36. Torturato perché consegnavo dei libri
Una notte d’inverno del 2015, stavo guidando per andare a consegnare alcuni libri delle parole di Dio. Era molto tardi. A una curva su una strada di montagna, ho visto tre auto della polizia di fianco ad alcuni veicoli sottoposti a ispezione a circa un chilometro di distanza. Il mio cuore ha avuto un sussulto: “Oh no! Ho più di cento libri nel camioncino. Se la polizia li trova, sono spacciato”. Ma i fari sono estremamente visibili di notte, quindi, se mi fossi fermato e avessi fatto dietrofront in quel momento, la polizia sarebbe sicuramente venuta a controllarmi. Per di più, nevicava, la strada era scivolosa, ed essendo stretta, era molto difficile tornare indietro: non avevo altra scelta che proseguire. Sentendomi molto agitato, ho subito rivolto una preghiera a Dio, per chiederGli di vegliare sul mio cuore e di aiutarmi a calmarmi. Mi è venuto in mente che avevo con me anche i numeri di cellulare di alcuni fratelli e sorelle, così ho rallentato immediatamente, ho distrutto il cellulare e la scheda SIM e li ho gettati dal finestrino. Quando sono arrivato dove si trovavano gli agenti, uno di loro mi ha chiesto cosa avessi nel camioncino. Ho risposto: “Patate”. In quel momento, altri due agenti si sono avvicinati e sono saliti sul pianale del camioncino. Guardando nello specchietto retrovisore, li ho visti sollevare un sacco di patate dopo l’altro, scoprire le scatole nascoste sotto ed estrarre diversi libri. La mia mente ha cominciato a vorticare e ho pensato: “Ecco, stavolta mi hanno beccato. Quei libri delle parole di Dio sono così importanti, così preziosi per la nostra ricerca della verità! Devo proteggerli, anche a costo della mia vita: non posso lasciare che cadano nelle mani della polizia”. Allora ho ingranato la marcia e ho accelerato a tavoletta. Volevo andare via di corsa ma, siccome la neve rendeva la strada estremamente scivolosa, le ruote hanno sbandato e sono rimasto bloccato. Proprio in quel momento, un agente ha preso qualcosa da un’auto della polizia e l’ha lanciato, rompendo il mio parabrezza. I due agenti ai lati del camioncino si sono avventati sulle portiere e hanno rotto i finestrini, poi hanno aperto le portiere e hanno iniziato a picchiarmi come matti coi manganelli sulla testa e sul corpo, mentre cercavano di tirarmi fuori dal veicolo. Uno di loro è salito e mi ha buttato a terra a calci, mi ha ammanettato ogni mano al relativo piede e mi ha picchiato selvaggiamente. Poiché era inverno, tutti gli agenti indossavano stivali da poliziotto spessi e molto duri. Quando mi hanno preso a calci, è stato come se mi stessero strappando la carne. Poi mi hanno infilato in un’auto della polizia con le mani e i piedi ancora ammanettati, mettendomi nello spazio tra i sedili anteriori e posteriori con la testa rivolta verso il basso. Mi sentivo come se il collo stesse per spezzarsi: provavo così tanto dolore che i vestiti erano completamente zuppi di sudore.
