96. Riflessioni sul non aver rimosso tempestivamente una falsa leader
Nell’agosto del 2021, sono stata scelta come diacono irrigatore. In quel periodo, mi occupavo sia di irrigare i nuovi arrivati che di diffondere il Vangelo. Poiché non avevo esperienza nell’evangelizzazione, non ottenevo grandi risultati in quell’ambito. Un giorno, la leader ha assegnato sorella Giovanna a collaborare con me nel seguire il lavoro del Vangelo. Sorella Giovanna ha capito subito i problemi che tutti avevano nel lavoro, ha riunito i fratelli e le sorelle per la condivisione e la revisione, e poi ha condiviso alcune esperienze e approcci di successo. A poco a poco, hanno maturato più entusiasmo nel loro lavoro evangelico e hanno imparato alcuni princìpi del lavoro. In breve tempo, più di 20 abitanti del nostro villaggio hanno accettato l’opera di Dio Onnipotente degli ultimi giorni, e sempre più persone la accettavano anche in altri luoghi. Abbiamo presto istituito una nuova chiesa. Ho considerato che Giovanna aveva fede da molto tempo, ottima levatura, ed era capace nel suo lavoro. Da quando era arrivata, l’evangelizzazione aveva ingranato bene. La ammiravo molto. Sentivo che era una lavoratrice capace e che perseguiva la verità. Lei aveva una buona impressione di me. Ha detto che ero responsabile e che mi assumevo un fardello, e ha parlato davanti agli altri della mia buona levatura e di quanto fossi capace. Mi ha davvero sorpresa sentirglielo dire. Ho appurato che aveva molta stima di me, e mi sembrava di occupare un posto importante nel suo cuore. Ero molto felice. In seguito, sono stata nominata leader e ho continuato a collaborare con Giovanna.
Nel giugno del 2022, sono diventata predicatrice, lei è stata scelta come leader e io ero responsabile del suo lavoro. Ma Giovanna non stava migliorando nell’evangelizzazione e non sapevo perché. Non si concentrava nel sostenere i nuovi arrivati, non si riuniva con gli evangelizzatori e non condivideva sugli stati o sulle difficoltà in cui si trovavano gli altri, né li risolveva. Rilevare questi problemi mi ha fatta molto preoccupare, così le ho inviato un messaggio chiedendole informazioni sul suo lavoro; lei lo ha letto ma non mi ha risposto. Ho pensato: “Sei una leader: come fai a essere così irresponsabile verso il lavoro della chiesa?” Ero furiosa. Volevo davvero potarla ed esporre is uoi problemi, ma ho pensato a quanto bene avessimo collaborato in passato, alla buona opinione che aveva di me, a come diceva che ero una brava leader. Se l’avessi potata, la sua buona impressione di me sarebbe svanita? Mi è parso fosse meglio tacere, per proteggere il nostro rapporto. Alla luce di questo, ho scelto di non dirle nulla. Mi sono limitata a inviarle da leggere le responsabilità dei leader e dei lavoratori e a informarla dell’ambito delle sue responsabilità e del lavoro che avrebbe dovuto svolgere per darle un senso del fardello. Ritenevo di averle chiarito le cose, che avrebbe saputo come comportarsi in futuro e che man mano avrebbe ingranato nell’evangelizzazione. Invece il tempo passava e il suo lavoro restava improduttivo. Ero molto contrariata. Non era mai stata così in passato, perché ora sì? Volevo davvero potarla, farle notare che era irresponsabile nei suoi doveri e non stava svolgendo lavoro concreto, affinché correggesse presto il suo approccio al dovere. Ma poi ho pensato: “Mi ha sempre ritenuta una brava leader e ha parlato spesso del fardello che mi assumo per il lavoro della chiesa e di quanto sia paziente e compassionevole. Se smaschero il suo problema, la buona opinione che ha di me svanirà”. A questo