22. Come risolvere il problema dell’essere arbitrari e dispotici
Parole di Dio Onnipotente degli ultimi giorni
A giudicare dal significato letterale dell’espressione “agire in modo arbitrario e dispotico”, “arbitrario” significa prendere decisioni da soli, avere l’ultima parola; e “dispotico” significa che, dopo che si è espresso un giudizio o una decisione per conto proprio, tutti gli altri devono eseguire senza il diritto di avere opinioni o dichiarazioni diverse, e nemmeno di fare domande. Essere dispotici e autoritari significa riflettere e valutare da soli prima di decidere cosa fare di fronte a una situazione. Costoro decidono il da farsi in modo indipendente, dietro le quinte, senza il contributo di nessun altro; nemmeno i loro collaboratori, chi lavora con loro o i leader di livello superiore possono intervenire: ecco cosa significa essere dispotici e autoritari. Qualsiasi situazione affrontino, coloro che agiscono in questo modo procedono costantemente rimuginando dentro di sé e scervellandosi per prendere decisioni, senza mai consultarsi con gli altri. Nella loro testa pensano in questo e in quell’altro modo, ma quello che pensano veramente non lo sa nessuno. Perché non lo sa nessuno? Perché non lo dicono. Qualcuno potrebbe pensare che sia solo perché non sono loquaci, ma è davvero così? Non si tratta di una questione di personalità, bensì di una scelta intenzionale di tenere gli altri all’oscuro. Vogliono fare le cose da soli, fanno i loro calcoli. Cosa stanno calcolando? I loro calcoli ruotano intorno ai loro interessi, al loro prestigio, alla loro reputazione, al loro guadagno e alla loro fama. Riflettono su come agire a proprio favore, su come proteggere il proprio prestigio e la propria reputazione dall’essere danneggiati, su come agire senza farsi vedere chiaramente dagli altri e, aspetto cruciale, su come nascondere le proprie azioni al Supremo, sperando di ricevere alla fine dei benefici senza rivelare alcun difetto a nessuno. Pensano: “Se commetto un errore fugace e dico qualcosa di sbagliato, tutti mi capiranno a fondo. Se qualcuno parla a sproposito e mi denuncia al supremo, il supremo potrebbe sostituirmi e io perderei il mio prestigio. E poi, se condivido sempre con gli altri, le mie capacità limitate non saranno evidenti a tutti? Gli altri potrebbero guardarmi dall’alto in basso?” Ora, diteMi, se fossero davvero compresi fino in fondo, sarebbe un bene o un male? In realtà, per coloro che perseguono la verità, per le persone oneste, essere compresi fino in fondo e perdere in parte la faccia o la reputazione non ha molta importanza. Non sembrano molto preoccupati di queste cose; sembrano esserne meno apertamente consapevoli e non vi attribuiscono troppa importanza. Per gli anticristi invece è l’esatto contrario: essi non perseguono la verità e considerano il proprio prestigio e le opinioni e l’atteggiamento degli altri nei loro confronti più importanti della vita stessa.
La Parola, Vol. 4: Smascherare gli anticristi, “Tema 6”
Ad alcuni piace fare le cose da soli, senza discuterne o informarne gli altri. Fanno semplicemente le cose a loro piacimento, senza badare ai punti di vista degli altri. Pensano: “Io sono il leader, e voi siete i prescelti di Dio, quindi dovete attenervi a quel che faccio. Fate esattamente come dico: è così che dovrebbe essere”. Non avvisano gli altri quando agiscono e non c’è trasparenza nelle loro azioni. Si danno sempre da fare in privato e agiscono di nascosto. Proprio come il gran dragone rosso, che mantiene il suo monopolio monopartitico sul potere, essi desiderano sempre raggirare e controllare gli altri, che considerano insignificanti e privi di valore. Vogliono sempre avere l’ultima parola nelle questioni, senza discuterne né comunicare con altri, e non chiedono mai le opinioni altrui. Cosa pensate di questo approccio? Possiede normale umanità? (No.) Non è forse la natura del gran dragone rosso? Il gran dragone rosso è dispotico e ama agire in maniera arbitraria. Coloro che hanno questo genere di indole corrotta non sono forse la progenie del gran dragone rosso? È così che ognuno dovrebbe conoscere sé stesso. Voi siete capaci di comportarvi così? (Sì.) Quando vi comportate in questo modo ne siete consapevoli? Se sì, c’è ancora speranza per voi; se no, siete senza dubbio nei guai e, in questo caso, non siete forse condannati? Cosa dovete fare quando non siete consapevoli di agire in questo modo? (Abbiamo bisogno che i nostri fratelli e sorelle ce lo facciano notare e che ci potino.) Se per prima cosa dite agli altri: “Sono una persona che per natura ama guidare gli altri e ve lo sto dicendo in anticipo così, se e quando accadrà, non lo contesterete. Dovete avere pazienza con me. So che non è una bella cosa e ci sto lavorando, in modo che la situazione possa cambiare gradualmente, quindi spero che sarete tolleranti con me. Quando accadono queste cose, abbiate pazienza, collaborate con me e sforziamoci insieme di collaborare in armonia”, diventa forse accettabile fare le cose in questo modo? (No. È irragionevole.) Perché dite che è irragionevole? Una persona che pronuncia queste parole non intende cercare la verità. Sa benissimo che agire in questo modo è sbagliato, ma si ostina a farlo, il tutto limitando gli altri, pretendendo la loro collaborazione e il loro sostegno. Nella sua intenzione non c’è alcun desiderio di praticare la verità. Sta andando deliberatamente contro la verità. La sua è una violazione consapevole, ciò che Dio detesta di più. Nessuno, se non le persone malevole e gli anticristi, è capace di fare una cosa del genere, e questo rientra esattamente nel modo di agire degli anticristi. Si è in pericolo quando si va contro la verità e ci si oppone a Dio intenzionalmente. Questo è percorrere il cammino degli anticristi.
