Cosa significa perseguire la verità (2) Parte 1

Nell’ultima riunione abbiamo condiviso su cosa significa perseguire la verità. Cominciamo con un riepilogo: cosa significa perseguire la verità? Avete una risposta a questa domanda? Ci avete riflettuto dopo la nostra precedente comunione? Dopo che avremo terminato di condividere su certi argomenti, dovrete riflettere in merito e poi sperimentarli e affrontarli praticamente nella vostra vita reale. Solo allora potrete acquisire autentica conoscenza, capire e apprezzare veramente gli argomenti su cui avete riflettuto e offrire esperienza e conoscenza autentiche. Non è così? (Sì.) Allora, avete riflettuto su questa domanda? Cosa significa perseguire la verità? Quali elementi sono coinvolti nel perseguimento della verità? Cosa comporta principalmente? Avete riepilogato queste cose? (La volta scorsa, Dio ha iniziato condividendo sulla varietà di idee, opinioni e atteggiamenti sbagliati che l’uomo ha riguardo al perseguimento della verità, e poi ha condiviso in dettaglio sui cinque passi del perseguimento della verità.) Le parti principali della nostra ultima comunione erano essenzialmente due: alcuni stati negativi o opinioni sbagliate che molte persone hanno in relazione al perseguimento della verità, i fraintendimenti dell’uomo sul perseguimento della verità, nonché le scuse e le giustificazioni che le persone accampano per il fatto che non perseguono la verità: questa era la prima parte principale. La seconda era la comunione su come perseguire la verità, che consisteva di cinque passi. Anche se le parti erano solo due, abbiamo toccato molti dettagli e aspetti specifici in ciascuna di esse. Ho rivelato alcuni intendimenti e conoscenze distorti dell’uomo riguardo al perseguimento della verità, e ho anche smascherato diverse difficoltà che l’uomo si trova ad affrontare nel perseguire la verità, così come alcuni pretesti, giustificazioni e scuse che coloro che provano avversione per la verità adducono per il fatto di non perseguirla. Le cognizioni e gli atteggiamenti negativi e passivi che le persone manifestano quando si tratta di perseguire la verità corrispondono agli stili di vita e al tipo di perseguimento che assumono nella loro vita reale, così come agli atteggiamenti che nutrono nei confronti della verità: sono tutti correlati a loro manifestazioni e comportamenti specifici. Poi, in base ai vari comportamenti dell’uomo, ho fornito alcuni specifici metodi e percorsi di pratica inerenti al cammino di perseguimento della verità. Vi è chiaro tutto questo? (Sì.) Lo è davvero? Perché allora non dite nulla? Sembra che non vi sia ancora così chiaro; c’è dell’altro su cui dobbiamo condividere.

La cosa più importante, nella fede in Dio, è il perseguimento della verità. Cosa significa perseguire la verità? Quando si tratta di perseguire la verità, tutte le manifestazioni delle persone rivelano molti dei loro problemi e delle loro difficoltà, e le persone accampano giustificazioni e scuse di ogni tipo per il fatto che non perseguono la verità: le barriere sono davvero enormi. A causa delle loro varie difficoltà, le persone appaiono estremamente provate e scoraggiate quando si tratta di perseguire la verità, e la reputano una cosa molto ardua. In realtà, è facile fornire una risposta alla domanda in sé, “Cosa significa perseguire la verità?”, quindi perché le persone non riescono a perseguire la verità? Qual è il motivo? Tutti si vantano di possedere coscienza e senno, di credere veramente in Dio, di saper svolgere il proprio dovere, di essere disposti a soffrire e pronti a pagare un prezzo. Come mai, con questi buoni comportamenti alla base, non riescono a intraprendere il cammino del perseguimento della verità? Sono ben provvisti di umanità e integrità e hanno un’ottima reputazione; hanno la loro volontà, le loro aspirazioni e i loro desideri riguardo al perseguimento; hanno i loro sforzi soggettivi, la loro volontà di sopportare le avversità e l’attitudine a pagare un prezzo; hanno un atteggiamento di anelito verso l’accettazione della verità che è attivo, positivo e propositivo. Con questi elementi alla base, come mai non possiedono i requisiti di persone che perseguono la verità? Perché non riescono a perseguire la verità? Qual è la causa profonda del problema? (L’uomo non ama la verità e per natura prova avversione verso di essa.) Questa è una risposta accurata. La ragione fondamentale è che le persone hanno un’indole corrotta. L’indole corrotta dell’uomo appartiene a Satana, e tutto ciò che appartiene a Satana è avverso a Dio e alla verità. Pertanto, chiedere alle persone di perseguire la verità equivale a chiedere loro di ribellarsi alla loro vita e ai loro attributi intrinseci, al loro modo di perseguire e alla loro visione della vita. Abbandonare queste cose sbagliate, ribellarsi alle preferenze carnali, e invece perseguire e praticare le parole di Dio e la verità, che alla carne risultano sgradite, che le persone non possiedono, e che disprezzano e sdegnano: questo è ciò che trovano difficile. Chiederti di perseguire la verità equivale a chiederti di abbandonare la tua vita intrinseca. Non è forse lo stesso che chiederti di morire? (Sì.) Si tratta di dare la tua stessa vita. Le persone danno di buon grado la propria vita per qualcosa? (No.) Nel profondo del loro cuore, dicono: “Non voglio”. Cento volte, mille volte, diecimila volte: “Non voglio”. A prescindere da tutto, è difficile per le persone abbandonare le cose intrinseche e sataniche che possiedono. Questo è un dato di fatto, che voi avete sperimentato a fondo e realmente. Nel profondo del cuore, le persone non sono disposte, al fine di perseguire la verità, a ribellarsi alla carne, né alla loro