77. È davvero questione di sfortuna se le cose vanno male?
Nell’aprile del 2023, ero responsabile del lavoro del Vangelo nella chiesa. Dopo un certo periodo di tempo, la leader ha tenuto una riunione con noi e ci ha comunicato alcune verità sulla predicazione del Vangelo. Ho pensato che fossero meravigliose. Se avessi condiviso a fondo su quelle verità con i predicatori del Vangelo, sarebbe stato più facile risolvere le nozioni delle persone religiose, il che sarebbe stato un bel vantaggio per il lavoro del Vangelo. Quindi ho subito pianificato delle riunioni per condividere con i predicatori del Vangelo. Tuttavia, a quel tempo molti fratelli e sorelle di una chiesa di cui ero responsabile venivano arrestati. Tra i fratelli e le sorelle che dovevo incontrare, di alcuni avevo perso i contatti, mentre altri avevano preoccupazioni per la sicurezza e non potevano venire. A malincuore, ho dovuto organizzare riunioni con fratelli e sorelle di altre chiese. Quando ho cercato di organizzarle con un fratello, lui mi ha risposto che aveva un’emergenza da gestire e che non avrebbe potuto partecipare per i due giorni successivi. Ho pensato: “Perché sono così sfortunata? È difficile persino trovare qualcuno che partecipi alle riunioni. Ogni volta che c’è un momento decisivo sorgono problemi vari. Perché non va mai tutto liscio?” Poco dopo, ho ricevuto una lettera dal leader, mi scriveva che le chiese di altri luoghi avevano già terminato le condivisioni e iniziato l’attuazione. Si informava sui progressi da me compiuti. Ero invidiosa e preoccupata, pensavo: “Perché sono così fortunati? Il loro lavoro sta andando benissimo, mentre le chiese di mia competenza non hanno ancora fatto alcun progresso. I leader penseranno forse che sono incapace e che arranco nel lavoro?” A questo pensiero, mi sono molto irritata e ho pensato: “Anch’io voglio fare bene il mio lavoro. Perché Dio non mi fa lavorare senza problemi? Se non è quello che si preoccupa della sicurezza, c’è quell’altro troppo occupato per trovare il tempo. Sembra che le cose succedano tutte in una volta!” Di fronte a questa situazione, mi sono sentita impotente e demotivata nei confronti del mio dovere. In seguito, ho scritto a una sorella di un’altra chiesa, chiedendole di organizzare una riunione e di informarmi sull’ora. Ma, inaspettatamente, il messaggero ha consegnato in ritardo. Quando ho ricevuto la risposta era passata l’ora d’inizio della riunione. Ho pensato: “Perché sono così sfortunata? Appena sono riuscita a mettermi d’accordo con qualcuno per partecipare alla riunione, mi è sfuggito l’orario della riunione. La riunione sarà rimandata di qualche giorno”. In quei due giorni mi sono sentita molto in ansia, pensando: “Mi sono impegnata molto per il piano di lavoro, eppure, dopo tutto questo tempo, ancora non ho incontrato nessuno. Come risponderò ai leader, quando mi chiederanno che progressi ho fatto nel lavoro? Penseranno che sto trascinando il lavoro, se scoprono che non ho ancora iniziato l’attuazione?” Inaspettatamente, due giorni dopo, i leader mi hanno inviato una lettera in cui dicevano che il PCC aveva lanciato una nuova campagna di rastrellamenti a livello nazionale, che aveva portato all’arresto di molti leader e lavoratori della chiesa. Mi dicevano di non organizzare riunioni con nessuno per il momento. Mi sono lamentata in cuor mio: “Ero appena riuscita a organizzare la venuta di alcune persone e ora non posso più convocare la riunione. Questo rende il lavoro ancora più complicato da realizzare!” Di fronte a tutto questo mi sentivo molto frustrata, pensavo: “Anch’io voglio fare un buon lavoro, ma perché è andato tutto storto appena l’ho messo in atto? Perché Dio non mi ha fornito protezione? Sembra che la mia sorte non sia per niente buona”. Più ci pensavo più sentivo di essere sfortunata, con tutto quello che andava storto. Quella notte mi sono rigirata nel letto e non non sono riuscita a dormire. Ho pregato Dio e ho cercato la Sua intenzione. Ho pensato alle parole di Dio sull’esposizione del perseguimento della buona fortuna, quindi ho trovato e letto quel capitolo delle parole di Dio.
