Cosa significa perseguire la verità (6) Parte 3

Condividiamo ora su un altro detto riguardante la condotta morale: “Sii severo con te stesso e tollerante con gli altri”; che cosa significa questo detto? Significa che dovresti esigere molto da te stesso ed essere indulgente con gli altri, così da mostrare loro quanto sei generoso e magnanimo. Allora, perché lo si dovrebbe fare? Che cosa si intende ottenere facendolo? È attuabile? È davvero un’espressione naturale dell’umanità di una persona? Devi scendere a grandi compromessi per aderirvi! Devi essere libero da desideri e pretese, esigere da te stesso di provare meno gioia, soffrire un po’ di più, pagare un prezzo più alto e lavorare di più affinché non debbano logorarsi gli altri. E se si lamentano, protestano o hanno uno scarso rendimento, non devi pretendere troppo da loro: andrà bene un risultato nella media. La gente crede che questo sia un segno di nobile morale, ma perché a Me suona falso? Non è forse falso? (Lo è.) In circostanze normali, l’espressione naturale dell’umanità di un individuo ordinario è essere tollerante verso sé stesso e severo con gli altri. Questo è un dato di fatto. Un individuo è capace di rendersi conto dei problemi altrui: “Questa persona è arrogante! Quella persona è cattiva! Quest’altra è egoista! Quell’altra è superficiale nello svolgere il suo dovere! Costui è così pigro!”, mentre di sé pensa: “Non è un problema se sono un po’ pigro. Possiedo una buona levatura. Anche se sono pigro, svolgo un lavoro migliore degli altri!” Trova i difetti degli altri e gli piace cercare il pelo nell’uovo, ma con sé stesso è tollerante e accomodante ovunque sia possibile. Questa non è forse un’espressione naturale della sua umanità? (Sì.) Se si è tenuti a essere all’altezza dell’idea di essere “severi con sé stessi e tolleranti con gli altri”, a quale agonia ci si deve sottoporre? Davvero si potrebbe sopportarlo? Quante persone riuscirebbero a farlo? (Nessuna.) E perché è così? (Le persone sono egoiste per natura. Agiscono in base al principio “Ognuno per sé e che gli altri si arrangino”.) Di fatto, l’uomo è nato egoista, è una creatura egoista ed è profondamente dedito a questa filosofia satanica: “Ognuno per sé e che gli altri si arrangino”. Le persone pensano che sarebbe catastrofico per loro, e contro natura, non essere egoiste e non prendersi cura di sé quando accade loro qualcosa. Questo è ciò che credono e il modo in cui agiscono. Se ci si aspetta da loro che non siano egoiste, che esigano molto da sé stesse e che ci rimettano di buon grado anziché approfittarsi degli altri, quest’aspettativa è forse realistica? Se quando qualcuno si approfitta di loro ci si aspetta che dicano con gioia: “Te ne stai approfittando, ma non intendo farne un dramma. Sono una persona tollerante, non parlerò male di te né cercherò di vendicarmi, e se non hai ancora approfittato abbastanza sentiti libero di continuare”, quest’aspettativa è realistica? Quante persone riuscirebbero a farlo? È questo il modo in cui si comporta normalmente l’umanità corrotta? Ovviamente, che ciò avvenga è anomalo. Perché lo è? Perché le persone con un’indole corrotta, specialmente quelle egoiste e meschine, lottano per i propri interessi personali, e pensare agli altri non arreca loro alcuna soddisfazione. Quindi, questo fenomeno, se succede, è un’anomalia. “Sii severo con te stesso e tollerante con gli altri”: questa affermazione riguardante la condotta morale è chiaramente solo una richiesta che non corrisponde né ai fatti né all’umanità, posta all’uomo da moralisti sociali che non comprendono l’umanità. È come dire a un topo che non può scavare tane o a un gatto che non può catturare topi. È giusto fare una richiesta del genere? (No. Sfida le leggi dell’umanità.) Questa richiesta è in chiaro contrasto con la realtà e piuttosto vana. Coloro che la pongono sono forse in grado di attenervisi? (No.) Si aspettano che gli altri si attengano a una richiesta che loro stessi non sono capaci di soddisfare: qual è il problema qui? Non è un po’ irresponsabile? Come minimo, si può affermare che costoro sono irresponsabili e dicono sciocchezze. Ora, facendo un ulteriore passo avanti, qual è la natura di questo problema? (L’ipocrisia.) Esatto: questo è un esempio di ipocrisia. È evidente che loro per primi non sono in grado di attenersi a questa richiesta, eppure continuano a dichiararsi così tolleranti, di gran cuore e di alto livello morale: non è semplicemente ipocrita? Comunque lo si consideri, si tratta di un detto vuoto che racchiude una certa falsità, quindi lo classificheremo come un detto ipocrita. È simile al tipo di detti promossi dai farisei; cela un secondo fine, che è chiaramente quello di mettersi in mostra, di caratterizzarsi come persone dalla nobile condotta morale e di essere lodati dagli altri come esemplari e modelli di nobile condotta morale. Dunque, quali persone sono in grado di essere severe con sé stesse e tolleranti con gli altri? Gli insegnanti e i medici riescono forse ad attenersi a questo detto? Le cosiddette persone famose, i grandi e i saggi come Confucio, Mencio e Laozi ne erano capaci? (No.) In sintesi, a prescindere da quanto sia ridicolo questo detto che l’uomo ha promosso, e che sia o meno attuabile, si tratta in definitiva soltanto di una richiesta posta nei confronti del carattere morale e del comportamento delle persone. Come minimo, le persone non sono disposte a rispettare questa richiesta e non è facile per loro praticarla, poiché va contro gli standard che la normale umanità dell’uomo è in grado di raggiungere. Ma, in ogni caso, si tratta pur sempre di uno standard e di una richiesta riguardante la condotta morale dell’uomo promossi dalla cultura tradizionale. Sebbene “sii severo con te stesso e tollerante con gli altri” sia una frase vuota a cui pochi riescono ad attenersi, non è diversa da “non intascare i soldi che raccogli” e “trai piacere dall’aiutare gli altri”: a prescindere dalle motivazioni e dagli intenti che nutrono coloro che la mettono in pratica, o dal fatto che qualcuno sia in grado di praticarla, in ogni caso, sulla semplice base del fatto che le persone che promuovono questo requisito si pongono all’apice della moralità, questo non le rende forse arroganti e presuntuose e dotate di una ragione alquanto anomala? Se chiedessi loro se sono capaci di attenersi al detto “sii severo con te stesso e tollerante con gli altri”, risponderebbero: “Certo!” Eppure, quando si troveranno concretamente costrette a rispettarlo, non ci riusciranno. Perché? Perché hanno un’indole arrogante e satanica. Chiedi loro di attenersi a questa morale quando qualcun altro compete con loro per il prestigio, il potere, la fama e il profitto, e vedrai se ne saranno capaci. Semplicemente non ci riusciranno e diventeranno persino ostili nei tuoi confronti. Se chiedi loro: “Perché continui a promuovere questo detto quando nemmeno tu riesci a rispettarlo? Perché continui a pretendere che gli altri vi si conformino? Non è forse ipocrita da parte tua?”, lo accetteranno? Se le smaschererai, non lo accetteranno; in qualunque modo le smaschererai, non lo accetteranno e non ammetteranno di essere in difetto, e questo dimostra che non sono brave persone. Il fatto che, nonostante non siano in grado di conformarsi alle loro stesse richieste, costoro si atteggino a individui dall’elevata moralità dimostra semplicemente che si ha ragione di definirli grandi ingannatori e ipocriti.

