11. Dobbiamo vivere secondo le virtù tradizionali?
Quando frequentavo le elementari, un testo mi ha colpita profondamente: la storia di Kong Rong che regalava pere. Kong Rong diede le pere più grandi ai suoi fratelli maggiori e minori mentre tenne le più piccole per sé, e per questo suo padre lo elogiò. La sua storia è riportata nel Classico dei Tre Personaggi. All’epoca, ammiravo moltissimo la sua condotta morale, e volevo essere anch’io una bambina di quel tipo. Così, fin dall’infanzia, se c’erano cose particolarmente appetitose o divertenti, sebbene le desiderassi per me, imitavo Kong Rong e le donavo alle mie sorelle maggiori e minori, senza mai lottare per averle. Piacevo molto alle mie sorelle per questo, e gli anziani mi lodavano ancora di più, dicendo agli altri bambini di imparare da me. Questo mi ha convinta che fosse il tipo di qualità umana che le persone dovrebbero possedere. Dopo aver iniziato a credere in Dio, mi relazionavo con fratelli e sorelle nello stesso modo. Sia nel dovere che nella vita, non lottavo mai per nulla. In ogni cosa, mettevo sempre gli altri al primo posto. Per questo motivo, ero gradita ai miei fratelli e sorelle, e tutti dicevano che era facile andare d’accordo con me, che non ero egoista e avevo riguardo per gli altri. Ero molto orgogliosa del mio comportamento, e ho sempre pensato di avere una buona umanità. Poi, dopo essere stata smascherata da certi fatti, ho finalmente compreso la mia visione fallace delle cose.
Nel gennaio del 2022, per esigenze del lavoro di evangelizzazione, servivano molti nuovi predicatori e irrigatori, quindi mi è stato richiesto di cercare costantemente degli irrigatori adatti a essere coltivati. A volte, quando trovavo fratelli e sorelle adatti all’irrigazione, il personale del Vangelo li raggiungeva prima di me. Questo mi rendeva scontenta, ma ero troppo in imbarazzo per dirlo, perché pensavo che tutti mi avrebbero ritenuta egoista e competitiva. Così, ho escogitato un metodo. Ho deliberatamente scritto al diacono dell’irrigazione, dicendogli che le persone adatte all’irrigazione venivano portate via dai lavoratori del Vangelo. Di conseguenza, il diacono ha sviluppato dei pregiudizi nei confronti dei lavoratori del Vangelo e tra loro è divenuta impossibile una cooperazione armoniosa. Una leader superiore lo ha saputo e mi ha potata severamente e mi ha smascherata per aver seminato discordia e intralciato il lavoro della chiesa. Essere potata mi ha resa triste, ma non ho riflettuto né ho conosciuto me stessa.
In seguito, ho sentito dire che una sorella di nome Lisa aveva buona levatura e comprensione, quindi era molto adatta al lavoro di irrigazione. Ho chiesto alla leader della chiesa di trasferire quella sorella a irrigare i neofiti. Ma, poiché c’era urgente bisogno di personale per predicare il Vangelo, la chiesa ha assegnato Lisa a quel dovere. Quando l’ho saputo, ne ero molto addolorata e volevo parlarne con la leader della chiesa, ma ho pensato che, se l’avessi fatto, i miei fratelli mi avrebbero sicuramente ritenuta egoista e amante della competizione. Mi sono detta: “No, non lo farò. Se evito di farlo, sembrerò generosa e disponibile”. Così, ho represso il mio risentimento e ho ipocritamente detto di essere felice per Lisa e che sia l’irrigazione sia l’evangelizzazione facevano parte del lavoro della chiesa. Non molto tempo dopo, ho sentito la leader della chiesa dire: “Fratello Geremia ha buona levatura e una comprensione autentica”. Volevo incaricare quel fratello di irrigare i nuovi arrivati ma, inaspettatamente, la leader della chiesa ha detto che lo aveva già assegnato al lavoro evangelico. Non potevo più sopportarlo. L’altra volta aveva chiesto a Lisa di predicare il Vangelo. Perché ora vi assegnava anche Geremia? Avevamo bisogno di irrigatori. Così, ne ho parlato con lei. Dopo avermi ascoltata, mi ha detto: “Dato che c’è più bisogno di lui per l’irrigazione, lascerò Geremia a te”. Ma la leader ormai lo aveva assegnato al lavoro del Vangelo; quindi, se avessi insistito per averlo, gli evangelizzatori avrebbero potuto ritenermi un’egoista, una persona che insisteva nel prendersi i membri validi. Così, ho deciso di lasciargli predicare il Vangelo, per dimostrare di possedere buona umanità, altruismo e riguardo verso gli altri. Nel gruppo, ho scritto che Geremia sarebbe stato un buon lavoratore del Vangelo e ho inviato una serie di emoji sorridenti in segno di esultanza. In realtà, era tutta una finzione. Ero di pessimo umore e colma di lamentele. Come poteva la leader pensare che solo il lavoro di evangelizzazione avesse bisogno di buon personale? Non vedeva le nostre reali difficoltà. Più riflettevo, più mi sentivo afflitta.
