Cosa significa perseguire la verità (7) Parte 2
Quando si trovano in difficoltà o in pericolo e ricevono da un individuo malevolo un aiuto che permette loro di uscire dalla situazione in cui si trovano, alcuni arrivano a credere che questo individuo malevolo sia una brava persona e sono ben disposti a fare qualcosa per lui per dimostrargli la loro gratitudine. Tuttavia, in questi casi, tale individuo malevolo cercherà di coinvolgerli nelle sue nefandezze e di usarli per compiere cattive azioni. Se non sono in grado di rifiutare, la situazione può diventare pericolosa. Alcuni si sentono in conflitto in queste situazioni, perché pensano che, se non aiuteranno il loro amico malevolo a compiere qualche azione cattiva, sembrerà che non stiano ripagando a sufficienza l’amicizia, ma andrebbero lo stesso contro la loro coscienza e la loro ragione per fare qualcosa di sbagliato. Di conseguenza, si ritrovano in tale dilemma. Questo è il risultato dell’influenza che subiscono da parte dell’idea della cultura tradizionale per cui una gentilezza va ripagata: si ritrovano vincolati, limitati e controllati da tale idea. In molti casi, questi detti della cultura tradizionale prendono il posto del senso della coscienza e del normale giudizio dell’uomo; naturalmente, ne influenzano anche il normale modo di pensare e il modo corretto di prendere decisioni. Le idee della cultura tradizionale sono errate e influenzano direttamente le valutazioni dell’uomo sulle cose, portandolo a prendere decisioni sbagliate. Dall’antichità fino al presente, innumerevoli individui sono stati influenzati da questa idea, da questa visione e da questo criterio di condotta morale riguardante il ripagare le gentilezze ricevute. Anche quando colui che fa loro una gentilezza è malevolo o cattivo e li costringe a compiere nefandezze e cattive azioni, gli uomini continuano ad andare contro la propria coscienza e la propria ragione, assecondandolo ciecamente al fine di ripagare la gentilezza ricevuta, cosa che porta a numerose conseguenze disastrose. Si potrebbe dire che molte persone, essendo state influenzate, condizionate, limitate e vincolate da questo criterio di condotta morale, sostengono ciecamente ed erroneamente questa visione del ripagare le gentilezze ricevute e sono persino propense ad aiutare e a favorire i malvagi. Ora che avete ascoltato la Mia comunione, avete un quadro chiaro della situazione e potete stabilire che si tratta di una lealtà stolta, e che questo comportamento equivale a comportarsi senza porre alcun limite e a ripagare le gentilezze ricevute in modo sconsiderato, senza alcun discernimento, e che è una cosa priva di significato e di valore. Dal momento che temono di essere criticate dall’opinione pubblica o condannate dagli altri, le persone dedicano con riluttanza la loro vita a ripagare le gentilezze altrui fino al punto di sacrificarla per farlo, e questa è una maniera fallace e sciocca di agire. Questo detto della cultura tradizionale non solo ha condizionato il modo di pensare delle persone, ma ha anche caricato le loro vite di un peso e di un disagio inutili e ha gravato le loro famiglie di ulteriori sofferenze e fardelli. Molte persone hanno pagato prezzi elevatissimi per ripagare le gentilezze ricevute dagli altri: la considerano come una responsabilità sociale o un loro dovere, e sono capaci addirittura di passare tutta la vita a farlo. La ritengono una cosa perfettamente naturale e giustificata, un dovere ineludibile. Questo punto di vista e questo modo di fare non sono forse sciocchi e assurdi? Rivelano appieno quanto le persone siano ignoranti e prive di illuminazione. In ogni caso, questo detto riguardante la condotta morale, una gentilezza ricevuta deve essere ripagata con gratitudine, potrà anche essere in linea con le nozioni delle persone, ma non è conforme alle verità principi. È incompatibile con le parole di Dio e rappresenta una visione e un modo di agire errati.
Dato che ripagare le gentilezze ricevute non è correlato alla verità e alle richieste che Dio pone agli uomini ed è stato oggetto di critica da parte nostra, in che modo Dio vede questo detto? Che tipo di punti di vista e azioni dovrebbero adottare le persone normali in risposta a questo detto? Vi è chiaro questo punto? Se qualcuno in passato vi ha fatto un grande favore o una gentilezza che vi ha giovato molto, dovreste ripagarlo? Come dovreste affrontare questo tipo di situazione? Non è una questione di punti di vista? È una questione di punti di vista delle persone, nonché dei loro percorsi di pratica. DiteMi qual è il vostro punto di vista su tale questione: se qualcuno è gentile con voi, dovreste ripagarlo? Se ancora non riuscite a capire questa questione, sarà un problema. Prima non comprendevate la verità e praticavate il ripagare le gentilezze ricevute come se si trattasse della verità. Ora, dopo aver ascoltato la Mia analisi e la Mia critica, avete visto dove risiede il problema, ma non sapete ancora come praticare o affrontare la questione: possibile che ancora non la comprendiate? Prima di capire la verità, vivevi secondo la tua coscienza e, a prescindere da chi ti facesse una gentilezza o ti aiutasse, anche se si trattava di un individuo malevolo o di un malvivente, lo avresti sicuramente ripagato, e ti sentivi obbligato a farti sparare per i tuoi amici e persino a mettere a rischio la tua vita per loro. Gli uomini dovrebbero asservirsi ai loro benefattori per ripagarli, mentre le donne dovrebbero concedersi loro in spose e dar loro dei figli: questa è l’idea che la cultura tradizionale instilla nelle persone, imponendo loro di ripagare con gratitudine le gentilezze ricevute. Di conseguenza pensano: “Solo coloro che ripagano le gentilezze ricevute hanno una coscienza, e chi non lo fa è di certo privo di coscienza e disumano”. Questa idea è fortemente radicata nel cuore delle persone. DiteMi, gli animali sanno ripagare le gentilezze? (Sì.) Stando così le cose, gli esseri umani possono davvero considerarsi più evoluti solo perché sanno ripagare le gentilezze ricevute? La pratica umana di ripagare le gentilezze può essere considerata un segno di umanità? (No.) Allora, quale visione si dovrebbe avere al riguardo? Come andrebbe inteso questo genere di cose? Dopo averla compresa, quale approccio si dovrebbe adottare nei confronti della questione? Queste sono