43. Credo in Dio: perché dovrei adorare una persona?
Quando la chiesa mi ha messa inizlamente a capo dell’evangelizzazione, non stavo ottenendo grandi risultati e questo mi faceva sentire incredibilmente in ansia. In quel periodo, Anna è stata trasferita nella nostra chiesa. Sono venuta a sapere che era una credente da oltre 20 anni, che aveva abbandonato tutto per lavorare e spendersi, che aveva predicato in molti luoghi diversi e sperimentato grandi pericoli e avversità senza mai arrendersi. Per questo motivo la stimavo molto, e quando la mia leader l’ha assegnata a collaborare con me all’evangelizzazione ero entusiasta. Durante la sua prima riunione con noi, Anna ci ha parlato degli incontri che aveva avuto con dei capi religiosi che l’avevano intralciata mentre condivideva il Vangelo, e di come aveva condiviso e discusso con loro lasciandoli senza parole. Ha raccontato di quando aveva condiviso sulla verità con dei potenziali destinatari del Vangelo che avevano nozioni religiose molto radicate e una vasta conoscenza biblica, dissipando alla fine i loro dubbi. Ha parlato delle molte difficoltà che aveva affrontato durante l’evangelizzazione e di come lei e gli altri fratelli e sorelle avessero pagato un prezzo per diffondere il Vangelo in diversi luoghi. Ci ha anche raccontato di come i leader superiori l’avessero stimata e coltivata e le avessero affidato alcuni doveri importanti. Ciò che mi ha colpito di più è stato quando ha condiviso con gli occhi pieni di lacrime in merito all’amore di Dio per gli uomini. Ha detto che dobbiamo avere considerazione delle intenzioni di Dio e che, a prescindere da quante avversità affrontiamo, la nostra missione è diffondere il Suo Vangelo degli ultimi giorni. All’epoca mi è sembrato che Anna fosse piena di amore verso Dio e ho subito sviluppato rispetto per lei. Pensavo: “Anna crede in Dio da molto tempo, comprende più verità di noi e ha una statura più elevata della nostra. Dovrei imparare da lei”. In seguito, mentre svolgevamo i nostri doveri insieme, ho constatato che Anna era davvero in grado di sopportare le avversità, e rimaneva spesso sveglia fino a tardi per seguire il lavoro e risolvere i problemi. Mi faceva anche notare le deviazioni e le sviste nel mio lavoro e condivideva con me sui percorsi da seguire. Quando condivideva il Vangelo con i potenziali neofiti, faceva esempi, usava metafore, si esprimeva in modo molto incisivo ed era in grado di dissipare i loro dubbi. Quando durante le riunioni parlava di come non avesse svolto bene il suo dovere, spesso si metteva a piangere, dicendo quanto fosse in debito nei confronti di Dio. A volte, gli irrigatori si rivolgevano a lei con un problema da risolvere e lei trovava subito il tempo per aiutarli. Era inoltre molto premurosa, se notava che non mi sentivo bene fisicamente. Tutto questo me l’ha fatta piacere sempre di più. In seguito, quando è stata eletta leader della chiesa, mi sono persuasa ancora di più che comprendesse la verità e possedesse la realtà. La mia ammirazione e la mia stima per lei sono ulteriormente cresciute. Vedevo quanto si dava da fare, correndo ad aiutare i fratelli e le sorelle a risolvere i loro problemi, e questo mi ha convinta che aveva un ruolo davvero importante nella chiesa e che non potevamo assolutamente fare a meno di lei. Quando mi imbattevo in un problema o una difficoltà, la cercavo per condividere. Prendevo con entusiasmo degli appunti sulle sue opinioni e idee e mettevo in pratica i suoi suggerimenti. Imitavo addirittura alcuni suoi comportamenti. Per esempio, quando la vedevo lavorare fino a tarda notte, lo prendevo come un segno della sua fede e della sua capacità di sopportare le avversità nel suo dovere, e restavo anch’io sveglia fino a tardi. Anche quando non avevo nulla di urgente da fare e avrei potuto andare a letto prima, se notavo che Anna era ancora in piedi, volevo rimanere sveglia anch’io. Quando vedevo che teneva duro e continuava a occuparsi del suo dovere dopo essere stata potata, mi pareva un segno del fatto che possedesse statura e realtà. Così, dopo essere stata potata anche se in realtà mi sentivo molto turbata e volevo prendermi del tempo per riflettere, quando pensavo al comportamento di Anna, tornavo di corsa a svolgere il mio dovere, senza concentrarmi sulla riflessione e sulla conoscenza di me stessa. Ero completamente inconsapevole di vivere in uno stato di venerazione e adorazione di una persona, e ho continuato a farlo finché non sono accadute alcune cose che mi hanno gradualmente permesso di acquisire discernimento su Anna.