“Sii severo con te stesso e tollerante con gli altri”, proprio come i detti “Non intascare i soldi che raccogli” e “Trai piacere dall’aiutare gli altri”, è una di quelle richieste poste dalla cultura tradizionale riguardo alla condotta morale delle persone. Analogamente, che qualcuno riesca o meno a conseguire o a esercitare tale condotta morale, ciò non costituisce comunque il criterio o la norma per valutarne l’umanità. Può darsi che tu sia veramente capace di essere severo con te stesso e tollerante con gli altri, e che ti attenga a criteri particolarmente elevati. Puoi anche essere immacolato e pensare sempre agli altri, mostrare considerazione nei loro confronti, senza essere egoista e senza perseguire i tuoi interessi. Puoi sembrare particolarmente magnanimo e altruista e avere un forte senso della responsabilità e della morale sociali. Le tue qualità e la tua personalità nobili possono essere evidenti per chi ti sta vicino e per le persone che incontri e con cui interagisci. Il tuo comportamento può non dare mai alcuna ragione agli altri di biasimarti o di criticarti, suscitando invece un’abbondanza di elogi e persino ammirazione. La gente può considerarti qualcuno che è davvero severo con sé stesso e tollerante con gli altri. Tuttavia, questi non sono altro che comportamenti esteriori. I pensieri e i desideri che hai in fondo al cuore sono forse coerenti con quei comportamenti esteriori, con quelle azioni che vivi esteriormente? La risposta è no. La ragione per cui riesci ad agire in questo modo è che c’è un movente dietro le tue azioni. Qual è questo movente, per l’esattezza? Riusciresti a sopportare che venisse messo in luce? Certamente no. Ciò dimostra che tale movente è qualcosa di innominabile, qualcosa di oscuro e malvagio. Ora, perché è innominabile e malvagio? Perché l’umanità delle persone è governata e guidata dalla loro indole corrotta. Tutti i pensieri dell’umanità, indipendentemente dal fatto che le persone li esprimano a parole o li manifestino, sono innegabilmente dominati, controllati e manipolati dalla loro indole corrotta. Di conseguenza, i moventi e gli intenti degli uomini sono tutti subdoli e malvagi. A prescindere dal fatto che le persone siano in grado di essere severe con sé stesse e tolleranti con gli altri, o che esteriormente esprimano o meno questa morale in modo perfetto, è inevitabile che essa non abbia alcun controllo o influenza sulla loro umanità. Quindi, che cosa controlla l’umanità delle persone? La loro indole corrotta; è la loro umanità essenza che si nasconde dietro la morale “Sii severo con te stesso e tollerante con gli altri”: questa è la loro vera natura. La vera natura di una persona è la sua umanità essenza. E in che cosa consiste la sua umanità essenza? Consiste principalmente nelle sue preferenze, in ciò che persegue, nella sua visione della vita, nel suo sistema di valori, nonché nel suo atteggiamento nei confronti della verità e di Dio, e così via. Solo queste cose rappresentano veramente l’umanità essenza delle persone. Si può affermare con certezza che la maggior parte di coloro che esigono da sé stessi di adempiere la morale di essere “severi con sé stessi e tolleranti con gli altri” è ossessionata dal prestigio. Spinti dalla loro indole corrotta, non possono fare a meno di perseguire la fama tra gli uomini, la ribalta sociale e il prestigio agli occhi degli altri. Tutte queste cose sono legate al loro desiderio di prestigio, e le perseguono sotto la copertura della loro buona condotta morale. E da dove vengono questi loro perseguimenti? Vengono e sono mossi interamente dalla loro indole corrotta. Quindi, in ogni caso, che qualcuno adempia o no alla morale di essere “severo con sé stesso e tollerante con gli altri”, e che lo faccia o meno fino alla perfezione, ciò non può minimamente cambiare la sua umanità essenza. Il che significa di conseguenza che non può cambiare in alcun modo la sua visione della vita o il suo sistema di valori, né guidare le sue attitudini e le sue prospettive su tutti i tipi di persone, eventi e cose. Non è così? (Sì.) Più si è capaci di essere severi con sé stessi e tolleranti con gli altri, più si è bravi a recitare, a camuffarsi e a fuorviare gli altri con buoni comportamenti e belle parole, e più si è ingannevoli e malvagi per natura. Più si è questo tipo di persona, più profondamente si amano e si perseguono il prestigio e il potere. Per quanto la condotta morale delle persone appaia esteriormente grandiosa, gloriosa e corretta, e per quanto risulti ammirevole agli occhi altrui, l’implicito perseguimento che si cela nei recessi del loro cuore, così come la loro natura essenza, e persino le loro ambizioni, possono erompere dal loro intimo in qualsiasi momento. Pertanto, per quanto buona sia, la loro condotta morale non può nascondere la loro umanità essenza intrinseca, né i loro desideri e le loro ambizioni. Non può nascondere la loro esecrabile natura essenza di disprezzo per le cose positive e di avversione e odio nei confronti della verità. Come mostrano questi fatti, il detto “Sii severo con te stesso e tollerante con gli altri” è più che semplicemente assurdo: mette a nudo le persone ambiziose che usano tali detti e comportamenti per coprire le