La Parola quotidiana di Dio: L'ingresso nella vita | Estratto 474

06 Settembre 2020

La maggior parte delle persone crede in Dio ai fini della propria destinazione futura o per un piacere temporaneo. Per coloro che non sono stati sottoposti ad alcun trattamento, la fede in Dio è finalizzata all’ingresso in paradiso allo scopo di ottenere delle ricompense. Non è finalizzata al fatto di essere resi perfetti o di eseguire il compito di creature di Dio. Il che significa che la maggior parte delle persone non crede in Dio per adempiere le proprie responsabilità o per portare a termine il proprio compito. Raramente le persone credono in Dio per condurre una vita significativa e men che meno ritengono che, essendo l’uomo vivo, dovrebbe amare Dio, perché così dicono la legge in cielo e il principio sulla terra, ed è la vocazione naturale dell’uomo. In questo modo, sebbene persone diverse perseguano ciascuna i propri obiettivi, lo scopo e la motivazione della loro ricerca sono uguali per tutte; inoltre, per la maggior parte di esse gli oggetti della loro venerazione sono molto simili. Nel corso degli ultimi millenni molti credenti sono morti e molti sono morti e nati di nuovo. Non sono solo una o due persone che cercano Dio e nemmeno mille o duemila, ma la ricerca della maggior parte di queste persone è nell’interesse delle loro aspettative o delle loro splendide speranze per il futuro. Coloro che si dedicano a Cristo sono rari. Molti credenti devoti muoiono ancora intrappolati nelle proprie reti, e il numero di persone che hanno raggiunto il successo è, per di più, insignificante. A oggi, le ragioni per cui le persone falliscono, come pure i segreti del loro successo, sono ancora sconosciuti. Coloro che sono ossessionati dalla ricerca di Cristo non hanno ancora avuto il loro momento di intuizione improvvisa, non sono pervenuti all’essenza profonda di questi misteri, perché semplicemente non sanno come fare. Nonostante gli sforzi meticolosi della loro ricerca, il percorso che intraprendono è un cammino votato al fallimento, già seguito dai loro predecessori, e non è quello del successo. In questo modo, a prescindere da come essi cercano, non percorrono forse il sentiero che conduce all’oscurità? E il risultato che ottengono non è forse un frutto amaro? È già abbastanza difficile prevedere se le persone che emulano quelli che ce l’hanno fatta in passato avranno alla fine una buona o una cattiva sorte. Dunque, di quanto peggiorano le probabilità di chi va in cerca seguendo le orme di coloro che hanno fallito? Non ha forse probabilità di fallimento ancora maggiori? Quale è il valore del cammino che essi percorrono? Non sprecano il loro tempo? Indipendentemente dal fatto che le persone riescano o non riescano nella loro ricerca, c’è, in breve, un motivo per cui lo fanno e non è che il loro successo o fallimento sia determinato dalla ricerca che più conviene a loro.

La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Il successo o il fallimento dipendono dalla strada che l’uomo percorre”

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