le domande a cui tutti voi dovreste cercare di dare una risposta in questo momento. Condividete pure le vostre opinioni in merito. (Se davvero qualcuno mi aiutasse a risolvere una questione o un problema, per prima cosa lo ringrazierei sinceramente, ma non mi lascerei condizionare o controllare da tale situazione. Se quella persona dovesse affrontare delle difficoltà, farei per lei ciò che è in mio potere. La aiuterei dove posso, ma non mi forzerei a spingermi oltre le mie possibilità.) Questa è la visione giusta, e tale modo di agire è accettabile. Qualcun altro vuole condividere il proprio punto di vista su questo argomento? (Una volta ero convinto che, se qualcuno mi avesse aiutato, avrei dovuto aiutarlo a mia volta in caso si trovasse in difficoltà. Grazie alla comunione e all’analisi fornite da Dio in merito alle idee “Trai piacere dall’aiutare gli altri” e “Una gentilezza ricevuta deve essere ripagata con gratitudine”, mi sono reso conto che bisogna seguire dei principi nell’aiutare gli altri. Se qualcuno è stato gentile con me o mi ha aiutato, la mia coscienza mi impone di aiutarlo a mia volta, ma l’aiuto che gli offro deve essere commisurato alle circostanze in cui mi trovo e a ciò che sono in grado di fornire. Inoltre, dovrei aiutarlo solamente a risolvere le sue difficoltà e a soddisfare le sue esigenze di vita, non a commettere del male o a compiere cattive azioni. Se vedo che un fratello o una sorella si trovano in difficoltà, li aiuto non perché una volta loro hanno aiutato me, ma perché è un mio dovere, una mia responsabilità.) Qualcun altro? (Ricordo le parole di Dio che dicono: “Se qualcuno ci fa del bene, dovremmo accettarlo da Dio”. Vale a dire, ogni volta che qualcuno si comporta bene nei nostri confronti, dovremmo accettarlo da Dio ed essere in grado di gestirlo adeguatamente. In questo modo, possiamo comprendere correttamente tale punto di vista riguardante il ripagare le gentilezze ricevute. Inoltre, Dio dice che dobbiamo amare ciò che Egli ama e odiare ciò che Egli odia. Quando aiutiamo una persona, dobbiamo discernere se si tratta di qualcuno che Dio ama oppure odia. Questo è il principio in base al quale dobbiamo agire.) Ciò è correlato alla verità: è un principio corretto e ha un fondamento. Tralasciamo ora quanto correlato alla verità, e affrontiamo piuttosto il modo in cui le persone dovrebbero approcciare la questione dal punto di vista dell’umanità. In realtà, le situazioni che potresti trovarti ad affrontare non sono sempre così semplici, non sempre si verificano all’interno della chiesa e tra fratelli e sorelle. Spesso si verificano al di fuori dell’ambito della chiesa. Per esempio, un parente, un amico, un conoscente o un collega non credente potrebbe mostrarsi gentile con te o aiutarti. Se sei in grado di approcciare la questione e di trattare la persona che ti ha aiutato nel modo giusto, ossia in un modo conforme alle verità principi e che sembri appropriato agli altri, allora il tuo atteggiamento nei confronti della questione e le tue idee al riguardo saranno relativamente accurati. È necessario discernere il concetto culturale tradizionale per cui “Una gentilezza ricevuta deve essere ripagata con gratitudine”. La parte più importante è la parola “gentilezza”: come bisogna intenderla? A quale aspetto e a quale natura della gentilezza si fa riferimento qui? Qual è il significato di “Una gentilezza ricevuta deve essere ripagata con gratitudine”? Le persone devono trovare le risposte a tali domande e non devono per nessuna ragione lasciarsi condizionare da questa idea del ripagare le gentilezze ricevute: per tutti coloro che perseguono la verità, ciò è assolutamente essenziale. Cos’è la “gentilezza” secondo le nozioni umane? Su piccola scala, è qualcuno che ti aiuta quando sei nei guai. Per esempio, qualcuno che ti dà una ciotola di riso quando stai morendo di fame o una bottiglia d’acqua quando stai morendo di sete, qualcuno che ti aiuta quando cadi e non riesci a rialzarti. Tutti questi sono atti di gentilezza. Un grande atto di gentilezza è qualcuno che ti soccorre quando sei in condizioni disperate: detto altrimenti, una gentilezza che ti salva la vita. Quando corri un pericolo mortale e qualcuno ti aiuta a evitare la morte, ti sta essenzialmente salvando la vita. La gente percepisce cose del genere come “gentilezza”. Questo tipo di gentilezza supera di gran lunga qualsiasi insignificante favore materiale, è una grande gentilezza che non si può misurare in termini di denaro o di cose materiali. Chi la riceve prova una sorta di gratitudine che non è possibile esprimere solo con poche parole di ringraziamento. Ma questo modo di misurare la gentilezza è accurato? (No.) Perché dici che non è accurato? (Perché è una misurazione che si basa sui criteri della cultura tradizionale.) Questa è una risposta basata sulla teoria e sulla dottrina e, sebbene possa sembrare giusta, non va all’essenza della questione. Come si può spiegarlo in termini pratici? Pensateci con attenzione. Un po’ di tempo fa ho sentito di un video online in cui un uomo non si accorge che gli cade il portafoglio; un cagnolino che lo sta seguendo lo raccoglie ma l’uomo, quando nota questa cosa, picchia l’animale per avergli rubato il portafoglio. Assurdo, no? Quell’uomo ha meno principi morali di un cane! L’azione del cane è totalmente conforme ai criteri umani di moralità. Un essere umano avrebbe esclamato: “Ti è caduto il portafoglio!” Il cane invece, dato che non sa parlare, si è limitato a raccogliere in silenzio il portafoglio e a trotterellare dietro all’uomo. Se quindi un cane è in grado di mettere in atto uno dei buoni comportamenti incoraggiati dalla cultura tradizionale, cosa ci fa capire questo sugli esseri umani? Gli esseri umani nascono con la coscienza e la ragione, pertanto sono molto più capaci di adottare tali condotte. Fintanto che si ha un senso di coscienza, si può adempiere a questo genere di responsabilità e di obblighi. Non è necessario lavorare sodo o pagare un prezzo; basta soltanto un piccolo sforzo, ed è semplicemente questione di fare qualcosa di utile, qualcosa che sia di beneficio per gli altri. Ma la natura di questo atto si qualifica davvero come “gentilezza”? Si innalza forse al livello di un atto di gentilezza? (No.) Poiché non lo fa, c’è forse bisogno di parlare di ripagarla? Sarebbe inutile.