pensiero, le ho solo detto alcune parole di conforto e l’ho esortata a trovare più tempo per gli incontri e a seguire il lavoro della chiesa. Alle mie parole, Giovanna ha risposto che doveva correggere il suo atteggiamento nei confronti del dovere e ha espresso il desiderio di compierlo bene in futuro. Felicissima, ho pensato: “Di certo, stavolta Giovanna svolgerà bene il suo dovere. Con lei alla guida degli evangelizzatori, i risultati saranno sicuramente migliori”. Non molto tempo dopo, la sorela con cui collaboravo mi ha detto: “Nel suo ruolo di leader, Giovanna non segue il lavoro e non sostiene le persone. È una leader solo di nome e non svolge mai lavoro concreto. È una falsa leader. Suggerisco di rimuoverla e di sostituirla con qualcun altro. In questo modo, il lavoro della chiesa potrà ingranare”. Un’altra sorella mi ha fatto notare che, non svolgendo un vero lavoro, Giovanna aveva già ritardato il lavoro della chiesa e avrebbe dovuto essere rimossa quanto prima. Ma io pensavo ancora che fosse capace e di buona levatura, credevo stesse solo attraversando un periodo difficile con la sua famiglia che la tormentava, e che, se avesse risolto il suo stato, sarebbe migliorata nel lavoro del Vangelo. Così ho rimandato la sua rimozione. In seguito, il rendimento di Giovanna ha continuato a diminuire e gli altri riferivano sempre che non era cambiata: parlava bene, ma in concreto non faceva nulla. I resoconti dei fratelli e delle sorelle mi hanno molto rattristata e mi sembrava di non valutarla con chiarezza. Ho pregato Dio, chiedendoGli di guidarmi ad acquisire discernimento.
In seguito, ho letto queste parole di Dio: “Come si può giudicare se un leader o un lavoratore sta adempiendo alle proprie responsabilità o se è un falso leader? Al livello più basilare, si deve valutare se sia capace di svolgere un lavoro reale, se possieda o meno questa levatura. Quindi, si dovrebbe valutare se ha il fardello per svolgere bene questo lavoro. Ignorate quanto siano belle le cose che dice e quanto sembri comprendere le dottrine, e ignorate quanto sia talentuoso e dotato quando affronta le questioni esterne: queste cose non sono importanti. Ciò che è cruciale è se sia o no in grado di svolgere correttamente gli elementi di lavoro più fondamentali della chiesa, se sia capace di risolvere i problemi usando la verità, e se sappia condurre le persone nella verità realtà. Questo è il lavoro più fondamentale ed essenziale. Se non è in grado di svolgere questi elementi di lavoro reale, allora, per quanto buona sia la sua levatura, per quanto sia talentuoso, o per quanto sia capace di sopportare le avversità e di pagare un prezzo, è comunque un falso leader. Alcuni dicono: ‘Dimentica il fatto che non svolga alcun lavoro reale al momento. Possiede buona levatura e capacità. Formalo per un po’ e sarà senz’altro in grado di svolgere un lavoro reale. Tra l’altro, non ha commesso alcuna cattiva azione. Non ha commesso alcuna malefatta, né ha causato intralci o disturbi: come puoi affermare che sia un falso leader?’ Come possiamo spiegare ciò? Non importa quanto sei talentuoso, quale livello di levatura e istruzione possiedi, quanti slogan riesci a gridare o quante parole e dottrine hai colto; indipendentemente da quanto sei impegnato o esausto nell’arco di una giornata, o da quanta strada hai fatto, da quante chiese visiti o da quanti rischi corri e da quante sofferenze sopporti: niente di tutto questo ha importanza. Ciò che conta è se svolgi il tuo lavoro in base alle disposizioni di lavoro, se attui accuratamente tali disposizioni; se, durante la tua leadership, partecipi