Tema 8: Vogliono che gli altri si sottomettano solo a loro, non alla verità o a Dio (Parte prima)

Supplemento: Analisi dei problemi che emergono nella trascrizione dei sermoni

Ho sentito alcune persone sottolineare il fatto che i trascrittori hanno rimosso le storie dall’inizio degli ultimi sermoni, lasciando solo il contenuto formale dei sermoni che le seguivano. Ma è davvero così? Quali storie sono state separate dai sermoni che le seguivano? (Storia di Dabao e Xiaobao, Storia di Daming e Xiaoming e Una discussione sul capitale: “Lascia che sia!”) Queste tre storie sono state disgiunte dal contenuto del sermone, ma perché? Per quale ragione? A quanto pare, i trascrittori hanno ritenuto che le storie precedenti non fossero in linea con il contenuto dei sermoni che seguivano, dunque le hanno divise. Un atto giustificabile? Questo è ciò che hanno fatto i trascrittori. Sono stati troppo arroganti e presuntuosi a estrapolare le storie e inserirle in capitoli separati, senza alcun contenuto sermonale. Direste che da ciò sia conseguito qualcosa di buono o di cattivo? Inoltre, siete dell’idea che la storia raccontata prima debba integrarsi ed essere in linea con il sermone che la segue? È davvero necessario? (No.) Dunque, perché coloro i quali hanno trascritto i sermoni hanno travisato in quel modo il compito? Come potevano essere convinti di ciò? Qual è il problema qui? Loro hanno pensato: “Le storie che Tu racconti sono fuori tema. Le selezionerò io per Te e, quando le distribuirò, non le metterò insieme. I sermoni sono i sermoni: lasciamo che siano coerenti l’uno rispetto all’altro. Il contenuto delle storie che precedono non deve interferire con il contenuto dei sermoni. Devo selezionarle io per Te, perché Tu da solo non capisci il problema”. È questa una buona intenzione? Da dove proviene questa loro buona intenzione? Deriva da nozioni umane? (Sì.) Quando Io predico, devo considerare tutto in modo così esteso? Ogni storia che racconto deve essere in linea con il contenuto che segue? (No.) Non serve; quella si chiama regola, nozione. Quali errori hanno commesso i trascrittori? (Fare cose in base alle loro nozioni e fantasie.) Cos’altro? (Agire incautamente e arbitrariamente.) La natura di questo genere di comportamento è che è un po’ incauta e arbitraria; i loro cuori non temono Dio. Sarà anche ragionevole, ma devia comunque dall’essenza della questione. Quando loro hanno trascritto i sermoni, quali sono stati l’atteggiamento e il punto di vista che hanno usato per considerare tutto ciò che Dio ha detto? Che fossero storie o sermoni, quale atteggiamento hanno adottato e da quale prospettiva hanno considerato e ascoltato le cose che sono state dette? (Dalla prospettiva della conoscenza e della cultura.) Esatto. Vedere le storie raccontate e il contenuto dei sermoni dal punto di vista della conoscenza darà origine a questo problema. Essi credono che, quando Io pronuncio un sermone, indipendentemente dalla sezione di cui desidero parlare, il contenuto debba seguire una sequenza, ogni frase debba essere logica e conformarsi alle nozioni di tutti e ogni sezione debba avere una rigorosa finalità. Misurano i Miei sermoni in base a questa nozione. Ciò mostra una mancanza di comprensione spirituale? (Sì.) Proprio così! Usare la logica e l’inferenza per trattare dal punto di vista della conoscenza ciò di cui Io ho parlato significa commettere un grave errore. Sto condividendo la verità, non sto costruendo discorsi; questo punto deve esserti chiaro. Chi di voi ha ascoltato i sermoni agli incontri e successivamente ha riascoltato i sermoni che loro hanno trascritto ha notato punti o cose importanti che allora erano stati citati ma che loro hanno rimosso? È successa una cosa del genere? Magari vi è capitato di aver ascoltato, durante l’incontro, un passaggio molto commovente e molto edificante, e successivamente avete scoperto, ascoltando la registrazione del sermone, che quel passaggio mancava; era stato rimosso. Vi è successo? Se non avevate ascoltato attentamente, potreste non esservene accorti, dunque accertatevi di prestare attenzione in futuro. Una volta a Me è capitato di avere ascoltato una registrazione e, nel punto in cui avevo appena cominciato a discutere delle varie manifestazioni degli anticristi, elencandole dalla uno alla quindici, loro avevano rimosso i chiarimenti e le spiegazioni che Io avevo fornito nel dettaglio per ciascuna di esse, limitandosi invece a elencare la prima manifestazione, la seconda, la terza e così via. Ogni manifestazione era esposta in modo molto rapido, una dopo l’altra, molto più velocemente di quanto un insegnante spieghi la lezione. La maggior parte delle persone che non avevano sentito il sermone prima e che non lo conoscevano non avrebbe avuto spazio per riflettere durante l’ascolto. Se avessero voluto ascoltare attentamente, avrebbero dovuto mettere spesso in pausa, ascoltare una frase e prendere appunti in fretta e furia, riflettere sul significato della frase e poi far ripartire la frase successiva. Diversamente, il ritmo sarebbe stato troppo veloce e loro non sarebbero riusciti a tenere il passo. Questo è stato un grave errore commesso da chi ha editato le registrazioni dei sermoni. Il sermone è una conversazione, una discussione. Qual è il loro contenuto? I sermoni trattano varie verità e i diversi stati delle persone; in tutti i sermoni si parla di verità. Dunque questi contenuti che trattano la verità sono facili da accettare e capire per le persone, oppure richiedono considerazione, riflessione ed elaborazione mentale prima che si possano gradualmente dare delle risposte? (Richiedono considerazione, riflessione ed elaborazione mentale.) Ciò detto, dunque, a quale velocità dovrebbe procedere chi pronuncia il sermone? Funzionerebbe se parlasse a mitraglia? (No.) Se parlasse come un insegnante che spiega la lezione? (No.) Come qualcuno che pronuncia un discorso? (No.) Non andrebbe assolutamente bene. Durante il sermone deve esserci spazio per domande e risposte, per la contemplazione, dev’esserci tempo perché le persone possano rispondere: questo è il ritmo giusto. Loro hanno trascritto i sermoni senza capire questo principio; ciò mostra forse una mancanza di comprensione spirituale? (Sì.) Effettivamente mancano di comprensione spirituale. Il loro pensiero è stato: “Le cose di cui Tu parli le ho già sentite. Dopo averle sentite una volta, ne ricordo l’essenziale e so di che cosa stai parlando. Utilizzando la mia esperienza e le eccellenti abilità che ho acquisito editando spesso le registrazioni dei sermoni, procederò in questo modo e accelererò il ritmo”. L’accelerazione non è sembrata un gran problema di per sé, ma quale effetto ha sulla trascrizione del sermone? Il sermone diventa un saggio. E, quando diventa un saggio, non si ha più la sensazione che dà ascoltarlo di persona; può avere lo stesso effetto? Una differenza sicuramente c’è. Questa differenza lo migliora o lo peggiora? (Lo peggiora.) Esatto. Le persone che mancano di comprensione spirituale agiscono di propria iniziativa e si credono più intelligenti. Pensano di essere istruite, capaci, dotate e brillanti, ma finiscono col fare cose irragionevoli. Non è così? (Sì.) Nei Miei sermoni, perché vi pongo talvolta delle domande? Alcune persone rispondono: “Forse temi che potremmo assopirci”. È per quello? Perché a volte parlo di altri argomenti, vado fuori tema e passo a cose leggere e gioiose? È per farvi rilassare, per lasciare spazio alla contemplazione. Questo vi permette anche di avere una comprensione più ampia di un certo aspetto della verità, in modo tale da non limitare la vostra comprensione alle parole, al significato letterale, alle dottrine o alla struttura grammaticale: non deve essere limitata a questo. Dunque a volte parlo di altre cose; a volte faccio battute per alleggerire l’atmosfera, ma in realtà il Mio intento è principalmente quello di ottenere un certo risultato: questo dovrebbe esservi chiaro.

Vedi, quando un pastore religioso tiene un sermone, è ritto in piedi sul pulpito e parla soltanto di quei noiosi argomenti che non hanno la minima attinenza con la vita reale delle persone, con i loro stati mentali o con i loro problemi. Sono tutte parole morte e dottrine. Il pastore non dice altro che qualche bella parola e urla slogan privi di sostanza. Annoia gli ascoltatori, che non ne traggono nulla. Alla fine, si crea una situazione in cui il pastore parla dall’alto, mentre in basso nessuno presta attenzione; non esiste interazione di alcun tipo. Non sta sprecando fiato il pastore? I pastori pronunciano i sermoni in questo modo soltanto perché ci devono campare, soltanto per una mera questione di sopravvivenza; non considerano i bisogni della loro congregazione. Per quanto riguarda noi oggi, quando teniamo un sermone, lo scopo non è celebrare una cerimonia religiosa o portare a termine un qualche compito, bensì quello di ottenere diversi risultati. Per conseguire risultati, va preso in considerazione ogni aspetto: i bisogni di ogni genere di persone, le loro nozioni, le fantasie e gli stati, nonché i loro punti di vista. Va inoltre tenuto conto della misura in cui persone di ogni estrazione sociale sono in grado di accettare il linguaggio utilizzato. Quelle istruite e amanti del linguaggio formale hanno l’esigenza di sentire alcuni termini letterari che siano relativamente rispettosi della grammatica e della logica: questi sono in grado di comprenderli. Poi ci sono alcune persone ordinarie, appartenenti a classi sociali più basse, che non hanno dimestichezza con questo linguaggio formale; dunque Io che cosa dovrei fare? Devo utilizzare un linguaggio un po’ colloquiale. In passato non lo usavo molto, ma negli anni l’ho imparato un po’ e adesso mi capita perfino di uscirMene con proverbi in due parti o di fare battute. In questo modo, dopo avere ascoltato, tutti hanno la sensazione che ogni cosa di cui parlo sia più semplice da capire, a prescindere dalla classe sociale alla quale appartengono, e che li riguardi più da vicino. Ma se tutto il linguaggio fosse colloquiale, il contenuto del sermone non risulterebbe abbastanza profondo, dunque deve essere combinato con un linguaggio piuttosto formale, tutto espresso nel linguaggio della vita quotidiana; solo a quel punto potrà soddisfare lo standard minimo. Quando si comincia a utilizzare la lingua colloquiale, pronunciare espressioni come “era solo per dire”, “tipo,” “cioè” e così via, ed eccedere nel loro utilizzo, può incidere sulla misura in cui viene comunicata la verità. D’altro canto, se il linguaggio utilizzato fosse tutto formale, tutto espresso in modo estremamente ordinato e strutturato, rispettando la logica grammaticale e ragionando passo passo, senza il minimo errore, come a recitare un componimento o leggere un testo, come se tutto fosse un copione già scritto dal principio alla fine, parola per parola, finanche nei segni di interpunzione, pensate che funzionerebbe? Sarebbe troppo problematico, Io non ho l’energia per farlo. Questo è un aspetto. Inoltre, a prescindere dal livello di istruzione, tutti mostrano vari aspetti della propria umanità e queste espressioni di umanità sono correlate alla vita reale. La vita reale, a sua volta, è inscindibile dal linguaggio della vita di tutti i giorni; è inscindibile dal tuo ambiente di vita. Quest’ultimo è pervaso da questo tipo di linguaggio quotidiano, mischiato ad alcuni termini colloquiali, più qualche termine semplice dal gusto vagamente letterario. Questo basta; sostanzialmente copre e include tutto ciò di cui occorre tenere conto. A prescindere dall’età, dal livello di istruzione o dalle conoscenze in loro possesso, fondamentalmente tutti riescono a coglierlo, a capirlo; non si annoieranno e non avranno la sensazione che vada oltre la loro portata. Questo è ciò che la condivisione e la pronuncia di sermoni devono considerare, tenendo conto di tutti gli aspetti delle esigenze delle persone. Se un sermone deve conseguire un risultato, tu devi considerare tutti questi aspetti: ritmo del discorso, scelta delle parole e modo di espressione. Inoltre, quando si sta articolando qualcosa e si sta condividendo su un aspetto della verità, quand’è che è stato trasmesso pienamente? Quand’è che non è abbastanza completo? Quali aspetti andrebbero aggiunti? Vanno presi in considerazione tutti questi elementi. Se tu neanche li consideri, allora la tua capacità di pensiero ha una grave carenza. Dove altri pensano in due dimensioni, tu devi saperlo fare in tre. Devi avere una visione più completa e accurata degli altri, devi essere in grado di avere una visione chiara di qualsiasi genere di problema e altresì cogliere le verità principi coinvolte. In questo modo, tutti gli aspetti di un’indole corrotta a cui l’uomo riesce a pensare o che può esprimere o rivelare, nonché gli stati coinvolti, sono sostanzialmente inclusi e possono essere compresi da tutti. Anche i trascrittori devono essere in possesso di questa levatura e questo modo di pensare? Se non li possiedono, invece di basarsi sempre sulle conoscenze che hanno acquisito per sintetizzare il fulcro di un sermone, la sua idea centrale, il nucleo di ogni sezione, fanno come i cinesi quando studiano i testi letterari. L’insegnante prima mostra loro tutto il testo, poi lo legge attentamente. Nella prima lezione formale, l’insegnante parla del nucleo del primo paragrafo, introduce il nuovo lessico e tratta la grammatica in questione. Dopo avere studiato tutte le sezioni, tu devi ancora memorizzarle e infine formulare frasi con il nuovo lessico e capire l’idea centrale del testo nonché l’intento che aveva l’autore scrivendo. In questo modo, avrai una comprensione completa di ciò che il testo cercava di trasmettere. Tutti hanno studiato queste cose, tutti le conoscono ma, se tu le applichi alla trascrizione di un sermone, il risultato sarà troppo elementare. Ti spiego: se scrivi un saggio, quelle cose puoi usarle; sono le basi della scrittura. Ma se applichi questo modo di ragionare, questa teoria, questo metodo alla trascrizione di un sermone, non potresti forse sbagliarti? Certo che sì. Tu non sai perché ti voglio raccontare questa storia, non cerchi di capire la verità che dovresti capire da questa storia: questo è un errore. Inoltre, tu riesci a comprendere la verità sia nella storia sia nel contenuto del sermone? Se non ci riesci, sei privo di comprensione spirituale. Quali qualifiche dovrebbe avere possibilmente, per trascrivere sermoni, una persona priva di comprensione spirituale?

