15. L’amore di Dio nel bel mezzo della malattia

di Jianxin, Cina

Vent’anni fa ho contratto una grave artrite reumatoide e mi faceva male tutto il corpo. Ho visitato diversi grandi ospedali, ma nessuna cura è stata efficace. Alla fine, mi sono dovuta affidare solo ai farmaci ormonali per controllare i sintomi; senza medicinali tutte le mie articolazioni sarebbero diventate rigide e doloranti. L’unica cosa che potevo fare era restare a letto tutto il giorno, come se fossi in uno stato vegetativo, incapace di muovermi. Avevo bisogno dell’aiuto degli altri per mangiare, per vestirmi, per girarmi e andare in bagno. Ero completamente inutile. Ho pensato: “Sarebbe meglio morire che vivere soffrendo così tanto”. A causa dell’uso prolungato di farmaci ormonali, il mio sistema immunitario era molto debole; spesso avevo tosse e raffreddore e ho anche preso la pleurite. Anche il cuore ha sviluppato problemi, il mio corpo è stato colpito da più di dieci malattie diverse e il mio viso sembrava quello di un cadavere. Nel caldo dell’estate, mio marito accendeva l’aria condizionata in casa, invece io indossavo abiti di cotone imbottito e mi crogiolavo al sole all’esterno. Ho dovuto addirittura usare una coperta elettrica per dormire, altrimenti avevo troppo freddo per addormentarmi. Più tardi ho saputo che diversi conoscenti con la mia stessa malattia erano tutti morti, uno dopo l’altro, e ho davvero provato paura. Ero impotente di fronte a una malattia così ostinata, e tutto quello che potevo fare era trascorrere ogni giorno nel timore e nell’ansia.

Nel 2010 ho avuto la fortuna di accettare l’opera di Dio Onnipotente degli ultimi giorni. Dalle parole di Dio ho imparato che Lui ha creato il cielo e la terra e tutte le cose, che è sovrano sul destino dell’umanità intera, che tutto ciò di cui le persone godono è dato da Dio e che queste dovrebbero adorarLo. Ogni giorno mi nutrivo delle parole di Dio, Lo pregavo, mi riunivo con i fratelli e le sorelle e, senza che me ne rendessi conto, i raffreddori e i colpi di tosse erano diminuiti. Dopo tre mesi, il dolore alle articolazioni delle gambe si è attenuato, ho smesso di usare tutti i farmaci, compresi quelli ormonali, le mie articolazioni sono diventate sempre più flessibili, e il mio incarnato ha acquisito un po’ di colore. Tutti quelli che mi conoscevano dicevano che sembravo una persona diversa. Ho ringraziato Dio dal profondo del mio cuore. Dio è veramente onnipotente e meraviglioso! La mia era una malattia incurabile e anche con i farmaci soffrivo tanto, ma ora, poiché la mia malattia si stava attenuando sempre di più, non avevo nemmeno bisogno di farmaci! Dovevo credere in Dio in modo corretto, predicare di più il Vangelo e compiere altre buone azioni, e forse allora Dio avrebbe visto come mi ero spesa e avrebbe guarito completamente le mie malattie. Successivamente, ho ignorato il dolore alle gambe e ho predicato il Vangelo ai miei parenti, amici, compagni di classe e colleghi. Sia che ci fosse vento, pioggia, caldo torrido o freddo gelido, o indipendentemente dal fatto che una persona fosse vicina o lontana, finché rispettava i principi per ricevere il Vangelo ed era disposta ad ascoltare le Sue parole, andavo da lei a testimoniare l’opera di Dio degli ultimi giorni. Alcune persone vivevano al settimo o all’ottavo piano e dovevo salire le scale, ma nonostante ciò spesso andavo a irrigarle e a sostenerle. Alcune persone avevano una buona umanità ed erano disposte a cercare e a investigare la vera via, ma avevano molte complicazioni familiari, così condividevo con loro diverse volte finché non accettavano l’opera di Dio degli ultimi giorni. In quel periodo ho diffuso il Vangelo a molte persone. Nel corso del tempo, sono diventata nota per aver predicato il Vangelo e sono stata segnalata da persone malevole, così il leader ha disposto che svolgessi il compito di accoglienza. Ho chiesto attivamente di assumermi altri compiti, pensando che facendo più buone azioni Dio si sarebbe preso cura di me, mi avrebbe protetta, e la mia speranza di salvezza sarebbe stata maggiore.