a ogni compito specifico di cui sei responsabile e da quanti problemi reali hai effettivamente risolto; da quante persone sono arrivate a comprendere le verità principi grazie alla tua leadership e alla tua guida e da quanto il lavoro della chiesa è avanzato e si è sviluppato; ciò che conta è se hai raggiunto o meno questi risultati. Indipendentemente dal lavoro specifico in cui sei coinvolto, ciò che conta è se segui e dirigi costantemente il lavoro anziché agire in modo arrogante e impartire ordini. Oltre a questo, conta anche se possiedi o meno l’ingresso nella vita mentre svolgi il tuo dovere, se riesci ad affrontare le questioni secondo i principi, se possiedi una testimonianza sul mettere in pratica la verità e se riesci a gestire e risolvere i problemi reali affrontati dal popolo eletto di Dio. Queste e altre cose simili sono tutti standard per valutare se un leader o un lavoratore abbia adempiuto o meno alle proprie responsabilità” (La Parola, Vol. 5: Responsabilità di leader e lavoratori, “Responsabilità di leader e lavoratori (9)”). Le parole di Dio mi hanno fatto capire che non si può giudicare se un leader sia competente o se sia un falso leader ascoltando quanto parli bene o esaminando la sua levatura, le sue capacità o il numero dei suoi comportamenti buoni. Le cose principali da verificare sono se svolga o no un lavoro concreto, se sia responsabile e se sia in grado di compiere il dovere di leader. Giovanna aveva una certa levatura ed era una lavoratrice capace, ma si limitava a parlare bene senza poi passare all’azione o svolgere un lavoro reale. Non stava eseguendo il lavoro che spetterebbe a un leader. In apparenza non stava facendo nulla di cattivo o malvagio, ma nel suo ruolo di leader si limitava a inviare messaggi e a declamare slogan. Non si informava mai veramente delle cose né seguiva il lavoro della chiesa. Non sosteneva i nuovi arrivati che avevano appena intrapreso un dovere. Quando gli altri avevano difficoltà e problemi nel lavoro del Vangelo, non condivideva né risolveva le questioni, e spesso trascurava il suo dovere. In quel periodo, l’ho richiamata molte volte a modificare il suo atteggiamento nei confronti del dovere; sebbene si dicesse d’accordo sul dover cambiare, continuava solo a fare come prima. L’evangelizzazione si è arrestata e gli altri progetti non producevano risultati. Non rifletteva su sé stessa, respingeva i fratelli e le sorelle con delle scuse. Dal suo atteggiamento nei confronti del dovere e dai suoi vari comportamenti, sembrava una falsa leader che non svolgeva lavoro concreto, come rivelato da Dio, e avrebbe dovuto essere rimossa prima. Ma io non valutavo le cose e non discernevo le persone in base alla parola di Dio. Vedevo solo l’intelligenza, la levatura e le capacità di Giovanna. Mi pareva all’altezza del lavoro: non guardavo se stesse facendo un lavoro reale o che tipo di risultati stesse ottenendo. Nutrivo ancora delle speranze su di lei. Speravo che tornasse a svolgere il lavoro della chiesa come prima, così continuavo a darle altre possibilità. Quanto ero sciocca e ignorante! La sorella con cui collaboravo mi aveva dato un resoconto su Giovanna e mi aveva suggerito di destituirla, ma io mi aggrappavo al mio punto di vista, desiderosa di darle delle possibilità e sostenerla ulteriormente, quindi non l’ho destituita subito, danneggiando gravemente il lavoro della chiesa. Ho capito che non svolgevo bene il mio dovere di supervisore, compromettendo così il lavoro. Non era anche questo un comportamento da falsa leader? Ho pregato Dio, chiedendoGli di guidarmi a conoscere la mia corruzione.
