82. Perseverare nelle avversità
A maggio 2022, membri di diversi villaggi hanno accettato l’opera di Dio Onnipotente degli ultimi giorni. Ma poco tempo dopo molti nuovi arrivati hanno smesso di venire alle riunioni. Dopo aver indagato, abbiamo appreso che dei soldati armati facevano pattugliamenti notturni e arrestavano chiunque tenesse riunioni. In altre zone, alcuni fratelli e sorelle erano già stati multati, arrestati e incarcerati per la loro fede. I neofiti di quei villaggi erano così spaventati che non osavano partecipare alle riunioni. Allora il mio leader ha incaricato me e Isa di andare a sostenere i nuovi arrivati. All’epoca, io e lei irrigavamo i nuovi arrivati separatamente.
Una sera, prima che tornassi a casa, Isa mi ha chiamata improvvisamente e mi ha detto che la sorella che ci ospitava aveva paura di essere multata o incarcerata e voleva che ce ne andassimo. Ho pensato: “Dove possiamo trovare una famiglia ospitante a quest’ora?” Allora abbiamo provato con sorella Yana, ma Yana e suo figlio avevano paura di essere arrestati e non avevano il coraggio di ospitarci, così siamo rimaste senza un tetto nel cuore della notte. Mi sentivo così triste e maltrattata. Quella notte pioveva, Isa e io non sapevamo dove andare e volevamo lasciare quel posto, ma c’erano ancora tanti nuovi arrivati che avevano bisogno di irrigazione e di sostegno. Se ce ne fossimo andate e i neofiti non fossero stati irrigati, da soli avrebbero avuto ancora meno probabilità di resistere e noi ci saremmo sottratte alla nostra responsabilità. Resamene conto, ho deciso di rimanere e vedere se qualcun altro fosse disposto a ospitarci. In seguito, un neofita si è offerto di ospitarci a casa sua, ma potevamo rimanere solo una notte. In quel momento ho pianto, pensando: “Posso stare lì solo una notte e poi rimarrò senza casa. Voglio lavorare, ma mi trovo di fronte a ostacoli enormi; non conosciamo bene la zona e se il governo scopre che stiamo diffondendo il Vangelo verremo arrestate e perseguitate”. Ero scoraggiata e volevo andarmene. Quando il mio supervisore ha saputo che volevo andarmene, mi ha detto: “I nuovi arrivati non capiscono la verità e vivono nel timore e nella paura: hanno bisogno di essere irrigati e sostenuti. Non possiamo abbandonarli, vedi se riesci a trovare un modo per restare. Dobbiamo imparare ad affidarci a Dio, Lui preparerà un posto per te”. Il suo consiglio mi ha fatto capire che in quel momento difficile avrei dovuto affidarmi di più a Dio. Così ho pregato Dio, chiedendoGli di aprirci una strada. In seguito, mentre scorrevo alcuni messaggi nella nostra chat di gruppo, mi sono imbattuta in questo passo delle parole di Dio: “Dal momento in cui Dio gli affidò la costruzione dell’arca, Noè non pensò mai: ‘Quando Dio distruggerà il mondo? Quando mi darà il segnale in tal senso?’ Anziché riflettere su tali questioni, Noè si impegnò a fondo per imparare a memoria ogni cosa che Dio gli aveva detto e poi per metterla in atto. Dopo aver accettato l’incarico assegnatogli da Dio, Noè si mise ad attuare e a realizzare la costruzione dell’arca di cui gli aveva parlato Dio come se fosse la cosa più importante della sua vita, senza il minimo accenno di negligenza. Trascorsero i giorni, poi gli anni, giorno dopo giorno, anno dopo anno. Dio non incalzò mai Noè, ma in tutto questo tempo Noè perseverò in questo compito importante affidatogli da Dio. Ogni parola e ogni frase pronunciate da Dio erano scolpite nel cuore di Noè come parole incise su una tavoletta di pietra. Incurante dei mutamenti del mondo esterno, del ridicolo da parte di coloro che lo circondavano, delle sofferenze implicate e