proprie ambizioni e i propri desideri innominabili. Potete paragonare costoro ad alcuni anticristi e persone malevole che si trovano nella chiesa. Per consolidare il loro prestigio e il loro potere all’interno della chiesa e per guadagnare una migliore reputazione tra gli altri membri, sono in grado di subire sofferenze e di pagare un prezzo nello svolgimento dei loro doveri, e potrebbero persino rinunciare al lavoro e alla famiglia e vendere tutto ciò che hanno al fine di spendersi per Dio. In alcuni casi, il prezzo che pagano e le sofferenze che subiscono nello spendersi per Dio vanno oltre ciò che una persona media è capace di sopportare; sono in grado di incarnare uno spirito di estrema abnegazione per mantenere il proprio prestigio. Tuttavia, a prescindere da quanto soffrono e dal prezzo che pagano, nessuno di loro salvaguarda la testimonianza di Dio o gli interessi della Sua casa, né pratica in linea con le Sue parole. L’unico obiettivo che perseguono è quello di ottenere il prestigio, il potere e le ricompense da parte di Dio. Nulla di ciò che fanno ha la minima correlazione con la verità. Indipendentemente da quanto sono severi con sé stessi e tolleranti con gli altri, quale sarà il loro esito finale? Cosa penserà Dio di loro? Determinerà il loro esito in base ai buoni comportamenti esteriori che attuano? Certamente no. Le persone valutano e giudicano gli altri in base a questi comportamenti e queste manifestazioni e, non sapendone discernere l’essenza, alla fine vengono da loro ingannate. Dio invece non Si lascia mai ingannare dagli uomini. Non loderà e non commemorerà assolutamente la condotta morale di coloro che sono stati capaci di essere severi con sé stessi e tolleranti con gli altri. Al contrario, li condannerà per le loro ambizioni e per le strade che hanno intrapreso al fine di perseguire il prestigio. Pertanto, coloro che perseguono la verità dovrebbero avere discernimento su questo criterio di valutazione delle persone. Dovrebbero rinnegare e abbandonare completamente questo standard assurdo e discernere le persone in base alle parole di Dio e alle verità principi. Dovrebbero considerare soprattutto se una persona ama le cose positive, se è in grado di accettare la verità e se sa sottomettersi alla sovranità e alle disposizioni di Dio, così come la strada che sceglie e percorre, e classificare in base a questi aspetti che tipo di persona è e che tipo di umanità possiede. È fin troppo facile che emergano aberrazioni ed errori quando le persone giudicano gli altri in base allo standard del “sii severo con te stesso e tollerante con gli altri”. Se discerni e consideri erroneamente una persona in base ai principi e ai detti che provengono dall’uomo, allora in quella determinata questione violerai la verità e ti opporrai a Dio. Perché? Il motivo è che la base delle tue valutazioni delle persone sarà sbagliata e in contrasto con le parole di Dio e con la verità, e potrebbe persino essere in opposizione e contraria a esse. Dio non valuta l’umanità delle persone in base all’affermazione sulla condotta morale “sii severo con te stesso e tollerante con gli altri”; quindi, se insisti ancora a basarti su questo criterio per giudicare la moralità degli altri e per determinare che tipo di persone sono, allora hai completamente violato le verità principi e sei destinato a commettere errori e a provocare sbagli e deviazioni. Non è forse così? (Sì.) Quando le persone capiranno queste cose, possiederanno almeno un certo livello di comprensione della base, dei principi e dei criteri secondo cui Dio valuta persone e cose; possiederai almeno una comprensione e un intendimento dell’approccio di Dio nei confronti di queste cose. Mentre dal tuo punto di vista? Dovresti come minimo sapere qual è la base corretta secondo cui valutare una persona, e quale criterio di valutazione delle persone è in linea con la verità e con i fatti reali e non porterà assolutamente a errori o deviazioni. Se davvero acquisirai chiarezza su queste cose, possiederai discernimento di tali aspetti della cultura tradizionale, così come delle varie affermazioni e teorie e dei diversi modi degli uomini di valutare le persone, e sarai in grado di abbandonare completamente questi aspetti della cultura tradizionale e tutti i vari detti e punti di vista che derivano dall’uomo. In questo modo, valuterai e discernerai le persone in base alle verità principi e, in una certa misura, sarai in armonia con Dio, non ti ribellerai né ti opporrai a Lui e non Gli andrai contro. A mano a mano che raggiungerai l’armonia con Dio, svilupperai una comprensione sempre più chiara dell’essenza delle persone e delle cose e ne troverai conferma nelle parole di Dio. Vedrai che le varie affermazioni con cui Dio mette a nudo l’umanità e le Sue classificazioni e definizioni dell’uomo sono tutte giuste, e che sono tutte verità. Naturalmente, via via che troverai conferma di ciò, acquisirai sempre più fede e conoscenza di Dio e delle Sue parole, e sempre più certezza del fatto che le Sue parole sono la verità e la realtà che l’uomo dovrebbe vivere. Non consiste forse in questo il processo di accettazione e raggiungimento della verità? (Sì.) Questo è il processo di accettazione e raggiungimento della verità.

