10. Fingere di capire è stata la mia rovina

di Tammy, Corea del Sud

Ero addetta al lavoro grafico nella chiesa. Con il tempo, realizzando progetti e immagini di ogni tipo, sono migliorata notevolmente e sono stata eletta capogruppo. Ho pensato tra me e me: “Il fatto che sia stata scelta come capogruppo significa che ho capacità e talenti nel mio lavoro, che sono migliore degli altri fratelli e sorelle e che sono in grado di ricoprire questo ruolo. Devo avere a cuore questo dovere, lavorare sodo, ricercare le verità principi e fare del mio meglio. Non posso commettere errori che ostacolino il lavoro della chiesa. Devo dimostrare a tutti di essere tagliata per il ruolo di capogruppo”.

Un giorno, il leader della chiesa è venuto a dirmi: “La chiesa ha bisogno di un’immagine di sfondo per il video di uno dei nostri inni. Sarà più difficile da realizzare rispetto agli sfondi precedenti. Al momento, tutti gli altri sono impegnati in altri progetti: vorremmo che ci lavorassi tu. Pensi di poterlo fare?” A queste sue parole, ho pensato: “Non ho mai lavorato a uno sfondo così difficile prima, non sono sicura di poter garantire buoni risultati”. Ma poi ho considerato: “Il leader, i fratelli e le sorelle presteranno attenzione a questo progetto: svolgo questo lavoro da oltre due anni, ho gestito parecchi problemi e compiti difficili e appreso una discreta serie di abilità. Questa potrebbe essere la prima volta che mi cimento in uno sfondo così difficile e ci saranno sicuramente dei problemi imprevisti, ma se non so neppure occuparmi di un tale compito che idea avranno gli altri di me? Se non riesco a gestirlo, penseranno che non ho talento nel lavoro e non ho fatto alcun progresso nel mio dovere? Tutti gli altri fratelli e sorelle stanno lavorando ai loro progetti al momento, e se ora dovessero mandare qualcun altro a lavorare con me tutti penserebbero che non sono in grado di gestire grandi responsabilità, che non sono in grado di accollarmi un fardello pesante nei momenti critici e che non sono fatta per essere di grande aiuto. Non posso permettere che ciò accada! Devo accettare questo progetto a tutti i costi. Approfondirò su ciò che non so, così potrò realizzarlo come si deve e dimostrare a tutti che so gestire compiti impegnativi”. Presa questa decisione, ho risposto con sicurezza: “Posso farlo, senza problemi. È solo uno sfondo leggermente più difficile e impegnativo degli altri. Con qualche sforzo in più, posso garantire una buona qualità”. Vedendo che sembravo sicura di me, il leader ha annuito e ha detto: “Lo sfondo va consegnato a breve e la grafica deve riflettere il significato e il sentimento che sono alla base dell’inno. Se hai qualche problema durante la progettazione, contattaci subito”. Anche il mio supervisore mi ha detto: “Se proprio non ci riesci, faccelo sapere e incaricheremo qualcuno di venire ad aiutarti”. Ho annuito, sentendomi allo stesso tempo entusiasta e agitata: entusiasta perché avrei lavorato a un progetto così importante, che se svolto bene mi avrebbe fatto guadagnare l’ammirazione altrui, ma agitata perché non sapevo se sarei stata in grado di gestire un compito così difficile, né se potessi raggiungere il grado di qualità richiesto. Ma non potevo deludere gli altri, a qualunque costo. Dovevo iniziare subito a fare ricerche e diverse prove lungo il processo per sfruttare al meglio quella rara opportunità. Avrei portato a termine il compito, indipendentemente dalla difficoltà.

