La Parola quotidiana di Dio: Conoscere l'opera di Dio | Estratto 161

01 Luglio 2020

Nell’Età della Grazia, anche Gesù parlò molto e compì molte opere. In che modo era diverso da Isaia? In che modo era diverso da Daniele? Era un profeta? Perché viene detto che è Cristo? Quali sono le differenze tra loro? Erano tutti uomini che pronunciavano parole, e le loro parole sembravano agli altri più o meno uguali. Tutti parlavano e compivano opere. I profeti dell’Antico Testamento esprimevano profezie, e analogamente poteva farlo Gesù. Come mai? La distinzione qui si fonda sulla natura dell’opera. Per discernere tale questione, non puoi considerare la natura della carne e non devi considerare la profondità o superficialità delle parole. Devi sempre considerare prima di tutto l’opera e gli effetti che essa produce sull’uomo. Le profezie pronunciate da Isaia all’epoca non provvedevano alla vita dell’uomo, e i messaggi ricevuti da persone come Daniele erano soltanto profezie e non la via della vita. Se non fosse stato per la rivelazione diretta da parte di Jahvè, nessuno avrebbe potuto compiere quell’opera, poiché non è possibile per i mortali. Anche Gesù parlò molto, ma le Sue parole erano la via della vita da cui l’uomo poteva trovare un cammino per la pratica. Vale a dire, primo, che Egli poteva provvedere alla vita dell’uomo, poiché Gesù è vita; secondo, Egli poteva correggere le deviazioni dell’uomo; terzo, la Sua opera poteva seguire quella di Jahvè nel proseguimento dell’era; quarto, Egli poteva comprendere dall’interno le necessità dell’uomo e capire ciò che gli manca; quinto, Egli poteva inaugurare una nuova era e concludere quella precedente. Ecco perché viene chiamato Dio e Cristo; è diverso non solo da Isaia ma anche da tutti gli altri profeti. Si prenda Isaia per confronto riguardo all’opera dei profeti. Primo, egli non avrebbe potuto provvedere alla vita dell’uomo; secondo, non avrebbe potuto inaugurare una nuova era. Operava sotto la guida di Jahvè e non allo scopo di inaugurare una nuova era. Terzo, ciò di cui parlava andava al di là della sua stessa comprensione. Riceveva rivelazioni direttamente dallo Spirito di Dio, e altri non avrebbero capito, nemmeno dopo averle ascoltate. Queste poche cose da sole sono sufficienti a dimostrare come le sue parole non fossero altro che profezie, nient’altro che un aspetto dell’opera compiuta in luogo di Jahvè. Isaia non poteva però rappresentare completamente Jahvè. Era servo di Jahvè, strumento della Sua opera. Compì l’opera soltanto entro l’Età della Legge e nell’ambito dell’opera di Jahvè; non operò al di là dell’Età della Legge. Al contrario, l’opera di Gesù era diversa. Gesù superava l’ambito dell’opera di Jahvè; operava quale Dio incarnato e subì la crocifissione per redimere l’intera umanità. Vale a dire, compì una nuova opera al di fuori dell’opera compiuta da Jahvè. Si trattava di inaugurare una nuova era. Un ulteriore aspetto è che Gesù poteva parlare di cose che l’uomo non avrebbe potuto realizzare. La Sua opera rientrava nella gestione di Dio e coinvolgeva l’intera umanità. Non operò solo tra pochi uomini, né la Sua opera consisteva nel guidare un numero limitato di uomini. Quanto al modo in cui Dio Si sia incarnato in un essere umano, a come lo Spirito abbia fornito rivelazioni a quell’epoca e a come lo Spirito sia disceso su un uomo per compiere l’opera, sono questioni che l’uomo non può né vedere né toccare. È del tutto impossibile che queste verità servano a dimostrare che Egli sia il Dio incarnato. Stando così le cose, si può compiere una distinzione solo riguardo alla parola e all’opera di Dio, che per l’uomo sono tangibili. Soltanto questo è reale, perché le questioni dello Spirito non ti sono visibili e sono note chiaramente solo a Dio Stesso, e nemmeno l’incarnazione di Dio sa tutto; tu puoi solo verificare se