La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Sulla collaborazione armoniosa”
Gli anticristi sono incapaci di collaborare con chiunque; desiderano sempre instaurare un dominio solitario. La caratteristica di questa manifestazione è “in solitaria”. Perché usare l’espressione “in solitaria” per descriverla? Perché prima di agire non vengono davanti a Dio in preghiera, né cercano le verità principi, né tanto meno trovano qualcuno con cui condividere e a cui chiedere: “È una condotta adeguata? Cosa prevedono le disposizioni lavorative? Come si deve gestire questo genere di cose?” Non discutono mai le cose con gli altri, né cercano di raggiungere un consenso con i collaboratori: semplicemente valutano le cose e pianificano per conto proprio, facendo i propri programmi e le proprie disposizioni. Dopo una semplice lettura sbrigativa delle disposizioni lavorative della casa di Dio, pensano di averle comprese, quindi organizzano il lavoro alla cieca e, quando gli altri ne vengono a conoscenza, il lavoro è già stato organizzato. È impossibile per chiunque sentire in anticipo dalla loro bocca le opinioni o i sentimenti che nutrono, poiché non li comunicano mai a nessuno. Qualcuno potrebbe chiedere: “Ma i leader e i lavoratori non hanno tutti dei collaboratori?” Forse hanno nominalmente qualcuno come collaboratore, ma quando arriva il momento di lavorare, non ce l’hanno più: volano in solitaria. Sebbene i leader e i lavoratori abbiano dei collaboratori, e chiunque svolga un qualsiasi dovere ne ha uno, gli anticristi si ritengono dotati di buona levatura e migliori delle persone comuni, per cui le persone comuni non sarebbero degne di collaborare con loro e sarebbero tutte inferiori a loro. Questo è il motivo per cui agli anticristi piace comandare e non amano discutere le cose con nessun altro. Pensano che farlo li faccia apparire degli incompetenti buoni a nulla. Che tipo di punto di vista è questo? Di che tipo di indole si tratta? È un’indole arrogante? Pensano che collaborare e discutere con gli altri, chiedere loro informazioni e cercare da loro risposte, sia svilente e poco dignitoso, un affronto al loro amor proprio. E così, per proteggere questo amor proprio, non si concedono trasparenza in nulla di ciò che fanno, non ne parlano agli altri, e tanto meno ne discutono con loro. Pensano che farlo equivalga a mostrarsi incompetenti; che chiedere sempre le opinioni degli altri significhi essere stupidi e incapaci di pensare da soli; che lavorare con gli altri per portare a termine un compito o per risolvere un problema li faccia apparire inutili. Non è forse questa la loro mentalità arrogante e assurda? Non è forse questa la loro indole corrotta? Possiedono un’arroganza e una presunzione fin troppo evidenti; hanno perso la normale ragionevolezza umana e non hanno la testa del tutto a posto. Pensano sempre di possedere delle capacità, di poter fare le cose da soli e di non aver bisogno di collaborare con gli altri. Avendo un’indole così corrotta, non sono in grado di collaborare armoniosamente. Credono che collaborare con gli altri voglia dire affievolire e frammentare il loro potere, che quando il lavoro è condiviso con gli altri il loro potere si indebolisca e non possano decidere autonomamente, e che ciò equivalga a una mancanza di potere reale, cosa che per loro costituisce una perdita enorme. E così, qualsiasi cosa accada loro, se sono convinti di comprenderla e di conoscere il modo appropriato di gestirla, allora non ne discuteranno con nessun altro, e prenderanno loro tutte le decisioni. Preferiscono sbagliare piuttosto che informare altre persone, preferiscono cadere in errore piuttosto che condividere il potere con qualcun altro, e preferiscono essere rimossi dall’incarico piuttosto che consentire ad altri di intervenire nel loro lavoro. Ecco chi sono gli anticristi. Preferiscono danneggiare gli interessi della casa di Dio e metterli a rischio piuttosto che condividere il loro potere con qualcun altro. Pensano che, quando svolgono un lavoro o si occupano di qualche questione, non si tratti dell’assolvimento di un dovere, ma piuttosto di un’opportunità per mettersi in mostra, per distinguersi dagli altri e per esercitare il proprio potere. Per questo motivo, sebbene dichiarino di voler cooperare armoniosamente con gli altri e di voler discutere con loro quando si presentano delle questioni, la verità è che, nel profondo del cuore, non sono disposti a rinunciare al proprio potere o prestigio. Ritengono che fintanto che comprendono alcune dottrine e sono capaci di sbrigarsela da soli, allora non hanno bisogno di collaborare con nessun altro; pensano che il lavoro debba essere eseguito e portato a termine autonomamente, e che solo questo li renda competenti. Questo punto di vista è corretto? Non sanno che, se violano i principi, allora non stanno svolgendo i loro doveri, non sono in grado di portare a termine l’incarico ricevuto da Dio e si limitano a offrire manodopera. Invece di cercare le verità principi nello svolgimento del loro dovere, esercitano potere secondo i loro pensieri e le loro intenzioni, si mettono in mostra e si pavoneggiano. Non importa chi sia il loro collaboratore o cosa facciano: non vogliono mai discutere le cose, vogliono sempre agire da soli e avere l’ultima parola. Chiaramente, giocano con il potere e se ne servono per i loro scopi. Tutti gli anticristi amano il potere e, quando godono di prestigio, vogliono ancora più potere. Quando possiedono il potere, gli anticristi sono inclini a usare il loro prestigio per mettersi in mostra e pavoneggiarsi, in modo da indurre gli altri ad ammirarli e raggiungere l’obiettivo di distinguersi dalla massa. È in questo modo che gli anticristi sono ossessionati dal potere e dal prestigio, e non rinuncerebbero al loro potere mai e poi mai.
La Parola, Vol. 4: Smascherare gli anticristi, “Tema 8: Vogliono che gli altri si sottomettano solo a loro, non alla verità o a Dio (Parte prima)”
Apparentemente, può sembrare che alcuni anticristi abbiano assistenti o collaboratori ma, il fatto è che quando poi accade qualcosa, per quanto gli altri possano avere ragione, gli anticristi non ascoltano mai ciò che gli altri hanno da dire. Non ne tengono nemmeno conto, e tanto meno ne discutono o condividono al riguardo. Non vi prestano alcuna attenzione, come se gli altri non esistessero. Quando gli anticristi ascoltano ciò che gli altri hanno da dire, stanno solo facendo finta o recitando una parte perché altri ne siano testimoni. Ma quando poi arriva il momento della decisione finale, è l’anticristo che comanda; le parole di chiunque altro sono fiato sprecato, non contano minimamente. Ad esempio, quando due persone sono responsabili di qualcosa e una di loro possiede l’essenza di un anticristo, che cosa viene manifestato in quest’ultima? A prescindere dalla questione, lei e solo lei è quella che prende l’iniziativa, che fa le domande, che sistema le cose e che trova una soluzione. E, il più delle volte, tiene il suo collaboratore completamente all’oscuro. Cos’è il suo collaboratore ai suoi occhi? Non il suo vice, ma semplicemente un orpello. Agli occhi di un anticristo, il suo collaboratore semplicemente non esiste. Ogni volta che emerge un problema, l’anticristo ci pensa su e, una volta decisa la linea d’azione, informa tutti gli altri che questo è il modo in cui bisogna procedere, e a nessuno è permesso metterlo in discussione. Qual è l’essenza della cooperazione degli anticristi con gli altri? Fondamentalmente consiste nell’avere l’ultima parola, non discutere mai i problemi con chiunque altro, assumersi l’esclusiva responsabilità per il lavoro e trasformare i collaboratori in orpelli. Gli anticristi agiscono sempre da soli e non collaborano mai con nessuno. Non discutono mai né rendono partecipe chiunque altro del loro lavoro, spesso prendono decisioni da soli e trattano le questioni in modo autonomo e, in molti casi, le persone scoprono come le situazioni siano state concluse o gestite solo a cose fatte. Gli altri dicono loro: “Tutti i problemi devono essere discussi con noi. Quando hai gestito quella persona? In che modo l’hai gestita? Perché non ne abbiamo saputo nulla?” Gli anticristi non danno spiegazioni né prestano attenzione; per loro i collaboratori non servono a niente, sono semplici decorazioni o orpelli. Quando succede qualcosa, ci pensano su, decidono da soli e agiscono come desiderano. Non importa quante persone ci siano intorno a loro, è come se non esistessero. Per gli anticristi, potrebbero anche essere fatte d’aria. Tenuto conto di questo, c’è forse qualche aspetto concreto nella loro collaborazione con gli altri? Niente affatto, si limitano ad agire meccanicamente e recitano una parte. Gli altri dicono loro: “Perché non condividi con tutti gli altri quando incappi in un problema?” Gli anticristi rispondono: “Cosa ne sanno loro? Sono io il capogruppo, sta a me decidere”. Allora gli altri chiedono loro: “E perché non hai condiviso con il tuo collaboratore?” E loro rispondono: “L’ho fatto, ma non aveva alcuna opinione al riguardo”. Sostengono che gli altri non abbiano un’opinione o non siano in grado di pensare autonomamente come pretesti per nascondere il fatto che obbediscono solo a sé stessi. E a ciò non segue la minima introspezione. Per questo tipo di persona sarebbe impossibile accettare la verità. Questo è un problema relativo alla natura di un anticristo.
