17. Cosa si nasconde dietro i sentimenti di inferiorità?
Quando ho iniziato a lavorare come leader, ero in coppia con la sorella Chen Xiao. Quando ho visto che aveva una buona levatura ed era audace e risoluta nel suo lavoro, mentre io ero inarticolata, avevo una personalità sottomessa e possedevo una comprensione parziale e imbarazzante delle competenze necessarie per il mio lavoro, mi sono sentita inferiore e non qualificata per essere una leader. Dopo aver osservato come Chen Xiao abilmente condivideva e gestiva ogni tipo di problematica mentre io me ne stavo seduta in disparte con imbarazzo, mi sentivo ancora più sicura di non avere quello che serviva e mi sentivo sempre più abbattuta. Sono rimasta in questo stato per diversi mesi. In seguito, ho continuato a prestare servizio come leader della chiesa, ma mi è stata affidata una nuova compagna di nome Li Xue. Quando ho visto che era bella, raffinata, capace ed esperta e dava l’impressione generale di una donna di successo e professionale, mentre io parlavo senza sicurezza, senza determinazione, spesso diventavo ansiosa e chiusa in presenza di persone che non conoscevo o in situazioni con grandi gruppi di persone, e non avevo la minima parvenza di leader, non potevo fare a meno di sentirmi abbattuta. Ogni volta che Li Xue tornava da una riunione, raccontava candidamente di come si era informata con i fratelli e le sorelle sulle loro condizioni attuali e di come aveva condiviso usando le parole di Dio per eliminare i loro problemi e raccontava del rispetto che tutti i fratelli e le sorelle avevano per lei. Quando parlava di queste cose, era sempre raggiante di gioia. Nonostante abbia notato che Li Xue sembrava darsi un po’ importanza, ritenevo che le sue rivelazioni occasionali di corruzione non fossero un grosso problema, dato che aveva una buona levatura e una buona capacità di lavoro, ed era in grado di risolvere i problemi. Io non ero all’altezza, pensavo di non avere la sua risolutezza. In seguito, quando ho riscontrato dei problemi, mi sono sentita piccola e mi sono ritirata, credendomi incapace e non osando offrire la mia condivisione. A poco a poco, il mio stato peggiorava sempre di più, e mi convincevo sempre più di essere di scarsa levatura, di non avere la verità realtà e di non essere tagliata per essere una leader. Mi crogiolavo in quello stato di sconforto emotivo e mi limitavo a sbrigare il mio dovere. Poiché fallivo continuamente nel cercare la verità e non riuscivo a tirarmi fuori dal mio crollo negativo, non è passato molto tempo prima che venissi destituita. Un anno dopo, i miei fratelli e le mie sorelle mi hanno scelta di nuovo per prestare servizio come leader. Sono stata messa in coppia con la sorella Wu Fan e ho notato subito che aveva una buona levatura e una buona capacità di lavoro, e per lo più ogni volta che lavoravamo insieme, lei assumeva un ruolo di guida. Una volta in particolare, quando abbiamo ospitato una riunione, Wu Fan ha fatto la maggior parte della condivisione e anche i fratelli e le sorelle hanno partecipato con entusiasmo. Per quanto riguarda me, volevo partecipare alla condivisione, ma temevo che non sarei stata in grado di condividere in modo efficace e così ho finito per non dire niente, per evitare l’imbarazzo. Dopo la riunione mi sono sentita piuttosto abbattuta e ho pensato di non essere ancora tagliata per essere una leader. Volevo solo svolgere qualche dovere legato agli affari generali come lavoratrice e non volevo più essere una leader.
