Perché l'uomo deve perseguire la verità? (Parte 2)
Con lo sviluppo delle età e dell’umanità, con le operazioni di tutte le cose e con le disposizioni per mano di Dio e la Sua sovranità, la Sua guida e il Suo governo, l’umanità, tutte le cose e l’universo stesso stanno evolvendo di continuo. Gli esseri umani che vivevano sotto la legge, dopo essere stati tenuti a freno da essa per migliaia di anni, non sono più stati in grado di sostenerla e hanno seguito l’opera di Dio nell’età successiva a cui Dio ha dato inizio: l’Età della Grazia. Al sopraggiungere dell’Età della Grazia, Dio ha dato inizio alla Sua opera sulla base del fatto che aveva inviato dei profeti a preannunciarla. Questa fase dell’opera non è stata così agevole come gli uomini speravano o immaginavano in base alle loro nozioni, né piacevole come avevano pensato; anzi, dall’esterno tutto sembrava andare contro le profezie. Da queste condizioni è emerso un fatto che l’uomo non avrebbe mai immaginato: la crocifissione del corpo in cui Dio Si era incarnato, il Signore Gesù. Questo andava oltre le previsioni dell’uomo. Esteriormente sembrava un evento crudele, sanguinoso, orribile da vedere, eppure costituiva l’embrione del concludersi dell’Età della Legge e l’inizio di una nuova età a opera di Dio. Questa nuova età è l’Età della Grazia che ora tutti voi conoscete. L’Età della Grazia sembrava essere giunta a scapito delle profezie fatte da Dio nell’Età della Legge. Certamente è arrivata anche sotto forma di crocifissione del corpo incarnato di Dio. Tutti questi eventi sono accaduti in modo così improvviso e naturale, in condizioni per essi mature. Questi sono stati i mezzi di cui Dio Si è servito per porre fine alla vecchia età e inaugurarne una nuova, per dare inizio a una nuova età. Sebbene tutto ciò che è accaduto all’inizio di questa nuova età sia stato così crudele e sanguinoso, inimmaginabile e persino improvviso nel suo arrivo e nulla fosse così meraviglioso o agevole come l’uomo aveva immaginato, nonostante sia stato straziante e orribile assistere al primo atto dell’Età della Grazia, qual era l’unico suo aspetto che valeva la pena di celebrare? La fine dell’Età della Legge significava che Dio non doveva più tollerare i vari comportamenti dell’umanità sotto la legge; voleva dire che l’umanità aveva fatto un grande passo avanti, in linea con l’opera di Dio e con il Suo piano, verso una nuova età. Naturalmente significava anche che a Dio restavano ora meno giorni di attesa. L’umanità entrava in una nuova età, una nuova era, il che significava che l’opera di Dio aveva fatto un grande passo avanti e che il Suo desiderio si sarebbe gradualmente realizzato col proseguire della Sua opera. L’arrivo dell’Età della Grazia non è stato così meraviglioso all’inizio ma, dal punto di vista di Dio, l’umanità che stava per sorgere, l’umanità da Lui desiderata, si stava avvicinando sempre di più ai Suoi requisiti e ai Suoi obiettivi. Questo era estremamente piacevole e degno di lode, qualcosa che valeva la pena di celebrare. Sebbene gli esseri umani abbiano inchiodato Dio alla croce, cosa per l’uomo estremamente dolorosa da vedere, il momento stesso in cui Cristo è stato crocifisso stava a significare che era giunta la successiva età di Dio, l’Età della Grazia, e che naturalmente l’opera che Dio avrebbe compiuto in quell’età era in procinto di iniziare. Ma soprattutto significava che la grandiosa opera di quella forma di incarnazione di Dio era stata conclusa. Dio Si sarebbe presentato agli uomini del mondo come vincitore, con un nuovo nome e una nuova immagine, e il contenuto della Sua nuova opera sarebbe stato dischiuso e rivelato all’umanità. Nel frattempo, dal canto loro, gli uomini non sarebbero più stati continuamente tormentati da frequenti violazioni della legge, né sarebbero stati puniti da essa per averla violata. Il sopraggiungere dell’Età della Grazia ha permesso all’umanità di emergere dall’opera precedente di Dio e di entrare in un nuovo ambiente dell’opera, con nuove fasi e nuovi metodi. Ha consentito all’umanità un nuovo ingresso e una nuova vita e, naturalmente, ha permesso che si creasse una relazione che comportasse un maggiore livello di vicinanza tra Dio e l’uomo. Grazie all’incarnazione di Dio, l’uomo ha potuto trovarsi faccia a faccia con Lui; ha udito la vera voce e le reali parole di Dio; ha visto il modo in cui Egli opera, la Sua indole e così via. L’uomo ha sentito ciò con le proprie orecchie e l’ha visto con i propri occhi, sotto tutti i punti di vista; ha sperimentato in maniera palpabile che Dio era veramente e realmente venuto tra gli uomini, che Si