Nel maggio del 2019, ho cominciato a sentirmi debole in tutto il corpo e le articolazioni hanno ricominciato a farmi male. Il dolore alle articolazioni delle mie gambe era particolarmente forte, e la mia unica opzione era usare le stampelle e stringere i denti per avanzare un passo alla volta. Il dolore mi faceva sudare copiosamente. Dopo essermi alzata in piedi non riuscivo più a sedermi e, dopo aver lottato per sedermi, non riuscivo più ad alzarmi. Mi faceva male tutto il corpo, anche quando ero sdraiata. La mia pressione sanguigna aveva superato i 200 mmHg e anche la mia glicemia era aumentata; nemmeno i farmaci riuscivano a tenerla sotto controllo. Ero in preda al panico. Avevo paura che l’artrite stesse tornando. Dopo essere andata in ospedale per un esame, hanno scoperto che i sintomi erano effettivamente causati dall’artrite. Il mio cuore ha perso un battito e ho pensato: “Come mi è stato detto, ‘Malattia o no, se torna, sarà peggio di quando è iniziata’. Questa volta finirò completamente paralizzata? Anche se vivessi, se fossi paralizzata a letto sarei comunque inutile. Come farei i miei doveri? In tutti questi anni di fede in Dio mi sono spesa così tanto! Basta guardare come ho diffuso il Vangelo. Ho continuato a svolgere questo lavoro nonostante il dolore e sono riuscita a diffondere il Vangelo a molte persone. Dopo essere stata segnalata da persone malevole per aver diffuso il Vangelo, sono stata riassegnata come ospite, e ho dato tutta me stessa anche in quel dovere. Com’è possibile che la mia malattia sia tornata?” Ho pensato a come diversi conoscenti con la stessa malattia fossero tutti morti, e che potevo essere la prossima. Più ci pensavo, più mi sentivo scoraggiata. Non riuscivo a raccogliere i miei pensieri mentre leggevo le parole di Dio durante le mie devozioni e non avevo voglia di pregare. Trascorrevo le mie giornate con una sensazione di stordimento, come se fossi caduta in un congelatore, con il cuore completamente ghiacciato. Volevo solo passare più tempo a riposare e a ristabilire la mia salute per ridurre il dolore del corpo. In seguito ho saputo che un vicino affetto dalla mia stessa malattia era morto e ho avuto ancora più paura; ho pensato: “Forse un giorno morirò come il mio vicino. Se muoio adesso, tutte le sofferenze e i sacrifici che ho sopportato nel corso degli anni per lo svolgimento dei miei doveri saranno stati vani? Non solo non verrei salvata, ma perderei anche tutte le mie restanti opportunità di offrire manodopera e sopravvivere”. Il solo pensiero della mia malattia mi impediva di mangiare o dormire. Vivevo in uno stato di tristezza, ansia e preoccupazione, e dentro di me ero davvero tormentata. Ho pregato Dio: “Dio, la mia salute sta peggiorando sempre di più e vivo costantemente in uno stato emotivo inquieto. So che è sbagliato ma non so come eliminarlo, e anche se riconosco che questa sofferenza è permessa da Te, non riesco a sottomettermi. Dio, per favore guidami affinché mi sottometta a questa situazione e apprenda una lezione”.

Ho letto due passi delle parole di Dio: “Quando non sono capaci di vedere con chiarezza, comprendere e accettare gli ambienti che Dio orchestra e la Sua sovranità, e di sottomettervisi, e quando affrontano varie difficoltà della loro vita quotidiana, o quando queste difficoltà superano ciò che una persona normale può sopportare, gli individui provano inconsciamente ogni tipo di preoccupazione e ansia, e persino angoscia. Non sanno cosa accadrà domani, o dopodomani, o come staranno le cose tra qualche anno, o cosa riserverà loro il futuro, e quindi si sentono angosciati, ansiosi e preoccupati per ogni sorta di cose. Qual è il contesto in cui le persone si sentono angosciate, ansiose e preoccupate per ogni genere di cose? È che non credono nella sovranità di Dio, ossia non sono in grado di crederci e di vederla con chiarezza. Non la capirebbero e non ci crederebbero neanche se la vedessero con i loro occhi. Non credono che Dio detenga la sovranità sul loro destino, non credono che la loro vita sia nelle Sue mani, e quindi nel loro cuore nascono prima la sfiducia e poi il biasimo verso la sovranità di Dio e le Sue disposizioni, e sono incapaci di sottomettersi(La Parola, Vol. 6: Riguardo al perseguimento della verità, “Come perseguire la verità (3)”). “Poi ci sono quelli che non godono di buona salute, che hanno una costituzione debole e scarse energie, che sono spesso affetti da malattie più o meno gravi, che non riescono a far fronte nemmeno alle necessità più basilari della vita quotidiana, che non sono in grado di vivere né di spostarsi come le persone normali. Costoro spesso si sentono a disagio e cagionevoli mentre svolgono i loro doveri; alcuni sono fisicamente deboli, altri hanno vere e proprie malattie, e naturalmente ve ne sono alcuni che hanno malattie conclamate e potenziali di qualche tipo. A