Dio Onnipotente dice: “Che problema hanno coloro che pensano sempre di essere sfortunati? Usano sempre il criterio della fortuna per giudicare se le loro azioni sono giuste o sbagliate, per valutare la strada da seguire, le esperienze da fare e i problemi che si trovano ad affrontare. Questo atteggiamento è corretto o sbagliato? (Sbagliato.) Definiscono le cose negative come sfortunate e quelle positive come fortunate o proficue. Questa prospettiva è corretta o sbagliata? (Sbagliata.) Valutare le cose da una prospettiva di questo tipo è sbagliato. Si tratta di un metodo e di uno standard di valutazione estremo e scorretto. Tale metodo porta spesso gli individui a sprofondare nella depressione, a sentirsi a disagio, a pensare che nulla vada mai come vorrebbero e che non otterranno mai ciò che desiderano, e questo li porta a sentirsi sempre ansiosi, irritabili e a disagio. Quando queste emozioni negative rimangono irrisolte, costoro sprofondano costantemente nella depressione e hanno l’impressione che Dio non li favorisca. Pensano che Egli conceda la Sua grazia agli altri mentre a loro no, e che Si prenda cura degli altri ma non di loro. ‘Perché mi sento sempre inquieto e ansioso? Perché mi succedono sempre cose brutte? Perché non mi capitano mai cose belle? Solo una volta, è tutto ciò che chiedo!’ Quando valuti le cose con questo tipo di pensiero e di prospettiva errati, cadi nella trappola della buona e della cattiva sorte. Quando cadi di continuo in questa trappola, ti senti costantemente depresso. In preda a questa depressione, diventi particolarmente suscettibile a verificare che ciò che ti capita corrisponda a buona o a cattiva sorte. Quando ciò accade, dimostra che questa prospettiva e questa idea di fortuna e sfortuna hanno assunto il controllo su di te. Quando sei controllato da questo tipo di prospettiva, il tuo punto di vista e il tuo atteggiamento nei confronti di persone, eventi e cose non rientrano più nella sfera della coscienza e della ragione dell’umanità normale, e sono invece precipitati in una sorta di estremismo. Quando cadi nell’estremismo, non riesci a emergere dalla depressione. Continui ripetutamente a deprimerti, e anche se di solito non ti senti depresso, non appena qualcosa va storto, non appena senti che è successo qualcosa di sfortunato, sprofondi immediatamente nella depressione. Questa depressione influenzerà i tuoi normali giudizi e processi decisionali, e persino la tua felicità, la tua rabbia, il tuo dolore e la tua gioia. Quando influisce sulla tua felicità, la tua rabbia, il tuo dolore e la tua gioia, allora disturba e distrugge lo svolgimento del tuo dovere, nonché la tua volontà e il tuo desiderio di seguire Dio. Quando queste cose positive vengono distrutte, le poche verità che hai capito svaniscono nel nulla e non ti sono di alcun aiuto. Ecco perché, quando cadi in questo circolo vizioso, ti risulta difficile mettere in pratica le poche verità principi che hai compreso” (La Parola, Vol. 6: Riguardo al perseguimento della verità, “Come perseguire la verità (2)”). Dopo aver letto le parole di Dio, mi sono resa conto che le mie recenti sensazioni di agitazione e frustrazione erano dovute al mio punto di vista errato sulle cose. Avevo misurato e affrontato tutto ciò che mi capitava in base alla mia buona o cattiva sorte. Se si verificavano intralci ripetuti durante l’esecuzione del lavoro o le riunioni organizzate non andavano a buon fine per qualche ostacolo, mi sentivo terribilmente sfortunata e pensavo di avere una fortuna pessima. E questo soprattutto vedendo che il lavoro nelle altre chiese procedeva normalmente, mentre a me non andava bene neanche trovare i partecipanti alle riunioni: o i fratelli e le sorelle si preoccupavano della sicurezza, o erano troppo occupati per trovare il tempo, o io mi ero persa la riunione anche quando ero riuscita a organizzarla. Tutti quegli avvenimenti mi avevano fatto pensare sempre più di essere sfortunata e di avere la malasorte, uscendone quindi frustrata e angosciata. Mi ero persino lamentata che Dio non mi proteggeva, tanto che avevo perso la motivazione a fare il mio dovere. Ora ho capito che Dio aveva permesso che si verificassero diverse situazioni sfavorevoli affinché io cercassi la verità e imparassi delle lezioni, che erano benefiche per la mia vita. Non potevo vivere nelle emozioni negative. Rendendomi conto di questo, il mio cuore si è calmato. Volevo cercare la verità per eliminare i miei problemi e affrontare correttamente le circostanze predisposte da Dio.