Egli sia Dio dall’opera che ha compiuto. Dalla Sua opera si può vedere che, primo, Egli è in grado di inaugurare una nuova era; secondo, è in grado di provvedere alla vita dell’uomo e di mostrargli la via da seguire. Ciò è sufficiente per stabilire che Egli è Dio Stesso. Come minimo, l’opera da Lui compiuta può rappresentare pienamente lo Spirito di Dio, e da tale opera si può vedere che lo Spirito di Dio è in Lui. Poiché l’opera compiuta dal Dio incarnato serve principalmente a inaugurare una nuova era, guidare una nuova opera e introdurre nuove circostanze, questi pochi aspetti da soli sono sufficienti a stabilire che Egli è Dio Stesso. Questo, allora, Lo differenzia da Isaia, da Daniele e dagli altri grandi profeti. Isaia, Daniele e gli altri appartenevano tutti a una categoria di uomini altamente istruiti e colti; erano uomini straordinari sotto la guida di Jahvè. Anche la carne del Dio incarnato era sapiente e non priva di intelletto, ma la Sua umanità era piuttosto normale. Era un uomo ordinario, e a occhio nudo non si poteva discernere in Lui alcuna umanità speciale né individuare nella Sua umanità qualcosa di diverso da quella degli altri. Non era affatto soprannaturale né straordinario, e non possedeva un’istruzione, una conoscenza o una teoria di livello superiore. La vita di cui parlava e il cammino che inaugurava non venivano conseguiti mediante la teoria, la conoscenza, l’esperienza di vita o l’educazione familiare. Invece, erano l’opera diretta dello Spirito e dell’incarnazione. Siccome l’uomo possiede concetti grandiosi riguardo a Dio, e in particolare tali concetti sono composti da troppi elementi di vaghezza e di soprannaturale, agli occhi umani, un Dio ordinario con debolezze umane, che non è in grado di compiere segni e miracoli, decisamente non è Dio. Non sono queste forse le concezioni errate dell’uomo? Se il Dio incarnato non fosse un uomo normale, come si potrebbe dire che Si è fatto carne? Farsi carne significa essere un uomo normale, ordinario; se fosse stato un essere trascendente, non sarebbe stato incarnato. Per dimostrare di esserSi fatto carne, il Dio incarnato doveva possedere una carne normale. Ciò serviva semplicemente a completare il significato dell’incarnazione. Tuttavia non fu così per i profeti e i figli dell’uomo. Essi erano uomini dotati e utilizzati dallo Spirito Santo; per occhi umani, la loro umanità era particolarmente grande, ed essi eseguivano molti atti che superavano la normale umanità. Per questo motivo, l’uomo li considerava Dio. Ora, tutti voi dovete capire chiaramente questa cosa, poiché nelle epoche passate è stata la questione che più facilmente ha creato confusione in tutti gli uomini. Per di più, l’incarnazione è il mistero più grande di tutti, e il Dio incarnato è la cosa più difficile da accettare per l’uomo. Ciò che Io dico vi aiuta a svolgere la vostra funzione e a capire il mistero dell’incarnazione. Tutto ciò è legato alla gestione di Dio, alla visione. Capire questo vi sarà maggiormente utile per acquisire conoscenza della visione, ossia dell’opera di gestione. In tal modo acquisirete anche una migliore comprensione del dovere che i diversi generi di uomini sono tenuti a compiere. Anche se queste parole non vi indicano direttamente la via, sono comunque di grande aiuto per il vostro ingresso, poiché la vostra vita attualmente è assai carente in fatto di visione, e questo diventerà un ostacolo significativo che impedirà il vostro ingresso. Se non sarete stati in grado di capire tali questioni, non avrete alcuna motivazione per stimolare il vostro ingresso. E come può una tale ricerca consentirvi di compiere al meglio il vostro dovere?

La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “La differenza tra il ministero di Dio incarnato e il dovere dell’uomo”

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