32. Perseverare nel dovere in tempi di avversità
Il 23 luglio 2023, quando avevo appena finito di irrigare alcuni nuovi arrivati, dopo essere tornata a casa, il leader superiore Li Qing è venuto da me di fretta e mi ha detto: “La polizia ha arrestato molti nuovi arrivati alla chiesa di Shu Guang, anche i leader e i diaconi della chiesa. Anche molti fratelli e sorelle di due chiese vicine sono stati arrestati. Ora i nuovi arrivati hanno urgente bisogno di irrigazione e sostegno, altrimenti avranno difficoltà a restare saldi in questo terribile ambiente. Dal momento che li hai già irrigati in passato, vogliamo che tu sostenga questi nuovi arrivati”. Nell’udire le parole del leader, mi sono resa conto che era un lavoro molto importante. Ma poi ho pensato: “Sono tornata dalla chiesa di Shu Guang solo due giorni fa e tanti fratelli e sorelle sono stati arrestati il giorno dopo. Inoltre, mi conoscono tutti, quindi andare a irrigare i nuovi arrivati in questo momento sarebbe estremamente pericoloso! Ci sono telecamere di sorveglianza ovunque. E se qualcuno mi tradisse? E se la polizia usasse i filmati di sorveglianza per catturarmi? Sono già stata arrestata due volte in passato: se vengo arrestata di nuovo, è quasi certo che la polizia mi torturerà a morte. Se vengo picchiata a morte, la mia possibilità di salvezza svanirà completamente”. Mi sentivo un po’ timorosa, così ho pensato di chiedere a una delle precedenti irrigatrici che era stata destituita di sostenere per prima questi nuovi arrivati. Ma questa sorella non aveva senso del fardello nel suo dovere e non risolveva i problemi reali, e mi sentivo inquieta all’idea di far andare lei. Mentre mi agitavo ed esitavo, pensavo: “Forse che la polizia non è anch’essa nelle mani di Dio? Se verrò arrestata oppure no non dipende dalla polizia. Se sono spaventata prima ancora di andare nella chiesa, in che modo avrò una qualche testimonianza?”. Ho pregato Dio di proteggermi e di concedermi fede e forza, poi sono andata a irrigare i nuovi arrivati.
Ma un po’ di tempo dopo ho saputo che molti altri nuovi arrivati erano stati arrestati e che la polizia stava usando immagini tratte dalle telecamere di sorveglianza per far identificare dai nuovi arrivati sia me che altre due sorelle. Ho avuto ancora più paura e ho pensato: “Sono stata arrestata qualche anno fa e i poliziotti della Brigata di Sicurezza Nazionale mi conoscono tutti. Se vengo arrestata di nuovo, sicuramente verrò condannata”. Pensando a come alcuni fratelli e sorelle erano stati brutalmente picchiati a morte dalla polizia e che già una volta ero stata torturata dalla polizia fino a ridurmi in fin di vita, mi sono chiesta: “Se mi arrestano e mi picchiano davvero a morte, non finiranno forse i miei anni di fede?” Più ci pensavo, più mi preoccupavo e non riuscivo a dormire la notte. Volevo solo che la leader trovasse qualcun altro per irrigare i nuovi arrivati. Tuttavia, la maggior parte dei leader della chiesa, dei lavoratori e degli irrigatori erano stati arrestati dalla polizia, quindi, per il momento, non erano disponibili altre persone adatte. In seguito, anche se ho continuato a irrigare i nuovi arrivati, vivevo nella paura e nella trepidazione, nelle riunioni mi limitavo a fare le cose tanto per farle e ogni volta che leggevo un po’ di parole di Dio, volevo andarmene il prima possibile, nel timore che, più durava la riunione, più sarebbe diventato pericoloso. In quel periodo alcuni nuovi arrivati avevano paura di essere arrestati e il loro stato era cattivo, ma io mi limitavo a parlare brevemente prima di concludere in fretta le riunioni. In seguito, pensando a come i problemi dei nuovi arrivati non fossero stati risolti, mi sono sentita colpevole, temendo che i nuovi arrivati potessero diventare negativi, deboli o essere fuorviati dalle voci infondate del PCC e finissero per andarsene. Ma ho anche pensato al fatto che, nonostante la polizia avesse ottenuto filmati di sorveglianza e foto mie, non avevo notato persone sospette che mi seguivano, e purché avessi prestato attenzione a tenermi al sicuro e mi fossi travestita, avrei ancora potuto partecipare alle riunioni. Se in quel momento critico avessi pensato solo alla mia sicurezza e avessi trascurato se i nuovi arrivati avevano la capacità di rimanere saldi, avrei avuto ancora umanità? Ho letto un passo delle parole di Dio, che dice: “Di tutto ciò che avviene nell’universo, non vi è nulla su cui Io non abbia l’ultima parola. C’è niente che non sia nelle Mie mani?” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Parole di Dio all’intero universo, Cap. 1”). Era vero, Dio è onnipotente e, per quanto il gran dragone rosso sia malvagio e sfrenato, non può trascendere la sovranità di Dio. Senza il permesso di Dio, la polizia non poteva catturarmi. Le parole di Dio mi hanno dato fede e forza, così ho continuato a irrigare i nuovi arrivati.
