Diffondere il Vangelo è il dovere a cui sono moralmente obbligati tutti i fedeli (Parte 1)
Durante l’ultima riunione abbiamo parlato di svolgere il proprio dovere in modo adeguato. Raggiungere questo obiettivo è la prima e la più elementare delle quattro condizioni fondamentali necessarie per il perfezionamento dell’uomo da parte di Dio. L’ultima volta abbiamo tenuto una condivisione sulla definizione e sui principi dello svolgere il proprio dovere. Abbiamo esaminato anche alcuni esempi, tenendo una condivisione sui vari segni esterni che indicano che le persone non assolvono il loro dovere in maniera adeguata. Così facendo, ho permesso al popolo eletto di Dio di vedere chiaramente che tali problemi andrebbero risolti, e di capire l’atteggiamento che Dio assume verso quanti svolgono il loro dovere in tal modo. Dopo aver tenuto una condivisione su questo argomento, avete acquisito una comprensione generale di come assolvere il vostro dovere in modo adeguato, di ciò a cui prestare attenzione, di quali cose non potete fare e di quali azioni potrebbero offendere l’indole di Dio e condurre alla distruzione. Tenendo una condivisione su come assolvere il vostro dovere in una maniera che sia adeguata, riuscite a comprendere concettualmente la verità di questa questione e a capirci qualcosa? Durante lo svolgimento di vari doveri, quali principi dovrebbero osservare tutti i diversi tipi di persone, e quali verità dovrebbero praticare? Avete una comprensione chiara di simili dettagli? (Non li capiamo chiaramente.) Allora dobbiamo parlarne in maniera più approfondita. Dobbiamo stabilire classificazioni più dettagliate per discutere di cosa significa svolgere il proprio dovere in modo adeguato.
Il lavoro della casa di Dio si divide in diverse categorie principali. Il lavoro che è in prima linea in tutto l’operato della casa di Dio è la diffusione del Vangelo. Questo coinvolge un enorme numero di persone, riguarda un vasto ambito di cose e comporta una grande quantità di impegno. È la prima categoria di lavoro e il compito più importante nel lavoro complessivo della chiesa. Il lavoro di diffusione del Vangelo è il primo compito importante nel piano di gestione di Dio. È per questa ragione che va classificato come prima categoria di lavoro. Qual è dunque il titolo detenuto da coloro che compiono questo dovere? Divulgatori del Vangelo. Quanto alla seconda categoria, qual è il dovere più importante nel lavoro interno della chiesa? (Quello dei leader e dei lavoratori.) Esatto, è il dovere dei leader e dei lavoratori a tutti i livelli della chiesa, compresi i supervisori e i capigruppo di vari gruppi. Questo dovere è della massima importanza, e tutto il lavoro svolto da queste persone è fondamentale. Questa è la seconda categoria. Quanto alla terza, quali doveri sono relativamente importanti nel lavoro di diffusione del Vangelo? (Alcuni doveri speciali.) Sì, la terza categoria include persone che assolvono vari doveri speciali tra cui la scrittura, la traduzione, la musica, la produzione di film, l’arte e il lavoro degli affari esterni. Quelle della quarta categoria assolvono perlopiù doveri ordinari compresi nel lavoro logistico, come l’accoglienza, la cucina e gli acquisti. Non è necessaria una classificazione dettagliata di questi doveri. La quinta categoria è per quanti riescono ad assolvere soltanto alcuni doveri nel tempo libero a causa della situazione familiare, delle condizioni fisiche o di altri motivi di questo tipo. Queste persone assolvono il loro dovere al meglio delle proprie capacità. Questa è la quinta categoria. Gli altri, che non assolvono il loro dovere, vengono inseriti nella sesta. Costoro non hanno nulla a che fare con l’assolvere i doveri, dunque perché mai dovrebbero essere inseriti in una categoria? Siccome rientrano nelle file dei membri della chiesa, sono elencati in quest’ultima categoria. Se hanno ascoltato molti sermoni, se sono in grado di comprendere la verità e chiedono volontariamente doveri da assolvere, dovremmo permettere loro di assolvere dei doveri e dare loro l’opportunità di pentirsi, purché abbiano una fede sincera e non siano individui di levatura estremamente bassa oppure malevoli, e a patto che promettano di non causare disturbo. I membri della chiesa rientrano tutti fondamentalmente nelle sei categorie appena menzionate. Gli unici rimasti sono i nuovi credenti. Non si può affermare che non svolgano il loro dovere. Piuttosto, siccome sono di modesta statura e hanno soltanto una comprensione superficiale della verità, non possono fare nulla. Anche se alcuni di loro hanno una buona levatura, non comprendono la verità o i principi, e così non possono ugualmente assolvere alcun dovere. Possono iniziare dopo aver creduto in Dio per due o tre anni. In quel momento possiamo elencarli tra le varie categorie di persone che assolvono dei doveri. Per concludere, ormai abbiamo delineato chiaramente le sei categorie. La prima è per coloro che diffondono il Vangelo; la seconda è per i leader e i lavoratori a tutti i livelli della chiesa; la terza è per quanti assolvono doveri speciali; la quarta è per coloro che assolvono doveri ordinari; la quinta è per quanti assolvono doveri quando ne hanno il tempo; la sesta è per coloro che non ne assolvono alcuno. Quali principi costituiscono la base per la classificazione di queste categorie? Sono divise a seconda della natura del lavoro, del tempo necessario per svolgerlo, del carico di lavoro e della sua importanza. Quando prima abbiamo parlato dell’assolvere dei doveri, fondamentalmente abbiamo discusso i vari aspetti della verità del loro svolgimento. La nostra condivisione riguardava le verità principi che tutti dovrebbero seguire durante l’assolvere i doveri. Non abbiamo delineato alcuna categoria né abbiamo discusso nel dettaglio quali principi ciascuno di questi tipi di persone dovrebbe osservare né le verità specifiche in cui dovrebbero mirare a entrare. Ora terremo una condivisione più completa su questo aspetto della verità, passando in rassegna le categorie a una a una in modo da essere chiari.