Un giorno ho raccontato il mio stato ad alcune sorelle e una di loro mi ha ricordato che sarebbe stato molto pericoloso per me se non avessi risolto il mio stato tempestivamente e che avevo davvero bisogno di dedicare un po’ di tempo alla riflessione. Solo allora ho acquisito un po’ di consapevolezza di me stessa: “Perché sono così abbattuta? Perché non ho la minima determinazione a sforzarmi di migliorare?” Nei giorni seguenti, ho pregato incessantemente Dio, implorandoLo di guidarmi a comprendere il mio stato e a uscire dal mio scoraggiamento. In seguito, mi sono imbattuta in questo passo delle parole di Dio: “Vi sono individui che da bambini avevano un aspetto ordinario, si esprimevano male e non erano molto acuti; di conseguenza gli altri, in famiglia e nell’ambiente sociale, emettevano su di loro giudizi piuttosto negativi, dicendo cose come: ‘Questo bambino è ottuso, lento e parla male. Guarda i figli degli altri, che parlano tanto bene da incantare chi hanno intorno, mentre questo bambino tiene continuamente il broncio. Quando incontra qualcuno non sa cosa dire, non sa come spiegarsi o giustificarsi dopo aver fatto qualcosa di sbagliato e non sa intrattenere la gente. È un idiota’. Lo dicono i genitori, lo dicono i parenti e gli amici, e lo dicono anche gli insegnanti. Questo ambiente esercita una certa pressione invisibile su questi individui. Attraverso l’esperienza di tali ambienti, essi sviluppano senza rendersene conto un certo tipo di mentalità. Quale? Pensano di non essere attraenti, di non risultare molto graditi e che agli altri non faccia mai piacere vederli. Credono di non essere portati per lo studio, di essere lenti, e si sentono sempre in imbarazzo ad aprire la bocca e a parlare davanti agli altri. Si vergognano troppo per ringraziare quando gli altri danno loro qualcosa, pensando tra sé e sé: ‘Perché sono sempre così impacciato nell’esprimermi? Perché gli altri parlano così bene? Sono solo uno stupido!’ Inconsciamente pensano di non valere nulla, ma non hanno comunque intenzione di riconoscere di essere così inutili, così stupidi. In cuor loro si chiedono sempre: ‘Sono davvero così stupido? Sono davvero così sgradevole?’ I loro genitori non li amano, e non li amano nemmeno i fratelli e le sorelle, gli insegnanti o i compagni di classe. E di tanto in tanto i loro familiari, i loro parenti e i loro amici dicono di loro: ‘È basso, ha gli occhi e il naso piccoli e con un aspetto del genere non avrà successo da grande’. Così, quando si guardano allo specchio, vedono che hanno davvero gli occhi piccoli. In questa situazione l’ostilità, l’insoddisfazione, la riluttanza e la mancanza di accettazione che nutrono nel profondo del cuore si trasformano gradualmente in accettazione e riconoscimento delle proprie manchevolezze, delle proprie carenze e dei propri problemi. Sebbene riescano ad accettare questa realtà, nel profondo del loro cuore sorge un’emozione persistente. Come si chiama questa emozione? Inferiorità. Coloro che si sentono inferiori non sanno quali sono i loro punti di forza. Pensano di risultare sgradevoli, si sentono sempre stupidi e non sanno come affrontare le cose. In breve si sentono del tutto incapaci, poco attraenti, privi di intelligenza e lenti nel reagire. Non si distinguono rispetto agli altri e non ottengono buoni voti negli studi. Se qualcuno cresce in un ambiente del genere, questa mentalità di inferiorità prende gradualmente il sopravvento. Si trasforma in una sorta di emozione persistente che ti si aggroviglia al cuore e ti riempie la mente. Indipendentemente dal fatto che tu sia già cresciuto, che sia uscito nel mondo, che ti sia sposato e che ti sia affermato nella carriera e indipendentemente dal tuo prestigio sociale, questo sentimento di inferiorità seminato nell’ambiente in cui sei cresciuto è impossibile da estirpare. Anche dopo aver iniziato a credere in Dio ed esserti unito alla chiesa, continui a credere di avere un aspetto mediocre, di possedere una scarsa levatura intellettuale, di esprimerti male e di non saper fare nulla. Pensi: ‘Mi limiterò a fare quello che posso. Non ho bisogno di aspirare a essere un leader né di perseguire verità profonde; mi accontenterò di essere il meno importante e lascerò che gli altri mi trattino come