Come va spiegato e messo in pratica il termine “collaborazione”? (Discutere le cose quando si presentano.) Sì, questo è un modo di metterlo in pratica. Cos’altro? (Compensare le proprie debolezze con i punti di forza dell’altro, supervisionarsi a vicenda.) Questo calza perfettamente; praticare in tal modo significa collaborare in armonia. C’è qualcosa in più? Chiedere l’opinione dell’altro quando succede qualcosa: questa non è forse collaborazione? (Sì.) Se una persona condivide sulle sue idee, e l’altra pure, e alla fine ci si limita a seguire la condivisione della prima persona, perché agire in modo meccanico? Questa non è collaborazione: non è in linea con i principi e non produce i risultati della collaborazione. Se parli di continuo, come una mitragliatrice, e non dai la possibilità di intervenire a chi vorrebbe farlo, e non ascolti gli altri nemmeno dopo che hai espresso tutte le tue idee, si tratta forse di una discussione? Si tratta di una condivisione? È solo un agire in modo meccanico: non è collaborazione. Cos’è, allora, la collaborazione? È quando tu, dopo aver espresso le tue idee e le tue decisioni, sei in grado di chiedere le opinioni e i punti di vista dell’altro, e poi di mettere a confronto le tue affermazioni e le tue opinioni con le sue: alcune persone applicano insieme il discernimento su di esse, ricercano i principi e giungono così a una comprensione comune e a determinare il corretto cammino di pratica. Ecco cosa significa discutere e condividere, ecco cosa significa “collaborazione”. Alcuni, nel ruolo di leader, non riescono a capire fino in fondo certe questioni, ma non ne discutono con gli altri finché non hanno altra scelta. Poi dicono al gruppo: “Non posso gestire questa situazione in modo autocratico; ho bisogno di collaborare in armonia con tutti. Lascerò che tutti voi esprimiate le vostre opinioni al riguardo e ne discutiate, per decidere qual è la cosa giusta da fare per noi”. Dopo che tutti hanno parlato e detto la loro, chiedono al leader cosa ne pensa. Lui afferma: “Quello che vogliono tutti è uguale a quello che voglio io: stavo pensando anch’io la stessa cosa. È quello che ho programmato di fare fin dall’inizio e, con questa discussione, l’unanimità è garantita”. È un’osservazione sincera? Contiene una macchia. Questa persona non è affatto in grado di capire fino in fondo la questione, e in ciò che dice c’è l’intento di fuorviare e ingannare le persone, lo scopo di conquistare la loro stima. Chiedere le opinioni di tutti è una pura formalità, per far sì che gli altri dicano che non si sta comportando in modo dittatoriale o autocratico. Per evitare tale etichetta, utilizza questo metodo per nascondere le cose. Il fatto è che, mentre gli altri parlano, lui non ascolta minimamente e non prende per nulla sul serio quello che dicono. E non è sincero nemmeno nel lasciar parlare tutti. Apparentemente, permette a tutti di condividere e discutere, ma in realtà lascia che gli altri parlino solo per trovare un metodo che sia in linea con le sue intenzioni. E una volta stabilito il modo adeguato di procedere, costringerà le persone ad accettare ciò che lui intende fare, che sia corretto o meno, e farà credere a tutti che il suo modo è quello giusto, che è quello che tutti hanno in mente. Alla fine, lo mette in atto con la forza. Questa la chiamereste collaborazione? No. Come la chiamereste, allora? È un comportamento dittatoriale. Che abbia ragione o torto, vuole avere la sola e ultima parola. Inoltre, quando succede qualcosa e lui non riesce a capire fino in fondo la questione, fa parlare prima tutti gli altri. Dopo che lo hanno fatto, ricapitola le loro opinioni e cerca in esse un metodo che gli piace e che trova adatto, e fa sì che lo accettino tutti. Sta mettendo in atto una parvenza di collaborazione, con il risultato che continua ad agire come vuole lui, è sempre lui ad avere la sola e ultima parola. Trova difetti e falle in ciò che gli altri dicono, facendo commenti e conducendo lui il gioco, poi procede a sintetizzare il tutto in un’affermazione completa e accurata, con cui prende la sua decisione, mostrando a tutti che è superiore agli altri. Dall’esterno, sembra che abbia ascoltato i messaggi di ognuno, ed effettivamente lascia parlare tutti. Il fatto, però, è che alla fine è lui solo a prendere la decisione. La decisione, in realtà, deriva dalle conoscenze e dai punti di vista di tutti, che lui ha soltanto riassunto, esposto in modo leggermente più completo e accurato. Alcune persone non riescono a capire fino in fondo tutto ciò, e quindi pensano che sia lui a essere superiore. Qual è il carattere di una tale azione da parte sua? Non è estremamente ingegnosa? Riassume i messaggi di tutti e li dichiara come suoi, in modo che la gente lo adori e gli obbedisca; e alla fine tutti agiscono come vuole lui. Questa è forse una collaborazione armoniosa? È arroganza e presunzione, è dittatura: si prende lui tutto il merito. Tali persone sono davvero in mala fede, arroganti e presuntuose nel collaborare con gli altri, e col tempo gli altri lo capiranno.