delle difficoltà incontrate, Noè perseverò continuamente in ciò che Dio gli aveva affidato, senza mai disperare né pensare di rinunciare. Le parole di Dio erano scolpite nel suo cuore ed erano diventate la sua realtà quotidiana. Noè preparò ciascuno dei materiali necessari per la costruzione dell’arca, e la forma e le caratteristiche dell’arca ordinate da Dio a poco a poco emersero con ogni colpo preciso di martello e scalpello da parte di Noè. Malgrado vento e pioggia e nonostante l’irrisione e le calunnie della gente, la vita di Noè procedette in questo modo, anno dopo anno. Dio in segreto osservava ogni azione di Noè, senza mai rivolgergli la parola, e il Suo cuore era toccato da Noè. Questi però non lo sapeva e non lo percepiva; dal principio alla fine, si limitò a costruire l’arca e a radunare ogni genere di creatura vivente, con un’incrollabile fedeltà alle parole di Dio. Nel cuore di Noè non vi erano istruzioni più elevate da seguire e attuare: le parole di Dio costituivano l’orientamento e lo scopo di tutta la sua vita. E così, qualunque cosa Dio gli avesse detto, chiesto od ordinato di fare, Noè la accettò completamente e la mandò a memoria; la considerò come la cosa più importante nella sua vita e la trattò di conseguenza. Non soltanto non la dimenticò, non soltanto se la impresse nella mente, ma la portò a compimento nella sua vita quotidiana, dedicando la propria vita ad accettare ed seguire l’incarico da parte di Dio. E in questo modo, asse dopo asse, l’arca fu costruita. Ogni azione di Noè, ogni suo giorno furono dedicati alle parole e agli ordini di Dio. Forse non pareva che Noè stesse realizzando un’impresa assai rilevante ma, agli occhi di Dio, tutto ciò che Noè faceva, perfino ogni sua operazione per realizzare qualcosa, ogni lavoro eseguito dalle sue mani, erano tutti preziosi, meritevoli di ricordo e degni di emulazione da parte di questa umanità. Noè si attenne a ciò che Dio gli aveva affidato. Aveva una fede incrollabile nel fatto che ogni parola pronunciata da Dio fosse la verità; non aveva il minimo dubbio al riguardo. E, di conseguenza, l’arca fu portata a termine e ogni specie di creatura vivente fu in grado di viverci” (La Parola, Vol. 4: Smascherare gli anticristi, “Secondo excursus – Come Noè e Abramo ascoltarono le parole di Dio e Gli obbedirono (Parte prima)”). Noè ascoltò le parole di Dio e tenne vicino al cuore le Sue parole e l’incarico che Egli gli affidò; considerò la costruzione dell’arca l’aspetto più importante della sua vita e il completamento dell’arca la sua più grande responsabilità. Per giorni e giorni, anni e anni, e nonostante le sofferenze, la fatica, le avversità, il tempo inclemente, e le calunnie, lo scherno e l’abbandono da parte degli altri, perseverò nell’incarico affidatogli da Dio e non pensò mai di abbandonare. Lo fece perché aveva un cuore che temeva Dio, per cui ogni parola di Dio era incisa nel suo cuore. Ho confrontato il comportamento di Noè e il mio: volevo sempre che il mio dovere procedesse liscio e non incontrare mai avversità. Quando si presentavano difficoltà nel mio dovere e non avevo un posto dove stare e rischiavo di essere arrestata, volevo sempre tirarmi indietro ed ero avversa a soffrire e a pagare un prezzo. Mi sono resa conto che non avevo a cuore l’intenzione di Dio e non volevo davvero soddisfarLo. L’esperienza di Noè mi ha molto motivata e mi ha anche fatta vergognare. Non ero più disposta ad assecondare la mia carne e ho deciso di rimanere per sostenere i nuovi arrivati. Se nessuno mi avesse ospitata, sarei andata a dormire nei campi, ma avrei continuato a diffondere il Vangelo e a irrigare i neofiti.