Come leader della chiesa, Anna aveva un approccio diretto a tutto ed era davvero in grado di soffrire e pagare un prezzo, ma i problemi continuavano a emergere uno dopo l’altro e l’efficacia del lavoro della chiesa diminuiva lentamente. Un giorno, sorella Laila, diacono dell’irrigazione, mi ha riferito che aveva rilevato alcune deviazioni nel lavoro di Anna. Mi ha detto che Anna si occupava di tutto da sola, senza permettere ai fratelli e alle sorelle di praticare, e che non si concentrava sulla coltivazione degli altri. Laila mi ha raccontato che Anna svolgeva tutto il lavoro dei diaconi e dei capisquadra, con il risultato che nessun altro poteva praticare e che col tempo tutti avevano cominciato a sentirsi inutili e senza valore, mentre erano davvero pieni di stima nei confronti di Anna. Non era un’atmosfera favorevole al compimento dei loro doveri. Laila mi ha detto che voleva dare dei consigli ad Anna, dirle di lasciare agli altri più possibilità di praticare, in modo che potessero conoscere le proprie carenze e i propri difetti e progredire più rapidamente. In quel modo, tutti sarebbero stati in grado di sfruttare i propri talenti e sarebbero diventati sempre più efficienti nei loro doveri. Appoggiavo completamente l’idea di Laila, così sono andata con lei a parlare con Anna. Sono rimasta sorpresa di fronte al rifiuto di Anna nei confronti dei nostri consigli: si è limitata ad aggrottare la fronte e si è detta in disaccordo con noi. Ha dichiarato che i fratelli e le sorelle avevano troppe carenze, che insegnare loro sarebbe stato molto faticoso e avrebbe solo ritardato le cose. Sosteneva che per lei era più produttivo ed efficace fare le cose da sola. Sentirle fare quell’affermazione in modo così assertivo mi ha un po’ confusa. Ma poi, ripensandoci, mi sono resa conto che il metodo di lavoro di Anna non era appropriato. Gli altri non avrebbero ricevuto alcuna formazione e, se fosse stata lei a occuparsi di tutto, il lavoro non sarebbe stato eseguito bene. Ma poi ho considerato che noi non comprendevamo la verità, e quindi saremmo stati inutili e d’ostacolo se avessimo cercato di collaborare con lei alla risoluzione dei problemi. Poiché Anna capiva meglio la verità, mi sono detta che avremmo dovuto lasciare che fosse lei a occuparsi delle cose. Di conseguenza, per quanto lei si desse molto da fare ogni giorno, sussistevano numerosi problemi. I fratelli e le sorelle erano molto passivi nei loro doveri e aspettavano che fosse lei a risolvere le questioni. La maggior parte di loro viveva in uno stato di oppressione e disperazione. Tempo dopo, una leader superiore ha scoperto che c’erano molti problemi nella nostra chiesa, così ha raccolto le valutazioni dei fratelli e delle sorelle su Anna e ha appreso quanto lei fosse arrogante, presuntuosa, dispotica e incurante dei suggerimenti, e come non facesse che esaltare sé stessa, mettersi in mostra e portare tutti davanti a sé. Quando lo ha saputo, la leader l’ha rimossa seduta stante. Ha inoltre messo in evidenza la nostra mancanza di discernimento e il fatto che ammirassimo e adorassimo ciecamente Anna. Ha condiviso in merito al fatto che nei nostri doveri dovremmo ricercare le verità princìpi, e non ammirare altre persone o obbedire loro. A queste sue parole, mi sono resa conto che avevo vissuto in uno stato prolungato di adorazione di una persona e che da molto tempo non avevo un rapporto normale con Dio. Ho pensato a ciò che dicono i “I dieci decreti amministrativi cui gli eletti di Dio devono obbedire nell’Età del Regno”: “Le persone che credono in Dio dovrebbero sottomettersi a Lui e adorarLo. Non esaltare né prendere ad esempio alcuna persona; non dare il primo posto a Dio, il secondo alle persone che ammiri e il terzo a te stesso. Nessuno dovrebbe occupare un posto nel tuo cuore, e non dovresti considerare le persone – in particolare quelle che ammiri – alla pari con Dio o Sue eguali. Ciò è intollerabile per Dio” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio). Mi sono leggermente spaventata. Ho pensato a quanto avessi stimato Anna da quando l’avevo conosciuta, e a come nel mio dovere non mi fossi concentrata sulla ricerca delle verità princìpi, facendo invece affidamento su di lei. Mi rivolgevo a lei ogni volta che avevo un problema e facevo tutto quello che mi diceva. La ammiravo profondamente e non avevo conservato un posto per Dio nel mio cuore. Mi ero convinta che il nostro lavoro non potesse essere svolto senza di lei nella chiesa, come se potessimo andare avanti tranquillamente senza la guida di Dio o delle verità princìpi. Potevo forse definirmi una credente? Non stavo semplicemente adorando e seguendo un’altra persona? Dio trova davvero disgustoso un simile comportamento! Non c’era da meravigliarsi se non riuscivo a ottenere l’opera dello Spirito Santo nel mio dovere e se non avevo visto alcun progresso dopo aver praticato per così tanto tempo. Ho pregato Dio, desiderosa di cambiare il mio stato e di smettere di ammirare agli altri.