trovava veramente e realmente faccia a faccia con l’uomo, che era veramente e realmente venuto a vivere tra la gente. Sebbene l’opera di Dio in quell’incarnazione non si sia protratta a lungo, essa ha fornito all’umanità di allora un’esperienza solida e salda di cosa prova veramente l’uomo vivendo insieme a Dio. E, anche se coloro che hanno sperimentato queste cose non lo hanno fatto per un lungo periodo, Dio ha pronunciato molte parole in quella Sua forma di incarnazione, parole piuttosto specifiche. Egli ha inoltre compiuto numerose opere e in molti Lo hanno seguito. L’umanità ha definitivamente concluso la propria vita sotto la legge della vecchia età ed è entrata in un’età completamente nuova: l’Età della Grazia.
Una volta entrata nella nuova età, l’umanità non viveva più sotto i vincoli della legge ma sotto nuovi requisiti e nuove parole di Dio. Grazie alle nuove parole e ai nuovi requisiti di Dio l’uomo ha sviluppato una nuova vita, diversa nella forma, una vita di fede in Dio di forma e contenuto diversi. Rispetto alla precedente, che si svolgeva sotto la legge, questa vita era di un gradino più vicina a soddisfare gli standard dei requisiti posti da Dio all’uomo. Dio ha stabilito nuovi comandamenti per l’umanità, così come nuove norme comportamentali più accurate e più in sintonia con l’umanità di allora, nonché criteri e principi secondo cui l’uomo dovrebbe valutare persone e cose, comportarsi e agire. Le parole che Egli ha pronunciato all’epoca non erano specifiche né numerose quanto quelle di oggi eppure, per l’uomo di allora che era appena uscito dalla sottomissione alla legge, quelle parole e quei requisiti erano sufficienti. Dati la statura e ciò di cui erano fornite le persone di allora, queste erano le uniche cose che potevano conseguire e ottenere. Per esempio, Dio ha detto agli uomini di essere umili, pazienti, tolleranti, di assumersi la loro croce, e così via; questi erano tutti requisiti più specifici posti da Dio all’uomo sulla scia della legge e riguardanti il modo in cui l’umanità deve essere vissuta. Oltre a ciò l’uomo, che aveva vissuto sotto la legge, con il sopraggiungere dell’Età della Grazia ha goduto di una fornitura abbondante e costante di grazia, di benedizioni e di altre cose del genere da parte di Dio. L’umanità in quell’età ha vissuto una vita davvero rose e fiori. Tutti erano felici e tutti erano la luce degli occhi di Dio, bambini nel palmo della Sua mano. Dovevano osservare i comandamenti e assumere anche qualche buon comportamento che fosse in linea con le nozioni e le fantasie dell’uomo, ma l’umanità poteva godere in misura maggiore della grazia di Dio. Per esempio, le persone venivano guarite dalle malattie causate dalla possessione demoniaca e i demoni e gli spiriti maligni presenti in loro venivano scacciati. Quando gli uomini si trovavano in difficoltà o nel bisogno, Dio faceva delle eccezioni per loro e mostrava segni e prodigi in modo che venissero guariti dalle loro varie infermità, che la loro carne venisse saziata e che fossero loro forniti nutrimento e vestiti. C’erano in quell’età così tanta grazia e così tante benedizioni di cui l’uomo poteva godere. Oltre alla semplice osservanza dei comandamenti, gli individui dovevano al massimo essere pazienti, tolleranti, amorevoli e così via. Non avevano alcun sentore di qualcosa di più che riguardasse la verità o i requisiti di Dio nei confronti dell’uomo. Poiché erano totalmente intenti a godere della grazia e delle benedizioni di Dio e per via della promessa dell’epoca fatta all’uomo dal Signore Gesù, hanno iniziato a godere abitualmente della grazia di Dio, senza intravederne la fine. L’uomo pensava che avendo fede in Dio avrebbe dovuto godere della Sua grazia, che essa gli spettasse di diritto. Non sapeva, però, adorare il Signore della creazione né assumere la condizione di essere creato o adempierne i doveri, e neppure comportarsi da buon essere creato. Non sapeva nemmeno come sottomettersi a Dio, come esserGli fedele, come accettare le Sue parole e come basarsi su di esse per valutare persone e cose, per comportarsi e agire. L’uomo era completamente ignaro di tutto ciò e, oltre a godere in automatico della grazia di Dio, altrettanto naturalmente voleva andare in paradiso dopo la morte e lì godere di buone benedizioni insieme al Signore. Inoltre, gli esseri umani che vivevano nell’Età della Grazia, nell’abbondanza di grazia e benedizioni, credevano erroneamente che Dio fosse solo un Dio misericordioso e amorevole, che la Sua essenza fosse costituita da misericordia e amorevolezza e nient’altro. Per loro, la misericordia e l’amorevolezza