L’obiettivo del perseguimento della verità è accettarla come vita. Quando le persone sono in grado di accettare la verità, allora la loro umanità e la loro vita interiori iniziano a trasformarsi gradualmente e, alla fine, questa trasformazione è la loro ricompensa. In passato valutavi persone e cose in base alla cultura tradizionale, ma ora hai capito che era sbagliato e non valuterai le cose da quella prospettiva, né alcuna persona basandoti su ciò che la cultura tradizionale impone. Quindi, su quale base ora valuterai persone e cose? Se non lo sai, è la prova che non hai ancora accettato la verità. Se già sai in base a quali verità principi dovresti valutare le persone e le cose, se riesci a indicare con precisione e chiarezza le tue basi, il tuo percorso, i tuoi criteri e i tuoi principi, e anche a discernere e ad approcciare le persone in base a queste verità principi, allora la verità ha già iniziato a sortire in te degli effetti, sta guidando i tuoi pensieri e dominando la prospettiva da cui valuti persone e cose. Questo dimostra che la verità si è già radicata in te ed è diventata la tua vita. Dunque, in definitiva, in che modo l’effetto che la verità ha su di te ti sarà d’aiuto? La verità non influenzerà forse il tuo comportamento, la strada che intraprendi e la tua direzione nella vita? (Sì.) Se è in grado di influenzare il tuo comportamento e il cammino che percorri, allora non influenzerà anche il tuo rapporto con Dio? (Sì.) Quale risultato deriverà dall’influenza della verità sul tuo rapporto con Dio? Diventerete più intimi o vi allontanerete? (Diventerò più intimo con Dio.) Sicuramente diventerai più intimo con Lui. Quando ciò accadrà, sarai più motivato a seguire Dio e a inchinarti al Suo cospetto, oppure crederai alla Sua esistenza con riluttanza, ostacolato da dubbi e incomprensioni? (Sarò intenzionato a seguire Dio e a inchinarmi davanti a Lui.) Questo è certo. Ora, come farai a conseguire questa intenzione? Troverai conferma delle parole di Dio nella tua vita reale; la verità comincerà a sortire in te degli effetti e ne troverai conferma. Nel processo di dispiegamento di tutte le cose, troverai in te la conferma della loro fonte nascosta e ti apparirà del tutto coerente con le parole di Dio. Verificherai che tutte le parole di Dio sono verità e questo accrescerà la tua fede in Lui. Più avrai fede in Dio, più il tuo rapporto con Lui si normalizzerà, sarai via via più intenzionato ad agire come un essere creato e ad assumere Dio come tuo Sovrano, e sempre più parti di te si sottometteranno a Lui. Cosa pensi di questo miglioramento del vostro rapporto? È meraviglioso, non è vero? È il risultato di un percorso di sviluppo buono e positivo. E, quindi, quali saranno le conseguenze di uno sviluppo cattivo e maligno? (La mia fede nell’esistenza di Dio si indebolirà sempre di più e nutrirò su di Lui incomprensioni e dubbi.) Queste saranno le conseguenze minime. Non riceverai conferme in nessuna questione, e non solo nella tua fede non riuscirai ad acquisire la verità, ma svilupperai anche nozioni di ogni tipo: fraintenderai e biasimerai Dio, sarai diffidente nei Suoi confronti e alla fine Lo rinnegherai. Se in cuor tuo rinnegherai Dio, sarai ancora in grado di seguirLo? (No.) Non vorrai più seguirLo. Che cosa accadrà di conseguenza? Perderai interesse per ciò che Dio fa e dice. Quando Egli dirà: “La fine dell’umanità è in vista”, tu risponderai: “Io non vedo nulla!” Non Gli crederai. Quando Dio dirà: “Dopo aver perseguito la verità, otterrai una buona destinazione”, risponderai: “Dov’è questa buona destinazione di cui parli? Non la vedo!” Non proverai interesse. Quando Dio dirà: “Devi agire come un vero essere creato”, risponderai: “Deriva un qualche vantaggio dall’agire come un vero essere creato? Quante benedizioni posso ricavarne? Posso davvero ottenere delle benedizioni facendolo? È correlato all’ottenimento delle benedizioni?” Quando Dio dirà: “Devi accettare la sovranità di Dio e sottometterti a essa!”, risponderai: “Quale sovranità? Perché non riesco a percepire la sovranità di Dio? Se davvero Egli regna sovrano, perché mi ha permesso di vivere in povertà? Perché ha permesso che mi ammalassi? Se Dio regna sovrano, perché le cose sono sempre così difficili per me?” Il tuo cuore sarà colmo di rimostranze e non crederai a nulla di ciò che Dio dirà. Ciò dimostrerà la tua mancanza di autentica fede in Lui. Ed è per questo che, di fronte alle diverse questioni, non farai altro che lamentarti, senza mostrare un minimo di sottomissione. È così che arriverai a questo esito maligno. Alcuni dicono: “Poiché Dio regna sovrano, dovrebbe aiutarmi a guarire immediatamente dalla mia malattia. Dovrebbe aiutarmi a realizzare tutto ciò che desidero. Perché la mia vita ora è piena di disagi e sofferenze?” Hanno perso la fede in Dio e sono ormai privi della minima traccia della vaga fede che avevano un tempo: è completamente scomparsa. Questi sono la conseguenza maligna e il risultato malvagio di tutto ciò. Volete arrivare a questo punto? (No.) Come potete evitare di finire a questo livello? Dovete impegnarvi a fondo quando si tratta della verità: la chiave e la via per tutto ciò si trovano nella verità e nelle parole di Dio. Se ti dedichi seriamente alle parole di Dio e alla verità, senza rendertene conto inizierai a vedere con più chiarezza il percorso che Dio ti ha insegnato e a cui ti ha guidato, e discernerai l’essenza delle persone, degli eventi e delle cose che Egli orchestra. Attraverso ogni passo di questa esperienza, troverai gradualmente i principi e le basi secondo cui valutare persone e cose, comportarti e agire in base alle parole di Dio. Accettando e comprendendo la verità, troverai i principi e i percorsi di pratica nelle persone, negli eventi e nelle cose che incontrerai. Se praticherai secondo questi percorsi, le parole di Dio entreranno in te e diventeranno la tua vita e, senza rendertene conto, inizierai a vivere sotto la sovranità e le orchestrazioni di Dio. Quando lo farai, imparerai senza accorgertene a valutare persone e cose in base alle parole di Dio e considererai le cose da una posizione, una prospettiva e un punto di vista corretti; i risultati delle tue valutazioni delle cose saranno in linea con le parole di Dio e con la verità, e ti permetteranno di essere sempre più intimo con Dio e sempre più assetato di verità. Se invece non persegui la verità, non ti dedichi a essa seriamente e non provi alcun interesse nei suoi confronti, è difficile dire a che punto ti ritroverai. In definitiva, il peggior esito possibile è quando le persone, per quanto si sforzino di credere in Dio, non sono in grado di vedere le Sue azioni o di rendersi conto della Sua sovranità; quando, per quante esperienze facciano, non riescono a percepire l’onnipotenza e la saggezza di Dio. In questi casi, gli individui riconosceranno solamente che le parole espresse da Dio sono la verità, ma non vedranno alcuna speranza di essere salvati, e tanto meno vedranno che l’indole di Dio è giusta e santa, e percepiranno sempre la vaghezza della propria fede in Dio. Questo dimostra che non hanno acquisito la verità né la salvezza di Dio, e che dopo anni di fede in Lui non hanno guadagnato nulla. La Mia condivisione sul terzo detto, “sii severo con te stesso e tollerante con gli altri”, si conclude qui.