Perché voi tutti pensate che Io racconti le storie? I trascrittori dei sermoni non sanno perché, quindi aggiungono i propri punti di vista. Credono che, se Io voglio raccontare storie, la storia debba essere in linea con il contenuto che segue: non sanno perché Io racconto storie. Neanche voi lo sapete, vero? Visto che non lo sapete, ve lo spiego Io perché. Dagli inizi a oggi, ho spiegato le varie manifestazioni degli anticristi una decina di volte circa, trattandone soltanto la metà. Se esaurissi tutto il contenuto in una volta, poi l’argomento diventerebbe piuttosto noioso, no? Se fossi entrato subito nel merito delle cose ogni volta che abbiamo cominciato, prima facendo ripassare a tutti ciò che avevamo trattato la volta precedente, quindi cominciando a parlare, con tutti voi impegnati a prendere freneticamente appunti, a scrivere e scrivere, e lottare per tenere gli occhi aperti, e se Io poi facessi riassumere a tutti una volta che ho terminato, con tutti che si sfregano gli occhi, che sfogliano e recitano il contenuto condiviso oggi e, quando sembrava che tutti più o meno lo ricordassero, Io avessi detto: “Per oggi è tutto, prendiamo le nostre cose, e riprenderemo il discorso la prossima volta”, allora tutti rimarrebbero un po’ delusi: “A ogni incontro si parla sempre di queste cose, è sempre questo stesso schema; il contenuto è troppo lungo e arido”. Oltretutto, la condivisione sulla verità deve essere multisfaccettata, vale a dire che le persone devono progredire simultaneamente in tutti gli aspetti della verità. È come l’ingresso nella vita di una persona: bisogna crescere in termini di conoscenza di sé, cambiamento di indole, conoscenza di Dio, consapevolezza dei propri diversi stati, e umanità, conoscenze e tutti gli altri aspetti; tutti devono progredire di pari passo. Se nell’arco di questo tempo Io parlassi limitandomi a discernere le varie manifestazioni degli anticristi, le persone potrebbero mettere da parte altri aspetti della verità e penserebbero tutto il giorno: “Chi sembra un anticristo? Io sono un anticristo? Quanti ne ho di loro attorno a me?” Questo atteggiamento inciderà sul loro ingresso in altri aspetti della verità. Dunque Io rifletto su come il contenuto del sermone possa includere una verità in più, così che le persone possano cogliere un’ulteriore verità; ovvero, quando tratto l’argomento “Smascherare gli anticristi”, le persone sono incidentalmente in grado di capire anche qualche altro aspetti. Il risultato di un sermone di questo tipo è migliore, no? (Sì.) Per esempio, quando mangi un pasto semplice, a volte lo accompagni con una mela. Il frutto fornisce nutrimento supplementare, giusto? (Sì.) DimMi, è necessario che Io racconti storie? (Sì.) Questo è certo. Se non fosse necessario, perché le racconterei? Raccontare storie per discutere di certi argomenti leggeri e gioiosi consente alle persone di acquisire e guadagnare qualcosa in altri aspetti della verità. Questa è una buona cosa. Dopo aver finito di parlare di questi argomenti leggeri, torno all’argomento principale. Lo organizzo in modo appropriato. Che cosa mangi prima del pasto principale? (Uno stuzzichino.) Questo è uno stuzzichino. Gli stuzzichini sono molto gustosi di solito e stimolano l’appetito, giusto? Dunque, quando Io racconto una storia, tu da quella storia puoi guadagnare un aspetto della verità, approfondendo la tua conoscenza o la tua comprensione. Tutto perfetto. Certamente chi è privo di comprensione spirituale ascolta le storie solo in superficie, senza scorgere al loro interno la verità che dovrebbe essere colta. Non ha comprensione spirituale: su questo non si può fare nulla. Per esempio, ascoltando “Storia di Dabao e Xiaobao”, alcune persone ricordano soltanto che Dabao era cattivo e Xiaobao uno sciocco. Ricordano i nomi di Dabao e Xiaobao, ma non ricordano in quali circostanze l’uomo nella storia ha rivelato la sua indole corrotta, quale tipo di indole è stata rivelata, che cos’è in fondo questa indole o quale correlazione ha con la verità. Tu in quali situazioni riveleresti questo tipo di indole? Diresti quelle parole? Se affermi: “Io non direi quelle parole”, allora è un problema, perché dimostri di non avere compreso la verità. Alcuni dicono: “Potrei pronunciare quelle parole quando mi imbatto in certe situazioni, è una sorta di indole che emerge in un certo stato”. Una volta che lo sai, non avrai ascoltato questa storia invano. Dopo averla ascoltata, qualcuno dice: “Che genere di persona è Dabao? Addirittura bullizza e inganna un bambino piccolo. È vile! Io non ingannerei in quel modo un bambino”. Questa non è forse mancanza di comprensione spirituale? Costoro stanno solo parlando del fatto in sé, ma non capiscono la verità all’interno della storia che viene condivisa. Non sanno collegare la situazione a sé stessi; questo dimostra che non possiedono comprensione spirituale, hanno una grave mancanza di comprensione spirituale. I trascrittori di sermoni hanno questo problema. Non appena qualcosa implica la verità, alcune persone rivelano i punti di vista di un miscredente; non appena è coinvolta la verità, alcuni mancano di comprensione spirituale; non appena è coinvolta la verità, alcuni tendono a distorcere, altri diventano intransigenti, altri cattivi e altri ancora sviluppano un’avversione. Dunque quale indole hanno i trascrittori di sermoni? Come minimo sono arroganti e presuntuosi, agiscono di propria iniziativa, non capiscono e non cercano di capire. Non hanno nemmeno chiesto in proposito; hanno direttamente disgiunto le storie dal contenuto che seguiva. Loro pensano: “Questi sermoni mi sono stati dati da trascrivere, dunque io ho l’autorità per prendere questa decisione. Con un colpo d’ascia, taglierò le storie, ripulendole. È proprio così che tratterò i sermoni che Tu mi hai dato. Se non Ti sta bene, non servirTi di me”. Questo non è forse un atteggiamento arrogante e presuntuoso? Loro non sono in grado di cogliere la verità, non la capiscono. Non sanno quale sia il loro dovere né che cosa dovrebbero e non dovrebbero fare: non sanno nulla di tutto ciò. Le persone che non hanno comprensione spirituale sanno fare soltanto cose irragionevoli, cose disumane e prive di dignità, oltre a cose che violano le verità principi, credendosi più intelligenti e mancando di sottomissione. Le registrazioni dei Miei sermoni sono state date loro da trascrivere e, al di là delle opinioni o dei pensieri che essi avevano su come gestirle, non Mi hanno chiesto nulla. Questo non è forse un problema molto grave? (Sì.) Grave fino a che punto? (La sua natura è quella di manomettere le parole di Dio.) Ha qualcosa di questa natura.

Io racconto una storia, trattando un aspetto specifico della verità, e poi tengo sermoni su altri aspetti. Tengo conto del fatto che queste due cose siano o meno in linea? All’inizio devo tenerne conto, ma perché non ho insistito sulla necessità che questi due aspetti siano in linea? Ne sono consapevole? (Sì.) Allora perché questo è diventato un problema per i trascrittori del sermone? Io so che la storia che sto raccontando non ha alcuna correlazione con il sermone che segue. Loro ne sono consapevoli? No. Non hanno neanche considerato attentamente tale questione. Pensano: “Tu sei diretto dallo Spirito Santo; fin tanto che suona come la verità, va bene. Tu hai raccontato una storia quel giorno e successivamente hai discusso un contenuto specifico. Quale correlazione esiste fra queste due cose? Perché parlare in questo modo? Quale vantaggio si può trarre al termine del discorso? Tu non hai nessuna di queste risposte. Non va bene!” Innanzitutto, di che cosa parlo, come parlo e quale contenuto specifico tratto: dimMi, sono in uno stato di chiarezza mentale quando decido tutte queste cose? (Sì.) Sono senz’altro in uno stato di chiarezza mentale, non sono sicuramente in uno stato confuso; la Mia mente ha una linea di pensiero chiara. Se una persona è priva di comprensione spirituale, se non sa come ricercare la verità e analizza e classifica le cose alla cieca, pensando che sia giusto, allora non è forse un fariseo da manuale? Queste persone amano ascoltare soltanto grandi teorie vuote, e non amano ascoltare i sermoni reali e concreti. Il risultato è che non capiscono neanche la più superficiale delle verità. Questo denota una grave mancanza di comprensione spirituale! Senza un cuore che teme Dio, le persone saranno arroganti e presuntuose, crescendo con un’audacia spiccata; oseranno giudicare qualsiasi questione, pensando di capirla per intero. L’umanità corrotta è esattamente questo: ecco qual è la sua indole. Essere coraggiosi e agire incautamente è cosa buona o cattiva? (Una cosa cattiva.) Essere coraggiosi o timidi di fatto non conta; quel che importa è la presenza o meno di una qualche forma di timore verso Dio nel cuore delle persone. In futuro, quando ascolterete una registrazione del sermone, cercate di discernere se dalla trascrizione sono state rimosse cose fondamentali. A volte, gli atti che compiono questi miserabili privi di comprensione spirituale possono inavvertitamente causare disturbi e danni. Dicono che non sia una cosa deliberata: se non è deliberata, significa forse che la loro indole non è corrotta? È comunque un’indole corrotta. Su questo argomento, per ora, è tutto.

Supplemento:

I sogni di Xiaogang

Oggi inizierò di nuovo raccontando una storia. Siete interessati ad ascoltare storie? Se ne può trarre qualcosa? Nelle storie accadono delle cose, e tali cose contengono verità. I personaggi hanno degli stati, delle rivelazioni, delle intenzioni e un’indole corrotta. In realtà, questi aspetti sono presenti in tutte le persone, e sono collegati a ciascuno di noi. Se capisci e sai riconoscere queste cose nell’ambito di una storia, ciò dimostra che hai una comprensione spirituale. Alcuni dicono: “Tu dici che ho una comprensione spirituale: significa che sono una persona che ama la verità?” Non necessariamente; sono due cose diverse. Alcune persone hanno una comprensione spirituale ma non amano la verità. Si limitano a capire e nient’altro, non si confrontano con la verità e non la mettono in pratica. Alcune persone hanno una comprensione spirituale e, dopo aver ascoltato una storia, scoprono di avere gli stessi problemi e pensano a come accedere e a come cambiare andando avanti: queste persone hanno ottenuto i risultati desiderati. Oggi, quindi, continuerò a raccontare una storia. L’argomento è poco impegnativo e tutti saranno disposti ad ascoltarlo. In questi ultimi due giorni ho riflettuto su quale storia possa permettere alla maggior parte delle persone di acquisire qualcosa e di sentirsi edificate dopo averla ascoltata, una storia che sia anche in grado di imprimere profondamente in loro un aspetto della verità, oltre a consentire loro di metterlo in relazione con la realtà, nonché di trarne beneficio entrando in un aspetto della verità o correggendo un tipo di deviazione. Ho dimenticato di dare un nome all’ultima storia che ho raccontato, quindi oggi le daremo un nome. Come pensate che dovrebbe chiamarsi? (Doni speciali.) Tralasciamo la parola “speciale”; chiamiamola “Doni”. La parola “speciale” suona un po’ strana in questo caso, e le persone focalizzerebbero la loro attenzione su di essa. “Doni” ha un significato più ambiguo. Allora, che storia racconterò oggi? La storia di oggi si chiama “I sogni di Xiaogang”. “Xiao” significa “piccolo”, come tutti sapete, e “Gang”? (“Posto”.) Esatto. Sentendo questo nome, dovreste già intuire il contenuto della storia: dovreste quasi indovinarlo. Ora inizierò a raccontare la storia.

Xiaogang è un giovane entusiasta, studioso, diligente ed è anche piuttosto intelligente. Ama studiare, così apprende un certo numero di cose sulle tecnologie informatiche più diffuse e, nella casa di Dio, viene ovviamente incaricato di svolgere il suo dovere nel gruppo di montaggio video. Quando entra a far parte del gruppo di montaggio video, Xiaogang è molto felice e orgoglioso. Poiché è giovane e ha una buona padronanza di determinate tecnologie, crede che lavorare con i video sia la sua specialità, oltre che il suo hobby, e che possa mettere a frutto la sua competenza svolgendo qui il suo dovere, oltre a fare progressi in questo campo attraverso un percorso di apprendimento costante. Inoltre, la maggior parte delle persone che incontra qui sono giovani, gli piace molto l’atmosfera che si respira e si diverte a svolgere questo dovere. Così, si dedica ogni giorno al lavoro e studia seriamente. È così che Xiaogang si alza presto ogni giorno per cominciare a lavorare, a volte senza riposarsi fino a tarda notte. Xiaogang paga un prezzo alto per il suo dovere e patisce alcune avversità, ma naturalmente apprende anche una discreta quantità di conoscenze professionali pertinenti; sente che ogni giorno viene speso in modo proficuo. Inoltre, spesso Xiaogang condivide e partecipa alle riunioni con i fratelli e le sorelle, e sente che, da quando è venuto qui, ha compiuto maggiori progressi rispetto a quando credeva in Dio nella sua città natale: ora è cresciuto ed è in grado di intraprendere un lavoro. Si sente molto felice e soddisfatto. Quando ha cominciato a studiare tecnologia informatica, sperava che un giorno avrebbe lavorato con i computer, e ora il suo desiderio si è finalmente realizzato, quindi apprezza molto questa opportunità. Passa un po’ di tempo, e il lavoro e la posizione di Xiaogang non sono cambiati. Si attiene al suo compito, alle sue responsabilità e al suo dovere, e sembra più maturo di prima. Ha fatto anche dei progressi nel suo ingresso nella vita, durante le riunioni condivide spesso e prega leggendo le parole di Dio con i suoi fratelli e sorelle, e il suo interesse per la fede in Dio sta diventando sempre più forte. Si può anche dire che la fede di Xiaogang sta pian piano aumentando. Così, ha un nuovo sogno: “Sarebbe bello se potessi diventare una persona più utile lavorando al computer!”

