1. Come ho lasciato alle spalle le mie emozioni negative
Nell’ottobre del 2022, io e Shelley siamo state scelte come leader della chiesa. Dal momento che avevamo appena iniziato a praticare e non avevamo familiarità con molti compiti, discutevamo sempre insieme delle questioni. Dopo un po’ di tempo, il nostro lavoro ha iniziato a dare qualche risultato. Shelley aveva una levatura relativamente buona. Ogni volta che la leader poneva delle domande, lei sapeva rispondere rapidamente. Nella maggior parte dei casi, anche la leader la apprezzava e, di conseguenza, dava priorità ai suggerimenti di Shelley su molte questioni, mentre io sembravo una persona superflua seduta in disparte. Pensavo tra me e me: “Shelley ha una buona levatura e la leader ha una stima relativamente alta di lei, mentre io trascorro molto tempo senza dire nulla. Probabilmente la leader ha capito a fondo la mia mancanza di capacità e pensa che io possa svolgere solo qualche lavoro secondario”. Mi sentivo un po’ scoraggiata, ma poi ho pensato che, poiché avevo appena iniziato a praticare e la mia levatura non era così buona, era normale che non venissi impiegata per lavori importanti. Mi sono consolata e quella sensazione è passata.
In seguito, la quantità di lavoro di cui eravamo responsabili è aumentata. Quando assegnava un lavoro, la leader chiamava entrambe. Ma quando si trattava di implementare compiti più impegnativi, chiedeva espressamente a Shelley di dare seguito alla richiesta, menzionando raramente il mio nome. Al massimo, la leader concludeva con: “Shelley, tu e gli altri potete proseguire con questo compito”. Apparentemente, facevo finta di non preoccuparmi, ma dentro di me ero in subbuglio: “Sono sempre io ad essere ignorata, faccio semplicemente parte degli ‘altri’. Sembra che io non esista affatto nella mente della leader. Non c’è niente che io possa fare: dopotutto, la mia levatura non è paragonabile a quella di Shelley. Farò semplicemente quello che posso”. Successivamente, sono diventata sempre più passiva nel dare seguito ai compiti e non volevo essere troppo coinvolta nel lavoro di cui era responsabile Shelley. Quando veniva a parlare di lavoro con me, le rispondevo senza entusiasmo. A volte tutti discutevano attivamente di un problema, ma io mi sentivo un’estranea e quasi non proferivo parola per tutto il pomeriggio. Talvolta mi venivano delle idee, ma non ero sicura che fossero effettivamente corrette. Se avessi detto qualcosa di sbagliato, non mi sarei resa ridicola? Dopo averci pensato, decidevo di non parlare. In questo modo, ho creduto sempre più di possedere una scarsa levatura e di non essere di grande utilità, quindi non volevo più essere responsabile di così tanto lavoro. Quindi, ho spostato la mia attenzione sull’opera di irrigazione. A quel tempo la chiesa non aveva un leader del gruppo di irrigazione, così ho pensato a sorella Rose, che in precedenza aveva ottenuto alcuni risultati nell’irrigazione dei nuovi credenti. Tuttavia, i fratelli e le sorelle avevano riferito che lei non si faceva carico di un fardello nel suo dovere e che non era adatta a ricoprire il ruolo di leader del gruppo. Volevo parlarne con Shelley, ma visto che era impegnata, non l’ho fatto, temendo che affermasse che la mia levatura era troppo scarsa, dato che non ero in grado di svolgere neanche questo piccolo compito. Ho pensato: “Rose ha una buona levatura e può condividere per eliminare alcuni problemi. Sebbene ora potrebbe non farsi carico di un fardello a causa della limitazione del marito, con un ulteriore controllo e una maggiore condivisione da parte mia, il lavoro non dovrebbe subire ritardi”. Quindi ho scelto Rose come leader del gruppo di irrigazione. Tuttavia, qualche giorno dopo ho saputo che Rose aveva rinunciato ai suoi doveri ed era tornata a casa perché vincolata dal marito. Sentendo questo, sono rimasta paralizzata e ho pensato: “Ecco. L’ho scelta io. Questo non dimostra che non possiedo discernimento? Ho commesso degli errori anche quando lavoravo in modo indipendente su un piccolo compito; è davvero terribile. Se ciò ritardasse l’irrigazione dei nuovi credenti, intralcerei il lavoro della chiesa”. Più ci pensavo, più mi sentivo male, convinta di non essere capace di fare bene nulla. Poiché mi mancava la levatura e il discernimento, e non riuscivo a vedere le cose chiaramente, dovevo dimettermi rapidamente prima di causare ulteriori danni ai fratelli e alle sorelle e ritardare il lavoro della chiesa. Così ho scritto la mia lettera di dimissioni e l’ho inviata alla leader e a Shelley. Poco dopo, Shelley mi ha inviato un passaggio delle parole di Dio: “Indipendentemente dalla situazione o dall’ambiente di lavoro, le persone a volte commettono errori e vi sono aree in cui la loro levatura, la loro comprensione e le loro prospettive non sono all’altezza dei requisiti. È normale, e devi imparare a gestirlo correttamente. In ogni caso, qualunque sia la tua