Mentre progettavo, il tempo sembrava volare ed emergeva ogni sorta di problema. Sentivo la pressione crescere. Il leader e il supervisore mi chiedevano spesso se facessi progressi nel lavoro e se avessi qualche problema. In preda all’agitazione, rispondevo loro che tutto “andava alla grande”, mentre in realtà tremavo: il progetto aveva ancora bisogno di migliorare in diversi ambiti, e c’erano da fare delle migliorie tecniche importanti. Non avevo davvero idea di come sarebbe stato il risultato finale. Se non fosse andato bene, avrebbero visto tutti quanto fossi impreparata e avrebbero detto che ero un’incapace e stavo solo cercando di mettermi in mostra. Avendo promesso che ce l’avrei fatta, se mi fossi rimangiata la parola mi sarei data la zappa sui piedi; così ho dovuto rimboccarmi le maniche e risolvere le questioni man mano che andavo avanti. Non avevo ancora sviluppato un’idea, quindi ho dovuto rifletterci su a lungo. Una volta, il leader è venuto nel nostro studio e mi ha guardata lavorare per un po’, così sono passata di proposito a una sezione più facile e l’ho realizzata velocemente, per dare l’impressione di avere tutto sotto controllo. In realtà, però, ero così nervosa che mi sudavano i palmi delle mani. Una volta che il leader se n’è andato, sono tornata alla sezione più difficile e ho iniziato a scervellarmi. Ci ho ragionato per diverso tempo, eppure non riuscivo a trovare un modo. Neppure allora volevo ammettere di avere un problema, per timore che il leader mettesse in dubbio le mie capacità. Ho considerato che, visto quanto mi ero mostrata sicura di me, sarebbe stato imbarazzante fare marcia indietro. Dovevo solo stringere i denti e capire le cose passo passo, ma non ci riuscivo e mi sentivo emotivamente esausta. L’ultima notte, sono rimasta sveglia fino a tardi per finirlo. Il leader e il supervisore l’hanno visionato e hanno detto che sembrava buono, aveva solo bisogno di qualche ritocco. Tuttavia, non riuscivo a rincuorarmene: mi sentivo molto giù.

Poi, durante le mie devozioni, ho letto un passo delle parole di Dio: “Se nella tua vita ti senti spesso sotto accusa, se il tuo cuore è inquieto, se non provi pace né gioia e spesso sei assediato dalla preoccupazione e dall’ansia per ogni genere di cose, questo cosa dimostra? Semplicemente che non pratichi la verità, che non sei saldo nella tua testimonianza a Dio. Quando vivi secondo l’indole di Satana, tendi a non praticare la verità il più delle volte, a tradire la verità, a essere egoista e vile; difendi solo la tua immagine, il tuo nome, il tuo prestigio e i tuoi interessi. Vivere sempre e solo per te stesso ti porta un gran dolore. Hai talmente tanti desideri egoistici, vincoli, catene, dubbi e fastidi che non hai un minimo di pace né di gioia. Vivere per la carne corrotta implica un’eccessiva sofferenza(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “L’ingresso nella vita deve iniziare con l’esperienza dell’assolvimento del proprio dovere”). Riflettendo sulle parole di Dio, mi sono resa conto che il motivo per cui non riuscivo a sentirmi felice, anche dopo aver terminato il progetto, e mi sentivo invece svuotata e sconfortata, era che avevo un eccessivo desiderio di prestigio. Per evitare di smascherare le mie carenze, mi camuffavo, fingendo davanti agli altri. Non era estenuante? In seguito, mi sono imbattuta in un altro passo delle parole di Dio che mi ha aiutata a capire meglio la mia indole corrotta. Dio Onnipotente dice: “Le persone stesse sono esseri creati. Gli esseri creati possono raggiungere l’onnipotenza? Possono conseguire la perfezione e l’impeccabilità? Possono conseguire la competenza in ogni cosa, arrivare a comprendere, a capire a fondo ogni cosa e a essere capaci di ogni cosa? No. Negli esseri umani, tuttavia, esistono diversi tipi di indole corrotta e una debolezza fatale: non appena acquisiscono una capacità o imparano una professione, pensano di essere abili, di essere persone di prestigio e valore, di essere professionisti di qualche tipo. Non importa quanto mediocri siano, desiderano tutti spacciarsi per qualcuno di famoso o di eccezionale, di trasformarsi in una qualche celebrità minore, di far sì che la gente li consideri perfetti e impeccabili, senza neppure un difetto; desiderano diventare, agli occhi degli altri, famosi, influenti, o figure importanti, potenti, capaci di fare qualunque cosa, persone cui nulla è impossibile. Ritengono che, se ricercano l’aiuto degli altri, appariranno incapaci, deboli e inferiori, e che gli altri li guarderanno dall’alto in basso. Per questo motivo vogliono sempre mantenere le apparenze. Alcuni, quando viene chiesto loro di fare qualcosa, dicono di saperlo fare, ma in realtà non è così. Poi, in segreto, si informano e cercano di imparare a farlo, ma dopo averlo studiato per giorni ancora non capiscono come si fa. Alla domanda su come se la stiano cavando, rispondono: ‘Manca poco, ci sono quasi!’ Ma nei loro cuori pensano: ‘Non ci sono ancora, non ne ho idea, non so cosa fare. Non devo farmi scoprire, devo continuare a fingere, non posso lasciare che gli altri vedano le mie mancanze e la mia ignoranza, non posso permettere loro di guardarmi dall’alto in basso!’ Che problema è questo? Cercare di salvare la faccia a ogni costo è un inferno in vita. Di che genere di indole si tratta? L’arroganza di simili persone non ha confini, hanno perduto ogni ragionevolezza! Non vogliono essere come tutti gli altri, non vogliono essere persone ordinarie, normali, ma individui sovrumani, eccezionali, fenomenali. È un problema davvero enorme! Per quanto riguarda la debolezza, i difetti, l’ignoranza, la stupidità e la mancanza di comprensione che fanno parte della normale umanità, costoro camufferanno tutto e non lasceranno che gli altri lo vedano, e poi continueranno a fingere. […] Cosa ne dite: le persone di questo tipo non vivono forse con la testa tra le nuvole? Non stanno sognando? Non sanno chi siano né come vivere un’umanità normale. Non hanno mai agito nemmeno una volta come esseri umani pratici. Se passi le tue giornate con la testa tra le nuvole, cavandotela alla meno peggio, non facendo nulla con i piedi per terra, vivendo sempre di fantasia, allora questo è un problema. Il percorso che scegli nella vita non è corretto(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Le cinque condizioni da soddisfare per intraprendere la retta via della fede in Dio”). Le parole di Dio hanno messo a nudo il mio stato attuale. Poiché mi occupavo di grafica da un po’ di tempo, avevo imparato alcune abilità ed ero stata scelta come capogruppo, mi ritenevo capace, un talento raro. Avendo questa visione di me stessa, prestavo particolare attenzione a ciò che gli altri pensavano di me, temendo che potessero notare le mie inadeguatezze e ritenermi inadatta al lavoro. Soprattutto nel caso di quella immagine di sfondo: non avevo mai realizzato niente di così difficile prima e non ero sicura di riuscirci ma, per difendere la mia reputazione e il mio prestigio e guadagnare la fiducia del mio supervisore e del mio leader, ho finto di avere tutto sotto controllo. Quando avevo un problema e mi arenavo, non chiedevo aiuto, restando invece ad arrovellarmi di nascosto. Quando il mio leader si informava sui miei progressi o sulle difficoltà che avevo, non gli parlavo dei miei problemi, nonostante fossi completamente smarrita. Invece, mentivo sia al leader che al supervisore e li ingannavo, arrivando perfino a fingermi altamente qualificata per convincere il leader che ero in grado di eseguire il lavoro. Per nascondere le mie inadeguatezze, simulavo sotto ogni aspetto. Fingevo di continuo di essere una lavoratrice di talento al fine di persuadere gli altri che potevo fare tutto e che sapevo tutto. Ho capito di essere estremamente vanitosa e arrogante. La parola di Dio dice: “Le persone stesse sono esseri creati. Gli esseri creati possono raggiungere l’onnipotenza? Possono conseguire la perfezione e l’impeccabilità? Possono conseguire la competenza in ogni cosa, arrivare a comprendere, a capire a fondo ogni cosa e a essere capaci di ogni cosa? No”. Infatti: come può una persona corrotta essere perfetta e capace di tutto? È normale non capire o essere incapaci di fare qualcosa nel proprio dovere, ma io non avevo questo atteggiamento nei confronti delle mie carenze. Al contrario, volevo a tutti i costi apparire talentuosa e non sembrare un qualunque essere creato, o mostrare difetti. Cercavo di essere perfetta e impeccabile. Ero così arrogante da perdere la ragione. Poiché nel mio dovere non facevo che simulare, per paura che gli altri mi vedessero per ciò che ero davvero, e non chiedevo aiuto quando non capivo qualcosa, il progetto procedeva lentamente quando avrebbe dovuto essere concluso in fretta e io ero emotivamente esausta. Ho capito quanto fosse sciocco perseguire la perfezione. Nascondevo sempre le mie inadeguatezze, senza avere il coraggio di ammetterle e affrontarle. Di conseguenza, non solo mi sentivo stanca e ipocrita nel mio dovere, ma ritardavo anche il lavoro della chiesa. Resamene conto, ho pregato Dio: “Amato Dio! Ti ringrazio per la Tua illuminazione e la Tua guida, che mi hanno aiutata a capire quanto patetica sia stata nel fingere. Per il futuro, sono pronta a correggere le mie idee errate sul perseguimento, ad avere il giusto atteggiamento nei confronti delle mie carenze, a chiedere quando non capisco, a smettere di camuffarmi e fingere, e a svolgere il mio dovere tenendo i piedi per terra”.