In seguito, io e Isa abbiamo contattato un nuovo arrivato di nome Nevin e gli abbiamo chiesto se potevamo stare in un capanno nel suo campo. Nevin e i suoi genitori hanno acconsentito. Sapevo che Dio ci aveva aperto una strada. Dopo di che, ho convocato tutti i nuovi arrivati del villaggio per un incontro e ho condiviso con loro: “Quando Dio compie la Sua opera di salvezza delle persone, Satana provoca continuamente disturbi. Dio permette il disturbo e la persecuzione da parte di Satana per perfezionare la fede e l’amore dell’uomo e per rivelare ed eliminare le persone e testarne la fede. Se noi credenti vogliamo perseguire la verità e la vita, non possiamo sottrarci alla sofferenza. A causa della persecuzione, non possiamo riunirci nelle nostre case e siamo quindi costretti a farlo sulle montagne. Nonostante queste condizioni difficili, la sofferenza che stiamo subendo è significativa. Se per credere in Dio aspettiamo che il regime satanico crolli e la persecuzione cessi, a quel punto l’opera di Dio sarà ormai conclusa e perderemo la nostra possibilità di salvezza. Perché dovremmo diffondere il Vangelo? Perché questi sono gli ultimi giorni e questa è l’ultima fase dell’opera di Dio di salvezza dell’umanità. Se perdiamo questa occasione, non saremo mai salvati. In futuro, le calamità diventeranno sempre più gravi e insopportabili”. Quella volta abbiamo condiviso molto, e in seguito alcuni nuovi arrivati hanno detto: “Non possiamo proteggerci da soli da queste calamità, e nessuno, nemmeno il governo, può salvarci. Solo Dio può salvarci, quindi dobbiamo credere in Dio e partecipare alle riunioni”. Altri di loro hanno detto: “Non possiamo avere paura di essere arrestati o multati dal governo; tutto è nelle mani di Dio e dobbiamo continuare a riunirci”. Poi abbiamo condiviso sulla verità dell’incarnazione e dell’opera di giudizio. Dopo che sono stati irrigati per altri dieci giorni, erano tutti in grado di partecipare regolarmente alle riunioni.
Dopo un’altra decina di giorni, la polizia ha indetto un altro pattugliamento notturno. Nevin temeva di essere coinvolto e non voleva che rimanessimo ancora nel suo capanno. Di fronte a quella situazione, non ho potuto fare a meno di lamentarmi. Avevamo così tanti nuovi arrivati da irrigare e sostenere, c’erano così tante difficoltà nel nostro lavoro, e non avevamo nemmeno un posto dove stare. Ero piuttosto infelice e non avevo voglia di risolvere i problemi dei neofiti. In seguito, una sorella mi ha inviato un passo delle parole di Dio: “Perché, quando una persona accetta ciò che Dio le affida, Egli ha un criterio per giudicare se le sue azioni siano buone o cattive, se essa si sia sottomessa, se abbia soddisfatto le Sue intenzioni e se ciò che fa sia adeguato. Ciò che Gli importa è il cuore delle persone, non le loro azioni esteriori. Non è vero che deve benedire qualcuno purché faccia una certa cosa, a prescindere da come la fa. Questo è un fraintendimento degli uomini sul Suo conto. Dio non guarda soltanto il risultato finale delle cose, bensì pone maggiormente l’accento su come sono il cuore e l’atteggiamento di una persona durante lo sviluppo delle cose, e scruta se nel suo cuore ci siano sottomissione, sollecitudine e il desiderio di soddisfarLo” (La Parola, Vol. 2: Riguardo al conoscere Dio, “L’opera di Dio, l’indole di Dio e Dio Stesso I”). Dopo aver letto le parole di Dio, ho riflettuto su me stessa: quando ho iniziato a sostenere i nuovi arrivati, pensavo di star svolgendo il mio dovere, che sarebbe andato tutto bene e che i neofiti mi avrebbero capita, ospitata e protetta. Quando ho affrontato la persecuzione, nessuno mi ha ospitata e sono sorti diversi problemi nel nostro lavoro, mi sono solo lamentata della situazione difficile in cui mi trovavo e di come i nuovi arrivati non anelassero alla verità. Il lavoro mi pareva troppo difficile e volevo tornare a casa. Quando si trattava di soffrire e di pagare un prezzo, semplicemente non volevo sottomettermi. Pensavo solo agli interessi della mia carne e non mi curavo affatto dell’intenzione di Dio. Questo pensiero mi ha colmata di vergogna. Tempo dopo, una sorella mi ha fatto un appunto scritto: “Perché non sei stata capace di sottometterti quando si è trattato di soffrire e di pagare un prezzo? Perché hai sempre considerato solo gli interessi della tua carne? Quale indole corrotta ne è la causa?” Ho riflettuto senza sosta sulle domande che mi aveva posto.