Un giorno, ho letto queste parole di Dio: “Quando un leader della chiesa vede i fratelli o le sorelle fare il loro dovere in modo superficiale, potrebbe non rimproverarli anche se dovrebbe farlo. Quando vede chiaramente che gli interessi della casa di Dio sono danneggiati, non si preoccupa di questo né effettua alcuna indagine, e non reca la minima offesa agli altri. Di fatto, non dimostra realmente di tenere in considerazione le debolezze delle persone; il suo intento e il suo obiettivo sono invece di conquistare il cuore della gente. È pienamente consapevole che: ‘Fin tanto che agisco così e non reco offesa a nessuno, penseranno che io sia un bravo leader. Avranno una buona e alta opinione di me. Mi approveranno e piacerò loro’. Non gli importa quanti danni subiscano gli interessi della casa di Dio, né quali gravi perdite vengano arrecate all’ingresso nella vita dei prescelti di Dio, né quanto sia disturbata la loro vita della chiesa, costui persiste nella sua filosofia satanica e non reca offesa a nessuno. Non c’è mai alcun senso di rimorso nel suo cuore. Quando vede una persona provocare intralci e disturbi, tutt’al più potrebbe scambiarci qualche parola in merito alla questione, minimizzarla e poi accantonarla. Non condividerà sulla verità, non evidenzierà l’essenza del problema di tale persona, né tantomeno ne analizzerà lo stato, e non condividerà mai su quali siano le intenzioni di Dio. Un falso leader non espone né analizza mai gli errori che le persone commettono di frequente o l’indole corrotta che spesso rivelano. Non risolve alcun problema reale; anzi, asseconda sempre le pratiche errate delle persone e le loro rivelazioni di corruzione e, a prescindere da quanto le persone siano negative o deboli, egli non prende la cosa sul serio. Si limita a predicare alcune parole e dottrine, e a pronunciare qualche parola di esortazione ad affrontare la situazione in modo superficiale, cercando di mantenere l’armonia. Di conseguenza, il popolo eletto di Dio non sa come riflettere su sé stesso né come conoscersi, non ha alcuna soluzione per qualsiasi indole corrotta riveli, e vive tra parole e dottrine, nozioni e fantasie, senza alcun ingresso nella vita. Nel loro cuore, i prescelti di Dio credono persino: ‘Il nostro leader mostra addirittura più comprensione per le nostre debolezze di quanto faccia Dio. La nostra statura è troppo piccola per soddisfare le Sue richieste. Ci basta soddisfare i requisiti del nostro leader; se ci sottomettiamo al nostro leader, ci stiamo sottomettendo a Dio. Se un giorno il Supremo lo destituirà, allora ci faremo sentire; per mantenere il nostro leader e impedire che venga destituito, negozieremo con il Supremo e Lo costringeremo ad accontentare le nostre richieste. In questo modo ci comporteremo bene con il nostro leader’. Quando le persone hanno simili pensieri nel cuore, quando hanno stabilito un tale rapporto con il loro leader e nel loro cuore è sorto questo tipo di dipendenza, invidia e venerazione nei suoi confronti, allora arrivano ad avere una fiducia sempre maggiore in questo leader, e vogliono sempre ascoltare le sue parole piuttosto che cercare la verità in quelle di Dio. Un tale leader ha quasi preso il posto di Dio nel cuore delle persone. Se un leader è intenzionato a mantenere un simile rapporto con il popolo eletto di Dio, se trae da ciò un sentimento di godimento nel suo cuore, se crede che il popolo eletto di Dio debba trattarlo così, allora non c’è alcuna differenza tra questo leader e Paolo, e costui ha già intrapreso il cammino di un anticristo, mentre il popolo eletto di Dio è già stato fuorviato da questo anticristo ed è totalmente privo di discernimento” (La Parola, Vol. 4: Smascherare gli anticristi, “Tema 1: Cercano di conquistare il cuore delle persone”). La parola di Dio ha esposto le intenzioni spregevoli che avevo nel mio dovere. Vedevo che Giovanna non svolgeva lavoro concreto, ma non ho smascherato né analizzato il suo problema, né l’ho prontamente rimossa. L’ho solo assecondata e le ho dato la possibilità di pentirsi. Ma questo non perché fossi comprensiva nei confronti della sua debolezza o perché