Spostiamo ora l’attenzione sulla questione della cosiddetta gentilezza dell’uomo. Per esempio, prendiamo il caso di una persona gentile che soccorre un mendicante svenuto nella neve per la fame. Lo accoglie in casa propria, gli dà cibo e vestiti, gli permette di vivere con la propria famiglia e di lavorare al suo servizio. Indipendentemente dal fatto che il mendicante si sia offerto di lavorare di sua spontanea volontà o che l’abbia fatto per ripagare un debito di gentilezza, soccorrerlo è stato un atto di gentilezza? (No.) Anche i piccoli animali sanno aiutarsi e soccorrersi a vicenda. Agli uomini compiere tali azioni richiede solo un minimo sforzo, e chiunque sia dotato di umanità è in grado di fare queste cose e di realizzarle. Si potrebbe dire che tali azioni sono una responsabilità e un obbligo sociali che chiunque sia in possesso di umanità dovrebbe adempiere. Non è forse un po’ eccessivo che l’uomo le classifichi come gentilezze? È una classificazione corretta? Per esempio, durante un periodo in cui molte persone possono patire la fame, se un ricco distribuisce sacchi di riso alle famiglie povere per aiutarle a superare questo momento difficile, non è forse un esempio del tipo di aiuto e di sostegno morale basilare che dovrebbe esserci tra gli uomini? Costui ha semplicemente dato loro un po’ di riso, non ha certo donato tutto il suo cibo agli altri fino a soffrire la fame lui stesso. Può davvero considerarsi come gentilezza? (No.) Le responsabilità e gli obblighi sociali che l’uomo è in grado di adempiere, le azioni che dovrebbe saper compiere e che dovrebbe eseguire in base all’istinto, e i semplici gesti di aiuto e beneficio per gli altri: queste cose non possono in alcun modo essere considerate gentilezze, poiché sono tutti casi in cui l’uomo sta semplicemente tendendo una mano per aiutare. Aiutare qualcuno che ne ha bisogno, nel momento e nel luogo più appropriati, è un fenomeno normalissimo. È anche responsabilità di chiunque appartenga alla razza umana. È semplicemente una sorta di responsabilità e di obbligo. Quando le ha create, Dio ha fornito alle persone questi istinti. A quali istinti Mi riferisco? Mi riferisco alla coscienza e alla ragione dell’uomo. Quando vedi qualcuno cadere a terra, la tua reazione istintiva è “dovrei andare ad aiutarlo ad alzarsi”. Se lo vedessi cadere, ma facessi finta di nulla e non andassi ad aiutarlo, ti peserebbe sulla coscienza e ti sentiresti in colpa per aver agito così. Chi possiede davvero umanità e vede qualcuno cadere penserà immediatamente di aiutarlo. Non gli importa se quella persona gli sarà riconoscente o meno, poiché crede che questo è ciò che dovrebbe fare e non vede alcuna necessità di riflettere ulteriormente sulla questione. Perché? Questi sono gli istinti che Dio ha fornito agli uomini, e chiunque possieda coscienza e ragione penserebbe di agire così e ne sarebbe capace. Dio ha donato all’uomo la coscienza e un cuore umano: avendo un cuore umano, l’uomo possiede quindi pensieri umani, nonché le prospettive e gli approcci che dovrebbe avere riguardo alle questioni, pertanto è in grado di fare queste cose in modo naturale e facile. Non ha bisogno di aiuto o di una guida ideologica da parte di forze esterne, e neanche di essere istruito o di ricevere una guida positiva; non ha bisogno di nulla di tutto ciò. È proprio come cercare il cibo quando si ha fame o l’acqua quando si ha sete: è un istinto che non ha bisogno di essere insegnato dai genitori o dagli insegnanti, viene naturale in quanto l’uomo possiede il modo di pensare della normale umanità. Analogamente, le persone sono in grado di svolgere i loro doveri e alle loro responsabilità all’interno della casa di Dio e questo è ciò che chiunque sia in possesso di coscienza e ragione dovrebbe fare. Dunque, aiutare gli altri ed essere gentili con loro non richiede quasi alcuno sforzo da parte degli esseri umani, rientra nell’ambito dei loro istinti, ed è qualcosa che le persone sono capacissime di fare. Non è necessario far assurgere questo istinto al livello di gentilezza. Tuttavia, molti considerano l’aiuto ricevuto dagli altri come gentilezza, ne parlano sempre ed è una cosa che ripagano costantemente, pensando che se non lo fanno allora sono privi coscienza. Queste persone guardano sé stesse dall’alto in basso e si disprezzano, preoccupandosi perfino di essere biasimate dall’opinione pubblica. È necessario preoccuparsi di queste cose? (No.) Vi sono molte persone che non riescono a discernere questa questione e ne sono continuamente vincolate. Ecco cosa significa non comprendere le verità principi. Per esempio, se ti trovassi con un amico nel deserto e questi finisse l’acqua, gliene daresti sicuramente un po’ della tua, non lo lasceresti morire di sete. Sapresti che la tua bottiglia d’acqua durerà la metà con due persone a berne, ma la condivideresti comunque con lui. Ora, perché lo faresti? Perché non riusciresti a sopportare di bere la tua acqua mentre il tuo amico è lì accanto a te a patire la sete: semplicemente non potresti tollerarne la vista. Che cosa ti rende incapace di tollerare la vista del tuo amico che soffre la sete? È il tuo senso di coscienza a suscitare in te questo sentimento. Se anche non volessi adempiere a questo tipo di responsabilità e di obbligo, la tua coscienza non ti permetterebbe di tollerare di fare altrimenti e ti causerebbe disagio. Ciò non è forse interamente dovuto agli istinti umani? Non è forse tutto deciso dalla coscienza e dalla ragione dell’uomo? Se il tuo amico dicesse: “Ho un debito di gratitudine nei tuoi confronti per avermi dato un po’ della tua acqua in quella situazione!”, non sarebbe anche questo sbagliato? Ciò che hai fatto non ha nulla a che vedere con la gentilezza. A parti invertite e nel caso in cui il tuo amico fosse dotato di umanità, coscienza e ragione, anche lui condividerebbe la sua acqua con te. Si tratta semplicemente di una responsabilità sociale o di un rapporto tra persone a livello basilare. Questi rapporti, responsabilità o obblighi sociali di base derivano tutti dal senso di coscienza dell’uomo, dalla sua umanità e dagli istinti che Dio gli ha fornito nel momento in cui lo ha creato. In circostanze normali, queste cose non hanno bisogno di essere insegnate dai genitori o inculcate dalla società, e tanto meno occorrono ripetuti richiami a farle da parte degli altri. L’istruzione sarebbe necessaria solo per chi è privo di coscienza e di ragione, per chi è sprovvisto delle normali facoltà cognitive, come per