In seguito, mi sono imbattuta in un passo delle parole di Dio: “Ora, le cose che ti accadono e che non sono in accordo con le tue nozioni possono forse condizionare l’assolvimento del tuo dovere? Per esempio, a volte il lavoro diventa impegnativo e si richiede alle persone di sopportare delle avversità e di pagare un po’ di prezzo per svolgere bene i propri doveri; alcune persone sviluppano allora delle nozioni nella loro mente e sorge in loro un’opposizione e possono diventare negative e battere la fiacca nelle loro attività. A volte il lavoro non è impegnativo e assolvere i propri doveri diventa più facile; qualcuno è felice e pensa: ‘Sarebbe bello se svolgere il mio dovere fosse sempre così semplice’. Che razza di persone sono queste? Sono individui pigri che bramano le comodità della carne. Costoro sono forse leali nell’assolvimento dei loro doveri? (No.) Tali individui sostengono di essere disposti a sottomettersi a Dio, ma la loro sottomissione dipende da certe condizioni: affinché ciò avvenga, tutto deve essere in linea con le loro nozioni e nulla deve costringerli a sopportare delle avversità. Se capita che incontrino delle difficoltà e debbano sopportare delle avversità, si lamentano molto e addirittura si ribellano e si oppongono a Dio. Che razza di persone sono? Sono persone che non amano la verità. Quando le azioni di Dio sono in accordo con le loro nozioni e i loro desideri, e non devono sopportare difficoltà o pagare un prezzo, sono in grado di sottomettersi. Ma se l’opera di Dio non è in linea con le loro nozioni o preferenze, e richiede loro di sopportare avversità e pagare un prezzo, non riescono a farlo. Pur senza opporsi apertamente, in cuor loro oppongono resistenza e sono infastiditi. Hanno l’impressione di sopportare grandi avversità e in cuor loro si lamentano. Che tipo di problema è questo? Esso dimostra che non amano la verità” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Parte terza”). Attraverso le parole di Dio, ho imparato che alcune persone vogliono che non ci siano intralci nel loro dovere. Non appena incontrano delle difficoltà e devono soffrire o pagare un prezzo, si oppongono e si lamentano. Simili persone sono pigre, bramano le comodità della carne, non sono leali nel loro dovere, non si curano minimamente dell’intenzione di Dio e non amano la verità. Mi sono resa conto di essere proprio così. Volevo solo un dovere facile e che il lavoro procedesse liscio. Non ero disposta a soffrire o a pagare un prezzo. Di fronte alla persecuzione, quando i nuovi arrivati non avevano il coraggio di ospitarci o di riunirsi per paura di essere arrestati e non solo la mia carne soffriva per il fatto di non avere un posto dove stare, ma dovevo anche pagare un prezzo più elevato per trovare neofiti e condividere sulle parole di Dio e assisterli, allora mi lamentavo di quanto fosse difficile subire la persecuzione, di quanto fossero pavidi i nuovi arrivati, e volevo solo abbandonare il mio dovere e andarmene. Non appena ho incontrato delle difficoltà, ho iniziato a pensare agli interessi della mia carne ed ero priva della benché minima lealtà e sottomissione. Dio ha permesso che quella situazione si verificasse e voleva che ricercassi la verità e traessi insegnamento da quell’esperienza, ma io non davo valore all’ingresso nella vita, desideravo sempre le comodità della carne e vedevo il mio dovere in termini di preferenze personali. Non ero una persona che amava la verità. Un altro passo mi ha profondamente colpita. Dio dice: “Oggi, non credi alle parole che dico e non poni alcuna attenzione a esse; quando arriverà il giorno di diffondere questa opera e la vedrai nella sua totalità, ti pentirai, e in quel momento resterai interdetto. Ci sono benedizioni, eppure non sai goderne, e c’è la verità, ma tu non la persegui. Non stai forse attirando disprezzo su di te? Oggi, anche se la fase successiva dell’opera di Dio deve ancora iniziare, non c’è niente di eccezionale in merito alle richieste a te fatte e a ciò che ti viene chiesto di vivere. C’è tanta opera e così tante verità; non sono degne di essere conosciute da te? Il castigo e il giudizio di Dio non sono in grado di risvegliare il tuo spirito? Il castigo e il giudizio di Dio non sono capaci di farti odiare te stesso? Sei contento di vivere sotto l’influenza di Satana, in pace e gioia e con un po’ di conforto carnale? Non sei la più infima di tutte le persone? Nessuno è più stolto di coloro che pur avendo contemplato la salvezza non cercano di ottenerla; sono persone che si saziano della carne e godono di Satana. Speri che la tua fede in Dio non comporti