volessi aiutarla e sostenerla: le mie vere intenzioni erano preservare la buona impressione che aveva di me come leader e guadagnare la sua stima. Avevamo collaborato in passato nei nostri doveri e lei aveva sempre avuto una buona opinione di me. Spesso parlava davanti agli altri di quanto fossi responsabile verso il lavoro della chiesa e di quanto fossi brava come leader. Smascherare ed esporre i suoi problemi e potarla avrebbe potuto rovinare il nostro rapporto e distruggere la buona impressione che aveva di me. Per preservare l’impressione di brava leader che Giovanna aveva di me, non ho smascherato i suoi problemi, non l’ho potata e non ho analizzato le sue azioni e la sua condotta, cose che le avrebbero mostrato i suoi problemi e le avrebbero permesso di cambiare prontamente. Mi sono limitata a dirle qualche parola di conforto e a darle dei consigli, l’ho esortata a partecipare di più agli incontri e a seguire il lavoro, accennando alle cose di sfuggita. La sorella con cui collaboravo mi ha chiesto più volte di destituirla secondo i princìpi, ma così facendo temevo di offendere Giovanna, temevo che perdesse la buona impressione che aveva di me, così ho tardato a destituirla. Dio espone che gli anticristi lavorano e parlano in nome della loro fama e del loro prestigio, che quando vedono gli altri violare i princìpi nei loro doveri, non li criticano né li potano. Il loro obiettivo è occupare un posto nel cuore delle persone, guadagnare la stima degli altri e portarli al proprio cospetto. Anch’io ero proprio così. Per preservare l’opinione che gli altri avevano di me, ho trascurato il lavoro della chiesa e, quando ho scoperto una falsa leader che non svolgeva lavoro concreto, non l’ho smascherata, non l’ho potata e non l’ho destituita. Mi comportavo così per mantenere un posto nel cuore degli altri e far credere a tutti che fossi compassionevole, paziente e una brava leader. Svolgendo il mio dovere in quel modo, non ero d’aiuto né istruttiva per i miei fratelli e sorelle, né avrei fatto capire loro la verità o li avrei portati davanti a Dio. Al contrario, li avrei indotti ad ammirarmi e adorarmi. Comportandomi così, ingannavo e irretivo le persone e percorrevo il cammino di un anticristo. Ho pensato agli anticristi nella chiesa esposti ed eliminati uno per uno. Se avessi continuato così, senza pentirmi né cambiare, sarei stata espulsa ed eliminata proprio come loro. Dopo averlo capito, ho pregato Dio, chiedendoGli di guidarmi a riflettere su me stessa.
In seguito, ho letto un passo delle Sue parole: “Quando ti accade qualcosa, vivi secondo le filosofie per interazioni mondane e non pratichi la verità. Temi sempre di offendere gli altri, ma non di offendere Dio, e sacrificheresti persino gli interessi della casa di Dio per proteggere le tue relazioni interpersonali. Quali sono le conseguenze di agire in questo modo? Avrai protetto abbastanza bene le tue relazioni interpersonali, ma avrai offeso Dio, ed Egli ti sdegnerà e si arrabbierà con te. Qual è il migliore, a conti fatti? Se non sei in grado di dirlo, allora sei completamente confuso; ciò dimostra che non hai la minima comprensione della verità. Se continui così senza mai rendertene conto, il pericolo è davvero grande, e se alla fine non sei in grado di raggiungere la verità, sarai tu ad aver subito una perdita. Se non cerchi la verità in questa faccenda, e fallisci, sarai in grado di cercare la verità in futuro? Se ancora non ci riesci, non sarà più un problema subire una perdita: alla fine verrai eliminato. Se hai le motivazioni e la prospettiva di una ‘persona compiacente’, allora, in tutte le questioni, sarai incapace di praticare la verità e di rispettare i principi, e fallirai sempre e cadrai. Se non ti risvegli e non cerchi mai la verità, allora sei un miscredente e non otterrai mai la verità e la vita. Che cosa dovreste fare, allora? Di fronte a queste cose, devi pregare Dio e invocarLo, implorando la salvezza e chiedendoGli di darti più fede e forza e metterti in grado di rispettare i principi, di fare ciò che dovresti fare, di gestire le cose secondo i principi, di rimanere saldo nella posizione