Ero in uno stato di scompiglio interiore. Non sapevo a quale tipo di tortura mi avrebbe sottoposto la polizia. Mi avrebbero picchiato a morte, o reso invalido? Mi avrebbero condannato alla prigione? Avrei mai rivisto la mia famiglia? Più ci pensavo e più ero spaventato. Mentre pensavo a tutto questo, improvvisamente mi sono reso conto che nell’oppressione e nelle avversità, le uniche cose che avevo in mente erano la mia carne e la mia sicurezza, non come rimanere saldo nella mia testimonianza per soddisfare Dio. Ho detto subito una preghiera: “Dio, ho paura di essere picchiato e di essere mandato in prigione. Ti prego, dammi la fede. Voglio rimanere saldo nella mia testimonianza a Te”. Dopo la preghiera, mi sono ricordato di un inno delle parole di Dio:
Le prove richiedono fede
1 Mentre subiscono le prove è normale che gli uomini siano deboli o abbiano in sé della negatività, o manchino di chiarezza riguardo alle intenzioni di Dio o alla loro via della pratica. Ma tu comunque devi avere fede nell’opera di Dio e non rinnegarLo, proprio come Giobbe. […]
2 […] La fede degli uomini è necessaria quando non si può vedere qualcosa a occhio nudo, e la tua fede è necessaria quando non puoi rinunciare alle tue nozioni. Quando non hai chiarezza in merito all’opera di Dio ciò che ti è richiesto è avere fede, prendere una posizione ferma e rimanere saldo nella tua testimonianza. Quando Giobbe arrivò a questo punto, Dio gli apparve e gli parlò. In altre parole, è solo da dentro la tua fede che sarai in grado di vedere Dio e, quando avrai fede, Dio ti porterà a perfezione.
La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Coloro che devono essere resi perfetti devono essere sottoposti a raffinamento”
Allora ho pensato che volevo seguire l’esempio di Giobbe e lasciare tutto nelle mani di Dio. Benché fossi caduto nelle grinfie della polizia, senza il permesso di Dio non potevano togliermi la vita. Dovevo avere fede in Dio e, per quanto grande fosse la mia sofferenza, anche se alla fine fossi morto, dovevo rimanere saldo nella mia testimonianza a Dio e umiliare Satana.
Mi hanno portato a una stazione di polizia, dove due agenti mi hanno trascinato prendendomi ciascuno per un piede. Avendo l’intera schiena rivolta al pavimento, il peso di tutto il corpo era sulle manette, che mi affondavano nella carne dei polsi e delle caviglie. La pressione era talmente forte che mi sembrava che i polsi si stessero spezzando. Mi hanno trascinato in una stanza e scaraventato in un angolo come un sacco. Ogni singola parte di me era così dolorante che facevo fatica a respirare. Dopo un po’ sono arrivati un paio di agenti e hanno iniziato a prendermi a calci in testa e a calpestarmi. Uno ha detto furiosamente: “Pensi di essere così in gamba, visto che osi andare a consegnare libri religiosi? Potrei picchiarti a morte!” Nelle ore successive, degli agenti di polizia hanno continuato ad arrivare, a prendermi a pugni e a calci gridando cose ignobili. Con quegli spessi stivali da poliziotto, ogni singolo calcio era terribilmente doloroso. Avendo le mani e i piedi ammanettati, non c’era modo di evitarli: ho dovuto sopportarli. Mi è tornato in mente un passo della parola di Dio: “Dovresti sapere che questi sono gli ultimi giorni. I diavoli e Satana, come leoni ruggenti, setacciano ogni luogo in cerca di uomini da divorare” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Discorsi di Cristo al principio, Cap. 28”). La Costituzione cinese garantisce chiaramente la libertà di credo e io stavo solo consegnando libri delle parole di Dio. Non avevo infranto alcuna legge, ma la polizia mi aveva arrestato e mi stava minacciando di morte con le sue percosse. Il Partito Comunista è davvero un demone che oppone resistenza a Dio! Mi picchiavano così perché diventassi un giuda e tradissi Dio: non potevo cadere nei tranelli di Satana. Per quanto soffrissi, dovevo affidarmi a Dio, rimanere saldo nella mia testimonianza a Lui e svergognare Satana.