Aprirò la condivisione parlando anzitutto delle verità che coloro che diffondono il Vangelo dovrebbero capire. Quali sono le verità fondamentali che le persone che diffondono il Vangelo dovrebbero comprendere e di cui dovrebbero attrezzarsi? Come dovresti occuparti di questo dovere per compierlo bene? Devi attrezzarti di alcune verità della visione necessarie per diffondere il Vangelo e devi padroneggiare i principi della sua diffusione. Una volta che li hai padroneggiati, di quali altre verità dovresti armarti per eliminare le nozioni e i problemi degli altri? Come dovresti trattare coloro che indagano la vera via? La cosa più importante è imparare il discernimento. A chi puoi predicare il Vangelo e a chi no: questo è il primo principio che devi capire. Se predichi il Vangelo alle persone a cui non lo si può predicare, non solo è fatica sprecata, ma può generare facilmente insidie nascoste. Questa è una cosa che occorre comprendere. Inoltre, nemmeno le persone a cui si può predicare il Vangelo lo accetteranno se ti limiti a pronunciare qualche parola o a parlare di alcune dottrine profonde. Non è così facile. Puoi anche parlare finché non hai la bocca secca e la lingua riarsa e perdere del tutto la pazienza, volendo abbandonare coloro che indagano la vera via. In simili circostanze, che cosa è più importante possedere? (L’amore e la pazienza.) Devi avere amore e pazienza. Se manchi di qualsiasi sentimento d’amore, allora sicuramente non hai pazienza. Oltre a comprendere la verità in relazione alla visione, la diffusione del Vangelo richiede anche grande amore e grande pazienza. Solo così puoi compiere in maniera appropriata il dovere di diffondere il Vangelo. Come si definisce questo dovere? Come lo concepisci? In cosa coloro che diffondono il Vangelo si differenziano da coloro che assolvono altri doveri? Costoro testimoniano l’opera di Dio degli ultimi giorni e la Sua venuta. Alcuni dicono che costoro sono messaggeri del Vangelo, che sono stati mandati in missione, che sono angeli discesi dall’alto. Si possono definire così? (No.) Qual è la missione di coloro che diffondono il Vangelo? Quale immagine di loro si trova nella mente delle persone? Qual è il loro ruolo? (Predicatori.) Predicatori, messaggeri, cos’altro? (Testimoni.) Quasi tutti li definirebbero così. Ma queste definizioni sono davvero accurate? I termini comuni sono “predicatore” e “testimone”; “messaggero del Vangelo” è un titolo più prestigioso. Questi tre termini si sentono spesso. A prescindere da come la gente comprenda e definisca i titoli di coloro che assolvono questo dovere, essi sono tutti inscindibilmente legati alla parola “Vangelo”. Quale dei tre è più attinente e più adeguato al dovere di diffondere il Vangelo, diventando così un titolo più sensato? (Predicatori.) Quasi tutti pensano che il titolo di predicatore sia più adeguato. C’è qualcuno che approva il titolo di testimone? (Sì.) Che cosa ne dite di messaggero del Vangelo? (No.) Praticamente nessuno è d’accordo con questo titolo. Discutiamo prima di tutto se il titolo di predicatore sia appropriato. “Predicare” significa diffondere, divulgare, trasmettere e rendere noto qualcosa, e qual è la “via” che i predicatori predicano? (La vera via.) Questo è un buon modo per dirlo. La “via” è la vera via dell’opera di Dio e della salvezza dell’uomo da parte Sua. È così che spieghiamo e definiamo il termine predicatore. Ora parliamo di testimone. Che cosa testimonia un testimone? (L’opera di Dio degli ultimi giorni.) Non è sbagliato affermare che un testimone renda testimonianza all’opera di Dio degli ultimi giorni. Questi due titoli sembrano relativamente appropriati. Che cosa ne dici di messaggero del Vangelo? A cosa si riferisce “Vangelo”? Alla buona novella e al lieto annuncio dell’opera di Dio, della salvezza dell’uomo da parte Sua e del Suo ritorno. Come possiamo spiegare la parola “messaggero”? Una buona spiegazione è che un “messaggero” è qualcuno che è mandato da Dio, che viene inviato direttamente a diffondere il Vangelo, o una determinata persona che Egli manda in un certo momento a trasmettere le Sue parole o un messaggio importante. Questo è un messaggero. Coloro che diffondono il Vangelo svolgono forse un simile ruolo? Fanno questo tipo di lavoro? (No.) Che tipo di lavoro fanno allora? (Rendono testimonianza all’opera di Dio degli ultimi giorni.) La loro testimonianza dell’opera di Dio degli ultimi giorni è forse una missione che hanno accettato direttamente da Lui? (No.) Allora, come si può spiegare questa missione? (È il dovere degli esseri creati.) È il dovere della gente. A prescindere che Dio ti abbia incaricato della proclamazione della Sua nuova opera e della diffusione del Vangelo, a prescindere che te l’abbia detto o che te l’abbia affidata, hai la responsabilità e l’obbligo di parlare a più persone del Vangelo, di divulgarlo e di trasmetterlo a più gente. Hai la responsabilità e l’obbligo di permettere a un maggior numero di persone di conoscere questa novella, di venire al cospetto di Dio e di tornare alla Sua casa. Questi sono il dovere e la responsabilità delle persone, perciò non si può dire che esse siano state inviate e mandate da Dio. Qui la parola “messaggero” non è pertanto appropriata. Qual è la natura di questa parola? È falsa, esagerata e vuota. La parola “messaggero” è troppo esagerata per essere appropriata. Dall’epoca dell’Antico Testamento al presente, dall’inizio dell’opera di gestione di Dio a oggi, fondamentalmente il ruolo di messaggero non è mai esistito. Vale a dire, un ruolo simile non ha preso parte all’opera del piano di gestione di Dio per la salvezza dell’umanità nell’intero arco della sua durata. Come possono le persone comuni farsi carico di ciò che si intende con la parola “messaggero”? Nessuno può accollarsi un simile lavoro. Pertanto questo ruolo non è accessibile all’uomo, e nessuno può essere legato o associato a questa parola. Un messaggero, come lo intende la gente, è qualcuno che viene mandato da Dio a fare qualcosa o a trasmettere un messaggio. Una persona di questo tipo ha poco a che fare con la grandiosa e onnicomprensiva opera di gestione dell’umanità da parte di Dio. Vale a dire, il ruolo di messaggero è quasi del tutto inesistente nelle tre fasi dell’opera di Dio. Pertanto non usare