in cui dovresti stare, proteggere gli interessi della casa di Dio e impedire che si verifichi un danno all’opera della casa di Dio. Se sei in grado di ribellarti contro i tuoi interessi personali, il tuo orgoglio e il tuo punto di vista di ‘persona compiacente’, e se fai ciò che dovresti fare con un cuore onesto e indiviso, allora avrai sconfitto Satana e avrai guadagnato questo aspetto della verità. Se continui sempre a vivere secondo la filosofia di Satana, a proteggere i tuoi rapporti con gli altri, a non praticare mai la verità e a non osare rispettarne i principi, allora sarai in grado di praticare la verità in altre questioni? Continuerai a non avere fede o forza. Se non sei mai in grado di cercare o accettare la verità, allora tale fede in Dio ti permetterà di ottenere la verità? (No.) E se non riesci a ottenere la verità, puoi essere salvato? Non puoi. Se vivete sempre secondo la filosofia di Satana, completamente privi della verità realtà, allora non potrete mai essere salvati. Dovrebbe esservi chiaro che ottenere la verità è una condizione necessaria per la salvezza. Come si può dunque ottenere la verità? Se sei in grado di praticare la verità, se riesci a vivere secondo la verità, e la verità diventa la base della tua vita, allora otterrai la verità e avrai la vita, e così sarai uno di coloro che sono salvati” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Parte terza”). Dalle parole di Dio, ho capito che stavo sempre salvaguardando il mio prestigio, la mia immagine e le mie relazioni e trascurando il lavoro della chiesa principalmente perché ero troppo influenzata dalle filosofie per i rapporti mondani tipiche degli adulatori. Ero influenzata da filosofie sataniche come: “Tacere sui difetti dei buoni amici consente una lunga e grande amicizia” e “Mantieni buoni rapporti con chi non puoi evitare”. Pensavo che, per piacere agli altri ed essere ammirati, si dovesse esserere dolci e gentili e non trattare mai male le persone, che, quando si notano i problemi degli altri, fosse giusto passarci sopra, che non bisognasse essere troppo severi e in questo modo si potesse piacere a tutti. Avevo vissuto secondo queste idee da adulatrice e, quando ho visto che Giovanna non svolgeva lavoro concreto, non l’ho smascherata, potata o destituita. Avevo protetto il mio prestigio e la mia immagine ma, poiché non avevo smascherato i problemi di Giovanna e non l’avevo prontamente rimossa, il lavoro della chiesa era stato ritardato. Avevo messo la mia reputazione, il mio prestigio e i miei rapporti davanti al mio dovere e, per proteggere la mia immagine e il mio prestigio, non avevo affatto consideratoil lavoro della chiesa. Ero veramente egoista e spregevole. Vivere secondo quelle idee da persona compiacente mi aveva resa sempre più viscida e propensa all’inganno, priva di una qualsiasi sembianza umana. Le parole di Dio dicono: “Coloro che percorrono la via di mezzo sono le persone più insidiose di tutte. Non offendono nessuno, sono scaltri e navigati, sono bravi a stare al gioco in tutte le situazioni, e nessuno riesce a vedere le loro mancanze. Sono come dei Satana viventi!” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Solo mettendo in pratica la verità ci si può liberare dei vincoli di un’indole corrotta”). Dio odia e detesta le persone compiacenti. Non si potrà mai ottenere la verità o essere salvati vivendo secondo le idee degli adulatori. Rendermene conto mi ha piuttosto spaventata. Sapevo di aver trasgredito davanti a Dio e che, se non avessi corretto il mio stato e non mi fossi veramente pentita, alla fine Dio mi avrebbe abbandonata ed eliminata. Le parole di Dio mi hanno anche indicato un percorso di pratica: quando voglio proteggere la mia fama e il mio prestigio, devo pregare di più Dio, chiederGli di darmi la forza di praticare la verità, agire secondo i princìpi e imparare a compiere il mio dovere con cuore onesto. Questo non solo giova all’ingresso nella vita dei fratelli e delle sorelle, ma anche al lavoro della chiesa. Ho pregato Dio, dicendoGli che avrei praticato la verità, agito secondo principio e protetto gli interessi della chiesa.