causa di queste difficoltà fisiche concrete, sprofondano spesso in emozioni negative e provano angoscia, ansia e preoccupazione. […] Chi è malato pensa spesso: ‘Sono determinato a svolgere bene il mio dovere, ma ho questa malattia. Chiedo a Dio di preservarmi dal male e con la Sua protezione non ho nulla da temere. Tuttavia, se prosciugo le mie energie svolgendo i miei doveri, la mia malattia si aggraverà? Cosa farò se si aggraverà davvero? Se dovrò essere ricoverato in ospedale per sottopormi a un’operazione, non avrò i soldi per pagarla; quindi, a meno che non prenda un prestito per pagare le cure, la mia malattia non peggiorerà ulteriormente? In caso si aggravasse davvero molto, morirò? Una morte del genere può essere considerata normale? Se muoio veramente, Dio commemorerà i doveri che ho svolto? Sarò considerato come qualcuno che ha compiuto buone azioni? Otterrò la salvezza?’ Vi sono anche persone che sanno di essere malate, ossia che sanno di avere qualche patologia reale o altro, per esempio malattie dello stomaco, dolori alla schiena e alle gambe, artrite, reumatismi, malattie della pelle, ginecologiche, epatiche, ipertensione, patologie cardiache e così via. Pensano: ‘Se continuo a svolgere il mio dovere, la casa di Dio mi pagherà le cure? Se la mia malattia peggiora e compromette lo svolgimento del mio dovere, Dio mi guarirà? Altri sono stati guariti dopo aver acquisito fede in Dio, quindi lo stesso accadrà a me? Dio mi guarirà concedendomi la stessa grazia degli altri? Se svolgo lealmente il mio dovere, Dio dovrebbe guarirmi, ma se ho solo il desiderio che Dio mi guarisca e Lui non lo fa, allora cosa farò?’ Ogni volta che pensano a queste cose, una profonda sensazione di angoscia invade loro il cuore. Anche se non smettono mai di svolgere il loro dovere e fanno sempre quello che devono, pensano costantemente alla loro malattia, alla loro salute, al loro futuro, alla loro vita e alla loro morte. Infine, la conclusione a cui arrivano è una pia illusione: ‘Dio mi guarirà, Dio mi proteggerà. Dio non mi abbandonerà e non resterà a guardare senza fare nulla se vedrà che mi ammalo’. Questi pensieri non hanno alcun fondamento, e si potrebbero addirittura definire come una sorta di nozione. Le persone non saranno mai in grado di risolvere le loro difficoltà pratiche con nozioni e fantasie di questo genere, e nel loro intimo si sentono vagamente angosciate, ansiose e preoccupate per la loro salute e le loro malattie; non hanno idea di chi si assumerà la responsabilità di queste cose, né se qualcuno lo farà(La Parola, Vol. 6: Riguardo al perseguimento della verità, “Come perseguire la verità (3)”). Ciò che Dio ha esposto era esattamente il mio stato. Guardando indietro, in meno di tre mesi dall’inizio della mia fede in Dio, la mia grave artrite era quasi guarita, quindi avevo diffuso attivamente il Vangelo, avevo svolto i miei doveri e avevo voluto preparare altre buone azioni, pensando che forse Dio avrebbe visto i miei sacrifici e guarito completamente la mia malattia. Quando la mia patologia è tornata ed è diventata sempre più grave, al punto che ero quasi incapace di prendermi cura di me stessa, pregare Dio non ha alleviato la mia condizione, così ho cominciato a dubitare della Sua sovranità e ho temuto di restare paralizzata, di non essere più in grado di prendermi cura di me stessa e che non sarei stata in grado di sopportare la sofferenza fisica. Se avessi ricominciato a prendere i farmaci ormonali e le mie numerose altre malattie fossero tornate, allora anche se non fossi morta di artrite, sarei morta per le altre malattie. Se fossi morta, non avrei avuto alcuna possibilità di salvezza, né alcuna possibilità di offrire manodopera e sopravvivere. Questo mi ha fatta sentire debole e angosciata, e mi ha fatto pensare che tutti gli anni trascorsi a svolgere doveri, a soffrire e a sacrificarmi fossero stati vani. Quando mi sono trovata di fronte alla malattia, non l’ho accettata da Dio, e non ho cercato la Sua intenzione. Invece, ho frainteso e mi sono lamentata di Dio. Anche il mio atteggiamento verso i miei doveri era di indifferenza. Preoccupata che svolgere più compiti avrebbe significato una maggiore stanchezza fisica, che la mia condizione sarebbe peggiorata e che sarei morta più velocemente, non volevo compiere i miei doveri e vivevo in uno stato di angoscia e preoccupazione, aspettando la morte. Dalle parole di Dio ho finalmente capito che il ritorno della mia malattia era stato permesso da Lui, ma non avevo riconosciuto la Sua sovranità, Lo avevo frainteso e mi ero lamentata. Il mio cuore era pieno di lamentele, e tutto ciò che avevo rivelato era ribellione e resistenza. Il mio stato era così pericoloso! Rendendomi conto di ciò, mi sono sentita spaventata, così ho pregato Dio chiedendoGli di guidarmi nella ricerca della verità per eliminare le mie emozioni negative.