pratica, dovresti affrontarla e gestirla in modo corretto e attivo. Non deprimerti, non sentirti oppresso o negativo di fronte alla minima difficoltà e non sprofondare in emozioni negative. Non c’è bisogno di nulla di tutto ciò, non farne un dramma. Quello che dovresti fare è riflettere immediatamente su te stesso e stabilire se c’è un problema riguardante le tue capacità professionali oppure le tue intenzioni. Esamina se vi sono impurità nelle tue azioni o se la colpa è di determinate nozioni. Rifletti su tutti gli aspetti. Se si tratta di un problema di scarsa competenza, puoi continuare a imparare, chiedere a qualcuno di aiutarti a trovare delle soluzioni o consultarti con persone dello stesso settore. Se invece nutri intenzioni sbagliate e si tratta di un problema che può essere risolto utilizzando la verità, puoi rivolgerti ai leader della chiesa o a qualcuno che comprenda la verità per una consultazione e una condivisione. Parla con loro dello stato in cui ti trovi e lascia che ti aiutino a risolverlo. Se si tratta di un problema che coinvolge delle nozioni, una volta che le hai esaminate e ne hai acquisita consapevolezza, puoi analizzarle e comprenderle, quindi liberartene e ribellarti a esse. Vedi quanto è semplice? Ti attendono altri giorni a venire, domani il sole sorgerà di nuovo, e tu devi continuare con la tua vita. Dal momento che sei vivo, che sei un essere umano, dovresti continuare a svolgere il tuo dovere. Fintanto che vivi e hai dei pensieri, dovresti sforzarti di svolgere bene e portare a termine il tuo dovere. Questo è un obiettivo che non dovrebbe mai cambiare durante la vita di una persona. Non importa quali difficoltà incontrerai e cosa dovrai affrontare, né quando: non dovresti sentirti oppresso. Se ti senti oppresso, ti arenerai e verrai sconfitto. Che tipo di persone si sentono sempre oppresse? I deboli e gli sciocchi” (La Parola, Vol. 6: Riguardo al perseguimento della verità, “Come perseguire la verità (6)”). Dopo aver letto le parole di Dio, ho sentito un grande calore dentro. Dio ha affermato che quando le persone svolgono i loro doveri, ci sono momenti in cui possono essere confuse, commettere errori o violare i principi a causa della mancanza di comprensione della verità. Quindi, quando sorgono problemi che causano delle perdite sul lavoro, o quando le persone vengono sfrondate, sono tutti eventi normali e devono essere trattati correttamente. La chiave è imparare dagli errori, riflettere su sé stessi, pentirsi e cambiare. Se le perdite sul lavoro sono causate dall’agire secondo un’indole corrotta, allora si dovrebbe ricercare la verità per eliminarla. Se il lavoro è inefficace a causa della mancanza di competenze, bisogna impararle in fretta o consultare qualcuno più esperto. Se, solo a causa della comparsa di queste deviazioni o errori, si pensa di essere stati rivelati, si diventa negativi, ci si delimita e non si è nemmeno disposti a svolgere i propri doveri, questo dimostra stupidità e debolezza. Ho riflettuto sui problemi legati alla scelta di Rose e mi sono resa conto che ero troppo preoccupata per la mia reputazione e il mio prestigio. Durante il periodo in cui ho collaborato con Shelley, poiché mi sentivo messa in ombra in qualunque ambito, volevo portare a termine un compito in modo indipendente per dimostrare di avere ancora qualche capacità lavorativa. Pertanto, nel caso della scelta della leader del gruppo di irrigazione, sebbene fossi chiaramente priva di principi e non riuscissi a discernere le persone, poiché avevo paura che, se avessi chiesto ai fratelli e alle sorelle, avrebbero potuto pensare che fossi davvero incompetente, dal momento che non ero in grado di gestire nemmeno un compito così facile, avevo scelto Rose seguendo la mia immaginazione. Non avevo discernimento nei confronti delle persone e non seguivo dei principi nella loro selezione e nel loro impiego. In realtà, la casa di Dio ha a lungo condiviso che quando si scelgono e si impiegano le persone, ci dovremmo rivolgere a chi conosce il loro vissuto per assicurarsi che coloro che sono stati scelti abbiano un senso di responsabilità e una certa levatura, prima di coltivarli, e che, una volta scoperto un problema con una persona, dovremmo immediatamente indagare per comprendere la situazione. Se non riusciamo a vedere la situazione con chiarezza, dobbiamo chiedere a qualcuno che comprenda la verità. Solo in questo modo la nostra selezione e l’impiego delle persone potranno essere più accurati. Tuttavia, per proteggere la mia vanità e il mio prestigio, avevo promosso Rose di mia spontanea volontà. Stavo agendo in modo arbitrario e mi stavo comportando in modo gravemente irresponsabile per il mio lavoro. Ora che il lavoro aveva subito un ritardo, avrei dovuto pensare rapidamente a dei modi per eliminare il problema piuttosto che sprofondare nello sconforto e gettare la spugna. Facendo così, stavo evitando le mie responsabilità. Ero così egoista!