Mi hanno picchiato al punto che per la maggior parte del tempo sono stato semicosciente. Non so quando la polizia mi ha tolto le manette, ma quando ho ripreso conoscenza, ho notato che la mia mano sinistra e il piede sinistro erano legati insieme, così come la mano destra e il piede destro. C’era anche una corda che da dietro il mio collo era avvolta intorno alle cosce più volte. Mi avevano immobilizzato con un nodo stretto, appoggiandomi all’angolo. Mi faceva male tutto il corpo, facevo fatica a respirare e avevo la testa dolorosamente gonfia. Gli agenti continuavano ad arrivare e a picchiarmi senza tregua. A volte due si mettevano ai lati opposti e mi davano calci facendomi oscillare avanti e indietro come un pallone da calcio. Ero stordito. Quando mi colpivano più leggermente, non lo sentivo più. Quando mi colpivano molto forte o in un punto già ferito, percepivo un brivido, come se una corrente elettrica mi attraversasse. Quando mi capitava di riprendere conoscenza, mi rendevo conto che ogni singola parte del mio corpo era dolorante. Sdraiato sul pavimento freddo come il ghiaccio, assetato, affamato e dolorante dappertutto, mi chiedevo quando la polizia avrebbe smesso con quel pestaggio incessante. Sentivo che la morte sarebbe stata meglio di quel tormento, perché almeno non avrei dovuto soffrire così. Nel mio stato di annebbiamento e confusione, all’improvviso mi è venuto in mente con estrema chiarezza un inno intitolato “Seguire Cristo è decretato da Dio”: “Dio ha decretato che dobbiamo seguire Cristo e subire prove e tribolazioni. Se veramente amiamo Dio, dobbiamo sottometterci alla Sua sovranità e alle Sue disposizioni. Subire prove e tribolazioni significa essere benedetti da Dio, e Dio dice che più accidentato è il cammino che percorriamo e più possiamo dimostrare il nostro amore. Il cammino che percorriamo oggi è stato prestabilito da Dio. Seguire il Cristo degli ultimi giorni è la più grande benedizione” (Seguire l’Agnello e cantare dei canti nuovi). Esatto. Quanti cammini dobbiamo percorrere e quanto soffriamo in questa vita è tutto predeterminato da Dio: nessuno può sfuggirvi. Subire questo tipo di oppressione e difficoltà sembrava una cosa negativa in superficie, ma in realtà è stato utile per la mia crescita nella vita e ha potuto aiutarmi a perfezionare la mia fede. Ce l’avevo fatta in una serie di situazioni pericolose prima, quindi pensavo di possedere già statura e fede, di poter soffrire e spendere me stesso per Dio. Ma quando mi sono trovato di fronte al brutale tormento della polizia, avevo paura di essere picchiato fino a morire o a diventare invalido, avevo paura di essere condannato al carcere. Tutto ciò a cui pensavo erano i miei interessi carnali e la mia sicurezza. Quando le cose sono diventate troppo dolorose, ho addirittura desiderato sfuggirvi attraverso la morte. A questo punto mi sono reso conto di quanto fosse pietosa la mia fede, che mi mancava la vera statura e, cosa ancora più grave, mi mancava l’amore per Dio. Difficoltà e oppressione mi hanno anche fatto vedere più chiaramente la natura demoniaca, brutale e malvagia del gran dragone rosso. Il Partito Comunista si vanta all’esterno della sua libertà di credo, ma in realtà arresta e perseguita follemente i credenti e li tratta come nemici. Tutti noi siamo stati creati da Dio, quindi avere fede e adorarLo è giusto e naturale, eppure questi poliziotti arrestano i credenti e ci conducono alle porte della morte. Il Partito Comunista è davvero un demone che oppone resistenza a Dio! Ho acquisito un maggior discernimento dell’essenza del Partito Comunista. Ho pensato a una cosa che Dio ha affermato: “Dio ha affrontato pericoli infinitamente più grandi di quelli incontrati durante l’Età della Grazia per scendere nel luogo in cui dimora il gran dragone rosso, al fine di compiere la Propria opera, dedicando ogni sua cura e attenzione alla redenzione di questo gruppo di persone svigorite, di questo gruppo di persone affondate nel letame” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Lavoro e ingresso (4)”). L’avevo già letto in precedenza, ma non ne avevo compreso davvero il significato. È stato solo durante questo arresto che ho personalmente apprezzato quanto fosse estremamente difficile per Dio operare in Cina per la salvezza dell’uomo. Come semplice credente che segue Dio e fa il suo dovere, sono stato sottoposto a questo tipo di brutale maltrattamento da parte del Partito Comunista: quanto lontano potrebbe spingersi questa banda di demoni con la sua brutalità contro Dio incarnato? Ma anche in un ambiente così pericoloso, Dio continua a esprimere verità, facendo tutto il possibile per la salvezza dell’umanità. Il suo amore per noi è così grande! Riflettere sull’amore di Dio è stato per me incredibilmente toccante e incoraggiante. Ho deciso in silenzio che, a prescindere da quali tattiche il gran dragone rosso impiegasse per torturarmi, mi sarei appoggiato a Dio e sarei rimasto saldo nella mia testimonianza; se un giorno ne fossi uscito vivo, avrei continuato a seguire Dio e ad adempiere al mio dovere per soddisfarLo. Mi sono sentito molto più calmo grazie alla fede e alla forza che le parole di Dio mi hanno dato. La mia immaginazione non correva più libera e, sebbene soffrissi fisicamente, in cuor mio mi sono sentito in pace.