vita, la cui natura essenza appartiene a Satana, né alla loro natura satanica o ai loro attributi satanici intrinseci. Quindi, per coloro che hanno una natura satanica e vivono secondo un’indole satanica, amare e perseguire la verità è in contrasto con la loro volontà ed essi sono restii a farlo. Qual è la causa di ciò? È che gli attributi dell’uomo appartengono a Satana e sono intrinsecamente avversi a Dio. Dunque, dopo che le persone hanno udito e compreso la verità, solo coloro che amano la verità, che sono disposti a lottare per acquisirla e a pagare un prezzo, che hanno questa volontà, quest’aspirazione e questo desiderio, sono in grado di mettere in pratica la verità non appena la comprendono. Solo loro sono capaci di vivere secondo la verità e di viverne la realtà. Ci sono molte persone che sono intenzionate a praticare la verità, ma sono ostacolate dalla loro natura e dalla loro indole sataniche; non sono in grado di praticare la verità, anche se lo desiderano. Il fatto è che, nella vita reale, praticare la verità è molto difficile. Un conto è chiederti di abbandonare i tuoi vestiti e i tuoi gioielli preferiti, o quello che ti piace fare, o il lavoro e la carriera che desideri, o i tuoi punti di forza e i tuoi hobby, o qualsiasi altra cosa di questo genere: potresti ribellarti a tutto ciò, è facile riuscirci. Ma ribellarti alla tua carne e alla tua indole satanica, arrivare a praticare la verità e sottometterti a Dio è molto più difficile. Per descriverlo con una frase imprecisa, sarebbe come costringere un’anatra a salire su un trespolo o un toro ad arrampicarsi su un albero: imprese troppo faticose per loro. Ora, sarebbe facile far salire un felino su un albero, per loro è naturale; ma sarebbe del tutto impossibile convincerne uno a mangiare del fieno invece che della carne. Se si chiede a una persona di soffrire un po’, di pagare un certo prezzo e di vivere umilmente per il resto della sua vita, può riuscirci chiunque abbia la volontà di farlo. In effetti, nessuna difficoltà fisica costituisce un grosso problema per chi crede realmente in Dio e anela alla verità. Non indulgere alle comodità della carne, per esempio, o ridurre il numero di ore di sonno giornaliere, o vivere in modo spartano per dieci anni consecutivi, o accontentarsi di cibo, vestiti, alloggi e mezzi di trasporto estremamente essenziali: questi sono prezzi e avversità che chiunque potrebbe sostenere, a patto di avere la volontà di farlo, essere disposto a perseguire la verità e avere un po’ di autocontrollo. Ma se si chiede a qualcuno di ribellarsi alla carne e a Satana, di agire in modo del tutto conforme alle richieste di Dio e sulla base delle Sue parole, di praticare in linea con la verità e di ottenere così la sottomissione a Dio, chiunque lo troverebbe difficile. È qui che risiedono le difficoltà dell’uomo. Quindi, nel perseguire la verità, non è che si possa semplicemente prendere una decisione e fare un tentativo, o praticare la moderazione e seguire le regole, e poi imparare a mettere in pratica la verità e possederla. Perseguire la verità è la cosa più difficile e ardua da fare per l’umanità corrotta. Da dove ha origine questo problema? (Dall’indole di Satana.) Esatto. L’indole di Satana è per l’uomo la più grande delle sfide. Una persona può anche avere scarsa levatura, o un brutto carattere e una brutta personalità, può non avere punti di forza, talenti o doni degni di essere menzionati: nessuna di queste cose rappresenterà una grande sfida per lei. In definitiva, il problema deriva dall’indole corrotta dell’uomo. Un’indole corrotta tiene sotto controllo in una morsa letale le mani e i piedi, la mente e le idee, i pensieri, la mentalità e le profondità dell’anima delle persone, tanto che ogni singolo centimetro sulla strada del perseguimento della verità è difficile da percorrere. Si può credere in Dio per tre o cinque anni senza guadagnarne nulla; ci sono addirittura persone che hanno creduto per dieci, venti o trent’anni e ne hanno ricavato solo un’infarinatura. E alcune di loro non hanno guadagnato proprio nulla: come sono miserabili e pietose queste persone dalle mani vuote! Hanno creduto in Dio per trent’anni, ma restano miserevoli e cieche, senza aver ottenuto nulla. Quando precipitano nella negatività, non sanno come uscirne; quando nutrono fraintendimenti su Dio, non sanno come dissolverli; quando le avversità le colpiscono, non sanno come affrontarle, né come risolverle. È possibile risolvere i problemi usando la mera forza di volontà soggettiva per riuscire a controllarsi o affidandosi alla propria pazienza per perseverare all’infinito? Le persone possono anche affrontare le situazioni passo dopo passo fino a superarle, ma la loro indole corrotta permane comunque, non è stata eliminata. A prescindere da quante volte abbiano sperimentato negatività o fraintendimenti su Dio, o abbiano avuto nozioni su di Lui, o abbiano fallito, siano cadute e siano state deboli, oggi sono ancora incapaci di fornire la minima testimonianza esperienziale, né hanno una sola cosa da dire su ciò che hanno appreso, sperimentato e vissuto delle parole di Dio. Il loro cuore è vuoto, e così la profondità della loro anima. Non hanno alcuna comprensione esperienziale della verità, non possiedono autentica conoscenza delle parole di Dio e sono ancora più distanti dal conoscere la Sua opera e la Sua indole. Non sono forse miserabili, cieche e pietose? (Sì.) Se qualcuno non persegue la verità, allora non importa da quanti anni crede in Dio: è inutile. Perché, allora, una persona si permette di arrivare a questo punto? Qual è la causa profonda? Anche in questo caso, il problema deriva dall’indole corrotta dell’uomo. Questa è la causa oggettiva.