In seguito, ho letto altre parole di Dio: “Devi cercare la verità per risolvere qualsiasi problema che si presenti, qualunque esso sia, e non camuffarti in nessun modo e non indossare una maschera con gli altri. Le tue mancanze, le tue carenze, i tuoi difetti, la tua indole corrotta: sii completamente aperto su tutto questo e condividilo con gli altri. Non tenertelo dentro. Imparare ad aprirti è il primo passo per avere accesso alla vita, ed è il primo ostacolo, il più difficile da superare. Una volta che l’avrai superato, entrare nella verità sarà facile. Cosa significa compiere questo passo? Significa che stai aprendo il tuo cuore e mostrando tutto ciò che hai, che sia buono o cattivo, positivo o negativo; che ti stai mettendo a nudo per gli altri e perché Dio lo veda; che non stai nascondendo nulla a Dio, che non Gli celi nulla, che non metti su alcuna maschera, senza propensione all’inganno né trucchi, e sei parimenti aperto e onesto con le altre persone. In questo modo vivi nella luce, e non solo Dio ti sottoporrà a scrutinio, ma gli altri potranno vedere che agisci secondo principio e con una certa trasparenza. Non hai bisogno di proteggere con ogni mezzo la tua reputazione, la tua immagine e il tuo prestigio, né hai bisogno di coprire o camuffare i tuoi errori. Non serve che ti impegni in questi sforzi inutili. Se riesci ad abbandonare queste cose, sarai molto rilassato e vivrai senza vincoli né dolore, interamente nella luce(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Parte terza”). Ho capito che, se volevo compiere bene il mio dovere ed essere lodata da Dio, la chiave era ricercare la verità. A prescindere dall’indole corrotta che rivelavo e dai problemi che avevo nel mio dovere, dovevo chiedere in preghiera a Dio di guidarmi, eliminare il desiderio di reputazione e prestigio, ricercare la condivisione con i fratelli e le sorelle, smettere di simulare e camuffarmi, aprirmi e mostrarmi a tutti per come ero, fare solo ciò di cui ero capace, quando non lo ero, ammetterlo, e ricercare la verità insieme agli altri. Compiere il mio dovere in quel modo sarebbe stato meno sfiancante e limitante, mi avrebbe procurato gioia. Resamene conto, mi sono aperta in comunione con fratelli e sorelle in merito all’indole da me rivelata nel lavorare a quello sfondo e ho messo in luce i problemi che avevo affrontato per discuterne con loro. I fratelli e le sorelle mi hanno insegnato delle nuove tecniche software e di disegno. Dopo di che, ho portato a termine il lavoro sullo sfondo senza più impedimenti. In seguito, alcuni fratelli e sorelle mi hanno detto: “La tua immagine di sfondo è molto più bella delle precedenti. Un giorno ti va di condividere con noi la tua esperienza e ciò che hai imparato?” Questo mi ha resa davvero felice e ho sentito di essermi resa davvero utile. Ripensando alla mia esperienza di progettazione di quello sfondo, ho capito che non c’è niente di sbagliato ad avere delle carenze e non è affatto un problema che gli altri ne siano al corrente. Saper aprirsi e ricercare la verità, mettendo da parte le proprie intenzioni e i propri desideri sbagliati, è la cosa più importante. Svolgendo i doveri in questo modo, ci si sente sereni e a proprio agio.