preferiscono’. Quando emergono anticristi e falsi leader, senti di non saperli discernere né smascherare e di non essere tagliato per farlo. Ritieni che ti basterà non essere un falso leader o un anticristo, non causare intralci e disturbi e saper restare al tuo posto. Nel profondo del cuore ritieni di non essere abbastanza bravo e di non essere all’altezza degli altri, hai l’impressione che gli altri possono forse essere oggetto di salvezza mentre tu, nel migliore dei casi, sei un servitore, e quindi non ti senti all’altezza di perseguire la verità. A prescindere da quanta verità sei in grado di comprendere, continui a pensare che, visto che Dio ti ha predestinato ad avere la levatura e l’aspetto che possiedi, allora forse ti ha predestinato a essere solo un servitore, e che non hai nulla a che fare con il perseguire la verità, con il diventare un leader, con l’assumere una posizione di responsabilità o con l’essere salvato; sei invece disposto a essere la persona più insignificante” (La Parola, Vol. 6: Riguardo al perseguimento della verità I, “Come perseguire la verità (1)”). Riflettendo sulle parole di Dio, mi sono resa conto che ero legata a sentimenti di inferiorità. Fin da quando ero piccola, avevo sempre pensato di avere un aspetto mediocre, di essere inarticolata, di avere una personalità sottomessa, spesso mi sentivo abbattuta e inibita e soffrivo di un brutto complesso di inferiorità. Ho avuto lo stesso problema durante la mia carriera nel mondo: i miei colleghi erano eloquenti, abili nell’adulazione, risoluti nella gestione dei dipendenti, e alcuni erano anche molto stimati dai loro superiori. Al contrario, io ero inarticolata, incapace di mantenere buoni rapporti con i vari reparti, mancavo di fiducia e risolutezza nel mio lavoro, e quando si verificavano problemi sulla linea di produzione, altri avrebbero usato le loro conoscenze e detto le cose giuste per eliminare il problema, ma io no; non riuscivo a parlare, il problema rimaneva irrisolto e io mi chiudevo in bagno a piangere. Dopo essermi unita alla fede, sono diventata invidiosa dei miei fratelli e sorelle che erano più istruiti di me, avevano una buona levatura, ed erano sicuri e coraggiosi nel loro lavoro. Sentivo di non essere alla loro altezza e mi sentivo piuttosto limitata. Di conseguenza, ero spesso negativa, chiusa, evitante e soffrivo di un senso di inferiorità. Ecco come è andata durante le mie collaborazioni con Chen Xiao e Li Xue: siccome parlavano bene e avevano una buona levatura e una buona capacità lavorativa mi sentivo inferiore rispetto a loro. Non ho nemmeno pensato che si trattasse di un problema quando ho osservato Li Xue che si vantava di sé stessa, l’ho visto come un segno della sua risolutezza nel lavoro. Ero impantanata in questo sentimento di inferiorità, il mio stato peggiorava continuamente, non svolgevo bene il mio dovere e alla fine sono stata destituita. Nonostante fossi stata scelta ancora una volta dai miei fratelli e sorelle per servire come leader, nel profondo mi sentivo ancora inferiore e mi ritenevo di scarsa levatura, incapace di fare qualcosa di buono, destinata a essere un operaio e credevo che non avrei raggiunto la salvezza. Mi sono resa conto di essere stata profondamente incatenata e legata a sentimenti di inferiorità. Ho pensato a come Dio si sia incarnato e abbia sopportato ogni sorta di sofferenza per salvare l’umanità, esprimendo continuamente la verità, irrigando e nutrendo la specie umana affinché sempre più persone possano ricevere la Sua grazia salvifica, raggiungere la salvezza e sopravvivere alle calamità. Se le persone perdessero questa opportunità, affronterebbero inevitabilmente le successive calamità e la punizione eterna. Non capivo le intenzioni di Dio, ero impantanata nella negatività e nell’incomprensione e mi ero già rassegnata all’idea che non avrei raggiunto la salvezza. Non volevo nemmeno sforzarmi e perseguire la verità; ero così ribelle e le mie azioni facevano male a Dio. Dopo aver realizzato tutto questo, mi sono sentita molto colpevole e in debito con Dio; non potevo continuare a crogiolarmi nello scoraggiamento, così ho pregato Dio: “O Dio! Sono pronta a pentirmi con Te. Ti prego, guidami fuori da questi sentimenti negativi di inferiorità”.