Successivamente ho letto un brano delle parole di Dio, e la mia prospettiva è cambiata un po’. Dio dice: “Quando Dio dispone che qualcuno contragga una malattia, che sia più o meno grave, il Suo scopo nel farlo ciò non è che tu ti renda conto della malattia in ogni suo aspetto, dei danni che ti provoca, dei disagi e delle difficoltà che ti arreca e di tutta la miriade di sentimenti che ti fa provare – lo scopo di Dio non è che tu riconosca il valore della malattia sperimentandola. Il Suo scopo è invece che tu impari delle lezioni dalla malattia, che impari ad afferrare le Sue intenzioni, che conosca l’indole corrotta che riveli e gli atteggiamenti sbagliati che adotti nei Suoi confronti quando sei malato, e che impari a sottometterti alla Sua sovranità e alle Sue disposizioni, in modo da conseguire autentica sottomissione nei Suoi confronti e da riuscire a rimanere saldo nella tua testimonianza: questo è assolutamente fondamentale. Attraverso la malattia, Dio intende salvarti e purificarti. Che cosa desidera purificare di te? Desidera purificare tutti i desideri smodati e le richieste eccessive che hai nei Suoi confronti, nonché i vari piani, giudizi e strategie che sviluppi a tutti i costi per sopravvivere e condurre la tua vita. Dio non ti chiede di fare piani o di emettere giudizi, e non ti permette di avere desideri smodati nei Suoi confronti; ti richiede solamente di sottometterti a Lui e, nella tua pratica ed esperienza di sottomissione, di arrivare a conoscere il tuo atteggiamento nei confronti della malattia, il tuo atteggiamento nei confronti di queste condizioni fisiche che Dio ha disposto per te, nonché i tuoi desideri personali. Quando acquisirai conoscenza di queste cose, potrai sperimentare quanto ti giovi il fatto che Dio abbia disposto per te le circostanze della malattia o queste condizioni fisiche; e potrai renderti conto di quanto esse ti aiutino nel cambiamento della tua indole, nell’ottenimento della salvezza e nel tuo accesso alla vita. Per questo motivo, quando la malattia si presenta, non devi sempre chiederti come sfuggirle, eluderla o rifiutarla(La Parola, Vol. 6: Riguardo al perseguimento della verità, “Come perseguire la verità (3)”). Dalle parole di Dio, ho capito che dietro le malattie che avevo affrontato c’era l’intenzione di Dio e che lo scopo era farmi imparare delle lezioni, riflettere e riconoscere le mie opinioni fallaci e la mia indole corrotta, nonché i miei desideri stravaganti legati alla fede in Dio. Ho riflettuto su come i miei anni di doveri e sacrifici fossero finalizzati alla guarigione della mia malattia da parte di Dio. Quando il dolore si è alleviato, ho ringraziato e lodato Dio, ed ero disposta a svolgere più compiti e a preparare altre buone azioni, ma quando il dolore è tornato ed è peggiorato, ho frainteso e mi sono lamentata di Dio, pensando che fosse doveroso che Dio mi guarisse perché avevo svolto i miei doveri. Così quando la mia malattia è tornata e i miei desideri non sono stati soddisfatti, non ho più avuto voglia di adempiere ai miei doveri. Anche quando li svolgevo con riluttanza, non volevo impegnarmi né pagare un prezzo. In che modo avevo coscienza o ragione? Quando questa malattia mi ha colpita, l’intenzione di Dio era quella di purificare le adulterazioni della mia fede e cambiare le mie opinioni errate sul perseguimento, affinché potessi sottomettermi a Dio e percorrere il cammino del perseguimento della verità. Eppure non ho perseguito la verità e, quando mi sono trovata di fronte alla malattia, non ho cercato l’intenzione di Dio. Invece, ho sempre nutrito opposizione e rifiuto, desiderando che Dio eliminasse rapidamente il mio dolore. Quando ciò non accadeva, cadevo in uno stato di angoscia, preoccupazione e ansia e mi opponevo a Dio, perdendo la mia possibilità di ottenere la verità. Se avessi continuato così senza cambiare, la mia vita non sarebbe maturata, la mia indole corrotta non sarebbe cambiata e la mia speranza di salvezza sarebbe diventata ancora più remota. Più capivo, più mi rendevo conto che credere in Dio non significava dover pretendere qualcosa da Lui. Mi sono resa conto di quanto fossi irragionevole. Ho pregato rapidamente Dio: “Oh Dio, non perseguo la verità né comprendo la Tua opera, né mi sottometto alle Tue orchestrazioni e disposizioni. Sono troppo ribelle! Dio, Ti prego, guidami a comprendere me stessa”.