esempio i disabili mentali o gli ingenui, o per coloro che possiedono scarsa levatura e sono ignoranti e testardi. Chi è dotato di un’umanità normale non ha bisogno che gli si insegnino queste cose: tutte le persone dotate di coscienza e ragione le possiedono. Quindi è inopportuno sopravvalutare troppo un comportamento o un gesto, elevandolo a una forma di gentilezza quando è semplicemente istintivo e conforme alla coscienza e alla ragione. Perché è inappropriato? Elevando tali comportamenti a questo livello, carichi ogni individuo di un peso e di un fardello pesanti, e naturalmente questo è un vincolo per le persone. Per esempio, se in passato qualcuno ti ha dato del denaro, ti ha aiutato a superare una situazione difficile, ti ha dato una mano a trovare lavoro o ti ha soccorso, penserai: “Non posso essere irriconoscente, devo essere coscienzioso e ripagare la sua gentilezza. Se non lo faccio, posso ancora dirmi umano?” In realtà, a prescindere dal fatto che lo ripaghi o meno, resti comunque un essere umano e vivi ancora nella struttura della normale umanità: ripagarlo non cambierà nulla. La tua umanità non subirà alcun cambiamento e non dominerai la tua indole corrotta solo perché lo hai ripagato adeguatamente. Allo stesso modo, la tua indole corrotta non si aggraverà solo perché non lo hai ripagato adeguatamente. Il fatto che ripaghi e concedi gentilezze oppure no non ha assolutamente alcuna correlazione con la tua indole corrotta. Naturalmente, indipendentemente dal fatto che esista o meno una correlazione, per Me questa sorta di “gentilezza” semplicemente non esiste, e spero che lo stesso sia vero per voi. E dunque come la dovresti considerare? Considerala semplicemente un obbligo, una responsabilità e qualcosa che chi possiede istinti umani dovrebbe fare. Dovresti trattarla come una tua responsabilità e un tuo obbligo in quanto essere umano, e adempierla al meglio delle tue capacità. Nient’altro. Alcuni potrebbero dire: “So che si tratta di una mia responsabilità, ma non voglio adempierla”. Anche questo va bene. Puoi scegliere da te, a seconda della tua situazione e delle tue circostanze. Puoi anche decidere in modo più flessibile in base al tuo stato d’animo del momento. Se temi che, dopo aver adempiuto alla tua responsabilità, chi ne ha beneficiato tenterà continuamente di ripagarti, di cercarti e di ringraziarti, tanto spesso da diventare un inconveniente e un disturbo, e di conseguenza non ti senti di adempiere a tale responsabilità, anche questo va bene: sta a te decidere. Qualcuno chiederà: “Coloro che non vogliono adempiere a questo tipo di responsabilità sociale possiedono una scarsa umanità?” È questo il modo corretto di giudicare l’umanità di una persona? (No.) Perché non è corretto? In questa società malvagia, l’uomo deve essere moderato nel comportarsi e avere senso della misura in tutto ciò che fa. Naturalmente, è ancora più necessario che riconosca l’ambiente e il contesto in cui si trova in quel dato momento. Come dicono i non credenti, in questo mondo caotico si deve essere acuti, intelligenti e saggi in qualsiasi cosa si faccia: non si deve essere ignoranti e certamente non ci si deve comportare in modo sciocco. Per esempio, in alcuni Paesi, nei luoghi pubblici le persone mettono in atto delle truffe in cui inscenano un finto incidente per poi chiedere un risarcimento fraudolento. Se non capisci a fondo l’inganno di queste persone malevole e agisci ciecamente in base alla tua coscienza, rischi di essere raggirato e di finire nei guai. Per esempio, se per strada vedi una donna anziana che è caduta a terra, potresti pensare: “Devo adempiere alle mie responsabilità nei confronti della società, non ho bisogno che lei mi ripaghi. Poiché possiedo umanità e senso di coscienza, dovrei darle una mano, quindi andrò ad aiutarla ad alzarsi”. Tuttavia, dopo che lo fai, lei mette in atto un’estorsione a tuo danno e tu finisci per doverla portare in ospedale e pagarle le spese mediche, un risarcimento per i danni emotivi e degli oneri pensionistici. Se non paghi, sarai convocato in commissariato. A quanto pare ti sei messo nei guai, non è così? Come si è creata questa situazione? (Seguendo le proprie buone intenzioni e mancando di saggezza.) Sei stato cieco e privo di discernimento, non hai saputo riconoscere le tendenze attuali e non hai decodificato il contesto della situazione. In una società malvagia come questa, si deve pagare un prezzo solo per aver aiutato senza pensarci una persona anziana caduta per strada. Se davvero fosse caduta e avesse avuto bisogno del tuo aiuto, non dovresti essere condannato per aver adempiuto a una responsabilità sociale, bensì elogiato, poiché ti sei comportato in modo conforme all’umanità e al senso di coscienza dell’uomo. Tuttavia, quell’anziana signora aveva un secondo fine: non aveva davvero bisogno del tuo aiuto, ti stava solo truffando, e tu non sei riuscito a discernere il suo astuto piano. Adempiendo, in quanto essere umano come lei, alle tue responsabilità nei suoi confronti, sei caduto nel suo tranello e ora lei non ti lascerà andare, estorcendoti ancora più denaro. Assolvere alle responsabilità sociali dovrebbe significare aiutare chi è in difficoltà e adempiere alle proprie responsabilità. Non dovrebbe tradursi nel cadere in un inganno o in una trappola. Molti sono stati vittime di queste truffe e si sono resi conto di quanto le persone siano malvagie e abili nell’ingannare gli altri. Raggirerebbero chiunque, sia che si tratti di estranei sia che si tratti di amici e parenti. Che realtà orribile! Chi ha portato a questa corruzione? È stato il gran dragone rosso. Il gran dragone rosso ha corrotto l’umanità profondamente e brutalmente! Il gran dragone rosso compie ogni sorta di azioni immorali per promuovere i propri interessi, e le persone sono state traviate dal suo cattivo esempio. Di conseguenza, ora truffatori e ladri abbondano. Sulla base di questi fatti, si può vedere che molte persone non sono migliori dei cani. Forse alcuni non vorranno sentire questo tipo di discorsi, si sentiranno a disagio e penseranno: “Davvero siamo peggiori dei cani? Non ci stai mostrando rispetto e ci guardi dall’alto in basso paragonandoci sempre ai cani. Non hai alcuna considerazione di noi in quanto esseri umani!” Mi piacerebbe molto considerarvi degli esseri umani, ma che tipo di comportamento hanno manifestato gli uomini? In realtà, davvero alcune persone non sono migliori dei cani. Questo è tutto ciò che ho da dire sull’argomento per ora.