erano rappresentative dell’identità, del prestigio e dell’essenza di Dio; ciò che la verità, la via e la vita significavano per loro erano la grazia e le benedizioni di Dio, o magari semplicemente un modo di assumersi la loro croce e percorrere il cammino della croce. È a questo che, nell’Età della Grazia, si limitavano la conoscenza di Dio e il modo di porsi nei Suoi confronti da parte degli individui, così come il loro modo di conoscere l’umanità e gli altri e di porsi nei loro confronti. Quindi, per passare alle cause e andare alla radice, che cosa ha portato esattamente a queste circostanze? Non è colpa di nessuno. Non si può incolpare Dio per non aver operato o non aver parlato in modo più concreto o approfondito, e non si può nemmeno scaricare la responsabilità sull’uomo. Perché? L’uomo è umanità creata, è un essere creato. È emerso dall’Età della Legge ed è entrato nell’Età della Grazia. Per quanti anni di esperienza potesse fare dell’opera di Dio mentre essa veniva svolta, ciò che Dio gli ha donato e ciò che Egli ha fatto era quanto l’uomo fosse in grado di ottenere e di conoscere. Al di fuori di questo, per contro, ciò che Dio non ha fatto, non ha detto e non ha rivelato, l’umanità non era in grado di capirlo né di conoscerlo. Ma se si considerano le circostanze oggettive e il quadro generale, quando l’umanità, dopo un’evoluzione di migliaia di anni, è giunta all’Età della Grazia, la sua comprensione poteva spingersi solo fino a quel punto e Dio poteva compiere solo l’opera che stava svolgendo in quel momento. Questo perché ciò di cui l’umanità, uscita dalla legge, aveva bisogno non di essere castigata o giudicata né di essere conquistata, e tanto meno di essere perfezionata. C’era solo una cosa di cui aveva bisogno in quel momento. Di cosa si trattava? Di un sacrificio per il peccato, del prezioso sangue di Dio. Quel prezioso sangue di Dio, quel sacrificio per il peccato, era l’unica cosa di cui l’umanità aveva bisogno quando è emersa dall’Età della Legge. Quindi, in quell’epoca, per via dei bisogni e delle circostanze reali dell’umanità, l’opera che Dio doveva compiere era quella di offrire il prezioso sangue della Sua Stessa incarnazione come sacrificio per il peccato. Questo era l’unico modo per redimere l’umanità che viveva sotto la legge. Con il Suo sangue prezioso come prezzo e come sacrificio per il peccato, Dio ha eliminato il peccato degli uomini. E solo quando i loro peccati sono stati cancellati essi hanno potuto presentarsi senza peccato davanti a Dio e accettarNe la grazia e la guida continue. Il prezioso sangue di Dio è stato offerto all’umanità, ed è grazie a questo che essa ha potuto essere redenta. Che cosa era in grado di capire l’umanità appena redenta? Di che cosa aveva bisogno? L’umanità non avrebbe saputo accettare di essere conquistata, giudicata e castigata, se ciò fosse avvenuto immediatamente. Non possedeva questa capacità di accettazione, né si trovava in condizione di poter comprendere tutto ciò. Quindi, oltre al sacrificio per il peccato da parte di Dio, alla Sua grazia, alle Sue benedizioni, alla Sua tolleranza, alla Sua pazienza, alla Sua misericordia e alla Sua amorevolezza, gli uomini, così come erano a quel tempo, non erano in grado di accettare altro che alcuni semplici requisiti posti da Dio al comportamento umano. Quei pochi e nulla più. E per quanto riguarda tutte le verità più profondamente inerenti alla salvezza dell’uomo, ossia quali idee e punti di vista sbagliati, quale indole corrotta e quale essenza di ribellione a Dio hanno gli uomini, qual è l’essenza della cultura tradizionale che l’umanità sostiene, su cui abbiamo recentemente condiviso, il modo in cui Satana corrompe l’umanità, e così via, di tutto questo gli uomini di allora non erano capaci di comprendere nulla. In tali circostanze, Dio poteva solo ammonire l’umanità e porle dei requisiti nei modi più semplici, più diretti, con i più basilari requisiti comportamentali. Pertanto, l’umanità dell’Età della Grazia poteva godere solo della grazia e fruire senza limiti del prezioso sangue di Dio versato come sacrificio per il peccato. Nell’Età della Grazia, in ogni caso, l’opera più grandiosa era già stata compiuta. Di quale opera si tratta? All’umanità, che Dio doveva salvare, erano stati perdonati i peccati per mezzo del prezioso sangue di Dio. Questa è una cosa degna di essere celebrata; è stata l’opera più grandiosa che Dio ha svolto nell’Età della Grazia. Anche se il peccato degli uomini era stato perdonato ed essi non si sarebbero più presentati davanti a Dio in veste di peccatori o con la sembianza della carne