In seguito, per le necessità del lavoro, mi sono recata nella chiesa di Xin Sheng per supervisionare i lavori di irrigazione. Ma non mi aspettavo che, poco dopo il mio arrivo alla chiesa di Xin Sheng, i leader della chiesa fossero arrestati dalla polizia. Vedendo che la polizia stava cominciando ad arrestare persone anche in questa chiesa, ero piena di trepidazione e paura e non volevo andare a irrigare i nuovi arrivati. Ma i nuovi arrivati in questa chiesa avevano appena iniziato a riunirsi normalmente e i leader erano stati arrestati. Non potevo semplicemente stare a guardare mentre i nuovi arrivati erano lasciati senza irrigazione e le loro vite soffrivano. Il mio cuore era in subbuglio, così mi sono inginocchiata davanti a Dio e ho pregato: “Dio Onnipotente! Molti nuovi arrivati hanno bisogno di essere irrigati e sostenuti, ma io ho paura di essere arrestata e non ho il coraggio di andare. Ti prego, concedimi fede e coraggio”. Dopo aver pregato, ho guardato un video di testimonianza esperienziale che mi ha commosso profondamente. Sebbene la sorella si sentisse debole e negativa di fronte alla persecuzione della polizia e all’epidemia dilagante, è stata capace di affidarsi a Dio per provvedere correttamente ai successivi lavori nella chiesa e ha trasferito al sicuro i libri delle parole di Dio. Vedendo questa sorella capace di sostenere il proprio dovere in mezzo a persecuzioni e avversità, mi sono molto vergognata, soprattutto perché sono stata ispirata dalle parole di Dio che apparivano nel video. Dio Onnipotente dice: “Quello che desidero è la tua lealtà e sottomissione ora, il tuo amore e la tua testimonianza ora. Anche se in questo momento non sai di quale testimonianza o di quale amore si tratti, dovresti portarMi tutto ciò che è tuo e consegnarMi gli unici tesori che hai: la tua lealtà e la tua sottomissione. Devi sapere che la testimonianza della Mia sconfitta di Satana sta nella lealtà e nella sottomissione dell’uomo, così come la testimonianza della Mia completa conquista dell’uomo. Il dovere della tua fede in Me è di testimoniarMi, di essere leale verso di Me e nessun altro, e di essere sottomesso sino alla fine. Prima che inizi la fase successiva della Mia opera, come Mi testimonierai? Come sarai leale e sottomesso nei Miei confronti? Dedichi tutta la tua lealtà alla tua funzione o semplicemente rinuncerai? Preferiresti sottometterti a ogni Mia disposizione (fosse anche la morte o la distruzione) o fuggiresti a metà strada per evitare il Mio castigo? Io ti castigo affinché tu Mi testimoni e Mi sia leale e sottomesso. Per di più, il castigo attuale ha il fine di svolgere la fase successiva della Mia opera e permetterne l’avanzamento senza ostacoli. Pertanto, ti esorto a essere saggio e a non trattare la tua vita o il significato della tua esistenza come sabbia senza valore. Puoi sapere esattamente quale sarà la Mia opera a venire? Sai come opererò nei giorni a venire e come si svolgerà la Mia opera? Dovresti conoscere il significato della tua esperienza della Mia opera e ancora di