Qualche giorno dopo, si è verificato un altro episodio: la leader ci ha chiesto un resoconto sul personale coltivato di recente. Ho constatato che i lavoratori del Vangelo coltivavano più persone di noi irrigatori, e non potevo più sopportarlo. La mente mi si è colmata di malcontento e lamentele. Non mi aspettavo che coltivassero così tante persone. Avevo persino permesso loro di tenersi Lisa e Geremia. Era davvero ingiusto! Ora c’erano più lavoratori del Vangelo che addetti all’irrigazione. Pensando all’enorme numero di futuri neofiti e a quanto poco personale avevamo per irrigarli, sentivo un’enorme pressione e un pregiudizio nei confronti della mia leader. Mi sembrava che pensasse solo all’evangelizzazione e che nessuno considerasse l’irrigazione. Più ci pensavo, più mi sentivo triste e non potevo fare a meno di piangere. Guardando il diacono del Vangelo e la leader della chiesa parlare con entusiasmo dei nuovi arrivati nel gruppo, mi sentivo un’estranea. Ero così demoralizzata da voler addirittura lasciare il gruppo. Quel giorno ero così infelice che non sono riuscita a pranzare. Ero sola e in lacrime, distesa sul letto; se avessi continuato così, mi sarei ammalata. Una sorella ha notato il mio stato; mi ha detto che non parlavo direttamente e che simulavo, per indurre gli altri a ritenermi generosa e ad ammirarmi. Dopo il richiamo di quella sorella, ho finalmente iniziato a riflettere su me stessa. Nella parola di Dio, ho letto questi passaggi: “Sapete cos’è veramente un fariseo? Ci sono dei farisei intorno a voi? Perché queste persone vengono chiamate ‘farisei’? Come si descrivono i farisei? Sono persone ipocrite, completamente false, e che mettono su una recita in tutto ciò che fanno. Che tipo di recita mettono su? Fingono di essere buone, gentili e positive. È così che sono in realtà? Assolutamente no. Dato che sono ipocrite, tutto ciò che si manifesta e si rivela in loro è falso; è tutta finzione, non è il loro vero volto. Dov’è celato il loro vero volto? Nel profondo dei loro cuori, costantemente invisibile agli altri. Tutto ciò che manifestano all’esterno è una recita, è tutto falso, ma possono ingannare solo le persone; non sono in grado di ingannare Dio. […] Agli occhi degli altri, individui di questo tipo sembrano molto devoti e umili, ma ciò in realtà è falso; sembrano tolleranti, pazienti e amorevoli, ma in realtà è una messinscena; dichiarano di amare Dio, ma in realtà è una recita. Gli altri li ritengono santi, ma in realtà costoro fingono. Dove è possibile trovare qualcuno che sia veramente santo? La santità dell’uomo è tutta una farsa. È tutta una recita, una finzione. Esteriormente sembrano fedeli a Dio, ma in realtà stanno solo recitando per farsi vedere dagli altri. Quando nessuno guarda, non sono minimamente leali, e tutto ciò che fanno è superficiale. Apparentemente, si sacrificano per Dio e hanno rinunciato alla famiglia e alla carriera. Ma cosa stanno facendo in segreto? Conducono la loro impresa personale e gestiscono la loro personale operazione all’interno della chiesa, approfittando della chiesa e rubando le offerte di nascosto con il pretesto di star lavorando per Dio… Queste persone sono i moderni, ipocriti farisei” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Sei indicatori di crescita nella vita”). “Se quello che persegui e che pratichi è la verità, se la base del tuo parlare e agire sono le parole di Dio e le verità principi, e se puoi offrire agli altri beneficio e guadagno, questo non è forse vantaggioso sia per te che per loro? Se, vivendo limitati dalla mentalità della cultura tradizionale, sia tu che gli altri simulate, e tu offri gentilezze affettate mentre loro fanno mille complimenti, ciascuno simulando per l’altro, allora né tu né loro vi comportate bene. Sia tu che gli altri siete complimentosi e vi impegnate in convenevoli per tutto il giorno, senza