peccaminosa poiché erano invece stati perdonati dei loro peccati per mezzo del sacrificio per il peccato e ora disponevano dei requisiti per presentarsi davanti a Dio, comunque il loro rapporto con Dio non aveva ancora raggiunto quello di un essere creato con il Creatore. Non era ancora quello dell’uomo creato con il Creatore. L’uomo dell’Età della Grazia era ancora molto, molto lontano dal ruolo che Dio gli richiede, quello di essere il signore e l’amministratore di tutte le cose. Quindi, Dio doveva aspettare ed essere paziente. Che cosa significava per Lui aspettare? Significava che l’umanità doveva continuare a vivere nella Sua grazia, secondo le varie modalità di operare dell’Età della Grazia. Dio vuole salvare molto di più di una manciata di uomini o di una singola etnia; la Sua salvezza non si limita affatto a una sola etnia o a una singola confessione. Quindi, l’Età della Grazia necessitava di proseguire per migliaia di anni, proprio come quella della Legge. L’umanità doveva continuare a vivere nella nuova età guidata da Dio, anno dopo anno, generazione dopo generazione. Quante epoche l’uomo doveva attraversare in questo modo, quanti spostamenti di stelle, quanti mari che si prosciugavano e rocce che si sgretolavano, quanti oceani che lasciavano il posto a terre fertili, e quanti diversi cambiamenti dell’umanità nei vari periodi doveva attraversare, così come le differenti trasformazioni avvenute nella miriade di cose presenti sulla terra. E mentre gli individui sperimentavano tutto questo, le parole di Dio, la Sua opera e la realtà della redenzione dell’umanità operata dal Signore Gesù nell’Età della Grazia si sono diffuse fino agli estremi confini della terra, per strade e vicoli, in ogni angolo, fino a essere conosciute da ogni famiglia. Ed è allora che quell’età, l’Età della Grazia che era seguita all’Età della Legge, doveva concludersi. L’opera di Dio in quel periodo non è stata solo quella di attendere in silenzio; nella Sua attesa, Egli ha operato negli uomini dell’Età della Grazia in modi diversi. Ha proseguito la Sua opera basata sulla grazia, elargendo grazia e benedizioni all’umanità di quell’età, in modo che le Sue azioni, la Sua opera, la Sua parola, i Suoi atti e le Sue intenzioni dell’Età della Grazia giungessero alle orecchie di ogni persona che Egli sceglieva. Ha permesso a tutti coloro che sceglieva di avvalersi del Suo sacrificio per il peccato affinché non si presentassero più davanti a Lui con la sembianza della carne peccaminosa, in veste di peccatori. E, sebbene il rapporto dell’uomo con Dio non fosse più quello di non averLo mai visto, come nell’Età della Legge, bensì di un gradino più elevato, come il rapporto che intercorre tra i credenti e il Signore, tra i cristiani e Cristo, tuttavia non si trattava del rapporto che Dio vuole si crei in definitiva tra Lui e l’uomo, tra gli esseri creati e il Creatore. Il loro rapporto all’epoca era chiaramente ancora molto lontano dal rapporto tra gli esseri creati e il Signore della creazione ma, rispetto a quello che esisteva tra gli uomini e Dio nell’Età della Legge rappresentava un grande progresso. Questo era motivo di gioia e di celebrazione. In ogni caso, Dio aveva ancora bisogno di guidare l’umanità; doveva ancora guidare gli uomini, che nel profondo del cuore erano pieni di nozioni nei Suoi confronti, così come di fantasie, richieste, pretese, ribellione, opposizione e così via. Perché? Perché magari una simile umanità era anche in grado di godere della grazia di Dio e sapeva che Egli è misericordioso e amorevole, ma al di là di questo non possedeva nemmeno la minima conoscenza della vera identità, del vero prestigio e della vera essenza di Dio. Poiché quegli esseri umani, pur godendo della grazia di Dio, hanno subito la corruzione da parte di Satana, e la loro essenza, le varie nozioni e i vari pensieri che nutrivano nel profondo del cuore sono rimasti ostili e avversi a Dio. L’uomo non sapeva come sottomettersi a Dio né come compiere il dovere di un essere creato, e tanto meno come comportarsi da essere creato all’altezza dei requisiti. Ancor meno, ovviamente, vi era qualcuno che sapesse come adorare il Signore della creazione. Gli uomini erano talmente corrotti che, se le miriadi di cose presenti nel mondo fossero state consegnate loro, sarebbe stato come consegnarle a Satana. Le conseguenze sarebbero state del tutto identiche, senza alcuna differenza. Pertanto Dio aveva ancora bisogno di proseguire la Sua opera, di continuare a guidare l’umanità verso la prossima fase dell’opera che Egli avrebbe svolto. Si trattava di una fase che Dio attendeva da molto tempo, per cui ha a lungo nutrito aspettative e per cui ha pagato con la Sua pazienza per un lungo periodo.