questa parola in futuro. È ingenuo parlare in questo modo. Può una persona assumere il titolo di “messaggero del Vangelo”? No. Per prima cosa, è fatta di carne e sangue. Inoltre, è parte dell’umanità corrotta. Che tipo di essere è un messaggero? Lo sapete? (No.) Non lo sapete, ma osate ugualmente usare questo nome. Questo è spacciarsi per qualcuno che non si è. Si può asserire assolutamente che i messaggeri non hanno nulla a che fare con l’umanità e che gli esseri umani non possono avere nulla a che fare con la parola “messaggero”. L’umanità non può farsi carico di questo. I messaggeri del Vangelo, la loro discesa dall’alto e il loro lavoro sono fondamentalmente giunti tutti al termine ai tempi di Abramo nel Vecchio Testamento. Tutto questo è già finito. Fin da quando Dio ha compiuto formalmente l’opera della salvezza dell’umanità, quest’ultima avrebbe dovuto smettere di usare la parola “messaggero”. Perché non si dovrebbe più usarla? (Sarebbe un carico eccessivo per l’uomo.) Non è questione se l’uomo possa farsene carico oppure no, il fatto è che i messaggeri non hanno nulla a che fare con l’umanità corrotta. Tra l’umanità corrotta non esistono né un simile ruolo né un simile titolo. Torniamo alla parola “predicatore”. Se dovessimo dare una definizione obiettiva, accurata e profonda della “via” che queste persone predicano, come la definiremmo? (La parola di Dio.) Questo è un termine relativamente generale. Nello specifico, si riferisce forse soltanto al Vangelo e al messaggio dell’opera di Dio nel momento presente? (No.) Allora, che cosa proclamano effettivamente coloro che diffondono il Vangelo? Fino a che punto il lavoro delle persone che diffondono il Vangelo è legato alla “via”? Che tipo di lavoro rientra effettivamente nell’ambito dei loro doveri? Esse trasmettono semplicemente alcune informazioni fondamentali ai destinatari del Vangelo, per esempio il fatto che Dio sia venuto negli ultimi giorni, l’opera che ha compiuto, le Sue parole e le Sue intenzioni, affinché la gente possa sentire e accettare queste informazioni e poi tornare a Dio. Dopo che hanno portato le persone davanti a Lui, la loro responsabilità di diffondere il Vangelo è adempiuta. Qualcosa di quello che si intende per “via” è forse contenuto nelle informazioni che comunicano? Qui i termini “informazioni” e “Vangelo” sono sostanzialmente equivalenti. Hanno dunque qualcosa a che fare con la “via”? (No.) Perché non esiste una simile associazione? A cosa si riferisce esattamente la “via”? La parola più semplice che possiamo usare come spiegazione è strada. Il termine “strada” racchiude la definizione di “via”, che è più specifica. Per parlare più concretamente, la “via” consiste di tutte le parole pronunciate da Dio per la salvezza dell’umanità, per liberare gli esseri umani dalla loro indole satanica corrotta e per permettere loro di sfuggire alla schiavitù di Satana e all’influenza oscura. Questa è forse una descrizione accurata e concreta? Esaminandola ora, la parola “predicatore” è forse una definizione appropriata per quanti svolgono il dovere di diffondere il Vangelo? (Non è adatta.) Il dovere del predicatore va ben al di là della diffusione del Vangelo. Solo coloro che conoscono Dio e che Gli rendono testimonianza possono assumere questo titolo. Un individuo medio che diffonde il Vangelo può forse farsi carico del lavoro di predicatore? Assolutamente no. Diffondere il Vangelo significa soltanto annunciare la buona novella e semplicemente rendere testimonianza all’opera di Dio. Queste persone non sono affatto in grado di farsi carico del lavoro dei predicatori, di svolgere il dovere dei predicatori, perciò non si possono definire tali. Il titolo di predicatore conferisce una reputazione più elevata, e coloro che diffondono il Vangelo non lo meritano. Non è adeguato a loro. Ora resta solo il termine “testimone”. Che cosa testimonia un testimone? (L’opera di Dio degli ultimi giorni.) È adeguato dire che annuncia e testimonia l’opera di Dio degli ultimi giorni? Se si dovesse definire accuratamente il significato di testimone, esso dovrebbe riferirsi a una persona che rende testimonianza a Dio anziché al Vangelo. E se chiamassimo queste persone che diffondono il Vangelo testimoni di Dio? Sono forse in grado di renderGli testimonianza? (No.) Come possiamo spiegare il termine “testimone” nell’accezione usata qui? A un esame attento, nemmeno la parola “testimone” è appropriata. Siccome coloro che diffondono il Vangelo annunciano soltanto le parole pronunciate da Dio a tutte le persone che hanno sete delle Sue parole e comunicano la Sua parola alla gente che accoglie la Sua manifestazione, questo non basta a illustrare il vero significato della parola “testimone”. Perché affermo che non è questo che significa rendere testimonianza? Rendere testimonianza comprende ciò che una persona condivide e annuncia per permettere alla gente di arrivare a conoscere Dio e portarla al Suo cospetto. Al momento, coloro che diffondono il Vangelo portano semplicemente le persone nella chiesa, nel posto di lavoro di Dio sulla terra. Non rendono testimonianza alla Sua indole, a ciò che Lui ha ed è o alla Sua opera. Il titolo di testimone è adatto per loro? Per essere precisi, non è adatto né adeguato. Orbene, abbiamo indagato e considerato tutti e tre i termini, messaggeri del Vangelo, predicatori e testimoni, trovandoli tutti inadatti a coloro che diffondono il Vangelo. A prescindere dal fatto che queste parole provengano dalla religione o vengano usate comunemente dai membri della casa di Dio, questi titoli non sono né adatti né adeguati. Ora arriviamo a una domanda: i titoli sono importanti? (Sì.) Lo sono davvero? Per esempio, se il tuo nome originale era John Smith, ma adesso ti fai chiamare James Clark, sei cambiato? Non resti te stesso? Questo significa che il titolo o il nome che usi non è importante. Se non conta, perché analizzare in profondità queste parole? L’ho fatto affinché le persone possano acquisire una visione accurata del dovere di diffondere il Vangelo, definire accuratamente cosa sia davvero questo dovere e capire come compierlo e trattarlo correttamente. Per prima cosa è necessario che tu determini la tua posizione all’interno di questo dovere. È molto importante. Questo titolo deve dunque essere accurato.