Poi, ho letto altre delle Sue parole: “Tenersi aggiornati sulla situazione dei supervisori dei diversi lavori e del personale responsabile dei vari lavori importanti, e riassegnarli a un altro dovere o destituirli tempestivamente, se necessario, in modo da prevenire o tamponare le perdite causate dall’utilizzo di persone inadatte e garantire l’efficienza e il buon andamento del lavoro” (La Parola, Vol. 5: Responsabilità di leader e lavoratori, “Responsabilità di leader e lavoratori (1)”). “I leader e i lavoratori devono avere una chiara comprensione dei supervisori dei diversi lavori e del personale responsabile dei vari lavori importanti. Rientra nelle responsabilità dei leader e dei lavoratori tenersi informati riguardo alle circostanze dei supervisori dei diversi lavori e del personale responsabile dei vari lavori importanti. Chi sono dunque questi membri del personale? In primo luogo, ci sono i leader della chiesa, seguiti dai supervisori dei gruppi e dai capi dei vari gruppi. Non è forse cruciale e di grande importanza comprendere e tenersi aggiornati riguardo a circostanze quali se i supervisori dei diversi lavori e il personale responsabile dei vari lavori importanti possiedano la verità realtà, se abbiano dei principi nelle loro azioni e se sappiano fare bene il lavoro della chiesa? Se i leader e i lavoratori sono perfettamente al corrente delle circostanze che riguardano i principali supervisori dei diversi lavori e apportano gli opportuni adeguamenti al personale, è come se tenessero sotto controllo ogni elemento del lavoro, e ciò equivale ad adempiere alle proprie responsabilità e a compiere bene i propri doveri. Se non vengono apportati i corretti adeguamenti a tali membri del personale e si verifica un problema, il lavoro della chiesa ne risentirà notevolmente. Se questi membri del personale sono di buona umanità, possiedono un fondamento nella loro fede in Dio, sono responsabili nella gestione delle questioni e sono in grado di ricercare la verità per risolvere i problemi, allora metterli a capo del lavoro eviterà un sacco di problemi e, soprattutto, consentirà al lavoro di progredire senza intoppi. Ma se i supervisori dei vari gruppi non sono affidabili, hanno scarsa umanità, non si comportano bene, non mettono in pratica la verità e, inoltre, rischiano di causare un certo numero di intralci e disturbi, ciò avrà ripercussioni sul lavoro di cui sono responsabili e sull’ingresso nella vita dei fratelli e delle sorelle che essi guidano. Naturalmente, tali ripercussioni possono essere grandi o piccole. Se i supervisori sono semplicemente negligenti nei loro doveri e non si occupano correttamente del loro lavoro, ciò probabilmente causerà solo alcuni ritardi nel lavoro; l’avanzamento sarà un po’ più lento e il lavoro un po’ meno efficiente. Se sono degli anticristi, invece, il problema sarà serio: non si tratterà solo del fatto che il lavoro sarà un po’ più inefficiente o inefficace: essi disturberanno e danneggeranno il lavoro della chiesa di cui sono responsabili, causando gravi danni. E quindi, tenersi informati in ogni momento sulle circostanze dei supervisori dei diversi lavori e del personale responsabile dei vari lavori importanti ed effettuare riassegnazioni e destituzioni tempestive dopo aver scoperto che qualcuno non sta svolgendo un lavoro concreto non è un obbligo a cui i leader e i lavoratori possono sottrarsi: è un lavoro molto serio e molto importante. Se i leader e i lavoratori riescono a venire prontamente a conoscenza del carattere dei supervisori dei diversi lavori e del personale responsabile dei vari lavori importanti, del loro atteggiamento nei confronti della verità e dei loro doveri, nonché dei loro stati e delle loro prestazioni in ogni periodo e in ogni fase, e ad apportare tempestivamente modifiche o gestire quelle persone in base alle circostanze, allora il lavoro può procedere regolarmente. Al contrario, se tali persone si scatenano facendo cose cattive e non svolgono un lavoro concreto nella chiesa, e i leader e i lavoratori non sono in grado di rilevarlo