Il tempo trascorre così, giorno dopo giorno, e Xiaogang continua a svolgere lo stesso dovere. In un’occasione gli capita di guardare un film che lo colpisce profondamente. Perché? Nel film c’è un giovane che ha la stessa età di Xiaogang, e lui ne ammira l’interpretazione, la recitazione, il modo di parlare e di comportarsi, diventando anche un po’ geloso. Dopo aver visto il film, di tanto in tanto immagina: “Sarebbe fantastico se fossi quel giovane del film. Ogni giorno sto davanti al computer per realizzare e caricare ogni tipo di video e, per quanto sia impegnato o stanco, o per quanto lavori duramente, rimango solo uno che lavora dietro le quinte. Chi potrà mai sapere quanto è duro il nostro lavoro? Se un giorno potessi apparire sul grande schermo come quel giovane ragazzo del film, e molte persone potessero vedermi e conoscermi, sarebbe fantastico!” Xiaogang guarda questo film più e più volte, così come tutte le diverse scene che coinvolgono quel giovane. Più lo guarda, più lo invidia, e in cuor suo si strugge sempre più, anelando a diventare un attore. Nasce così il nuovo sogno di Xiaogang. Qual è il suo sogno? “Voglio studiare recitazione e impegnarmi per diventare un attore professionista, apparire sul grande schermo, darmi un contegno come quel giovane e far sì che sempre più persone mi invidino e desiderino essere al mio posto”. Da quel momento Xiaogang inizia a lavorare per realizzare il suo sogno. Nel tempo libero, va su Internet ed esamina ogni tipo di materiale sulla recitazione. Guarda anche film e programmi televisivi di ogni tipo, osservando e imparando allo stesso tempo, mentre sogna di avere l’opportunità di diventare un attore. I giorni trascorrono così, uno dopo l’altro: Xiaogang studia per intraprendere la professione di attore pur mantenendo il suo posto di lavoro. Alla fine, grazie alla sua perseveranza e diligenza, Xiaogang padroneggia alcuni fondamenti della recitazione. Ha imparato a imitare, a parlare e a esibirsi davanti agli altri, e non ha più la benché minima ansia da palcoscenico. Le sue ripetute richieste gli fanno finalmente guadagnare un’opportunità: c’è un film che ha bisogno di un giovane per il ruolo di protagonista. Fin dall’audizione, il regista si rende conto che il suo aspetto, la sua classe e le sue capacità recitative di base sono all’altezza. Con un po’ di formazione in più, dovrebbe essere in grado di farcela. Alla notizia, Xiaogang è felicissimo e pensa tra sé e sé: “Finalmente posso passare da dietro le quinte a stare sullo schermo: un altro mio sogno sta per realizzarsi!” Xiaogang viene quindi trasferito al gruppo di produzione cinematografica per svolgere il suo dovere.

Dopo il trasferimento di Xiaogang al gruppo di produzione cinematografica, il nuovo ambiente di lavoro gli porta una ventata di freschezza e vitalità. Sente che ogni giorno trascorre felicemente, non è più noioso, monotono e limitato come prima, perché ora vive e lavora lì, e molte delle cose con cui viene a contatto ogni giorno sono totalmente diverse dal suo lavoro al computer – vive in un altro ambito lavorativo, in un altro mondo. In questo modo, Xiaogang si butta anima e corpo nel lavoro di produzione cinematografica. Ogni giorno si impegna a recitare e a imparare le battute, ascoltando sia le istruzioni del regista che i commenti dei fratelli e delle sorelle che analizzano la trama. Per Xiaogang, la parte più difficile è entrare nel personaggio, quindi ripete le sue battute più volte, continuando a pensare al suo personaggio, a come deve parlare e recitare, a come deve camminare e stare in piedi, persino a come deve stare seduto: deve reimparare tutte queste cose. Dopo aver portato avanti questo lavoro complesso e vario per un certo periodo di tempo, Xiaogang si rende finalmente conto di quanto sia difficile fare l’attore. Ogni giorno deve memorizzare le stesse battute. A volte riesce a recitarle perfettamente, ma quando si tratta di interpretare effettivamente, commette sempre degli errori e deve rifare la scena. Viene spesso ripreso dal regista perché una delle sue azioni o battute non è soddisfacente. Se diverse interpretazioni non vanno bene una dopo l’altra, subirà una potatura, perderà la faccia e soffrirà, attirandosi persino strane occhiate e prese in giro. Di fronte a tutto questo, Xiaogang si sente un po’ scoraggiato: “Se avessi saputo che fare l’attore sul grande schermo sarebbe stato così difficile, non sarei venuto qui, ma ora mi trovo in un bel pasticcio. Sono già qui, quindi sarebbe irragionevole per me rinunciare prima della fine delle riprese, e non avrei modo di giustificarlo. Questo era il mio sogno, devo realizzarlo, ma quanto è lunga la strada da percorrere? Riuscirò ad andare avanti?” Xiaogang inizia a vacillare. Nei giorni successivi, fatica ad affrontare la quotidianità del lavoro e della vita. Ogni giorno è più insopportabile del precedente, ma deve comunque resistere e costringersi ad andare avanti. Come si può ben immaginare, Xiaogang è certo che avrà dei problemi sotto vari aspetti. Inizia a svolgere con molta riluttanza il lavoro che gli viene assegnato. Quando il regista gli dice cosa fare, lui ascolta e basta. Successivamente, fa del suo meglio per ottenere ciò che può, ma se non riesce a fare qualcosa, non si impegna seriamente. In quale stato si trova Xiaogang in questo momento? Vive ogni giorno con grande riluttanza, in modo molto negativo e passivo, senza accettare affatto nel suo cuore la guida sincera e l’aiuto del regista o quello dei suoi fratelli e sorelle. Crede: “Questo è ciò che sono, non c’è spazio per migliorare. Mi state spingendo oltre le mie capacità. Se possiamo girare il film, facciamolo; altrimenti lasciamo perdere. Tornerò al mio gruppo di montaggio video per svolgere il mio dovere”. Pensa a quanto era bello lavorare lì, seduto ogni giorno davanti al computer. Era facile e comodo, e lui era così felice! Tutto sé stesso e tutto il suo mondo erano a portata di tastiera, poteva ottenere tutto ciò che voleva semplicemente attivando un effetto speciale. Quel mondo virtuale è molto attraente per Xiaogang. In questo momento, sente ancora di più la mancanza del suo passato e del tempo trascorso a svolgere il suo dovere nel gruppo di montaggio video. I giorni passano così, poi una notte Xiaogang non riesce a dormire. Per quale motivo? Si chiede: “Sono davvero tagliato per fare l’attore? Se non lo sono, allora dovrei tornare subito al gruppo di montaggio video. È un dovere semplice e rilassato: mi siedo davanti al computer e mezza giornata è già passata, e non devo cucinarmi il cibo. Questo dovere non è gravoso, tutto è possibile al semplice tocco della mia tastiera, esiste solo l’impensabile, nulla è impossibile. Ora, invece, essendo un attore, devo imparare le mie battute ogni giorno e recitarle più e più volte. Eppure, la mia interpretazione non è ancora all’altezza, il regista mi rimprovera spesso, e anche i miei fratelli e sorelle mi criticano spesso. Svolgere questo dovere è troppo gravoso, molto meglio lavorare nel gruppo di montaggio video!” Più ci pensa e più ne sente la mancanza. Si rigira nel letto per metà della notte, incapace di dormire, e riesce a prendere sonno solo nella seconda parte della notte, quando è ormai troppo stanco per restare sveglio. Quando Xiaogang apre gli occhi, al mattino presto, il suo primo pensiero è: “In definitiva, dovrei andarmene o no? Dovrei tornare al gruppo di montaggio video? Se rimango qui, non so se il film sarà considerato all’altezza una volta finite le riprese, e chissà quante difficoltà dovrò sopportare nel frattempo. Non sono tagliato per fare l’attore! All’epoca, ho voluto farlo solo per un impulso momentaneo, per un capriccio, ero davvero confuso! Vedi, ho fatto un passo falso e ora le cose sono diventate troppo difficili da gestire, inoltre non ho nessuno con cui parlare di queste difficoltà. Data la mia attuale situazione, sembra che non sarà affatto facile per me diventare un bravo attore, quindi dovrei rinunciare il prima possibile. Dirò subito al regista che mi ritiro, in modo da non ritardare il loro lavoro”. Poi, Xiaogang trova il coraggio di dirlo al regista: “Guardi, non sono tagliato per fare l’attore, ma voi ragazzi dovevate scegliere proprio me; perché non mi lasciate tornare al gruppo di montaggio video?” Il regista gli risponde: “Non se ne parla, abbiamo già girato metà film. Se cambiamo attore, ciò ritarderà il nostro lavoro, non è così?” Xiaogang insiste: “E allora? Mi sostituisca con chi vuole, non è affar mio. In ogni caso, deve lasciarmi andare. Se non mi lascia andare, non mi impegnerò nella recitazione!” Il regista vede che Xiaogang insiste per andarsene e si rende conto che non riusciranno a finire di girare il film, quindi lo lascia andare via.

Xiaogang lascia il gruppo di produzione cinematografica per tornare finalmente al gruppo di montaggio video. Ritorna al suo vecchio posto di lavoro che conosce così bene. Tocca la sua sedia e il suo computer e li sente familiari. Preferisce questo posto. Va a sedersi; la sedia è morbida e il computer è pronto per l’uso. “È meglio fare i video, questo dovere non mi affatica. Lavorare dietro le quinte ha i suoi vantaggi, se fai un errore nessuno viene a saperlo e nessuno ti critica, lo correggi subito e la cosa finisce lì”. Xiaogang ha finalmente scoperto i vantaggi di lavorare dietro le quinte. Qual è il suo stato d’animo in questo momento? Si sente incredibilmente sollevato e felice, e pensa: “Ho fatto la scelta giusta. Dio mi ha dato un’opportunità, permettendomi di tornare a fare questo lavoro. Sono onorato di avere questo privilegio!” È contento di aver fatto la scelta giusta per una volta. Nei giorni successivi, Xiaogang si attiene alla routine di lavoro quotidiana del gruppo di montaggio video. In questo periodo non accade nulla di speciale e Xiaogang trascorre ogni giorno in modo ordinario.