Dopo un po’ di tempo, non so quanto, un agente si è avvicinato e mi ha dato due calci per vedere se ero ancora vivo o no. Ero ancora legato e rannicchiato nell’angolo, e non riuscivo nemmeno a sollevare la testa. Tutto quello che riuscivo a vedere erano i suoi piedi. L’agente mi ha chiesto: “Sapevi quali libri stavi consegnando?” Ho affermato: “Sì”. Poi ha detto: “Sei un credente?” Ho risposto: “Lo sono”. Dopo di che ha continuato a chiedere più e più volte da dove provenissero i libri, dove li stavo portando, come avevo contattato gli altri, quanti lotti di libri avevo consegnato, e così via. Vedendo che mi rifiutavo di dire qualsiasi cosa, si è avvicinato, mi ha dato un paio di calci e ha detto: “Faresti meglio a parlare! Raccontaci tutto e ti lasceremo andare. Niente più botte!” Nei giorni successivi mi hanno interrogato con quelle domande senza sosta e, non ottenendo alcuna risposta, mi hanno picchiato ripetutamente. Ricordo che una volta, mentre mi interrogavano, ho alzato la testa per vedere che aspetto avessero. Di conseguenza, un poliziotto mi ha dato un pugno in faccia, poi ha afferrato un manganello che era appoggiato su un tavolo e lo ha usato per colpirmi al collo. Sono svenuto immediatamente. Non ho idea di quante volte sono svenuto mentre ero lì. Non solo mi hanno picchiato, ma mi hanno anche umiliato, non lasciandomi usare il bagno. Una volta li ho chiamati chiedendo loro di lasciarmi andare in bagno, ma questo mi ha procurato solo un’altra raffica di colpi. Un agente mi ha detto con cattiveria: “Cagati addosso! Pisciati addosso!” Poi se n’è andato. Non avevo altra scelta che trattenerla. Il mio addome era gonfio e dolorante, e più tardi è diventato intorpidito al punto che non provavo più alcuna sensibilità. Non sapevo quando avevo perso il controllo della mia vescica, ho solo sentito la parte inferiore del mio corpo diventare umida e fredda come il ghiaccio. È stato terribilmente degradante, incredibilmente umiliante.
