La Parola quotidiana di Dio: Conoscere Dio | Estratto 189

24 Luglio 2020

Per qualunque anima, il ruolo che essa svolge dopo essersi reincarnata – il compito che ha in questa vita –, la famiglia in cui nasce e l’esistenza che conduce sono strettamente legati alla sua vita passata. Nel mondo dell’uomo entrano persone di ogni tipo, e i ruoli che ricoprono sono diversi, così come i compiti che svolgono. Quali sono questi compiti? Alcuni vengono per saldare un debito: se dovevano agli altri troppo denaro nella vita precedente, lo restituiscono. Altri, invece, sono venuti a riscuotere un debito: nella vita precedente sono stati privati con l’inganno di troppe cose e di troppo denaro e così, dopo il loro arrivo nel mondo spirituale, quest’ultimo renderà loro giustizia e permetterà loro di riscuotere i debiti in questa vita. Altri ancora sono venuti a ripagare un debito di gratitudine: nella vita precedente – prima che morissero –, qualcuno è stato gentile con loro, e in questa vita è stata offerta loro una grande opportunità di reincarnarsi, perciò rinascono per saldare questo debito di gratitudine. Altri, invece, rinascono in questa esistenza per reclamare una vita. Di chi? Di colui che li ha uccisi nella vita precedente. In sintesi, la vita attuale di ogni persona ha una stretta relazione con la sua vita passata, vi è legata inscindibilmente. Vale a dire che la vita attuale di ogni individuo è profondamente condizionata dalla sua vita precedente. Per esempio, prima di morire Zhang ha raggirato Li sottraendogli una cospicua somma di denaro. Allora è in debito con lui? Se sì, è naturale che Li debba riscuotere il suo debito da Zhang? Perciò, dopo la loro morte, c’è un debito da saldare e, quando si reincarnano e Zhang diventa un essere umano, come fa Li a riscuoterlo? Per esempio, può rinascere come figlio di Zhang, avendolo come padre. Ecco cosa accadrebbe in questa vita, nella vita attuale. Zhang, il padre di Li, guadagna molto denaro e questo viene sperperato da suo figlio Li. Per quanti soldi egli guadagni, Li lo “aiuta” a spenderli. Per quanto egli guadagni, non è mai abbastanza, e per qualche ragione il figlio, nel frattempo, finisce sempre per spendere il denaro paterno in modi e con mezzi diversi. Zhang è confuso: “Che cosa sta succedendo? Perché mio figlio è sempre stato uno sciagurato? Perché i figli degli altri sono così disciplinati? Perché il mio non ha alcuna ambizione, perché è così inetto e incapace di guadagnarsi da vivere, perché lo devo sempre mantenere? Dato che lo devo mantenere, lo farò, ma perché, per quanto denaro io gli dia, gliene serve sempre altro? Perché non riesce a lavorare onestamente anche solo per un giorno? Perché è un fannullone che mangia, beve, va con le prostitute, gioca d’azzardo, e chi più ne ha più ne metta? Che cosa mai sta succedendo?”. Poi ci pensa su un po’: “È perché gli dovevo qualcosa nella vita precedente? Ah, potrebbe essere che io avessi un debito con lui nella vita passata. Be’, allora lo ripagherò! Tutto questo non finirà finché non l’avrò saldato interamente!”. Potrebbe arrivare il giorno in cui Li avrà davvero recuperato il debito e, giunto a quaranta o cinquant’anni, rinsavirà all’improvviso: “Non ho fatto una sola cosa buona nella prima metà della mia vita! Ho sperperato tutto il denaro che mio padre ha guadagnato. Devo essere una brava persona! Righerò diritto: sarò un uomo onesto, che vive rettamente, e non darò più dispiaceri a mio padre!”. Perché pensa questo? Perché d’un tratto cambia in meglio? C’è una ragione? Qual è? In realtà, ciò accade perché Li ha riscosso il debito; il debito è stato ripagato. In questo, c’è un rapporto di causa ed effetto. La storia è iniziata molto, molto tempo fa, prima che i due nascessero, e così questa vicenda della loro vita passata si è riflessa sulla loro esistenza attuale, e nessuno dei due può biasimare l’altro. Qualunque cosa Zhang abbia insegnato al figlio, questi non l’ha mai ascoltato e non ha mai lavorato onestamente nemmeno per un giorno ma, nel momento in cui il debito è stato ripagato, non è stato necessario insegnargli nulla; il figlio capisce spontaneamente. Questo è un semplice esempio e, senza dubbio, ce ne sono molti altri simili. Che cosa dice questo alle persone? (Che devono essere buone.) Che non devono fare del male e che ci sarà una punizione per le loro malefatte! La maggior parte dei miscredenti, vedi, commette molte cattive azioni, e le sue malefatte hanno meritato una punizione, giusto? Ma essa è arbitraria? Tutto ciò che merita una punizione ha un precedente e una ragione. Pensi che non ti succederà nulla dopo aver raggirato qualcuno per sottrargli dei soldi? Pensi che, dopo avergli rubato del denaro con l’inganno, non ci sarà alcuna ripercussione? Ciò sarebbe impossibile: quel che si semina, si raccoglie. È assolutamente corretto! Vale a dire che ogni persona, a prescindere da chi sia o dal fatto che creda o meno nell’esistenza di Dio, deve assumersi la responsabilità del proprio comportamento e accettare le conseguenze delle proprie azioni. A proposito di questo semplice esempio – Zhang che viene punito e Li risarcito –, è equo? Sì. Quando le persone fanno cose di quel tipo, ottengono questo genere di risultato. Ciò è estraneo all’amministrazione del mondo spirituale? No, al contrario. Benché costoro siano miscredenti, individui che non credono in Dio, la loro esistenza è soggetta a editti e decreti celesti cui nessuno può sfuggire; per quanto elevata sia la sua posizione nel mondo dell’uomo, nessuno può evitare questa realtà.

La Parola, Vol. 2: Riguardo al conoscere Dio, “Dio Stesso, l’Unico X”

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