A poco a poco, sono stata in grado di realizzare immagini di qualità per progetti difficili e ne ultimavo una maggiore quantità rispetto agli altri fratelli e sorelle. Mi chiedevano sempre consigli sulle idee di progettazione e su altre questioni tecniche. All’inizio mi limitavo a dire quello che sapevo ma, poiché erano sempre di più a rivolgersi a me, ho iniziato a pensare: “Credo che ora tutti riconoscano il mio talento. Altrimenti, perché mi chiederebbero dei consigli?” Senza accorgermene, ho iniziato a godere di quella sensazione di soddisfazione e a compiacermi di me stessa. Ma poi è accaduto un evento davvero inaspettato. In un’immagine di sfondo che avevo progettato per un inno, il mio leader ha rilevato un difetto che violava i princìpi e mi ha convocata per riassumere le deviazioni. Mi ha detto che l’immagine doveva essere corretta quel giorno per non ritardare il lavoro e mi ha chiesto se potessi occuparmene da sola o se avessi bisogno di aiuto. Ho pensato tra me e me: “Ho progettato io questa immagine: se la passo a qualcun altro, non darò l’idea di non essere all’altezza? Penseranno forse che mi riempia la bocca ma poi non sappia attuare ciò che dico quando è il momento? Non può succedere! Non posso arrendermi adesso. Se riesco a risolvere questo problema da sola, tutti sapranno che sono in grado di svolgere il mio lavoro, che sono affidabile e che vale la pena coltivarmi”. Capito questo, ho detto al leader che me ne sarei occupata da me attenendomi ai princìpi. Mentre ci lavoravo, c’era una parte dell’immagine per la quale non riuscivo a trovare una buona idea. Poiché il tempo era agli sgoccioli e io ero ancora bloccata su quel punto, l’agitazione ha preso il sopravvento: volevo solo finire il prima possibile ma, per quante modifiche apportassi, il risultato era insoddisfacente. Sono rimasta bloccata su quel punto, e alle 5 del mattino ancora non mi era venuta un’idea. Avevo i pensieri annebbiati. Solo allora ho iniziato a chiedermi perché avessi tali difficoltà. Improvvisamente, mi sono resa conto che il motivo per cui il mio progetto violava i princìpi era che non comprendevo un certo aspetto dei princìpi. Dover apportare quella modifica aveva già ritardato il lavoro. Non ero nemmeno sicura che la mia soluzione avrebbe sistemato le cose e quell’immagine andava consegnata d’urgenza, quindi sapevo che avrei dovuto chiedere aiuto. E invece, per tutelare il mio prestigio e la mia reputazione e nascondere le mie inadeguatezze, mi sforzavo di farcela da sola. Non stavo forse ritardando il lavoro della chiesa? Rendermene conto mi ha colmata di senso di colpa e, pentita, ho subito pregato Dio: “O Dio! Sono schiava dalla mia indole corrotta. Appena ho un problema, fingo che le cose vadano bene per farmi ammirare dagli altri. Non so affrontare le mie inadeguatezze come si deve. Che modo faticoso di compiere il mio dovere! Amato Dio, Ti prego: guidami a riconoscere la mia corruzione e ad abbandonare la mia vanità, affinché possa praticare secondo le Tue parole”. Dopo aver pregato, ho pensato a queste parole di Dio: “Tu ricerchi sempre la grandezza, la nobiltà e il prestigio; cerchi sempre l’esaltazione. Che cosa pensa Dio quando vede queste cose? Le aborrisce e prenderà le distanze da te. Più tu persegui cose come la grandezza, la nobiltà e il