In seguito, mi sono imbattuta in questo passaggio delle parole di Dio: “Per concludere, c’è qualcosa che vorrei dirvi: non lasciare che un’emozione minima o un’emozione semplice, insignificante ti rendano schiavo per il resto della tua vita tanto da influire sul tuo raggiungimento della salvezza e distruggere la tua speranza di essere salvato; capito? (Sì.) Questa tua emozione non solo è negativa; per essere più precisi, in realtà è in contrasto con Dio e con la verità. Potresti pensare che sia un’emozione che rientra nella normale umanità, ma agli occhi di Dio non si tratta di una semplice questione di emozioni, bensì di un metodo per opporsi a Lui. È un metodo caratterizzato dalle emozioni negative che le persone usano per opporsi a Dio, alle Sue parole e alla verità. Spero quindi che, partendo dal presupposto che tu voglia perseguire la verità, esaminerai a fondo te stesso per vedere se ti stai aggrappando a queste emozioni negative, se ti stai opponendo ostinatamente e stupidamente a Dio e se sei in competizione con Lui. Se appuri la risposta attraverso tale esame, se acquisisci chiarezza e una chiara consapevolezza, allora ti chiedo innanzitutto di abbandonare queste emozioni. Non averle a cuore e non aggrappartici, poiché distruggeranno te, la tua destinazione, e l’opportunità e la speranza che hai di perseguire la verità e di ottenere la salvezza” (La Parola, Vol. 6: Riguardo al perseguimento della verità I, “Come perseguire la verità (1)”). Questo passaggio ha avuto un impatto profondo su di me. In passato, non avevo mai pensato che le emozioni negative costituissero un problema serio. Leggendo la dissezione di Dio, mi sono resa conto che l’essenza del vivere in uno stato di emozioni negative è in opposizione a Dio e alla verità. Se non avessi risolto questo problema, avrei perso ogni possibilità di raggiungere la salvezza. Ho ripensato agli anni in cui ho vissuto con questo senso di inferiorità: non appena incontravo un fratello o una sorella con più talento, e di maggior levatura e capacità di lavoro rispetto a me, mi sentivo inferiore, cadevo nello scoraggiamento, mi opponevo e mi sentivo insoddisfatta della realtà della mia situazione, non ero disposta ad affrontare e riconoscere la mia situazione e mi sentivo impotente. Non mi sono preoccupata di considerare come avrei potuto imparare dai punti di forza di altri o come collaborare con loro per fare bene il mio dovere, invece incolpavo Dio per la mia levatura, i doni e la mancanza di risolutezza che Lui mi aveva dato. Vivevo in un perenne stato di negatività, protestando silenziosamente contro Dio e a volte non volevo nemmeno fare il mio dovere. In questi anni sono stata legata a un sentimento di inferiorità nella mia fede e spesso cadevo in crisi di scoraggiamento e passività. Mi mancava la volontà di perseguire la verità e mi accontentavo di fare qualche sforzo e di continuare passivamente. Di conseguenza, nonostante avessi sempre svolto i miei doveri credendo in Dio e avessi avuto molte opportunità di praticare, i miei progressi nella vita erano minimi: ero pietosa e impoverita come sempre. L’opera di Dio era quasi giunta al termine e avevo perso innumerevoli opportunità di raggiungere la verità e la mia vita aveva subito delle perdite. Se non avessi cambiato il mio stato, avrei rovinato ogni possibilità di raggiungere la salvezza. Così ho pregato Dio, cercando di capire quali indoli corrotte si celassero dietro il mio senso di inferiorità.
In seguito, mi sono imbattuta in questo passo delle parole di Dio: “Invece di ricercare la verità, la maggior parte delle persone ha secondi fini personali e meschini. I loro interessi, la loro reputazione e il posto o la posizione che occupano nella mente degli altri sono di grande importanza per loro. Queste sono le uniche cose che hanno a cuore. Si aggrappano a queste cose con una presa ferrea e le considerano la loro stessa vita. E il modo in cui sono viste o trattate da Dio è di secondaria importanza; per il momento, lo ignorano; per il momento, considerano solamente se siano i capi del gruppo, se le altre persone le ammirino e se le loro parole abbiano un peso. La loro principale preoccupazione è rivestire tale posizione. Quando si trovano in un gruppo, quasi tutte le persone cercano questo tipo di posizione, questo tipo di opportunità. Se sono molto talentuose, naturalmente vogliono essere il capobranco; se dotate di media abilità, vorranno comunque occupare una posizione più alta all’interno del gruppo; e se occupano una posizione bassa nel gruppo, essendo di levatura e abilità medie, anche loro vorranno che gli altri le ammirino, non vorranno essere guardate dall’alto in basso. La reputazione e la dignità di queste persone tracciano il loro confine: devono mantenersi saldamente attaccate a queste cose. Possono non avere integrità, e non possedere né l’approvazione né l’accettazione di Dio, ma non possono assolutamente perdere il rispetto, il prestigio o la stima che hanno lottato per ottenere in