Un giorno, mentre lavora a un video, Xiaogang nota improvvisamente un giovane spiritoso ed elegante che fa un’ottima performance in un programma di danza. Pensa: “Ha circa la mia età; come mai lui sa ballare e io no?” Di conseguenza, Xiaogang è di nuovo tentato. Quale idea sorge nella sua mente? (Ballare.) Xiaogang pensa di studiare danza. Guarda il video e l’esibizione del giovane più e più volte. Poi si informa su dove è possibile studiare danza, come impararla e quali sono i balli di base. Inoltre, approfitta spesso del fatto di essere al lavoro per cercare sul suo computer materiale didattico, materiale di studio e video che abbiano a che fare con la danza. Naturalmente, Xiaogang non si limita a svolgere delle ricerche: nel frattempo apprende anche attraverso la pratica. Per imparare a ballare, Xiaogang si alza molto presto ogni giorno e va a letto molto tardi. Partendo dalla sua conoscenza di base molto limitata della danza sportiva, inizia a studiare formalmente la danza popolare, alzandosi presto ogni giorno per fare stretching e il ponte. Durante questo studio, Xiaogang sopporta molti dolori a livello fisico, dedica molto del suo tempo a questa attività e alla fine riesce ad ottenere qualche piccolo risultato. Xiaogang sente che finalmente è arrivata la sua occasione, che ora può ballare su un palco perché ritiene che il suo corpo sia diventato un po’ più flessibile e pensa di poter eseguire alcuni passi di danza. Inoltre, grazie all’imitazione e allo studio, è riuscito a padroneggiare alcuni ritmi quando suona. Date le circostanze, Xiaogang ritiene che sia giunto il momento di chiedere alla chiesa di cambiare il suo dovere. Anche in questo caso, dopo ripetute richieste, Xiaogang vede finalmente esaudito il suo desiderio e si unisce al gruppo di danza per diventare un ballerino. Da quel momento in poi, come tutti gli altri ballerini, Xiaogang si alza presto per l’allenamento mattutino e per le prove del programma di danza, partecipa regolarmente alle riunioni e alle condivisioni, analizza e pianifica il programma di danza con queste persone. Svolge questo lavoro ogni giorno, e quando finisce la giornata è così stanco che la schiena gli fa male e le gambe gli dolgono. Ogni giorno è così, che piova o splenda il sole. All’inizio Xiaogang era pieno di curiosità sulla danza, ma ora che ha capito e familiarizzato con la vita e i vari aspetti di un ballerino, Xiaogang sente che questo è tutto ciò che serve per danzare. Eseguire più volte un movimento, a volte rimediando una storta alla caviglia, altre volte uno strappo ai muscoli lombari, e correndo il rischio di un infortunio. Mentre balla, pensa: “Oh no, anche il lavoro del ballerino è difficile. Ogni giorno mi stanco così tanto che alla fine tutto il mio corpo puzza di sudore. Non è affatto semplice. È più impegnativo rispetto al lavoro con i video! No, devo perseverare!” Questa volta non si arrende tanto facilmente, e persiste finché non arriva alla prova generale del programma di danza, dopo la quale il loro balletto viene inviato per la valutazione. Di che umore è Xiaogang il giorno della valutazione? È così emozionato e pieno di aspettative per i risultati del suo duro lavoro che non pranza nemmeno. “Si è impegnato molto, vero?” Alla fine, quando i risultati vengono resi noti, il loro balletto non ha superato la prima tornata di valutazioni. La notizia colpisce Xiaogang come un fulmine e il suo umore tocca il fondo. Si accascia su una sedia: “Abbiamo dedicato così tanto tempo per preparare questo balletto e tu lo stronchi con una sola parola? Sai qualcosa di danza? Noi danziamo con dei principi, abbiamo tutti pagato un prezzo, e tu stronchi il nostro balletto in questo modo?” Poi pensa: “La decisione è nelle loro mani, e se non approvano il nostro balletto, dobbiamo rivederlo. Non c’è nessuno con cui discutere di questo risultato; non possiamo fare altro, quindi ricominciamo”. Il giorno in cui il loro balletto viene scartato alla prima tornata di valutazioni Xiaogang non pranza, e mangia controvoglia solo qualcosa a cena. Pensate che riuscirà a dormire questa notte? (Non riesce a dormire.) Di nuovo non riesce a dormire, la sue mente si agita: “Perché ovunque io vada le cose non funzionano? Dio non mi ha benedetto. Il balletto su cui abbiamo lavorato per due mesi non ha superato la prima tornata di valutazioni. Non so quando supererà il secondo turno e non so quanto tempo dovremo impiegare perché ciò accada. Quando sarò in grado di salire sul palco per esibirmi ufficialmente? Non ho speranza di finire sotto le luci dei riflettori!” La sua mente va a briglia sciolta, riflette a lungo, e poi pensa: “Lavorare con i video è meglio. Vado lì, mi siedo, batto sui tasti e appaiono fiori, piante e alberi. Gli uccelli chiamano quando sono io a farli chiamare, i cavalli corrono quando sono io a farli correre, qualsiasi cosa io voglia, è lì. Ma nella danza ci sono delle valutazioni da superare, e ogni giorno mi affatico così tanto che puzzo di sudore. A volte sono così stanco che non riesco a mangiare o dormire bene, e allora il nostro balletto non supera neanche il primo turno di valutazione. Anche questo dovere è arduo. Non sarebbe meglio se tornassi a lavorare nel gruppo di montaggio video?” Pensa e ripensa: “Ma è così buono a nulla, perché sto vacillando di nuovo? Non dovrei fare questi pensieri, vado a dormire!” Si addormenta perplesso. Il giorno dopo si alza e ha quasi dimenticato tutto, quindi continua a ballare e a fare le prove generali. Quando arriva il giorno della seconda valutazione, Xiaogang è di nuovo nervoso. Si chiede: “Il nostro balletto riuscirà a superare questa prova?” Tutti rispondono: “Chi lo sa? Se non ce la fa, è la dimostrazione che il nostro balletto non è abbastanza valido e dovremo continuare a lavorarci. Quando sarà approvato, allora ci esibiremo ufficialmente e lo filmeremo. Lasciamo che tutto segua il suo corso e affrontiamo la questione nel modo giusto”. Xiaogang risponde: “No, voi potete affrontarla nel modo giusto, ma io non ho tempo per questo”. Finalmente escono i risultati del secondo turno, e di nuovo il loro ballo non ha superato la prova. Xiaogang dice: “Bah, lo sapevo! Non è facile avere successo in questo lavoro! Siamo giovani, belli e sappiamo ballare. Non sono questi dei punti di forza? Quegli esaminatori sono invidiosi di noi perché non sanno ballare, ecco perché il nostro balletto non supera la prova. Sembra che non sarà mai approvato, ballare non è facile: torno indietro”. Quella notte Xiaogang dorme molto serenamente, perché ha deciso di fare i bagagli, andarsene e salutare tutti il giorno dopo.

In ogni caso, Xiaogang vede finalmente esaudito il suo desiderio e torna al gruppo di montaggio video, seduto di nuovo davanti al suo computer. Riflette su quei sentimenti familiari del passato e pensa: “Sono nato per lavorare dietro le quinte. Posso solo essere un eroe non celebrato, non ho alcuna possibilità di salire sul palco o di diventare famoso in questa vita. Mi comporterò bene e basta, continuando a battere sulla tastiera. Questo è il mio dovere, quindi mi limiterò a fare questo lavoro e basta”. Dopo tutti questi tira e molla si è stabilizzato. Il suo secondo sogno è stato infranto e non si è realizzato. Xiaogang è una persona “diligente e studiosa”, nonché “entusiasta e ambiziosa”: pensate che sia così disposto a sedersi al computer per svolgere un lavoro così noioso? No, molto probabilmente non lo farà.

Recentemente Xiaogang è diventato ossessionato dal canto. Come può cambiare così rapidamente? Perché ne è ossessionato, perché non riesce a stare lontano dal palcoscenico? C’è qualcosa nascosto nel suo cuore. Questa volta non chiede in modo avventato di cambiare il suo dovere, ma si limita a cercare materiali ogni giorno e a esercitare le sue capacità vocali e il canto. Si esercita spesso fino a diventare rauco, a volte fino a diventare completamente afono. Tuttavia, Xiaogang non si scoraggia, perché questa volta ha cambiato strategia. Dice: “Questa volta non posso cambiare il mio dovere senza prima comprendere la situazione reale. Devo stare molto attento, altrimenti la gente mi prenderà in giro. Cosa penseranno di me se cambio sempre il mio dovere? Mi guarderanno dall’alto in basso. Questa volta devo continuare a esercitarmi finché non riterrò di poter diventare una star del canto, brava come i cantori della chiesa, poi mi iscriverò al gruppo degli inni”. Si sforza di esercitarsi in questo modo ogni giorno, sia nel tempo libero che al lavoro, allenandosi senza sosta. Un giorno, mentre Xiaogang sta lavorando, il suo capogruppo gli dice improvvisamente: “Xiaogang, come svolgi il tuo lavoro? Se ti comporti ancora in modo così superficiale e non ti impegni, non ti sarà più permesso di svolgere questo dovere”. Xiaogang risponde: “Non ho fatto nulla”. Allora tutti gli si affollano intorno e dicono: “Xiaogang, cosa è successo? Oh, hai fatto un errore così grande! Il Supremo ha corretto questo tipo di errore così tante volte, come hai potuto commetterlo ancora? È perché ti eserciti a cantare ogni giorno e non ti concentri sul montaggio video, quindi continui a fare errori e a rimandare le questioni importanti. Se fai di nuovo un errore del genere, sarai espulso dalla chiesa. Non ti vorrà più e tutti noi ti respingeremo!” Xiaogang continua a spiegare: “Non l’ho fatto apposta, d’ora in poi starò attento, datemi un’altra possibilità. Non espelletemi, vi prego, non espelletemi! Dio, salvami!” Quando grida, sente una grande mano dargli una pacca sulla spalla, dicendo: “Xiaogang, svegliati! Svegliati, Xiaogang!” Cosa sta succedendo? (Sta sognando.) Sta sognando. Ha gli occhi chiusi ed è stordito, le sue mani afferrano e graffiano l’aria. Tutti si chiedono cosa sia successo e poi vedono Xiaogang piegato sulla tastiera che dorme. Un fratello gli dà un colpetto e dopo qualche spinta Xiaogang finalmente si sveglia. Una volta sveglio, dice: “Oh, che spavento, stavo per essere espulso”. “Per cosa?” Xiaogang ci pensa su e vede che non è successo nulla. Si scopre che in fondo era solo un sogno, che era stato un sogno a spaventarlo. Questa è la fine della storia “I sogni di Xiaogang”.

Di quale problema parla questa storia? Del fatto che sogni e realtà sono spesso in conflitto. Spesso le persone pensano che i loro sogni siano legittimi, ma non sanno che i sogni e la realtà non sono affatto la stessa cosa. I sogni sono solo una pia illusione, un interesse momentaneo. Il più delle volte si tratta di preferenze, ambizioni e desideri personali che diventano gli obiettivi dei propri perseguimenti. I sogni delle persone sono totalmente incompatibili con la realtà. Se le persone hanno troppi sogni, quali errori commettono di frequente? Trascurano il lavoro che hanno davanti, e che dovrebbero svolgere in quel momento. Ignorano la realtà e mettono da parte i doveri che dovrebbero svolgere, il lavoro che dovrebbero portare a termine, gli obblighi e le responsabilità che dovrebbero assolvere in quel momento. Non prendono sul serio queste cose e continuano a inseguire i loro sogni, andando sempre di fretta e lavorando sodo per realizzarli, oltre a fare molte cose senza senso. In questo modo, non solo non riusciranno a svolgere correttamente i loro doveri, ma potrebbero anche ritardare e disturbare il lavoro della chiesa. Molte persone non comprendono la verità e non la perseguono. Come considerano lo svolgimento di un dovere? Lo trattano come una sorta di lavoro, una specie di hobby o un investimento di loro interesse. Non lo trattano come una missione o un compito dato da Dio, o una responsabilità da assolvere. Ancor meno cercano di comprendere la verità o le intenzioni di Dio nello svolgimento dei loro doveri, in modo da poterli svolgere bene e portare a termine l’incarico da parte di Dio. Per questo motivo, nello svolgimento dei propri doveri, alcune persone diventano riluttanti non appena sopportano un po’ di difficoltà e vogliono fuggire. Quando incontrano qualche difficoltà o subiscono qualche battuta d’arresto, si tirano indietro e vogliono fuggire di nuovo. Non cercano la verità, pensano solo a fuggire. Come le tartarughe: se qualcosa va storto, si nascondono nel loro guscio e aspettano che il problema sia risolto prima di riuscire fuori. Ci sono molte persone così. In particolare, ci sono persone che, quando viene chiesto loro di assumersi la responsabilità di un determinato lavoro, non pensano a come poter offrire la loro lealtà, né a come svolgere questo dovere e fare bene questo lavoro. Piuttosto, pensano a come sottrarsi alle responsabilità, a come evitare di essere potato, a come evitare di assumersi le proprie responsabilità e a come uscire indenni da problemi o errori. Pensano prima alla propria via di fuga e a come soddisfare le proprie preferenze e i propri interessi, non a come svolgere bene i propri doveri e offrire la propria lealtà. Persone del genere possono ottenere la verità? Non si impegnano per la verità e non la mettono in pratica quando si tratta di svolgere i propri doveri. Per loro l’erba del vicino è sempre più verde. Oggi vogliono fare questo, domani vogliono fare quello, e pensano che i doveri degli altri siano migliori e più facili dei loro. Eppure, non si impegnano per la verità. Non pensano a cosa ci sia di sbagliato in queste loro idee e non cercano la verità per risolvere i problemi. La loro mente è sempre concentrata su quando si realizzeranno i loro sogni, su chi è alla ribalta, su chi riceve riconoscimenti dal Supremo, su chi lavora senza essere potato e viene promosso. La loro mente è piena di questo genere di cose. Le persone che hanno sempre questo tipo di pensieri possono svolgere adeguatamente i propri doveri? Non ci riusciranno mai. Allora, che tipo di persone li svolge in questo modo? Sono persone che perseguono la verità? Innanzitutto, una cosa è certa: Le persone di questo tipo non perseguono la verità. Cercano di godere di alcune benedizioni, di diventare famose e di salire alla ribalta nella casa di Dio, proprio come quando si arrangiavano nell’ambito della società. In termini di essenza, che tipo di persone sono? Sono miscredenti. I miscredenti svolgono i loro doveri nella casa di Dio come farebbero nel mondo esterno. Si preoccupano di chi viene promosso, di chi diventa capogruppo, di chi diventa leader della chiesa, di chi viene lodato da tutti per il suo lavoro, di chi viene esaltato e menzionato. Si preoccupano di questo genere di cose. È come in un’azienda: chi viene promosso, chi ottiene un aumento, chi riceve le lodi del leader, e chi acquisisce una certa familiarità con lui. Le persone si preoccupano di questo genere di cose. Se cercano tali cose anche nella casa di Dio, occupandosene tutto il giorno, non sono forse uguali ai non credenti? In sostanza, sono dei non credenti; sono i tipici miscredenti. Qualunque sia il dovere che svolgono, si limitano a offrire manodopera e ad agire in modo superficiale. Qualunque sermone ascoltino, non accettano la verità e ancor meno la mettono in pratica. Hanno creduto in Dio per molti anni senza subire alcun cambiamento e, indipendentemente da quanti anni svolgono i loro doveri, non saranno mai in grado di offrire la loro lealtà. Non hanno una vera fede in Dio, non hanno lealtà, sono dei miscredenti.