Ho appena analizzato approssimativamente diversi titoli o termini riferiti a quanti assolvono il dovere di diffondere il Vangelo. I titoli e le definizioni di testimoni, predicatori e messaggeri del Vangelo sono tutti inesatti. Perché? Perché le persone che semplicemente diffondono il Vangelo non compiono un lavoro concreto degno di questi nomi. Non rendono testimonianza alle azioni, all’opera o all’essenza di Dio. Non è questo il lavoro che svolgono, né il dovere che assolvono. Perciò non sono degni di essere chiamati con il titolo di testimoni. Anche il titolo di predicatore è di questa natura, per non parlare di messaggero del Vangelo. Quest’ultimo è privo di significato, basato assolutamente su nulla. Non è altro che un titolo altisonante che le persone conferiscono a sé stesse. Da dove proviene? Non è stato prodotto dalla debordante indole arrogante dell’uomo? (Sì.) Non è forse questo semplicemente il desiderio di dare a sé stessi un titolo elevato? Quando una persona incorona sé stessa assegnandosi un simile titolo, tale comportamento non è una manifestazione del fatto che costui è in possesso della ragione. Altri titoli sono ancor meno adatti e appropriati, quindi non li elencheremo né analizzeremo uno per uno. Siccome questi titoli sono inappropriati, diamo un’occhiata a cosa costituisce realmente l’essenza del dovere di diffondere il Vangelo. In una religione, quale termine usano le persone quando qualcuno viene guadagnato attraverso la diffusione del Vangelo? (Dare frutti.) Quando coloro che diffondono il Vangelo guadagnano una persona, dicono di aver dato un frutto. Quando si incontrano e parlano, discutono sempre di quanti frutti abbiano dato diffondendo il Vangelo in un determinato luogo. Si confrontano tra loro per vedere chi abbia dato più frutti e di quale tipo siano. Perché fanno simili confronti? Confrontando superficialmente il numero di frutti, che cosa confrontano in realtà? I meriti e i propri requisiti per entrare nel Regno dei Cieli. Se fanno simili confronti tra loro, vedono forse il lavoro di diffusione del Vangelo come loro dovere? Perché attribuiscono così tanta importanza ai frutti che danno? Credono che questi ultimi siano in qualche modo legati all’andare in cielo, al ricevere benedizioni e all’ottenere ricompense. Se questi frutti non avessero alcun legame con quelle cose, costoro farebbero forse questi confronti ogni volta che si incontrano? Si confronterebbero sotto altri aspetti, sotto qualsiasi punto di vista legato al ricevimento di ricompense e all’ingresso nel Regno dei Cieli. Poiché guadagnare la gente e dare frutti quando si diffonde il Vangelo sono obiettivi legati all’andare in cielo e al ricevere ricompense, pur di ottenere queste cose le persone non si annoiano mai di confrontare chi ha guadagnato più gente e dato più frutti durante la diffusione del Vangelo. Allora, in cuor loro, calcolano modi per guadagnare più persone e dare più frutti allo scopo di migliorare i propri requisiti e la propria fiducia in sé stessi quando si tratta di entrare in cielo e di ottenere ricompense. In questo, l’atteggiamento di tutti i tipi di persone rispetto alla diffusione del Vangelo diventa palese. Il loro atteggiamento e la loro motivazione riguardo alla diffusione del Vangelo corrispondono forse al desiderio di compiere bene il proprio dovere come esseri creati? (No.) Questo è un punto di vista scorretto. Il loro obiettivo non è compiere bene il loro dovere né adempiere l’incarico da parte di Dio, bensì ricevere ricompense. Assolvere il proprio dovere in modo così opportunista, non è ovviamente conforme alla verità, ma una violazione della stessa. Non è in linea con le intenzioni di Dio, bensì detestabile ai Suoi occhi. Qualunque sia la quantità di frutti dati da queste persone, essa non ha alcuna influenza sulla loro destinazione finale. Considerano la diffusione del Vangelo una professione, una via o un ponte per ottenere benedizioni e ricompense. L’intenzione di simili persone nell’assolvere il loro dovere e nell’accettare questo compito non è adempiere l’incarico da parte di Dio o svolgere bene il loro dovere, ma solo ottenere benedizioni e ricompense. Dunque gli individui come questi non sono testimoni né predicatori, a prescindere da quanti frutti diano. Il lavoro che svolgono non è assolvere un dovere, bensì semplicemente fatica e manodopera offerta per ottenere benedizioni per sé stessi. Qui il problema più grave non è semplicemente che il loro scopo nel diffondere il Vangelo sia ottenere benedizioni e ricompense, ma che usino il fatto di guadagnare la gente diffondendo il Vangelo come merce di scambio con Dio per ricevere ricompense e la benedizione dell’ingresso in cielo. Questo non è forse un problema molto grave? Qual è la sua essenza? Costoro mettono in vendita il Vangelo, “vendendolo” in cambio di benedizioni. In questo, non c’è forse un po’ della natura di chi cerca un accordo con Dio? Questa è l’essenza delle loro intenzioni, delle loro pratiche, e la natura delle loro azioni. Vendere il Vangelo in cambio di ricompense sembra essere il problema riscontrato tra i cosiddetti “predicatori” nel mondo religioso. Ebbene, coloro che ora svolgono il dovere di diffondere il Vangelo nella casa di Dio condividono forse lo stesso problema? (Sì.) Qual è il problema essenziale comune a entrambi? Che vendono il Vangelo in cambio della soddisfazione e della conferma di Dio per raggiungere lo scopo di ottenere benedizioni e di possedere quella bellissima destinazione. Quando i fatti vengono presentati in questo modo, alcuni di voi potrebbero non essere convinti, ma molti, in realtà, si comportano così.