sfide o tribolazioni, né la benché minima avversità. Persegui costantemente cose immeritevoli e non attribuisci alcun valore alla vita, e anteponi, invece, i tuoi pensieri stravaganti alla verità. Sei talmente indegno! Vivi come un maiale – che differenza c’è tra te, i maiali e i cani? Quelli che non perseguono la verità e invece amano la carne, non sono tutte bestie? I morti senza spirito non sono tutti dei cadaveri ambulanti? […] Ti dono la vita umana vera, ma tu non la persegui. Non sei allora del tutto simile a un maiale o a un cane? I maiali non aspirano alla vita dell’uomo né a essere purificati, e non capiscono che cosa sia la vita. Ogni giorno, dopo aver mangiato a sazietà, si mettono semplicemente a dormire. Io ti ho dato la vera via, ma tu non l’hai guadagnata: sei a mani vuote. Sei disposto a continuare a condurre questa vita, la vita di un maiale? Quale significato ha, per persone simili, essere vive? La tua vita è spregevole e ignobile, vivi in mezzo a sudiciume e dissolutezza e non persegui alcun obiettivo; non è la tua vita la più ignobile di tutte? Hai l’impudenza di volgere lo sguardo a Dio? Se continui a fare esperienza in questo modo, non è che non otterrai nulla? Ti è stata data la vera via, ma che alla fine tu la possa guadagnare o meno dipende dalla tua ricerca personale” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Le esperienze di Pietro: la sua conoscenza del castigo e del giudizio”). Leggendo questo, ho capito che Dio esprime le Sue parole, irriga e rifornisce le persone e ci dà la possibilità di svolgere i nostri doveri nella speranza che in essi perseguiremo e acquisiremo la verità, otterremo una trasformazione d’indole e saremo salvati. Questa è l’esaltazione e la grazia da parte di Dio. Coloro che amano la verità hanno a cuore opportunità come queste. Nello svolgimento dei loro doveri, perseguono e ottengono la verità. Quanto a me, non amavo la verità, e quando nel mio dovere incontravo delle difficoltà mi opponevo e mi lamentavo della mia situazione. Tutto mi pareva troppo faticoso e difficile, non ero disposta a soffrire né a pagare un prezzo e volevo solo tirarmi indietro. Data la mia pigrizia e la mia mancanza di volontà di perseguire la verità, anche se avessi seguito Dio fino alla fine, non avrei mai ottenuto la verità o conseguito una trasformazione d’indole e alla fine sarei stata eliminata e punita. Dovevo smettere di assecondare la mia carne, ribellarmi a essa e fare bene il mio dovere. Mi sono resa conto che quei neofiti erano pavidi e spaventati perché erano appena entrati nella fede, non si erano ancora radicati sulla vera via e non capivano la verità. Se non avessi pagato un prezzo e non avessi sofferto un po’ per irrigarli e sostenerli, probabilmente da soli non sarebbero stati in grado di resistere e io sarei stata marchiata per una trasgressione. Che trovassimo una famiglia ospitante o meno, e anche se avessimo subito delle soffrerenze, ero disposta a perseverare nel mio dovere e ad adempiere alla mia responsabilità. Quel giorno, la madre di Nevin mi ha raggiunta nei campi e mi ha detto: “I miliziani stanno avviando il loro pattugliamento notturno; dato che sei una forestiera che entra ed esce dal villaggio, temiamo che tu possa imbatterti in loro”. Ho condiviso con lei dicendo: “Quando Dio era pronto a distruggere Sodoma, i Sodomiti volevano fare del male ai due angeli che Egli aveva mandato lì. Lot sopravvisse perché ospitò i due angeli a casa sua. Ora Dio sta compiendo l’ultima fase della Sua opera di salvezza dell’umanità. Queste persone che perseguitano i credenti sono malevole come i Sodomiti. È normale essere preoccupati, ma dobbiamo avere fede. È nelle mani di Dio che i miliziani ci trovino oppure no. Dobbiamo pregare di più Dio, Egli proteggerà la Sua opera. Se non ci ospitate e dobbiamo andarene, non potremo irrigarvi. Se ci ospitate mentre diffondiamo il Vangelo qui, compite una buona azione e Dio Se ne ricorderà”. Dopo la mia condivisione, era meno spaventata e anche molto felice. In seguito, si è presa molta cura di noi e io ho potuto sistemarmi e condividere con i nuovi arrivati e tenere riunioni giorno e notte. Dopo aver compreso alcune verità, i neofiti hanno invitato i loro amici e familiari ad ascoltare il Vangelo. In soli due mesi, 120 abitanti del villaggio hanno accettato l’opera di Dio degli ultimi giorni. Ero così felice di vedere tutti quei nuovi arrivati partecipare alle riunioni. Nonostante sia stato un processo duro e abbia sofferto un po’, mi sentivo in pace sapendo di aver compiuto il mio dovere. Vedere la guida da parte di Dio mi ha dato fede.