Durante le mie devozioni spirituali ho letto queste parole di Dio: “Il fatto è che una persona si sente bene o male per qualcosa sulla base delle sue motivazioni, dei suoi desideri e dei suoi interessi egoistici, non in base all’essenza della cosa in sé. Quindi, il fondamento su cui le persone valutano se qualcosa è positivo o negativo è impreciso. Per questo motivo, sono imprecise anche le conclusioni finali che traggono. Tornando al tema della fortuna e della sfortuna, ora tutti sanno che questo discorso sulla sorte non regge e che essa non è né buona né cattiva. Le persone, gli eventi e le cose che incontri, siano essi buoni o cattivi, sono tutti determinati dalla sovranità e dalle disposizioni di Dio, quindi dovresti affrontarli in modo corretto. Accetta da Dio ciò che è positivo così come ciò che è negativo. Non definirti fortunato quando accadono cose positive, e sfortunato quando ne accadono di negative. Si può solo dire che tutte queste cose contengono un insegnamento da trarre e che non bisogna rifiutarle né evitarle. Ringrazia Dio per le cose belle, ma anche per quelle brutte, poiché sono state tutte disposte da Lui. Le persone, gli eventi, le cose e gli ambienti positivi forniscono lezioni da apprendere, ma c’è ancora più da imparare dalle persone, dagli eventi, dalle cose e dagli ambienti negativi. In entrambi i casi, sono esperienze e situazioni che dovrebbero far parte della vita di una persona. Non andrebbero valutate in base all’idea di sorte. Quindi, quali sono i pensieri e le prospettive di coloro che giudicano le cose come buone o cattive in base alla sorte? Qual è l’essenza di questi individui? Perché prestano tanta attenzione alla fortuna e alla sfortuna? Coloro che si concentrano tanto sulla sorte sperano di averla buona o cattiva? (Buona.) Esatto. In realtà, desiderano essere fortunati e che accadano loro cose positive, e si limitano ad approfittarne e a trarne profitto. Non si preoccupano di quanto il prossimo soffra, né di quante privazioni o avversità debba sopportare. Non vogliono che accada loro nulla che considerino sfortunato. In altre parole, non vogliono che accada loro alcunché di negativo: nessuna battuta d’arresto, nessun fallimento o nessuna situazione di disagio, nessuna potatura, nessuna perdita, nessuno svantaggio e nessun inganno. Se succede qualcosa di simile, lo considerano una sfortuna. Chiunque lo disponga, se succedono cose brutte si tratta di malasorte. Sperano che accadano loro tutte cose positive, dall’essere promossi, distinguersi dalla massa e trarre dei vantaggi a spese altrui, fino al trarre profitto da qualcosa, guadagnare molti soldi o diventare funzionari di alto rango, e ritengono questa una buona sorte. Valutano sempre le persone, gli eventi e le cose che incontrano in base alla sorte. Sperano nella fortuna e non nella sfortuna. Non appena la minima cosa va storta, provano rabbia, fastidio e malcontento. Per dirla senza mezzi termini, simili individui sono egoisti. Perseguono l’obiettivo di trarre dei vantaggi a spese degli altri, di ottenere profitto personale, di elevarsi e di distinguersi dalla massa. Sarebbero soddisfatti se ogni tipo di cosa buona capitasse solo a loro. Questa è la loro natura essenza, è questo il loro vero volto” (La Parola, Vol. 6: Riguardo al perseguimento della verità, “Come perseguire la verità (2)”). Dopo aver letto le parole di Dio, ho compreso che le cose non possono essere definite buone o cattive in base al fatto che vadano o non vadano bene. Non ha nulla a che fare con la fortuna. Le circostanze che incontriamo ogni giorno sono sotto la sovranità e la disposizione di Dio. Sono tutte a beneficio della nostra vita. Pensando a coloro che non credono in Dio, qualsiasi cosa accada loro, non l’accetteranno da Dio, vedranno tutto in base ai propri interessi e alle proprie perdite. Di fronte alle avversità, se la prendono col cielo e danno la colpa agli altri, pensando che sia sfortuna, che succeda tutto per malasorte. Non ero forse anch’io così? In passato, ogni volta che vedevo qualcuno a cui tutto sembrava andar bene al lavoro, che otteneva continue promozioni, che conquistava il favore del capo o che era molto stimato dagli altri, non potevo