più il significato della tua fede in Me. […] Quindi, devo dirti ancora: dovresti offrire la tua vita per la Mia opera e ancor di più dovresti dedicare te stesso alla Mia gloria. Ho lungamente desiderato il tuo testimoniarMi, e ancor di più ho desiderato che tu diffonda il Mio Vangelo. Dovresti comprendere ciò che è nel Mio cuore” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Che cosa sai della fede?”). Dopo aver letto le parole di Dio, mi sono commossa profondamente, soprattutto quando Dio ha detto: “Preferiresti sottometterti a ogni Mia disposizione (fosse anche la morte o la distruzione) o fuggiresti a metà strada per evitare il Mio castigo?” mi sono sentita particolarmente priva di coscienza e veramente egoista e spregevole! Con la chiesa sottoposta agli arresti e alle persecuzioni dilaganti del PCC, ero chiaramente consapevole che a questi nuovi arrivati mancava la verità sulle visioni e che, di fronte a questo terribile ambiente e alle voci infondate del PCC, sarebbero diventati facilmente negativi, deboli o fuorviati, ritirandosi persino dalla fede. Ho dovuto accollarmi il lavoro di irrigare i nuovi arrivati, perché potessero comprendere la verità e rimanere saldi. Ma per la paura di essere arrestata, in quel momento critico volevo scansare il lavoro di irrigazione dei nuovi arrivati e fuggire; in particolare dopo aver saputo che la polizia aveva la mia foto, ho avuto ancora più paura. Temevo di essere arrestata e picchiata a morte dalla polizia, temevo di non avere un esito e una destinazione buoni in futuro. E quindi, pur sapendo chiaramente che i nuovi arrivati non avevano nessuno che li sostenesse, non volevo comunque andare a irrigarli. Anche se più tardi sono andata, mi sono comportata in modo veramente superficiale e ho fatto le cose tanto per farle, con l’intento di finire in fretta la riunione e andarmene. Riflettendo sul mio comportamento, mi sono resa conto che non avevo fede reale né sottomissione a Dio, che ero preoccupata soltanto della mia sicurezza. Al minimo sentore di pericolo, desideravo solo abbandonare il dovere e fuggire senza portarlo a termine. Come potevo avere una qualche fede in Dio? Dove mostravo lealtà e sottomissione? Dov’era la mia testimonianza? Questa era una manifestazione di tradimento nei confronti di Dio. Mi sentivo angosciata e colpevole, mi odiavo per essere così egoista e spregevole, per non avere alcuna lealtà! Allo stesso tempo ho capito che, di fronte agli arresti e alle persecuzioni, dovevo affidarmi a Dio per rimanere salda nella mia testimonianza, consegnare il mio cuore e sottomettermi alla sovranità e alle disposizioni di Dio, e anche se questo significava sacrificare la vita, dovevo svolgere bene il mio dovere. Rendendomi conto di questo, ho sentito un’ondata di forza e non ho più avuto paura di essere arrestata. Poi mi sono recata velocemente dai nuovi arrivati, ho condiviso con loro le parole di Dio e li ho aiutati a comprendere l’onnipotenza e la saggezza di Dio, in modo che potessero avere la fede di sperimentare questo ambiente.