pronunciare una sola parola di verità, attuando nella vita solamente il buon comportamento promosso dalla cultura tradizionale. Sebbene tale comportamento sia convenzionale visto dall’esterno, è tutta ipocrisia, un comportamento che abbindola e fuorvia gli altri, che irretisce e inganna le persone, senza che una sola parola sincera venga proferita. Se stringi amicizia con una persona del genere, alla fine sei destinato a essere irretito e ingannato. Non c’è nulla che possa edificarti nel suo buon comportamento. Può insegnarti solo falsità e inganno: tu inganni lei, lei inganna te. Quello che proverai, in definitiva, sarà un estremo svilimento della tua integrità e dignità, che non potrai fare altro che sopportare. Dovrai continuare a porti con cortesia, in un modo istruito e ragionevole, senza cavillare con gli altri o pretendere troppo da loro. Dovrai continuare a essere paziente e tollerante, simulando disinvoltura e una magnanimità di larghe vedute esibendo un sorriso smagliante. Quanti anni di sforzi devono servire per raggiungere questa condizione! Se pretendi da te stesso di vivere davanti agli altri in questo modo, la tua vita non ti sfinirà? Fingere di avere tanto amore, sapendo bene di non averlo: una tale ipocrisia non è cosa facile! Ti sentirai sempre più stanco di comportarti in questo modo come persona; nella prossima vita preferirai rinascere mucca o cavallo, maiale o cane, piuttosto che come essere umano. Tutto ciò ti risulterebbe troppo falso e malvagio” (La Parola, Vol. 6: Riguardo al perseguimento della verità I, “Cosa significa perseguire la verità (3)”). Dio ha rivelato che le persone vivono nell’ipocrisia basata su idee culturali tradizionali, e questo causa solo dolore, depressione e isolamento. Ero profondamente scossa, perché quelle idee mi avevano danneggiata a fondo. Soprattutto quando ho letto: “Fingere di avere tanto amore, sapendo bene di non averlo: una tale ipocrisia non è cosa facile!” mi sono vergognata molto: quelle parole mi descrivevano. Ovviamente non ero molto generosa, ma fingevo di esserlo, così come fingevo di considerare il lavoro della chiesa quando in realtà non era così. Quando a Lisa e Geremia è stato chiesto di predicare il Vangelo, ero chiaramente restia, ma ho forzato un sorriso, e ho persino inviato un messaggio in cui esprimevo la mia felicità per loro. Quanta falsità e finzione! La parola di Dio rivela che i farisei erano ipocriti e simulavano sempre. Esteriormente, avevano una buona umanità, erano tolleranti, pazienti, umili e devoti. In realtà, usavano quei metodi per fuorviare e irretire le persone, per proteggere il loro prestigio e la loro posizione. La loro essenza era di odio verso la verità e Dio, per questo il Signore Gesù li condannò come serpenti e li maledisse. Riflettere su queste cose mi ha spaventata. Ero falsa proprio come i farisei. Più e più volte, nella questione dell’assegnazione del personale, avevo dimostrato di non voler competere, desiderando ottenere in cambio la stima altrui. Dichiaravo di dover mettere sempre gli interessi della chiesa al primo posto, ma in realtà consideravo la mia immagine. Temevo che i lavoratori del Vangelo mi ritenessero egoista e di scarsa umanità, disinteressata al lavoro della chiesa, quindi dovevo trattenermi. Esteriormente, sembravo generosa e magnanima, ma ero colma di dolore e di grande risentimento, e nutrivo persino un pregiudizio nei confronti della leader e del diacono del Vangelo. Tuttavia, tenevo ben nascosti quei pensieri, per convincere i miei fratelli che avessi una buona umanità e fossi capace di sostenere il lavoro della chiesa. Ho riflettuto sulle mie intenzioni e ciò che avevo manifestato, e il mio comportamento mi ha disgustata. Avevo fuorviato e attirato le persone con buone azioni esteriori e mi ero creata una buona immagine: Dio trovava disgustosa e odiosa ogni cosa che avevo detto e fatto.