Qual è la quarta affermazione riguardante la condotta morale? (Ricambia il male con il bene.) Quando le persone ricambiano il male con il bene, non nutrono forse certe intenzioni? Non stanno facendo un passo indietro per rendersi le cose più facili? Non è forse un modo conciliante di affrontare le cose? Le persone non vogliono rimanere invischiate in un ciclo infinito di vendette; desiderano invece appianare le cose per poter vivere un po’ più in pace. La vita non è particolarmente lunga, e gli uomini la trovano breve sia che vivano cento anni sia che vivano diversi secoli. Non fanno che preoccuparsi per pensieri di vendetta e di massacro, hanno mondi interiori estremamente turbolenti e vivono vite infelici. Per questo motivo, cercano di trovare un modo per vivere una vita più felice e gioiosa e per trattare sé stessi nella maniera giusta, ossia ricambiando il male con il bene. È inevitabile che le persone si offendano a vicenda e restino vittime delle trame altrui nel corso della loro vita, e sono sempre tormentate da emozioni vendicative e astiose e vivono esistenze piuttosto misere; quindi, a salvaguardia del clima sociale e della stabilità e dell’unità sociali, con tale motivazione i moralisti promuovono questo criterio morale nel mondo. Essi ammoniscono le persone a non ricambiare il male con il male e ad astenersi dall’odio e dal massacro, esortandole invece a imparare a ricambiare il male con il bene. Sostengono che, anche se qualcuno ti ha fatto del male in passato, non dovresti vendicarti ma piuttosto aiutarlo, dimenticare le sue malefatte passate, interagire con lui normalmente e portarlo a poco a poco a ravvedersi, disinnescando i contrasti tra di voi e creando un rapporto armonioso. Questo non porterà forse all’armonia della società nel suo complesso? Sostengono che, a prescindere da chi ti ha offeso, sia esso un familiare, un amico, un vicino di casa o un collega, devi ricambiare il male con il bene e astenerti dal portare rancore. Sostengono che, se tutti fossero in grado di farlo, sarebbe proprio come si dice: “Se tutti danno un po’ d’amore, il mondo diventerà un posto meraviglioso”. Queste affermazioni non sono forse basate su delle fantasie? Un posto meraviglioso? Magari! Basta guardare chi governa questo mondo e chi corrompe l’umanità. Che cambiamento può generare l’affermazione riguardante la condotta morale “ricambia il male con il bene”? Nessuno. Al pari delle altre, questa affermazione pone alcune richieste in merito alla qualità morale delle persone, o impone loro alcune regole. Richiede che si astengano dal ricorrere all’odio e al massacro quando si trovano di fronte all’odio e al massacro perpetrati da altri, che trattino quelli che fanno loro del male con calma, con un temperamento equilibrato, e che usino la propria condotta morale per disinnescare l’astio e i massacri e diminuire la quantità di sangue versato. Questo detto riguardante la condotta morale produce ovviamente alcuni effetti nelle persone fino a certi livelli, può in una certa misura sedare l’astio e il risentimento e ridurre gli omicidi motivati da vendetta, e può influenzare positivamente il clima sociale, l’ordine pubblico e l’armonia sociale; ma quali sono le precondizioni perché questo detto abbia un simile effetto? Vi sono precondizioni alquanto rilevanti in termini di ambiente sociale. Una sono la normale ragione e il normale giudizio degli individui. Gli uomini pensano: “Questa persona di cui voglio vendicarmi è più o meno potente di me? Se mi vendico di lei, riuscirò a raggiungere il mio obiettivo? Se mi vendico e la uccido, firmerò la mia condanna a morte?” Prima valutano le conseguenze. Dopo aver riflettuto, la maggior parte si rende conto di questo: “Costui gode di ottime connessioni, ha molta influenza sociale ed è maligno e crudele; quindi, anche se mi ha fatto del male, non posso vendicarmi di lui. Devo ingoiare l’insulto in silenzio. Ma se mai avrò la possibilità di vendicarmi di lui in questa vita, la coglierò”. Come dicono i detti popolari, “chi non cerca vendetta non è un uomo” e “per un gentiluomo non è mai troppo tardi per vendicarsi”. Le persone continuano a nutrire questo tipo di filosofie per le interazioni mondane. La filosofia per le interazioni mondane del ricambiare il male con il bene viene sostenuta, da un lato, poiché è direttamente collegata all’ambiente sociale e alla profonda corruzione degli uomini: è nata a causa delle nozioni e dei giudizi della loro ragione. Quando le persone si trovano di fronte a questo tipo di situazioni, i più non possono fare altro che ingoiare gli insulti in silenzio e praticare esteriormente il ricambiare il male con il bene, abbandonando l’odio e la vendetta. Un’altra ragione per cui ci si attiene a questa filosofia per le interazioni mondane è che in alcuni casi vi è un forte disequilibrio di potere tra le due parti coinvolte, per cui la parte offesa non osa vendicarsi ed è costretta