In seguito, ho pensato: “Perché sentir parlare di fratelli e sorelle che vengono arrestati mi fa sempre paura e voglio proteggermi? Qual è la causa principale?” Ho cercato delle parole di Dio su questo argomento e le ho lette. Dio Onnipotente dice: “Nella Cina continentale, credere in Dio significa vivere in un ambiente pericoloso. Ciascuno di coloro che seguono Dio rischia ogni giorno di essere arrestato, condannato e perseguitato in modo crudele dal gran dragone rosso. Gli anticristi non fanno eccezione. Anche se possono essere classificati come anticristi nella casa di Dio, il gran dragone rosso, in combutta con la comunità religiosa, fa sempre tutto il possibile per sopprimere e perseguitare la chiesa di Dio e il Suo popolo eletto, e ovviamente anche gli anticristi si trovano in un tale ambiente e non sono dunque esenti dal pericolo di essere arrestati. Quindi, devono interfacciarsi spesso con la questione della propria incolumità. Questo riguarda la questione di come gli anticristi gestiscano la propria incolumità. Per questa sottosezione condividiamo principalmente sull’atteggiamento degli anticristi circa la propria incolumità. Bene, qual è il loro atteggiamento? (Fanno il possibile per proteggere la propria incolumità.) Gli anticristi fanno di tutto per garantirsi la propria incolumità. Ciò che pensano tra sé e sé è: ‘Devo assolutamente mantenermi al sicuro. Non importa chi arrestano, basta che non sia io’. […] Se un certo luogo è sicuro, allora gli anticristi sceglieranno di lavorarvi, e di fatto appariranno molto propositivi e positivi, mettendo in mostra il loro grande ‘senso di responsabilità’ e la loro grande ‘lealtà’. Se un lavoro comporta un rischio e c’è la possibilità che si verifichino degli imprevisti, che porti chi lo svolge a essere scovato dal gran dragone rosso, accampano scuse, lo rifiutano e trovano un pretesto per sottrarvisi. Appena c’è un pericolo, o appena c’è il sentore di un pericolo, cercano di trovare delle soluzioni per districarsene e abbandonare il loro dovere senza curarsi dei fratelli e sorelle. Pensano solo a togliersi dal pericolo. Magari in cuor loro sono già pronti: appena il pericolo si palesa, abbandonano immediatamente quello che stanno facendo senza curarsi di come andrà il lavoro della chiesa, in quale perdita possano incorrere gli interessi della casa di Dio o quale sia il rischio per l’incolumità di fratelli e sorelle. Ciò che preme loro è scappare. Hanno persino un ‘asso nella manica’, un piano per proteggere sé stessi: appena il pericolo incombe su di loro o vengono arrestati, dicono tutto ciò che sanno, liberandosi e assolvendosi da ogni responsabilità per preservare la propria incolumità. Questo è il piano che hanno già pronto. Queste persone non sono disposte a soffrire la persecuzione perché credono in Dio; temono di essere arrestati, torturati e imprigionati. Il fatto è che in cuor loro hanno già da molto tempo ceduto a Satana. Sono terrorizzati dal potere del regime di Satana e ancor più spaventati da cose come la tortura e il duro interrogatorio a cui verranno sottoposti. Quindi, se tutto va a gonfie vele, se non c’è minaccia alla loro incolumità né problemi a questo riguardo e non si prospetta nessun rischio, può essere che gli anticristi offrano il loro zelo e la loro ‘lealtà’, e persino i loro beni. Ma se le circostanze sono sfavorevoli e c’è la possibilità che vengano arrestati in qualsiasi momento per il fatto di credere in Dio e di svolgere il proprio dovere, e se la loro fede in Dio può portarli a essere destituiti dalla loro posizione ufficiale o abbandonati da parenti e amici, allora sono estremamente cauti, non predicano il Vangelo né testimoniano Dio, e non svolgono il loro dovere. Quando c’è un lieve segnale di pericolo, si ritraggono come una tartaruga che si nasconde nel suo guscio; quando c’è un lieve segnale di pericolo, insorge immediatamente in loro il desiderio di restituire alla chiesa i loro libri contenenti la parola di Dio e tutto ciò che è legato alla fede in Dio, in modo da restare al sicuro e incolumi. Non sono forse pericolosi? Se arrestati, non diventerebbero dei giuda? Gli anticristi sono così pericolosi da poter diventare dei giuda in qualsiasi momento; ci sarà sempre la possibilità che tradiscano Dio. Inoltre, sono estremamente egoisti e spregevoli. Ciò è determinato dalla loro natura essenza” (La Parola, Vol. 4: Smascherare gli anticristi, “Tema 9: Parte seconda”). Dio espone che la natura degli anticristi è particolarmente egoista e spregevole. Se i luoghi in cui svolgono il loro dovere sono sicuri e senza pericolo, gli anticristi sono molto proattivi e sembrano parecchio responsabili, ma quando l’ambiente diventa difficile, si preoccupano solo di proteggere sé stessi e non si preoccupano affatto del lavoro della chiesa o della sicurezza di fratelli e sorelle. Questo era il modo in cui mi ero comportata. Quando la chiesa non rischiava arresti, ero molto energica e proattiva; quando c’era molto da fare, andavo a irrigare i nuovi arrivati anche senza mangiare. Ma quando la chiesa si è trovata di fronte ad arresti su larga scala e i leader e gli irrigatori sono stati tutti catturati e si è reso necessario che io irrigassi i nuovi arrivati, mi sono allontanata e tirata indietro, per paura di essere arrestata dalla polizia e torturata a morte, rimanendo senza un buon esito o una buona destinazione. Quindi non volevo andare a irrigare i nuovi arrivati, e anche se sapevo chiaramente che l’irrigatrice che era stata destituita era irresponsabile, in quel momento critico volevo comunque scaricare su di lei i nuovi arrivati e fuggire. Stimavo la sicurezza personale al di sopra di ogni altra cosa e non mi importava affatto se il lavoro della chiesa veniva danneggiato o i nuovi arrivati sarebbero stati in grado di restare saldi. Ho visto che ero veramente priva di umanità e coscienza, che l’indole che rivelavo era proprio come quella di un anticristo: eccessivamente egoista e spregevole! Se non mi fossi pentita e avessi continuato ad abbandonare il mio dovere e a comportarmi come un disertore nei momenti critici, alla fine sarei stata eliminata.