Ho appena condiviso in merito a come coloro che forniscono un minimo aiuto agli altri non possono essere considerati gentili e stanno solo assolvendo a una responsabilità sociale. Naturalmente, le persone possono scegliere quali responsabilità sociali sono in grado di adempiere al meglio delle loro capacità. Possono adempiere alle responsabilità per le quali sono adatte e scegliere di non adempiere a quelle per cui si ritengono inadatte. Queste sono una libertà e una scelta che l’uomo possiede. Puoi scegliere quali responsabilità e quali obblighi sociali adempiere in base alla tua situazione, alle tue capacità e, naturalmente, al contesto e alle circostanze del momento. È un tuo diritto. In quale contesto è nato questo diritto? Il mondo è un luogo troppo oscuro, l’umanità è troppo malvagia e la società è ingiusta. In queste circostanze, devi innanzitutto proteggere te stesso, astenerti dall’agire in modo sciocco e ignorante e applicare la saggezza. Naturalmente, per proteggere te stesso non intendo proteggere il tuo portafogli e le tue proprietà dai furti, bensì proteggerti dal subire danno: questo è di primaria importanza. Dovresti adempiere alle tue responsabilità e ai tuoi obblighi al meglio delle tue capacità, garantendoti al contempo l’incolumità personale. Non pensare a guadagnarti il rispetto degli altri e non lasciarti influenzare o condizionare dall’opinione pubblica. Tutto ciò che devi fare è adempiere alle tue responsabilità e ai tuoi obblighi. Dovresti decidere come adempiervi in base alla tua situazione; non farti carico di più di quanto tu possa gestire in maniera commisurata alle tue circostanze e alle tue capacità. Non dovresti cercare di impressionare gli altri simulando abilità che non possiedi, né temere la mancanza di rispetto, il giudizio o la condanna altrui. È sbagliato fare le cose per soddisfare la tua vanità. Limitati a fare tutto ciò di cui sei capace, fatti carico solamente di ciò che il tuo senso di responsabilità ti impone e adempi a tanti obblighi quanti sei in grado di assolverne. Questo è un tuo diritto. Non devi forzarti a compiere azioni che Dio non ti ha chiesto. Seguire la tua coscienza per fare cose che non hanno nulla a che vedere con la verità è un comportamento privo di significato. Per quanto tu possa fare, Dio non ti loderà per questo e ciò non significherà che avrai reso una vera testimonianza, e tanto meno che avrai accumulato delle buone azioni. Per cose non inerenti alle richieste di Dio ma che sono invece gli altri a esigere da te, dovresti applicare scelte e principi personali. Non lasciarti condizionare dalle persone. È sufficiente che tu non faccia nulla in contrasto con la tua coscienza, con la tua ragione e con la verità. Se aiuti qualcuno risolvendogli un problema momentaneo, allora questi si ritroverà a dipendere da te e a credere che risolvere i suoi problemi spetti a te e sia un tuo dovere. Diventerà completamente dipendente da te e si rivolterà contro di te se anche solo una volta non riuscirai a risolvere i suoi problemi. Questo ti causerà dei guai e non è il tipo di esito in cui sperare. Se prevedi un esito del genere, puoi scegliere di non aiutare quella persona. In altre parole, in questo caso non sarebbe sbagliato astenersi dall’adempiere a tale responsabilità o a tale obbligo. Questo è il tipo di visione e di atteggiamento che dovresti avere nei confronti della società, dell’umanità e, più nello specifico, della comunità in cui vivi. In altre parole, estendi semplicemente agli altri tutto l’amore che hai da dare e fai quel che riesci. Non andare contro le tue convinzioni nello sforzo di metterti in mostra, non tentare di fare cose di cui non sei capace. E non occorre neppure che ti forzi a pagare un prezzo che l’individuo medio non è in grado di pagare. In breve, non chiedere troppo a te stesso. Limitati a ciò che sei capace di fare. Come ti sembra questo principio? (Molto valido.) Per esempio, un tuo amico ti chiede in prestito l’auto e tu ci pensi su: “Lui mi ha prestato delle cose in passato, quindi di diritto dovrei lasciargli prendere in prestito la mia auto. Però non tratta bene le cose e non le usa con oculatezza. Potrebbe anche finire per rovinarmi l’auto. È meglio che non gliela presti”. E così decidi di non prestargliela. È la cosa giusta da fare? Che gliela presti oppure no, non è chissà quale problema: fintanto che hai una comprensione accurata e approfondita della questione, dovresti semplicemente adottare la linea d’azione che ritieni più opportuna, e sarai nel giusto. Se invece pensi: “D’accordo, gliela presto. Lui in passato non mi ha mai negato nulla quando gli ho chiesto di prestarmi qualcosa. Non è così parsimonioso o attento nell’usare le cose, ma non è un problema. Se mi danneggerà l’auto, investirò un po’ di soldi e la farò riparare”, e poi accetti di prestargli l’auto e non gliela neghi, questa è la cosa giusta da fare? Non c’è nulla di sbagliato neanche in questo. Per esempio, se qualcuno che ti ha aiutato in passato si rivolge a te quando la sua famiglia è in difficoltà, dovresti aiutarlo oppure no? Dipende dalla situazione in cui ti trovi, e la tua decisione di aiutarlo o meno non costituirà una questione di principio. Tutto ciò che devi fare è applicare la sincerità e l’istinto e adempiere alle tue responsabilità al meglio delle tue capacità. Così facendo, agirai all’interno dell’ambito della tua umanità e del tuo senso di coscienza. Non importa se adempirai a questa responsabilità completamente, né se lo farai bene. Hai il diritto di accettare o di rifiutare: non si può affermare che tu sia privo di coscienza se rifiuti, né che il tuo amico abbia compiuto un atto di gentilezza aiutandoti. Questi gesti non assurgono a tale livello. Hai capito? (Sì.) Questa è stata una discussione sulla gentilezza, ovvero su come dovresti considerare la gentilezza, su come dovresti approcciare la questione del fornire aiuto agli altri e su come dovresti adempiere alle tue responsabilità sociali. In tali questioni, le persone devono ricercare le verità principi: non puoi risolvere questi problemi semplicemente affidandoti alla tua coscienza e alla tua ragione. Alcune circostanze particolari possono essere piuttosto complicate e, se non le gestisci in base alle verità principi, sarai incline a provocare problemi e conseguenze negative. Pertanto, in questi casi, i prescelti di Dio devono comprendere le Sue intenzioni e agire secondo l’umanità, la ragione, la saggezza e le verità principi. Questo sarebbe l’approccio più adeguato.
Per quanto riguarda il detto “Una gentilezza ricevuta deve essere ripagata con gratitudine”, un’altra situazione che può verificarsi è che l’aiuto che ricevi non sia una cosa di poco conto come una bottiglia d’acqua, una manciata di verdure o un sacco di riso, bensì una forma di assistenza che influisce sul sostentamento tuo e della tua famiglia e che addirittura influenza il tuo destino e le tue prospettive future. Per esempio, qualcuno potrebbe pagarti gli studi o aiutarti economicamente, permettendoti così di frequentare una buona università, di trovare un buon lavoro, di ottenere un buon matrimonio e di far accadere tutta una serie di cose belle nella tua vita. Non si tratta di un piccolo favore o di un aiuto insignificante: molte persone considerano questo genere di cose come un gesto di grande gentilezza. In che modo dovreste affrontare una situazione di questo tipo? Simili forme di assistenza sono correlate alle responsabilità sociali e agli obblighi umani di cui abbiamo poc’anzi discusso, ma dal momento che influiscono sulla sopravvivenza, sul destino e sulle prospettive future dell’uomo, sono molto più preziose di una semplice bottiglia d’acqua o di un sacco di riso: hanno un effetto molto più rilevante sulla vita delle persone, sul loro sostentamento e sul tempo che trascorrono su questa terra. In quanto tali, hanno un valore molto maggiore. Ora, queste forme di assistenza dovrebbero assurgere al livello di gentilezza? Analogamente, raccomando di non considerare aiuti di questo tipo come gentilezze. Dato che tali forme di aiuto non dovrebbero essere considerate delle gentilezze, qual è il modo adeguato e appropriato di affrontare questo tipo di situazione? Non si tratta forse di un problema che gli uomini si trovano ad affrontare? Per esempio, magari