Durante un incontro, ho letto un passaggio delle parole di Dio che mi è stato molto utile. Dio Onnipotente dice: “Se sei determinato, se riesci a considerare come scopi e obiettivi del tuo perseguimento le responsabilità e gli obblighi che le persone dovrebbero assumersi, ciò che gli individui dotati di normale umanità devono conseguire e le cose che gli adulti devono realizzare, e se sai assumerti le tue responsabilità, allora, a prescindere da quale prezzo pagherai e da quanto dolore sopporterai, non ti lamenterai; e fintanto che riconoscerai che si tratta dei requisiti e delle intenzioni di Dio sarai in grado di sopportare qualsiasi sofferenza e di compiere bene il tuo dovere. Arrivato a questo punto, quale sarebbe il tuo stato d’animo? Sarebbe diverso; percepiresti pace e stabilità nel cuore e proveresti piacere. Vedi, è solo cercando di vivere l’umanità normale e perseguendo le responsabilità, gli obblighi e la missione che le persone dotate di un’umanità normale dovrebbero assumersi e assolvere che si percepiscono pace e gioia nel cuore e si prova piacere. A quel punto gli individui non hanno ancora raggiunto la fase in cui gestiscono le faccende secondo i principi e ottengono la verità, ma hanno ormai subìto un cambiamento. Queste sono le persone che possiedono coscienza e ragione; sono individui retti, capaci di superare ogni difficoltà e di intraprendere qualsiasi compito. Sono i buoni soldati di Cristo, sono stati addestrati e nessuna difficoltà può sconfiggerli. DiteMi: cosa pensate di tale comportamento? Queste persone non hanno forza d’animo? (Sì.) Hanno forza d’animo e la gente le ammira. Costoro potrebbero mai continuare a provare oppressione? (No.) E in che modo hanno dunque trasformato queste emozioni di oppressione? Per quale motivo queste emozioni non li turberanno né emergeranno in loro? (Perché amano le cose positive e si assumono un fardello nei loro doveri.) Esatto: si tratta di dedicarsi al proprio lavoro. […] Se un individuo si dedica al proprio lavoro e segue la retta via, queste emozioni non emergeranno in lui. Anche se occasionalmente sperimenterà emozioni di oppressione a causa di circostanze particolari e transitorie, si tratterà solo di stati d’animo passeggeri, poiché le persone con un corretto stile di vita e una giusta prospettiva sull’esistenza supereranno rapidamente tali emozioni negative. Di conseguenza, non ti troverai spesso in preda a emozioni di oppressione. Ciò significa che tali emozioni non ti turberanno. Potrai sperimentare dei malumori temporanei, ma non ne sarai intrappolato. Questo rimarca l’importanza di perseguire la verità. Se cerchi di dedicarti al tuo lavoro, se ti assumi le responsabilità che competono agli adulti e miri a un approccio esistenziale normale, buono, positivo e propositivo, allora non svilupperai queste emozioni negative. Queste emozioni di oppressione non emergeranno in te e non ne sarai preda” (La Parola, Vol. 6: Riguardo al perseguimento della verità, “Come perseguire la verità (5)”). Dopo aver letto le parole di Dio mi sono vergognata molto. Dalle parole di Dio, ho capito che gli adulti e coloro che svolgono il lavoro vero e proprio tengono la mente rivolta alle questioni opportune. Ogni giorno, pensano a cose legate ai loro doveri, a come svolgere bene questi ultimi, a quali problemi ancora li affliggono, a come svolgere meglio il proprio lavoro, e così via. Anche se potrebbero esserci delle deviazioni o degli errori nei loro doveri, e potrebbero dover affrontare ostacoli e diventare deboli o scoraggiati per un po’, non hanno sempre emozioni negative, ma invece ricercano attivamente la verità per eliminare i loro problemi. Tuttavia, in quel momento ero solo una persona inutile, incapace di assumersi le proprie responsabilità. Di fronte ad alcuni ostacoli, ero diventata negativa e mi ero arresa, senza un briciolo della forza d’animo che un adulto dovrebbe avere. Inoltre, questo ha anche esposto come ultimamente non fossi riuscita a prestare attenzione a ciò che avrei dovuto fare. Da quando avevo iniziato a farmi carico del lavoro della chiesa, vedendo che la sorella con cui lavoravo era migliore di me sotto vari aspetti, mi sentivo priva di levatura e poco apprezzata. Quindi speravo davvero di avere l’opportunità di dimostrare le mie capacità. Quando la leader si incontrava con noi, osservavo costantemente le sue espressioni e cercavo di giudicare dal suo tono se provasse stima nei miei confronti. Se la leader mi chiedeva espressamente di svolgere un lavoro mi sentivo felice, pensavo che mi stimasse ed ero motivata a svolgere i miei doveri. Ma se la leader assegnava le responsabilità principali alla sorella con cui collaboravo, mi sentivo sottovalutata. Il mio desiderio insoddisfatto di reputazione e prestigio mi causava angoscia. Mentre collaboravo con i fratelli e le sorelle, i miei pensieri non erano sui miei doveri ma su quanto gli altri fossero d’accordo con quello che dicevo. A volte, quando condividevo un punto di vista e nessuno rispondeva, mi sentivo a disagio. Se offrivano suggerimenti opposti, diventavo ancora più negativa e stabilivo che la mia levatura era troppo scarsa, non ero nemmeno disposta a partecipare alla discussione. Soprattutto per quanto riguarda la questione con Rose, avevo agito sconsideratamente secondo la mia volontà, nonostante la mancanza di discernimento, senza riflettere su me stessa dopo aver commesso un errore, ma ero caduta nelle emozioni negative e volevo dimettermi. Tutto questo perché non avevo prestato attenzione al lavoro vero e proprio nello svolgimento dei miei doveri, ma avevo sempre perseguito reputazione e prestigio. I miei occhi e i miei pensieri erano concentrati solo sulla mia reputazione