In seguito, si sono verificati alcuni episodi che mi hanno mostrato chi fosse veramente Anna. Dopo essere stata destituita, nonostante sapesse benissimo che molti fratelli e sorelle la veneravano, durante le riunioni non si analizzava e non cercava di conoscere sé stessa. Invece, si comportava come se avesse subito un torto, dicendo che adorava la sua collaboratrice, sorella Vera, e che nello svolgimento del proprio dovere faceva semplicemente tutto ciò che Vera le diceva. Sono rimasta sconvolta nel vederla addossare la colpa a Vera, e mi sono detta: “La leader ha chiaramente esposto e analizzato i problemi di Anna, quindi perché non capisce sé stessa e non si assume alcuna responsabilità? Questa non è una manifestazione di accettazione della verità!” In seguito, la leader ha nuovamente assegnato Anna all’evangelizzazione insieme a me e, anche se non nutrivo più per lei la stessa stima di prima, ero comunque molto felice. C’è un detto che recita: “Un orso indebolito è comunque più forte di un cervo”, e io reputavo Anna ancora molto migliore di me, nonostante tutti i suoi problemi. Tuttavia, lavorando con lei, mi sono resa conto che non era più così cordiale e disponibile come in passato e che era diventata molto ostile. Quando discutevamo di lavoro, non ascoltava le mie opinioni e spesso le rifiutava a priori. Molte volte evitava di parlare con me e andava invece a discutere con la sua precedente collaboratrice. Questo mi faceva sentire limitata e rifiutata. Al momento, non stavamo ottenendo alcun risultato nel nostro dovere, così sono andata a parlare con lei dei problemi che avevo rilevato durante il nostro periodo di collaborazione. Mi ha sconvolta constatare il suo totale rifiuto: riteneva di non avere alcun problema. Mi ha risposto senza mezzi termini, dicendo: “Sarò sincera con te, quindi non ti arrabbiare. Non sono abituata a lavorare con te. Non mi piace il modo in cui lavori e la cosa mi rende impaziente”. Le sue parole mi hanno fatta sentire ancora più negativa e ho avuto l’impressione di essere per lei un ostacolo.