Abbiamo già chiarito qual è la causa oggettiva per cui le persone non perseguono la verità. Ora parleremo un po’ della causa soggettiva. La causa soggettiva è che sebbene le persone, grazie all’opera di Dio e a tutte le Sue parole, o attraverso la propria vita reale, possano aver appreso di avere un’indole corrotta, non valutano mai sé stesse sul metro delle parole di Dio e della verità, non acquisiscono mai conoscenza della propria indole corrotta né vi si ribellano, e non praticano mai in conformità alle parole di Dio. La causa soggettiva è che le persone possono anche impegnarsi e spendersi parecchio lungo il cammino della fede in Dio, lavorare molto duramente, soffrire tanto e pagare un caro prezzo, ma tutti questi sono solamente comportamenti esteriori. Non dimostrano che si è intrapreso il percorso del perseguimento della verità. Le persone che hanno sofferto di più sono quelle che hanno iniziato a seguire Dio nei primi tempi, che hanno assunto i loro doveri quando avevano vent’anni o giù di lì. Oggi queste persone hanno circa cinquant’anni e tuttora non sono sposate. Si può affermare che hanno dedicato la loro giovinezza alla fede in Dio, rinunciando alla famiglia e al matrimonio. Questo è un prezzo alto? (Sì.) Hanno rinunciato alla loro giovinezza e hanno offerto tutta la loro vita, e qual è il risultato? Il prezzo che hanno pagato è stato alto, ma ciò che guadagnano alla fine non è pari né paragonabile a quanto si sono spese. Qual è il problema qui? In base all’atteggiamento e alla determinazione con cui pagano un prezzo e a quanto si spendono, per quanto tempo e a che livello, dovrebbero apparentemente comprendere la verità ed essere in grado di praticarla. Si potrebbe pensare che debbano avere una testimonianza e un cuore che teme Dio; che debbano possedere conoscenza di Dio; che debbano ormai aver intrapreso il cammino del temere Dio ed evitare il male; che debbano ormai essere entrate nella verità realtà. Ma, di fatto, questa è solo un’illazione: la correlazione tra queste due cose sussiste solamente da un punto di vista logico, non corrisponde ai fatti né a ciò che queste persone vivono. Qual è il problema? Non dovremmo sottoporlo a indagine e discussione? Non è forse un problema che merita una riflessione profonda? (Sì.) Tra coloro che hanno accettato questa fase dell’opera di Dio da due o tre anni, non mancano persone dotate di esperienza e testimonianza. Testimoniano come le parole di Dio le abbiano cambiate e rese oneste; testimoniano come le parole di Dio abbiano permesso loro di comprendere la verità sulla strada del suo perseguimento; testimoniano come le parole di Dio abbiano eliminato la loro indole corrotta, la loro arroganza e falsità, la loro ribellione, la loro brama di prestigio, i loro desideri e ambizioni, e così via. Queste persone sono in grado di possedere esperienza e testimonianza dopo appena due o tre anni di fede in Dio; hanno una profonda comprensione esperienziale delle parole di Dio e riescono a percepire che esse sono la verità. Perché, allora, alcuni hanno creduto in Dio per venti o trent’anni e hanno pagato un alto prezzo, hanno sofferto e lavorato molto, eppure le profondità dei loro cuori e i loro mondi spirituali sono rimasti vuoti e vacui? Molte persone che si trovano in questo tipo di condizione si sentono spesso perse. Non fanno che ripetere: “Sono così perso”. Io dico: “Tu credi in Dio da venti o trent’anni. Come fai a sentirti ancora perso? È evidente che non hai guadagnato nulla”. Ancora oggi, alcune persone sono negative e deboli. Dicono: “Ho creduto in Dio per tanti anni, e cosa ho guadagnato?” Spesso, quando sono negative e deboli, o quando vengono private del loro prestigio e dei loro vantaggi, o quando la loro vanità non viene soddisfatta, incolpano Dio e rimpiangono di aver creduto in Lui per tanti anni. Rimpiangono innanzitutto di aver creduto alle Sue parole, di aver rinunciato con determinazione al lavoro, al matrimonio, alla famiglia e alla possibilità di andare all’università, sempre per seguire Dio. Alcune di loro pensano addirittura di lasciare la chiesa. Sono così piene di rimpianti riguardo alla loro fede: perché mai allora vi si sono dedicate? Hanno creduto in Dio per venti o trent’anni, hanno udito numerose verità e hanno sperimentato così tanto dell’opera di Dio, eppure hanno ancora il vuoto in fondo ai loro cuori, e spesso precipitano in condizioni di caos, confusione, rimpianto, riluttanza e persino incertezza sul loro futuro: qual è la causa? Sono forse persone degne di pietà? (No.) Ogni volta che vedo queste persone, ogni volta che apprendo qualcosa su di loro e ricevo notizie sul loro conto, ho un presentimento su di loro. Mi viene in mente un pensiero: come mai la loro condizione e i loro mondi interiori Mi sembrano così familiari? Sono tuttora membri della casa di Dio e svolgono i loro doveri: su che cosa fanno affidamento? Hanno forse la mentalità di ottenere la salvezza per mezzo della grazia? Hanno la mentalità secondo cui, se si segue Dio fino in fondo, questo porterà inevitabilmente alla salvezza? Oppure una mentalità basata sulla fortuna e sul caso? Nessuna di queste. Di che cosa si tratta, allora? È proprio come disse Paolo: “Ho combattuto il buon combattimento, ho finito la corsa, ho conservato la fede. Ormai mi è riservata la corona di