qualcuno ti ha distolto da una vita criminale, ti ha portato a rigare dritto e ti ha trovato un lavoro legale, mettendoti così in condizione di condurre una buona vita, di sposarti, di sistemarti e di cambiare il tuo destino in meglio. O può essere accaduto che, quando ti trovavi in una situazione difficile ed eri demoralizzato, una brava persona ti ha fornito un aiuto e una guida, cosa che ha cambiato le tue prospettive future in modo positivo, permettendoti di salire un gradino sopra agli altri e di condurre una buona vita. In che modo dovresti approcciare simili situazioni? Dovresti essere memore della gentilezza di questa persona e ripagarla? Dovresti trovare un modo per compensarla e ricambiarla? In questo caso dovresti lasciare che siano i principi a guidare le tue decisioni, non è così? Dovresti stabilire che tipo di persona è colui che ti ha fornito aiuto. Se si tratta di un individuo buono e positivo, allora, oltre a dirgli “grazie”, puoi continuare a interagire normalmente con lui, farci amicizia e poi, quando sarà lui ad avere bisogno di aiuto, potrai adempiere alle tue responsabilità e ai tuoi obblighi al meglio delle tue capacità. Tuttavia, questo tuo adempiere alle responsabilità e agli obblighi non dovrebbe essere un dare incondizionato, ma dovrebbe rientrare nei limiti di ciò che sei in grado di fare in base alle tue circostanze. Ecco il modo appropriato di trattare le persone in questo tipo di situazioni. Non c’è differenza di livello tra voi due: anche se costui ti ha aiutato e ti ha fatto una gentilezza, non può essere definito tuo salvatore, poiché solo Dio può salvare l’umanità. Costui ha solo agito attraverso la sovranità e le disposizioni di Dio al fine di darti una mano; questo non significa certo che sia superiore a te, e tanto meno che tu sia una sua proprietà e che possa manipolarti e controllarti. Non ha alcun diritto di dominare il tuo destino e non dovrebbe criticare la tua vita né fare osservazioni su di essa; rimanete comunque sullo stesso livello. Di conseguenza, potete interagire tra di voi come amici e, quando è il caso, tu puoi fornirgli aiuto al meglio delle tue capacità. Questo è comunque adempiere alle tue responsabilità e ai tuoi obblighi sociali nell’ambito dell’umanità e fare ciò che dovresti sulla base e nell’ambito dell’umanità; stai assolvendo alle tue responsabilità e ai tuoi obblighi in modo mirato. Perché dovresti farlo? Costui ti ha aiutato in passato e ti ha permesso di trarre benefici e guadagni sostanziali, perciò il senso di coscienza derivante dalla tua umanità ti impone di trattarlo come un amico. Qualcuno chiederà: “Posso trattarlo come un confidente intimo?” Questo dipende da quanto andate d’accordo e dal fatto che la vostra umanità e le vostre preferenze, così come ciò che ricercate e la vostra visione del mondo, siano simili o meno. La risposta sta solo a te. Ora, in questa peculiare sorta di relazione, dovresti ripagare il tuo benefattore con la tua vita? Dato che ti ha aiutato così tanto e ha avuto una così grande influenza su di te, dovresti ripagarlo con la tua vita? Non è necessario. Sei tu l’eterno proprietario della tua vita: è stato Dio a donartela, e gestirla spetta a te e a nessun altro. Non c’è bisogno di concedere a qualcun altro di gestire la tua vita per via di questo contesto e di questa situazione. È un modo di fare estremamente sciocco e, ovviamente, anche irragionevole. Non importa quanto siate amici o quanto forte sia il legame tra di voi: tu puoi solamente assumerti le tue responsabilità in quanto persona, e potete interagire normalmente e aiutarvi a vicenda nell’ambito dell’umanità e della ragione. Questo è un livello di relazione più ragionevole e paritario. Il motivo ultimo per cui tu e questo individuo siete diventati amici è fondamentalmente che una volta lui ti ha aiutato e quindi lo hai ritenuto degno di essere tuo amico e all’altezza dei tuoi standard di amicizia. È solo per questo che sei stato disposto a farci amicizia. Considera inoltre questa situazione: qualcuno in passato ti ha aiutato, è stato gentile con te in determinati modi e ha esercitato un’influenza sulla tua vita o su qualche evento importante, ma la sua umanità e il cammino che percorre non sono in linea con il tuo percorso e con ciò che ricerchi. Non parlate la stessa lingua, questa persona non ti piace e magari, a un certo livello, si potrebbe dire che i vostri interessi e le vostre ricerche sono completamente diversi. Sono diversi il vostro percorso di vita, la vostra visione del mondo e la vostra prospettiva sulla vita: appartenete a due categorie di persone totalmente differenti. Quindi, in che modo dovresti approcciarti e rispondere all’aiuto che costui ti ha fornito in precedenza? Questa è una situazione realistica che potrebbe verificarsi? (Sì.) Dunque, cosa dovresti fare? Anche questa è una situazione facile da gestire. Dato che tu e questo individuo state percorrendo cammini differenti, dopo avergli fornito il rimborso materiale che puoi permetterti in base alle tue possibilità, ti rendi conto che le vostre convinzioni sono troppo diverse, che non potete percorrere lo stesso cammino e nemmeno essere amici e che non potete più interagire. Alla luce di ciò, come dovresti procedere? Mantieni le distanze. Sarà anche stato gentile con te in passato, ma si fa strada nella società a forza di truffe e inganni, compiendo ogni sorta di nefandezze, e a te non piace, quindi è del tutto ragionevole mantenere le distanze da lui. Qualcuno potrebbe dire: “Agire in questo modo non denota mancanza di coscienza?” Non si tratta di mancanza di coscienza: se costui dovesse davvero affrontare una qualche difficoltà nella vita, potresti comunque aiutarlo, ma non puoi lasciarti condizionare da lui o assecondarlo nel compiere azioni malvagie e immorali. E non c’è nemmeno bisogno di diventare suo schiavo soltanto perché in passato ti ha aiutato o ti ha fatto un grande favore: non è un tuo obbligo, e costui non è degno di un trattamento simile. Hai il diritto di scegliere di interagire, passare del tempo e anche fare amicizia con persone che ti piacciono e con cui vai d’accordo, persone corrette. Puoi adempiere alle tue responsabilità e ai tuoi obblighi nei confronti di costui, è un tuo diritto. Naturalmente, puoi anche rifiutarti di farci amicizia e di avere rapporti con chi non ti piace, senza dover adempiere ad alcun obbligo o responsabilità nei suoi confronti: anche questo è un tuo diritto. Se anche decidessi di abbandonare questo individuo, e di rifiutarti di interagire con lui oppure di adempiere a qualsiasi responsabilità o obbligo nei suoi confronti, non sarebbe sbagliato. Devi porti dei limiti nel comportamento e trattare persone diverse in modi diversi. Non dovresti frequentare persone malevole né seguire il loro cattivo esempio: questo è scegliere con saggezza. Non lasciarti influenzare da vari fattori come la gratitudine, i sentimenti e l’opinione pubblica: questo significa prendere posizione e avere dei principi, ed è ciò che dovresti fare. Siete in grado di accettare questi metodi e queste affermazioni? (Sì.) Nonostante le nozioni e la cultura tradizionali critichino i punti di vista, i percorsi di pratica e i principi di cui sto discutendo, questi punti di vista e questi principi proteggeranno fermamente i diritti e la dignità di ogni persona dotata di umanità e senso di coscienza. Permetteranno alle persone di non lasciarsi condizionare né vincolare dai cosiddetti standard di condotta morale della cultura tradizionale e di liberarsi dal raggiro e dall’inganno di queste cose pretestuose e falsamente pie. Questi punti di vista e questi principi metteranno inoltre le persone in condizione di comprendere la verità attraverso le parole di Dio, di vivere in linea con le parole di Dio e la verità, di non essere influenzate da queste opinioni pubbliche in merito alla moralità e di liberarsi dai condizionamenti e dalle pastoie delle cosiddette vie mondane, in modo da poter trattare gli altri e tutte le cose in base alle parole di Dio e adottando punti di vista corretti, e di liberarsi completamente dalle pastoie e dai traviamenti delle cose mondane, della tradizione e della morale sociale. Così, potranno vivere nella luce, vivere la normale umanità, condurre un’esistenza dignitosa e ottenere la lode da parte di Dio.