La Parola, Vol. 4: Smascherare gli anticristi, “Tema 8: Vogliono che gli altri si sottomettano solo a loro, non alla verità o a Dio (Parte prima)”
“Essere dispotici e autoritari, non condividere mai con gli altri e costringerli a obbedire loro”: che cosa significa in primo luogo questo comportamento degli anticristi? Hanno un’indole malvagia e feroce e possiedono un desiderio estremamente forte di controllare gli altri, che va oltre i limiti della normale ragionevolezza umana. Inoltre, quali sono la loro comprensione, la loro opinione e il loro atteggiamento nei confronti del dovere che svolgono? In cosa differiscono da chi svolge veramente il proprio dovere? Chi svolge veramente il proprio dovere cerca dei principi per agire, questo è un requisito fondamentale. Invece in che modo gli anticristi intendono il dovere che svolgono? Quale indole e quale essenza rivelano nell’assolvimento del loro dovere? Si pongono in una posizione elevata e sono altezzosi nei confronti di chi è al di sotto di loro. Una volta scelti come leader, iniziano a considerarsi individui dotati di prestigio e identità. Non accettano il loro dovere da Dio. Una volta acquisita una certa posizione, sentono che il loro prestigio è importante, il loro potere grande e la loro identità unica, cosa che permette loro di guardare gli altri dall’alto della loro posizione. Allo stesso tempo, pensano di poter impartire comandi e agire secondo i propri pensieri e di non dover neppure avere alcun dubbio in merito. Pensano di poter sfruttare l’opportunità di assolvere i doveri per soddisfare la loro brama di autorità e il loro desiderio e la loro ambizione di governare e guidare gli altri con il potere. Si potrebbe dire che sentono di avere finalmente la possibilità di detenere un’autorità incontrastata. Alcuni dicono: “Le manifestazioni degli anticristi sono di essere dispotici e autoritari e non condividere mai con gli altri. Anche il nostro leader ha l’indole e le rivelazioni degli anticristi, ma lui condivide spesso con noi!” Questo significa forse che non è un anticristo? Gli anticristi a volte possono fingere; dopo un giro di condivisione con tutti e dopo aver compreso e afferrato i pensieri di ciascuno, individuando chi è allineato con loro e chi no, classificano gli altri. Nelle questioni future, comunicano solo con coloro che sono in buoni rapporti e compatibili con loro. Tengono spesso all’oscuro della maggior parte delle questioni chi non è in sintonia con loro e potrebbero persino non dargli i libri delle parole di Dio. Voi avete mai agito così, in modo dispotico e autoritario, senza mai condividere con gli altri? Di sicuro capita che si sia dispotici e autoritari, ma questa non è necessariamente la situazione in cui non si condivide mai con gli altri; di tanto in tanto puoi condividere. Tuttavia, dopo che lo hai fatto, le cose procedono comunque come hai detto tu. Alcuni pensano: “Nonostante la nostra condivisione, in realtà ho già stabilito un piano ben definito da molto tempo. Condivido con te solo per formalità, giusto per farti sapere che ho i miei principi in quello che faccio. Pensi che non sappia quanto vali? Alla fine, dovrai comunque ascoltarmi e seguire la mia via”. In realtà, nel loro cuore hanno già deciso da molto tempo. Questo è ciò che credono: “Sono un abilissimo oratore e posso volgere qualsiasi argomento a mio favore; nessuno sa parlare meglio di me, quindi si tenderà a seguire il mio esempio naturalmente”. Hanno fatto i loro calcoli con largo anticipo. Esistono situazioni del genere? Essere dispotici e autoritari non è un comportamento che si rivela casualmente; è controllato da una certa indole. Dal loro modo di parlare o di agire potrebbero non sembrare dispotici e autoritari, ma dalla loro indole e dalla natura delle loro azioni di fatto lo sono. Sbrigano le formalità e “ascoltano” le opinioni altrui, lasciando parlare gli altri, mettendoli a parte dei dettagli di una situazione, discutendo di ciò che la parola di Dio richiede, ma usano una certa retorica o modalità di espressione per portare gli altri ad approvare ciò che dicono loro. E qual è il risultato finale? Tutto si sviluppa secondo il loro piano. Questo è il loro aspetto insidioso; si definisce anche costringere gli altri a obbedire loro, è una sorta di coercizione “gentile”.
La Parola, Vol. 4: Smascherare gli anticristi, “Tema 6”
Qual è un’altra manifestazione del dispotismo e dell’autoritarismo degli anticristi? Non condividono mai sulla verità con i fratelli e le sorelle, né risolvono i problemi reali delle persone. Invece, si limitano a predicare parole e dottrine per fare agli altri la predica, e addirittura li costringono a obbedire loro. E che dire del loro atteggiamento e del loro approccio verso il Supremo e verso Dio? Non è altro che inganno e doppiezza. Qualunque problema vi sia all’interno della chiesa, non riferiscono mai nulla al Supremo. Qualunque cosa facciano, non si informano mai presso il Supremo. Sembra che non abbiano problemi che richiedano la condivisione o la guida da parte del Supremo: tutto ciò che fanno è furtivo, segreto e dietro le quinte. Questa si chiama manipolazione subdola, con cui desiderano avere l’ultima parola e prendere le decisioni. Tuttavia, a volte si camuffano anche, sollevando questioni banali per chiedere informazioni al Supremo, fingendo di perseguire la verità e inducendo il Supremo a credere erroneamente che ricerchino la verità in ogni cosa con la massima meticolosità. In realtà, non cercano mai una guida su nessuna questione importante, prendendo decisioni unilaterali e tenendo il Supremo all’oscuro. Se sorge un problema, è ancora meno probabile che lo segnalino, temendo che potrebbe compromettere il loro potere, il loro prestigio o la loro reputazione. Gli anticristi agiscono in modo dispotico e autoritario; non condividono mai con gli altri e li obbligano a obbedire loro. In parole povere, le manifestazioni principali di questo comportamento sono la gestione personale, la coltivazione della propria influenza, della propria cricca personale e delle proprie connessioni e il perseguimento di imprese personali; e poi fanno tutto quello che vogliono, agendo a proprio vantaggio e senza trasparenza. Gli anticristi hanno un desiderio e una volontà particolarmente forti di portare gli altri a sottomettersi a loro; si aspettano che le persone obbediscano loro come un cacciatore che fa obbedire il suo cane da caccia ai propri comandi, non permettendo alcun discernimento su ciò che è giusto e sbagliato ed esigendo approvazione e sottomissione assolute.