Più tardi ho letto un passo delle parole di Dio e ho ottenuto una certa comprensione sull’argomento della paura della morte e ho saputo come trattarlo. Dio Onnipotente dice: “Come morirono quei discepoli del Signore Gesù? Alcuni furono lapidati, trascinati da un cavallo, crocifissi a testa in giù, squartati dai cavalli: andarono incontro a ogni sorta di morte. Quale fu il motivo della loro morte? Vennero forse giustiziati legittimamente per i loro crimini? No. Furono condannati, bastonati, insultati e messi a morte perché diffondevano il Vangelo del Signore e anche respinti dalle persone del mondo: così furono martirizzati. Non parliamo dell’esito di quei martiri, né della definizione del loro comportamento data da Dio, ma domandiamoci questo: quando giunsero alla fine, i modi in cui andarono incontro alla conclusione della loro vita si accordavano forse con le nozioni umane? (No.) Dal punto di vista delle nozioni umane, pagarono un prezzo così alto per diffondere l’opera di Dio, ma alla fine furono uccisi da Satana. Questo non si accorda con le nozioni umane, ma è proprio ciò che accadde. È ciò che Dio permise. […] In realtà, questo fu il modo in cui morì e perì il loro corpo; questa fu la modalità di dipartita dal mondo umano, ma ciò non significava che il loro esito fosse lo stesso. A prescindere dalle modalità della morte e della dipartita e comunque siano avvenute, non era il modo in cui Dio definiva l’esito finale di queste vite, di questi esseri creati. È una cosa che devi capire chiaramente. Al contrario, utilizzarono proprio questa modalità per condannare questo mondo e testimoniare le azioni di Dio. Questi esseri creati utilizzarono la loro preziosissima vita: sfruttarono l’ultimo istante della loro vita per testimoniare le azioni di Dio, testimoniare la Sua grande potenza e dichiarare a Satana e al mondo che le azioni di Dio sono giuste, che il Signore Gesù è Dio, che Egli è il Signore e l’incarnazione di Dio. Fino all’ultimo istante della loro vita non rinnegarono mai il nome del Signore Gesù. Non fu forse un genere di giudizio su questo mondo? Sfruttarono la loro vita per proclamare al mondo, per confermare agli esseri umani che il Signore Gesù è il Signore, che il Signore Gesù è Cristo, che Egli è l’incarnazione di Dio, che l’opera di redenzione da Lui compiuta per l’intera umanità consente all’umanità di continuare a vivere: questo dato di fatto è immutabile in eterno. In quale misura compirono il loro dovere coloro che subirono il martirio per aver diffuso il Vangelo del Signore Gesù? Nella misura estrema? E come si manifestò la misura estrema? (Diedero la vita.) Proprio così: pagarono il prezzo con la loro vita. Famiglia, ricchezza e beni materiali di questa vita sono tutte cose esteriori; l’unica cosa legata al sé è la vita stessa. Per ogni persona la vita è la cosa più degna di essere apprezzata, la più preziosa e, guarda caso, queste persone furono in grado di offrire il loro bene più prezioso, la vita, come conferma e testimonianza dell’amore di Dio per l’umanità. Fino al giorno in cui morirono, non rinnegarono il nome di Dio, né rinnegarono la Sua opera, e sfruttarono gli ultimi istanti di vita per testimoniare l’esistenza di questo dato di fatto: non è forse la testimonianza più alta? Questo è il modo migliore di assolvere il proprio dovere; questo è ciò che significa adempiere la propria responsabilità. Quando Satana le minacciò e le terrorizzò e quando alla fine fece persino pagare loro il prezzo con la vita, non abbandonarono la loro responsabilità. Questo è ciò che significa assolvere il proprio dovere nella misura estrema” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Diffondere il Vangelo è il dovere