Dopo aver guadagnato le persone, molti di coloro che diffondono il Vangelo si convincono di essere capaci di salvarle e di aver reso un grande servizio, e spesso dicono a quanti hanno accettato il Vangelo da loro: “Se non ti avessi predicato il Vangelo, non saresti mai stato in grado di credere in Dio. È stato grazie al mio cuore amorevole che sei stato così fortunato da ricevere il Vangelo”. Dopo che quella gente ha accettato il Vangelo da loro, agli individui di questo stesso tipo viene sempre in mente di chiederle: “Chi è stato a diffondere il Vangelo presso di te?” Quelle persone riflettono su questa domanda e pensano: “È vero che mi hai predicato il Vangelo, ma è stata l’opera dello Spirito Santo; non posso attribuirtene il merito”. Preferiscono tacere. Quando non rispondono, gli interroganti si arrabbiano e continuano a tempestarli di domande. Qual è l’intenzione dietro il loro costante interrogatorio? Vogliono prendersi il merito. Tra coloro che diffondono il Vangelo, ci sono anche individui che lo portano a qualcuno, ma si rifiutano di consegnare quella persona alla chiesa quando soddisfa le condizioni per entrarvi. Ci sono alcuni divulgatori del Vangelo che lo diffondono presso diverse persone e non le consegnano, e alcuni che lo diffondono presso 20 o 30 persone, abbastanza per fondare una chiesa, e non consegnano nemmeno loro. Perché non lo fanno? Dicono: “Queste persone non hanno ancora fondamenta molto solide. Aspettiamo che le abbiano, che non abbiano dubbi, che non possano essere fuorviate facilmente, poi le consegnerò alla chiesa”. Dopo sei mesi, costoro hanno una sorta di fondamenta e soddisfano i principi per entrare nella chiesa, ma questi divulgatori del Vangelo continuano a non consegnarle. Vogliono guidarle da soli. Quale intenzione c’è dietro questo comportamento? Se non ci fosse alcun profitto da ottenere, vorrebbero guidare queste persone? Quale profitto cercano? Provano a ottenere da loro guadagno e vantaggi personali. Se consegnassero queste persone alla chiesa, non potrebbero godere di tali benefici. Perciò devi avere discernimento di questo problema. È esattamente come quando molti pastori e anziani nel mondo religioso sanno benissimo qual è la vera via, ma non la accettano e non permettono ai credenti di accettarla. In realtà, lo fanno per la propria fama e il proprio profitto. Se i credenti accettassero la vera via, questi pastori e anziani non riuscirebbero a trarre profitto dalla loro fede. I divulgatori come questi temono che, una volta che i destinatari del Vangelo saranno entrati a far parte della chiesa, li dimenticheranno e pertanto non sarà loro più possibile trarre profitto dalla loro fede. È per questo che non consegnano queste persone alla chiesa. Quando i divulgatori del Vangelo di questo genere consegneranno queste persone? Quando tutte quelle persone li avranno ascoltati e avranno obbedito loro, allora lo faranno. Dopo essere entrate nella chiesa, alcune di tali persone, avendo un’umanità abbastanza buona e una comprensione pura e amando la verità, ascolteranno spesso i sermoni e arriveranno a capire alcune verità, e pertanto saranno in grado di discernere questi individui che hanno diffuso il Vangelo presso di loro. Allora diranno: “Quella persona sembra un anticristo, come Paolo”. All’incontro successivo non daranno retta a quei divulgatori del Vangelo. Quando questi verranno ignorati, si arrabbieranno e affermeranno: “Sei ingrato! Se non avessi diffuso il Vangelo presso di te, saresti forse arrivato a credere in dio? Avresti trovato la vera via? Ti sei forse dimenticato di me, tua madre, ora che hai qualcun altro a guidarti?” Vogliono essere visti come madri. Le persone che parlano così sono forse dotate di ragionevolezza? (No.) Se qualcuno ha il coraggio di dire questo, sicuramente non vale nulla. Perché affermo questo? Quando costoro diffondono il Vangelo di Dio, a chi appartengono le persone che guadagnano? (A Dio.) Anche se forse lavorano sodo per diffondere il Vangelo, la gente che guadagnano non appartiene a loro, ma a Dio. Coloro che accettano il Vangelo vogliono seguire Dio, non credere a quanti glielo hanno predicato, ma i divulgatori del Vangelo di questo tipo non permettono loro di unirsi alla chiesa e di seguire Dio. Vogliono invece tenerli in pugno e sotto il proprio controllo, e li spingono a seguirli. Questo non è forse un furto commesso durante la diffusione del Vangelo? Simili divulgatori del Vangelo impediscono alle persone di venire al cospetto di Dio, facendo sì che debbano passare attraverso di loro per presentarsi davanti a Lui e dunque che ogni cosa vada comunicata per loro tramite. Non cercano forse di trarre profitto dalla fede di queste persone? Non vogliono forse controllarle? (Sì.) Che tipo di comportamento è questo? È unicamente il comportamento di Satana! Questo significa che un anticristo ha mostrato la sua vera natura e che vuole controllare la chiesa e il popolo eletto di Dio. Gli individui di questo genere si possono trovare nelle chiese di ogni dove. In casi gravi possono controllare decine o addirittura centinaia di persone. In casi più lievi, quando predicano il Vangelo a poche persone, si limitano a pretendere costantemente la loro gratitudine, a sollevare l’argomento del debito di queste persone nei loro confronti ogni volta che si incontrano, e menzionano sempre cose riguardanti il periodo in cui costoro sono arrivati a credere per la prima volta. Perché menzionano sempre cose simili? Affinché queste persone non dimentichino la loro gentilezza e di chi sia la predicazione che ha consentito loro di entrare nella casa di Dio, e a chi dovrebbe andare il merito. Questi divulgatori albergano in sé uno scopo nel sollevare simili questioni e, se non lo raggiungono, rimproverano quelle persone. Qual è la prima cosa che dicono per rimproverarle? (Che sono ingrate.) Queste loro parole sono ragionevoli? (No.) Perché dici di no? (Perché questi divulgatori del Vangelo non sanno stare al loro posto. La diffusione del Vangelo è il loro dovere, è una cosa che devono fare. Eppure, dopo