi sempre che Dio sia nel torto e che tu venga trattato ingiustamente. Questo significa che non hai compiuto una svolta. La tua ribellione, le tue nozioni e il tuo fraintendimento nei confronti di Dio persistono, e questo ti porta ad avere una mentalità di non sottomissione, a essere sempre ribelle e a opporti a Dio. Una simile persona non è forse qualcuno che si ribella a Dio, che Gli si oppone e che rifiuta ostinatamente di pentirsi? Perché Dio assegna tanta importanza al fatto che le persone compiano una svolta? Con quale atteggiamento un essere creato dovrebbe porsi nei confronti del Creatore? Un atteggiamento con cui riconoscere che il Creatore è nel giusto, qualunque cosa faccia. Se non riconosci questo, dire che il Creatore è la verità, la via e la vita saranno per te soltanto parole vacue. Se per te sono soltanto parole vacue, puoi ancora ottenere la salvezza? No. Non ne avresti i requisiti; Dio non salva persone come te. Alcuni dicono: “Dio chiede alle persone di avere un cuore pentito e di saper compiere una svolta. Ma ci sono molte cose in cui non ho compiuto una svolta. Sono ancora in tempo?” Sì, sei ancora in tempo. Inoltre alcuni dicono: “In quali cose devo compiere una svolta? Il passato è ormai dimenticato”. Se la tua indole non cambia, se non giungi a sapere che cosa nelle tue azioni non sia conforme alla verità e che cosa non sia in accordo con Dio, allora quel nodo che esiste fra te e Dio non è stato ancora sciolto; la questione non è stata risolta. Questa indole è dentro di te; l’idea, il punto di vista, l’atteggiamento di ribellione verso Dio sono dentro di te. Non appena comparirà la giusta situazione, emergerà di nuovo questo tuo punto di vista e il tuo conflitto con Dio divamperà nuovamente. Pertanto, anche se non puoi correggere il passato, devi correggere le cose che avverranno in futuro. E come si correggono? Devi compiere una svolta e accantonare le tue idee e intenzioni. Quando hai questo intento, il tuo atteggiamento sarà naturalmente anche di sottomissione. Tuttavia, per dirla in maniera un po’ più precisa, questo si riferisce al fatto che la gente compie una svolta nel proprio atteggiamento verso Dio, il Creatore; è un riconoscimento e un’affermazione del fatto che il Creatore è la verità, la via e la vita. Se sai compiere una svolta, questo dimostra che sai accantonare quelle cose che ritieni giuste o quelle cose che l’umanità corrotta collettivamente ritiene giuste; e invece riconosci che le parole di Dio sono la verità e sono cose positive. Se sai avere questo atteggiamento, ciò dimostra il tuo riconoscimento dell’identità del Creatore e della Sua essenza. Ecco come Dio vede la questione, e pertanto considera la svolta dell’uomo di particolare importanza.
Alcuni chiedono: “Se una persona non ha fatto nulla di male, perché deve compiere una svolta?” Anche se al momento non hai fatto nulla di male, devi prima comprendere la verità del pentimento. Questa è una cosa che dovresti possedere. Una volta compresa la verità, scoprirai che alcune delle cose che hai fatto erano inappropriate, e porterai alla luce problemi che hanno a che fare con le tue intenzioni e con la tua mentalità, ossia problemi di indole. Queste cose saliranno in superficie senza che tu te ne accorga e ti spingeranno a renderti conto che il tuo rapporto con Dio non è, in realtà, un semplice rapporto tra gli esseri umani e Dio. Dio è ancora Dio, ma tu sei un essere creato che non soddisfa il criterio. Nelle questioni in cui le persone non riescono a stare al posto giusto e a realizzare ciò che dovrebbero, cioè quando non riescono a svolgere il proprio dovere, questo diventa un nodo dentro di loro. È un problema eccessivamente concreto, e va risolto. Come risolverlo, dunque? Che tipo di atteggiamento dovrebbero avere le persone? Prima di tutto il resto, devono essere disposte a compiere una svolta. E come andrebbe messa in pratica questa disponibilità a compiere una svolta? Per esempio, un individuo è un leader per un paio