Dopo avermi portato lì, non mi hanno dato niente da mangiare. All’inizio avevo una fame pazzesca, ma in seguito non avevo più voglia di mangiare: tutto ciò che riuscivo a provare era dolore e disagio. I miei occhi si sono gonfiati così tanto che non riuscivo ad aprirli, ma ho sentito qualcuno che mi teneva la bocca aperta e ci versava dentro dell’acqua fredda. All’inizio avevo sete, ma dopo un po’ non riuscivo più a mandarla giù, così me la mettevano in bocca a forza. Ero completamente privo di energie e quando mi sono sforzato di aprire un po’ gli occhi, sono riuscito a distinguere vagamente un agente. Mi ha dato un pugno al petto e mi ha abbaiato contro: “Parli o cosa?” Ho risposto: “Vi ho detto tutto quello che dovevo. Cos’altro volete che dica?” Poi ha cominciato a colpirmi furiosamente con pugni e calci. Mi sentivo come se mi stessero strappando la carne dal corpo. Dopo avermi colpito una dozzina di volte, mi ha dato un calcio dritto nel petto. Ho sentito come se qualcuno mi avesse afferrato il cuore, e mi faceva così male che sono rimasto senza fiato. Poi mi ha preso per il colletto, mi ha spinto contro l’angolo, e mi ha colpito duramente più volte alla testa, al petto e all’addome. Non ho idea di quante volte o quanto a lungo mi abbia colpito. Sembrava che il tempo passasse molto lentamente. È diventato sempre più folle mentre perdevo e riacquistavo i sensi, ormai insensibile al dolore. Ho iniziato a sentire qualcosa che saliva dal mio stomaco; alla fine non sono più riuscito a trattenerlo ed è cominciato a uscire dalla mia bocca. Ho sentito vagamente l’agente gridare: “Qualcuno venga qui, sta sputando sangue!” Dopodiché sono svenuto e non ho idea di cosa sia successo. Quando ho ripreso conoscenza, ho visto che avevo i vestiti sporchi di sangue. Ero in stato confusionale e non mi sono accorto di essere svenuto di nuovo. Quando ho ripreso conoscenza, non avevo nemmeno la forza per muovermi. Mi sentivo come se stessi per cadere a pezzi. Pensavo che probabilmente non ce l’avrei fatta, il che era davvero sconvolgente. Proprio in quel momento, delle parole di Dio mi sono apparse molto chiare nella mente. Dio dice: “Sono il tuo sostegno e il tuo scudo ed è tutto nelle Mie mani” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Discorsi di Cristo al principio, Cap. 9”). Esatto. Tutto è nelle mani di Dio e Dio decide se vivrò o morirò. Mi sono ricordato che quando Giobbe è stato messo alla prova, Satana lo ha attaccato facendogli scoppiare in tutto il corpo delle dolorosissime ulcere; tuttavia, Dio non ha permesso a Satana di togliere la vita a Giobbe, e Satana non ha osato oltrepassare quel limite. Ho ripensato ai giorni trascorsi dal mio arresto. Sebbene la polizia mi avesse picchiato senza sosta e non sapessi quante volte ero svenuto, ero ancora vivo solo grazie alla cura e alla protezione di Dio. Ho capito veramente e sinceramente che la nostra vita e la nostra morte sono interamente nelle mani di Dio, e se Lui non lo permette, Satana non può toglierci la vita. Le parole di Dio mi hanno dato fede e forza, e ho pregato in silenzio: “Dio, sono pronto a mettere la mia vita nelle Tue mani e a sottomettermi alla Tua sovranità e alle Tue disposizioni”.
In quei giorni ero in bilico tra la vita e la morte. La cosa che più mi preoccupava, mentre affrontavo la possibile morte, erano mia moglie e mia figlia. Nel 2012, la polizia era andata a casa mia per arrestarmi per la mia fede, ma fortunatamente quel giorno non ero a casa. Da quel momento non ho più osato tornarci ed erano già tre anni che non li vedevo. Pensavo che se fossi morto non avrei più potuto rivederli. Per anni non sono potuto tornare a casa per prendermi cura di loro. Non sapevo come stessero e nostra figlia era ancora malata. Come avrebbero fatto a cavarsela in futuro? Questo pensiero mi ha fatto venire voglia di piangere, ma non avevo nemmeno la forza per farlo. Più tardi, ho pensato a un inno che cantavo spesso intitolato “Lamento per un mondo cupo e tragico”: “Le persone hanno i loro rifugi, ma Dio non ha dove posare il capo. Quanti offrono tutto ciò che hanno? Dio ha assaggiato a sufficienza la freddezza del mondo e ne ha sopportato tutte le sofferenze, eppure è molto difficile per Lui ottenere la compassione dell’uomo. Dio si preoccupa costantemente dell’umanità, camminando tra gli uomini. Chi dimostra sollecitudine per la Sua sicurezza? Egli lavora instancabilmente durante