aver portato il Vangelo alla gente, lo vedono come un contributo che hanno dato, e non come il proprio dovere.) Pensano sempre di aver dato un contributo diffondendo il Vangelo. Questo è sbagliato. Sotto un certo aspetto, non sanno stare al loro posto. È Dio a salvare la gente, e le persone possono soltanto collaborare. Che cosa può portare a termine una persona se Dio non opera? Sotto un altro aspetto, diffondere il Vangelo presso gli altri non è il loro contributo. Non hanno dato alcun grande contributo, è il loro dovere. È Dio a voler guadagnare le persone, i divulgatori del Vangelo collaborano semplicemente un po’ con Lui. Salvare e guadagnare la gente sono affari di Dio e non hanno nulla a che fare con i divulgatori del Vangelo. Essi non possono fare queste cose. Diffondendo il Vangelo, si limitano a svolgere il compito di comunicarlo, condividono semplicemente con altri il Vangelo di Dio degli ultimi giorni. Non si può dire che questa sia una gentilezza che concedono alle persone perciò, se queste ultime non danno loro retta, non sono ingrate. Cose di questo tipo non accadono forse spesso mentre la gente svolge il proprio dovere di diffondere il Vangelo? Questo tipo di corruzione è stato rivelato in voi? (Sì.) È stata una rivelazione grave? Sei arrivato al punto di rimproverare gli altri? Di odiarli? Di volerli maledire e controllare? Desideri dominare e controllare chiunque riceva il Vangelo da te. Vuoi prendere quelle persone per te anziché consegnarle a Dio. Ti aspetti che chiunque riceva il Vangelo da te sia la tua leale progenie. Avete pensieri di questo genere? Molti considerano predicare il Vangelo alla stregua di dare frutti. Pensano che chiunque riceva il Vangelo da loro diventi un loro frutto e un loro seguace e che debba seguirli docilmente e trattarli come il loro Dio e padrone. Ragioni forse in questo modo? Anche se non raggiungi un estremo così lampante, possiedi ugualmente questo aspetto di un’indole corrotta. Perché? Fondamentalmente, si riduce a questi due punti: sotto un certo aspetto, le persone non stanno al loro posto e non sanno chi sono. Sotto un altro aspetto, non vedono la diffusione del Vangelo come il loro dovere. Se la tratti come un dovere comprendi che, a prescindere da quello che fai e dal numero di persone a cui predichi o che guadagni, questo è soltanto lo svolgimento del dovere di un essere creato, che è una responsabilità e un obbligo a cui devi ottemperare e che non è un grande contributo degno di nota. Questa interpretazione della questione è conforme alla verità. Ma perché alcuni di coloro che predicano il Vangelo riescono a controllare quanti lo ricevono da loro e li fanno propri? Perché sono troppo arroganti e ipocriti per natura e non hanno un minimo di ragionevolezza. E anche perché non capiscono la verità e non hanno eliminato questo aspetto della loro indole corrotta. È per questo che riescono a fare cose così stupide, arroganti e barbare che disgustano gli altri e sono disprezzate da Dio.
Quando le persone fanno qualcosa, quando possiedono un po’ di capitale o danno un contributo, vogliono metterlo in mostra, controllare la gente, scambiare quanto hanno fatto con ricompense o assicurarsi una buona destinazione. Alcuni arriverebbero persino a cercare di fare uno scambio usando il Vangelo di Dio. Che scambio vogliono fare? Ecco un esempio. Quando una persona di questo tipo arriva a casa di un potenziale destinatario del Vangelo e vede che la sua famiglia è povera, pensa che probabilmente non trarrà beneficio dalla diffusione del Vangelo presso questo individuo. Di conseguenza si disinteressa a lui o addirittura lo discrimina. Ogni volta che lo vede si sente contrariato e dice al suo leader: “Quella persona non sarà in grado di credere in Dio e, anche se dovesse credere, non riuscirebbe ad acquisire la verità”. Questo è il pretesto che usa per evitare di comunicargli il Vangelo. Non molto tempo dopo, qualcun altro va a diffondere il Vangelo presso questa persona e lei lo accetta. Quale giustificazione può dare il primo divulgatore del Vangelo? Come ha potuto dire che questa persona non avrebbe creduto in Dio? Come ha potuto essere così arbitrario? Come poteva sapere se qualcuno avrebbe creduto oppure no, se non gli ha comunicato il Vangelo? Non poteva esserne certo. Perché non ha guadagnato questa persona? Perché era prevenuto nei suoi confronti, l’ha guardata dall’alto in basso, non ha mostrato un cuore amorevole e non è riuscito a conquistarla. Assolvendo il suo dovere in quel modo, è stato negligente. Non ha mostrato un cuore amorevole e non ha ottemperato alla sua responsabilità. Questo è un merito o un demerito agli occhi di Dio? (Un demerito.) È assolutamente una trasgressione. Perché è accaduta? Non è forse perché il divulgatore non sarebbe riuscito a ottenere alcun beneficio da quel destinatario del Vangelo? Quando ha visto che la diffusione del Vangelo presso quella persona non gli avrebbe giovato, ha provato un’avversione nei suoi confronti e ha fatto rappresaglia contro di lei, non volendo permetterle di ottenere la salvezza e poi trovando ogni sorta di ragioni e scuse per evitare di comunicarle il Vangelo. Questa è una grave inadempienza al dovere e un’imperdonabile trasgressione! Rifiutarsi di diffondere il Vangelo presso qualcuno quando non c’è un profitto da ottenere: che razza di atteggiamento è questo? Non è forse una manifestazione tipica di una persona che vende il Vangelo? (Sì.) In che modo lo vende? Su, spiegate i dettagli e il processo. (Quel divulgatore ha deciso se volesse diffondere il Vangelo presso qualcuno in base al beneficio che avrebbe potuto trarne. Questo equivale a trattare il Vangelo di Dio come una merce e a venderla per ottenere i benefici che si desiderano. Quando ha visto che non c’erano benefici da ottenere, si è rifiutato di diffondere il Vangelo.) Considera il Vangelo di Dio un suo bene privato. Se vede il membro di una famiglia facoltosa e potente che è ben pasciuto e ben vestito, pensa: “Se diffondo il Vangelo presso di lui, posso alloggiare in casa sua e anche avere