fatto di essere superiore agli altri, di distinguerti, di essere eminente e degno di nota, più Dio ti trova disgustoso. Se non rifletti su te stesso e non ti penti, allora Dio ti detesterà e ti abbandonerà. Evita di diventare qualcuno che Dio trova disgustoso; sii una persona che Dio ama. Quindi, come si può ottenere l’amore di Dio? Accettando la verità con obbedienza, rimanendo nella posizione di un essere creato, agendo in conformità alla parola di Dio con i piedi per terra, svolgendo bene i propri doveri, essendo una persona onesta e vivendo una sembianza umana. È sufficiente questo, Dio ne sarà soddisfatto. Le persone devono assicurarsi di non avere ambizioni e di non nutrire sogni inutili, di non cercare fama, guadagno e prestigio e di distinguersi dalla massa. Ancor di più, non devono tentare di essere grandi persone o superuomini, individui superiori agli altri e che si fanno adorare da loro. Questo è il desiderio dell’umanità corrotta, ed è il cammino di Satana; Dio non salva simili persone. Se le persone perseguono ininterrottamente la fama, il guadagno e il prestigio senza pentirsi, allora non c’è cura per loro, e un solo esito: essere eliminate(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Adempiere bene il proprio dovere richiede un’armoniosa cooperazione”). Le parole di Dio erano rivolte al mio preciso stato: non facevo che perseguire reputazione, prestigio e ammirazione. Poiché a un certo punto ero in grado di ultimare più immagini degli altri e portavo a termine progetti impegnativi con qualità garantita, sono inconsapevolmente diventata arrogante. Inoltre, quando gli altri continuavano a rivolgersi a me con le loro domande, provavo un profondo senso di soddisfazione e godevo della sensazione di essere ammirata. Quando una delle mie immagini ha avuto un problema ed è stata rimandata indietro, e per motivi di tempo il leader mi ha proposto di farmi aiutare da un fratello o una sorella per correggerla, non ho considerato il lavoro della chiesa, temendo solo che accettare l’aiuto altrui avrebbe rivelato la mia incompetenza. Per difendere la mia reputazione e il mio prestigio e non perdere la stima degli altri, me ne sono occupata da sola. Di fronte ai successivi problemi, piuttosto che chiedere aiuto, ho stretto i denti e mi sono scervellata, rallentando il tutto. Esteriormente, sembravo fare gli straordinari per il mio dovere, ma in realtà cercavo solo di dimostrare il mio talento correggendo l’immagine, per convincere gli altri della mia affidabilità. Ho capito che bramavo troppo la reputazione e il prestigio. Dio scruta i nostri pensieri: anche se ero in grado di ingannare i fratelli e le sorelle, non potevo ingannare Dio e, per quanto riuscissi a nascondere le mie inadeguatezze, se la mia indole corrotta fosse rimasta invariata e non avessi acquisito la verità, Dio mi avrebbe comunque disprezzata ed eliminata. Avevo ritardato il lavoro della chiesa per via della mia ricerca di reputazione e prestigio e, a meno di riflettere su me stessa e pentirmi davanti a Dio, avrei solo ingannato me stessa e gli altri, facendomi del male. Resamene conto, ho chiesto subito aiuto a una sorella brava nella grafica. Abbiamo discusso di come modificare l’immagine e questo mi ha fornito un’idea molto più chiara. Ho ultimato il progetto in breve tempo.