Un’altra manifestazione dell’essere dispotici e autoritari da parte degli anticristi si può osservare nel seguente scenario. Per esempio, se il leader di una certa chiesa è un anticristo, e se i leader e i lavoratori di livello superiore intendono informarsi sul lavoro di quella chiesa e intervenire, l’anticristo sarebbe forse d’accordo? Assolutamente no. Fino a che punto egli controlla la chiesa? Come in una fortezza impenetrabile, in cui né un ago può forare né l’acqua filtrare, costui non permette a nessun altro di essere coinvolto o di indagare. Quando viene a sapere che i leader e i lavoratori stanno arrivando per informarsi sul lavoro, dice ai fratelli e alle sorelle: “Non so a quale scopo stiano venendo qui. Non capiscono la situazione reale della nostra chiesa. Se interferiscono, potrebbero disturbare il lavoro della nostra chiesa”. Ecco come fuorvia i fratelli e le sorelle. Una volta arrivati i leader e i lavoratori, costui trova varie ragioni e scuse per impedire ai fratelli e alle sorelle di interagire con loro, mentre ipocritamente intrattiene i leader e i lavoratori, tenendoli isolati in un qualche luogo con il pretesto di garantire la loro sicurezza; ma in realtà lo fa per impedire loro di incontrare i fratelli e le sorelle e di apprendere la situazione da loro. Quando i leader e i lavoratori si informano sulla situazione del lavoro, l’anticristo fa ricorso all’inganno fornendo un’immagine falsa; inganna i suoi superiori e nasconde la verità ai suoi sottoposti, gonfia le sue dichiarazioni ed esagera l’efficacia del lavoro per ingannarli. Quando i leader e i lavoratori gli propongono di incontrare i fratelli e le sorelle della chiesa, risponde: “Non ho dato disposizioni! Non mi avete avvisato prima di venire. Se lo aveste fatto, avrei dato disposizioni ad alcuni fratelli e sorelle di incontrarvi. Ma dato l’attuale ambiente ostile, per ragioni di sicurezza, è meglio che non incontriate i fratelli e le sorelle”. Anche se le sue parole sembrano ragionevoli, una persona in possesso di discernimento riesce a individuare il problema: “Non vuole che i leader e i lavoratori incontrino i fratelli e le sorelle perché teme di essere esposto, teme che vengano rivelati i difetti e le deviazioni del suo lavoro”. L’anticristo controlla strettamente i fratelli e le sorelle della chiesa. Se i leader e i lavoratori non sono responsabili, l’anticristo può facilmente ingannarli e prendersi gioco di loro. La situazione reale dei fratelli e delle sorelle della chiesa, le loro difficoltà che rimangono irrisolte, se le condivisioni e i sermoni del Supremo, e i libri delle parole di Dio vengano o meno consegnati tempestivamente ai fratelli e alle sorelle, come procedono i vari progetti del lavoro della chiesa, se vi siano deviazioni o problemi: tutte queste cose i leader e i lavoratori non le sapranno. Anche i fratelli e le sorelle sono all’oscuro di qualsiasi nuova disposizione lavorativa della casa di Dio; così, l’anticristo controlla completamente la chiesa, monopolizzando il potere e avendo l’ultima parola sulle questioni. I fratelli e le sorelle della chiesa non hanno alcuna possibilità di contattare i leader e i lavoratori di livello superiore e, non conoscendo la verità dei fatti, sono fuorviati e controllati dall’anticristo. Questi leader e lavoratori in ispezione, qualunque cosa l’anticristo dica, non hanno discernimento e continuano a pensare che costui stia facendo un buon lavoro, riponendo in lui la loro completa fiducia. Ciò equivale a mettere il popolo eletto di Dio nelle mani dell’anticristo. Se, durante il fuorviamento dell’anticristo, i leader e i lavoratori non sono in grado di discernere, sono irresponsabili e non sanno come gestire la cosa, questo non è forse ostacolare il lavoro della chiesa e danneggiare il popolo eletto di Dio? Tali leader e lavoratori non sono forse falsi leader e falsi lavoratori? In caso di una chiesa controllata da un anticristo, i leader e i lavoratori devono intervenire e fare indagini, e devono prontamente gestire l’anticristo eliminandolo, questo è fuori discussione. Se ci sono falsi leader che non svolgono lavoro reale e ignorano il fuorviare del popolo eletto di Dio da parte dell’anticristo, i prescelti dovrebbero esporre questi falsi leader e falsi lavoratori, segnalarli, rimuoverli dalle loro posizioni e sostituirli con dei leader validi. Questo è l’unico modo per risolvere completamente il problema del fuorviare delle persone da parte dell’anticristo. Alcuni potrebbero dire: “Magari questi leader e lavoratori sono di scarsa levatura e privi di discernimento, motivo per cui non sono riusciti a gestire e a risolvere la questione dell’anticristo. Non lo stanno facendo intenzionalmente; non dovrebbe essere data loro un’altra possibilità?” A questi leader così confusi non dovrebbero essere concesse altre possibilità. Se venisse data loro un’altra possibilità, non farebbero altro che continuare a danneggiare il popolo eletto di Dio. Questo perché non sono persone che perseguono la verità; sono sprovvisti di coscienza e di ragione e privi di principi nell’agire: sono persone spregevoli che dovrebbero essere eliminate!
La Parola, Vol. 4: Smascherare gli anticristi, “Tema 6”
Oggi abbiamo da un lato analizzato le manifestazioni del comportamento dispotico e autoritario degli anticristi. Da un altro, attraverso l’analisi di queste manifestazioni, ciascuno ha acquisito consapevolezza del fatto che, anche se non sei un anticristo, avere tali manifestazioni ti collega alla qualità degli anticristi. Agire in modo dispotico e autoritario è forse una manifestazione di normale umanità? Assolutamente no; è chiaramente una manifestazione di un’indole corrotta. Non importa quanto sia elevato il tuo prestigio o quanti doveri tu sappia svolgere: se riesci a imparare a condividere con gli altri, allora stai sostenendo i principi della verità, che è il requisito minimo. Perché si dice che imparare a condividere con gli altri equivale a sostenere i principi? Se riesci a imparare a condividere, questo dimostra che non tratti il tuo prestigio come un buono pasto né lo prendi troppo sul serio. Per quanto elevato sia il tuo prestigio, stai assolvendo il tuo dovere. Agisci al fine di svolgere il tuo dovere, non per il prestigio. Allo stesso tempo, quando affronti dei problemi, se sai imparare a condividere e, indipendentemente dal fatto che si tratti di fratelli e sorelle comuni o di quelli con cui collabori, sei in grado di ricercare e di condividere con loro, questo cosa dimostra? Dimostra che il tuo atteggiamento è di ricerca e di sottomissione alla verità, cosa che riflette innanzitutto il tuo atteggiamento verso Dio e verso la verità. Inoltre, svolgere il tuo dovere è una tua responsabilità e ricercare la verità nel tuo lavoro è il cammino che dovresti seguire. Quanto al modo in cui gli altri reagiscono alle tue decisioni, che sappiano o meno sottomettersi o come si sottomettano, questi sono affari loro; mentre essere o meno in grado di svolgere correttamente il tuo dovere e di soddisfare gli standard è affar tuo. Devi comprendere i principi dell’assolvimento del dovere; non si tratta di sottomettersi a qualche individuo, ma alle verità principi. Se senti di comprendere le verità principi e, condividendo con tutti, raggiungi un consenso che quasi tutti ritengono unanimemente appropriato, ma alcuni sono recalcitranti e vogliono causare problemi, cosa si dovrebbe fare in una situazione del genere? In questo caso, la minoranza dovrebbe seguire la maggioranza. Dal momento che la maggior parte delle persone ha raggiunto un consenso, perché costoro si fanno avanti per causare problemi? Stanno deliberatamente cercando di provocare distruzione? Possono esprimere le loro opinioni per permettere a tutti di discernerle e, se tutti dicono che le loro opinioni non sono conformi ai principi e non reggono, allora costoro dovrebbero abbandonare i propri punti di vista e smettere di aggrapparvisi. Qual è il principio per approcciare tale questione? Si dovrebbe sostenere ciò che è giusto e non costringere gli altri a obbedire a ciò che è sbagliato. Capito?