In seguito, il nostro supervisore ci ha incaricate di sostenere i nuovi arrivati in un altro villaggio. Per prima cosa siamo andate a casa di fratello John, un neofita. John era relativamente proattivo nei suoi doveri e riusciva a riunire i nuovi arrivati per gli incontri, ma poi aveva smesso di partecipare agli incontri per paura di essere arrestato. Volevamo prima di tutto sostenere John, per poi attraverso di lui sostenere altri neofiti, ma John non voleva parlare con noi. Sua moglie ha detto: “Durante un incontro nel nostro villaggio, ci hanno detto di non ascoltare i sermoni e di non credere in Dio. La milizia attua pattugliamenti notturni e arresta chiunque venga sorpreso ad ascoltare. Ci hanno proibito di ascoltare i sermoni, abbiamo paura di essere arrestati; e poi siamo anche molto occupati e non abbiamo tempo di ascoltare”. Detto questo, ha semplicemente iniziato a ignorarci. Vedendo quella neofita non lasciarci nemmeno parlare ed evitarci, mi sembrava che avessimo davvero un serio problema. Per andare e tornare dal villaggio, il viaggio era lungo e faticoso, così ho smesso di sostenere i nuovi arrivati e ho continuato a svolgere altri lavori. Tempo dopo, il mio supervisore mi ha di nuovo fatto notare che i nuovi arrivati sarebbero stati impegnati durante il giorno e che avrei potuto andare di notte. Ho pensato tra me e me: “Ci stanno evitando e non vogliono ascoltare; anche se ci andassi, non saprei cosa fare. Il viaggio è lungo e di notte sarà ancora più difficoltoso”. Quindi non volevo andare. Poi mi sono resa conto che, continuando a rimandare, mi stavo sottraendo alla mia responsabilità nei confronti dei neofiti. Ho pensato alla rivelazione di Dio su come lavorano i falsi leader. Le parole di Dio dicono: “Supponiamo che un lavoro possa essere completato in un mese da una sola persona. Se viene completato in sei mesi, cinque di questi mesi non costituiscono forse una perdita? Lasciate che vi faccia un esempio a proposito della diffusione del Vangelo. C’è chi è disposto a indagare la vera via e necessita di un solo mese per convertirsi, dopodiché entra a far parte della chiesa e continua a essere dissetato e a ricevere una provvista. Sei mesi sono sufficienti per gettare le fondamenta. Ma se l’atteggiamento della persona che diffonde il Vangelo è indifferente e superficiale, i leader e i lavoratori non hanno alcun senso di responsabilità, e alla fine ci vogliono sei mesi per convertire tale individuo, questi sei mesi non rappresentano forse una perdita per la sua vita? Se incontra un grande disastro e manca di fondamenta nella vera via, costui sarà in pericolo, e voi non gli sarete forse debitori? Una simile perdita non si misura in denaro o in beni materiali. Avete trattenuto per sei mesi la sua comprensione della verità, avete ritardato di sei mesi la creazione di fondamenta e lo svolgimento del suo dovere. Chi si assumerà la responsabilità di questo? I leader e i lavoratori sono in grado di assumersela? La responsabilità per aver trattenuto la vita di una persona è al di là della capacità di sopportazione di