a ricambiare il male con il bene, in quanto non può fare altro. Se si vendicasse, potrebbe mettere in pericolo la vita di tutta la sua famiglia, con conseguenze inimmaginabili. In questi casi, le persone trovano preferibile continuare a vivere ingoiando l’insulto. Ma, così facendo, si sono lasciate alle spalle il loro risentimento? Una persona è in grado di dimenticare un rancore? (No.) Soprattutto nel caso di rancori molto gravi, come per esempio quando qualcuno ha ucciso un tuo familiare stretto, devastato la tua famiglia e disonorato il tuo nome, portandoti a sviluppare un profondo odio nei suoi confronti; nessuno è capace di dimenticare un rancore del genere. Questo è intrinseco all’umanità ed è qualcosa che essa non può superare. Le persone sviluppano istintivamente sentimenti di odio in queste situazioni, è del tutto normale. Che scaturisca dall’irruenza, dall’istinto o dalla coscienza, è comunque una reazione normale. Persino i cani si affezionano a coloro che li trattano bene e che li nutrono o li accudiscono regolarmente, e iniziano a fidarsi di loro, mentre disprezzano chi li maltratta e li picchia; e non è tutto: disprezzeranno anche le persone che hanno l’odore o la voce simili ai loro maltrattatori. Vedi: addirittura i cani possiedono questo istinto, figuriamoci gli uomini! Dato che le persone hanno una mente molto più complessa di quella degli animali, è perfettamente normale che nutrano odio di fronte a un omicidio per vendetta o a un trattamento ingiusto. Tuttavia, per diverse ragioni e a causa di circostanze particolari, sono spesso costrette a essere indulgenti e a ingoiare gli insulti, a sopportare temporaneamente le cose, ma questo non significa che desiderino ricambiare il male con il bene o che siano capaci di farlo. Quanto ho appena detto si basa sulla prospettiva dell’umanità e sulle reazioni istintive dell’uomo. Consideriamo ora questo aspetto dal punto di vista dei fatti oggettivi della società: se qualcuno non ricambiasse il male con il bene e invece si vendicasse e commettesse un omicidio, quali sarebbero le conseguenze? Sarebbe ritenuto legalmente responsabile, potrebbe essere arrestato, condannato al carcere e forse anche alla pena di morte. Da ciò si può concludere che, dal punto di vista sia dell’umanità che del potere restrittivo della società e della legge, quando si affrontano trattamenti ingiusti e omicidi per vendetta, nessuno è in grado di estirpare l’odio dalla propria mente o dal profondo del proprio cuore. Neanche quando sono vittime di danni lievi, come l’essere aggredite verbalmente, schernite o derise, le persone riescono a ricambiare il male con il bene. La capacità di ricambiare il male con il bene è una manifestazione normale dell’umanità? (No.) Perciò, quando una persona è vittima di maltrattamenti o di violenza, di cosa ha bisogno e cosa richiede la sua umanità, come minimo? Qualcuno direbbe mai, con fare allegro e gioioso: “Continua pure a maltrattarmi! Tu sei potente e malvagio, puoi maltrattarmi quanto vuoi e io ricambierò il tuo male con il bene. Avrai una chiara dimostrazione del mio carattere nobile e della mia nobile moralità, e di certo non mi vendicherò di te né svilupperò alcuna opinione sul tuo conto. Non mi arrabbierò con te: prenderò tutto come uno scherzo. Non importa quanto ciò che dici insulti la mia integrità, ferisca il mio orgoglio o danneggi i miei interessi: va tutto bene, e dovresti sentirti libero di dire quello che vuoi”? Esistono persone di questo tipo? (No.) Nessuno, nella maniera più assoluta, è veramente capace di abbandonare il proprio rancore: ottiene già un buon risultato se per un certo tempo riesce a evitare di uccidere il proprio nemico per vendetta. Quindi, nessuno è davvero in grado di ricambiare il male con il bene, e se anche le persone praticano questa condotta morale sarà perché sono state costrette ad agire in questo modo a causa delle circostanze specifiche del momento, o perché l’intero caso era in realtà inventato e fittizio. In circostanze normali, quando le persone sono vittime di persecuzioni o maltrattamenti gravi, sviluppano rancore e diventano vendicative. L’unica circostanza in cui qualcuno potrebbe non essere consapevole del proprio odio o ignorarlo sarebbe se quest’ultimo fosse eccessivo e la persona subisse un trauma così grave da finire per perdere la memoria o il senno. Ma chiunque sia dotato di umanità e ragione normali non vorrebbe essere insultato, discriminato, denigrato, deriso, schernito, danneggiato e così via, né gradirebbe che qualcuno arrivasse a calpestare e violare il suo carattere e la sua dignità; a nessuno andrebbe bene di ripagare falsamente attraverso una condotta morale ipocrita chi l’ha offeso o danneggiato in passato; nessuno ne è capace. Pertanto, questa affermazione relativa alla condotta morale di ricambiare il male con il bene appare alquanto debole, insulsa, vuota e priva di significato per l’umanità corrotta.