mezzo agli altri: questa è l’indole di Satana. Tuttavia, le persone non hanno consapevolezza di ciò. Credono di doversi aggrappare fino alla fine a questo scampolo di reputazione. Non sono consapevoli del fatto che solo quando abbandoneranno e metteranno da parte completamente queste cose vane e superficiali diventeranno delle vere persone. Se le persone difendono come la vita queste cose che andrebbero scartate, la loro vita è perduta. Non sanno cosa c’è in gioco. E così, quando agiscono, trattengono sempre qualcosa, cercano sempre di proteggere la propria reputazione e il proprio prestigio, li mettono al primo posto, parlando solo per i propri fini, per la propria difesa pretestuosa. Tutto quello che fanno lo fanno per sé stessi. Si precipitano su qualsiasi cosa che risalti, facendo sapere a tutti che vi hanno preso parte. In realtà non vi hanno niente a che fare, ma non vogliono mai essere lasciati in secondo piano, hanno sempre paura che gli altri li guardino dall’alto in basso, hanno sempre paura che gli altri dicano che non valgono niente, che non sono in grado di fare nulla, che non posseggono capacità. Tutto questo non è forse guidato dalla loro indole satanica? Quando riuscirai a rinunciare a cose come la reputazione e il prestigio, sarai molto più rilassato e libero; avrai intrapreso la strada dell’onestà. Ma per molti ciò non è facile da realizzare” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Parte terza”). Leggendo le parole di Dio, ho capito che non soffrivo di sentimenti di inferiorità a causa della mia scarsa levatura, o perché ero inarticolata e di aspetto mediocre, ma piuttosto perché Satana mi aveva fatto il lavaggio del cervello con alcune opinioni sbagliate riguardo il mio perseguimento. Davo troppa importanza alla reputazione e allo status. Ero stata influenzata inconsciamente dai veleni satanici come “Mentre l’uomo si affanna verso l’alto, l’acqua scorre verso il basso”, “Le persone hanno bisogno dell’orgoglio proprio come un albero della corteccia” e “L’uomo lascia il proprio nome ovunque vada, così come l’oca emette il suo grido ovunque voli”. Niente era più importante per me della reputazione, dello status e del rispetto degli altri; pensavo che solo ottenendo queste cose avrei vissuto una vita significativa e di valore. Nella mia carriera nel mondo, sono sempre stata invidiosa dei colleghi che erano intelligenti e acuti, articolati, abili nel trattare con gli altri e che ottenevano il riconoscimento e l’apprezzamento dei loro superiori. Anch’io volevo essere apprezzata dai miei superiori come i miei colleghi. Ma mi sentivo inferiore perché avevo un aspetto mediocre, ero inarticolata e non ero brava a creare relazioni. Quando incontravo dei problemi, non lo dicevo ai miei colleghi, ma sceglievo invece di chiudermi in un bagno a piangere da sola. Temevo che se qualcun altro fosse venuto a conoscenza dei miei problemi, mi avrebbe guardato dall’alto in basso e avrebbe pensato male di me. Ho sofferto molto in quel periodo. Dopo aver riposto la mia fede in Dio, ho continuato a vivere secondo il punto di vista dei non credenti, pensando che per servire come leader o supervisore si dovesse avere l’aria di una leader, parlare con risolutezza, essere una figura di spicco, essere in grado di prendere accordi e avere una buona capacità di lavoro, e che in questo modo, ovunque andassero, sarebbero stati rispettati, avrebbero potuto farsi conoscere e sarebbero stati molto apprezzati. Quando vedevo che i fratelli e le sorelle con cui facevo coppia erano più capaci di me, parlavano con convinzione e avevano una buona capacità di lavoro, pensavo di essere una delusione sotto ogni aspetto. Dal momento che non riuscivo a ottenere il rispetto degli altri, non ero molto considerata e il mio desiderio di reputazione e di status non erano soddisfatti, non volevo più servire come leader e desideravo solo allontanarmi da quell’ambiente e unirmi a un altro gruppo di persone. Ho pensato che questo mi avrebbe permesso di evitare di esporre le mie debolezze e incapacità e non sarei stata guardata dall’alto in basso dai miei colleghi. Riflettendo su tutto questo, mi sono resa conto che i veleni di Satana avevano già messo radici profonde nel mio cuore. Cercavo lo status e il rispetto e l’ammirazione degli altri, vedendoli come cose positive. Non appena i miei desideri personali non venivano soddisfatti, non mi sentivo più in grado di fare il mio dovere, diventavo negativa e antagonista e non ero in grado di sottomettermi alla sovranità e alle disposizioni di Dio. Mi sono resa conto di essere stata corrotta troppo profondamente da Satana e che il mio desiderio di reputazione e di status era troppo forte. Se avessi continuato così, Dio si sarebbe disgustato di me e mi avrebbe eliminato. Non ero più disposta a continuare a percorrere la strada sbagliata ed ero pronta a pentirmi con Dio, fare il mio dovere praticamente secondo le richieste di Dio e a sottomettermi alla Sua sovranità e alle Sue disposizioni.