l’alternarsi delle stagioni, rinunciando a tutto per l’umanità. Nessuno ha mai mostrato preoccupazione per il benessere di Dio. Le persone sanno solo pretendere da Dio, ma non sono disposte a pensare un po’ di più alle Sue intenzioni. L’umanità gode della gioia domestica, perché allora fa sempre scorrere le lacrime di Dio?” (Seguire l’Agnello e cantare dei canti nuovi). Questa canzone mi ha davvero commosso e mi ha fatto sentire quanto fossi in debito con Dio. Per la nostra salvezza, Dio si è fatto carne e si manifesta e opera in questo paese del gran dragone rosso. Egli è oppresso e perseguitato dal Partito Comunista, respinto da questa generazione e non ha un posto dove far riposare la Sua testa. Dio è il Signore della creazione: è davvero supremo e onorevole, ma sopporta un’enorme umiliazione per la nostra salvezza, pagando un prezzo così alto per il nostro bene. Il suo amore per l’umanità è molto grande! Ero stato un credente per tutti quegli anni e avevo goduto molto dell’irrigazione e del nutrimento dalle Sue parole, ma quando mi sono trovato di fronte all’oppressione e alle difficoltà, non c’era posto per Dio nel mio cuore. Non pensavo a come rimanere saldo nella mia testimonianza per Dio e svergognare Satana, ma pensavo solo alla carne e alla mia famiglia. Mi sono persino sentito offeso da questa sofferenza. Mi sono reso conto che non avevo la minima considerazione per le intenzioni di Dio, ero davvero egoista e spregevole. In realtà, questa difficoltà è stata benefica per la mia vita, mi ha permesso di vedere la mia corruzione e i miei difetti e avrebbe aiutato la mia fede in Dio a crescere. Mentre riflettevo sull’amore di Dio, mi sono sentito molto commosso e incoraggiato, e ho giurato che avrei vissuto questa vita per Dio e avrei vissuto per soddisfarLo. A prescindere da quanto avrei dovuto soffrire, anche se ciò avesse significato la mia morte, mi sarei appoggiato a Dio e sarei rimasto saldo nella mia testimonianza per Lui.
La polizia ha usato sia tattiche dure che gentili nel tentativo di ottenere qualcosa da me. Ricordo che un giorno un agente mi ha portato una ciotola piena per metà di riso e per metà di pomodori, e ha detto: “Non mangi niente da giorni. Tutta questa sofferenza e queste percosse, e per cosa? Non è che hai ucciso qualcuno o dato fuoco a qualcosa. Hai preso così tante botte, non ne vale la pena. Ora puzzi peggio di un mendicante per strada. Raccontaci semplicemente quello che sai e non dovrai più soffrire. Potrai tornare a casa e stare con tua moglie e tua figlia”. Ha continuato dicendo: “Dove hai preso quei libri? Dove li stavi portando? Se rispondi anche solo a una di queste domande, ti lasciamo andare subito”. Ho continuato a non dire una parola, così mi ha dato un paio di calci e ha urlato: “Tu sporco mucchio di carne! Vedo che hai bisogno di una bella lezione! Anche adesso riesci a malapena a parlare bene, ma ti stai ancora trattenendo”. Pensavo che, nonostante tutto, non potevo assolutamente tradire i fratelli e le sorelle. Non potevo essere un Giuda e tradire Dio. Vedendo che non avrebbe ottenuto nulla da me, si è girato e se n’è andato. Le mie mani e i miei piedi erano rimasti legati per tutto il tempo; ero rannicchiato in un angolo, a sopportare i loro insulti e le loro percosse. Dopo un po’ ho cominciato a sentirmi incredibilmente triste e debole. Ero gravemente ferito a causa delle percosse che ricevevo e perdevo spesso conoscenza. Quando ero lucido, pregavo Dio e spesso riuscivo a ricordare alcuni passaggi delle parole di Dio. Ci sono due citazioni delle parole di Dio che mi hanno lasciato un’impressione particolarmente profonda. Dio dice: “Il cammino lungo il quale Dio ci guida non è dritto, ma è una strada tortuosa e piena di buche; inoltre, Dio dice che più il cammino è impervio e più rivela i nostri cuori amorevoli” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Il cammino… (6)”). “Non temere, il Dio Onnipotente degli eserciti sarà certamente con te; Egli vi protegge ed è il vostro scudo” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Discorsi di Cristo al principio, Cap. 26”). Quando ho pensato alle parole di Dio, ho sentito che Lui era proprio lì con me e mi guidava. Sono state le parole di Dio a darmi fede e forza, permettendomi di continuare. Ho recitato una preghiera silenziosa: “Oh Dio! È solo grazie alla Tua cura e alla Tua protezione che sono ancora vivo. Ti rendo grazie!”