La Parola, Vol. 4: Smascherare gli anticristi, “Tema 6”
Qual è il criterio per stabilire se si è svolto adeguatamente il proprio dovere? Se il percorso per lo svolgimento del proprio dovere è corretto, se la direzione e l’intenzione sono corrette, se l’origine e i principi sono corretti, se questi aspetti sono corretti, allora il dovere che si è svolto è adeguato. Molti lo capiscono in teoria, ma vanno in confusione quando accade loro effettivamente qualcosa. Per riassumere, vi rivelerò un principio: quando affrontate le situazioni, non agite in modo arbitrario e unilaterale. Perché non potete agire così? Primo, perché agire in questo modo non è in linea con i principi dello svolgimento del dovere. Secondo, perché un dovere non è una tua faccenda privata; non lo stai compiendo per te stesso, non stai portando avanti un’impresa personale, non si tratta dei tuoi affari personali. Nella casa di Dio, qualunque cosa tu faccia, non ti stai dedicando a un’iniziativa personale; è l’opera della casa di Dio, è l’opera di Dio. Devi tenere sempre presente tale conoscenza e consapevolezza e dire: “Questa non è una faccenda privata; sto svolgendo il mio dovere e adempio alle mie responsabilità. Sto svolgendo l’opera della chiesa. È un compito che Dio mi ha affidato e lo sto facendo per Lui. È il mio dovere, non una mia faccenda privata”. Questa è la prima cosa che le persone dovrebbero capire. Se tratti un dovere come un affare personale, se non ricerchi le verità principi nell’agire e lo esegui in base alle tue motivazioni, alle tue opinioni e ai tuoi obiettivi personali, sarai piuttosto incline a commettere errori. Quindi, in che modo dovresti agire, se operi una distinzione molto netta tra il tuo dovere e i tuoi affari personali e sei consapevole che si tratta di un dovere? (Ricercare ciò che Dio chiede e ricercare i principi.) Giusto. Se ti succede qualcosa e non comprendi la verità, se ne hai una vaga idea ma le cose non ti sono ancora chiare, allora devi trovare fratelli e sorelle che capiscano la verità con cui condividere; questo è ricercare la verità e, prima di ogni altra cosa, questo è l’atteggiamento che dovresti avere nei confronti del tuo dovere. Non dovresti prendere le decisioni in base a ciò che ritieni appropriato, per poi battere il martelletto e dichiarare il caso chiuso: questo porta facilmente a dei problemi. Un dovere non è un affare personale; per più o meno importanti che siano, le questioni della casa di Dio non sono affari personali di nessuno. Fintanto che ha a che fare con il dovere, allora non è una tua questione privata, non è un tuo affare personale: riguarda la verità e il principio. Qual è dunque la prima cosa che dovreste fare? Ricercare la verità e ricercare i principi. Se non comprendete la verità, dovete prima ricercare i principi; se invece comprendete già la verità, individuare i principi sarà facile. Che cosa dovresti fare se non comprendi i principi? Esiste un modo: puoi condividere con coloro che capiscono. Non dare sempre per scontato di comprendere ogni cosa e di avere sempre ragione; questo è un metodo infallibile per commettere errori. Di che tipo di indole si tratta quando vuoi sempre avere l’ultima parola? Di arroganza e presunzione, di condotta arbitraria e unilaterale. Alcuni pensano: “Ho ricevuto un’istruzione universitaria, sono più colto di voi, ho la comprensione abilità, tutti voi avete una scarsa statura e non capite la verità, perciò dovreste ascoltare qualunque cosa io dica. Soltanto io posso prendere le decisioni!” Com’è questa visione? Se hai questo tipo di idea, finirai nei guai; non adempirai mai bene i tuoi doveri. Come puoi svolgerli bene se vuoi sempre essere colui che ha l’ultima parola, senza una collaborazione armoniosa? Svolgere i tuoi doveri in questo modo non ti permetterà assolutamente di raggiungere lo standard. Perché dico questo? Vuoi sempre forzare gli altri e far sì che ti ascoltino; non recepisci nulla di ciò che dice chiunque altro. Questo è un comportamento prevenuto e ostinato, oltre che arrogante e presuntuoso. In questo modo, non solo non riuscirai a adempiere bene i tuoi doveri, ma impedirai anche agli altri di farlo. Questa è la conseguenza di un’indole arrogante. […] Alcuni hanno un’indole arrogante e presuntuosa; non sono disposti a condividere sulla verità e vogliono sempre avere l’ultima parola. Qualcuno di così arrogante e presuntuoso può forse collaborare armoniosamente con gli altri? Dio richiede alle persone di collaborare armoniosamente durante lo svolgimento del dovere per eliminare la loro indole corrotta, per aiutarle a imparare la sottomissione alla Sua opera mentre svolgono il dovere, e per liberarle della loro indole corrotta, raggiungendo così uno svolgimento adeguato del dovere. Rifiutarti di collaborare con gli altri e voler agire in modo arbitrario e unilaterale, facendo sì che tutti ti ascoltino: è forse questo l’atteggiamento che dovresti avere verso il tuo dovere? Il tuo atteggiamento verso lo svolgimento del dovere è legato al tuo ingresso nella vita. A Dio non interessa quello che ti succede ogni giorno, quanto lavoro svolgi, o quanto ti impegni: quello che Lui guarda è il tuo atteggiamento verso queste cose. E a cosa si collega il tuo atteggiamento verso queste cose e il modo in cui le fai? Al fatto che tu persegua o meno la verità, nonché al tuo ingresso nella vita. Dio guarda il tuo ingresso nella vita, il cammino che percorri. Se percorri la via del perseguimento della verità e hai accesso alla vita, sarai in grado di collaborare in armonia con gli altri nello svolgimento del tuo dovere, e svolgerai facilmente il tuo dovere a un livello adeguato. Se invece, nello svolgimento del tuo dovere, ribadisci costantemente che possiedi un capitale, che padroneggi il tuo ambito lavorativo, che hai esperienza, che tieni in considerazione le intenzioni di Dio e persegui la verità più di chiunque altro, e se poi pensi che per queste ragioni l’ultima parola spetti a te e non discuti nulla con gli altri, detti sempre legge, porti avanti un’impresa personale e vuoi sempre essere “il più bello tra i fiori”, allora ti trovi forse sul cammino dell’ingresso nella vita? No, questa è ricerca di prestigio, è percorrere il sentiero di Paolo, non quello dell’ingresso nella vita.