Più tardi, mi sono imbattuta in un altro passo delle parole di Dio: “Quando l’emozione d’inferiorità è profondamente radicata nel tuo cuore, non solo ha un effetto profondo su di te, ma domina anche il modo in cui valuti persone e cose, nonché quello in cui ti comporti e agisci. Quindi, come considerano le persone e le cose coloro che sono dominati dall’emozione d’inferiorità? Si considerano peggiori degli altri, addirittura peggiori degli anticristi. Anche se gli anticristi possiedono un’indole malvagia e scarsa umanità, li considerano comunque persone da emulare e modelli da cui imparare. Addirittura pensano tra sé e sé: ‘Guarda, anche se hanno un’indole cattiva e un’umanità malvagia, possiedono dei doni e sono più abili di me nel lavoro. Riescono a mostrare con disinvoltura le loro capacità davanti agli altri e a parlare di fronte a tante persone senza arrossire né avere il batticuore. Hanno davvero fegato. Non posso essere alla loro altezza. Non ho abbastanza coraggio’. Cosa ha portato a questo? Va detto che uno dei motivi è il fatto che la tua emozione d’inferiorità ha influenzato il tuo giudizio sull’essenza delle persone, così come la tua prospettiva e il tuo punto di vista nel valutare gli altri. Non è così? (Sì.)” (La Parola, Vol. 6: Riguardo al perseguimento della verità I, “Come perseguire la verità (1)”). Riflettendo sulle parole di Dio, mi sono resa conto che i sentimenti di inferiorità possono influenzare il nostro modo di vedere le persone e le cose. Ho riflettuto su come quando ero impantanata in sentimenti di inferiorità mi concentravo solo sui doni, sulla levatura e sulla capacità di parlare e agire con risolutezza delle persone osservabili all’esterno. Questi tratti erano gli standard con cui giudicavo la levatura delle persone, eppure non davo importanza a discernere la loro umanità, la loro essenza e i sentieri che percorrevano. Ho pensato a quando ho fatto coppia con Li Xue, ho osservato solo come era articolata, parlava e agiva con determinazione, ma non ho dato importanza al discernimento del suo comportamento. Ho persino pensato che, a differenza mia, lei avesse un capitale, per cui era normale che si desse importanza. Ero terribilmente confusa!
In seguito, ho iniziato a chiedermi se misurare la levatura delle persone in base alla loro articolazione, alle loro doti, alla risolutezza nel parlare e alla capacità di lavoro fosse il modo più accurato. Mi sono quindi imbattuta in questo passo delle parole di Dio: “Come valutiamo la levatura delle persone? Il modo appropriato per farlo è guardare il loro atteggiamento verso la verità e vedere se siano in grado di comprenderla oppure no. Taluni riescono ad apprendere molto rapidamente alcune specializzazioni ma, quando sentono la verità, vanno in confusione e si appisolano. In cuor loro sono confusi, nulla di ciò che ascoltano entra loro nella testa, e non capiscono cosa stanno ascoltando; è in questo che consiste la scarsa levatura. Nel caso di alcuni individui, quando dici loro che sono di scarsa levatura, non sono d’accordo. Pensano che essere molto istruiti e colti significhi essere di buona levatura. Un elevato livello di istruzione è forse indice di un’alta levatura? No. Come andrebbe valutata la levatura delle persone? In base al grado in cui esse comprendono le parole di Dio e la verità. È questo il modo più accurato per farlo. Alcuni sono eloquenti, perspicaci e particolarmente abili a gestire gli altri; quando ascoltano i sermoni, tuttavia, non sono mai in grado di capire nulla e, quando leggono le parole di Dio, non le comprendono. Quando parlano della loro testimonianza esperienziale, pronunciano sempre parole e dottrine, rivelando di essere semplici dilettanti e dando agli altri l’impressione di non avere alcuna comprensione spirituale. Queste sono persone di scarsa levatura. Simili individui hanno dunque le competenze per lavorare per la casa di Dio? (No.) Perché? (Non hanno le verità principi.) Esatto, questa è una cosa che ormai dovreste capire” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Per adempiere bene il proprio dovere, è fondamentale capire la verità”). Attraverso la lettura delle parole di Dio, ho imparato che non si dovrebbe misurare la levatura delle persone in base a quanto sono istruite, a quali doni possiedono che sono osservabili esteriormente, a quanto possano essere veloci o articolate, ma piuttosto in base alla capacità di comprendere accuratamente le parole di Dio e se sono in grado di comprendere la realtà delle Sue parole – cioè se sono in grado di comprendere le intenzioni di Dio attraverso le Sue parole e