chiunque. Poiché nessuno è in grado di assumersela, cosa è opportuno che facciano i leader e i lavoratori? Cinque parole: dare il meglio di sé. Dare il meglio di sé per fare cosa? Per adempiere alle proprie responsabilità, facendo tutto ciò che si può vedere con i propri occhi, pensare con il proprio cuore e realizzare in base alla propria levatura. Questo è dare il meglio di sé, questo è essere leali e responsabili, e questa è la responsabilità alla quale leader e lavoratori dovrebbero adempiere” (La Parola, Vol. 5: Responsabilità di leader e lavoratori, “Responsabilità di leader e lavoratori (4)”). Attraverso le parole di Dio ho imparato che, qualunque lavoro si faccia, se potrebbe essere svolto in un mese ma alla fine ne occorrono sei per compierlo, questo costituisce una gravissima perdita. Per esempio, nel caso della diffusione del Vangelo, se qualcuno è intenzionato a indagare sulla vera via, può essere portato nella fede in un mese ed entrare tempestivamente nella casa di Dio se l’evangelizzatore adempie alla propria responsabilità. Questo permetterà al neofita di comprendere prima la verità e di radicarsi sulla vera via. Se nel nostro dovere non paghiamo un prezzo, se abbiamo un atteggiamento approssimativo e superficiale e occorrono sei mesi per far entrare quella persona nella fede, sarà una perdita enorme per la sua vita. Se si verificano delle calamità e queste persone non hanno ancora accettato l’opera di Dio, non ricevono l’irrigazione e il rifornimento della verità e muoiono, nessuno può assumersi la responsabilità di tali morti. Perciò, questo esige che nei nostri doveri non procrastiniamo e facciamo del nostro meglio per adempiere alle nostre responsabilità in modo da avere la coscienza pulita. Nel sostenere i nuovi arrivati e diffondere il Vangelo, non ero disposta a pagare un prezzo e non volevo soffrire. Quando sono stata incaricata di sostenere i neofiti e di diffondere il Vangelo in quel villaggio, e ho affrontato difficoltà e un lungo tragitto, ho assecondato la mia carne e non volevo andare, procrastinando giorno dopo giorno. Quei nuovi arrivati erano timorosi, spaventati, e non avevano il coraggio di partecipare alle riunioni a causa della persecuzione del governo; avevano un estremo bisogno di irrigazione e sostegno per poter comprendere la verità e liberarsi dali loro vincoli. Se l’opera di Dio si fosse conclusa e queste persone non si fossero liberate dalle forze oscure e non avessero parrecipato alle riunioni né ascoltato le parole di Dio, non avrebbero capito la verità, non avrebbero ottenuto la salvezza da Dio e sarebbero state consumate nelle calamità. Inoltre, in quel villaggio c’erano molti che non avevano ancora udito la voce di Dio. Se gli altri avessero assecondato la loro carne come me, rinunciando a diffondere il Vangelo di fronte alle difficoltà, quelle persone non avrebbero udito la voce di Dio né ricevuto la Sua salvezza. Dovevo smettere di procrastinare e mettere da parte le preoccupazioni. Qualsiasi situazione si presentasse, dovevo affrontarla e adempiere alle mie responsabilità.