La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Qual è l’adeguato assolvimento del proprio dovere?”
Come dovresti gestire le difficoltà che incontri mentre svolgi il tuo dovere? Il modo migliore per tutti è ricercare la verità insieme per risolvere un problema e raggiungere un’opinione unanime. Finché comprendi i principi, saprai cosa fare. Questo è il modo ottimale per risolvere i problemi. Se non ricerchi la verità per risolvere un problema e agisci solo in base alle tue nozioni e fantasie personali, allora non stai svolgendo il tuo dovere. Che differenza c’è tra questo e lavorare nella società dei non credenti o nel mondo di Satana? La casa di Dio è governata dalla verità e da Dio. Qualunque problema si presenti, si deve cercare la verità per risolverlo. Per quante differenti opinioni ci siano o per quanto possano essere diverse tra loro, tutte devono essere espresse e si deve condividere al riguardo. Poi, dopo aver raggiunto un’opinione unanime, si dovrebbe agire secondo principi. In tal modo, non solo riesci a risolvere il problema, ma puoi anche praticare la verità e compiere bene il tuo dovere. Puoi anche realizzare un’armoniosa cooperazione durante il processo di risoluzione del problema. Se tutti coloro che svolgono il loro dovere amano la verità, allora è facile per loro accettarla e sottomettersi a essa; ma se sono arroganti e presuntuosi, allora non è facile per loro accettarla, neanche quando le persone condividono su di essa. Ci sono alcuni che non comprendono la verità, eppure vogliono sempre che gli altri li ascoltino. Persone così non fanno che disturbarne altre che stanno svolgendo il loro dovere. Questa è l’essenza del problema, e va risolta perché si possa fare bene il proprio dovere. Se, nello svolgere il proprio dovere, si è sempre arroganti e ostinati, decidendo sempre da soli, facendo ogni cosa con noncuranza e a proprio piacimento, senza cooperare o discutere le cose con gli altri e senza cercare le verità principi, che tipo di atteggiamento verso il proprio dovere è questo? È possibile compierlo bene in questo modo? Se una persona del genere non accetta mai di essere potata, non accetta affatto la verità e continua ancora a fare le cose a modo suo, in modo avventato e come più le piace, senza pentirsi o cambiare, allora non è solo un problema di atteggiamento, ma anche un problema che concerne la sua umanità e il suo carattere. Si tratta di un individuo privo di umanità. Chi non ha umanità può compiere bene il suo dovere? Ovviamente no. Se, nello svolgimento del suo dovere, una persona si spinge addirittura a compiere ogni sorta di atti oltraggiosi e disturba il lavoro della chiesa, allora è una persona malevola. Chi è così non è adatto a svolgere il suo dovere. Nell’assolvere il suo dovere, arreca solo disturbo e danno, e fa più male che bene, perciò dovrebbe essere interdetto dallo svolgimento del dovere e allontanato dalla chiesa. Ecco perché la capacità di svolgere bene il proprio dovere non dipende esclusivamente dalla levatura di una persona, ma soprattutto dall’atteggiamento che ha verso il suo dovere, dal suo carattere, dal fatto che la sua umanità sia buona o cattiva e dal fatto che sia capace di accettare la verità. Questi sono i punti fondamentali.
La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Adempiere bene il proprio dovere richiede un’armoniosa cooperazione”
È necessario imparare come gestire la situazione quando le persone hanno problemi a cooperare con altre mentre svolgono il loro dovere. Qual è il principio per gestirle? Quale effetto si dovrebbe ottenere? Imparate a collaborare in armonia con tutti e a interagire con gli altri secondo la verità, la parola di Dio e i principi, non in base a sentimenti e irruenza. In tal modo non regnerà forse la verità nella chiesa? Se regna la verità, le cose non saranno forse gestite in maniera equa e ragionevole? Non vi sembra che la collaborazione armoniosa sia di beneficio per tutti? (Sì, lo è.) Fare le cose in questo modo è di grande beneficio per voi. Prima di tutto, è decisamente edificante e utile per voi mentre svolgete il vostro dovere. Per di più vi impedisce di commettere errori, di provocare intralci e disturbi e di intraprendere il cammino degli anticristi. Avete paura di percorrere il cammino di un anticristo? (Sì.) La paura è utile, da sola? No; la paura, da sola, non può risolvere il problema. È normale avere paura di percorrere il cammino di un anticristo. Dimostra che si ama la verità, che si è intenzionati a lottare in direzione della verità e a perseguirla. Se siete intimamente spaventati, allora dovreste ricercare la verità e trovare la via di pratica. Dovete per prima cosa imparare a collaborare con gli altri in armonia. Se emerge un problema, risolvetelo con la comunione e la discussione, in modo che tutti possano conoscere i princìpi, nonché il ragionamento e il metodo specifico per risolverlo. Questo non ti preserva forse dal prendere decisioni da solo? Inoltre, se hai un cuore che teme Dio sarai naturalmente in grado di accogliere l’esame da parte di Dio, ma devi anche imparare ad accettare la supervisione da parte dei prescelti di Dio, e questo richiede da parte tua tolleranza e accettazione. Se vedi qualcuno che ti supervisiona, che ispeziona il tuo lavoro o che ti controlla a tua insaputa, e se diventi irruento, lo tratti come un nemico e lo disprezzi, arrivando addirittura ad attaccarlo e a trattarlo come un traditore, desiderando che scompaia, allora sei nei guai. Non è forse estremamente vile? Che differenza c’è tra chi fa questo e un re diavolo? Questo è forse trattare le persone in modo equo? Se percorri la retta via e agisci nel modo giusto, cos’hai da temere se qualcuno ti controlla? Se hai paura, vuol dire che c’è qualcosa nascosto nel tuo cuore. Se in cuor tuo sai di avere un problema, allora dovresti accettare il giudizio e il castigo di Dio. Questo è ragionevole. Se sai di avere un problema ma non permetti a nessuno di supervisionarti, di ispezionare il tuo lavoro o di indagare sul tuo problema, allora sei altamente irragionevole, ti stai ribellando e opponendo a Dio e, in questo caso, il tuo problema è ancora più grave. Se i prescelti di Dio scoprono che sei una persona malevola o un miscredente, le conseguenze saranno ancora più gravi. Pertanto, coloro che sono in grado di accettare la supervisione, l’esame e l’ispezione da parte degli altri sono i più ragionevoli di tutti, hanno tolleranza e una normale umanità. Quando scopri di star facendo qualcosa di sbagliato o rivelando un’indole corrotta, se sei in grado di aprirti e di comunicare con le persone, questo aiuterà chi ti circonda a tenerti d’occhio. È certamente necessario accettare la supervisione, ma la cosa principale è pregare Dio e affidarsi a Lui, sottoponendosi a un esame costante. Soprattutto quando hai intrapreso la strada sbagliata o hai fatto qualcosa di sbagliato, o quando stai per agire o decidere qualcosa da solo, e qualcuno intorno te lo fa notare e ti avverte, devi accettarlo e affrettarti a riflettere su te stesso, ad ammettere il tuo errore e a correggerlo. Questo può impedirti di intraprendere il cammino di un anticristo. Se c’è qualcuno che ti aiuta e ti mette in guardia in questo modo, non ti sta forse proteggendo senza che tu te ne renda conto? È così: questa è la tua protezione. Pertanto, non dovresti sempre stare in guardia contro i tuoi fratelli e sorelle, o le persone intorno a te. Non camuffarti e non nasconderti sempre, non permettendo agli altri di capirti o di vedere chi sei. Se il tuo cuore è sempre in guardia contro gli altri, questo comprometterà la tua ricerca della verità, e sarà facile che tu ti perda l’opera dello Spirito Santo, così come molte opportunità di essere perfezionato.