conoscere la propria indole corrotta ed essenza attraverso le parole di Dio. Ho pensato a come, nonostante Li Xue avesse certe doti, fosse articolata e agisse con determinazione, non era in grado di parlare della vera comprensione di sé stessa o di una testimonianza esperienziale delle parole di Dio. I fratelli e le sorelle avevano sottolineato in più occasioni il suo comportamento autocelebrativo, ma nonostante avesse riconosciuto il problema, non ha mai compreso la natura e le gravi conseguenze di tale comportamento. Mentre faceva il suo dovere, si vantava costantemente e addirittura sminuiva gli altri mentre esaltava sé stessa e a malapena rifletteva o prendeva coscienza di questo problema, anche dopo essere stata destituita. Da ciò ho capito che Li Xue possedeva alcuni doni, ma non era una persona di buona levatura. Ho pensato a come Dio ha analizzato la figura di Paolo. Paolo era dotato, aveva scritto molte lettere e aveva diffuso il Vangelo a molte persone, ma non era in grado di comprendere la verità e alla fine non era stato in grado di riconoscere la sua natura satanica e di resistenza a Dio. Come tale, Paolo non poteva essere considerato di buona levatura. Realizzando tutto questo, mi sono sentita un po’ più lucida. Ho visto che non avevo capito la verità e ho sempre pensato che essere istruiti, articolati e risoluti significasse avere una buona levatura, e che la mancanza di questi tratti fosse segno di scarsa levatura. Di conseguenza, spesso mi definivo una persona di scarsa levatura che non era qualificata per servire come leader o lavoratore. Dopo aver letto le parole di Dio, ho capito che per misurare la levatura di una persona si dovrebbe guardare soprattutto a quanto questa persona comprende le parole di Dio, se è in grado di comprendere la verità e se è in grado di compiere il suo dovere secondo i principi. Il modo più accurato di vedere le persone e le cose è secondo le parole di Dio.
In seguito, mi sono imbattuta in altri due passaggi delle parole di Dio. Dio Onnipotente dice: “Quindi, come puoi valutare e conoscere accuratamente te stesso e affrancarti dalla tua emozione d’inferiorità? Dovresti assumere le parole di Dio come base per acquisire conoscenza di te stesso, imparare a conoscere la tua umanità, la tua levatura e il tuo talento e quali punti di forza possiedi. Per esempio, supponiamo che un tempo ti piacesse cantare e che fossi bravo, ma che alcune persone continuassero a criticarti e a sminuirti, dicendo che eri privo di orecchio e stonato, motivo per cui ora sei convinto di non saper cantare bene e non osi più farlo davanti agli altri. Dato che quella gente mondana, quelle persone confuse e mediocri hanno espresso valutazioni e giudizi inesatti su di te, i diritti che la tua umanità merita sono stati limitati e il tuo talento soffocato. Di conseguenza non hai nemmeno il coraggio di intonare una canzone, e lo trovi solamente per lasciarti andare e cantare ad alta voce quando non c’è nessuno e sei da solo. Poiché di solito ti senti così terribilmente oppresso, in presenza altrui non osi cantare; hai il coraggio di farlo solo quando sei solo, ti godi il momento in cui puoi cantare con voce forte e squillante, e che momento meraviglioso e liberatorio è! Non è così? A causa del male che le persone ti hanno fatto, non sai o non riesci a vedere con chiarezza che cosa sei in grado di fare, in che cosa sei bravo e in che cosa no. In questo tipo di situazione, devi formulare una valutazione accurata e giudicare te stesso correttamente sulla base delle parole di Dio. Dovresti stabilire ciò che hai imparato e quali sono i tuoi punti di forza, e lasciarti andare a fare tutto ciò di cui sei capace; per quanto riguarda ciò che non sai fare, le tue manchevolezze e le tue carenze, dovresti rifletterci su e acquisirne consapevolezza, nonché valutare accuratamente e capire che levatura possiedi, e se è buona o cattiva. Se non riesci a comprendere o a conoscere chiaramente i tuoi problemi, chiedi a quelli intorno a te in possesso di comprensione di formulare una valutazione sul tuo conto. Indipendentemente dal fatto che ciò che dicono sia accurato oppure no, almeno ti darà qualcosa da considerare e a cui fare riferimento, e ti permetterà di ottenere un giudizio o una classificazione basilare di te stesso. Potrai così risolvere il problema essenziale delle emozioni negative come l’inferiorità e liberartene in maniera graduale. Questa emozione d’inferiorità è facile da eliminare se si riesce a discernerla, ad acquisirne consapevolezza e a ricercare la verità” (La Parola, Vol. 6: Riguardo al perseguimento della verità