In seguito, ho ascoltato più volte la comunione di Dio che analizzava la cultura e la virtù tradizionali, e ho iniziato a riflettere su me stessa e su che tipo di idee culturali tradizionali mi controllassero, portandomi a vivere in modo così ipocrita e doloroso. Ho letto alcune parole di Dio: “Nella cultura tradizionale, si narra la storia di Kong Rong che rinunciò alle pere più grandi. Cosa ne pensate: chi non sa comportarsi come Kong Rong non è una brava persona? La gente una volta credeva che chiunque sapesse comportarsi come Kong Rong fosse integerrimo e nobile di carattere, qualcuno che sacrifica i propri interessi per il bene altrui: una brava persona. Il Kong Rong della storia tradizionale è un modello di comportamento che tutti hanno seguito? È un personaggio che occupa di certo un posto nel cuore delle persone? (Sì.) Non è il suo nome a occupare un posto nel cuore delle persone, ma i suoi pensieri e le sue pratiche, la sua moralità e il suo comportamento. La gente stima queste pratiche e le approva, e ammira interiormente la condotta morale di Kong Rong” (La Parola, Vol. 6: Riguardo al perseguimento della verità I, “Cosa significa perseguire la verità (10)”). “L’influenza della cultura tradizionale sugli intellettuali è particolarmente profonda. Non solo essi accettano la cultura tradizionale, ma accolgono anche molte idee e opinioni della cultura tradizionale nei loro cuori e le trattano come cose positive, fino al punto di considerare alcuni detti famosi come motti, e così facendo intraprendono la strada sbagliata nella vita. La cultura tradizionale è rappresentata dalla dottrina confuciana. La dottrina confuciana ha tutto un insieme di teorie ideologiche, promuove principalmente la cultura morale tradizionale ed è stata riverita dalle classi dirigenti delle dinastie nel corso della storia, che veneravano Confucio e Mencio come santi. La dottrina confuciana sostiene che una persona dovrebbe difendere i valori della benevolenza, della giustizia, della correttezza, della saggezza e dell’affidabilità, imparare prima di tutto a essere pacata, composta e tollerante ogni volta che succede qualcosa, mantenere la calma e parlare delle questioni, non litigare né accapigliarsi per le cose, e imparare a essere educatamente accomodante e a guadagnarsi il rispetto di tutti: questo è comportarsi con decoro. Quegli intellettuali si pongono in una posizione più elevata rispetto alla plebe e, ai loro occhi, tutte le persone sono oggetto della loro tolleranza e sopportazione. Gli ‘effetti’ della conoscenza sono piuttosto grandi! Costoro assomigliano enormemente a falsi gentiluomini, non è vero? Chi acquisisce troppa conoscenza diventa un falso gentiluomo. Descrivendo questo gruppo di studiosi raffinati con una sola frase, si tratta di raffinata eleganza accademica. […] Sono specializzati nell’imparare e imitare la raffinata eleganza dei gentiluomini. Con quale tono e modo parlano e discutono insieme? Hanno espressioni facciali particolarmente gentili e parlano in modo educato e riservato. Esprimono solo le proprie opinioni personali e, anche se sanno che quelle degli altri sono sbagliate, non dicono nulla. Nessuno ferisce i sentimenti di nessuno e le loro parole sono estremamente morbide, come se fossero avvolte nell’ovatta per non ferire o irritare nessuno, cosa che fa venire la nausea, l’ansia o la rabbia solo ad ascoltarli. Il fatto è che nessuno ha un’opinione chiara e nessuno cede agli altri. Questi tipi di individui sono molto bravi a camuffarsi. Quando si trovano di fronte anche alla questione più banale, si camuffano e si nascondono, e nessuno di loro dà una spiegazione chiara. Di fronte alla gente comune, che tipo di postura vogliono assumere e che tipo di falsa immagine vogliono dare? In particolare, far vedere alla gente comune che sono dei modesti gentiluomini. I gentiluomini sono una spanna al di sopra degli altri e sono oggetto di venerazione da parte della gente. Le persone pensano che abbiano conoscenze maggiori della gente comune e che capiscano meglio le cose rispetto alla gente comune, quindi tutti si rivolgono a loro ogni volta che hanno un problema. Questo è esattamente l’esito che questi intellettuali vogliono: tutti loro sperano di essere venerati come santi” (La Parola, Vol. 4: Smascherare gli anticristi, “Tema 9: Parte prima”). La