e sul mio prestigio. Quando non ricevevo l’ammirazione delle persone, diventavo negativa e angosciata, anche mettendo da parte il lavoro della chiesa. In questo modo non svolgevo bene il mio dovere. Questo atteggiamento era veramente disprezzato da Dio. Mi sono ricordata che Dio ha affermato: “Coloro che al momento stanno svolgendo i loro doveri nella casa di Dio, in particolare, hanno forse il tempo di sentirsi oppressi? Non ce l’hanno. Ebbene, qual è il problema di coloro che provano oppressione, che sono di cattivo umore e che si sentono giù di morale o depressi ogni volta che capita loro qualcosa di leggermente sgradevole? Il fatto che non si occupano delle cose giuste e sono oziosi” (La Parola, Vol. 6: Riguardo al perseguimento della verità, “Come perseguire la verità (5)”). Vedendo che i fratelli e le sorelle intorno a me erano tutti impegnati a svolgere i loro doveri mentre io restavo bloccata a preoccuparmi della mia reputazione e del mio prestigio, senza ricercare la verità per eliminare questi problemi, diventando invece più negativa e opponendo resistenza, mi sono resa conto che non ero una persona che persegue la verità. In particolare, quando ho pensato a come Shelley aveva affermato che i risultati dell’opera evangelica di cui era responsabile non erano buoni, che tutti vivevano in difficoltà e che lei sperava davvero che potessimo essere un’unica mente e un solo cuore per superare insieme queste difficoltà, dentro mi sentivo molto in colpa e angosciata. Dio aveva predisposto un ambiente adatto affinché potessimo collaborare insieme per essere responsabili del lavoro della chiesa, ma invece di concentrarmi su come svolgere bene i miei doveri, io mi perdevo nei miei pensieri meschini, diventavo negativa e introversa e volevo dimettermi. Mi mancava davvero l’umanità! Ho pregato Dio: “Dio, sono troppo egoista. Ci sono così tante difficoltà nel lavoro della chiesa in questo momento, eppure non mi interessano i problemi reali, ma ogni giorno sono in competizione con una sorella. Quando non riesco ad essere migliore di lei, divento negativa. Mi sento come una fogna, priva di qualsiasi perseguimento positivo. Non solo sto soffrendo io stessa, ma sto anche ritardando il lavoro della chiesa. Ora ho capito i miei problemi. Sebbene la mia levatura non sia molto buona, devo fare del mio meglio per collaborare e lavorare in armonia con la sorella. Come minimo, non devo provocare ritardi nel lavoro a causa del mio atteggiamento. Possa Tu sottoporre a scrutinio il mio cuore; sono disposta a pentirmi!” Successivamente, il mio atteggiamento verso lo svolgimento dei doveri è diventato più attivo. Ho iniziato a discutere e risolvere in modo proattivo i problemi sul lavoro con Shelley. Per alcuni compiti difficili che mi preoccupavano, ho pregato Dio e ho partecipato il più possibile. Quando notavo difficoltà nei doveri degli altri, se non potevo offrire molto aiuto, trovavo qualcuno che comprendeva la verità per collaborare a eliminarle. A volte, anche se la leader assegnava nello specifico a Shelley l’incarico di seguire un compito, senza menzionare il mio nome, finché Shelley comunicava con me, partecipavo e offrivo suggerimenti, senza preoccupami del fatto che la leader lo notasse o meno. Ho praticato agendo davanti a Dio, concentrandomi sullo svolgimento di ogni compito coscienziosamente e credendo che praticare la verità e soddisfare Dio fosse la chiave. Quando mi sono consapevolmente ribellata alle mie intenzioni e ho concentrato il mio cuore sui doveri ogni giorno, mi sono sentita più salda e ho cominciato a uscire un po’ dalle mie emozioni negative.
Dopo un po’ di tempo, ho affrontato una potatura e sono ricaduta nelle emozioni negative. All’epoca, la leader mi aveva chiesto di organizzare alcuni materiali. Non avendo esperienza, ho collaborato con i miei fratelli e sorelle per farlo. Dopo aver terminato la bozza, la leader l’ha letta e ha pensato che fosse buona, ma ha suggerito di aggiungere dei dettagli in alcuni punti. Sono stata contenta quando ho visto che non c’erano grossi problemi, pensando che fosse un compito ben fatto; sarebbe stato facile aggiungere ulteriori dettagli ed era appagante dover inserire solo un po’ più di contenuti. Quindi non ho condiviso sui principi con i fratelli e le sorelle. Inaspettatamente, dopo le aggiunte, la leader ha trovato i nuovi argomenti prolissi e incoerenti, e ciò ha peggiorato ulteriormente i contenuti. Ha chiesto se avessimo riflettuto attentamente e capito chiaramente quale fosse il problema. Poi ha chiesto ad altri di riorganizzare il materiale. Sentendo questo, sono rimasta sbalordita: “Volevo agire bene, ma perché era finita così?” Riflettendoci, ritenevo che ciò dipendesse ancora dalla mia scarsa levatura e dalla mia superficiale comprensione della verità. Pensavo di poter gestire alcune questioni generali, ma quando si trattava di lavoro che richiedeva la comprensione della verità, non ero all’altezza. Non è che volessi intenzionalmente fare un passo indietro; avevo davvero la volontà, ma mi mancava la competenza. In seguito ho iniziato a esitare quando si trattava di collaborare al lavoro. Se notavo alcuni problemi sul lavoro, volevo segnalarli ma poi rinunciavo, pensando: “Con la mia scarsa levatura, riesco almeno a individuare i problemi? Sono in grado di svolgere questo lavoro? La mia levatura è scarsa e non sono adatta a discernere le cose, altrimenti il lavoro non sarebbe stato fatto così male; quindi, è meglio non segnalare i problemi agli altri”. Di conseguenza, sono ricaduta nelle emozioni negative, diventando passiva nei miei doveri, preoccupandomi costantemente del mio futuro e delle mie prospettive, e non sono riuscita a placare il mio cuore.