Alcune persone hanno paura di assumersi responsabilità nello svolgimento del loro dovere. Se la chiesa affida loro un lavoro da svolgere, considerano prima di tutto se esso richieda di assumersi delle responsabilità e, in caso affermativo, lo rifiutano. Le loro condizioni per svolgere un lavoro sono: primo, che sia un lavoro facile; secondo, che non sia impegnativo né faticoso; terzo, che, qualunque cosa facciano, non si debbano assumere alcuna responsabilità. Questo è l’unico tipo di dovere che assumono. Che tipo di persona è questa? Non è forse una persona viscida e propensa all’inganno? Costoro non vogliono assumersi nemmeno la minima responsabilità. Temono addirittura che le foglie gli rompano il cranio quando cadono dagli alberi. Quale dovere può mai svolgere una persona del genere? Che utilità può avere nella casa di Dio? Il lavoro della casa di Dio ha a che fare con la lotta contro Satana, oltre che con la diffusione del Vangelo del Regno. Quale dovere non comporta responsabilità? Direste che essere un leader comporta delle responsabilità? Le responsabilità dei leader non sono forse ancora più grandi? Ed essi non devono tanto più farsene carico? Indipendentemente dal fatto che tu diffonda il Vangelo, renda testimonianza, realizzi video e così via, qualunque sia il lavoro che svolgi, fintanto che riguarda le verità principi, comporta delle responsabilità. Se svolgi il tuo dovere senza principi, ciò si ripercuoterà sul lavoro della casa di Dio, e se hai paura di assumerti delle responsabilità, allora non puoi svolgere alcun dovere. Chi teme di assumersi responsabilità nello svolgere il proprio dovere è un codardo oppure vi è un problema in merito alla sua indole? Bisogna saper capire la differenza. In realtà non è una questione di codardia. Se tale persona ricercasse la ricchezza o facesse qualcosa per il proprio interesse, non sarebbe forse molto coraggiosa? Si assumerebbe qualsiasi rischio. Ma quando fa qualcosa per la chiesa, per la casa di Dio, non si assume alcun rischio. Una persona del genere è egoista e ignobile, è la più infida di tutte. Chiunque non si assuma responsabilità nello svolgere il proprio dovere non è minimamente sincero verso Dio, senza parlare della sua lealtà. Che genere di persona osa assumersi responsabilità? Che tipo di persona ha il coraggio di portare un fardello pesante? Una persona che prende l’iniziativa e interviene coraggiosamente nel momento più cruciale del lavoro della casa di Dio, che non teme di assumersi una responsabilità pesante e di sopportare grandi sofferenze quando vede il lavoro più importante e cruciale. Ecco una persona leale verso Dio, un buon soldato di Cristo. Forse chi teme di assumersi responsabilità nel proprio dovere fa così perché non capisce la verità? No; ha un problema di umanità. Non ha alcun senso di giustizia né di responsabilità. È un ignobile egoista, non è un sincero credente in Dio, non accetta minimamente la verità. Per questo motivo, non può essere salvato. I credenti in Dio devono pagare un caro prezzo al fine di acquisire la verità e incontreranno molti ostacoli nel praticarla. Dovranno fare delle rinunce, abbandonare i loro interessi carnali e patire della sofferenza. Solo allora saranno in grado di mettere in pratica la verità. Dunque, un individuo che teme di assumersi responsabilità è capace di praticare la verità? Certamente non può praticare la verità, né tanto meno ottenerla. Teme di mettere in pratica la verità, di subire una perdita in merito ai propri interessi; teme di essere umiliato, denigrato e giudicato, non osa mettere in pratica la verità. Di conseguenza, non può acquisirla e, per quanti possano essere i suoi anni di fede in Dio, non può comunque ottenere la Sua salvezza. Coloro che svolgono un dovere nella casa di Dio, devono essere persone che si fanno carico del fardello del lavoro della chiesa, si assumono le proprie responsabilità, sostengono le verità principi, sono capaci di soffrire e di pagarne il prezzo. Se si è carenti in queste aree, si è inadatti a svolgere un dovere e non si possiedono i requisiti per il suo svolgimento. Ci sono molte persone che hanno paura di assumersi la responsabilità quando svolgono un dovere. La loro paura si manifesta principalmente in tre modi. Il primo è scegliere un dovere che non richieda di assumersi delle responsabilità. Se un leader della chiesa affida loro un dovere, per prima cosa chiedono se debbano assumersi qualche responsabilità: se la risposta è sì, lo rifiutano. Se invece non richiede assunzione di responsabilità, lo accettano malvolentieri, ma devono comunque verificare se il lavoro sia faticoso o gravoso e, nonostante questa accettazione riluttante, non sono motivati a svolgere bene il loro dovere, e scelgono comunque di farlo con superficialità. Tempo libero, nessuna fatica e nessun impegno fisico: questo è il loro principio. Il secondo modo è che, quando si trovano in difficoltà o affrontano un problema, la prima cosa che fanno è riferirlo a un leader perché sia il leader a gestirli e risolverli, nella speranza così di risparmiarsi ogni fastidio. Non si preoccupano di come il leader gestisca la questione e non se ne interessano: fintanto che non ne sono personalmente responsabili, allora tutto va bene per loro. Questo modo di svolgere il proprio dovere è leale nei confronti di Dio? Questo è fare a scaricabarile, trascurare il proprio dovere, fare trucchetti. Sono tutte chiacchiere, simili individui non fanno nulla di reale, e pensano tra sé e sé: “Poiché sono io a dover risolvere questa cosa, che succede se poi finisco per commettere un errore? Quando controllano di chi è la colpa, non mi affronteranno? La responsabilità non ricadrà prima di tutto su di me?” Questo è ciò di cui si preoccupano. Ma credi che Dio sottoponga a scrutinio ogni cosa? Tutti commettono errori. Se una persona dalle intenzioni corrette manca di esperienza e non ha mai gestito una certa questione in passato, ma ha comunque fatto del suo meglio, Dio lo vede. Devi credere nel fatto che Dio sottopone a scrutinio ogni cosa e il cuore dell’uomo. Chi non crede nemmeno a questo, non è forse un miscredente? Che significato potrebbe avere, se una persona del genere svolgesse il suo dovere? Non ha molta importanza se svolgano o meno questo dovere, vero? Temono di assumersi la responsabilità e vi si sottraggono. Quando succede qualcosa, non cercano per prima cosa di trovare un modo per risolvere il problema, ma piuttosto chiamano il capo e lo informano. Certo, alcuni cercano di gestire il problema da soli, avvisando al contempo il leader, ma altri non lo fanno e per prima cosa chiamano il leader e, dopo la chiamata, aspettano passivamente, in attesa di istruzioni. Quando il leader ordina loro di fare un passo, lo fanno. Se il leader dice di fare qualcosa, la fanno. Se il leader non dice nulla o non dà istruzioni, non fanno nulla e si limitano a rimandare. Senza nessuno che li sproni o li supervisioni, non svolgono alcun lavoro. DiteMi, una persona del genere sta svolgendo un dovere? Se anche stesse offrendo manodopera, non ha alcuna fedeltà! C’è infine un altro modo in cui manifestano la loro paura di assumersi delle responsabilità. Quando svolgono il loro dovere, alcune persone si limitano a svolgere qualche lavoro superficiale, semplice, e che non comporti alcuna responsabilità. Scaricano sugli altri i lavori che comportano difficoltà e assunzione di responsabilità e, se qualcosa dovesse andare male, addossano a loro la colpa e ne escono puliti. Quando i leader della chiesa vedono che sono irresponsabili, offrono loro pazientemente aiuto o li potano, in modo che imparino ad assumersi le responsabilità. Ma continuano a non volerlo fare e pensano: “Questo dovere è difficile da svolgere. Dovrò assumermi io la responsabilità quando le cose vanno male; potrei anche essere allontanato ed eliminato, e a quel punto per me sarà la fine”. Che tipo di atteggiamento è questo? Se non si ha senso di responsabilità nell’assolvere il proprio dovere, come si può svolgerlo bene? Chi non si spende sinceramente per Dio non può compiere bene alcun dovere, e chi teme di assumersi delle responsabilità non farà altro che ritardare le cose nello svolgimento del suo dovere. Tali persone sono indegne di fiducia e inaffidabili; svolgono il loro dovere solo per ottenere in cambio del cibo. Simili “accattoni” non andrebbero forse eliminati? Sì. La casa di Dio non vuole persone di questo tipo. Queste sono le tre manifestazioni di chi ha paura di prendersi la responsabilità di svolgere il proprio dovere. Chi ha paura di assumersi la responsabilità del proprio dovere non può nemmeno raggiungere il livello di un operaio leale e non è degno di svolgere un dovere. Alcune persone sono eliminate a causa di questo tipo di atteggiamento nei confronti del loro dovere. Ancora oggi, forse, non ne conoscono il motivo e si lamentano, dicendo: “Ho fatto il mio dovere con ardente entusiasmo, allora perché mi hanno scacciato con tanta freddezza?” Ancora adesso non capiscono. Coloro che non comprendono la verità passano tutta la vita a non capire perché sono stati eliminati. Si giustificano e continuano a difendersi, pensando: “Per le persone è istintivo proteggersi, e dovrebbero farlo. Chi non dovrebbe badare un po’ a sé stesso? Chi non dovrebbe pensare un po’ a sé stesso? Chi non ha bisogno di tenersi aperta una via di fuga?” Se, ogni volta che ti succede qualcosa, ti proteggi e ti lasci una via di fuga, un’uscita di sicurezza, stai forse mettendo in pratica la verità? Questo non significa mettere in pratica la verità, significa essere subdoli. Adesso svolgi il tuo dovere nella casa di Dio. Qual è il primo principio per svolgere un dovere? È che devi prima di tutto svolgerlo con tutto il tuo cuore, senza lesinare alcuno sforzo, e tutelare gli interessi della casa di Dio. Questa è una verità principio da mettere in pratica. Proteggersi lasciandosi una via di fuga, un’uscita di sicurezza, è il principio della pratica seguito dai non credenti e la loro filosofia più elevata. Tenere in considerazione prima di tutto sé stessi in tutte le cose e collocare i propri interessi davanti a ogni altra cosa, senza pensare agli altri, non avere alcun legame con gli interessi della casa di Dio e con gli interessi degli altri, pensare prima di tutto ai propri interessi e poi pensare a una via di fuga: non è forse ciò che fa un non credente? Proprio così si comporta un non credente. Una persona del genere non è degna a svolgere un dovere. Ci sono ancora delle persone come il Xiaogang della storia: lui è un tipico esempio. Non riescono a fare nulla in modo concreto. Vogliono risparmiarsi la fatica in ogni cosa che fanno. Non vogliono sopportare nemmeno una minima difficoltà o frustrazione. Devono sentirsi sempre a proprio agio, devono poter mangiare e dormire a orari regolari, e il vento non deve soffiare su di loro né il sole bruciarli. Inoltre, non si prendono alcuna responsabilità per il loro lavoro. Quello di cui si occupano deve essere qualcosa che gli piace, in cui sono bravi, che sono profondamente disposti a fare. Se non fanno ciò che vogliono, non mostrano la minima obbedienza. Sono costantemente indecisi e cambiano sempre idea. Non si impegnano mai in ciò che fanno, sono sempre con un piede dentro e uno fuori. Quando soffrono, vogliono ritirarsi. Non sopportano di essere potati. Non possono ricevere richieste elevate. Non sono disposti a soffrire. Ciò che fanno dipende interamente dal loro interesse e dai loro progetti: in loro non c’è un briciolo di obbedienza. Se questo tipo di persona non è in grado di cercare la verità e di riflettere su sé stessa, allora tali pratiche e l’indole corrotta sono difficili da cambiare. Svolgere un dovere come credente in Dio richiede almeno un po’ di sincerità. Pensate che queste persone siano sincere? Quando è richiesto uno sforzo serio, si fanno piccole piccole. Non hanno un briciolo di sincerità. Tutto ciò è molto fastidioso, oltre che difficile da gestire. Si sentono grandi, e sentono di aver subito un torto anche quando vengono destituite o potate. È davvero penoso quando le persone non cercano la verità o non entrano nella verità realtà. È sufficiente per questo argomento: passiamo al punto principale.

Analisi di come gli anticristi portano gli altri a sottomettersi soltanto a loro, e non alla verità o a Dio

La condivisione di oggi riguarda il tema otto dei vari modi in cui gli anticristi si manifestano: vogliono che gli altri si sottomettano solo a loro, non alla verità o a Dio. Riuscite a capire questo tema? Considerate innanzitutto quali manifestazioni di questo tema potete associare a ciò che comprendete. Vogliono che gli altri si sottomettano solo a loro, non alla verità o a Dio: il significato letterale di questa frase è facilmente comprensibile, ma al suo interno ci sono molti stati, e varie forme di indole che numerose tipologie di persone manifestano, o vari comportamenti che quelle diverse forme di indole manifestano. Questo è un argomento ampio; dovremo condividere su di esso a partire da alcuni dei suoi aspetti minori. Per spiegare questo tema nel suo significato letterale, gli individui che predicano parole e dottrine il più delle volte direbbero: “Significa dare loro ascolto riguardo a ogni cosa: fanno in modo che le persone diano loro ascolto, anche quando ciò che dicono non è in accordo con la verità. Quando predicano qualche parola e qualche dottrina, fanno sì che gli altri le ascoltino; quando dicono una frase, fanno in modo che gli altri la ascoltino. Hanno sempre la tendenza a dare ordini agli altri, a delegare il lavoro ad altri e a costringere gli altri a dare loro ascolto”. Non dicono forse così, il più delle volte, quando parlano del suo significato letterale? Che altro? “Pensano di avere ragione su ogni cosa. Fanno in modo che tutti diano loro ascolto e si sottomettano a ciò che dicono, anche se non è in accordo con la verità. Considerano loro stessi come la verità e come Dio e, dando loro ascolto, le persone si sottomettono alla verità e a Dio. Ecco cosa significa.” Se foste voi a parlare di questo argomento, pensate a come dovreste farlo. Se doveste iniziare da ciò che avete visto o di cui avete avuto esperienza personalmente, da quale elemento partireste? Appena parliamo della realtà, non avete niente da dire. Dunque, non avete niente da dire nemmeno durante la condivisione abituale con i fratelli e le sorelle? Come potete fare bene il vostro lavoro, senza parlare? Per prima cosa, accennate ad alcuni dei modi e dei comportamenti concreti di questa manifestazione. Quali di essi avete visto o di quali siete stati testimoni in precedenza? Avete qualche idea? (Quando faccio il mio dovere, mi vengono delle idee piuttosto forti, e mi piacerebbe davvero metterle in pratica. Penso che quei pensieri siano buoni e giusti e, quando gli altri sollevano dubbi al riguardo, dico che la questione non deve essere rinviata, che va risolta subito. Quindi, faccio con la forza quello che avevo intenzione di fare. Altri forse vorrebbero ricercare, ma io non voglio darne loro il tempo: voglio che facciano le cose in linea con le mie idee.) Questa è una manifestazione concreta. Chi ne dice un’altra? (Una volta stavo condividendo con i fratelli e le sorelle riguardo al promuovere e coltivare qualcuno. In effetti, in cuor mio avevo già deciso di promuovere quella persona. Sentivo di aver già ricercato presso il Supremo, e che non c’era nulla di sbagliato nel promuoverla. Alcuni fratelli e sorelle non capivano ancora molto bene la questione, e io non ho condiviso sul motivo per cui avremmo dovuto promuovere quella persona, su quali fossero i principi o quale fosse la verità: semplicemente ho detto loro con prepotenza in che modo quella persona era meritevole, che promuoverla era in linea con i principi. Li ho costretti a obbedirmi, a credere che la cosa che stavo facendo fosse giusta.) State parlando di una tipologia di problemi, di stati, che nel complesso corrisponde a questo tema. Sembra che la vostra comprensione della verità non vada oltre una parziale comprensione letterale, quindi dovrò condividere su questo tema. Se lo aveste compreso piuttosto bene, potremmo passare oltre e condividere sul successivo. Sembra, però, che ancora non possiamo e che dobbiamo condividere riguardo a questo come previsto.