a cui sono moralmente obbligati tutti i fedeli”). Riflettendo sulle parole di Dio, mi sono commossa profondamente. Ho visto che nel corso dei secoli i santi che diffondevano il Vangelo di Dio hanno affrontato la persecuzione da parte di chi detiene il potere. Alcuni sono stati trascinati a morte da cavalli, altri sono stati lapidati e altri ancora crocifissi a testa in giù, ma di fronte alla minaccia di morte, non sono stati condizionati dall’influenza delle tenebre e hanno mantenuto il loro dovere fino alla morte, non rinnegando il nome di Dio né tradendoLo, usando la vita per fornire una bella e risonante testimonianza di Dio. La loro morte è stata preziosa e significativa. Anche se agli occhi degli uomini sono morti fisicamente, sono stati perseguitati per la giustizia e Dio li elogia e li ricorda. Ho pensato a come ero stata capace di accettare l’opera di Dio negli ultimi giorni e di svolgere il mio dovere di essere creato, e che questa era la grazia di Dio. Come essere creato, dovevo ripagare l’amore di Dio e svolgere bene il mio dovere. Se Dio permettesse alla polizia di arrestarmi, sarebbe anche un’opportunità per me di rendere testimonianza a Dio. Anche se fossi davvero perseguitata a morte dalla polizia, sarebbe con il permesso di Dio. Dovevo restare salda nella mia testimonianza per Dio, perché la vita mi era stata data da Dio e che io viva o muoia, dovrei lasciare che Dio mi orchestri, sottomettermi alla Sua sovranità e alle Sue disposizioni. Al contrario, se avessi amato la mia vita e mi fossi protetta, e nei momenti critici non avessi svolto il mio dovere né sostenuto e irrigato i nuovi arrivati, allora avrei lasciato una trasgressione davanti a Dio e sarebbe stato troppo tardi per pentirmi. Anche se il mio corpo potrebbe non morire, Dio mi vedrebbe come qualcuno che ha perso la sua testimonianza e Lo ha tradito e continuerei a vivere come un cadavere che cammina. Comprendendo questo, il mio cuore non era più limitato dalla paura della morte.
Una sera ho letto un altro passo delle parole di Dio, che dice: “Satana non ha mai osato trasgredire l’autorità di Dio e per giunta ha sempre ascoltato attentamente e obbedito agli ordini e ai comandi specifici di Dio, non avendo mai l’ardore di metterli in discussione e, naturalmente, di modificarli liberamente a suo piacimento. Questi sono i limiti che Dio ha imposto a Satana, e quindi Satana non ha mai osato violarli. Non è forse questa la potenza dell’autorità di Dio? Non è forse questa una testimonianza dell’autorità di Dio? Satana ha una comprensione molto più chiara rispetto all’umanità di come comportarsi nei confronti di Dio e di come considerarLo, e così, nel regno spirituale, Satana vede molto chiaramente il prestigio e l’autorità di Dio, e ha una comprensione profonda della Sua potenza e autorità e dei principi alla base dell’esercizio della Sua autorità. Non osa affatto ignorarli, né osa violarli in alcun modo, né fare qualcosa che trasgredisca la Sua autorità, e non osa sfidare in alcun modo la Sua ira. Pur essendo malvagio e arrogante per natura, Satana non ha mai osato oltrepassare i confini e i limiti impostigli da Dio. Da milioni di anni si attiene strettamente a questi limiti, si attiene a ogni comando e ordine impartitogli da Dio e non ha mai osato passare il segno. Pur essendo malefico, Satana è molto più saggio dell’umanità corrotta; conosce l’identità del Creatore e conosce i propri limiti. Dagli atti ‘arrendevoli’ di Satana si capisce che l’autorità e la potenza di Dio sono decreti celesti che lui non può trasgredire e che proprio per via dell’unicità e dell’autorità di Dio tutte le cose si trasformano e si propagano in maniera ordinata, che l’umanità può