parola di Dio descriveva con precisione il mio problema. Perché consideravo quelle buone azioni ipocrite come cose positive da emulare? Perché ero stata influenzata dall’idea culturale tradizionale di Kong Rong che regalava le pere più grandi. Avevo vissuto secondo quell’idea fin da piccola. Per dimostrare di essere una brava bambina, avevo donato molti dei miei giocattoli e delle mie merendine preferiti alle mie sorelle. Anche una volta cresciuta, sono rimasta generosa in ogni cosa. Pur facendolo con riluttanza, pensavo che solo una persona di quel tipo avesse buona umanità e comprendesse le buone maniere, e che quello fosse l’unico modo per ottenere l’ammirazione e il rispetto degli altri, così sopportavo controvoglia. Dopo aver iniziato a credere in Dio, ho continuato a praticare questa nozione tradizionale come verità. In quei due casi di assegnazione del personale, sono stata semplicemente tollerante. C’era un’evidente carenza di addetti all’irrigazione, ma io ho indossato una maschera di altruismo e ho lasciato due persone adatte all’irrigazione a predicare il Vangelo. Questo mi ha fatta apparire molto nobile e generosa, ma in realtà ero così negativa che ho pianto più volte in segreto per la mancanza di personale. Ho sviluppato un pregiudizio nei confronti della leader, e alla fine il lavoro di irrigazione è stato ritardato. Che senso aveva “donare” in quel modo? Per tutelare la mia immagine, ho assunto un atteggiamento nobile come Kong Rong, e non mi importava se il lavoro della chiesa veniva ritardato. Ero un’autentica ipocrita. Se davvero avessi tenuto al lavoro della chiesa, avrei valutato il nostro bisogno di personale in base alle reali esigenze dell’irrigazione, ma per tutelare la mia immagine non ho affatto seguito i princìpi. Anche quando il lavoro di irrigazione risentiva della mancanza di personale, ho continuato “generosamente” a lasciar andare le persone. Mi sono guadagnata la lode degli altri al prezzo di ritardare il lavoro di irrigazione. Non c’è da stupirsi che Dio definisca ipocrita chi agisce così. Il mio comportamento era davvero falso.
In seguito, ho letto delle parole di Dio davvero toccanti. Dio Onnipotente dice: “Dovete sapere chiaramente che qualsiasi tipo di detto riguardante la condotta morale non è la verità, né tanto meno può sostituirsi a essa. Non si tratta nemmeno di cose positive. Ebbene, di cosa si tratta esattamente? Si può dire con certezza che questi detti riguardanti la condotta morale sono falsità eretiche con cui Satana fuorvia le persone. Non sono di per sé la verità realtà che le persone dovrebbero possedere, né sono cose positive che l’umanità normale dovrebbe vivere. Questi detti riguardanti la condotta morale sono contraffazioni, finzioni, falsificazioni e raggiri: sono comportamenti artificiosi e non hanno affatto origine nella coscienza e nella ragione dell’uomo o nel suo pensiero normale. Pertanto, tutti i detti della cultura tradizionale riguardanti la condotta morale sono eresie e fallacie insensate e assurde. Con queste poche condivisioni, i detti di Satana riguardanti la condotta morale sono stati oggi interamente condannati a morte. Se non sono nemmeno cose positive, come mai la gente li accetta? Come si può vivere secondo queste idee e opinioni? Il motivo è che questi detti riguardanti la condotta morale si conformano davvero bene alle nozioni e alle fantasie delle persone. Suscitano ammirazione e approvazione, così gli uomini li accettano nei loro cuori e, sebbene non sappiano metterli in pratica, interiormente li abbracciano e li venerano entusiasticamente. Pertanto, Satana si serve di vari detti riguardanti la condotta morale per fuorviare le persone, per controllare i loro cuori e il loro comportamento, poiché in cuor loro esse venerano e credono ciecamente in ogni tipo di detto riguardante la condotta morale e vorrebbero usare queste affermazioni per simulare maggiore dignità, nobiltà e gentilezza, raggiungendo così il loro obiettivo di essere altamente apprezzate e lodate. Tutti i vari detti riguardanti la condotta morale, in breve, richiedono alle persone di dimostrare una qualche qualità umana o un qualche comportamento nell’ambito della condotta morale. Queste qualità umane e questi comportamenti sembrano molto nobili e vengono rispettati, per cui tutti in cuor loro aspirano