Il giorno dopo i poliziotti hanno visto che stavo raggiungendo il limite, così mi hanno portato in una stanza, mi hanno sciacquato con un getto d’acqua, poi mi hanno portato un foglio da firmare. La mia vista era molto sfocata, e riuscivo a distinguere solo vagamente una riga. I crimini di cui mi accusavano erano: trasporto di materiale di contrabbando, fede in una setta e intralcio dell’ordine sociale. Quando mi sono rifiutato di firmarlo, un agente mi ha afferrato la mano e mi ha costretto a lasciare un’impronta digitale. Dopo un po’ di tempo, non so quanto, mi hanno messo un cappuccio in testa, mi hanno costretto a salire su una macchina della polizia, mi hanno portato da qualche parte e poi mi hanno buttato fuori dalla macchina. Nel momento in cui mi sono alzato e ho tolto il cappuccio, la macchina della polizia era già lontana. Ho fatto qualche passo e poi non ho più avuto la forza di proseguire. Tutto quello che potevo fare era sedermi sul ciglio della strada. Dopo molti intoppi, sono riuscito a tornare nella stanza che avevo affittato. Per me camminare era estremamente difficile, e quando entravo in macchina dovevo avanzare lentamente un poco alla volta. Avevo anche la barba lunga, così l’autista ha pensato che fossi un uomo anziano e si è offerto di darmi una mano. Quando più tardi ho guardato il calendario, mi sono reso conto di essere stato torturato in quella stazione di polizia per otto giorni. Se non fosse stato per la protezione di Dio, non sarei mai sopravvissuto a tutto questo. Quando sono tornato nel luogo in cui alloggiavo, tutto quello che ho potuto fare è stato sdraiarmi a letto: il mio corpo era straziato dal dolore, era pieno di macchie blu e viola che al tatto sembravano tumori. Anche esercitare la minima pressione su tutti quei noduli era incredibilmente doloroso. Sono rimasto lì sdraiato, solo il decimo giorno sono riuscito ad alzarmi e camminare, solo il quindicesimo giorno ho avuto la forza di prendere in mano un libro con le parole di Dio e di leggerlo. All’inizio non riuscivo nemmeno a leggere una pagina intera perché sedermi mi faceva male alla schiena, non avevo la forza di tenere sollevato il libro quando ero sdraiato. Riuscivo a leggere solo per tre o quattro minuti alla volta.