immediatamente ed effettuare riassegnazioni tempestive, ma aspettano che emergano gravi problemi di ogni genere, incorrendo in perdite sostanziali per il lavoro della chiesa, prima di provare con noncuranza a gestirle, a fare riassegnazioni e a correggere e salvare la situazione, allora quei leader e lavoratori sono rifiuti umani. Sono veri e propri falsi leader che devono essere destituiti ed eliminati” (La Parola, Vol. 5: Responsabilità di leader e lavoratori, “Responsabilità di leader e lavoratori (3)”). Dalle parole di Dio, ho capito che un leader ha l’obbligo di controllare tempestivamente lo stato di ogni supervisore dei vari progetti e del personale responsabile di compiti importanti e di rimuovere o riassegnare prontamente chiunque non sia adatto per garantire un produttivo sviluppo dei progetti della chiesa. Quando appura che un supervisore, un leader o un lavoratore non sta svolgendo lavoro concreto e che questo compromette e ritarda il lavoro della chiesa, deve immediatamente condividere con loro, e se loro non cambiano e non sono nemmeno degni di rendere un servizio devono essere prontamente riassegnati o destituiti. Questo giova al lavoro della chiesa. Si deve tenere chi è adatto all’impiego e rimuovere chi non lo è, fornire condivisione e aiuto a chi ne ha bisogno, potare chi deve essere potato e sostenere coloro che perseguono la verità. Nel suo dovere, Giovanna era stata sempre negligente e irresponsabile e non si assumeva un fardello. I leader avevano condiviso con lei molte volte, ma non era mai cambiata. La cosa stava compromettendo gravemente il lavoro della chiesa. Era davvero una falsa leader che non svolgeva alcun lavoro concreto e doveva essere destituita immediatamente, mentre bisognava coltivare una persona responsabile dotata di buona umanità. Questo avrebbe giovato al lavoro della chiesa e permesso all’evangelizzazione di progredire senza intralci. A questo pensiero, il mio cuore si è del tutto alleggerito e illuminato, e ho fatto una promessa a Dio: “Quando affronterò di nuovo questo tipo di problema, praticherò secondo i princìpi e adempirò alle mie responsabilità”. Ho inoltre chiesto a Dio di guidarmi a praticare la verità.
In seguito, ho fatto notare a Giovanna tutti i suoi problemi, smascherandola come una falsa leader che non svolgeva lavoro concreto. L’ho vista infuriata e non ho osato aggiungere altro. Ho pensato: “Se smaschero altri suoi problemi, il nostro rapporto finirà a un punto morto e la buona impressione che ha di me verrà rovinata”. Mi sono resa conto che stavo ricadendo nelle mie vecchie abitudini, così ho pregato Dio: “Dio, voglio praticare la verità, compiere il mio dovere, condividere ciò che dovrei e smettere di preoccuparmi dell’immagine che gli altri hanno di me. Ti prego, dammi la forza di superare i vincoli della mia indole corrotta”. Dopo aver pregato, ho continuato a condividere con Giovanna, menzionando i suoi problemi uno alla volta e smascherando il fatto che non svolgeva lavoro concreto. Anche se sul momento era contrariata, alla fine ha detto che, senza la mia esposizione e le mie critiche, non avrebbe visto i suoi problemi. Ha ammesso la profondità della sua corruzione e ha detto che intendeva cambiare e che avrebbe accettato qualsiasi provvedimento la chiesa avesse preso verso di lei. Quando gliel’ho sentito dire, ho ringraziato Dio. Ho praticato secondo le parole di Dio e le mie relazioni non sono finite come mi immaginavo, e ho provato un grande senso di pace e tranquillità. Dopo aver destituito Giovanna, abbiamo scelto un altro fratello come supervisore dell’evangelizzazione. Lui si faceva davvero carico del suo dovere e guidava gli altri nella diffusione del Vangelo. Dopo un po’, l’evangelizzazione ha iniziato a ingranare.
Questa esperienza mi ha fatto capire che affidarsi a un’indole satanica per compiere il proprio dovere non solo danneggia noi stessi, ma influisce anche sul lavoro della chiesa. Solo svolgere il proprio dovere in accordo con le parole di Dio e con i princìpi della verità è conforme alla volontà di Dio.