vivere e moltiplicarsi entro il percorso stabilito da Dio, senza che nessuna persona e nessun oggetto possano turbare questo ordine e nessuna persona e nessun oggetto possano modificare questa legge: infatti tutti provengono dalle mani del Creatore e dall’ordinazione e dall’autorità del Creatore” (La Parola, Vol. 2: Riguardo al conoscere Dio, “Dio Stesso, l’Unico I”). Dalle Sue parole, ho visto l’autorità e la grande potenza di Dio. Tutte le cose e gli eventi sono sotto il controllo di Dio e non importa quanto sia dilagante il gran dragone rosso, non oserebbe catturarci quando vuole, senza il permesso di Dio, perché non può superare i confini e i limiti da Lui stabiliti. Questa è l’autorità unica di Dio. Ho pensato a come Mosè ha guidato gli Israeliti fuori dall’Egitto, con il Mar Rosso davanti a sé e l’esercito del Faraone dietro. Nell’immaginazione dell’uomo, sembrava impossibile che gli Israeliti potessero fuggire, ma quando erano nella situazione più critica, Dio ha separato il Mar Rosso e lo ha trasformato in terraferma, e gli Israeliti lo hanno attraversato senza problemi, mentre l’intero esercito egiziano è affogato. Ho visto l’autorità e la grande potenza di Dio, ho visto anche che è stato Dio a fornire agli Israeliti una via di fuga e che nulla è difficile per Lui. Di fronte alle persecuzioni e alle avversità, Dio stava usando anche il gran dragone rosso come oggetto di servizio per perfezionare la mia fede, e non importa quanto fosse pericolosa la situazione, dovevo affidarmi a Dio e svolgere bene il mio dovere.
Due mesi dopo, a causa del tradimento di un Giuda, l’ambiente è diventato sempre più terribile e quasi cento persone sono state arrestate. Da coloro che erano stati arrestati e poi rilasciati ho saputo che la polizia aveva chiesto più volte dove fossi. Ho pensato che, essendo stata scelta come leader della Chiesa, se fossi stata effettivamente arrestata, la polizia mi avrebbe di sicuro torturata. Mi sono chiesta: se non riuscissi a resistere e fossi picchiata a morte, non sarebbero forse finiti i miei anni di fede in Dio? Pensandoci, ho capito che mi stavo ancora aggrappando alla vita. Così ho pregato Dio, chiedendoGli di proteggere il mio cuore. Mi sono ricordata di un film intitolato “La mia storia, la nostra storia” e l’ho subito guardato. Ho visto che i fratelli erano stati torturati dalla polizia per aver trasmesso le parole di Dio, ma avevano scelto di morire piuttosto che piegarsi a Satana. Soprattutto alla fine, quando hanno preferito morire piuttosto che firmare le “Tre Lettere” e tradire Dio, hanno reso una testimonianza forte e clamorosa. Sono stata profondamente ispirata e ho deciso che se un giorno fossi stata veramente arrestata dalla polizia, come i fratelli e le sorelle nel film, mi sarei rifiutata di venire a compromessi con Satana, anche se ciò avesse significato la morte, per rendere una bella testimonianza che confortasse il cuore di Dio. In seguito, ho veramente condiviso la verità con i nuovi arrivati, aiutandoli a capire fino in fondo gli schemi di Satana, e a poco a poco alcuni nuovi arrivati sono stati in grado di partecipare normalmente alle riunioni.
L’esperienza degli arresti e delle persecuzioni del gran dragone rosso ha rivelato la mia vera statura, come pure la mia indole satanica egoista e spregevole. Mi ha consentito di comprendere meglio me stessa, ho capito che arresti e persecuzioni sono permessi da Dio e che Dio se ne serve per perfezionare la nostra fede e il nostro amore. So che in futuro subirò persecuzioni e avversità ancora maggiori, ma credo che tutto sia nelle mani di Dio; qualunque cosa accada, svolgerò bene il mio dovere di essere creato e renderò testimonianza a Dio.