buon cibo da mangiare e bei vestiti da indossare”, e poi decide di comunicare il Vangelo a quella persona. Che tipo di comportamento è questo? È il classico esempio di una persona che vende il Vangelo. Questo divulgatore tratta il Vangelo di Dio e la buona novella della Sua nuova opera come una merce e un suo bene privato, ingannando e raggirando gli altri di continuo per assicurarsi un profitto e qualunque cosa di cui abbia bisogno. Questo è forse svolgere il proprio dovere? Questo si chiama fare affari e trarre profitto dallo smercio del Vangelo. Smerciare significa vendere cose che si hanno tramite il commercio, e ottenere in cambio il denaro o le cose materiali che si desiderano. Come smercia dunque il Vangelo questo divulgatore? Dipende dalla possibilità di ottenere benefici dai potenziali destinatari. Questo significa quanto segue: “Ti comunicherò il Vangelo se è vantaggioso per me. Se non c’è alcun profitto da trarre, troverò una scusa per non predicartelo. Sarà semplicemente una transazione commerciale che non è andata a buon fine”. Perché non è andata a buon fine? Perché il divulgatore del Vangelo non avrebbe potuto trarne alcun profitto. Come chiamiamo le persone di questo tipo? Prendono il nome di “truffatori itineranti”. Non hanno nulla di concreto da offrire, ma vanno ovunque ingannando e raggirando gli altri, facendo affidamento sulle proprie parole per far soldi e ottenere profitti. Predicando il Vangelo in questo modo, svolgono forse il loro dovere? Compiono unicamente il male. Le loro azioni non hanno nulla a che fare con lo svolgimento del loro dovere, perché essi non considerano la diffusione del Vangelo il loro dovere e non la vedono come una responsabilità o un obbligo, né come un incarico affidato loro da Dio. La vedono invece come un lavoro, una professione esercitata in cambio delle cose di cui hanno bisogno, per soddisfare i propri interessi ed esigenze. Ci sono addirittura alcuni individui che non vogliono andarsene quando vanno a predicare il Vangelo in zone agiate, perché lì mangiano bene, si vestono bene e alloggiano in bei posti. Cominciano a piangere davanti ai destinatari del Vangelo dicendo quanto sono poveri. “Guardate come la grazia e le benedizioni di Dio vi circondano qui. Ogni famiglia ha un’auto, vive in una piccola casa signorile e si veste bene. Mangiate persino carne ogni giorno. Tutto questo non è possibile da dove veniamo noi”. Dopo aver sentito queste parole, i destinatari del Vangelo dicono: “Siccome il luogo in cui vivete è così impoverito, venite ad alloggiare spesso qui da noi”, poi regalano alcune cose a questi divulgatori del Vangelo. Questa è una forma camuffata di richiesta ed estorsione di denaro e di beni materiali alle persone. Su cosa si basa questa estorsione? “Vi abbiamo predicato il Vangelo di Dio e non abbiamo avuto niente in cambio. Abbiamo compiuto l’incarico che abbiamo ricevuto da parte di Dio. Avete ricevuto benedizioni molto grandi, perciò dovreste ripagare l’amore di Dio e farci un po’ di beneficenza. Non è forse ciò che meritiamo?” In questo modo usano vari mezzi per estorcere in maniera camuffata, direttamente o indirettamente beni materiali e denaro alle persone. Usano la diffusione del Vangelo come opportunità per cercare benefici personali. La prima manifestazione di questo atteggiamento è la vendita del Vangelo, che è quella di entità più grave. La seconda è l’estorsione camuffata. Pertanto, nelle file delle persone che assolvono il dovere di diffondere il Vangelo, le tasche di alcuni iniziano a gonfiarsi impercettibilmente durante la predicazione, e costoro diventano benestanti. Alcuni dicono: “Non è bello essere facoltosi? Non è questa la benedizione di Dio?” Queste sono sciocchezze! Fai affidamento sui tuoi trucchi ed espedienti per estorcere e sottrarre le cose alle persone, e poi affermi che è la benedizione di Dio. Qual è la natura di simili parole? Sono un’empietà contro Dio. Questa non è la Sua benedizione. Lui non benedice le persone in questo modo. Dunque perché un’idea come questa dovrebbe affacciarsi alla mente di qualcuno? È il risultato delle sue ambizioni e della sua avida natura satanica.
Coloro che diffondono il Vangelo soffrono tutti moltissimo. Talvolta vengono perseguitati e assediati dalle persone religiose, o addirittura consegnati al regime di Satana. Se sono un po’ incauti, è probabile che vengano arrestati dal gran dragone rosso. Quanti amano la verità riescono tuttavia ad affrontare correttamente simili cose, mentre quanti non la amano si lamentano spesso della più lieve sofferenza. Alcuni di coloro che diffondono il Vangelo hanno detto cose come questa: “Ho comunicato il Vangelo a un tale e, dopo che avevo parlato per moltissimo tempo, non mi ha dato neppure un bicchier d’acqua. Non voglio predicare a questa persona”. È un problema che qualcuno non abbia dato loro un bicchier d’acqua? C’è un tipo di indole nascosta nelle parole di questi divulgatori del Vangelo. L’implicazione è che vale la pena diffondere il Vangelo solo quando è piacevole e redditizio. Se comporta una sofferenza, o se costoro non ricevono nemmeno un bicchier d’acqua da bere, allora non ne vale la pena. In questo c’è l’intenzione di chiedere qualcosa e di trovare un accordo. Se c’è sempre un che di opportunista nel modo in cui una persona diffonde il Vangelo, essa si sta spendendo sinceramente per Dio? Se non riesce a sopportare neppure questo minimo di sofferenza quando assolve il suo dovere e se una piccolezza può indurla a diventare negativa, è forse in grado di svolgere il suo dovere in modo adeguato? Dirà anche: “Non solo non mi ha dato l’acqua, non mi ha nemmeno offerto del cibo all’ora di pranzo”. È un problema se qualcuno non permette a questi divulgatori del Vangelo di alloggiare e di mangiare con lui? Diffondono il Vangelo da diversi anni e prestano sempre attenzione a come gli altri li ospitano, a cosa danno loro da mangiare e da bere, e a quali doni ricevono; perché? Non sanno come trattare le persone che indagano la vera via? Questo è un problema del loro carattere. Hanno almeno