Più tardi ho letto un passo delle parole di Dio: “Prima di decidere di svolgere il loro dovere, nel profondo del cuore gli anticristi traboccano di aspettative verso le loro prospettive, verso il guadagno di benedizioni, una buona destinazione e persino una corona, e nutrono la massima fiducia verso l’ottenimento di queste cose. Vengono nella casa di Dio per svolgere il loro dovere con tali intenzioni e aspirazioni. Allora, lo svolgimento del loro dovere contiene la sincerità, la fede autentica e la lealtà richieste da Dio? A questo punto, non è ancora possibile vedere la loro lealtà, la loro fede e la loro sincerità autentiche, perché prima di svolgere il loro dovere tutti nutrono una mentalità interamente transazionale; tutti decidono di svolgerlo spinti dagli interessi e basandosi anche sul presupposto delle loro ambizioni e dei loro desideri strabordanti. Qual è l’intenzione degli anticristi nell’assolvere il loro dovere? È stringere un accordo, fare uno scambio. Si potrebbe dire che queste sono le condizioni che pongono per assolvere un dovere: ‘Se svolgo il mio dovere, allora devo ottenere benedizioni e avere una buona destinazione. Devo ottenere tutte le benedizioni e i benefici che Dio ha detto essere preparati per l’umanità. Se non posso ottenerli, allora non farò questo dovere’. Entrano nella casa di Dio per svolgere il loro dovere con tali intenzioni, ambizioni e desideri. Sembra che abbiano un po’ di sincerità e naturalmente, nel caso di coloro che sono nuovi credenti e stanno appena iniziando a svolgere il loro dovere, lo si può anche definire entusiasmo. Ma non ci sono né fede autentica né lealtà in questo; c’è solo quel grado di entusiasmo. Non può essere chiamata sincerità. A giudicare da questo atteggiamento che gli anticristi hanno nei confronti dell’assolvimento del loro dovere, si tratta di qualcosa di completamente transazionale e pieno dei loro desideri di benefici come guadagnare benedizioni, entrare nel Regno dei Cieli, ottenere una corona e ricevere ricompense. Dunque dall’esterno sembra che molti anticristi, prima di essere espulsi, stiano svolgendo il loro dovere e abbiano persino fatto più rinunce e sofferto di più di una persona comune. Ciò che spendono e il prezzo che pagano sono pari a quelli di Paolo, e non si affannano nemmeno meno di lui. È una cosa che tutti possono vedere. In termini di come si comportano e della loro volontà di soffrire e di pagare un prezzo, non è che non dovrebbero ricevere nulla. Tuttavia, Dio non considera una persona in base al suo comportamento esteriore, ma in base alla sua essenza, alla sua indole, a ciò che rivela, alla natura e all’essenza di ogni singola cosa che fa. Quando le persone valutano e trattano gli altri, classificano chi sono solo in base al loro comportamento esteriore, a quanto soffrono e al prezzo che pagano, e questo è un grave errore(La Parola, Vol. 4: Smascherare gli anticristi, “Tema 9: Parte settima”). Ho capito che Dio ha esposto gli anticristi quando svolgevano i loro doveri per benedizioni e corone, che i loro sacrifici sono tutti finalizzati a contrattare con Dio le benedizioni per l’ingresso nel Regno dei Cieli, e che tale svolgimento del dovere non è affatto leale o sincero. Se non ricevono benedizioni, si lamenteranno molto e discuteranno perfino con Lui e cercheranno di vendicarsi. Ho paragonato il mio comportamento a questo e ho capito che era uguale a quello di un anticristo. All’inizio, quando ho visto la mia artrite cronica guarire dopo aver cominciato a credere in Dio, ero piena di gratitudine verso di Lui, e con la mentalità del far sì che Dio mi guarisse e di potermi assicurare una buona destinazione, ho diffuso attivamente il Vangelo e ho svolto i miei doveri. Che ci fosse vento, pioggia, caldo o freddo, lavoravo instancabilmente per preparare buone azioni diffondendo il Vangelo, e anche se parenti, amici e colleghi mi prendevano in giro e mi calunniavano, non mi tiravo indietro. Tuttavia, quando la mia malattia è tornata, e ho visto che morivano persone con la stessa patologia, mi sono lamentata con Dio perché non mi proteggeva e non volevo nemmeno più fare i miei doveri, temendo che assumermi ulteriori preoccupazioni avrebbe potuto peggiorare la mia condizione e accelerare la mia morte. Attraverso la rivelazione dei fatti, ho capito che la mia fede in Dio e il mio adempimento dei doveri erano solo un modo per contrattare con Dio e che tutti i miei sacrifici erano diretti a far sì che Dio mi guarisse e mi portasse a un buon esito e a una buona destinazione. Quando il mio desiderio di benedizioni è stato infranto, non ero disposta nemmeno a fare qualche altro dovere, temendo di subire perdite nei miei interessi fisici. Non avevo alcuna lealtà o sincerità verso Dio. Ho detto che avrei fatto bene i miei doveri e avrei ricambiato l’amore di Dio, ma la verità era che Lo stavo ingannando, cercando di usare i miei doveri come merce di scambio per future benedizioni. Ero davvero egoista, spregevole e propensa all’inganno! Ho sostenuto la legge satanica “Ognuno per sé e che gli altri si arrangino” e tutto quello che facevo, lo facevo solo per me stessa e non ho mai mosso un dito senza una ricompensa. Dopo aver iniziato a credere in Dio, tutto ciò che facevo era sempre per ottenere benedizioni e benefici. Ero avida ed egoista e se non fossi riuscita a trarne profitto, allora mi sarei rivoltata contro Dio per vendicarmi. Non avevo un cuore che teme Dio ed ero veramente priva di umanità!