Il tema otto delle varie manifestazioni degli anticristi è: vogliono che gli altri si sottomettano solo a loro, non alla verità o a Dio. In esso ci sono numerose espressioni dell’essenza di un anticristo. Certamente non si tratta di una singola questione, di una singola frase, di un singolo punto di vista o di un singolo modo di affrontare le cose; si tratta, piuttosto, di un’indole. Che indole è, allora? Si manifesta in diversi modi. Il primo è che queste persone sono incapaci di collaborare con chiunque. Si tratta di un modo di fare le cose? (No, di un’indole.) Esatto: è la rivelazione di un’indole, la cui essenza consiste nell’arroganza e nella presunzione. Tali persone non riescono a collaborare con nessuno. Questo è il primo. Il secondo modo in cui si manifesta è che hanno il desiderio e l’ambizione di controllare e conquistare le persone. Si tratta di un’indole? (Sì.) Si tratta di un modo di fare le cose? (No.) È diverso dalle cose che avete detto? Voi avete parlato di singoli eventi, di singoli modi di fare le cose: questi non sono un’essenza. Tale manifestazione non è forse più grave delle cose che avete detto? (Sì.) Arriva alla radice. E il terzo modo è proibire agli altri di interferire, chiedere informazioni o supervisionarli in qualsiasi lavoro abbiano intrapreso. Si tratta di un’essenza? (Sì.) Ciascuna di queste essenze implica molti comportamenti e modi di fare le cose. Ancora una volta, questa essenza corrisponde al tema otto, giusto? Il quarto modo è che fingono di essere l’incarnazione della verità non appena hanno acquisito un minimo di esperienza e conoscenza e imparato qualche lezione, il che significa che se riescono a condividere su un minimo di verità, pensano a sé stessi come ai detentori della verità realtà, e desiderano mostrare agli altri che sono individui che possiedono la verità, individui che praticano e amano la verità, e che possiedono la verità realtà. Fingono di essere l’incarnazione della verità: non è forse grave la natura di tale questione? (Sì.) Questa manifestazione corrisponde al tema otto? (Sì.) Esatto, corrisponde. Il tema otto si manifesta fondamentalmente in questi quattro modi. Recitateli, cominciando dal primo. (Il primo è che queste persone sono incapaci di collaborare in armonia con chiunque.) “In armonia” si riferisce alla capacità di collaborare; costoro semplicemente non sono in grado di collaborare con nessuno. Fanno le cose da soli, volano in solitaria; “in solitaria” è la caratteristica distintiva della prima manifestazione. Ora passiamo alla seconda. (Hanno l’ambizione e il desiderio di controllare e conquistare le persone.) Si tratta di una manifestazione grave? (Sì.) Ebbene, qual è la caratteristica distintiva della seconda manifestazione? Descrivetela in una parola. (Malvagia.) “Malvagia” è un aggettivo; descrive la loro indole. La parola dovrebbe essere “controllare”. “Controllare” è un’azione, una di quelle che nascono da tale indole. La terza manifestazione. (Proibiscono agli altri di intervenire, indagare o sorvegliarli in qualsiasi lavoro abbiano intrapreso.) Questa non è forse un’indole comune negli anticristi? (Sì.) È una loro indole caratteristica, una loro peculiarità. Esiste una parola adatta a riassumere questa manifestazione? Sì, “opporsi”. Con chiunque vengano in contatto, gli si oppongono; e non pensate che accettino la supervisione e le richieste di informazioni dei fratelli, delle sorelle e della gente comune: non accettano nemmeno lo scrutinio di Dio. Questa non è forse opposizione? (Sì.) E ora la quarta manifestazione. (Fingono di essere l’incarnazione della verità non appena hanno acquisito un minimo di esperienza e conoscenza e imparato qualche lezione.) Possiamo riassumerla con una parola calzante: “fingere”. La finzione è più grave della falsificazione. I comportamenti fondamentali e caratteristici, i modi di fare le cose e le forme di indole correlate al tema otto si trovano tutti all’interno di queste quattro manifestazioni. La caratteristica distintiva della prima manifestazione è “in solitaria”. Gli anticristi non collaborano con nessuno, vogliono agire per conto proprio. Non danno ascolto a nessuno se non a loro stessi e fanno sì che gli altri ascoltino solo loro, e nessun altro. O si fa a modo loro, o niente. La caratteristica distintiva della seconda manifestazione è “controllare”. Desiderano controllare le persone e useranno una varietà di mezzi per controllare te, i tuoi pensieri, i tuoi modi di fare le cose, il tuo cuore e le tue opinioni. Non condividono sulla verità con te. Non fanno sì che tu comprenda le verità principi e colga le intenzioni di Dio. Vogliono controllarti per i loro scopi, in modo che tu possa parlare per loro, fare cose per loro e offrire loro manodopera, in modo che tu possa esaltarli e rendere loro testimonianza. Vogliono controllarti come se tu fossi il loro schiavo, il loro burattino. La caratteristica distintiva della terza manifestazione è “opporsi”, che vuol dire opporsi a tutto: essi si oppongono e rifiutano in toto tutto ciò che può costituire una forma di discernimento o di supervisione sul loro lavoro e sulle loro parole, o una minaccia per essi. La caratteristica distintiva della quarta manifestazione è “fingere”: cosa fingono di essere? Fingono di essere l’incarnazione della verità, nel senso che richiedono alle persone di ricordare ciò che essi dicono e fanno, e persino di annotarlo nei loro quaderni. Dicono: “Come potrebbe bastare tenerlo semplicemente a mente? Bisogna che tu lo scriva sui tuoi quaderni. Nessuno di voi capisce quello che sto dicendo: sono cose molte profonde!” Come considerano le loro parole? Come la verità. Ora, partendo da qui, condivideremo su di essi uno per uno.

I. Analisi dell’incapacità degli anticristi di collaborare con chiunque

Il primo punto è che gli anticristi sono incapaci di collaborare con chiunque. Questa è la prima manifestazione del fatto che gli anticristi vogliono che gli altri si sottomettano solo a loro, non alla verità o a Dio. Sono incapaci di collaborare con chiunque: questo “chiunque” comprende tutti. Che la loro personalità sia compatibile o meno con quella di qualcun altro, e qualunque siano le circostanze, loro semplicemente non riescono a collaborare. Non si tratta di una normale rivelazione di corruzione: è un problema insito nella loro natura. Alcuni dicono: “Ci sono persone la cui personalità è incompatibile con la mia, e non riesco a collaborare con loro per questo motivo”. Non è una semplice questione di personalità, ma di indole corrotta. Avere un’indole corrotta significa avere l’indole di un anticristo, ma non vuol dire che tale persona abbia l’essenza di un anticristo. Se qualcuno riesce a ricercare la verità e a obbedire a ciò che dicono gli altri, chiunque essi siano, purché sia in accordo con la verità, non sarà forse facile per costui raggiungere una collaborazione armoniosa con gli altri? (Sì.) Per le persone che sanno sottomettersi alla verità, è facile collaborare con gli altri; coloro che non riescono a sottomettersi alla verità non riescono a collaborare con nessuno. Alcune persone, per esempio, sono piuttosto arroganti e presuntuose. Non accettano minimamente la verità e non riescono a collaborare in armonia con nessuno. Ora, questo è un problema serio: esse hanno la natura di un anticristo e non riescono a sottomettersi alla verità o a Dio. Le persone hanno un’indole corrotta: se riescono ad accettare la verità, sarà facile per loro essere salvate; ma se hanno la natura di un anticristo e non riescono ad accettare la verità, sono nei guai e non sarà facile per loro essere salvate. Molti anticristi sono stati messi a nudo principalmente a causa della loro incapacità di collaborare con chiunque, poiché agivano sempre in modo dittatoriale. Questa è la rivelazione di un’indole corrotta o è la natura essenza di un anticristo? Essere incapaci di collaborare con chiunque: che problema è? Cosa ha a che vedere con il volere che gli altri si sottomettano solo a loro, non alla verità o a Dio? Se condividessimo con chiarezza su questo argomento, sareste in grado di capire che chi ha la natura essenza di un anticristo è incapace di collaborare con chiunque, si separerà dalle persone con cui sta collaborando e diventerà persino il loro acerrimo nemico. Apparentemente, può sembrare che alcuni anticristi abbiano assistenti o collaboratori ma, il fatto è che quando poi accade qualcosa, per quanto gli altri possano avere ragione, gli anticristi non ascoltano mai ciò che gli altri hanno da dire. Non ne tengono nemmeno conto, e tanto meno ne discutono o condividono al riguardo. Non vi prestano alcuna attenzione, come se gli altri non esistessero. Quando gli anticristi ascoltano ciò che gli altri hanno da dire, stanno solo facendo finta o recitando una parte perché altri ne siano testimoni. Ma quando poi arriva il momento della decisione finale, è l’anticristo che comanda; le parole di chiunque altro sono fiato sprecato, non contano minimamente. Ad esempio, quando due persone sono responsabili di qualcosa e una di loro possiede l’essenza di un anticristo, che cosa viene manifestato in quest’ultima? A prescindere dalla questione, lei e solo lei è quella che prende l’iniziativa, che fa le domande, che sistema le cose e che trova una soluzione. E, il più delle volte, tiene il suo collaboratore completamente all’oscuro. Cos’è il suo collaboratore ai suoi occhi? Non il suo vice, ma semplicemente un orpello. Agli occhi di un anticristo, il suo collaboratore semplicemente non esiste. Ogni volta che emerge un problema, l’anticristo ci pensa su e, una volta decisa la linea d’azione, informa tutti gli altri che questo è il modo in cui bisogna procedere, e a nessuno è permesso metterlo in discussione. Qual è l’essenza della cooperazione degli anticristi con gli altri? Fondamentalmente consiste nell’avere l’ultima parola, non discutere mai i problemi con chiunque altro, assumersi l’esclusiva responsabilità per il lavoro e trasformare i collaboratori in orpelli. Gli anticristi agiscono sempre da soli e non collaborano mai con nessuno. Non discutono mai né rendono partecipe chiunque altro del loro lavoro, spesso prendono decisioni da soli e trattano le questioni in modo autonomo e, in molti casi, le persone scoprono come le situazioni siano state concluse o gestite solo a cose fatte. Gli altri dicono loro: “Tutti i problemi devono essere discussi con noi. Quando hai gestito quella persona? In che modo l’hai gestita? Perché non ne abbiamo saputo nulla?” Gli anticristi non danno spiegazioni né prestano attenzione; per loro i collaboratori non servono a niente, sono semplici decorazioni o orpelli. Quando succede qualcosa, ci pensano su, decidono da soli e agiscono come desiderano. Non importa quante persone ci siano intorno a loro, è come se non esistessero. Per gli anticristi, potrebbero anche essere fatte d’aria. Tenuto conto di questo, c’è forse qualche aspetto concreto nella loro collaborazione con gli altri? Niente affatto, si limitano ad agire meccanicamente e recitano una parte. Gli altri dicono loro: “Perché non condividi con tutti gli altri quando incappi in un problema?” Gli anticristi rispondono: “Cosa ne sanno loro? Sono io il capogruppo, sta a me decidere”. Allora gli altri chiedono loro: “E perché non hai condiviso con il tuo collaboratore?” E loro rispondono: “L’ho fatto, ma non aveva alcuna opinione al riguardo”. Sostengono che gli altri non abbiano un’opinione o non siano in grado di pensare autonomamente come pretesti per nascondere il fatto che obbediscono solo a sé stessi. E a ciò non segue la minima introspezione. Per questo tipo di persona sarebbe impossibile accettare la verità. Questo è un problema relativo alla natura di un anticristo.