giustizia” (2 Timoteo 4:7-8). Per analizzare questo passo e per dirla in modo semplice, queste parole hanno un carattere transazionale, sottendono un atteggiamento, un’idea e un piano per concludere un affare, e originano dal desiderio e dall’ambizione. Quale dato di fatto risulta evidente da queste parole? Che cosa perseguono le persone nella loro fede in Dio? (Una corona e delle benedizioni.) Sì. Perseguono delle benedizioni e una buona destinazione. E cosa scambierebbero con quella buona destinazione e con quelle benedizioni? Cosa offrirebbero in cambio? (La loro fatica e il loro lavoro, i loro sacrifici e quanto si sono spese, le loro sofferenze e il prezzo che hanno pagato.) Per usare le parole di Paolo, hanno combattuto il loro combattimento, hanno finito la loro corsa. Credono di aver fatto tutto quello che spettava loro e di dover quindi ottenere la buona destinazione e le benedizioni che Dio ha preparato per gli uomini. Appare loro ovvio che questo è ciò che Dio dovrebbe fare, ciò che deve fare, e che se non lo facesse non sarebbe Dio. Ovviamente, questo dimostra l’assenza di sottomissione verso Dio, l’assenza del minimo atteggiamento di perseguimento della verità, e della minima intenzione o inclinazione a compiere il dovere di un essere creato. È semplicemente un desiderio di scambiare alcune cose che costoro sono in grado di fare con le benedizioni che Dio ha promesso all’umanità. Dunque, le persone di cui abbiamo appena parlato percepiscono spesso che c’è un vuoto nel loro mondo interiore e che nel profondo del loro cuore non hanno nulla su cui fare affidamento, eppure vanno avanti come hanno sempre fatto, pagando un prezzo elevato e soffrendo, continuando a combattere il loro combattimento e a finire la loro corsa. Su cosa fanno affidamento? Su quelle citazioni di Paolo a cui si aggrappano e in cui credono ciecamente per sostenere la loro “fede”. Si affidano alle loro ambizioni e al desiderio di essere ricompensate e incoronate. Si affidano al loro sogno di condurre una transazione per ricevere in cambio grandi benedizioni. Non si affidano alla comprensione dell’opera di Dio né all’esperienza e alla conoscenza acquisite perseguendo la verità e spendendosi per Dio. Non è su questo che fanno affidamento.

Esaminando ciò su cui abbiamo appena condiviso, si può vedere che, sebbene sul cammino del perseguimento della verità si affrontino molte sfide pratiche, oltre alle pastoie e ai vincoli di un’indole corrotta e a molteplici difficoltà e ostacoli, si dovrebbe credere che, purché si possieda una fede autentica, affidandosi alla guida delle parole di Dio e all’opera dello Spirito Santo si sarà pienamente in grado di intraprendere il cammino del perseguimento della verità. Pietro è un precedente in questo senso. Nella loro fede in Dio, molti si concentrano solo sul lavorare per Dio, si accontentano di soffrire e di pagare un prezzo, ma non perseguono affatto la verità. Di conseguenza, non possiedono autentica conoscenza dell’opera di Dio dopo aver creduto in Lui per dieci, venti o trent’anni, e non hanno alcuna esperienza né conoscenza della verità o delle parole di Dio degne di menzione. Durante le riunioni, quando cercano di parlare un po’ della loro testimonianza esperienziale, non hanno nulla da dire; se saranno salvati o meno è per loro una completa incognita. Qual è il problema qui? È così che sono fatte le persone che non perseguono la verità. Indipendentemente da quanti anni abbiano avuto fede, non sono in grado di comprendere la verità, né tanto meno di metterla in pratica. Come può una persona che non accetta affatto la verità entrare nella verità realtà? Alcuni non riescono a discernere questo problema. Credono che, se le persone che ripetono a pappagallo parole e dottrine praticano la verità, anche loro potranno entrare nella verità realtà. Questo è corretto? Le persone che ripetono a pappagallo parole e dottrine sono intrinsecamente incapaci di comprendere la verità, quindi come potrebbero praticarla? In apparenza, la loro pratica non viola la verità ed è costituita da buone azioni e buoni comportamenti, ma come potrebbero queste cose essere definite come la verità realtà? Coloro che non comprendono la verità non sanno cosa sia la verità realtà; considerano le buone azioni e i buoni comportamenti equivalenti alla pratica della verità. Questo è assurdo, non è vero? In che modo è diverso dai pensieri e dalle opinioni dei membri del mondo religioso? E come si possono risolvere questi problemi di comprensione distorta? Le persone devono innanzitutto comprendere la volontà di Dio sulla base delle Sue parole, devono sapere che cos’è la comprensione della verità e che cos’è la pratica della verità, per poter guardare gli altri e discernerli per quello che sono realmente, e per poter stabilire se possiedono o meno la verità realtà. L’opera di Dio e la salvezza dell’uomo hanno lo scopo di far comprendere e praticare la verità alle persone; solo allora esse saranno in grado di liberarsi della loro indole corrotta, di agire secondo i principi e di entrare nella verità realtà. Se non persegui la verità e ti accontenti semplicemente di spenderti, di soffrire e di pagare un prezzo per Dio in linea con le tue nozioni e fantasie, tutto ciò che fai significa forse che metti in pratica la verità e ti sottometti a Dio? Dimostra