In seguito, ho pensato a un altro passo delle parole di Dio: “In quanto essere creato, in quanto persona che segue Dio, indipendentemente dall’età, dal genere o da quanto giovani o vecchi si sia, diffondere il Vangelo è una missione e una responsabilità che ognuno deve accettare. Se questa missione ti si presenta e ti richiede di spenderti, di pagare un prezzo o addirittura di sacrificare la tua vita, cosa dovresti fare? Dovresti sentirti in dovere di accettarla. Questa è la verità, è ciò che dovresti capire. Non si tratta di una semplice dottrina: è la verità. Perché dico che è la verità? Perché, a prescindere dal mutare dei tempi, dal trascorrere dei decenni e dal cambiamento dei luoghi e degli spazi, la diffusione del Vangelo e la testimonianza a Dio saranno sempre una cosa positiva. Il suo significato e il suo valore non cambieranno mai: non saranno assolutamente influenzati dai mutamenti del tempo o della posizione geografica. La diffusione del Vangelo e la testimonianza a Dio sono eterne e, in quanto essere creato, dovresti accettarle e praticarle. Questa è la verità eterna” (La Parola, Vol. 4: Smascherare gli anticristi, “Tema 1 – Cercano di conquistare le persone”). Le parole di Dio mi hanno profondamente commossa. È per grazia di Dio che ho potuto ascoltare la Sua voce. Diffondere il Vangelo e irrigare i nuovi arrivati era il mio dovere e dovevo portare a termine quel lavoro. Quando occorreva che soffrissi e pagassi un prezzo, dovevo accettarlo incondizionatamente. Qualsiasi difficoltà o situazione affrontassi, dovevo sottomettermi e compiere il mio dovere. Capito questo, sono andata al villaggio da sola. Mi sono messa in marcia al tramonto, aveva iniziato a piovere. Camminando lungo la strada, pregavo Dio. In seguito, mentre camminavo, ho incontrato una signora anziana. Le ho detto che stavo andando al suo villaggio e così abbiamo camminato una dietro l’altra. Una volta raggiunto il villaggio, non l’ho più vista. Era buio. Non conoscevo bene le strade e non sapevo dove andare, così mi sono seduta sul ciglio della strada. Ero piuttosto in ansia, temendo di non sapere cosa dire se avessi incontrato una pattuglia notturna, così ho invocato senza sosta Dio nel mio cuore. Proprio in quel momento, una donna che tornava dal lavoro nei campi mi ha vista seduta tutta sola e mi ha chiesto: “Cosa fai seduta lì? Puoi venire a casa mia”. L’ho seguita a casa sua e, quando le ho comunicato il Vangelo, l’ha accettato. In seguito, ha portato altre persone ad ascoltare. Quando gli abitanti hanno saputo che stavo diffondendo il Vangelo, alcuni mi hanno cercata personalmente e mi hanno condotta a casa loro perché lo comunicassi anche a loro. Ho reso testimonianza all’opera di Dio Onnipotente degli ultimi giorni e a loro piaceva molto sentirne parlare. Alcuni hanno detto: “Dio Onnipotente è il Signore Gesù ritornato, Essi sono lo stesso Dio. Dovremmo continuare ad ascoltare le parole di Dio Onnipotente”. Altri hanno detto: “Anche se il governo ci perseguita, continueremo ad ascoltare”. Alcuni dei neofiti erano piuttosto entusiasti delle riunioni, venivano mattina e sera e avevano davvero sete e desiderio di riunirsi e di ascoltare i sermoni. Ero alquanto sorpresa. In passato, avevo sempre assecondato la mia carne e non ero disposta a soffrire e a pagare un prezzo, ma, quando ho corretto il mio stato e sono stata disposta a collaborare, ho visto che ciò che Dio fa va oltre la nostra immaginazione. La nostra capacità di espandere la diffusione del Vangelo attraverso quella donna era un segno del fatto che Dio stava compiendo la Sua opera. Ciò mi ha permesso di vedere l’autorità di Dio e ha rafforzato la mia determinazione a continuare a diffondere il Vangelo. Dopo circa un mese, avevamo diffuso il Vangelo in tutto il villaggio. Quasi tutti i nuovi arrivati che prima temevano di essere arrestati erano tornati alle riunioni. Oltre 80 abitanti del villaggio si riunivano regolarmente e siamo riusciti ad avviare una chiesa. Lode a Dio!
Attraverso questa esperienza, ho imparato che l’atteggiamento nel proprio dovere è molto importante. Quando ci sottomettiamo e teniamo conto dell’intenzione di Dio, vediamo che, per quanto sia difficile il nostro lavoro, fintanto che collaboriamo con sincerità, la guida di Dio si manifesterà. Nonostante abbia rivelato corruzione, negatività, debolezza e desiderio di abbandonare, grazie alla guida e al rifornimento delle parole di Dio, non ho rinunciato a diffondere il Vangelo e non ho alcun rimpianto. Tutto questo con la protezione di Dio. Attraverso questa esperienza ho acquisito fede e ho fatto progressi nella vita. Sia lodato Dio!