fare a meno di pensare che avesse una fortuna sfacciata e che incontrassero a quanto pare situazioni sempre favorevoli; mentre io non ero fortunata come loro e, nonostante lavorassi altrettanto duramente, ero sempre di fronte a varie difficoltà, non riuscivo a emergere o a farmi notare e spesso dovevo affrontare rimproveri da parte del capo. Così credevo che tutte le sfortune capitassero a me e allora me la prendevo col cielo e davo la colpa agli altri. Ero sempre la stessa, pur avendo cominciato a credere in Dio. Ogni volta che vedevo fratelli e sorelle con una buona levatura ed efficaci nei loro compiti, che venivano apprezzati dai dirigenti ed erano molto considerati dagli altri, dentro di me provavo invidia, sentendo che loro erano tanto fortunati mentre io ero solo tanto sfortunata, con i continui ostacoli e avversità che incontravo nei miei doveri. Per me era tutta colpa della mia sfortuna. Ora ho capito che la mia prospettiva era assurda. Ciò che avevo considerato come avversità e sfortuna, l’avevo deciso in base ai miei personali interessi. Ho riflettuto sul fatto che se la mia realizzazione del lavoro fosse stata regolare fin dall’inizio, se gli effetti fossero migliorati e se fossi riuscita a farmi notare, sarei stata sicuramente felice. Avevo professato con le mie labbra che avrei tenuto conto delle intenzioni di Dio e che mi sarei impegnata al massimo per migliorare l’efficacia del mio lavoro. In realtà, però, mi ero preoccupata solo di reputazione e prestigio, e di come mi vedevano i leader. Non avevo un vero posto per Dio nel mio cuore. Ero davvero troppo egoista! Ogni volta che entravano in gioco i miei interessi personali, me l’ero presa col cielo e avevo dato la colpa agli altri, e non avevo accettato nulla da Dio. Non era questo lo stesso punto di vista dei non credenti?
Più tardi, ho letto altre parole di Dio: “Tutti devono affrontare molti fallimenti e battute d’arresto nella vita. Chi ha una vita piena di soddisfazioni? Chi non sperimenta mai fallimenti o battute d’arresto? Quando a volte le cose non vanno per il verso giusto, o ti trovi ad affrontare battute d’arresto e fallimenti, non si tratta di sfortuna, ma di ciò che devi sperimentare. È come con il cibo: bisogna mangiare l’aspro, il dolce, l’amaro e il piccante. Le persone non possono fare a meno del sale e devono mangiare alcuni cibi salati, ma troppo sale danneggia i reni. In certe stagioni è necessario mangiare cibi acidi, ma non è il caso di esagerare, perché non fanno bene né ai denti né allo stomaco. Tutto deve essere consumato con moderazione. Si mangiano cibi acidi, salati e dolci, e occorre mangiarne anche di amari. I cibi amari fanno bene ad alcuni organi interni, quindi bisogna mangiarne un po’. La vita di una persona funziona allo stesso modo. La maggior parte delle persone, degli eventi e delle cose che incontri in ogni fase della vita non saranno di tuo gradimento. Perché? Perché gli individui perseguono obiettivi diversi. Se tu persegui la fama, la fortuna, il prestigio, la ricchezza, l’essere superiore agli altri, l’ottenere un grande successo e così via, il 99% delle cose non sarà di tuo gradimento. È proprio come si dice: è tutta sfortuna e cattiva sorte. Se invece abbandoni l’idea di quanto sei fortunato o sfortunato e approcci queste cose in modo calmo e corretto, scoprirai che per la maggior parte non sono così spiacevoli o difficili da affrontare. Quando rinunci alle tue ambizioni e ai tuoi desideri, quando smetti di rifiutare o evitare qualsiasi disgrazia ti capiti e di valutare queste cose in base a quanto sei fortunato o sfortunato, molte di quelle che prima ti sembravano sfortune e disgrazie, ora ti appariranno come cose buone: le cattive si trasformeranno in buone. La tua mentalità e il tuo modo di vedere le cose cambieranno, il che ti consentirà di percepire in maniera diversa le tue esperienze di vita e, allo stesso tempo, di raccogliere frutti diversi. Si tratta di un’esperienza straordinaria, che ti porterà ricompense inimmaginabili. È una cosa positiva, non negativa” (La Parola, Vol. 6: Riguardo al perseguimento della verità, “Come perseguire la verità (2)”). Dopo aver letto le parole di Dio, ho compreso che ogni persona