Che tipo di cambiamento possono esercitare nell’uomo affermazioni riguardanti la morale sociale come “Una gentilezza ricevuta deve essere ripagata con gratitudine” e “Trai piacere dall’aiutare gli altri”? Sono in grado di trasformare la satanica indole dell’uomo di perseguimento del prestigio e del profitto? Possono trasformare l’ambizione e il desiderio dell’uomo? Sono capaci di eliminare i conflitti e i massacri che hanno luogo tra gli uomini? Possono mettere gli uomini in condizione di intraprendere la retta via nella vita e di condurre un’esistenza felice? (No.) Allora quale effetto sortiscono davvero questi criteri di moralità sociale? Nel migliore dei casi, non spronano alcune brave persone a compiere buone azioni e a contribuire alla sicurezza e all’incolumità della società? (Sì.) Questo è tutto ciò che fanno, e non risolvono un problema che sia uno. Anche se le persone, condizionate da questi cosiddetti criteri di condotta morale, fossero alla fine in grado di rispettarli e di viverli, ciò non significherebbe che saprebbero liberarsi dalla loro indole corrotta e vivere una sembianza umana. Per esempio, se qualcuno ti ha fatto un favore, tu fai di tutto per ripagarlo: quando ti dà un sacco di riso, lo ripaghi con una grosso sacco di farina, e quando ti dà due chili di carne di maiale, lo ripaghi con due chili di carne di manzo. Quale sarà il risultato del vostro continuo ripagarvi a vicenda? In privato, entrambi calcolerete chi ha ottenuto dall’affare la maggiore convenienza e chi la minore, e questo porterà tra di voi a incomprensioni, litigi e trame. Cosa intendo dire con questo? Intendo dire che il requisito di condotta morale “Una gentilezza ricevuta deve essere ripagata con gratitudine” non solo condiziona e fuorvia il modo di pensare delle persone, ma grava anche la loro vita di molti inconvenienti, fardelli e persino angosce. Se poi ti porta a inimicarti qualcuno, allora i problemi sono ancora più gravi e le sofferenze indicibili! Impegnarsi in queste relazioni costruite sul do ut des non è la strada che le persone dovrebbero percorrere. Gli individui vivono sempre in base a questi sentimenti e a queste vie mondane, le quali alla fine non fanno che arrecare loro tanti problemi inutili. Non si tratta altro che di una tortura inflitta a sé stessi e di un tormento privi di scopo. È così che la cultura tradizionale e le affermazioni riguardanti la condotta morale si impiantano nella mente delle persone e le portano a smarrirsi. A causa della loro totale mancanza di discernimento, le persone credono erroneamente che questi aspetti della cultura tradizionale siano corretti e li assumono come criteri e punti di riferimento, attenendosi rigorosamente a questi detti e sottostando alla supervisione dell’opinione pubblica. Gradualmente e inconsapevolmente, si fanno condizionare, influenzare e controllare da queste cose e si ritrovano in preda all’impotenza e all’angoscia, incapaci di liberarsi. Quando Dio parla per smascherare e giudicare questi aspetti della cultura tradizionale che le persone nutrono dentro di sé, molti restano contrariati. Quando questi aspetti vengono del tutto estirpati dalla mente, dai pensieri e dalle nozioni degli individui, essi si sentono improvvisamente vuoti, come se non avessero nulla a cui aggrapparsi, e chiedono: “Cosa dovrei fare in futuro? Come dovrei vivere? Senza queste cose, non ho un percorso né una direzione di vita. Perché mi sento così vuoto e privo di scopo ora che queste cose mi sono state estirpate dalla mente? Se le persone non vivono secondo questi detti, possono ancora essere considerate umane? Possiedono comunque umanità?” Questo è un modo di pensare sbagliato. In realtà, una volta che tali aspetti della cultura tradizionale ti sono stati estirpati, il tuo cuore è stato purificato, non ne vieni più condizionato né limitato, e sei dunque libero e privo di vincoli e smetti di subire tali vessazioni: come potresti non volere che ti vengano estirpati? Come minimo, quando abbandonerai questi aspetti della cultura tradizionale che non appartengono alla verità, sarai soggetto a meno sofferenza e angoscia, e potrai liberarti di molti condizionamenti e parecchie preoccupazioni senza significato. Se riuscirai ad accettare la verità e a vivere secondo le parole di Dio, intraprenderai la retta via nella vita e sarai in grado di vivere nella luce. Potrà sembrarti perfettamente giustificabile attenerti agli standard di condotta morale della cultura tradizionale, ma facendolo stai forse vivendo una sembianza umana? Hai intrapreso la retta via nella vita? Questi aspetti della cultura tradizionale non hanno il potere di cambiare nulla. Non possono trasformare il pensiero corrotto delle persone né la loro indole corrotta, e tanto meno cambiare la loro essenza corrotta. Non hanno alcun effetto positivo; anzi, rendono l’umanità dell’uomo distorta e depravata attraverso i loro insegnamenti, i loro condizionamenti e la loro influenza. Gli individui riconoscono chiaramente che chi ha fatto loro una gentilezza non è una brava persona, ma vanno comunque contro le proprie convinzioni e lo ripagano solo perché in passato ha fatto loro un favore. Per quale motivo ripagano gli altri nonostante le proprie convinzioni? Lo fanno perché l’idea della cultura tradizionale di ripagare con gratitudine una gentilezza ricevuta si è radicata nel loro cuore. Temono che, se non andranno contro le loro convinzioni e non ripagheranno chi li ha aiutati, verranno biasimati dall’opinione pubblica e saranno ritenuti degli ingrati che non hanno ripagato le gentilezze ricevute, soggetti meschini e vili, persone prive di coscienza e di umanità. Proprio perché temono tutto ciò e hanno paura che in futuro nessuno li aiuterà, non hanno altra scelta se non quella di vivere schiavi del condizionamento e delle pastoie di quest’idea della cultura tradizionale di ripagare con gratitudine le gentilezze ricevute. Di conseguenza, vivono tutti una vita depravata e angosciosa, in cui agiscono contro le loro convinzioni e non possono parlare esplicitamente delle loro avversità. Ne vale la pena? L’idea di ripagare con gratitudine le gentilezze non è forse stata causa di sofferenza per le persone?