Finché, durante un incontro, ho letto un passaggio delle parole di Dio che mi ha aiutato a migliorare il mio stato. Dio Onnipotente dice: “Tutte le cose che insorgono ogni giorno, grandi o piccole che siano, e che possono scuotere la tua determinazione, occupare il tuo cuore, limitare la tua capacità di svolgere il tuo dovere o di fare progressi, devono essere affrontate con coscienza; dovresti esaminarle con attenzione e ricercare la verità. Sono tutti problemi che devi risolvere nel fare esperienza. Alcune persone diventano negative, si lamentano e abbandonano i propri doveri quando affrontano una difficoltà, e non riescono a rialzarsi dopo ogni battuta d’arresto. Costoro sono tutte persone stolte che non amano la verità, e che non la otterrebbero neanche con una intera vita di fede. Come potrebbero simili stolti seguire sino alla fine? Se per dieci volte ti capita la stessa cosa e tu non ne ricavi nulla, allora sei una persona mediocre e inutile. Le persone avvedute e quelle di autentica levatura che hanno comprensione spirituale sono ricercatrici della verità; se dovesse capitare loro qualcosa per dieci volte, forse in otto di quei casi sarebbero in grado di trarre una qualche illuminazione, di imparare una lezione, di capire qualche verità e di compiere qualche progresso. Quando le cose capitano per dieci volte a uno stolto, uno che non ha comprensione spirituale, non una volta gioverà alla sua vita, non una volta lo cambierà, non una volta farà sì che egli conosca il suo aspetto spregevole, nel qual caso sarà la sua fine. Crolla ogni volta che gli capita qualcosa, e ogni volta che crolla ha bisogno che qualcun altro lo sostenga e lo persuada con parole gentili; senza sostegno o un’opera di persuasione, non riesce a rialzarsi, e ogni volta che capita qualcosa corre il rischio di cadere e di essere degradato. Non è forse la fine per lui? C’è qualche altra ragione perché persone così inutili siano salvate? La salvezza di Dio per l’umanità è salvezza per coloro che amano la verità, salvezza per la parte di loro con forza di volontà e determinazione, per la parte di loro che anela alla verità e alla giustizia nel loro cuore. La determinazione di una persona è la parte nel suo cuore che brama la giustizia, la bontà e la verità e che ha una coscienza. Dio salva questa parte delle persone e, attraverso di essa, cambia la loro indole corrotta, perché possano comprendere e ottenere la verità, perché la loro corruzione possa essere purificata e la loro indole di vita trasformata. Se non hai queste cose dentro di te, non puoi essere salvato. […] Alcuni sentono che la loro levatura è troppo scarsa e che non hanno abilità di comprensione, quindi delimitano sé stessi e pensano che, per quanto perseguano la verità, non saranno in grado di soddisfare i requisiti di Dio. Sono convinti che, per quanto si sforzino, sia inutile e che non ci sia altro da fare, quindi sono sempre negativi e, di conseguenza, anche dopo anni di fede in Dio, non hanno acquisito alcuna verità. Senza impegnarti a fondo per perseguire la verità, affermi che la tua levatura è troppo scarsa, ti stai arrendendo e vivi sempre in uno stato negativo. Di conseguenza non capisci la verità che dovresti capire né pratichi la verità nell’ambito delle tue capacità: non sei forse tu a ostacolare te stesso? Se ripeti sempre che la tua levatura non è sufficiente, questo non è forse sottrarti alle responsabilità ed eluderle? Se sai soffrire, pagare un prezzo e guadagnare l’opera dello Spirito Santo, allora sarai inevitabilmente in grado di comprendere alcune verità e di entrare in alcune realtà. Se non guardi a Dio e non ti affidi a Lui, se ti arrendi senza fare alcuno sforzo né pagare un prezzo e ti limiti a gettare la spugna, allora sei un buono a nulla, senza un briciolo di coscienza e di ragione. Che la tua levatura sia scarsa o eccezionale, se hai un minimo di coscienza e di ragione, dovresti completare adeguatamente ciò che devi fare e la tua missione; essere un disertore è terribile ed equivale a tradire Dio. È qualcosa per cui non c’è redenzione. Perseguire la verità richiede una volontà salda e le persone troppo negative o troppo deboli non concluderanno alcunché. Non saranno in grado di credere in Dio fino alla fine, e hanno ancor meno speranze di acquisire la verità e ottenere un cambiamento d’indole. Soltanto chi è determinato e persegue la verità può acquisirla ed essere perfezionato da Dio” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Parte terza”). Dopo aver letto le parole di Dio, le ho messe in relazione con me stessa. Mi sono resa conto che quando mi trovavo di fronte a ostacoli e fallimenti, ero sempre particolarmente fragile e negativa, mi sentivo come un foglio accartocciato. La mia prima reazione è sempre stata quella di pensare: “Lascia che se ne occupino gli altri” o “La mia levatura è troppo scarsa”, e poi passavo il lavoro ad altri perché eliminassero il problema. In questo modo mi sembrava di essere ragionevole e di avere consapevolezza di me, ma in realtà mi stavo delimitando e stavo rinunciando a me stessa. Ciò dimostrava che non accettavo né amavo la verità. Quando ci troviamo di fronte a ostacoli e fallimenti, Dio vuole che ricerchiamo la verità per risolvere i problemi e fare progressi. È attraverso la nostra volontà e il nostro desiderio di giustizia che Dio ci perfeziona. Le persone che amano la verità e hanno una buona levatura sono proattive. Sono brave a riassumere le esperienze dei fallimenti, esaminandone le carenze, e possono comprendere alcune verità attraverso la ricerca, acquisire una certa conoscenza di sé stesse e fare progressi nella vita. Questa volta, quando ho affrontato la potatura, non ho analizzato le ragioni del mio fallimento, ma ho piuttosto trovato delle scuse. Ho pensato che il problema non fosse che non volevo fare bene, ma piuttosto era la mia scarsa levatura ad aver creato così tanti problemi nello svolgimento dei miei doveri. La conseguenza era che avevo fatto del mio meglio nei limiti delle mie capacità e non avevo nulla su cui riflettere. Ma a un esame più attento, era vero che non avevo nessun problema? Quando la leader aveva sottolineato che i materiali mancavano di dettagli, non ho riflettuto né ricercato, ma ho aggiunto un sacco di contenuti inutili basati sulla mia immaginazione, rendendo i materiali rivisti eccessivamente lunghi e banali. Non ho ricercato i principi né ho pensato a come ottenere risultati migliori; ho semplicemente seguito meccanicamente le regole. Questo approccio allo svolgimento dei miei doveri era semplicemente un modo per agire senza entusiasmo. Dovevo riassumere rapidamente e correggere il mio approccio. Già ero priva di levatura, se mi fosse mancata anche la mentalità proattiva e mi fossi ritirata passivamente ogni volta che mi trovavo di fronte a delle difficoltà, per me sarebbe stato difficile migliorare.