Poi, ho continuato a riflettere sul motivo per cui tentassi sempre di nascondere le mie inadeguatezze. Mi sono imbattuta in un passo delle parole di Dio che mi ha profondamente colpita. Dio Onnipotente dice: “È vergognoso non saper fare certe cose? C’è forse qualcuno che è capace di fare tutto? Non c’è niente di vergognoso nel non sapere fare certe cose. Non dimenticare che tu sei solo una persona comune. Nessuno ti stima né ti adora. Una persona comune è semplicemente questo: una persona comune. Se non sei capace di fare qualcosa, di’ semplicemente che non la sai fare. Perché dovresti provare a fingerti chi non sei? Le persone si sentiranno disgustate da te se ti fingerai sempre altro. Prima o poi ti tradirai, e in quel momento perderai la tua dignità e la tua integrità. Questa è l’indole degli anticristi: pensano sempre a sé stessi come a dei tuttologi, come a qualcuno che sa fare tutto, che è capace e competente in ogni cosa. Questo non li metterà nei guai? Cosa farebbero se avessero un atteggiamento onesto? Direbbero: ‘Non ho padronanza di questa competenza tecnica; ho appena un po’ di esperienza. Ho applicato tutte le mie conoscenze, ma non capisco questi nuovi problemi che stiamo incontrando. Pertanto, se vogliamo svolgere bene il nostro dovere, dobbiamo acquisire delle conoscenze professionali. Padroneggiare le conoscenze professionali ci consentirà di svolgere il nostro dovere in modo efficace. Dio ci ha affidato questo dovere, quindi abbiamo la responsabilità di svolgerlo bene. Dovremmo andare ad apprendere questa conoscenza professionale con l’atteggiamento di chi si assume la responsabilità del proprio dovere’. Questo è mettere in pratica la verità. Qualcuno con l’indole di un anticristo non si comporterebbe così. Se una persona possiede un po’ di ragionevolezza, dirà: ‘So solo questo. Non c’è bisogno che mi stimiate, e io non ho bisogno di darmi delle arie: questo non renderà le cose più facili? È doloroso fingere sempre di essere ciò che non si è. Se c’è qualcosa che non sappiamo, possiamo impararlo insieme e poi lavorare in armonia per svolgere bene il nostro dovere. Dobbiamo avere un atteggiamento responsabile’. Vedendo ciò, la gente penserebbe: ‘Questa persona è migliore di noi; quando le si presenta un problema, non si spinge ciecamente oltre i propri limiti, né lo scarica ad altri, né si sottrae alla propria responsabilità. Anzi, se ne fa carico e lo affronta con un atteggiamento serio e responsabile. Questa è una brava persona, seria e responsabile nei confronti del proprio lavoro e del proprio dovere. È affidabile. La casa di Dio ha fatto bene ad affidarle questo importante incarico. Dio sottopone davvero a scrutinio le profondità del cuore delle persone!’ Facendo il loro dovere in questo modo, costoro migliorerebbero le loro competenze e otterrebbero l’approvazione di tutti. Come ottengono questa approvazione? In primo luogo, affrontano il loro dovere con un atteggiamento serio e responsabile; in secondo luogo, sanno essere persone oneste e hanno un atteggiamento concreto e studioso; in terzo luogo, non è da escludere che abbiano la guida e l’illuminazione dello Spirito Santo. Persone del genere hanno la benedizione di Dio; questo è ciò che può ottenere chi è dotato di coscienza e ragionevolezza. Sebbene abbiano un’indole corrotta, carenze, manchevolezze, e non sappiano fare molte cose, sono comunque sul giusto cammino di pratica. Non si fingono ciò che non sono, né ingannano; hanno un atteggiamento serio e responsabile verso il loro dovere, e un atteggiamento anelante e pio verso la verità. Gli anticristi non saranno mai in grado di fare queste cose, perché il loro modo di pensare sarà sempre diverso da quello di chi ama e persegue la verità. Perché la pensano diversamente? Perché dentro di loro hanno la natura di Satana; vivono secondo l’indole di Satana per raggiungere il loro obiettivo di prendere il potere. Cercano sempre di utilizzare vari mezzi per ordire complotti e trucchi, fuorviando le persone in un modo o nell’altro per indurle ad adorarli e a seguirli. Pertanto, al fine di gettare fumo negli occhi della gente, trovano tutti i modi possibili per fingersi ciò che non sono, raggirare, mentire e ingannare gli altri; per far credere loro che hanno ragione su tutto, che sono capaci di fare tutto e che possono fare qualsiasi cosa; che sono più intelligenti degli altri, più saggi, che capiscono più degli altri; che sono migliori in tutto e che sono al di sopra degli altri sotto ogni aspetto, persino che sono il meglio del meglio in qualsiasi gruppo. Hanno