Poi mi è tornato in mente un passo delle parole di Dio: “Devi sapere che tipo di persone desidero; alle persone che sono impure non è permesso entrare nel Regno, a insudiciare il suolo sacro. Anche se forse hai svolto molto lavoro e lavorato per molti anni, alla fine sei ancora deplorevolmente lurido, pertanto sarà intollerabile per la legge del Cielo che tu voglia entrare nel Mio Regno! Dalla creazione del mondo fino a oggi non ho mai offerto facile accesso al Mio Regno a chi cerca di ingraziarsi il Mio favore. È una regola celeste e nessuno può infrangerla!(La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Il successo o il fallimento dipendono dalla strada che l’uomo percorre”). Dalle parole di Dio ho capito che solo coloro che ottengono la verità e hanno cambiato la loro indole possono entrare nel regno di Dio. A Dio piacciono le persone oneste. Le persone oneste amano la verità e fanno il proprio dovere senza contrattare o avanzare richieste. Possono compiere con serietà il dovere di un essere creato e queste persone sono quelle che Dio vuole salvare. Tuttavia, coloro che credono in Dio ma non perseguono la verità e contrattano con Lui solo per le benedizioni, si lamentano di Dio e Gli oppongono resistenza una volta che i loro desideri vengono ostacolati. Tali persone, non importa quanto si impegnino o soffrano, saranno comunque eliminate da Dio. Ciò è determinato dall’essenza giusta e santa di Dio. Nei miei doveri e nella mia fede in Dio, ho cercato di contrattare con Dio, trattandoLo come un mio tesoro e come un medico per curare la mia malattia. Quando i miei desideri non venivano esauditi, protestavo contro Dio e mi opponevo a Lui. Sono stata davvero sfacciata! Dio è il Creatore, e io sono un essere creato. Fare il mio dovere è mia responsabilità e obbligo. Ponendo richieste così irragionevoli a Dio e con tali intenzioni nei miei doveri, come poteva Dio non detestarmi e odiarmi? Ho pensato a Paolo. Fin dall’inizio, ha lavorato e si è speso solo per ottenere una corona di giustizia. Ha viaggiato in gran parte d’Europa per diffondere il Vangelo, ha sofferto tanto e ha lavorato molto. Tuttavia, tutto ciò che ha fatto non aveva lo scopo di ricambiare l’amore di Dio o di svolgere il dovere di un essere creato, ma piuttosto di ottenere benedizioni e ricompense per sé stesso, così alla fine ha potuto pronunciare queste parole: “Ho combattuto il buon combattimento, ho finito la corsa, ho conservato la fede. Ormai mi è riservata la corona di giustizia” (2 Timoteo 4:7-8). I sacrifici e lo spendersi di Paolo non erano sinceri o sottomessi. Erano fatti solo per contrattare con Dio, per ingannarLo e usarLo. Alla fine, ha offeso l’indole di Dio ed è stato gettato all’inferno. Nella mia fede, ho sempre desiderato che Dio guarisse la mia malattia per soddisfare i miei desideri egoistici, e come Paolo ho sempre desiderato ricevere benedizioni da Dio. Se non avessi fatto ammenda, il mio esito finale sarebbe stato la stessa punizione di Paolo. Fare il mio dovere con intenzioni così spregevoli e desiderare ancora l’approvazione di Dio: quanto ero illusa? Rendendomi conto di questo, mi sono sentita piena di vergogna, in imbarazzo e in colpa. Ho pensato a come Dio si è incarnato due volte sulla terra, soffrendo ogni genere di difficoltà umana per salvare noi persone corrotte, pronunciando così tante parole e guidandoci e irrigandoci personalmente nell’oscurità, senza mai chiederci niente né pretendere nulla da noi. Ho apprezzato tantissime verità fornite da Dio, e svolgere il mio dovere è ciò che io, come essere creato, avrei dovuto fare, eppure volevo ancora contrattare con Dio e farGli delle richieste. Ero stata davvero malvagia! Ho pensato a come io, sull’orlo della morte, avevo avuto la possibilità di ascoltare la voce di Dio e di ritornare alla Sua casa per nutrirmi delle Sue parole e godere della vita che mi era stata fornita, e a come Dio avesse guarito la mia malattia e mi avesse permesso di vivere fino a quel momento. Tutto questo era stato frutto della cura e della protezione di Dio. Tutto ciò che Dio ha fatto per me è stato il Suo amore e la Sua salvezza. Poter svolgere un qualche dovere era una grazia di Dio ed era ciò che dovevo fare. Ma non sapevo essere grata, e invece usavo ciò come capitale per contrattare con Dio e avanzare a Lui continue richieste. Mi erano veramente mancate la coscienza e l’umanità, e dovevo così tanto a Dio! Più ci pensavo, più mi dispiacevo e pregavo Dio nel mio cuore, giurando che da quel momento in poi non avrei più vissuto per ottenere benedizioni, che avrei perseguito la verità, mi sarei sottomessa alle orchestrazioni e alle disposizioni di Dio e avrei svolto correttamente il mio dovere.