Se consideriamo la questione dal punto di vista della coscienza e della ragione dell’umanità normale, a prescindere da quanto si sia corrotti, e indipendentemente dal fatto che si sia malevoli oppure dotati di un’umanità relativamente buona, tutti sperano che gli altri li trattino bene e con un livello basilare di rispetto. Se qualcuno cominciasse a lusingarti e adularti senza motivo, questo ti renderebbe felice? Ti piacerebbe? (No.) Perché no? Ti sentiresti preso in giro? Penseresti: “Ti sembro forse un bambino di tre anni? Come mai non capisco perché senti il bisogno di dirmi queste cose? Sono davvero fantastico come dici? Ho fatto anche una sola delle cose di cui parli? A cosa servono tutte queste sciocche lusinghe? Come fai a non essere disgustato da te stesso?” Alle persone non piace sentirsi adulare, lo considerano una sorta di insulto. Oltre che con un livello basilare di rispetto, in quale altro modo gli uomini desiderano essere trattati? (Con sincerità.) Chiedere alle persone di trattare gli altri con sincerità sarebbe impossibile: è già un grande risultato se si astengono dal maltrattarli. Chiedere loro di non maltrattarsi a vicenda è una richiesta relativamente obiettiva. Le persone sperano che gli altri le rispettino, che non le maltrattino e, soprattutto, che le trattino in modo equo. Sperano che non infieriscano su di loro quando sono vulnerabili, non le emarginino quando i loro difetti vengono smascherati, non le adulino e lusinghino. Le persone trovano disgustosi questi comportamenti e desiderano solo essere trattate con equità: non è forse così? Trattare gli altri in modo equo è un ideale relativamente positivo nel mondo dell’uomo e nell’ambito del pensiero umano. Perché dico questo? Pensateci: come mai a tutti piace Bao Zheng? La gente ama guardare le rappresentazioni di Bao Zheng che dirime una questione, anche se la questione è fittizia e completamente inventata. Perché le persone continuano ad apprezzarle? Perché continuano a guardarle volentieri? La ragione è che nel loro mondo ideale, nel loro pensiero e nel profondo del loro cuore, tutti desiderano un mondo positivo e leggermente migliore. Tutti vorrebbero che l’uomo potesse vivere in un ambiente sociale relativamente equo e giusto, in un mondo in cui ciò sia garantito a tutti. Così, per lo meno, quando tu venissi maltrattato da forze malvagie, ci sarebbe un luogo in cui la giustizia verrebbe applicata, in cui potresti presentare un reclamo con le tue rimostranze, in cui avresti il diritto di protestare e, infine, in cui si farebbe luce sulle ingiustizie che hai subito. In una società e in un’umanità di questo tipo, ci sarebbe un luogo in cui potresti riabilitare il tuo nome e proteggerti da qualsiasi umiliazione o rimostranza futura. Non è questa la società ideale dell’uomo? Non è forse questo il desiderio di ogni persona? (Sì.) È il sogno di ogni persona. Gli uomini sperano di essere trattati in modo equo, non vogliono essere oggetto di un trattamento ingiusto o non sapere a chi rivolgere le proprie rimostranze se vengono trattati ingiustamente, cosa che è per loro motivo di grande afflizione. Si può dire che lo standard e la richiesta posti alla condotta morale dell’uomo di “ricambiare il male con il bene” sono molto distanti dalla realtà della corruzione dell’umanità nella vita reale. Quindi, questa richiesta posta alla condotta morale dell’uomo non tiene conto della volontà umana ed è ben lontana dai fatti oggettivi e dalla vita reale. È un’affermazione proposta da idealisti che non hanno alcuna comprensione del mondo interiore delle persone svantaggiate che hanno subito torti e umiliazioni; idealisti che non hanno la percezione di quanto queste persone siano state offese, degli affronti che la loro dignità e la loro integrità hanno subìto, e nemmeno di quanto la loro incolumità personale sia stata minacciata. Costoro non capiscono tali realtà, eppure continuano a pretendere che queste vittime si riconcilino con i loro aggressori e si astengano dal vendicarsi, e dicono cose come: “Sei nato per essere maltrattato e devi accettare il tuo destino. Appartieni alla classe più bassa della società e sei fatto per essere schiavo. Sei nato per essere governato da altri: non dovresti vendicarti di chi ti ha fatto del male, bensì ricambiare il male con il bene. Dovresti svolgere il tuo ruolo per il bene del clima sociale e dell’armonia sociale, e contribuire alla società manifestando la tua energia positiva e la migliore condotta morale di cui sei capace”. Tutto ciò viene chiaramente detto per giustificare lo sfruttamento delle classi inferiori da parte delle alte sfere della società e delle classi dominanti, alle quali viene così reso questo servizio, e per sedare a loro favore gli animi e i sentimenti degli svantaggiati. Non è forse questo l’obiettivo di dire queste cose? (Sì.) Se i sistemi giuridici e sociali di ogni Paese, se i sistemi e i regolamenti di ogni razza e clan fossero equi e venissero applicati rigorosamente, sarebbe ancora necessario promuovere questo detto privo di obiettività e in contrasto con le leggi dell’umanità? Non sarebbe necessario. Il detto “ricambia il male con il bene” è stato chiaramente promosso soltanto come un canale e un servizio utili alle classi dominanti e a quei malevoli che possiedono autorità e potere, al fine di sfruttare e calpestare gli svantaggiati. Allo stesso tempo, per placare le classi non privilegiate ed evitare che cerchino vendetta o diventino ostili nei confronti dei ricchi, delle élite e della classe dirigente, questi cosiddetti pensatori e maestri si pongono all’apice della supremazia morale, promuovendo questo detto con il pretesto di richiedere a tutti di praticare una buona condotta morale. Questo non crea forse ancora più contraddizioni all’interno della società? Più si opprimono le persone, più la società si rivela ingiusta. Se la società fosse veramente equa e giusta, sarebbe ancora necessario giudicare la condotta morale delle persone e porre delle richieste mediante questo detto? Ciò è chiaramente dovuto al fatto che non c’è giustizia nella società o tra gli uomini. Se i malfattori potessero essere puniti dalla legge, o se anche coloro che possiedono denaro e potere dovessero rispondere alla legge, il detto “ricambia il male con il bene” non sarebbe valido e non esisterebbe. Quante persone comuni sarebbero in grado di danneggiare un funzionario? Quanti poveri potrebbero arrecare danno a un ricco? Sarebbe difficile per loro. Quindi, il detto “ricambia il male con il bene” è chiaramente rivolto alla gente comune, ai poveri e alle classi inferiori: è un detto immorale e ingiusto. Per esempio, se chiedessi a un funzionario governativo di ricambiare il male con il bene, questi ti risponderebbe: “Quale male devo ricambiare? Chi oserebbe mettersi contro di me? Chi oserebbe offendermi? Chi oserebbe dirmi di no? Ucciderò chiunque mi dica di no: sterminerò tutta la sua famiglia e tutti i suoi parenti!” Vedi: per i funzionari non esiste male da ricambiare; quindi per loro il detto “ricambia il male con il bene” neppure esiste. Se dici loro: “Devi praticare questa condotta morale di ricambiare il male con il bene, devi possedere questa condotta morale”, essi risponderanno: “Certo, ne sono capace”. Questa è una menzogna ingannevole, in tutto e per tutto. In ogni caso, “ricambia il male con il bene” è essenzialmente soltanto un detto promosso dai moralisti sociali come un modo per tenere a bada le classi inferiori e ancor di più per asservirle. Viene promosso per favorire la classe dominante, consolidarne ulteriormente l’autorità e perpetuare l’asservimento delle classi inferiori, così che queste ultime non si lamentino neanche se vengono schiavizzate per generazioni. Da ciò si evince che, in questo tipo di società, le leggi e i sistemi sono palesemente ingiusti; questa società non è dominata dalla verità e non è governata dalla verità, dall’equità e dalla giustizia. È invece governata dalla malvagità e dal potere dell’uomo, indipendentemente da chi ricopre il ruolo di funzionario. Se le persone comuni assumessero il ruolo di funzionari, la situazione sarebbe esattamente la stessa. Questa è l’essenza del sistema sociale. “Ricambia il male con il bene” mette in luce questo fatto. La frase ha chiaramente un certo connotato politico: è una richiesta posta nei confronti della condotta morale dell’uomo per consolidare il potere delle classi dominanti e l’asservimento di quelle inferiori.