che hai trasformato la tua indole di vita? Rappresenta il fatto che possiedi autentica conoscenza di Dio? No. E quindi, tutto ciò che fai cosa rappresenta? Può rappresentare solo le tue preferenze, la tua comprensione e i tuoi desideri personali. Si tratta esclusivamente di cose che ti piace fare, che sei disposto a fare; tutto ciò che fai soddisfa semplicemente i tuoi desideri, la tua volontà e i tuoi ideali. Chiaramente, questo non è perseguire la verità. Nessuno dei tuoi comportamenti o azioni ha a che fare con la verità o con i requisiti posti da Dio. Fai tutto per il tuo interesse personale; lavori, lotti e ti impegni solo per i tuoi ideali, la tua reputazione e il tuo prestigio: questo non ti rende diverso da Paolo, che si spese e lavorò tutta la vita solo per poter essere ricompensato e incoronato e per entrare nel Regno dei Cieli; ciò dimostra che stai palesemente percorrendo il cammino di Paolo. Alcuni dicono: “Mi spendo e lavoro volentieri. Non ho cercato di stringere un accordo con Dio”. Non importa se hai cercato o meno di stringere un accordo con Dio, se nella tua mente o nel tuo atteggiamento hai l’intenzione esplicita di farlo, se hai un piano e un obiettivo di questo tipo oppure no: tu stai cercando di barattare il tuo impegno, il tuo lavoro, le avversità che hai affrontato e il prezzo che hai pagato con le ricompense e la corona del Regno dei Cieli. L’essenza di questo problema è che stai cercando di stringere un accordo con Dio, solo che non ne sei consapevole. A prescindere da tutto, se qualcuno si sottopone a delle avversità e paga un prezzo allo scopo di ottenere delle benedizioni, l’essenza del suo perseguimento è la stessa di Paolo. In che senso è la stessa? Sono entrambi tentativi di barattare i propri buoni comportamenti, il proprio lavoro, le avversità che si affrontano, il prezzo che si paga e così via, con le benedizioni di Dio, con le benedizioni che Egli promette all’umanità. Le due cose non sono essenzialmente identiche? (Sì.) Sono essenzialmente uguali; non c’è alcuna differenza reale. Se non vuoi percorrere il cammino di Paolo, ma quello di Pietro, e desideri ottenere l’approvazione di Dio, in che modo dovresti praticare? Non c’è dubbio: devi imparare a perseguire la verità. Devi essere in grado di accettare la verità, così come il giudizio e il castigo di Dio, e la potatura; devi concentrarti sulla conoscenza di te stesso e sul cambiamento della tua indole, e ricercare un modo di praticare l’amore per Dio. Questo è ciò che significa percorrere il sentiero del perseguimento della verità e intraprendere il cammino di Pietro. Per percorrere il cammino di Pietro, devi innanzitutto capire cosa Dio richiede all’uomo e qual è la strada che Dio gli ha indicato. Devi essere in grado di discernere il cammino della fede in Dio che porta alla salvezza da quello che conduce alla perdizione e alla distruzione. Devi veramente riflettere sul motivo per cui sei stato capace di percorrere il cammino di Paolo e verificare quale sia l’indole che ti ordina di percorrerlo. Devi discernere gli aspetti più importanti ed evidenti della tua indole corrotta, come l’arroganza, la falsità o la malvagità. A partire da questi aspetti della tua indole corrotta, rifletti, analizza e acquisisci conoscenza di te stesso. Se riesci a raggiungere un’autentica conoscenza di te e odio verso te stesso, ti sarà facile liberarti della tua indole corrotta e mettere in pratica la verità. Quindi, questo come va messo in pratica nello specifico? Condividiamo al riguardo in termini semplici, utilizzando l’esempio di un’indole arrogante. Nella tua vita quotidiana, quando parli, quando agisci e ti occupi di una questione, quando svolgi il tuo dovere, quando condividi con gli altri e così via, qualunque sia la situazione, dovunque ti trovi, qualsiasi siano le circostanze, devi concentrarti in ogni momento sull’analizzare quale tipo di indole arrogante tu abbia espresso. Devi portare alla luce tutti i pensieri, le idee e le manifestazioni derivati dalla tua indole arrogante di cui sei consapevole e che sei in grado di percepire, nonché i tuoi intenti e obiettivi; nello specifico: voler sempre salire in cattedra e fare la predica agli altri; non obbedire a nessuno; considerarti migliore degli altri; non accettare ciò che gli altri dicono, a prescindere da quanto possano essere nel giusto; indurre gli altri ad accettare ciò che dici e a sottomettersi, anche quando hai torto; avere una costante tendenza a comandare gli altri; essere intransigente e accampare giustificazioni quando i leader e i lavoratori ti potano, condannandoli come falsi; condannare di continuo gli altri ed elevare te stesso; ritenerti sempre migliore di tutti; desiderare senza sosta di essere una persona rinomata ed eminente; amare sempre metterti in mostra, in modo che gli altri ti stimino e ti venerino… Praticando la riflessione e l’analisi di queste manifestazioni di corruzione, puoi acquisire consapevolezza di quanto sia spregevole la tua indole arrogante, detestare e aborrire te stesso, e odiare ancor più la tua indole arrogante. In questo modo sarai disposto, in tutte le questioni, a riflettere sull’aver manifestato o meno un’indole arrogante. Ciò consiste in parte nel riflettere su quali tipi di indole arrogante e presuntuosa si esprimono nei tuoi discorsi, su quali parole