Più tardi, ho riflettuto sul perché ho sempre desiderato scappare, quando mi sono trovata di fronte a ostacoli e fallimenti. Dopo averci pensato molto, mi sono resa conto che ciò era dovuto al fatto che la mia preoccupazione per la reputazione e il prestigio era troppo forte e che il percorso che avevo intrapreso nella mia fede in Dio non era corretto. Mi è venuto in mente un passaggio in cui Dio analizza gli anticristi. Le parole di Dio dicono: “Gli anticristi hanno a cuore la propria reputazione e il proprio prestigio in modo maggiore rispetto alle persone comuni, e ciò è qualcosa di intrinseco alla loro indole essenza; non è un interesse temporaneo né l’effetto transitorio dell’ambiente circostante. È qualcosa all’interno della loro vita, delle loro ossa, e dunque è la loro essenza. Vale a dire, in tutto ciò che gli anticristi fanno, la loro prima considerazione va alla propria reputazione e al proprio prestigio, nient’altro. Per loro, la reputazione e il prestigio sono la vita, nonché l’obiettivo dell’intera esistenza. In tutto ciò che fanno, la priorità è: ‘Cosa ne sarà del mio prestigio? E della mia reputazione? Fare questa cosa mi darà una buona reputazione? Eleverà il mio prestigio nella mente delle persone?’ Questa è la prima cosa a cui pensano, il che dimostra ampiamente che hanno l’indole e l’essenza degli anticristi; ecco perché considerano le cose in questo modo. Si può dire che, per gli anticristi, la reputazione e il prestigio non sono un requisito aggiuntivo, né tantomeno cose esterne a loro a cui potrebbero rinunciare. Fanno parte della natura degli anticristi, sono nelle loro ossa, nel loro sangue, sono innati in loro. Gli anticristi non sono indifferenti al possesso della reputazione e del prestigio; non è questo il loro atteggiamento. Allora qual è? La reputazione e il prestigio sono intimamente legati alla loro vita di tutti i giorni, alla loro condizione quotidiana, a ciò che perseguono ogni giorno. E così, per gli anticristi, la reputazione e il prestigio sono la vita. A prescindere dal modo e dall’ambiente in cui vivono, dal lavoro che fanno, da cosa perseguano, da quali siano i loro fini o la direzione della loro vita, tutto ruota attorno all’avere una buona reputazione e un elevato prestigio. E questo obiettivo non cambia; non riescono mai a mettere da parte tali cose. È questo il vero volto degli anticristi, è questa la loro essenza” (La Parola, Vol. 4: Smascherare gli anticristi, “Tema 9: Parte terza”). Dio afferma che gli anticristi tengono alla loro reputazione e al loro prestigio più delle persone normali, e che la reputazione e il prestigio sono i loro perseguimenti per tutta la vita e il punto di partenza e l’obiettivo di tutto ciò che fanno. Quando le persone li ammirano e li lodano, sono motivati a svolgere i propri doveri e sono disposti a fare qualsiasi cosa. Tuttavia, una volta che perdono l’ammirazione delle persone, diventano negativi e battono la fiacca, ritengono persino che credere in Dio e compiere i propri doveri non abbia alcun senso. Le mie idee sul perseguimento erano le stesse degli anticristi. Quando le mie opinioni potevano essere riconosciute e adottate da tutti, potevo lavorare in modo proattivo. Tuttavia, quando la sorella con cui lavoravo era apprezzata, mentre io venivo sempre ignorata, mi sentivo davvero persa e abbattuta, perdendo la motivazione nei miei doveri. Quando ho dovuto affrontare altri fallimenti, mi sono ulteriormente delimitata come priva di levatura e inadatta al lavoro, desideravo scappare. Ho sempre pensato di volermi dimettere perché ero davvero incompetente per questo lavoro, dimostrando di avere consapevolezza di me stessa, ma in realtà era perché davo troppo valore alla mia reputazione e al mio prestigio. Sapevo che svolgere questo dovere mi avrebbe reso difficile tenere la testa alta e, se avessi proseguito, probabilmente avrei fallito e sarei stata rivelata molte altre volte, e gli altri mi avrebbero completamente capita a fondo. Quindi ho voluto passare a un dovere più semplice per mantenere la mia reputazione e il mio prestigio. Per tutto il tempo, che si trattasse di scegliere un dovere o di decidere dove studiare o lavorare, il mio criterio principale era se potesse farmi apparire bene e distinguermi. Quando mi sono iscritta all’università, una aveva un indirizzo più prestigioso mentre un’altra era più modesta. Tuttavia, gli insegnanti di quest’ultima mi hanno ripetutamente invitato a presentare domanda, e ho sentito che lì sarei stata apprezzata. Alla fine ho scelto l’università con l’indirizzo più modesto. Durante gli studi è stato lo stesso. Mi impegnavo nelle materie dove gli insegnanti mi stimavano ed evitavo quelle dove non venivo apprezzata. Per tutta la mia vita, avevo giudicato le cose in base al fatto che potessero garantire una buona reputazione e il prestigio. Mi piacevano