Come va spiegato e messo in pratica il termine “collaborazione”? (Discutere le cose quando si presentano.) Sì, questo è un modo di metterlo in pratica. Cos’altro? (Compensare le proprie debolezze con i punti di forza dell’altro, supervisionarsi a vicenda.) Questo calza perfettamente; praticare in tal modo significa collaborare in armonia. C’è qualcosa in più? Chiedere l’opinione dell’altro quando succede qualcosa: questa non è forse collaborazione? (Sì.) Se una persona condivide sulle sue idee, e l’altra pure, e alla fine ci si limita a seguire la condivisione della prima persona, perché agire in modo meccanico? Questa non è collaborazione: non è in linea con i principi e non produce i risultati della collaborazione. Se parli di continuo, come una mitragliatrice, e non dai la possibilità di intervenire a chi vorrebbe farlo, e non ascolti gli altri nemmeno dopo che hai espresso tutte le tue idee, si tratta forse di una discussione? Si tratta di una condivisione? È solo un agire in modo meccanico: non è collaborazione. Cos’è, allora, la collaborazione? È quando tu, dopo aver espresso le tue idee e le tue decisioni, sei in grado di chiedere le opinioni e i punti di vista dell’altro, e poi di mettere a confronto le tue affermazioni e le tue opinioni con le sue: alcune persone applicano insieme il discernimento su di esse, ricercano i principi e giungono così a una comprensione comune e a determinare il corretto cammino di pratica. Ecco cosa significa discutere e condividere, ecco cosa significa “collaborazione”. Alcuni, nel ruolo di leader, non riescono a capire fino in fondo certe questioni, ma non ne discutono con gli altri finché non hanno altra scelta. Poi dicono al gruppo: “Non posso gestire questa situazione in modo autocratico; ho bisogno di collaborare in armonia con tutti. Lascerò che tutti voi esprimiate le vostre opinioni al riguardo e ne discutiate, per decidere qual è la cosa giusta da fare per noi”. Dopo che tutti hanno parlato e detto la loro, chiedono al leader cosa ne pensa. Lui afferma: “Quello che vogliono tutti è uguale a quello che voglio io: stavo pensando anch’io la stessa cosa. È quello che ho programmato di fare fin dall’inizio e, con questa discussione, l’unanimità è garantita”. È un’osservazione sincera? Contiene una macchia. Questa persona non è affatto in grado di capire fino in fondo la questione, e in ciò che dice c’è l’intento di fuorviare e ingannare le persone, lo scopo di conquistare la loro stima. Chiedere le opinioni di tutti è una pura formalità, per far sì che gli altri dicano che non si sta comportando in modo dittatoriale o autocratico. Per evitare tale etichetta, utilizza questo metodo per nascondere le cose. Il fatto è che, mentre gli altri parlano, lui non ascolta minimamente e non prende per nulla sul serio quello che dicono. E non è sincero nemmeno nel lasciar parlare tutti. Apparentemente, permette a tutti di condividere e discutere, ma in realtà lascia che gli altri parlino solo per trovare un metodo che sia in linea con le sue intenzioni. E una volta stabilito il modo adeguato di procedere, costringerà le persone ad accettare ciò che lui intende fare, che sia corretto o meno, e farà credere a tutti che il suo modo è quello giusto, che è quello che tutti hanno in mente. Alla fine, lo mette in atto con la forza. Questa la chiamereste collaborazione? No. Come la chiamereste, allora? È un comportamento dittatoriale. Che abbia ragione o torto, vuole avere la sola e ultima parola. Inoltre, quando succede qualcosa e lui non riesce a capire fino in fondo la questione, fa parlare prima tutti gli altri. Dopo che lo hanno fatto, ricapitola le loro opinioni e cerca in esse un metodo che gli piace e che trova adatto, e fa sì che lo accettino tutti. Sta mettendo in atto una parvenza di collaborazione, con il risultato che continua ad agire come vuole lui, è sempre lui ad avere la sola e ultima parola. Trova difetti e falle in ciò che gli altri dicono, facendo commenti e conducendo lui il gioco, poi procede a sintetizzare il tutto in un’affermazione completa e accurata, con cui prende la sua decisione, mostrando a tutti che è superiore agli altri. Dall’esterno, sembra che abbia ascoltato i messaggi di ognuno, ed effettivamente lascia parlare tutti. Il fatto, però, è che alla fine è lui solo a prendere la decisione. La decisione, in realtà, deriva dalle conoscenze e dai punti di vista di tutti, che lui ha soltanto riassunto, esposto in modo leggermente più completo e accurato. Alcune persone non riescono a capire fino in fondo tutto ciò, e quindi pensano che sia lui a essere superiore. Qual è il carattere di una tale azione da parte sua? Non è estremamente ingegnosa? Riassume i messaggi di tutti e li dichiara come suoi, in modo che la gente lo adori e gli obbedisca; e alla fine tutti agiscono come vuole lui. Questa è forse una collaborazione armoniosa? È arroganza e presunzione, è dittatura: si prende lui tutto il merito. Tali persone sono davvero in mala fede, arroganti e presuntuose nel collaborare con gli altri, e col tempo gli altri lo capiranno. Alcuni diranno: “Tu sostieni che non sono capace di collaborare con nessuno: beh, io ce l’ho, un collaboratore! Collabora bene con me: va dove vado io, fa quello che faccio io; va ovunque gli dica di andare, fa tutto quello che gli dico di fare, in qualunque modo gli dica di farlo”. Questo significa collaborare? No. Questo si chiama fare il tirapiedi. Un tirapiedi esegue i tuoi ordini: questa è forse collaborazione? È palesemente un lacchè, senza idee o punti di vista, né tanto meno opinioni proprie. E oltre a ciò, il suo pensiero è quello di compiacere gli altri. Non è meticoloso in nessuna delle cose che fa, ma agisce in modo meccanico e superficiale, e non sostiene gli interessi della casa di Dio. A cosa può servire una collaborazione del genere? Con chiunque collabori, esegue semplicemente i suoi ordini, è sempre un lacchè. Ascolta qualunque cosa gli altri dicano e fa qualunque cosa gli altri gli dicano di fare. Questa non è collaborazione. Cos’è la collaborazione? Dovete essere in grado di discutere le cose tra di voi ed esprimere i vostri punti di vista e le vostre opinioni; dovete completarvi e supervisionarvi a vicenda, cercare l’uno l’aiuto dell’altro, chiedervi informazioni e stimolarvi a vicenda. Questo è collaborare in armonia. Supponiamo, per esempio, che tu abbia gestito qualcosa secondo la tua volontà e qualcuno abbia detto: “Lo hai fatto nel modo sbagliato, completamente contrario ai principi. Perché hai gestito la cosa come volevi, senza cercare la verità?” Al che, tu rispondi dicendo: “È vero, sono felice che tu mi abbia avvertito! Se non lo avessi fatto, sarebbe stato un disastro!” Questo è ciò che significa stimolarsi a vicenda. Che cosa vuol dire, allora, supervisionarsi l’un l’altro? Tutti hanno un’indole corrotta e potrebbero essere superficiali nello svolgere il proprio dovere, salvaguardando solo il proprio prestigio e il proprio orgoglio, non gli interessi della casa di Dio. Tali stati sono presenti in ogni persona. Se vieni a sapere che qualcuno ha un problema, dovresti prendere l’iniziativa di condividere con lui, ricordandogli di svolgere il proprio dovere secondo i principi, lasciando allo stesso tempo che ciò costituisca un avvertimento per te stesso. Questa è supervisione reciproca. A cosa serve? Ha lo scopo di salvaguardare gli interessi della casa di Dio e anche di impedire alle persone di prendere la strada sbagliata. La collaborazione ha un’altra funzione, oltre a quella di stimolarsi e supervisionarsi a vicenda: chiedere informazioni l’uno all’altro. Quando vuoi gestire una persona, per esempio, dovresti condividere con il tuo collaboratore e chiedergli informazioni: “Non mi sono mai trovato in una situazione così prima d’ora. Non so come gestirla. Qual è un buon modo? Non riesco proprio a risolverla!” L’altro risponde: “Ho già affrontato problemi come questo in passato. Il contesto, in quel momento, era leggermente diverso da quello che riguarda il caso di questa persona; se gestissimo la cosa allo stesso modo, sarebbe un po’ come attenersi rigidamente a delle regole. Nemmeno io conosco un buon modo per gestire la situazione, adesso”. Tu dici: “Ho un’idea di cui mi piacerebbe discutere con te. Questa persona sembra malevola, a giudicare dal suo carattere, ma per il momento non possiamo esserne sicuri. Può però offrire manodopera, quindi per il momento lasciamola fare. Se non riesce a offrire manodopera e continua a intralciare e a disturbare, allora ce ne occuperemo”. L’altro ascolta queste parole e dice: “È un ottimo modo. È prudente e del tutto in linea con i principi, e non è oppressivo, né costituisce uno sfogo per la propria rabbia personale. Allora gestiamo la cosa così”. Avete raggiunto un consenso attraverso la discussione. Il lavoro svolto in questo modo procede senza intoppi. Supponiamo che voi due non collaboriate e non discutiate delle cose e, quando il tuo collaboratore non sa come gestire qualcosa, la scarichi su di te, pensando: “Gestiscila come ti pare. Se qualcosa va storto, la responsabilità, in ogni caso, sarà tua: non la condividerò con te”. Tu capisci che il tuo collaboratore si comporta così perché non vuole assumersi la responsabilità, però non glielo fai notare e agisci in modo avventato secondo la tua volontà, pensando: “Non vuoi assumerti la responsabilità? Vuoi lasciare che la gestisca io? D’accordo, allora la gestirò io: la scaccerò”. Non avete un’idea comune; ognuno ha il proprio punto di vista e, di conseguenza, la questione viene gestita senza criterio, in violazione dei principi, e una persona in grado di offrire manodopera viene arbitrariamente allontanata. Questa è una collaborazione armoniosa? La collaborazione armoniosa è l’unico modo per ottenere risultati positivi. Se una persona non vuole assumersi la responsabilità e l’altra agisce in modo arbitrario, è come se non collaborassero. Entrambe agiscono secondo la propria volontà. Come potrebbe essere all’altezza dello standard questo modo di assolvere il proprio dovere?

Quando succede qualcosa durante la collaborazione, dovete chiedere informazioni l’uno all’altro e discutere le cose tra voi. Gli anticristi riescono a praticare in questo modo? Gli anticristi sono incapaci di collaborare con chiunque; desiderano sempre instaurare un dominio solitario. La caratteristica di questa manifestazione è “in solitaria”. Perché usare l’espressione “in solitaria” per descriverla? Perché prima di agire non vengono davanti a Dio in preghiera, né cercano le verità principi, né tanto meno trovano qualcuno con cui condividere e a cui chiedere: “È una condotta adeguata? Cosa prevedono le disposizioni lavorative? Come si deve gestire questo genere di cose?” Non discutono mai le cose con gli altri, né cercano di raggiungere un consenso con i collaboratori: semplicemente valutano le cose e pianificano per conto proprio, facendo i propri programmi e le proprie disposizioni. Dopo una semplice lettura sbrigativa delle disposizioni lavorative della casa di Dio, pensano di averle comprese, quindi organizzano il lavoro alla cieca e, quando gli altri ne vengono a conoscenza, il lavoro è già stato organizzato. È impossibile per chiunque sentire in anticipo dalla loro bocca le opinioni o i sentimenti che nutrono, poiché non li comunicano mai a nessuno. Qualcuno potrebbe chiedere: “Ma i leader e i lavoratori non hanno tutti dei collaboratori?” Forse hanno nominalmente qualcuno come collaboratore, ma quando arriva il momento di lavorare, non ce l’hanno più: volano in solitaria. Sebbene i leader e i lavoratori abbiano dei collaboratori, e chiunque svolga un qualsiasi dovere ne ha uno, gli anticristi si ritengono dotati di buona levatura e migliori delle persone comuni, per cui le persone comuni non sarebbero degne di collaborare con loro e sarebbero tutte inferiori a loro. Questo è il motivo per cui agli anticristi piace comandare e non amano discutere le cose con nessun altro. Pensano che farlo li faccia apparire degli incompetenti buoni a nulla. Che tipo di punto di vista è questo? Di che tipo di indole si tratta? È un’indole arrogante? Pensano che collaborare e discutere con gli altri, chiedere loro informazioni e cercare da loro risposte, sia svilente e poco dignitoso, un affronto al loro amor proprio. E così, per proteggere questo amor proprio, non si concedono trasparenza in nulla di ciò che fanno, non ne parlano agli altri, e tanto meno ne discutono con loro. Pensano che farlo equivalga a mostrarsi incompetenti; che chiedere sempre le opinioni degli altri significhi essere stupidi e incapaci di pensare da soli; che lavorare con gli altri per portare a termine un compito o per risolvere un problema li faccia apparire inutili. Non è forse questa la loro mentalità arrogante e assurda? Non è forse questa la loro indole corrotta? Possiedono un’arroganza e una presunzione fin troppo evidenti; hanno perso la normale ragionevolezza umana e non hanno la testa del tutto a posto. Pensano sempre di possedere delle capacità, di poter fare le cose da soli e di non aver bisogno di collaborare con gli altri. Avendo un’indole così corrotta, non sono in grado di collaborare armoniosamente. Credono che collaborare con gli altri voglia dire affievolire e frammentare il loro potere, che quando il lavoro è condiviso con gli altri il loro potere si indebolisca e non possano decidere autonomamente, e che ciò equivalga a una mancanza di potere reale, cosa che per loro costituisce una perdita enorme. E così, qualsiasi cosa accada loro, se sono convinti di comprenderla e di conoscere il modo appropriato di gestirla, allora non ne discuteranno con nessun altro, e prenderanno loro tutte le decisioni. Preferiscono sbagliare piuttosto che informare altre persone, preferiscono cadere in errore piuttosto che condividere il potere con qualcun altro, e preferiscono essere rimossi dall’incarico piuttosto che consentire ad altri di intervenire nel loro lavoro. Ecco chi sono gli anticristi. Preferiscono danneggiare gli interessi della casa di Dio e metterli a rischio piuttosto che condividere il loro potere con qualcun altro. Pensano che, quando svolgono un lavoro o si occupano di qualche questione, non si tratti dell’assolvimento di un dovere, ma piuttosto di un’opportunità per mettersi in mostra, per distinguersi dagli altri e per esercitare il proprio potere. Per questo motivo, sebbene dichiarino di voler cooperare armoniosamente con gli altri e di voler discutere con loro quando si presentano delle questioni, la verità è che, nel profondo del cuore, non sono disposti a rinunciare al proprio potere o prestigio. Ritengono che fintanto che comprendono alcune dottrine e sono capaci di sbrigarsela da soli, allora non hanno bisogno di collaborare con nessun altro; pensano che il lavoro debba essere eseguito e portato a termine autonomamente, e che solo questo li renda competenti. Questo punto di vista è corretto? Non sanno che, se violano i principi, allora non stanno svolgendo i loro doveri, non sono in grado di portare a termine l’incarico ricevuto da Dio e si limitano a offrire manodopera. Invece di cercare le verità principi nello svolgimento del loro dovere, esercitano potere secondo i loro pensieri e le loro intenzioni, si mettono in mostra e si pavoneggiano. Non importa chi sia il loro collaboratore o cosa facciano: non vogliono mai discutere le cose, vogliono sempre agire da soli e avere l’ultima parola. Chiaramente, giocano con il potere e se ne servono per i loro scopi. Tutti gli anticristi amano il potere e, quando godono di prestigio, vogliono ancora più potere. Quando possiedono il potere, gli anticristi sono inclini a usare il loro prestigio per mettersi in mostra e pavoneggiarsi, in modo da indurre gli altri ad ammirarli e raggiungere l’obiettivo di distinguersi dalla massa. È in questo modo che gli anticristi sono ossessionati dal potere e dal prestigio, e non rinuncerebbero al loro potere mai e poi mai. Qualunque sia il dovere che stanno assolvendo, qualunque sia l’ambito di competenza professionale che esso comporta, faranno finta di conoscerlo, anche quando è chiaro che non è così. E se qualcuno dovesse accusarli di non capire e di fare solo finta, diranno: “Anche se comincio a studiarlo adesso, lo comprenderò meglio di te. Si tratta solo di cercare qualche risorsa online, no?” Ecco quanto sono arroganti e presuntuosi gli anticristi. Considerano tutto come una questione semplice e avrebbero l’ardire di affrontarla tutta insieme e da soli. E di conseguenza, quando il Supremo controlla il lavoro e chiede come sta procedendo la questione, rispondono che è stata più o meno gestita. Il fatto è che hanno volato in solitaria, senza discutere con nessuno: hanno deciso tutto da soli. Se chiedi loro: “Ci sono dei principi nel modo in cui ti comporti?”, loro snoccioleranno tutta una serie di teorie per dimostrare che ciò che stanno facendo è giusto e in linea con i principi. In realtà, il loro pensiero è distorto e sbagliato. Non hanno affatto discusso le cose con gli altri, hanno sempre avuto l’ultima parola, prendendo le decisioni da soli. Le decisioni prese da una singola persona il più delle volte sono destinate a contenere deviazioni, quindi che indole è questa di ritenere di essere giusti e accurati? È un’evidente indole di arroganza. Gli anticristi hanno un’indole arrogante, ed è per questo che sono dittatoriali, è per questo che si scatenano compiendo cattive azioni. È autocrazia, è un monopolio. Questa è l’indole degli anticristi. Non sono mai disposti a collaborare con nessuno, lo trovano non pertinente, superfluo. Pensano sempre di essere migliori degli altri, ritengono che nessun altro sia paragonabile a loro. Ecco perché, in fondo al cuore, gli anticristi non hanno alcun desiderio o volontà di collaborare con gli altri. Vogliono che si faccia come dicono loro; vogliono il monopolio. Solo allora provano gioia, solo allora possono dimostrare la loro superiorità, rendendo gli altri sottomessi e pieni di adorazione verso di loro.