Dopo il mio rilascio sono stato tenuto sotto costante sorveglianza e la polizia continuava a chiamarmi e a molestarmi. Ricordo che una volta mia madre si è ammalata e sono tornato nella mia città natale per farle visita. Di conseguenza, il giorno dopo la polizia mi ha chiamato e mi ha chiesto perché fossi tornato a casa. Pensare a quanto fossi gravemente ferito e al fatto che non potessi avere alcun contatto con i fratelli e le sorelle né svolgere alcun tipo di dovere era davvero dura per me. Non sapevo come poter andare avanti così. Proprio quando mi sentivo veramente infelice, ho letto qualcosa nelle parole di Dio. Dio Onnipotente dice: “Coloro che Dio definisce ‘vincitori’ sono quanti riescono comunque a rimanere saldi nella testimonianza e mantenere la fiducia e la devozione a Lui quando sono sotto l’influsso di Satana e assediati da lui, ossia quando si trovano tra le forze delle tenebre. Se sei ancora in grado di mantenere un cuore puro al cospetto di Dio e un amore sincero per Dio a prescindere da tutto, significa che sei saldo nella tua testimonianza dinanzi a Lui, ed è questo che Egli definisce essere ‘vincitori’. […] Offrire un corpo spirituale santo e una vergine pura a Dio significa mantenere un cuore sincero al Suo cospetto. Per l’umanità, la sincerità è purezza, e poter essere sinceri verso Dio significa mantenere la purezza. Questo è ciò che dovresti mettere in pratica. Quando dovresti pregare, preghi; quando dovresti riunirti in condivisione, lo fai; quando dovresti intonare gli inni, intoni gli inni; e quando dovresti ribellarti alla carne, ti ribelli alla carne. Quando compi il tuo dovere, non cerchi di cavartela in qualche modo; quando ti si presentano delle prove, resti saldo. Questa è devozione a Dio” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Dovresti mantenere la devozione a Dio”). Le parole di Dio mi hanno dato fede e forza e hanno illuminato il mio cuore. A prescindere da quanto il gran dragone rosso mi perseguitasse, che potessi o meno avere contatti con altri membri della chiesa o svolgere un dovere, a prescindere da che tipo di esito avessi, avrei seguito Dio fino alla fine.
A causa delle brutali torture della polizia ho avuto molti problemi di salute. Un medico ha detto che le mie valvole cardiache erano danneggiate, avevo un ridotto afflusso di sangue al cuore e avevo problemi al fegato, alla cistifellea, alla milza e ai reni. Ha detto che ero praticamente a pezzi. Prima ero in ottima salute, ma ora salire una sola rampa di scale, anche a mani vuote, mi lascia senza fiato e con dolori al cuore. Quando mi hanno rilasciato per la prima volta, mi sembrava mi avessero strappato lo scalpo dalla testa. Era davvero doloroso e il minimo contatto mi faceva ancora più male. Dopo aver bevuto più di 80 bustine di medicina cinese, il mio mal di testa finalmente si è attenuato un po’. Sentivo anche che il mio basso ventre stava per cadere fuori dal mio corpo. Mi faceva un male terribile, e per due giorni ho continuato a urinare sangue. A quel tempo non avevo soldi per andare dal medico e pensavo che probabilmente non sarei sopravvissuto, così ho recitato questa preghiera a Dio: “Dio, che io viva o muoia è interamente nelle Tue mani. Che io ce la faccia o meno, Ti ringrazio”. Con mia sorpresa, dopo aver preso antinfiammatori per tre giorni, ho smesso di urinare sangue.
Sebbene abbia sofferto, quando sono stato arrestato e torturato dal Partito Comunista, ho davvero guadagnato molto. Quegli otto giorni all’inferno mi hanno mostrato chiaramente che il Partito Comunista è un demone che si oppone a Dio. Sono solo un cristiano normale e modesto, che rispetta la legge e si fa i fatti suoi. Tutto ciò che voglio è praticare la mia fede, perseguire la verità, ottenere la salvezza di Dio e svolgere al meglio delle mie capacità il dovere di essere creato. Eppure, la polizia del Partito Comunista mi ha arrestato e mi ha quasi ucciso. Il Partito Comunista vuole usare la persecuzione violenta e brutale per spaventare i credenti, affinché le persone non osino avere fede e seguire Dio, rovinando così la Sua opera di salvezza. Ma più si attua questo tipo di persecuzione, più ne vediamo la malvagità e la brutalità, più lo odiamo e lo respingiamo, e più desideriamo la luce, la venuta del regno di Dio, il giorno in cui equità e giustizia regneranno sulla terra. Attraverso questo ho sperimentato anche l’amore di Dio. Se non fosse stato per la protezione di Dio e la guida delle Sue parole, non sarei mai potuto uscire vivo da quel covo di demoni. Sono grato a Dio dal profondo del mio cuore, e voglio perseguire la verità e fare bene il mio dovere per ripagare l’amore di Dio.