In seguito, la leader è venuta a conoscenza dei nostri problemi e ha potato Anna perché era arrogante e presuntuosa e non accettava la verità. Durante una riunione, Anna ha detto davanti a tutti che la potatura subita era l’amore di Dio. Ha pianto, riconoscendo di aver deluso Dio non compiendo bene il suo dovere. Sembrava così sincera, come se conoscesse davvero sé stessa. Eppure nelle nostre interazioni private non faceva che diffondere negatività, dichiarando che ne aveva abbastanza e che semplicemente non era motivata a svolgere il suo dovere. Ho provato a condividere con lei, ma non mi ha ascoltata. Quando la leader parlava dei progressi che un certo fratello o una certa sorella stavano facendo e di come svolgessero bene il loro dovere, Anna diventava ancora più negativa, convinta che la leader stimasse gli altri più di lei. Mi chiedeva sempre se qualcuno ridesse di lei alle sue spalle. Era chiaro che si sentiva negativa e che stava crollando fisicamente e mentalmente, eppure si mostrava così solida e forte durante le riunioni, e fingeva di accettare la verità e di avere considerazione delle intenzioni di Dio. Il solo guardarla mi faceva sentire esausta. A volte mi chiedevo: “È davvero questa la persona che stimavo e veneravo tanto? Non sembra qualcuno che possiede la verità realtà!” Mi sono resa conto che era davvero concentrata sulla fama e sul prestigio e non accettava affatto la verità. Quando le succedeva qualcosa, non cercava di conoscere sé stessa e spesso si limitava a fingere. Non era una persona corretta. In seguito, il suo stato è ulteriormente peggiorato. La leader ha tenuto condivisione con lei diverse volte ma lei, sebbene sembrasse accettarlo, di fatto non è minimamente cambiata. È arrivata persino a odiare i fratelli e le sorelle, e lanciava loro sguardi velenosi. Quando la leader la potava e smascherava i suoi problemi, lei odiava e incolpava Dio. Non riusciva a trattenersi dall’addossare a Lui la responsabilità di tutto ciò che di brutto le accadeva. Ho capito che aveva una natura maligna e che odiava Dio e la verità. Era un demone, un anticristo. In seguito, le è stato impedito di vivere la vita della chiesa e di svolgere un dovere.
Per un lungo periodo dopo l’allontanamento di Anna, non sono riuscita a trovare pace. Mi chiedevo perché l’avessi adorata e stimata così tanto, al punto di voler essere come lei. Ho pensato a come avessi sempre ammirato le persone eloquenti, capaci di sopportare grandi sofferenze e di rinunciare a tutto per spendersi per Dio, le persone che non avevano tradito Dio neanche dopo essere state arrestate e torturate. Perché adoravo e stimavo così tanto queste persone? Da quale idea ero dominata? Poi, un giorno, ho letto due passi delle parole di Dio che dicevano: “Alcune persone sanno sopportare i patimenti, sanno pagare il prezzo, il loro comportamento esteriore è ottimo, sono molto rispettate e godono dell’ammirazione degli altri. Direste che questo genere di comportamento esteriore può essere considerato come mettere in pratica la verità? Si potrebbe concludere che queste persone stiano soddisfacendo le intenzioni di Dio? Come mai, più e più volte, le persone vedono individui siffatti e pensano che stiano soddisfacendo Dio, percorrendo il cammino del mettere in pratica la verità e seguendo la via di Dio? Perché alcuni pensano in questo modo? Vi è un’unica spiegazione. E qual è? È che per moltissime persone certi interrogativi, per esempio che cosa significhi mettere in pratica la verità, che cosa significhi soddisfare Dio, che cosa significhi possedere davvero la verità realtà, non sono molto chiari. Così ci sono persone che spesso vengono fuorviate da coloro che esteriormente appaiono spirituali, nobili, elevati e straordinari. Quanto alle persone che sanno discutere in modo eloquente di parole e dottrine e i cui discorsi e azioni sembrano degni di ammirazione, coloro che vengono ingannati da loro non hanno mai guardato all’essenza delle loro azioni, ai principi alla base dei loro atti, o a quali siano i loro obiettivi. Inoltre, non hanno mai osservato se queste persone siano veramente sottomesse a Dio o se temano sinceramente Dio ed evitino il male. Non hanno mai colto l’umanità essenza di tali persone. Anzi, dal primo momento in cui ne fanno la conoscenza, a poco a poco arrivano ad ammirarle e a venerarle e alla fine, queste persone diventano i loro idoli. Inoltre, nella mente di alcuni, gli idoli che essi