d’anni ma, poiché è di bassa levatura, non svolge bene il suo lavoro, non riesce a capire a fondo una qualsiasi situazione, non sa usare la verità per risolvere i problemi e non è in grado di portare a termine alcun lavoro reale; pertanto viene destituito. Se, dopo la destituzione, è in grado di sottomettersi, se continua a svolgere il suo dovere ed è disposto a compiere una svolta, che cosa dovrebbe fare? Anzitutto dovrebbe comprendere quanto segue: “Dio aveva ragione a fare ciò che ha fatto. La mia levatura è molto scarsa, e per moltissimo tempo non ho svolto alcun lavoro reale e invece ho soltanto ritardato il lavoro della chiesa e l’ingresso nella vita dei fratelli e delle sorelle. Sono fortunato che la casa di Dio non mi espella immediatamente. Sono davvero stato molto spudorato, aggrappandomi al mio prestigio per tutto questo tempo e credendo addirittura di aver svolto un magnifico lavoro. Quanto sono stato irragionevole!” Essere in grado di provare odio di sé e senso di rimorso: è o non è un’espressione della disponibilità a compiere una svolta? Se costui è in grado di parlare così, significa che ha questa disponibilità. Se in cuor suo afferma: “Per molto tempo, nella mia posizione di leader, ho sempre aspirato ai vantaggi del prestigio; predicavo sempre la dottrina e mi munivo di quest’ultima, senza ambire all’ingresso nella vita. Solo ora che sono stato sostituito mi rendo conto di quanto sono inadeguato e manchevole. Dio ha fatto la cosa giusta, e io devo sottomettermi. In passato avevo prestigio, e i fratelli e le sorelle mi trattavano bene; mi circondavano ovunque andassi. Ora nessuno mi presta attenzione, e vengo abbandonato; è ciò che mi spetta, è la punizione che merito. Inoltre come potrebbe un essere creato avere un qualsiasi prestigio davanti a Dio? Per quanto elevato sia il prestigio di qualcuno, non è l’esito né la destinazione; Dio mi affida un incarico non perché io faccia il prepotente o goda del mio prestigio, bensì perché possa svolgere il mio dovere, e dovrei fare tutto il possibile. Dovrei avere un atteggiamento di sottomissione verso la sovranità di Dio e le disposizioni della Sua casa. Anche se la sottomissione può essere difficile, devo sottomettermi: Dio ha ragione a fare ciò che fa e, anche ipotizzando che avessi migliaia o decine di migliaia di scuse, nessuna di loro sarebbe la verità. La verità è sottomettersi a Dio!”, queste sono espressioni accurate della disponibilità a compiere una svolta. E se qualcuno le possedesse tutte, Dio come potrebbe valutare una simile persona? Direbbe che è un individuo dotato di coscienza e ragionevolezza. È una valutazione elevata? Non eccessivamente; il solo possesso della coscienza e della ragionevolezza non soddisfa i criteri per essere perfezionati da Dio ma, per quanto riguarda questo tipo di persona, è già un discreto risultato. Essere capaci di sottomettersi è inestimabile. In seguito, il modo in cui l’individuo cerca di far cambiare idea a Dio su di sé dipende da quale strada sceglie. Se non si è pentito davvero e se, non avendo alcun prestigio, non è leale nel proprio dovere ed è sempre superficiale, allora per lui è completamente finita; verrà eliminato. Se ha ancora delle rimostranze, se si lamenta dicendo: “Nel periodo in cui ero un leader ho sofferto moltissimo e, anche se non c’erano meriti, c’era duro lavoro. Dicono che non abbia svolto un lavoro reale, invece ne ho svolto moltissimo. A prescindere dal fatto che abbia ottenuto dei risultati oppure no, se non altro non me ne sono stato con le mani in mano. Solo per questo, Dio non dovrebbe eliminarmi con tanta noncuranza. Anche senza prestigio, mi fanno ancora fare questo e quello; ciò non equivale forse a giocare con me?” e se, dopo essere stato sostituito, non ha più entusiasmo verso lo svolgimento del dovere, dimostra forse lealtà o sottomissione? Non ha alcuna lealtà, sottomissione o disponibilità a compiere una svolta; non ha nessuna di queste cose. Tutto questo non è forse