Ora che l’uomo ha infine goduto di sufficiente e abbondante grazia da parte di Dio, questo mondo e questa umanità, visti da qualsiasi angolazione, sono giunti a un livello in cui Dio compirà la Sua vera opera di salvezza dell’uomo. Sono giunti al momento in cui Dio conquisterà, castigherà e giudicherà l’umanità, in cui esprimerà molte verità per perfezionarla e per guadagnare da essa un gruppo che possa essere amministratore di tutte le cose. Essendo giunto questo tempo, Dio non ha più bisogno di essere paziente né di continuare a condurre l’umanità dell’Età della Grazia a vivere nella grazia. Non ha più bisogno di continuare a provvedere agli uomini che vivono nella grazia, né di pascerli, né di vegliare su di loro, né di preservarli; non ha più bisogno di fornire loro instancabilmente e incondizionatamente grazia e benedizioni; non ha più bisogno di essere incondizionatamente paziente con gli uomini che vivono nella grazia, che avidamente e sfacciatamente Gli chiedono la Sua grazia senza adorarLo affatto. Al contrario, Dio esprimerà le Sue intenzioni, la Sua indole, la vera voce del Suo cuore e la Sua essenza. In questo periodo, mentre fornisce agli uomini le numerose verità e parole di cui hanno bisogno, Egli sta anche manifestando ed esprimendo la Sua vera indole, un’indole giusta. E nel fare questo non sta vanamente esprimendo alcune frasi di giudizio e di condanna e nulla più; al contrario, usa i fatti per smascherare la corruzione, l’essenza e la satanica spregevolezza dell’umanità. Egli espone la ribellione, l’opposizione e il rifiuto degli uomini nei Suoi confronti, così come le loro varie nozioni su di Lui e i loro tradimenti a Suo danno. In questo periodo, ciò che Egli esprime va oltre la misericordia e la benevolenza che riserva all’umanità: si tratta dell’odio, della repulsione, dell’avversione e della condanna che Egli prova per gli uomini. Questo brusco viraggio, questo cambiamento di centoottanta gradi nell’indole di Dio e nella posizione da Lui assunta, colgono gli uomini impreparati e li rendono incapaci di accettarli. Dio esprime la Sua indole e le Sue parole con la forza improvvisa di un fulmine. Naturalmente, Egli fornisce agli uomini anche tutto ciò di cui hanno bisogno con immensa pazienza e tolleranza. In modi diversi e da differenti angolazioni, Egli parla ed esprime agli uomini la Sua indole nei modi più adatti, adeguati, concreti e diretti con cui trattare gli esseri creati, dalla prospettiva della Sua posizione di Creatore. Sono questi i modi, sia nelle parole che nelle opere, che Dio aspetta da seimila anni. Seimila anni di anelito, seimila anni di attesa: questi sono i seimila anni di pazienza di Dio, che racchiudono aspettative altrettanto lunghe. L’umanità è ancora quella creata da Dio ma, essendo passata attraverso seimila anni di incessanti cambiamenti, tra spostamenti di stelle e mutamenti di oceani, non è più quella creata da Dio all’inizio, non possiede più la stessa essenza. Pertanto, quando Dio oggi inizia a operare, l’umanità che vede ora è quella che Si aspettava ma allo stesso tempo Egli la aborrisce, e naturalmente la sua vista Gli appare disastrosa. Ho parlato di tre cose qui; ve le ricordate? Tale umanità è quella che Dio Si aspettava, ma allo stesso tempo Egli la aborrisce. E qual era la terza? (La sua vista appare a Dio disastrosa.) La sua vista Gli appare inoltre disastrosa. Questi elementi sono tutti e tre presenti nell’uomo allo stesso tempo. Che cosa Si aspettava Dio? Che questa umanità, dopo aver sperimentato la legge e poi la redenzione, percorresse finalmente il suo cammino fino al presente sulla base della comprensione di alcune leggi e di alcuni comandamenti fondamentali che l’uomo dovrebbe rispettare e non fosse più una semplice umanità con un vuoto nel profondo del cuore, come lo erano Adamo ed Eva ma che, al contrario, avrebbe avuto nel cuore una serie di elementi nuovi. Questo è ciò che Dio Si aspettava che l’umanità possedesse. Eppure, allo stesso tempo, è un’umanità che Dio aborrisce. Che cos’è, dunque, che Dio aborrisce? Non lo sapete forse tutti? (La ribellione e l’opposizione dell’uomo.) Gli uomini sono pieni dell’indole corrotta di Satana e vivono una vita orribile, non sono né esseri umani né demoni. L’umanità non è più semplicemente così ingenua da non saper resistere alle lusinghe del serpente. Sebbene gli individui abbiano i loro pensieri e punti di vista, le loro opinioni precise e i loro modi di considerare le miriadi di eventi e cose, non c’è nulla