deve passare attraverso molte cose nella vita, sperimentare numerose battute d’arresto e fallimenti, così come momenti di gioia e di dolore. In questo modo le nostre esperienze di vita si arricchiscono. Spesso le cose non vanno come vorremmo e, anche se questo ci provoca angoscia e turbamento, è solo in questo modo che possiamo diventare più forti e la nostra umanità diventa gradualmente più matura e stabile. È come quando sperimentiamo alcuni fallimenti e ci riveliamo nei nostri doveri: riflettendo poi su noi stessi e cercando la verità, arriviamo a comprendere la nostra corruzione e le nostre mancanze. Questo giova al nostro ingresso nella vita. Senza queste esperienze siamo come fiori in una serra, incapaci di resistere anche al minimo temporale a causa della loro estrema fragilità. Ho riflettuto su alcuni fratelli e sorelle con cui ho interagito in passato: alcuni avevano una buona levatura, erano efficaci nei loro compiti e godevano della stima degli altri. In apparenza sembrava che tutto gli andasse liscio come l’olio e che non avessero subito battute d’arresto né fallimenti. Tuttavia, essi non perseguivano la verità. Si vantavano di sé stessi e ostentavano la propria esperienza ogni volta che il loro lavoro era stato in qualche modo efficace. Agivano di propria iniziativa nello svolgimento dei loro doveri, il che aveva portato a gravi intralci e disturbi nel lavoro della chiesa. Alla fine sono stati espulsi per aver percorso il cammino degli anticristi e non essersene pentiti. Da questo ho capito che svolgere i doveri senza intoppi e ricevere un’alta considerazione dagli altri non sono necessariamente cose positive o segni di buona fortuna. Ciò che conta di più è se una persona sta percorrendo il cammino del perseguimento della verità e se si concentra sulla ricerca della verità per eliminare la sua indole corrotta di fronte alle cose. Ho anche capito che ogni circostanza in conflitto con le nozioni umane è benefica per la vita delle persone, a patto che queste cerchino la verità e ne traggano insegnamento. Prendendo il mio esempio, se di recente non avessi incontrato ostacoli e battute d’arresto nel dovere, non mi sarei resa conto che facevo il mio dovere unicamente per farne mostra davanti agli altri, che lavoravo per la reputazione e per il prestigio e che ero sul cammino sbagliato. Anche se, così facendo, alla fine avrei compiuto il mio dovere, non avrei praticato la verità né fatto il mio dovere di essere creato. In ultimo, sarei stata detestata ed eliminata da Dio per la mancanza di cambiamenti nella mia indole corrotta. Ho capito che dietro queste situazioni sfavorevoli c’era la buona intenzione di Dio, che era quella di permettermi di conoscere me stessa, e che questo era l’amore di Dio.
Successivamente ho letto un altro passo delle parole di Dio e ho acquisito un’ulteriore comprensione di me stessa. Dio Onnipotente dice: “Le persone vivono e perseguono all’interno dalle loro nozioni e fantasie. Così, inevitabilmente, valutano, giudicano e delimitano tutto sulla base di queste nozioni e fantasie. Perciò, a prescindere da come Dio fornisca la verità e dica alle persone quali opinioni dovrebbero avere e quale cammino dovrebbero intraprendere, fintanto che loro non abbandoneranno le loro nozioni e fantasie, continueranno a vivere in base a esse, e queste nozioni e fantasie diventeranno naturalmente la loro vita e le leggi secondo cui loro sopravvivono, e diventeranno inevitabilmente i modi e i metodi con cui loro affrontano tutti i tipi di eventi e cose. Una volta che le nozioni e le fantasie degli individui diventano i principi e i criteri secondo cui essi valutano le persone e le cose, si comportano e agiscono, allora non importa come credano in Dio o come perseguano, né importa quante avversità sopportino o che prezzo paghino: sarà tutto inutile. Fintanto che una persona vive secondo le proprie nozioni e fantasie, allora si sta opponendo a Dio e Gli è ostile; non ha vera sottomissione nei confronti degli ambienti disposti da Dio o delle Sue richieste. Alla fine, quindi, il suo esito sarà molto tragico” (La Parola, Vol. 7: Riguardo al perseguimento della verità, “Come perseguire la verità (2)”). Dopo aver letto le