un po’ d’amore per gli altri nel cuore? E perché continuano a non capire i tipi di sofferenza che quanti diffondono il Vangelo dovrebbero sopportare, e come dovrebbero praticare la verità? Perché non hanno minimamente messo in pratica tutto questo? È un problema se coloro a cui predichi il Vangelo non ti offrono acqua da bere o cibo da mangiare? No. Comunicare il Vangelo alle persone significa ottemperare al nostro obbligo; è il nostro dovere. Non ci sono condizioni aggiuntive. Le persone a cui predichi non sono obbligate a nutrirti, a servirti o a sorriderti. Non sono tenute ad ascoltare tutto ciò che dici e a obbedirti. Non hanno un simile obbligo. Se riesci a ragionare in questo modo, sei obiettivo e razionale. Allora sarai in grado di considerare correttamente queste cose. Quindi, come si deve trattare una persona che sta indagando sulla vera via? Purché si conformi ai principi della casa di Dio per l’evangelizzazione, abbiamo l’obbligo di predicarle il Vangelo; e anche se il suo atteggiamento attuale è mediocre e ostile, dobbiamo esercitare pazienza. Per quanto tempo e fino a che punto dobbiamo essere pazienti? Finché non ti respinge e ti impedisce di entrare in casa sua, e non sortisci effetto con alcuna discussione, né chiamandola, né facendola invitare da qualcun altro, e finché non smette di accettarti. In questo caso, non c’è modo di comunicarle il Vangelo, e tu avrai adempiuto alla tua responsabilità. Questo è ciò che significa compiere il tuo dovere. Tuttavia, a patto che ci sia un minimo di speranza, devi pensare a ogni modo possibile e fare del tuo meglio per leggerle le parole di Dio e testimoniarle la Sua opera. Supponiamo, per esempio, che tu sia in contatto con qualcuno da due o tre anni. Hai provato più volte a comunicargli il Vangelo e a testimoniargli Dio, ma lui non ha alcuna intenzione di accettarlo. Tuttavia la sua comprensione è molto buona e questo individuo è davvero un potenziale destinatario del Vangelo. Che cosa dovresti fare? Innanzitutto, non devi assolutamente rinunciare a lui, invece devi mantenere delle normali interazioni e continuare a leggergli le parole di Dio e a testimoniargli la Sua opera. Non arrenderti, sii paziente fino alla fine. In un giorno imprecisato, quella persona aprirà gli occhi e sentirà che è arrivato il momento di indagare sulla vera via. Ecco perché esercitare la pazienza e la perseveranza fino alla fine è un aspetto molto importante della diffusione del Vangelo. E perché farlo? Perché è il dovere di un essere creato. Dal momento in cui entri in contatto con quella persona, hai l’obbligo e la responsabilità di predicarle il Vangelo di Dio. Intervengono molti processi tra la prima volta che sente le parole di Dio e il Vangelo e il momento in cui cambierà, e perciò occorre tempo. Questo periodo richiede che tu sia paziente e che aspetti finché non arriverà il giorno in cui si convertirà e la riporterai dinanzi a Dio, nella Sua casa. Questo è il tuo obbligo. Che cos’è un obbligo? È una responsabilità a cui non ci si può sottrarre, a cui si è moralmente obbligati. È come il trattamento che una madre riserva al proprio figlio. Per quanto il bambino possa essere disobbediente o indisciplinato, o se è malato e non mangia, qual è l’obbligo della madre? Sapendo che è suo figlio, lo adora, lo ama e si prende premurosamente cura di lui. Non fa differenza che il bambino la riconosca o meno come sua madre, e non importa come la tratta: lei rimane comunque al suo fianco, proteggendolo, senza lasciarlo un istante, aspettando costantemente che creda che sia sua madre e che torni tra le sue braccia. In questo modo, lei veglia su di lui e si prende cura di lui costantemente. Questo è il significato della responsabilità; ecco cosa significa essere moralmente obbligati a fare qualcosa. Se coloro che sono impegnati nella diffusione del Vangelo praticassero in questo modo, coltivando questo tipo di cuore amorevole per le persone, sosterrebbero i principi della diffusione del Vangelo e sarebbero perfettamente in grado di ottenere dei risultati. Se si ostinano a trovare scuse e a parlare delle loro condizioni, non saranno in grado di diffondere il Vangelo e non svolgeranno il loro dovere. Alcune persone che diffondono il Vangelo sono sempre schizzinose nei confronti dei potenziali destinatari che hanno troppe domande e difficoltà e che hanno una levatura mediocre e, di conseguenza, non sono disposte a soffrire e a pagare un prezzo per guadagnarli. Però, se i loro genitori e parenti hanno molte difficoltà e una levatura mediocre, sono ugualmente capaci di trattarli con un cuore amorevole. Questo non significa forse che non trattano equamente le persone? Costoro hanno un cuore amorevole? Sono individui che mostrano considerazione per le intenzioni di Dio? Assolutamente no. Quando diffondono il Vangelo, cercano sempre qualunque ragione e scusa riescano a trovare, basandosi su condizioni oggettive, per non predicare il Vangelo alle persone o, chiunque vedano, non lo trovano gradevole e lo giudicano inferiore a loro, e hanno sempre la sensazione che non ci sia nessuno a cui predicare il Vangelo; così finiscono per non portarlo nemmeno a una persona. Ci sono dei principi nel diffondere il Vangelo in questo modo? Una persona di questo tipo non pensa affatto alle intenzioni di Dio o ai Suoi requisiti. Chiunque riesca a riconoscere che le parole di Dio sono la verità e ad accettare la verità è un potenziale destinatario del Vangelo, a meno che non sia un individuo palesemente malevolo o un tipo assurdo. Se le persone mostrassero veramente considerazione per le intenzioni di Dio, assolverebbero il loro dovere e tratterebbero gli altri con principio. Per quanti problemi abbiano le persone che indagano la vera via o per quanto rivelino la loro indole corrotta, purché riescano a riconoscere e ad accettare la verità, dovresti essere instancabile nel leggere loro le parole di Dio e nel testimoniare la Sua opera. Questo è il principio che deve essere seguito nella diffusione del Vangelo.
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