di ciò che Dio vuole nel modo in cui valutano persone e cose, in cui si comportano e in cui agiscono. Gli uomini possono pensare e avere opinioni, e hanno le loro posizioni, i loro mezzi e i loro atteggiamenti con cui agire, ma tutto ciò che possiedono deriva dalla corruzione di Satana. È tutto basato sulle opinioni e sulle filosofie di Satana. Quando l’uomo si presenta davanti a Dio, non c’è traccia di sottomissione a Lui nel suo cuore né di sincerità. L’uomo è saturo delle tossine di Satana, è colmo del suo indottrinamento, dei suoi pensieri e della sua indole corrotta. Che cosa indica questo? Dio deve pronunciare molte parole e compiere molte opere per cambiare le modalità esistenziali degli uomini e il loro atteggiamento verso di Lui e, più nello specifico, naturalmente, per cambiare i modi e i criteri con cui valutano persone e cose, si comportano e agiscono. Prima che tutto questo abbia effetto, l’uomo è oggetto di ripugnanza agli occhi di Dio. Di che cosa ha bisogno Dio quando salva un oggetto della Sua ripugnanza? C’è gioia nel Suo cuore? C’è felicità? C’è conforto? (No.) Non vi è alcun conforto né alcuna felicità. Il Suo cuore è pieno di disgusto. L’unica cosa che Dio farà in queste circostanze, oltre a parlare, a parlare instancabilmente, è esercitare pazienza. Questo è il secondo elemento di ciò che Dio prova nei confronti di una simile umanità vista attraverso i Suoi occhi: ripugnanza. Il terzo elemento è che la vista di tale umanità è per Lui disastrosa. Alla luce dell’intento originario di Dio nel creare l’umanità, il rapporto che Egli ha con l’uomo è quello di un genitore con i figli, un legame familiare. Questa dimensione della relazione potrà anche essere diversa dai rapporti di sangue umani ma, agli occhi di Dio supera i legami di sangue carnali dell’uomo. L’umanità che Dio ha creato all’inizio ha sembianze completamente diverse da quella che Egli vede negli ultimi giorni. All’inizio l’uomo aveva un aspetto semplice e infantile e, sebbene fosse ignorante, il suo cuore era puro e pulito. Si potevano distinguere limpidezza nei suoi occhi e trasparenza nel suo cuore. Gli uomini non possedevano tutti quei tipi di indole corrotta che hanno ora; erano privi di intransigenza, arroganza, malvagità e ingannevolezza, e certamente non avevano un’indole che provava avversione nei confronti della verità. Attraverso le parole e le azioni dell’uomo, nei suoi occhi e nel suo volto, si poteva vedere che era l’uomo che Dio aveva creato all’inizio e quello che Egli prediligeva. Invece alla fine, quando Dio torna a considerare l’umanità, il cuore dell’uomo non è più così trasparente nelle sue profondità e i suoi occhi non sono più così limpidi. Il cuore degli uomini è colmo dell’indole corrotta di Satana e, quando essi sono al cospetto di Dio, Egli trova i loro volti, le loro parole e le loro azioni detestabili. Tuttavia c’è un fatto che nessuno può negare, ed è a causa di questo fatto che Dio dice che la vista di tale umanità è ai Suoi occhi disastrosa. Di quale fatto si tratta? È questo, e nessuno può negarlo: Dio ha creato con le Sue mani questa umanità, la quale è tornata davanti a Lui, ma non si tratta più dell’umanità che era all’inizio. Dagli occhi ai pensieri e fino alle profondità dei loro cuori, gli individui sono pieni di opposizione e di tradimento nei confronti di Dio; dagli occhi ai pensieri fino alle profondità dei loro cuori, da essi non sgorga nient’altro che l’indole di Satana. L’indole satanica degli uomini, che si tratti di intransigenza, arroganza, ingannevolezza, malvagità o avversione nei confronti della verità, si manifesta, palesemente e con naturalezza, sia nel loro sguardo che nelle loro espressioni. Anche di fronte alle parole di Dio o faccia a faccia con Lui, l’indole corrotta e satanica dell’uomo e la sua essenza, che è stata corrotta da Satana, si manifestano in questo modo, perfettamente evidenti. Solo una frase può racchiudere cosa prova Dio al verificarsi di ciò, ed è “la sua vista è per Lui disastrosa”. L’umanità che è arrivata al presente e a quest’epoca ha raggiunto il livello dei requisiti di Dio per la terza e ultima fase della Sua opera, quella della salvezza dell’uomo, sia per quanto riguarda l’ambiente umano in generale sia ogni aspetto particolare delle situazioni e delle condizioni in cui le persone si trovano; eppure, sebbene Dio sia pieno di aspettative per questa umanità, è anche colmo di odio nei suoi confronti. Egli, naturalmente, trova ancora disastrosa la sua vista nell’assistere a un esempio dopo l’altro della corruzione dell’umanità. Tuttavia, ciò che è degno di essere celebrato è