parole di Dio, ho capito che le nozioni e le fantasie umane sono ostacoli e inciampi che impediscono alle persone di praticare e ottenere la verità. Quando affrontiamo le cose, non è facile sottomettersi se le giudichiamo in base a nozioni e fantasie personali. Durante quel periodo, vivevo nelle mie nozioni e fantasie. Nel realizzare il lavoro, pensavo di volerne anche migliorare l’efficacia e di prendere in considerazione il lavoro. Quindi credevo che Dio mi avrebbe protetto e avrebbe fatto in modo che tutto filasse liscio. Ora ho capito che i miei pensieri non avevano alcun senso. Dietro alle circostanze predisposte da Dio, ci sono le Sue predisposizioni meticolose e le Sue buone intenzioni, le quali sono anche commisurate alle esigenze umane. Anche se alcune circostanze potrebbero sembrare contrarie alle nozioni umane, tutte quante contengono la buona volontà di Dio. Non dobbiamo giudicare le cose solo dalla loro superficie. Dovrei mettermi nella posizione di un essere creato e sottomettermi all’orchestrazione e alle disposizioni di Dio. Ho riflettuto sul fatto che, quella volta, il mio fallimento nell’organizzare le riunioni e nel realizzare il lavoro in realtà conteneva la protezione di Dio. Infatti, in seguito ho appreso che la casa che avevo pensato di usare come luogo di riunione era stata messa sotto controllo dalla polizia. Per fortuna non ci siamo andati, altrimenti ci avrebbero potuti arrestare o controllare, cosa che avrebbe potuto coinvolgere più persone e causare conseguenze più gravi. Riflettendoci attentamente, mi sono resa conto che questa situazione non solo mi ha permesso di vedere la sovranità e l’indole di Dio, ma mi ha anche aiutata a comprendere meglio me stessa. Ho capito che la motivazione che mi spingeva a svolgere i miei doveri era il mio utile, non certo il praticare la verità per soddisfare Dio. Quando Dio predisponeva circostanze che non rispondevano alle mie nozioni, io pretendevo e me la prendevo con Dio senza motivo, rivelando la mia ribellione e opposizione a Dio. Se non fosse stato per quelle circostanze, non avrei avuto alcuna comprensione di me stessa, tanto meno la possibilità di pentirmi e cambiare. Ho capito che tutto questo significava per me la salvezza di Dio. Considerando che molte chiese in diversi luoghi stavano affrontando i rastrellamenti della polizia, in una circostanza del genere potevo solo seguire il lavoro da dietro le quinte. Anche se il lavoro che potevo fare era limitato, dovevo fare del mio meglio con tutte le mie forze, cercare i modi per ottenere migliori risultati di lavoro e adempiere alle mie responsabilità in quel contesto. Proprio come dice Dio: “Alcuni dicono: ‘In certi luoghi in cui l’ambiente è difficile, non possiamo interagire con le persone faccia a faccia. Come possiamo effettuare controlli su di loro?’ Per quanto difficile sia l’ambiente, ci sono comunque metodi e approcci per gestire queste faccende. Dipende dal fatto che tu abbia responsabilità e autentica dedizione oppure no. Non è così? (Sì.) Se offri la tua lealtà e la tua responsabilità, allora, anche se l’esito non è dei migliori, Dio lo sottopone a scrutinio e lo sa, e la responsabilità non ricadrà su di te. Se invece non offri la tua lealtà e la tua responsabilità, allora, anche se nulla andrà storto e alla fine non vi sarà alcuna conseguenza, Dio lo sottoporrà a scrutinio. Questi due approcci sono di diversa natura e Dio li tratterà in modo differente” (La Parola, Vol. 4: Smascherare gli anticristi, “Tema 9: Parte seconda”). Considerato che al momento i fratelli e le sorelle non erano in grado di fornire risposte chiare su certe nozioni religiose, mi sono concentrata su alcune nozioni chiave e ho cercato le relative parole di Dio, poi ho scritto a loro, comunicando con loro dettagliatamente sulla base della mia comprensione. Quando i fratelli e le sorelle incontravano problemi e difficoltà nella predicazione del Vangelo, mi mettevo subito in contatto con loro. Dopo aver svolto il lavoro per un certo periodo, l’efficacia della nostra predicazione del Vangelo è migliorata rispetto al passato. Anche se ci sono ancora molti problemi nel lavoro, ho la fede per farlo. Rendo grazie a Dio per la Sua guida!