vanagloriose, arroganti e irragionevoli pronunci. L’altra parte consiste nel riflettere su quali azioni assurde e irragionevoli compi agendo secondo i tuoi desideri, nozioni, fantasie e ambizioni. Solo questo tipo di riflessione su sé stessi può portare alla conoscenza di sé. Una volta acquisita autentica conoscenza di te stesso, dovresti ricercare nelle parole di Dio i percorsi e i principi di pratica per essere una persona onesta, e poi praticare, svolgere il tuo dovere e relazionarti e interagire con gli altri secondo i percorsi e i principi indicati nelle parole di Dio. Quando avrai praticato in questo modo per un certo periodo di tempo, forse un mese o due, percepirai al riguardo un’illuminazione nel cuore, ne avrai guadagnato qualcosa e avrai avuto un assaggio dei possibili risultati. Percepirai di possedere un percorso per diventare una persona onesta e ragionevole e ti sentirai molto più saldo. Anche se non possiederai ancora una conoscenza particolarmente profonda della verità degna di questo nome, ne avrai acquisita una comprensione intuitiva, nonché un percorso di pratica. Sebbene non sarai in grado di esprimerlo chiaramente a parole, possiederai un certo discernimento del danno che un’indole arrogante arreca alle persone e di come distorce la loro umanità. Per esempio, le persone arroganti e presuntuose dicono spesso cose vanagloriose e smodate e mentono per ingannare gli altri; parlano in modo pretenzioso, declamano slogan e pronunciano arringhe altisonanti. Queste non sono forse varie manifestazioni di un’indole arrogante? Non è del tutto irragionevole manifestare tale indole arrogante? Se sarai in grado di comprendere veramente che devi aver perso la tua normale ragionevolezza umana per esprimere una simile indole arrogante, e che vivere secondo un’indole arrogante significa vivere in modo non umano ma diabolico, allora avrai realmente riconosciuto che un’indole corrotta è un’indole satanica, e sarai in grado di odiare dal profondo del cuore Satana e l’indole corrotta. Dopo sei mesi o un anno di questa esperienza, sarai in grado di acquisire autentica conoscenza di te stesso e, se ti capiterà di nuovo di manifestare un’indole arrogante, te ne renderai conto immediatamente e saprai ribellarti a essa e rinunciarvi. Avrai iniziato a cambiare e sarai capace di abbandonare gradualmente la tua indole arrogante e di relazionarti con gli altri normalmente. Sarai in grado di parlare onestamente e con il cuore; non dirai più bugie né alcunché di arrogante. Non possiederai allora un po’ di ragionevolezza e una certa sembianza di persona onesta? Non avrai forse ottenuto questo ingresso? Quello sarà il momento in cui inizierai a guadagnare qualcosa. Quando praticherai l’onestà in questo modo, riuscirai a ricercare la verità e a riflettere su te stesso, indipendentemente dal tipo di indole arrogante che esprimerai, e dopo aver sperimentato in questo modo un comportamento onesto per un certo periodo di tempo, arriverai inconsapevolmente e gradualmente a comprendere le verità e le parole di Dio pertinenti all’onestà. E quando userai queste verità per analizzare la tua indole arrogante, il tuo cuore verrà colmato fino in fondo dalla luce delle parole di Dio e inizierà a sentirsi più luminoso. Vedrai chiaramente la corruzione che un’indole arrogante genera nelle persone e la spregevolezza che fa vivere loro, e sarai in grado di discernere ciascuno degli stati corrotti in cui le persone si trovano quando esprimono un’indole arrogante. A un’analisi ulteriore, vedrai la spregevolezza di Satana in modo ancora più chiaro e lo odierai ancora di più. Sarà quindi facile per te abbandonare la tua indole arrogante. Quando la tua conoscenza raggiungerà questo livello, le verità pertinenti contenute nelle parole di Dio ti risulteranno perfettamente comprensibili e saprai che tutto ciò che Dio richiede all’uomo è ciò che le persone di normale umanità dovrebbero possedere e vivere. Così, praticare la verità smetterà di sembrarti difficile. Al contrario, avrai fede nel fatto che praticare la verità è perfettamente naturale e legittimo, e che è il modo in cui l’uomo dovrebbe vivere. A quel punto, metterai in pratica le parole di Dio e la verità in maniera del tutto spontanea, positiva e attiva, e allo stesso tempo amerai la verità ancora di più. Avrai nel cuore sempre più cose positive e acquisirai gradualmente un’autentica conoscenza di Dio. Questo è ciò che significa comprendere autenticamente la verità. Avrai una visione e una prospettiva corrette in merito a ogni questione, e questa vera conoscenza e queste opinioni corrette si radicheranno progressivamente nel tuo cuore. Questo è ciò che significa essere entrato nella verità realtà: è qualcosa di cui nessuno può privarti o derubarti. Dopo aver accumulato queste cose positive un po’ alla volta, ti sentirai estremamente arricchito nel profondo del cuore. Non ti sembrerà più insensato credere in Dio e la sensazione di vuoto nel tuo cuore si dissiperà. Quando avrai provato quanto sia meraviglioso comprendere la verità e avrai visto la luce della vita umana, nascerà in te una fede autentica. E quando avrai la fede per sperimentare l’opera di Dio e vedrai quanto sia reale e concreto perseguire la verità e ottenere la salvezza, praticherai e sperimenterai le parole di Dio in modo positivo e