Riguardo al detto “Una gentilezza ricevuta deve essere ripagata con gratitudine”, ho appena condiviso in merito a cos’è esattamente la “gentilezza”, a come Dio considera la definizione che ne danno gli uomini, a come l’uomo dovrebbe trattare questa gentilezza, a come trattare coloro che ti hanno fatto una gentilezza o ti hanno salvato la vita, a quali sono realmente la prospettiva e il percorso corretti, a quale posizione dovrebbero rivestire nella tua vita, a come le persone dovrebbero adempiere ai loro obblighi, a come l’uomo dovrebbe gestire certe circostanze peculiari e da quale prospettiva andrebbero considerate. Si tratta di questioni relativamente complicate che non possono essere chiarite con poche e brevi osservazioni, ma ho condiviso con voi i punti chiave, l’essenza delle questioni attinenti a questo argomento e così via. Se doveste imbattervi di nuovo in questo tipo di problema, non vi sembra ora di avere più o meno chiaro il punto di vista da adottare e il percorso di pratica da seguire? Alcuni dicono: “A livello teorico mi è chiaro, ma gli uomini sono fatti di carne e ossa. Vivendo in questo mondo, siamo destinati a essere influenzati da questi criteri morali e condizionati dall’opinione pubblica. Molti vivono così, dando valore ai gesti di gentilezza e ripagando con gratitudine ogni gentilezza ricevuta. Se non vivo in questo modo, di certo gli altri mi criticheranno e respingeranno. Temo di essere stigmatizzato in quanto disumano e di dover vivere da emarginato: non posso sopportarlo”. Qual è il problema qui? Perché le persone si sentono condizionate da ciò? È un problema facile da risolvere? Sì, e ti dirò come. Se credi che, non vivendo secondo la visione della cultura tradizionale per cui una gentilezza ricevuta deve essere ripagata con gratitudine, ti ritroveresti a vivere come un emarginato sociale, se ti sembra che non assomiglieresti più a un individuo cinese tradizionale, che allontanandoti dalla cultura tradizionale non vivresti come un essere umano e saresti sprovvisto delle caratteristiche che ti rendono umano, e se temi che non riusciresti a inserirti nella società cinese, che saresti disprezzato dagli altri cinesi e considerato una mela marcia, allora opta pure per seguire le tendenze della società: nessuno ti sta obbligando e nessuno ti condannerà. Se invece hai la percezione che vivere secondo i dettami della cultura tradizionale e dare sempre valore ai gesti di gentilezza non ti abbia arrecato grandi benefici nel corso degli anni, che sia stato un modo faticoso di vivere, e sei determinato ad abbandonare questo stile di vita e a tentare di valutare le persone e le cose, di comportarti e di agire in base alle Mie parole, allora sarebbe ancora meglio. Anche se ora capite queste cose in linea di principio e avete una buona comprensione della situazione, il modo esatto in cui valuterete le persone e le cose, in cui vivrete e in cui vi comporterete in futuro è affar vostro. Fino a che punto sei capace di accettare quanto ho detto, fino a che livello sai metterlo in pratica e quanto lo farai è una tua scelta e dipende interamente da te. Non ti sto obbligando. Ti sto semplicemente mostrando la strada. Tuttavia, una cosa è certa: ti dirò la verità dicendoti che, se vivrai in linea con la cultura tradizionale, condurrai una vita via via più disumana e priva di dignità, e ti ritroverai con un senso di coscienza sempre meno sviluppato. A poco a poco, vivrai una vita miserevole in cui non assomiglierai né a un essere umano né a un fantasma. Se invece praticherai in base alle Mie parole e ai principi di cui ho parlato, ti garantisco che vivrai con una sembianza umana, una coscienza, una ragione e una dignità sempre maggiori: questo è certo. Quando in futuro affronterai situazioni del genere, riuscirai a vivere libero e privo di vincoli e proverai serenità e gioia. Le ombre e i fardelli che hai nel cuore diminuiranno e ti sentirai più sicuro di te e in grado di camminare a testa alta. Non verrai più tormentato, fuorviato o influenzato dalle vie del mondo secolare e vivrai con dignità. Ogni giorno ti sentirai ben saldo e tratterai e gestirai ogni singola situazione nel più accurato dei modi, evitando numerose deviazioni e molta sofferenza che non ti spetterebbe subire. Non farai nulla che non dovresti fare, né pagherai alcun prezzo che non dovresti pagare. Non vivrai più per gli altri. Non verrai più influenzato dalle prospettive e dalle opinioni altrui. Non sarai più condizionato dalle opinioni e dalle condanne della società. Una vita di questo tipo non è forse dignitosa? Non è forse una vita libera e priva di vincoli? È allora che percepirai che vivere secondo le parole di Dio è l’unica retta via nella vita, e che solo vivendo così si possiede una sembianza umana e si ottiene la felicità. Se vivi nella nebbia della cultura tradizionale, non riesci a vedere chiaramente il percorso e nutri l’erronea convinzione di essere in cammino verso un’utopia idealistica che ha luogo nel mondo degli uomini. Invece, in definitiva, vieni fuorviato, raggirato e tormentato da Satana. Oggi, dopo aver ascoltato la voce di Dio, appurato la verità e visto giungere la luce nel mondo dell’uomo, hai diradato la nebbia e distinto con chiarezza il percorso e la direzione che la tua vita deve prendere. Prosegui senza la minima esitazione e torna davanti a Dio. Questa non è forse una grazia e una benedizione da parte di Dio? Allora, avete diradato la nebbia e visto il cielo limpido sopra di voi? Magari avete già scorso un barlume e vi state muovendo verso la luce: questa è la più grande delle benedizioni. Se riuscite ad ascoltare la voce di Dio, ad accettare e comprendere la verità, a diradare la nebbia, ad abbandonare tutte queste idee errate della cultura tradizionale e a rimuovere tutti gli ostacoli, potete intraprendere il cammino che conduce alla salvezza. Questo è tutto ciò che ho da condividere in merito al detto riguardante la condotta morale “Una gentilezza ricevuta deve essere ripagata con gratitudine”. In un secondo momento, potrete condividere ulteriormente insieme su questo discorso e giungere a una comprensione completa. Non si può ottenere un accesso immediato a questi argomenti dopo un solo incontro di comunione. Anche se ora ho concluso la Mia condivisione su questo detto riguardante la condotta morale e voi lo comprendete a livello teorico e in linea di principio, nella vita reale non è facile liberarsi di queste vecchie nozioni tradizionali. Per qualche tempo potreste ancora aggrapparvi a queste vecchie idee e trovarvi in difficoltà a causa loro. Ci vorrà quanto meno un po’ di tempo prima che riusciate ad abbandonare completamente questi aspetti della cultura tradizionale e ad accettare pienamente la verità contenuta nelle parole di Dio. Dovete gradualmente sperimentare, vivere e trovare conferma nella vita reale e nell’affrontare la società e l’umanità. Attraverso queste esperienze, gradualmente acquisirete conoscenza delle parole di Dio e comprensione della verità. Così facendo, inizierete a beneficiarne, a trarne vantaggi e a ricavarne ricompense, e correggerete le vostre idee e i vostri punti di vista sbagliati su ogni tipo di persona, evento e cosa. Questi sono il processo e il percorso di perseguimento della verità.
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