moltissimo a ottenerli. Ma ciò che gli uomini non hanno considerato è che questi detti riguardanti la condotta morale non sono affatto i principi di comportamento che una persona normale dovrebbe seguire; al contrario, sono una varietà di comportamenti ipocriti che si possono simulare. Sono deviazioni dai criteri della coscienza e della ragione, deviazioni dalla volontà dell’umanità normale. Satana si serve di detti falsi e fittizi riguardanti la condotta morale per fuorviare le persone, per far sì che venerino lui e i cosiddetti saggi ipocriti, inducendole così a considerare la normale umanità e i criteri per il comportamento umano come cose ordinarie, semplici e persino umili. La gente disprezza queste cose e le disdegna. Questo perché i detti riguardanti la condotta morale sostenuti da Satana sono così piacevoli da sentire e così in linea con le nozioni e le fantasie dell’uomo. Il fatto però è che nessuno di questi detti, qualunque esso sia, è un principio che le persone dovrebbero seguire nel loro comportamento o nei loro rapporti con il mondo. Pensateci bene: non è forse così? In sostanza, i detti riguardanti la condotta morale non sono altro che richieste fatte alle persone di vivere superficialmente una vita più dignitosa e nobile, che permetta loro di essere venerate o elogiate dagli altri anziché essere disprezzate. L’essenza di tali detti mostra che non sono altro che richieste fatte alle persone di dimostrare una buona condotta morale attraverso un buon comportamento, nascondendo e moderando in tal modo le ambizioni e i desideri smodati dell’umanità corrotta, celando la natura essenza malvagie e spregevoli dell’uomo, nonché le rivelazioni di vari tipi di indole corrotta. Il loro scopo è quello di valorizzare l’integrità di qualcuno attraverso comportamenti e pratiche superficialmente buoni, di migliorare l’immagine che gli altri hanno di lui e la stima che il mondo intero prova per lui. Questi punti dimostrano che i detti riguardanti la condotta morale servono a nascondere con comportamenti e pratiche superficiali le opinioni, gli scopi, le intenzioni e i pensieri intimi dell’uomo, il suo volto spregevole, e la sua natura essenza. È possibile riuscire a nascondere queste cose? Il tentativo di nasconderle non le rende forse ancora più evidenti? Ma a Satana questo non interessa. Il suo scopo è nascondere l’orribile volto dell’umanità corrotta e la verità della corruzione dell’uomo. Pertanto, Satana fa sì che le persone adottino le manifestazioni di comportamento della condotta morale per camuffarsi, il che significa che usa le regole e i comportamenti di condotta morale per confezionare un’immagine gradevole dell’esteriorità dell’uomo, valorizzando le qualità umane e l’integrità di qualcuno in modo che possa essere stimato e lodato dagli altri. In sostanza, questi detti riguardanti la condotta morale determinano se una persona è nobile o infima in base alle sue manifestazioni di comportamento e ai suoi criteri morali” (La Parola, Vol. 6: Riguardo al perseguimento della verità I, “Cosa significa perseguire la verità (10)”). Solo dopo aver letto le parole di Dio ho capito che avevo sempre avuto una visione fallace, che consideravo le virtù della cultura tradizionale come un criterio per valutare se una persona avesse buona o cattiva umanità. Ho erroneamente considerato la virtù come verità, convinta che chi ha virtù abbia buona umanità. In realtà, la virtù non è il principio di vita che le persone dovrebbero seguire. È un atto di ipocrisia, e in essenza è una tattica e un metodo che Satana usa per fuorviare e corrompere le persone. Satana usa la cultura tradizionale per inculcare agli uomini norme morali da seguire. Così, essi usano le buone azioni esteriori per simulare e nascondere la loro corruzione e spregevolezza interiore al fine di indurre gli altri a stimarli; di conseguenza, le persone diventano sempre più ipocrite e ingannevoli. Ho visto che anch’io ero così. Consideravo le virtù della cultura tradizionale come criterio per le mie azioni. Apparentemente, non ero competitiva e andavo d’accordo con gli altri, ma in realtà mi costringevo a compiere buone azioni per fare buona impressione sugli altri e per difendere la mia immagine nei loro cuori. Tuttavia, dichiaravo di considerare il lavoro della chiesa. Ero così ingannevole!