adorano – e che ritengono capaci di abbandonare la famiglia e il lavoro, e che sono apparentemente in grado di pagare il prezzo – sono coloro che davvero soddisfano Dio e che realmente ricevono un esito e una destinazione favorevoli. Nella loro mente, questi idoli sono coloro che Dio elogia” (La Parola, Vol. 2: Riguardo al conoscere Dio, “Come conoscere l’indole di Dio e i risultati che la Sua opera deve raggiungere”). “Vi è un’unica causa fondamentale che induce a compiere queste azioni inconsapevoli, ad avere questi punti di vista ignoranti o opinioni e pratiche parziali, e oggi ve ne parlerò. Il motivo è che, sebbene le persone possano seguire Dio, pregarLo ogni giorno e leggere ogni giorno le Sue parole, in realtà non capiscono le intenzioni di Dio. Questa è la radice del problema. Se uno capisse il cuore di Dio e sapesse cosa Gli piace, cosa Egli disprezza, cosa vuole, cosa rifiuta, che tipo di persona Egli ama, che genere di persona Gli è sgradita, quale tipo di criterio usa nel porre richieste alle persone e che genere di approccio adotta per perfezionarle, potrebbe ancora conservare le sue opinioni personali? Persone come questa potrebbero andare a venerare qualcun altro come se niente fosse? Potrebbe un comune essere umano diventare il loro idolo? Le persone che comprendono le intenzioni di Dio hanno un punto di vista un po’ più razionale di così. Non finiranno a idolatrare arbitrariamente una persona corrotta, né crederanno, percorrendo il cammino del mettere in pratica la verità, che aderire ciecamente a poche e semplici regole o principi equivalga a mettere in pratica la verità” (La Parola, Vol. 2: Riguardo al conoscere Dio, “Come conoscere l’indole di Dio e i risultati che la Sua opera deve raggiungere”). Le parole di Dio rivelavano il mio stato con estrema accuratezza. Mi sono resa conto che per tutti quegli anni avevo avuto una prospettiva sbagliata nella mia fede, convinta che se qualcuno credeva in Dio da molto tempo, si spendeva con entusiasmo, soffriva, pagava un prezzo e aveva svolto molto lavoro, questo significasse che metteva in pratica la verità e possedeva la verità realtà, e che fosse il tipo di persona che compiaceva Dio e aveva un posto nella chiesa. Così, quando ho visto Anna, che credeva da molti anni, aveva compiuto numerosi sacrifici e sofferto molto per diffondere il Vangelo, predicava e condivideva con chiarezza e linearità, sono stata fuorviata dalla sua immagine perfetta e dal suo buon comportamento, e ho cominciato a stimarla molto e ad adorarla. Solo dopo aver letto quei passi della parola di Dio ho capito quanto fossi sciocca e inconsapevole e a quale idea assurda mi fossi aggrappata. Quando una persona si sacrifica, si spende, soffre e paga un prezzo nel suo dovere, questi sono solo buoni comportamenti superficiali. Non significa che abbia una buona umanità o che ami la verità, e certamente non significa che possieda la verità realtà. Sebbene Anna fosse dotata di un’ottima eloquenza e nei suoi 20 anni da credente avesse fatto rinunce e si fosse spesa costantemente, trattava queste cose come un capitale personale e le usava sempre per mettersi in mostra, fare sfoggio di sé e portare le persone davanti a sé. Non era affatto in grado di accettare o praticare la verità. Per quante volte venisse potata o quanti fallimenti o passi falsi commettesse, non rifletteva mai per conoscere sé stessa, e, poco ma sicuro, non si pentiva autenticamente. Quando era stimata dagli altri e godeva di elevato prestigio, aveva molta energia per il suo dovere ed era in grado di rimanere sveglia fino a tardi e di metterci tutta sé stessa. Ma dopo essere stata rimossa ha perso la motivazione a svolgere il suo dovere e nutrito ostilità e risentimento. In privato diffondeva negatività, mentre in superficie si dichiarava in debito con Dio e sembrava davvero pentita. Questo persuadeva gli altri che avesse considerazione delle intenzioni di Dio, fosse dotata di statura e possedesse la realtà, e così tutti la stimavano e adoravano. Dopo essere stata potata, ha detto davanti a tutti che si trattava dell’amore di Dio, ma in segreto Lo incolpava e odiava. Non era forse un anticristo che odiava la verità e Dio? Alla fine, ho capito che il fatto che qualcuno creda in Dio da molto tempo, che sia in grado di fare sacrifici e di parlare in modo eloquente, e che abbia esperienza e sia apprezzato dagli altri, non significa che possieda la verità realtà, e certamente non significa che faccia piacere a Dio. Non importa quanto a lungo qualcuno abbia creduto o quanto duramente abbia lavorato: se non pratica affatto la verità e non ha cambiato la sua indole satanica, nella sua essenza è ancora una persona che si oppone a Dio, e alla fine verrà smascherato ed eliminato. Questo adempie le parole del Signore Gesù: “Molti Mi diranno in quel giorno: ‘Signore, Signore, non abbiamo noi profetizzato in nome Tuo e in nome Tuo cacciato demoni e fatto in nome Tuo molte opere potenti?’ Allora dichiarerò loro: ‘Io non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da Me, malfattori!’” (Matteo 7:22-23). In seguito, ho pensato a queste parole di Dio: “Non Mi preoccupo di quanto meritevole sia il tuo duro lavoro, quanto pregevoli siano le tue qualifiche, quanto da vicino tu Mi segua, quanto tu sia rinomato o abbia migliorato il tuo atteggiamento; non avendo esaudito le Mie richieste, non riuscirai mai a ottenere la Mia approvazione. Eliminate al più presto tutte quelle idee e intenzioni, e cominciate a prendere sul serio le Mie richieste; altrimenti ridurrò tutti in cenere per porre fine alla Mia opera e nella peggiore delle ipotesi annienterò gli anni della Mia opera e sofferenza, perché non posso introdurre nel Mio Regno né portare nell’età successiva i Miei nemici e coloro che olezzano di malvagità e hanno l’aspetto di Satana” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Le trasgressioni porteranno l’uomo all’inferno”). “Io decido la destinazione di ciascuna persona non in base all’età, all’anzianità, alla quantità di sofferenza, né men che meno, al grado in cui suscita compassione, ma in base al fatto che possieda la verità. Non c’è altro criterio di scelta che questo. Dovete rendervi conto che anche tutti coloro che non seguono la volontà di Dio saranno puniti. Questo è un dato di fatto immutabile” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Prepara sufficienti buone azioni per la tua destinazione”). Le parole di Dio mi hanno davvero toccato il cuore. Dio non stabilisce l’esito o la destinazione di una persona in base a quanto ha faticato e contribuito, a quanto si è comportata bene o a quanto lavoro ha svolto, ma in base al fatto che possieda o meno la verità. Dio non giudica le persone dalle apparenze, ma dalla loro essenza. Egli guarda se amano la verità e se sanno metterla in pratica, se si sottomettono a Lui e se seguono la Sua volontà. Ho capito che l’indole di Dio è davvero giusta e santa. Esistono dei criteri in base ai quali Egli giudica le persone e dei princìpi secondo cui le tratta, senza la minima interferenza da parte dei sentimenti della carne. Dio non stabilisce che una persona è giusta o buona solo perché mostra un leggero entusiasmo, o perché contribuisce o soffre un po’. Al contrario: indipendentemente da quanto a lungo una persona abbia creduto in Dio, da quanto lavoro abbia svolto o da quanto sia buona la sua reputazione, alla fine, se non mette in pratica la verità e non cambia la propria indole, Dio la eliminerà. Dopo aver capito questo, mi sono sentita ancora più ignorante e patetica. In tutti i miei anni da credente non avevo perseguito la verità né compreso le intenzioni di Dio. Avevo semplicemente basato la mia fede sulle mie nozioni e fantasie e adorato costantemente altre persone. Ero così cieca e ignorante! Ho pensato alle parole di Dio: “Tra tutti gli esseri umani, non ce n’è uno che possa servire da modello per gli altri, perché fondamentalmente tutti gli uomini sono simili e si assomigliano fra di loro, e hanno poche caratteristiche che li distinguano gli uni dagli altri. Per questo motivo, ancora oggi essi non sono in grado di conoscere pienamente le Mie opere. Soltanto quando il Mio castigo piomberà su tutta l’umanità, a loro insaputa gli uomini si accorgeranno delle Mie opere, e senza che Io faccia nulla oppure obblighi nessuno, essi arriveranno a conoscerMi e, così, a essere testimoni delle Mie opere. Questo è il Mio progetto, è l’aspetto delle Mie opere che viene reso manifesto ed è ciò che l’uomo dovrebbe sapere” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Parole di Dio all’intero universo, Cap. 26”). La parola di Dio è perfettamente chiara. Le persone sono state corrotte da Satana e hanno l’essenza di Satana. Non riveliamo altro che un’indole satanica. Nessuno di noi è degno di venerazione. Se l’avessi capito prima, non avrei mai adorato o idolatrato una persona.