attivo. Condividerai in merito alla tua esperienza e alla tua conoscenza autentiche, rendendo così testimonianza a Dio e aiutando più persone a conoscere il potere delle parole di Dio e i benefici che la verità arreca all’uomo. Avrai così più fede nel praticare la verità e nel svolgere bene il tuo dovere, e in questo modo ti sarai veramente sottomesso a Dio. Quando parlerai della tua autentica testimonianza esperienziale, il tuo cuore si illuminerà sempre di più. Sentirai di avere ancora di più che un cammino di pratica della verità e, allo stesso tempo, ti renderai conto che hai numerosissime carenze e che ci sono così tante verità che dovresti praticare. Una testimonianza esperienziale di questo tipo non è solo vantaggiosa e istruttiva per gli altri: anche tu sentirai di aver guadagnato qualcosa nel tuo perseguimento della verità, e di aver davvero ricevuto le benedizioni di Dio. Quando qualcuno sperimenta l’opera di Dio in questo modo, fino a diventare capace di testimoniarLo, non solo può portare più persone a conoscere la loro indole corrotta e a liberarsi dalle catene, dai vincoli e dalle afflizioni di tale indole e permettere loro di affrancarsi dal dominio di Satana, ma può anche dare loro sempre più fede per percorrere il cammino del perseguimento della verità e del perfezionamento. Tale esperienza non diventa forse una vera testimonianza? Questa è la vera testimonianza. Una persona capace di rendere a Dio una testimonianza di questo tipo sentirebbe mai che credere in Lui sia noioso, inutile o vano? Assolutamente no. Quando si è in grado di testimoniare Dio e si possiede autentica conoscenza di Lui, le profondità del proprio cuore si riempiono di pace e gioia e ci si sente arricchiti e incredibilmente saldi. Quando una persona vive in una condizione e in uno stato di questo tipo, è naturale che non costringa sé stessa a soffrire, a pagare un prezzo, a lasciarsi vincolare. Non si costringerebbe semplicemente a disciplinare il proprio corpo e a ribellarsi alla carne. Ciò che farebbe di più è acquisire positivamente consapevolezza della propria indole corrotta. Inoltre, perseguirebbe la conoscenza dell’indole di Dio, di ciò che Dio ha ed è, e capirebbe cosa si deve fare per sottomettersi a Lui e soddisfarLo. Così facendo, comprenderà la volontà di Dio in base alle Sue parole e troverà i principi per praticare la verità, invece di soffermarsi sui sentimenti fugaci che prova dentro di sé, come per esempio non essere in grado di trattenersi quando accade qualcosa, irritarsi, essere di cattivo umore, arrabbiarsi di nuovo nello stesso giorno o fare un’altra volta qualcosa in modo sciatto o mediocre, o qualsiasi altra banalità di questo tipo. Fintanto che queste cose non ti impediscono di praticare la verità, non occorre che te ne preoccupi. Devi concentrarti sull’eliminazione della tua indole corrotta e ricercare un modo di praticare che soddisfi Dio e sia conforme alla Sua volontà. Se pratichi la verità in questa maniera, farai rapidi progressi nella vita e avrai intrapreso il cammino del perseguimento della verità e del perfezionamento. Il tuo cuore non sarà più vuoto; possiederai autentica fede in Dio, sarai via via più interessato alle parole di Dio e alla verità e ne farai tesoro sempre di più. Comprenderai sempre meglio la volontà e i requisiti di Dio. Quando si arriva a questo livello, si è entrati completamente nelle parole di Dio e nella verità realtà.

Ciò che molte persone praticano e a cui hanno accesso in questo momento non è la verità realtà; esse entrano invece in una sorta di condizione in cui manifestano esteriormente dei buoni comportamenti e sono disposte a pagare un prezzo, pronte a soffrire e a dare tutto. Tuttavia, nel profondo del loro cuore resta il vuoto e nel loro mondo interiore non hanno nulla che le sostenga. Perché non hanno alcun sostegno? Perché non hanno un cammino da percorrere quando capita loro una qualsiasi cosa; si affidano a pie illusioni e non possiedono i principi per praticare la verità. Quando esprimono un’indole corrotta, possono solo praticare l’autocontrollo, ma non sono in grado di ricercare la verità per eliminarla. Per loro fortuna, la loro vecchia carne ha una capacità istintiva: sopportare la sofferenza. C’è un detto tra i non credenti: “Non esiste sofferenza che non possa essere sopportata, ma solo benedizioni di cui non si può godere”. La carne dell’uomo ha una capacità innata, istintiva: non riesce a godere di troppe benedizioni, ma è in grado di patire qualsiasi sofferenza, di sopportarla e di porsi dei limiti. Questa è una cosa positiva? È un punto di forza o un difetto, una carenza? Questo loro detto corrisponde a verità? (No.) Non è la verità, e ciò che non è verità è un assurdo. Questo detto è costituito solo da parole vuote, non può risolvere nessuno dei tuoi problemi, né le tue difficoltà pratiche. Per dirla con precisione, non può eliminare la tua indole corrotta. Quindi, è inutile ripeterlo. Puoi anche possederne una certa conoscenza e consapevolezza e averne fatto una profonda esperienza, ma non serve comunque a nulla. I non credenti hanno anche altri detti, come: “Non ho paura di morire, quindi perché dovrei avere paura di vivere?” e “Quando l’inverno è ormai arrivato, quanto può mancare alla primavera?” Sono affermazioni piuttosto altisonanti, non è vero? Molto