il fatto che Dio non ha più bisogno di esercitare un’inutile pazienza e di dedicarSi a un’inutile attesa per l’uomo. Ha bisogno di svolgere l’opera che ha atteso per seimila anni, per cui ha nutrito aspettative per seimila anni e che ha per seimila anni aspettato con fervore, ossia esprimere le Sue parole, la Sua indole e ogni verità. Naturalmente, questo significa anche che tra i membri di questa umanità che Dio ha scelto emergerà il gruppo di persone che Egli ha a lungo atteso, coloro che saranno gli amministratori di tutte le cose e che ne diventeranno i signori. Considerando la situazione nel suo complesso, tutto si è molto distanziato dalle aspettative; tutto è stato molto doloroso e triste. Ma ciò che più merita la felicità di Dio è che, per via del passare del tempo e del cambiare dell’età, i giorni di sottomissione dell’umanità alla corruzione di Satana sono ormai conclusi. L’umanità è stata sottoposta al battesimo da parte della legge e alla redenzione da parte di Dio, e infine è giunta alla fase finale dell’opera che Dio compirà, quella in cui l’uomo viene salvato come risultato finale della sua accettazione del castigo, del giudizio e della conquista da parte di Dio. Per l’umanità questa è senza dubbio una meravigliosa notizia e per Dio certamente qualcosa che attendeva da lungo tempo. Questo, da qualsiasi angolazione lo si consideri, è l’avvento della più grandiosa epoca dell’umanità. Da qualsiasi punto di vista, che si tratti della corruzione umana, delle tendenze del mondo, delle strutture sociali, della politica degli uomini, delle risorse mondiali o degli attuali disastri, l’esito dell’uomo è vicino: questa umanità è giunta al capolinea. Eppure questo è il momento culminante dell’opera di Dio, quello che più merita la commemorazione e la celebrazione da parte degli uomini e, naturalmente, è anche l’avvento del momento più importante e cruciale all’interno dei seimila anni di opera compiuta da Dio nel Suo piano di gestione: quello in cui si decide il destino dell’umanità. Perciò, qualsiasi cosa sia accaduta all’uomo e a prescindere da quanto Dio abbia aspettato ed esercitato pazienza, ne è comunque valsa la pena.
Torniamo al tema che ci siamo prefissati di discutere: “Perché l’uomo deve perseguire la verità”. Il piano di gestione di Dio è suddiviso in tre fasi dell’opera tra gli uomini. Egli ha già concluso le due precedenti. Se guardiamo alle fasi svolte fino a oggi, che si tratti della legge o dei comandamenti, la loro utilità per l’uomo non è stata altro che quella di fargli rispettare la legge, i comandamenti, il nome di Dio, la fede nelle profondità del suo cuore, qualche buon comportamento e qualche buon principio. L’uomo fondamentalmente non è all’altezza del requisito che gli pone Dio, quello di essere l’amministratore di tutte le cose e diventare signore di tutte le cose. Non è così? Fondamentalmente, non ne è all’altezza. Se l’uomo, che ha attraversato la legge e l’Età della Grazia, fosse in grado di fare ciò che Dio gli chiede, potrebbe occuparsi di tutte le cose solo attraverso la legge o la grazia e le benedizioni elargite nell’Età della Grazia. Ma questo non è per nulla all’altezza del requisito posto da Dio all’uomo di essere amministratore di tutte le cose, e l’umanità è ben lontana dal compiere ciò che Dio le chiede di fare e dalle responsabilità e dai doveri che le chiede di adempiere. Semplicemente, l’uomo non è in grado di soddisfare o di essere all’altezza del requisito che gli pone Dio di essere il signore di tutte le cose e dell’età futura. Perciò, nella fase finale della Sua opera, Dio esprime e dice agli uomini tutte le verità e i principi di pratica di cui hanno bisogno, in ogni aspetto, affinché sappiano quali sono gli standard dei Suoi requisiti, come dovrebbero essere in contatto con tutte le cose, considerarle e amministrarle, quale modalità esistenziale dovrebbero assumere e in che modo dovrebbero vivere davanti a Dio, come veri esseri creati sotto il dominio del Creatore. Una volta che l’uomo ha compreso queste cose, sa anche quali sono i requisiti di Dio nei suoi confronti; una volta che ha adempiuto a queste cose, ha anche soddisfatto gli standard dei requisiti che Dio ha per lui. Dato che la legge, i comandamenti e i semplici criteri di comportamento non possono sostituire la verità, Dio esprime negli ultimi giorni molte parole e verità che hanno a che fare con la pratica dell’uomo, con il suo comportamento, con le sue azioni e con la sua valutazione di persone e cose. Dio dice all’uomo come valutare persone e cose, come comportarsi e come agire. Cosa significa che Dio dice all’uomo