Di lì a breve, sono stata destituita per non aver ottenuto alcun risultato nel mio dovere per un periodo di tempo prolungato. In quel momento, ho ponderato e riflettuto molto sul motivo del mio fallimento. Ho ripensato a come fossi rimasta prigioniera di uno stato di ammirazione e adorazione nei confronti di Anna, e a come fossi convinta che lei comprendesse la verità e che possedesse la realtà soltanto perché aveva fede da molto tempo, aveva predicato il Vangelo per anni, aveva sofferto molto e aveva molta esperienza lavorativa. Spesso avevo imitato il suo comportamento e mi ero rivolta a lei per i miei problemi. Accettavo immediatamente qualsiasi opinione esprimesse, senza riflettere, facevo tutto quello che diceva. Nel mio cuore non c’era posto per Dio. Non ricercavo la verità di fronte ai problemi e agivo senza princìpi. Mi limitavo a dare ascolto a una persona: Anna. La mia era forse fede in Dio? Non stavo solo seguendo una persona? Proprio come dice Dio: “Ciò che ammiri non è l’umiltà di Cristo, ma quei falsi pastori di alto rango. Non ami l’adorabilità o la sapienza di Cristo, ma quei libertini che si crogiolano nella sozzura del mondo. Ridi del dolore di Cristo che non ha un luogo dove poggiare la testa, ma ammiri quei cadaveri che vanno a caccia di offerte e vivono nella depravazione. Non sei disposto a soffrire assieme a Cristo, ma ti getti volentieri fra le braccia di quegli sconsiderati anticristi, anche se ti forniscono soltanto carne, parole e dominio. Perfino adesso il tuo cuore continua a volgersi verso di loro, verso la loro reputazione, il loro prestigio e la loro influenza. Eppure tu continui a mantenere un atteggiamento per cui trovi l’opera di Cristo dura da mandare giù e non sei disposto ad accettarla. Ecco perché dico che non hai la fede per riconoscere Cristo. Il motivo per cui Lo hai seguito fino a oggi è unicamente perché non avevi altra scelta. Nel tuo cuore predomina perennemente una serie di immagini superbe; non riesci a dimenticare ogni loro singola parola e azione, né le loro parole e mani autorevoli. Essi sono, nel vostro cuore, sempre sommi e sempre eroi. Ma non è così per il Cristo di oggi. Egli è sempre insignificante nel tuo cuore e sempre immeritevole di timore, poiché Egli è fin troppo ordinario, ha fin troppo poca influenza ed è tutt’altro che superbo” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Sei un vero credente in Dio?”). Le parole di Dio rivelavano il mio vero stato. Ripensando ai miei anni di fede, mi sono resa conto che le persone che avevo ammirato erano tutte dotate di levatura e doni, erano sostenute e apprezzate dagli altri, e io avevo guardato ogni loro parola e azione come qualcosa da emulare. Non mi ero mai chiesta quale fosse l’intenzione di Dio, se le mie azioni fossero ciò che Dio voleva, o se fossero in linea con le verità principi. Avevo solo adorato e seguito ciecamente altre persone, sperando persino di diventare come loro. Avevo seguito la strada sbagliata per tutto il tempo, cercando di soffrire e di lavorare di più e facendo affidamento sulla levatura e sull’esperienza nel compiere il mio dovere. Non mi ero concentrata sulla ricerca delle verità princìpi e avevo posto ancora meno enfasi sul mio ingresso nella vita. Di conseguenza, nei miei anni di fede, non avevo capito molto della verità e la mia vita ne aveva risentito. Mi sono resa conto di quanto fossi incredibilmente ignorante e patetica. Dio ci ha donato così tante parole, e io non ne avevo memorizzata praticamente nessuna; eppure riuscivo a ricordare molto chiaramente tutto ciò che diceva Anna, le opinioni che esprimeva, e mi affrettavo sempre a metterle in pratica. Avevo fatto costantemente affidamento su di lei nel mio dovere e non avevo conservato un posto per Dio nel mio cuore. La situazione creatasi con Anna mi aveva messa completamente a nudo. Soprattutto dopo la sua rimozione, quando molti dei suoi problemi erano ormai stati smascherati e abbiamo ricominciato a lavorare insieme, avevo ancora questa immagine grandiosa di lei nella mia mente. Ho continuato a fare affidamento su di lei nel mio dovere e a pensare a quel detto: “Un orso indebolito è comunque più forte di un cervo”, convinta che Anna fosse comunque migliore di me, nonostante manifestasse qualche problema. La mia era una visione puramente satanica. L’avevo adorata troppo, non avevo ricercato le verità principi nelle nostre interazioni ed ero stata completamente priva di discernimento. Avevo valutato costantemente le cose secondo le diaboliche parole di Satana. E in seguito, dopo che sempre più problemi di Anna sono venuti alla luce, comunque non ho acquisito discernimento e non l’ho smascherata. Ho continuato a seguirla, a lasciarmi condizionare da lei e a vivere in uno stato di negatività e infelicità. Meritavo davvero tutto quello che mi era successo! Avevo ammirato Anna e fatto affidamento su di lei nel mio dovere, ma cosa mi aveva dato lei in cambio? Fuorviamento, costrizione e rifiuto. Mi aveva anche fatta sentire infelice e oppressa, senza alcuna speranza di liberazione, e così mi ero allontanata sempre di più da Dio. Sebbene credessi in Dio, non avevo fatto affidamento su di Lui, non Lo avevo guardato e non avevo minimamente perseguito la verità. Avevo solo adorato e seguito delle persone. Ero un’idiota senza alcun discernimento. Il fatto che avessi fallito e fossi caduta in quel modo era davvero la giustizia e la salvezza che Dio mi donava. Grazie a quella rivelazione, sono stata in grado di aprire gli occhi sulla strada sbagliata che stavo percorrendo, di esaminare le opinioni assurde che nutrivo e di ricercare la verità per risolvere i miei problemi. Allo stesso tempo, ho anche percepito quanto sia importante perseguire la verità. Dio ha detto che “Coloro che non perseguono la verità non possono seguire sino all’ultimo” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Dovresti mantenere la devozione a Dio”), e questo è più che reale. Coloro che non perseguono la verità sono destinati a essere smascherati ed eliminati da Dio. I fallimenti della persona che avevo ammirato, e anche i miei, ne erano la prova più evidente.