La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Adempiere bene il proprio dovere richiede un’armoniosa cooperazione”
Cosa bisogna fare per svolgere bene il proprio dovere? Bisogna arrivare a compierlo con tutto il cuore e con tutta l’energia. Usare tutto il cuore e tutta l’energia significa dedicare ogni pensiero allo svolgimento del proprio dovere e non lasciarsi distrarre da nient’altro, e poi utilizzare l’energia che si ha, esercitare la totalità del proprio potere e portare la propria levatura, i propri doni, le proprie forze e ciò che si è compreso a influire sull’incarico. Se hai la capacità di comprendere e capire, e hai una buona idea, devi comunicarla agli altri. Questo è ciò che significa collaborare in armonia. È così che svolgerai bene il tuo dovere, che otterrai un rendimento soddisfacente nell’assolverlo. Se vuoi sempre occuparti di tutto, se vuoi sempre compiere grandi cose da solo, se vuoi sempre essere tu al centro dell’attenzione e non altri, stai forse svolgendo il tuo dovere? Il tuo comportamento si definisce autocrazia; è mettere in scena una farsa. È un comportamento satanico, non è lo svolgimento del tuo dovere. Nessuno, indipendentemente dalle sue forze, dai suoi doni o dai suoi talenti speciali, può farsi carico di tutto il lavoro da solo; se si vuole svolgere adeguatamente il lavoro della chiesa, bisogna imparare a collaborare in armonia. Ecco perché la collaborazione armoniosa è un principio di pratica riguardante lo svolgimento del dovere. Fintanto che ci metti tutto il tuo cuore, la tua energia e la tua lealtà, e offri tutto ciò di cui sei capace, stai svolgendo bene il tuo dovere. Se hai un pensiero o un’idea, condividili con gli altri; non tenerteli per te e non nasconderli – se hai dei suggerimenti, offrili; di chiunque sia un’idea, se è conforme alla verità va accettata e seguita. Comportati così, e avrai ottenuto una collaborazione armoniosa. Questo è ciò che significa svolgere lealmente il proprio dovere. Nello svolgimento del tuo dovere, non ti è richiesto di farti carico di ogni cosa da solo, né di lavorare fino allo sfinimento, e nemmeno essere “l’unico fiore sbocciato” o un cane sciolto; piuttosto, ti è richiesto di apprendere come collaborare con gli altri in armonia, e di fare tutto ciò che puoi, adempiere le tue responsabilità e utilizzare tutta la tua energia. Questo è ciò che significa svolgere il tuo dovere. Svolgere il tuo dovere significa impiegare tutto il potere e la luce di cui disponi per ottenere un risultato. È sufficiente questo. Non cercare di metterti sempre in mostra o di dire sempre cose altisonanti, di fare le cose da solo. Dovresti imparare come si lavora con gli altri, concentrarti di più sull’ascoltare i loro suggerimenti e sullo scoprire i loro punti di forza. In questo modo, collaborare in armonia diventa facile. Se cerchi costantemente di metterti in mostra e di avere l’ultima parola, non stai collaborando in armonia. Che cosa stai facendo? Stai creando disturbo e indebolisci gli altri. Creare disturbo e sminuire gli altri significa interpretare il ruolo di Satana; non è svolgere il proprio dovere. Se ti comporti sempre in modo da creare disturbo e indebolire gli altri, allora, per quanti sforzi tu compia o quanta premura tu abbia, Dio non Se ne ricorderà. Potrai forse avere poca forza, ma se sei capace di lavorare insieme ad altre persone e sei in grado di accettare suggerimenti appropriati, e se hai le giuste motivazioni e sai tutelare il lavoro della casa di Dio, allora sei una persona giusta. A volte riesci a risolvere un problema e a portare beneficio a tutti con una sola frase; a volte, dopo che hai tenuto condivisione in merito a un’unica affermazione della verità, tutti hanno un percorso da praticare, sono in grado di lavorare insieme in armonia, si impegnano in direzione di un obiettivo comune e condividono gli stessi punti di vista e opinioni, e così il lavoro è particolarmente efficace. Anche se forse nessuno ricorderà che hai svolto questo ruolo, e anche se forse non avrai la sensazione di aver fatto un grande sforzo, Dio vedrà che sei una persona che pratica la verità, che agisce in conformità ai principi. Ricorderà che l’hai fatto. È questo che si definisce svolgere il proprio dovere lealmente. Non importa che difficoltà hai nell’assolvere il tuo dovere: tutte possono essere facilmente risolte. Purché tu sia una persona onesta con un cuore incline a Dio, e sia in grado di ricercare la verità, non c’è problema che non si possa risolvere. Se non capisci la verità, allora devi imparare a obbedire. Se c’è qualcuno che capisce la verità o parla conformemente alla verità, devi accettarlo e obbedire. Mai e poi mai dovresti fare cose che arrecano disturbo o danno, e non agire o prendere decisioni da solo. In questo modo, non farai alcun male. Devi ricordare che svolgere il tuo dovere non è questione di intraprendere un’impresa o una gestione tutte tue. Non è il tuo lavoro personale, ma il lavoro della chiesa, e tu contribuisci soltanto con i punti di forza che hai. Ciò che fai all’interno dell’opera di gestione di Dio è solo una piccola parte della cooperazione dell’uomo. Il tuo è solo un ruolo minore e marginale. Questa è la responsabilità che sostieni. Nel tuo cuore dovresti possedere questa ragionevolezza. Perciò, indipendentemente dal numero di persone che svolgono i loro doveri insieme o da quali difficoltà incontrino, la prima cosa che tutti dovrebbero fare è pregare Dio e riunirsi in comunione, cercare la verità e poi determinare quali siano i principi della pratica. Quando svolgono i loro doveri in questo modo, avranno un cammino di pratica.
La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Adempiere bene il proprio dovere richiede un’armoniosa cooperazione”
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