tutto questo? Significa che Dio ti richiede di valutare persone e cose, di comportarti e di agire in linea con tutte queste verità e di vivere in tal modo nel mondo. Qualunque tipo di dovere tu svolga e qualunque sia l’incarico che accetti da Dio, i Suoi requisiti nei tuoi confronti non cambiano. Una volta compresi i requisiti di Dio devi praticare, assolvere il tuo dovere e portare a termine l’incarico che Dio ti ha affidato in conformità ai Suoi requisiti così come li hai compresi, indipendentemente dal fatto che Egli sia accanto a te o ti stia sottoponendo a scrutinio. Solo così potrai diventare veramente un signore di tutte le cose, uno di cui Dio Si può fidare, qualificato e degno dell’incarico da Lui affidatoti. Questo non tocca forse il tema del perché l’uomo deve perseguire la verità? (Sì.) Capite ora? Questi sono i fatti che Dio realizzerà. Quindi, perseguire la verità non significa semplicemente liberarsi della propria indole corrotta e non opporre resistenza a Dio. Vi sono un significato e un valore più grandi nel perseguimento della verità di cui stiamo parlando. In realtà, si tratta della destinazione e del destino dell’uomo. Capite? (Sì.) Perché l’uomo deve perseguire la verità? In senso stretto, questo è affrontato dalle dottrine più elementari che l’uomo comprende. In senso lato, la ragione principale è che agli occhi di Dio perseguire la verità coinvolge la Sua gestione, le Sue aspettative nei confronti degli uomini e le speranze che Egli ripone in loro. Questa è una parte del piano di gestione di Dio. Si può notare che, chiunque tu sia e a prescindere da quanto tempo tu abbia creduto in Dio, se non persegui la verità e non la ami finirai inevitabilmente per essere eliminato. Questo è chiaro come il sole. Dio opera in tre fasi; ha un piano di gestione da quando ha creato l’umanità, e poi ha realizzato ciascuna delle fasi che lo costituiscono, una per una, nell’umanità, e l’ha condotta passo dopo passo fino al presente. Quanto sono grandi il Suo sforzo scrupoloso e il prezzo che ha pagato, e quanto a lungo ha sopportato, tutto questo per raggiungere l’obiettivo finale di far agire nell’uomo le verità che Egli esprime e ogni aspetto dei criteri dei Suoi requisiti, che Egli indica all’umanità, trasformandoli nella vita e nella realtà delle persone. Agli occhi di Dio, questa è una questione davvero importante. Dio le attribuisce un enorme peso. Egli ha espresso così tante parole, e prima di farlo ha svolto un’immane opera di preparazione. Se alla fine, ora che Egli le ha espresse, non persegui queste parole e non vi hai accesso, che opinione avrà Dio di te? Che tipo di designazione ti assegnerà? Questo è chiaro come il sole. Quindi ognuno, indipendentemente dalla levatura, dall’età o dal numero di anni in cui ha creduto in Dio, dovrebbe impegnarsi verso il cammino del perseguimento della verità. Non dovresti porre l’accento su alcuna logica di fondo oggettiva; dovresti perseguire la verità incondizionatamente. Non sprecare il tuo tempo. Se ricerchi e ti sforzi in direzione del perseguimento della verità come una grande questione di vita, la verità che acquisisci e che riesci a raggiungere nel tuo perseguimento potrebbe anche non essere quella che avresti desiderato. Ma, se Dio dice che ti attribuirà una destinazione appropriata in base al tuo atteggiamento nel perseguimento e alla tua sincerità, allora sarà davvero meraviglioso! Per ora, non concentrarti su quali saranno la tua destinazione o il tuo esito, o su cosa accadrà e cosa riserva il futuro, o sul riuscire o meno a evitare i disastri e la morte: non pensarci e non sperarlo. Concentrati solo sul perseguire la verità nelle parole di Dio e nei Suoi requisiti, sullo svolgere bene il tuo dovere e sul soddisfare le intenzioni di Dio, così da non dimostrarti indegno dei seimila anni che Egli ha atteso, dei Suoi seimila anni di ferventi aspettative. Da’ a Dio un po’ di conforto, lascia che intraveda in te una speranza e che i Suoi desideri si realizzino in te. DimMi: Dio ti riserverebbe un cattivo trattamento se facessi questo? Certo che no! E, anche se i risultati finali non sono come si sarebbe voluto, in che modo si dovrebbe trattare questo fatto in quanto esseri creati? Ci si dovrebbe sottomettere in tutto e per tutto alle orchestrazioni e alle disposizioni di Dio, senza alcun intento personale. Non è questa la prospettiva che gli esseri creati dovrebbero adottare? (Sì.) Questa è la mentalità giusta. Concluderemo qui la nostra condivisione sull’aspetto principale del perché l’uomo deve perseguire la verità.
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