filosofiche e fonte di grande ispirazione, non è così? I non credenti definiscono questi detti “balsamo per l’anima”. Ti piacciono i detti di questo tipo? (No.) Perché no? Alcuni potrebbero dire: “Non ci piacciono e basta. Sono cose che dicono i non credenti; a noi piacciono le parole di Dio”. Quale parte delle parole di Dio ti piace, allora? Quale frase ritieni essere la verità? Quale frase hai sperimentato e praticato e a quale hai avuto accesso? Quale hai guadagnato? Non serve a nulla limitarsi a disprezzare i detti dei non credenti; potranno anche non piacerti, ma non sai discernere chiaramente la loro essenza. Queste affermazioni sono giuste? (No.) Giuste o meno che siano, le parole dei non credenti non hanno nulla a che fare con la verità. Anche se le si considera buone e giuste, non sono conformi alla verità e non possono assurgere al livello della verità. Sono tutte in violazione della verità e in contrasto con essa. I non credenti non accettano la verità, quindi non c’è bisogno di discutere con loro su ciò che è giusto o sbagliato. Tutto ciò che possiamo fare è trattare le loro parole come assurdità confuse e chiuderla lì. Che cosa significa “assurdità”? Significa parole che non sono minimamente istruttive né utili per le persone, per la loro vita, per il loro cammino o per la loro salvezza. Tutti i discorsi di questo tipo sono assurdità; possono essere definiti anche parole vuote. Non hanno nulla a che fare con la vita e la morte degli uomini o con i sentieri che essi percorrono, e sono assurdità che non possono essere di alcun giovamento. Le persone sentono una frase del genere e vivono la vita a proprio piacimento, come hanno sempre fatto; una frase del genere non cambierà alcun fatto, poiché non è la verità. Solo la verità è istruttiva per l’uomo; essa ha un valore incommensurabile. Perché dico questo? Perché la verità può cambiare il destino delle persone, i loro pensieri, le loro opinioni e i loro mondi interiori. Ma, soprattutto, la verità può dissipare l’indole corrotta dell’uomo; può cambiare gli attributi di una persona, trasformando i suoi attributi satanici in attributi della verità; può prendere una persona che vive secondo la sua indole corrotta e trasformarla in qualcuno che vive conformemente alla verità e alle parole di Dio. Quando una persona vive la verità realtà, con le parole di Dio come fondamento, la sua vita non è forse cambiata? Quando la vita di una persona cambia, significa che sono cambiati i suoi pensieri e i suoi punti di vista; significa che sono cambiati i suoi atteggiamenti, le sue prospettive e le sue idee sulle persone e sulle cose; significa che la sua posizione e le sue opinioni sugli eventi e sulle cose sono diverse da prima. I detti dei non credenti sono tutte parole vuote e assurde. Non possono risolvere alcun problema. Il detto che ho appena citato – “Non esiste sofferenza che non possa essere sopportata, ma solo benedizioni di cui non si può godere” – non è forse fatto di assurdità e parole vuote? (Sì.) Sei in grado di sopportare la sofferenza: e allora? Non lo fai al fine di acquisire la verità; tu soffri per poter godere di fama e prestigio. La tua sofferenza è del tutto priva di valore e significato. Guarda i fatti: hai sofferto moltissimo e pagato un prezzo molto alto, eppure ancora non conosci te stesso e non sei nemmeno in grado di comprendere i pensieri e le idee che derivano dalla tua indole corrotta, né di eliminarli. Pensi allora di poter avere ingresso nella vita? La tua sofferenza ha un qualche valore? Non ha alcun valore. La sofferenza di alcune persone ha valore. La sofferenza che si sperimenta per acquisire la verità, per esempio, ha un valore: quando una persona ha acquisito la verità, può edificare e sostenere gli altri. Molte persone soffrono e pagano un prezzo per diffondere il Vangelo, contribuendo a espandere il lavoro della chiesa e della casa di Dio e a diffondere il Vangelo del Regno dei Cieli. Da ciò si evince che chiunque soffra e paghi un prezzo per acquisire la verità e soddisfare Dio ne guadagnerà qualcosa. Queste persone otterranno l’approvazione di Dio. Tuttavia, alcuni non perseguono la verità e, nonostante si spendano e soffrano per Dio e ricevano la Sua benevolenza, questa benevolenza non è altro che la pietà e la tolleranza di Dio, un riflesso del favore che Egli mostra nei confronti degli uomini, nonché della grazia che concede loro. Che tipo di grazia? Qualche benedizione materiale, niente di più. È questo che vuoi? È questo l’obiettivo finale della tua fede in Dio? Io penso di no. Dal giorno in cui hai iniziato a credere in Dio, hai desiderato solamente la Sua benevolenza, la Sua protezione e alcune delle benedizioni materiali che Egli elargisce? Sono queste le cose che desideri? È questo che persegui nella tua fede? (No.) Queste cose possono forse risolvere il problema della tua salvezza? (No.) Sembra che abbiate le idee abbastanza chiare. Capite cosa è importante e cosa è fondamentale. Non siete confusi. Sapete cosa ha rilevanza e cosa no. Tuttavia, resta ancora da vedere se sarete in grado di intraprendere il cammino del perseguimento della verità.

Le citazioni bibliche sono tratte da

La Sacra Bibbia – Nuova Riveduta 2006 – versione standard

Copyright © 2008 Società Biblica di Ginevra.

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