questo tipo di necessità; questa è l’indole degli anticristi. Perciò, imparano a fingere di essere qualcosa che non sono, producendo ognuna di queste svariate pratiche e manifestazioni(La Parola, Vol. 4: Smascherare gli anticristi, “Tema 8: Vogliono che gli altri si sottomettano solo a loro, non alla verità o a Dio (Parte terza)”). Gli anticristi sono propensi all’inganno e malvagi per natura. Per difendere il loro prestigio e la loro reputazione, fanno di tutto: simulano, mentono e ingannano gli altri. Ho pensato a un anticristo che era stato espulso dalla nostra chiesa: per affermarsi e ottenere ammirazione, non chiedeva aiuto quando aveva un problema e fingeva di sapere più di quanto sapesse, preferendo ritardare il lavoro della chiesa per tutelare il suo prestigio e la sua immagine. Parlava solo dei suoi successi e mai dei suoi fallimenti, causando perdite al lavoro della chiesa in diverse occasioni, ma non si è mai pentito. Per questo, alla fine è stato espulso dalla chiesa. Ho confrontato il mio comportamento con il suo: nel mio dovere, non mi concentravo sulla ricerca delle verità principi, rifiutavo lo scrutinio di Dio, non lavoravo con concretezza e simulavo di continuo per guadagnarmi l’ammirazione degli altri. C’era un evidente problema nel mio progetto ma, nonostante non avessi un’idea chiara di come modificarlo, non ho ricercato né discusso con i miei fratelli e sorelle, intenzionata invece a risolvere il problema da sola. Non ho considerato il lavoro della chiesa, e finché sopravviveva una minima speranza non volevo rivelare le mie carenze, come se ritardare il lavoro della chiesa non fosse un problema grave e la cosa più importante fosse difendere la mia immagine. Ho fatto di tutto per nascondere ciò che minacciava la mia immagine e il mio prestigio, anche se farlo era estremamente faticoso e difficile. Sentivo che perdere la mia cosiddetta “buona immagine” sarebbe stato come perdere la vita. Le mie azioni rivelavano un’indole da anticristo. Rendermene conto mi ha un po’ spaventata. Forse non avevo compiuto malefatte di ogni sorta come un anticristo, ma perseguivo sempre la reputazione, il prestigio e l’ammirazione altrui, arrivando ad agire in modo sleale e ingannando gli altri. Se non avessi eliminato quell’indole, alla fine sarei stata smascherata ed eliminata da Dio. Così, ho pregato Dio e mi sono pentita, disposta a mettere da parte la mia vanità e il mio prestigio per praticare le Sue parole.

In seguito, se nei miei progetti avevo un problema che non riuscivo a gestire da sola, mi rivolgevo subito a qualcuno e mi aprivo in condivisione con lui, chiedendo e ascoltando i suoi suggerimenti e a volte facendolo lavorare alle immagini insieme a me. Una volta, ho avuto un altro problema con un progetto e neanche dopo averci riflettuto su a lungo riuscivo a fare alcun progresso. Il mio leader mi ha chiesto come procedesse e volevo mentire, ma mi sono subito resa conto che stavo cercando di difendere prestigio e reputazione. Poi, ho ripensato a un passo delle parole di Dio: “Se non reprimi nulla, se non indossi maschere, non simuli e non nascondi le cose, se ti metti a nudo davanti a fratelli e sorelle, se non celi i tuoi più intimi pensieri e idee, ma anzi permetti agli altri di vedere il tuo atteggiamento onesto, allora la verità si radicherà gradualmente in te, fiorirà e porterà frutto, darà dei risultati, a poco a poco. Se il tuo cuore è sempre più onesto e via via più orientato verso Dio, e se sai proteggere gli interessi della casa di Dio quando svolgi il tuo dovere e la tua coscienza è turbata quando invece non riesci a farlo, allora questa è la prova che la verità ha avuto effetto su di te, ed è diventata la tua vita(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Parte terza”). Le parole di Dio mi hanno molto motivata. Sapevo che non dovevo continuare a fingere, ma affrontare le mie inadeguatezze con onestà e serenità. Qualunque cosa gli altri pensassero di me, dovevo dire la verità e cercare una soluzione insieme a loro. Proprio quel giorno, c’era una riunione, così mi sono aperta in condivisione sulle mie difficoltà e sulla mia corruzione. Mi ha fatta sentire a mio agio. Ho discusso di ogni aspetto con gli altri, che mi hanno aiutata ad apportare delle modifiche, e in breve termine ho ultimato il progetto. Ero davvero felice! Ho percepito quanto sia bello aprirsi ed essere onesti senza fingere! Solo grazie alla salvezza di Dio ho potuto capire tutto questo e ottenere una trasformazione. Lode a Dio!

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