In seguito ho letto altre parole di Dio e ho capito come gestire correttamente la malattia e la morte. Dio dice: “Se una persona si ammalerà o meno, quale malattia grave contrarrà e di che stato di salute godrà in ogni fase della vita non sono cose che possono essere cambiate dalla volontà dell’uomo; sono tutte predestinate da Dio. […] Pertanto, il tipo di malattia che affliggerà il loro corpo, in quale momento, a quale età e di che stato di salute godranno sono tutte cose disposte da Dio, e le persone non possono deciderle da sé, proprio come non possono decidere il momento della nascita. Non è quindi sciocco provare angoscia, ansia e preoccupazione per le cose che non si possono decidere da sé? (Sì.) Le persone dovrebbero adoperarsi per risolvere le cose che possono risolvere da sole, e dovrebbero aspettare Dio per quelle che non possono fare da sé; dovrebbero sottomettersi in silenzio e chiedere a Dio di proteggerle; è questa la mentalità che dovrebbero avere. Quando davvero contraggono una malattia e si trovano di fronte alla morte, dovrebbero sottomettersi e non lamentarsi né ribellarsi contro Dio o pronunciare parole di bestemmia o di attacco nei Suoi confronti. Dovrebbero invece assumere la posizione di esseri creati e sperimentare e apprendere tutto ciò che viene da Dio; non dovrebbero cercare di scegliere da sé. La malattia dovrebbe costituire un’esperienza speciale che arricchisce la tua vita, e non è necessariamente una cosa negativa, giusto? Perciò, quando si tratta di malattie, gli individui dovrebbero prima di tutto eliminare i loro pensieri e punti di vista sbagliati riguardo all’origine della malattia, e a quel punto non se ne preoccuperanno più; inoltre, non hanno il diritto di controllare né le cose conosciute né quelle sconosciute, e neppure sono in grado di farlo, poiché tutto ricade sotto la sovranità di Dio. L’atteggiamento e il principio di pratica che dovrebbero avere sono attendere e sottomettersi. Dalla comprensione alla pratica, tutto andrebbe fatto in linea con le verità principi: questo è perseguire la verità(La Parola, Vol. 6: Riguardo al perseguimento della verità, “Come perseguire la verità (4)”). “Se qualcuno implora la morte, non è detto che muoia; se implora di vivere, non è detto che viva. Tutto ciò ricade sotto la sovranità e la predestinazione di Dio, e viene cambiato e stabilito dalla Sua autorità, dalla Sua indole giusta, dalla Sua sovranità e dalle Sue disposizioni. Quindi, se contrai una malattia grave e potenzialmente fatale, non per forza morirai: chi decide se morirai o no? (Dio.) È Dio a deciderlo. E poiché è Lui a decidere e le persone non possono decidere una cosa del genere, per che cosa dovrebbero provare ansia e angoscia? Lo stesso vale per chi sono i tuoi genitori, e per quando e dove nasci: neanche queste sono cose che spetta a te scegliere. La scelta più saggia in questi casi è quella di lasciare che le cose seguano il loro corso naturale, di sottomettersi e di non scegliere, di non dedicare alcun pensiero né alcuna energia alla questione e di non nutrire angoscia, ansia o preoccupazione al riguardo. Poiché le persone non possono scegliere da sé, investire tanti pensieri ed energie nella faccenda è sciocco e poco saggio(La Parola, Vol. 6: Riguardo al perseguimento della verità, “Come perseguire la verità (4)”). Dopo aver letto le parole di Dio, ho capito che il momento in cui una persona si ammala e il tipo di malattia sono tutti sotto la sovranità e la predestinazione di Dio e non dipendono dalla scelta umana, e che le persone dovrebbero rinunciare a emozioni negative come angoscia, preoccupazione e ansia, affrontare queste cose con calma, sottomettersi alla sovranità e alle disposizioni di Dio, e cercare la Sua intenzione per imparare le lezioni. Meditando sulle parole di Dio, ho sentito un’improvvisa illuminazione nel mio cuore. Il momento in cui mi ammalo, la gravità della mia malattia e la mia morte sono tutti frutto delle orchestrazioni di Dio. Non è che posso evitare la morte temendola, né posso morire semplicemente desiderandolo. La mia grave malattia, la paralisi o la morte sono tutte permesse da Dio, e non ho alcun diritto di lamentarmi o di pretendere nulla da Lui. Ho pensato a come quando Giobbe si è scontrato con la malattia e la calamità, non si è lamentato con Dio né ha perso la fede. Invece, ha lodato la giustizia di Dio dal profondo del suo cuore, dicendo: “Jahvè ha dato, Jahvè ha tolto; sia benedetto il nome di Jahvè” (Giobbe 1:21). Io, avendo goduto dell’irrigazione e dell’offerta di così tante parole di Dio, non dovevo avanzare richieste a Lui di fronte alla malattia. Che Dio porti via la mia malattia o la lasci per sempre con me, tutto fa parte della Sua buona volontà e non dovrei lamentarmi o avanzare richieste. Anche se un giorno restassi paralizzata o dovessi affrontare la