Poi, ho letto nella parola di Dio: “Una persona che comprende la verità dovrebbe analizzare le varie dichiarazioni e richieste della cultura tradizionale riguardanti la condotta morale. Dovresti analizzare quale di esse ti sta più a cuore e a quale ti aggrappi continuamente, quale ti fa sempre da base e criterio per valutare persone e cose, per comportarti e per agire. Poi, dovresti confrontare le cose a cui ti aggrappi con le parole e i requisiti di Dio e vedere se questi aspetti della cultura tradizionale si oppongono alle verità espresse da Dio o sono in conflitto con esse. Se rilevi davvero un problema, devi subito analizzare in cosa esattamente questi aspetti della cultura tradizionale sono sbagliati e assurdi. Quando avrai le idee chiare su tali questioni, saprai cos’è la verità e cos’è la falsità; avrai un percorso di pratica e sarai in grado di scegliere il cammino da percorrere. Ricerca la verità in questo modo e sarai in grado di rettificare i tuoi comportamenti” (La Parola, Vol. 6: Riguardo al perseguimento della verità I, “Cosa significa perseguire la verità (5)”). Dalla parola di Dio, ho capito che, se non si vuole vivere secondo queste idee tradizionali, per prima cosa bisogna discernerle e analizzarle, scoprire in cosa sono sbagliate e assurde, come violano la verità e quali conseguenze comporta vivere basandosi su di esse. Solo quando si ottiene chiarezza si è in grado di abbandonarle e di accettare la verità. Ho iniziato a chiedermi: il “donare” di Kong Rong che regalava le pere più grandi è conforme alle verità princìpi? Questo “donare” è uno dei requisiti che Dio ha per l’umanità normale? Coloro che tollerano tutto sono davvero delle brave persone? La mia cieca tolleranza aveva causato una grave carenza di addetti all’irrigazione. Per mostrare generosità e tolleranza in ogni cosa, ho detto molte bugie ipocrite. Essere educata con queste idee tradizionali, invece di rendermi una brava persona, mi aveva resa ipocrita e ingannevole. Quando ho ottenuto l’alta considerazione degli altri, non ne ero felice, anzi, sono diventata sempre più depressa e scontenta. Ecco a quali conseguenze mi ha portata l’adorazione della cultura tradizionale. Se Dio non avesse rivelato l’essenza della cultura tradizionale, sarei rimasta cieca per tutta la vita. Non potevo smettere di ringraziare Dio per aver espresso la verità e analizzato quelle idee tradizionali, per avermi permesso di aprire gli occhi.
In seguito, ho pensato: “Dato che la virtù di Kong Rong del regalare le pere più grandi era solo un comportamento esteriore e non significa che avesse una buona umanità, che cos’è davvero la buona umanità?” Nella parola di Dio, ho letto: “È necessario un criterio per avere una buona umanità. Non è questione di intraprendere la via della moderazione, non aderire ai principi, sforzarti di non offendere nessuno, cercare di ingraziarti tutti, essere mellifluo e untuoso con chiunque incontri e fare in modo che tutti parlino bene di te. Non è questo il criterio. Allora qual è il criterio? È essere in grado di sottomettersi a Dio e alla verità. È trattare il proprio dovere e ogni genere di persone, eventi e cose secondo i principi e con un senso di responsabilità. Questo è ben visibile a tutti; ognuno lo ha chiaro nel proprio cuore. Inoltre Dio sottopone a scrutinio il cuore degli esseri umani e ne conosce la situazione, uno per uno; chiunque sia, nessuno può imbrogliare Dio. Alcuni si vantano continuamente di possedere una buona umanità, di non parlare mai male degli altri, di non danneggiare mai gli interessi degli altri e affermano di non aver mai bramato la proprietà altrui. Quando c’è una disputa di interessi, addirittura preferiscono subire una perdita piuttosto che approfittare degli altri, e tutti li reputano delle brave persone. Però, nello svolgere il loro dovere nella casa di Dio sono scaltri e viscidi e tramano sempre per il proprio tornaconto. Non pensano mai agli interessi della casa di Dio, non considerano mai urgenti le cose che Dio considera urgenti né pensano come pensa Dio, e non sono mai capaci di accantonare i propri interessi per compiere il proprio dovere. Non rinunciano mai ai propri interessi. Anche quando vedono persone malevole commettere il male, non le smascherano; non hanno principi di alcun genere. Che