I, “Come perseguire la verità (1)”). “Dio non vuole vederti rinunciare al perseguimento della verità, né vuole vedere l’atteggiamento di chi si considera una causa persa; vuole vedere che, una volta compresi tutti questi fatti reali, tu vai a perseguire la verità in modo più fermo, audace e sicuro, riconoscendo chiaramente che Dio è giusto. Quando arrivi alla fine della tua strada, se avrai raggiunto lo standard che Dio ha stabilito per te e sarai sulla strada della salvezza, Egli non ti abbandonerà” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Solo eliminando le proprie nozioni si può intraprendere il giusto cammino della fede in Dio (2)”). Nelle parole di Dio ho trovato un percorso per eliminare i miei sentimenti di inferiorità. Dovevo vedere le cose secondo le parole di Dio, acquisire una comprensione accurata dei miei punti di forza e di debolezza, fare del mio meglio in ciò che ero in grado di fare, e gestire correttamente e cercare la verità per eliminare ciò che non avevo afferrato o non ero riuscita a realizzare. Ho ripensato a quando ho iniziato a servire come leader e supervisore: all’inizio sono riuscita a svolgere un lavoro reale grazie a una collaborazione diligente, ma poi sono stata destituita perché ero negativa, ho rallentato e ho ottenuto scarsi risultati nel mio dovere a causa della mia indole corrotta. La mia scarsa levatura non è stata certo l’unico motivo per cui sono stata destituita. Infatti, i miei fratelli e le mie sorelle hanno tutti detto che avevo una levatura media, non scarsa. Se lavoravo diligentemente in coppia con altri fratelli e sorelle, ero ancora in grado di portare a termine il lavoro. Dopo aver capito tutto questo, ho acquisito un atteggiamento corretto nei confronti di me stessa. Non avevo una levatura elevata e non riuscivo ad afferrare bene i principi di alcune questioni, ma potevo sempre chiedere aiuto ai miei fratelli e sorelle per compensare le mie mancanze e lavorare sodo per migliorare la mia levatura. In questo modo, sarei stata in grado di fare qualche progresso. Rendendomi conto di ciò, ho trovato un percorso di pratica e mi sono sentita molto più a mio agio. Non ero più disposta a farmi condizionare da sentimenti di inferiorità ed ero pronta a fare bene il mio dovere e a concentrarmi sulla pratica della verità per soddisfare Dio.
In un’occasione successiva, ho partecipato a una riunione di piccolo gruppo con una sorella di nome Xiaoye, che fungeva da supervisore del lavoro testuale. Xiaoye è stata in grado di comunicare le intenzioni di Dio attraverso la sua condivisione sulle Sue parole e integrare le lezioni della sua esperienza personale nella sua condivisione, il che è stato molto istruttivo per i presenti. I fratelli e le sorelle hanno annuito e preso appunti durante la sua condivisione. Vedendo questo, ho iniziato di nuovo a provare quel senso di inferiorità strisciante, sentendo che Xiaoye era più capace di me e più qualificata per servire come leader. Tuttavia, mentre sorgevano questi sentimenti di inferiorità, ho ricordato un passo delle parole di Dio: “Dovresti stabilire ciò che hai imparato e quali sono i tuoi punti di forza, e lasciarti andare a fare tutto ciò di cui sei capace; per quanto riguarda ciò che non sai fare, le tue manchevolezze e le tue carenze, dovresti rifletterci su e acquisirne consapevolezza, nonché valutare accuratamente e capire che levatura possiedi, e se è buona o cattiva” (La Parola, Vol. 6: Riguardo al perseguimento della verità I, “Come perseguire la verità (1)”). Infatti, ognuno ha una levatura e una forza diversa: questo è il risultato della sovranità e delle disposizioni di Dio. A prescindere dalla mia levatura, devo sempre adempiere alle mie responsabilità e ai miei doveri. Non avevo la miglior levatura e non ero così articolata come gli altri ma, purché avessi una certa comprensione ed esperienza delle parole di Dio, dovevo impostare le giuste intenzioni e condividere sulla mia comprensione per compiere le mie responsabilità. È proprio quello che dovrei fare. Dopo aver capito questo, mi sono sentita molto meglio, non ero più influenzata da sentimenti di inferiorità, ero pronta a praticare secondo le parole di Dio, a condividere su tutto ciò che avevo compreso e ad adempiere alle mie responsabilità. In seguito, ho condiviso sulla mia comprensione e conoscenza delle parole di Dio. Quando ho visto che la mia condivisione era benefica e utile per i fratelli e le sorelle, ho ringraziato Dio! Tutto ciò è accaduto attraverso l’illuminazione e la guida della parola di Dio che mi ha permesso di fare progressi e di ottenere ciò che ho.