morte, continuerò a sottomettermi alle disposizioni del Creatore. Ciò di cui ho bisogno ora è affrontare correttamente la malattia e la morte, abbandonare l’angoscia, l’ansia e la preoccupazione, e affidare tutto a Dio. Ho riflettuto ancora una volta su come, in questi ultimi vent’anni, molti di coloro che avevano la mia stessa malattia, indipendentemente dalla loro età o dal fatto che si fossero ammalati presto o tardi, erano morti. Se non fosse stato per la protezione di Dio, oggi non sarei viva. Il fatto che io oggi sia viva e che goda dell’irrigazione di così tante Sue parole è già grazia di Dio. Capendo queste cose, non ho più avuto paura del momento in cui sarei potuta morire, e sono stata disposta a sottomettermi alla sovranità e alle disposizioni di Dio. Successivamente, ogni giorno mi concentravo sul nutrirmi delle parole di Dio, contemplando le Sue parole, scrivendo articoli esperienziali e, indipendentemente dalla gravità della mia malattia, pregavo, mi nutrivo delle parole di Dio, partecipavo alle riunioni e svolgevo i miei doveri come al solito. A volte, quando la malattia si ripresentava in maniera grave, pregavo Dio e mi avvicinavo a Lui, chiedendoGli di tenere il mio cuore sottomesso. Allo stesso tempo, riflettevo continuamente e riconoscevo le intenzioni impure dentro di me, e ricercavo prontamente la verità per eliminarle. Praticando in questo modo, il mio rapporto con Dio è diventato più stretto, e ho sentito che questa malattia era per me una grande protezione. In seguito, senza rendermene conto, il dolore in tutto il mio corpo si è attenuato, e anche la mia pressione sanguigna e la glicemia sono tornate alla normalità. Sapevo che questa era la misericordia e la protezione di Dio per me, e ho ringraziato e lodato Dio nel mio cuore!

Successivamente ho letto altre parole di Dio: “DimMi, chi tra i miliardi di individui di tutto il mondo ha la fortuna di ascoltare così tante parole di Dio, di comprendere così tante verità della vita e di capire così tanti misteri? Chi tra gli uomini può ricevere personalmente la guida, la provvista, la cura e la protezione da parte di Dio? Chi è così benedetto? Pochissimi. Perciò, per voi che oggi potete vivere nella casa di Dio e ricevere la Sua salvezza e la Sua fornitura, ne varrebbe la pena anche se doveste morire in questo istante. Siete estremamente benedetti, non è così? (Sì.) Guardando la cosa da questa prospettiva, le persone non dovrebbero essere spaventate dalla questione della morte, né sentirsene limitate. Anche se non hai goduto di alcuna delle glorie e delle ricchezze del mondo, hai però ricevuto la misericordia del Creatore e ascoltato numerose parole di Dio: non è forse una grande benedizione? (Sì.) Indipendentemente da quanti anni vivrai in questa vita, ne vale la pena e non avrai rimpianti, poiché hai svolto con costanza il tuo dovere nell’opera di Dio e hai compreso la verità, i misteri della vita, e il cammino e gli obiettivi che dovresti perseguire nell’esistenza: hai guadagnato così tanto! Hai vissuto una vita degna!(La Parola, Vol. 6: Riguardo al perseguimento della verità, “Come perseguire la verità (4)”). Dopo aver letto le parole di Dio, mi sono commossa fino alle lacrime. Ero stata fortunata a sentire la Sua voce nell’era finale del piano di gestione di Dio, a vivere sotto la cura e la protezione di Dio, a godere dell’offerta e dell’irrigazione di tante delle Sue parole e a comprendere tanti misteri della verità, godendo di benedizioni che le persone nel corso della storia non hanno mai sperimentato. Anche se dovessi morire adesso, ne sarebbe valsa la pena. Poiché sono ancora viva, devo apprezzare ogni giorno che mi rimane e svolgere diligentemente i miei doveri. Il mio dolore si attenua di giorno in giorno, il gonfiore alle articolazioni delle gambe si è notevolmente ridotto, la mia caviglia destra è tornata praticamente alla normalità e anche il dolore in tutto il corpo è diminuito. I fratelli e le sorelle dicono che ho il viso più colorito, sono raggiante di salute e mi sento come se fossi diventata una persona diversa. Sono così emozionata e, in cuor mio, ringrazio continuamente Dio per il Suo amore e la Sua salvezza!

È attraverso la rivelazione della malattia che ho finalmente capito che le mie opinioni sulla fede in Dio erano sbagliate, che non stavo adempiendo alle mie responsabilità e ai miei obblighi in quanto essere creato, ma piuttosto stavo cercando benedizioni e usando i miei doveri per contrattare con Dio perdendo così la coscienza e la ragione di una persona normale. Oggi ho una certa comprensione della mia indole corrotta e ho notato alcuni cambiamenti nelle mie opinioni errate sul perseguimento. Questi sono i risultati delle parole di Dio e, inoltre, sono l’amore di Dio. Lode a Dio per la Sua salvezza!

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