i posti dove potevo essere stimata e distinguermi ed evitavo i luoghi in cui sarei stata ignorata o umiliata. Ora avevo capito che la mia preoccupazione per la reputazione e il prestigio era profondamente radicata e si era consolidata in me, facendomi desiderare costantemente di proteggerli. Ad esempio, ora sapevo chiaramente che essere una leader significava rivelare e sfrondare molto, che è stato utile per la mia comprensione delle verità principi e per il mio ingresso nella vita. Tuttavia, per mantenere la mia reputazione e il mio prestigio, ho persino preso in considerazione l’idea di rinunciare al mio dovere. Ho capito che davo più valore alla reputazione e al prestigio che alla verità, e ho rivelato la mia indole di avversione verso la verità. Continuando a perseguire questa strada, cosa potevo guadagnare in definitiva? Non sarei stata in grado di esercitare le mie capacità o di fare alcun progresso nel mio ingresso nella vita, e alla fine sarei stata solo una persona inutile che Dio odia ed elimina. È stato in quel momento che mi sono resa conto che perseguire reputazione e prestigio mi avrebbe condotta in un vicolo cieco, e che ho bisogno di ricercare la verità e di abbandonare il perseguimento di reputazione e prestigio, liberandomi da questo stato.
In seguito, ho letto un passaggio delle parole di Dio e ho trovato il modo di metterle in pratica. Dio Onnipotente dice: “Qual è la cosa più importante su cui concentrarsi quando si ha fede in Dio? Non conta che una persona possieda una levatura elevata oppure scarsa, che abbia o meno una comprensione spirituale, né qualsiasi tipo di potatura debba affrontare; nulla di tutto ciò importa. Qual è la cosa importante al giorno d’oggi? Il modo in cui entrate nelle verità realtà. Per farlo, qual è la cosa più importante che una persona deve possedere? Un cuore sincero. Cosa significa essere sinceri? Significa non essere evasivi quando capita qualcosa, non pensare ai propri interessi personali, non tramare né complottare con gli altri e non tentare di raggirare Dio con tranelli ingannevoli. Se sei capace di imbrogliare Dio e di non essere sincero nei Suoi confronti, allora sei completamente spacciato ed Egli non ti salverà, quindi a che scopo capire la verità? Potrai anche avere una comprensione spirituale, possedere buona levatura, saper parlare bene, essere veloce a comprendere le cose, saper trarre deduzioni e capire tutto ciò che Dio dice, ma se quando ti capita qualcosa tenti di raggirarLo con tranelli ingannevoli, la tua è un’indole satanica ed è molto pericolosa. Per quanto buona possa essere la tua levatura, è inutile, e Dio non ti vorrà. Egli dirà: ‘Sai parlare bene, possiedi buona levatura, sei perspicace e hai una comprensione spirituale, ma c’è un solo problema: non ami la verità’. Coloro che non amano la verità creano problemi e Dio non li vuole. Una persona priva di un buon cuore sarà scacciata, proprio come ci si sbarazza completamente di un’auto che dall’esterno appare ben tenuta ma ha il motore che non funziona. Lo stesso vale per le persone: per quanto buona sembri la tua levatura, per quanto tu sia intelligente, o capace, o sappia parlare bene, o per quanto sia abile nel gestire i problemi, tutto ciò non serve a nulla, e non è questo il punto chiave. Allora qual è il punto chiave? Che il cuore di una persona ami la verità oppure no. Non si tratta di ascoltare come qualcuno parla, ma di guardare come agisce. Dio non guarda a ciò che dici o prometti quando ti trovi davanti a Lui; Egli guarda se agisci secondo la verità realtà. A Dio non interessa quanto siano elevate, profonde o potenti le tue azioni; anche se fai qualcosa di piccolo, se Egli vede la sincerità in ogni tua azione, dirà: ‘Questa persona crede sinceramente in Me. Non si è mai messa in mostra. Si comporta in maniera commisurata alla sua posizione. Sebbene non abbia fornito un grande contributo alla casa di Dio e possieda scarsa levatura, è salda e sincera in tutto ciò che fa’. Cosa racchiude questa ‘sincerità’? Racchiude il timore e la sottomissione a Dio, nonché fede e amore autentici; racchiude tutto ciò che Dio vuole vedere. Agli occhi degli altri, tali individui potranno sembrare insignificanti, come coloro che preparano il cibo o fanno le pulizie, persone che svolgono un dovere ordinario. Costoro non sono degni di nota agli occhi degli altri, non hanno realizzato nulla di grande e non c’è ragione per stimarli, ammirarli o invidiarli: sono solo persone comuni. Eppure possiedono e vivono tutto ciò che Dio richiede e lo offrono interamente a Lui. DiteMi, cos’altro può volere Dio? Egli è soddisfatto di loro” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Parte terza”). Un tempo davo molta importanza al fatto che una persona possedesse levatura e doti, credevo che solo le persone di buona levatura potessero essere ampiamente