Non solo la richiesta di ricambiare il male con il bene non è in linea con le normali esigenze e richieste né con l’integrità e con la dignità dell’umanità, ma per natura è ancor meno uno standard adeguato a valutare la qualità dell’umanità di una persona. Questa richiesta è ben lontana dall’umanità reale; non solo è irraggiungibile, ma non avrebbe neanche dovuto essere promossa, mai. Si tratta soltanto di un detto e di una strategia utilizzati dalla classe dominante per rafforzare il proprio potere e controllo sulle masse. Naturalmente, Dio non ha mai promosso questo tipo di detto, tanto nell’Età della Legge e in quella della Grazia quanto nell’attuale Età del Regno, né ha mai utilizzato questo tipo di metodo, di detto o di richiesta come base per valutare la qualità dell’umanità degli uomini. Questo perché, indipendentemente dal fatto che una persona sia o meno dotata di moralità, e a prescindere da quanto buona o cattiva possa essere la sua condotta morale, Dio considera solo la sua essenza: agli occhi di Dio, questi detti riguardanti la condotta morale semplicemente non esistono. Pertanto, il detto riguardante la condotta morale “ricambia il male con il bene” non è valido nella casa di Dio e non è degno di essere analizzato. Che si ricambi il male con il bene o che lo si ricambi con la vendetta, in che modo coloro che credono in Dio dovrebbero considerare la questione del “ricambiare il male”? Con quale atteggiamento e da quale punto di vista dovrebbero valutarla e approcciarla? Se qualcuno commette un’azione malvagia all’interno della chiesa, la casa di Dio ha i suoi decreti amministrativi e i suoi principi per occuparsi di questa persona: non c’è bisogno che qualcuno vendichi la vittima o la difenda dall’ingiustizia. Ciò non è necessario all’interno della casa di Dio, e la chiesa gestirà naturalmente il problema in base ai principi. Questo è un fatto che le persone possono osservare e riscontrare. Per dirla in modo molto chiaro e preciso: la chiesa ha dei principi per occuparsi delle persone e la casa di Dio ha dei decreti amministrativi. Quanto a Dio, invece? Per quanto riguarda Dio, chiunque faccia del male sarà punito di conseguenza, ed Egli stabilirà come e quando. I principi secondo cui Dio impartisce una punizione sono assolutamente inscindibili dalla Sua indole e dalla Sua essenza. Dio ha un’indole giusta e che non tollera offesa, Egli possiede maestà e ira, e punirà in maniera commisurata tutti coloro che compiono il male. Ciò va molto oltre le leggi dell’uomo, supera l’umanità e tutte le leggi secolari. Non solo è equo, ragionevole e in linea con i desideri dell’umanità, ma non richiede nemmeno il plauso e l’approvazione di tutti. Non richiede che tu giudichi le questioni dall’alto della tua supremazia morale. Quando Dio fa queste cose, ha i Suoi principi e i Suoi tempi. Bisognerebbe lasciare che Egli agisca come meglio crede; gli uomini dovrebbero astenersi dall’interferire, poiché ciò non ha nulla a che vedere con loro. Che cosa chiede Dio alle persone riguardo alla questione del “ricambiare il male”? Che non agiscano e non si vendichino degli altri in preda all’irruenza. Cosa dovresti fare se qualcuno ti offende, ti maltratta o addirittura vuole farti del male? Esistono dei principi secondo cui gestire simili questioni? (Sì.) Vi sono soluzioni e principi per queste cose, e criteri nelle parole di Dio e nella verità. A prescindere da tutto, neanche il detto riguardante la condotta morale “ricambia il male con il bene” è uno standard secondo cui giudicare la qualità dell’umanità delle persone. Al massimo, se qualcuno è capace di ricambiare il male con il bene, si può dire che è relativamente tollerante, privo di malizia, amichevole e magnanimo, che non è meschino e che possiede una condotta morale accettabile. Tuttavia, la qualità dell’umanità di questa persona può essere valutata e giudicata sulla base di questo unico detto? No, assolutamente no. Bisogna tenere conto anche di ciò che persegue, del cammino che percorre, del suo atteggiamento nei confronti della verità e delle cose positive, e così via. Questo è l’unico modo per giudicare con accuratezza se possiede umanità oppure no.

La nostra condivisione di oggi si conclude qui.

26 marzo 2022

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