tipo di umanità è questa? Non una buona umanità. Non prestare attenzione a ciò che dicono tali persone; devi vedere che cosa vivono, cosa rivelano e qual è il loro atteggiamento quando svolgono il loro dovere, nonché qual è lo stato in cui si trovano e cosa amano. Se il loro amore per la fama e il guadagno supera la lealtà verso Dio, supera gli interessi della casa di Dio o supera la considerazione che tali persone dimostrano nei confronti di Dio, allora persone simili sono forse dotate di umanità? No, non sono persone dotate di umanità. Il loro comportamento può essere visto dagli altri e da Dio. È molto difficile che persone del genere acquisiscano la verità” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Dando il proprio cuore a Dio si può ottenere la verità”). Dalla parola di Dio, ho capito che una persona realmente dotata di buona umanità ama la verità e le cose positive, è responsabile nei suoi doveri, si attiene alle verità princìpi e sostiene il lavoro della chiesa. Coloro che esteriormente non offendono nessuno, tollerano ciecamente e senza princìpi, e preferiscono subire una perdita piuttosto che approfittare degli altri, anche se esteriormente hanno un buon carattere, nei loro doveri cercano sempre di proteggere i propri interessi, non praticano mai la verità e non tengono mai conto del lavoro della chiesa. Queste persone non hanno affatto una buona umanità. Non volevo più vivere secondo la cultura tradizionale e apparire in superficie come una brava persona. Volevo vivere una sembianza umana in linea con i requisiti di Dio.
Leggendo la parola di Dio, ho trovato un cammino di pratica. Dio dice: “Devi cercare la verità per risolvere qualsiasi problema che si presenti, qualunque esso sia, e non camuffarti in nessun modo e non indossare una maschera con gli altri. Le tue mancanze, le tue carenze, i tuoi difetti, la tua indole corrotta: sii completamente aperto su tutto questo e condividilo con gli altri. Non tenertelo dentro. Imparare ad aprirti è il primo passo per avere accesso alla vita, ed è il primo ostacolo, il più difficile da superare. Una volta che l’avrai superato, entrare nella verità sarà facile. Cosa significa compiere questo passo? Significa che stai aprendo il tuo cuore e mostrando tutto ciò che hai, che sia buono o cattivo, positivo o negativo; che ti stai mettendo a nudo per gli altri e perché Dio lo veda; che non stai nascondendo nulla a Dio, che non Gli celi nulla, che non metti su alcuna maschera, senza propensione all’inganno né trucchi, e sei parimenti aperto e onesto con le altre persone. In questo modo vivi nella luce, e non solo Dio ti sottoporrà a scrutinio, ma gli altri potranno vedere che agisci secondo principio e con una certa trasparenza. Non hai bisogno di proteggere con ogni mezzo la tua reputazione, la tua immagine e il tuo prestigio, né hai bisogno di coprire o camuffare i tuoi errori. Non serve che ti impegni in questi sforzi inutili. Se riesci ad abbandonare queste cose, sarai molto rilassato e vivrai senza vincoli né dolore, interamente nella luce” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Parte terza”). Dalla parola di Dio, ho capito che non dovevo simulare per fornire agli altri un’immagine falsa. Al contrario, dovevo essere sincera, semplice e diretta, e aprirmi e fare comunione riguardo ai miei problemi o difficoltà, in modo che i miei fratelli e sorelle potessero aiutarmi meglio. Quando non l’ho fatto, quando ho tollerato ciecamente le cose e ho simulato, tutti hanno creduto che non ci fosse carenza di irrigatori e pensato che il lavoro stesse andando bene. Ma in realtà io soffrivo e il lavoro della chiesa ne veniva danneggiato. Così, ho praticato consapevolmente in linea con la parola di Dio e ho comunicato chiaramente le difficoltà ai miei fratelli e sorelle. In seguito, tutti hanno messo a disposizione del personale capace di svolgere il lavoro di irrigazione. Questo mi ha fatto capire quanto sia facile e piacevole praticare in linea con la parola di Dio. Vivendo secondo la cultura tradizionale, ci corrompiamo sempre di più, diventiamo via via più falsi e ingannevoli e sempre più infelici. Solo praticare la verità ci permette di vivere una sembianza umana, di diventare davvero delle brave persone, e di sperimentare pace e gioia autentiche. Lode a Dio!