Un paio di mesi dopo, sono stata incaricata di collaborare all’evangelizzazione con Sara. Ho saputo di lei che, dopo aver iniziato a credere in Dio, aveva rinunciato a un ottimo lavoro per compiere il suo dovere, che era davvero in grado di sopportare le avversità, che possedeva un’ottima levatura e che aveva esperienza nel diffondere il Vangelo. La conoscevo da un po’ di tempo e avevo visto che teneva molto al lavoro della chiesa. Nelle riunioni condivideva attivamente e, indipendentemente dalle circostanze o dal numero di persone presenti, non si sentiva mai limitata e parlava con grande compostezza e senza timore. Quando i fratelli e le sorelle avevano dei problemi, forniva condivisione e aiuto, e tutti la approvavano davvero. Mi pareva una persona che perseguiva la verità e la stimavo molto. Se da un lato ero felice di avere la possibilità di lavorare con lei, dall’altro ricordavo il mio precedente fallimento e come il mio dare valore alla levatura e ai doni degli altri mi avesse portata a venerarli e a seguirli. Per quel motivo avevo intrapreso la strada sbagliata e la mia vita ne aveva risentito. Sapevo che, nelle mie interazioni con Sara, non potevo valutare le cose attraverso quel tipo di prospettiva fallace, e che dovevo approcciarmi a lei secondo le verità princìpi. Sara aveva buona levatura e grande esperienza nella condivisione del Vangelo, quindi avevo molto da imparare da lei, per compensare le mie carenze. Ma anche lei era una persona corrotta, con un’indole corrotta, carenze e mancanze. Non potevo adorarla e fare affidamento su di lei. Se manifestava problemi o deviazioni nel suo dovere, non potevo limitarmi a seguirla ciecamente. Dovevo esercitare discernimento e trattarla secondo le verità principi. In seguito, durante le nostre discussioni di lavoro, ho notato che la maggior parte dei suoi suggerimenti non era molto concreta. Un paio di altre sorelle e io pensavamo che non avrebbero funzionato, ma Sara insisteva molto su di essi. Ogni volta che non riusciva a far approvare una sua idea, ci bloccavamo e rimanevamo a lungo in una situazione di stallo, cosa che ritardava molto il progresso del nostro lavoro. A poco a poco, mi sono resa conto che Sara era arrogante, presuntuosa e testarda e che si arrabbiava quando i suoi suggerimenti non venivano accolti. Perdeva le staffe, e questo era limitante per gli altri. Non svolgeva un ruolo positivo nel nostro gruppo e intralciava e ostacolava l’avanzamento del lavoro. Così ho riferito il suo comportamento costante alla leader, la quale, dopo aver compreso la situazione, ha smascherato e analizzato i problemi di Sara e ha cercato di aiutarla; ma Sara si è rifiutata di accettarlo quindi la leader l’ha destituita. Vivere questa esperienza mi ha donato una grande serenità. Sentivo di aver finalmente ribaltato le mie idee fallaci e di aver smesso di adorare e seguire le persone come in passato. Ero davvero grata a Dio per aver predisposto quelle situazioni al fine di aiutarmi ad acquisire discernimento e a trarre questi insegnamenti.