impiegate nella casa di Dio. Quando mi è stato ripetutamente rivelato che ero priva di levatura e incapace di vedere le cose chiaramente, sono diventata negativa e mi sono delimitata, incapace persino di svolgere i compiti che ero in grado di portare a termine. Dopo aver letto le parole di Dio, ho capito che i credenti non dovrebbero concentrarsi sul loro livello di levatura o sul fatto che abbiano eloquenza o menti acute, queste non sono le cose a cui Dio dà valore. A Dio interessa il cuore di una persona e se dimostra un cuore sincero verso Dio e verso l’opera della chiesa. La levatura e l’eloquenza che Dio mi ha concesso non determinano se posso svolgere bene i miei doveri. Se sono eloquente e capace, ma mi sottraggo alle mie responsabilità e agisco in modo disonesto nella mia pratica effettiva, allora non importa quanto sia buona la mia levatura, sono una persona che Dio detesta. Mentre la levatura può aiutare le persone a svolgere bene i propri doveri, ciò che è più importante è l’atteggiamento di una persona verso la verità e i propri doveri, se possiede un cuore proattivo e amante della verità, se riesce a ricercare la verità quando fallisce e viene rivelata, se impara dalle esperienze e persegue la crescita nella sua vita: queste sono le cose a cui Dio dà valore. In passato, alcune persone dotate di talento e levatura hanno anche svolto il ruolo di leader della chiesa, ma molti non hanno assolto correttamente i loro doveri. Dopo un po’ di tempo, hanno bramato agio e comodità, non hanno più svolto il lavoro vero e proprio, hanno lottato per ottenere fama e benefici, intralciando il lavoro della chiesa e alla fine sono stati eliminati. Invece alcune persone che sembravano insignificanti, senza talento, con una levatura media, hanno svolto i loro doveri con i piedi per terra ricercando i principi in ogni cosa, e hanno fatto progressi nello svolgimento dei loro doveri senza essere sostituiti o eliminati. Ciò dimostra che Dio è giusto, e che Egli non emette un verdetto su una persona in base alla sua levatura, ma valuta se persegue e pratica la verità e se riesce a svolgere ogni lavoro in modo concreto e responsabile. Comprendendo ciò, in cuor mio mi sono detta che da quel momento in poi avrei dovuto concentrarmi sui miei doveri e lavorare coscienziosamente, e che finché il lavoro mi fosse stato assegnato, lo avrei svolto con serietà e responsabilità, impegnandomi il più possibile e dimostrando di essere una persona pratica e affidabile che svolge correttamente il proprio lavoro.
Poi ho iniziato a concentrarmi sull’apprendere le lezioni da ogni fallimento, cambiando il mio atteggiamento ogni volta che venivo rivelata. In precedenza, ogni volta che mi imbattevo in un fallimento o in una potatura, pensavo: “Oh, il leader deve avermi capita a fondo”, oppure “Tutti penseranno che non ho levatura”. Quando sprofondavo in questa situazione, mi sentivo molto depressa. Più tardi ho cominciato a riflettere sul perché venissi rivelata, su quali problemi avrei potuto scoprire su me stessa e su quali carenze avrei potuto colmare. Con questa nuova mentalità, in cuor mio mi sono concentrata di più sulle questioni importanti. Successivamente, per un periodo di tempo, ho affrontato una dopo l’altra delle potature; a volte per scarsa efficienza nel fare le cose, a volte per non aver compreso i principi nella gestione dei compiti, e talvolta per avere una prospettiva unilaterale su una questione particolare e non possedere una corretta comprensione. Allora ho riflettuto sui miei problemi e, se erano correlati alle mie competenze, ho ricercato dei metodi per migliorare l’efficienza del lavoro; se si trattava di una questione di comprensione, riflettevo sui miei problemi, esaminando cosa c’era di sbagliato nella mia comprensione, e poi chiedendo aiuto ai fratelli e alle sorelle che avevano compreso la verità e avevano esperienza. Quando riflettevo in questo modo, il mio atteggiamento verso la potatura migliorava. Anche se ogni tanto mi sento ancora scoraggiata, non resto più bloccata e ogni giorno la mia mente non è più così oppressa mentre svolgo i miei doveri, e riesco a vivere normalmente le circostanze che mi capitano.
Riflettendo su questo periodo di tempo, quando ero intrappolata nella negatività e mi crogiolavo nella miseria e nella stanchezza, se non fosse stato per la guida delle parole di Dio, non avrei potuto lasciarmi alle spalle quell’emozione negativa e avrei continuato a degenerare, allontanandomi da Dio e perfino perdendo i miei attuali doveri. Ringrazio Dio dal profondo del mio cuore perché nei miei momenti più deboli Lui mi ha inviato dei promemoria attraverso le persone che mi circondavano e mi ha guidato usando le Sue parole, aiutandomi a lasciarmi alle spalle quell’emozione. D’ora in poi, voglio solo svolgere comodamente i miei doveri al meglio delle mie capacità.