patetico? Fin troppo; questa persona ha creduto invano per tutti questi anni. Ascoltando i sermoni per moltissimi anni, senza però praticare la verità, e parlando agli altri di parole e dottrine, ma senza riuscire a fare nulla in prima persona: è così che costui ha creduto in Dio; ha predicato moltissima dottrina agli altri, ma alla fine non riesce neppure a risolvere i suoi problemi. Tutto questo è veramente patetico! E questa persona desidera ugualmente ricevere il giudizio e il castigo di Dio? Dopo essere stata sostituita, entra ancora in competizione con Dio e patisce un tormento, senza mostrare la minima sottomissione. Questo non equivale forse soltanto a soffrire ciecamente? La tua sofferenza è priva di valore! Mettendo da parte tutto il resto, e considerando solo il fatto che sei diventato furioso e polemico quando la chiesa ti ha sollevato dalla tua posizione, già in base a questo non sei degno di essere un uomo, un essere creato di Dio. Allora perché discuti? Qualunque argomentazione tu abbia è inutile. Credi da moltissimi anni, eppure non hai nemmeno questo briciolo di sottomissione; dove sono i frutti della tua fede nel corso degli anni? Patetico, detestabile, disgustoso! Hai ricevuto il prestigio e l’hai trattato come un ruolo ufficiale; avere il prestigio significa forse che la tua indole è cambiata? Non si tratta semplicemente della grazia di Dio? Egli ti ha onorato con questo incarico, eppure l’hai preso per un ruolo ufficiale; non è disgustoso? Ci sono forse funzionari nella casa di Dio? Nelle età, nessun santo è stato un funzionario. Le persone adorano Paolo da duemila anni, ma nessuno ha mai detto che avesse un titolo ufficiale. Pertanto il termine “funzionario” non regge; non è una ricompensa né un incarico da parte di Dio, e devi lasciarlo andare. Se persegui costantemente l’obiettivo di essere un funzionario, Dio lo approverà? Questo approccio ti permetterà di ottenere la salvezza? Decisamente no. Abbiamo appena detto che per accettare il giudizio e il castigo di Dio occorre avere la disponibilità a compiere una svolta. È una cosa importante? (Sì.) Avere un simile atteggiamento è estremamente importante! Se desideri instaurare un rapporto di Salvatore e salvato tra te e il Creatore, e desideri che Dio ti salvi, devi correggere la tua posizione e verificare il posto e la posizione di Dio nel tuo cuore. Qual è la tua posizione, dunque? (Quella di un essere creato.) Chi è un essere creato? Un uomo, non una bestia. In qualsiasi momento devi ricordare che sei un essere creato, un comune essere umano, e non devi dimenticare il posto che ti spetta. Quando Dio ti dà un minimo di grazia o di benedizione, perdi di vista chi sei. Quando, nella Sua umiltà e nel Suo nascondimento, condivide alcune parole sentite per confortarti, ti sta elevando; eppure vuoi metterti sul Suo stesso piano, innalzandoti. Quale cosa lo farebbe? Un essere umano agirebbe così? (No.) Dio non riconosce un essere creato come te; puoi farti da parte! Se Dio non ti riconosce, ti perfezionerà? Non soddisfi le condizioni per essere perfezionato da Lui. Ormai il punto cruciale della discussione non è forse stato veicolato chiaramente? Pertanto avere la disponibilità a invertire la rotta è molto importante; è uno stato mentale e, allo stesso tempo, un atteggiamento. Questo atteggiamento è un importante principio della pratica, che si dovrebbe possedere per ricevere la salvezza e il perfezionamento di Dio. Non considerarti così grande o così nobile, e non dare per scontato di essere assolutamente irreprensibile e infallibile. Non sei grande, glorioso o irreprensibile; sei minuscolo, misero, un essere creato dell’umanità corrotta da Satana. Devi accettare la salvezza del Creatore. Non sei già salvato, non sei perfetto; devi possedere questa ragionevolezza.
Le citazioni bibliche sono tratte da
La Sacra Bibbia – Nuova Riveduta 2006 – versione standard
Copyright © 2008 Società Biblica di Ginevra.
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