C’è un altro aspetto, ovvero il fatto che gli anticristi desiderano sempre avere il potere assoluto, avere la sola e ultima parola. Questo aspetto della loro indole li rende anche incapaci di collaborare con gli altri. Se chiedi loro se sono disposti a collaborare, affermano di esserlo, ma quando arriva il momento di farlo, non ci riescono. Questa è la loro indole. Perché non ci riescono? Se qualcuno ricoprisse, per esempio, il ruolo di capogruppo e un anticristo fosse il suo assistente, la persona con la natura essenza dell’anticristo passerebbe da assistente a capo, e il capogruppo diventerebbe quindi il suo assistente. Gli anticristi capovolgerebbero la situazione. Come ci riuscirebbero? Hanno molte tecniche. Un elemento delle loro tecniche è quello di sfruttare i momenti in cui agiscono davanti ai fratelli e alle sorelle – i momenti in cui la maggior parte di essi può vederli – per parlare e agire molto e mettersi in mostra, per convincere le persone a stimarli e riconoscere che sono molto più capaci del capogruppo e che lo hanno surclassato. E con il tempo i fratelli e le sorelle arrivano a dire che il capogruppo non è bravo quanto l’assistente. L’anticristo è felice di sentire ciò; pensa: “Finalmente ammettono che sono migliore di lui. Ho raggiunto il mio obiettivo”. Quali sono le responsabilità e gli obblighi che l’assistente di un capogruppo dovrebbe adempiere, in circostanze normali? Deve collaborare con il capogruppo nello svolgimento e nell’implementazione del lavoro predisposto dalla chiesa, sottoporre le cose al capogruppo, stimolarlo, supervisionarlo, e agire insieme discutendo le cose con lui. Il capogruppo deve svolgere il ruolo di leader primario; il suo assistente deve sostenerlo e collaborare con lui controllando che ci si occupi di ogni progetto lavorativo nel modo migliore. Oltre a non sabotare le cose, deve fare tutto in collaborazione con il capogruppo, affinché il lavoro da svolgere venga svolto bene. Se le azioni del capogruppo violano i principi, allora l’assistente deve farglielo notare, aiutarlo e correggere l’errore. E in tutto ciò che il capogruppo fa bene e in modo corretto, e che è in linea con le verità principi, il suo assistente deve sostenerlo e collaborare, mettere tutto il suo impegno nel suo servizio ed essere di un solo cuore e di una sola mente con il capogruppo per svolgere bene il lavoro. Se dovesse sorgere un problema, o se ne venisse trovato uno, i due dovranno discutere della sua risoluzione. A volte ci sono due cose che devono essere fatte contemporaneamente; dopo che i due ne avranno parlato, ciascuno dovrà prendersi buona cura del proprio lavoro, separatamente. Questa è collaborazione: collaborazione armoniosa. Gli anticristi collaborano in questo modo con gli altri? Assolutamente no. Se a fare da assistente a un capogruppo è un anticristo, questi cercherà di capire cosa deve fare per scambiarsi di posizione con lui, in modo da trasformare il capogruppo in assistente e l’assistente in capogruppo, e assumere così il comando. Ordina al capogruppo di fare questo e quello, dimostrando a tutti che lui è molto più capace, che è adatto a fare il capogruppo. In questo modo, la sua fama presso gli altri aumenta, e lui viene poi naturalmente scelto come capogruppo. Fa sembrare sciocco il capogruppo di proposito e gli fa perdere la faccia, così che gli altri lo guardino all’alto in basso. Poi, a parole, lo deride e lo ridicolizza, lo espone e lo sminuisce. A poco a poco, la disparità tra i due diventa sempre più grande, e i posti che occupano nel cuore delle persone diventano differiscono sempre di più. Alla fine, l’anticristo diventa quindi il capogruppo: ha portato le persone dalla sua parte. Con un’indole come la sua, riesce quindi a collaborare in armonia con gli altri? No. Ovunque si trovi, vuole essere la colonna portante, avere il monopolio, detenere il potere nelle proprie mani. Qualunque sia il tuo titolo, che tu sia capo o assistente, un pezzo grosso o uno piccolo, il prestigio e il potere, per come la vedono gli anticristi, devono diventare prima o poi un loro esclusivo appannaggio. Chiunque abbiano al loro fianco per svolgere un dovere o un qualsiasi progetto lavorativo, o anche solo per discutere una questione, rimangono dei solitari che agiscono per conto proprio. Non collaborano con nessuno. A nessuno è consentito avere la loro stessa fama o il loro stesso titolo, né la stessa abilità o reputazione. Non appena qualcuno li supera e minaccia il loro prestigio, cercheranno di ribaltare la situazione con ogni mezzo a loro disposizione. Mettiamo per esempio che tutti stiano discutendo una questione: quando la discussione è sul punto di produrre un risultato, gli anticristi lo capiranno a colpo d’occhio e sapranno cosa bisogna fare. Diranno: “È davvero così difficile occuparsi di questa faccenda? C’è ancora bisogno di discuterne tanto? Niente di quello che dite funzionerà!” E avanzeranno una nuova teoria o un’idea altisonante a cui nessuno aveva pensato, confutando alla fine le opinioni di tutti. Quando lo avranno fatto, la gente penserà: “È superiore, d’accordo; come mai noi non ci abbiamo pensato? Siamo solo marmaglia ignorante. Questo non va bene, abbiamo bisogno di te al timone!” Questo è il risultato che l’anticristo desidera; declama sempre idee altisonanti, per arrivare a dare di sé un’immagine unica e conquistare la stima degli altri. E che impressione si ritrovano ad avere di lui le persone? Hanno l’impressione che le sue idee vadano oltre quelle delle persone comuni, che siano più elevate delle loro. Quanto sono elevate? Se lui non è presente, i membri del gruppo non riescono a prendere una decisione né a portare a termine nulla, quindi devono aspettare che arrivi lui e dica qualcosa. Dopo che lo ha fatto, tutti lo ammirano e, se quello che dice è fallace, tutti affermano comunque che è elevato. In questo modo, non sta fuorviando le persone? Perché non riesce a collaborare con nessuno, quindi? Pensa: “Collaborare con le persone significa mettermi al loro livello. Due tigri possono occupare la stessa montagna? Può esserci un solo re della montagna, e il ruolo di re va a chiunque sia in grado di detenerlo, ed è una persona capace come me a poterlo fare. Tutti voi non avete menti così brillanti; la vostra levatura è scarsa, e siete timidi. E, in aggiunta, non avete imbrogliato o ingannato nessuno al mondo: siete stati semplicemente ingannati voi dagli altri. Solo io sono qualificato per essere leader, qui!” Le cose cattive diventano quindi cose buone, per lui. Ostenta queste sue cose cattive: ciò non è forse spudorato? Perché dice così? E a che scopo, quindi, agisce in tal modo? Per essere il leader, per occupare un posto d’onore, non importa quanto sia grande il gruppo di persone di cui fa parte. Non è forse questa la sua intenzione? (Sì.) Quindi, escogita ogni modo per sminuire, umiliare e deridere tutti, e poi offre le proprie idee altisonanti, per convincere tutti e far sì che tutti facciano ciò lui che dice. Questa è collaborazione? No; che cos’è? Ciò è coerente con il tema otto, quello di cui stiamo parlando: vogliono che gli altri si sottomettano solo a loro, non alla verità o a Dio. Questo riguarda la collaborazione. Qualunque cosa facciano, nel loro linguaggio o nei loro metodi, gli anticristi riescono a svolgere il proprio dovere collaborando con gli altri? (No.) Loro non collaborano, chiedono semplicemente che gli altri collaborino con le loro dichiarazioni e i loro metodi. Sono quindi in grado di accettare consigli dagli altri? Certamente no. Qualunque consiglio gli altri possano offrire, a loro risulta piuttosto indifferente. Non chiedono dettagli o ragioni, né chiedono come dovrebbero realmente essere gestite le cose, tanto meno cercano le verità principi. Quel che è peggio, non chiedono nemmeno a Me quando sono di fronte a loro: Mi trattano come se fossi trasparente. Chiedo loro se hanno qualche problema e rispondono di no. È evidente che non sanno cosa fare riguardo a qualcosa che è appena accaduto, eppure non chiedono a Me, anche se sono lì davanti a loro. Riescono quindi a collaborare con qualcun altro? Nessuno è abbastanza qualificato da essere il loro collaboratore, può essere solo il loro schiavo e il loro tirapiedi. Non è così? Alcuni possono avere dei collaboratori, ma in realtà questi sono i loro tirapiedi, molto simili a dei burattini. Gli anticristi dicono: “Vai qui”, e il collaboratore lo fa; “Vai lì”, e lui lo fa; il collaboratore sa ciò che loro vogliono che lui sappia e, riguardo a ciò che non vogliono fagli sapere, non osa nemmeno chiedere. Le cose stanno come dicono loro. Qualcuno potrebbe dire loro: “Questo non va bene. Ci sono alcune cose di cui non puoi essere l’unico responsabile. Devi trovare qualcuno con cui collaborare, qualcuno che ti supervisioni. Inoltre, in passato c’è stato del lavoro che non hai gestito molto bene. Devi trovare qualcuno che possieda levatura, che sia abile a svolgere il lavoro, a collaborare con te e aiutarti: devi salvaguardare il lavoro della Chiesa e gli interessi della casa di Dio!” Cosa diranno al riguardo? “Se rimuovi il mio collaboratore, non troverò nessun altro adatto a collaborare con me”. Cosa stanno dicendo? Che non troveranno alcun collaboratore o che non troveranno quel tipo di tirapiedi e di schiavo? Hanno paura di non riuscire a trovare uno schiavo o un tirapiedi, un simile “collaboratore” che esegua solo i loro ordini. Come direste che vada risolta questa sfida che essi lanciano? Potresti dire: “Ah, non riesci a trovare un collaboratore? Allora non c’è bisogno che lavori tu a questo progetto, chiunque abbia un collaboratore può farlo al posto tuo”. Così, il problema non è forse risolto? Se nessuno è adatto a essere il tuo collaboratore e nessuno può collaborare con te, che cosa sei, allora? Sei un mostro, un essere anomalo. Chi è veramente dotato di ragionevolezza è almeno in grado di collaborare con le persone comuni, a meno che la levatura di queste ultime non sia troppo scarsa. Non funzionerebbe. La prima cosa che gli individui ragionevoli devono fare è imparare a collaborare con gli altri nel fare il proprio dovere. Devono essere in grado di collaborare con qualsiasi persona, a meno che questa non sia mentalmente ritardata o un diavolo, nel qual caso non c’è modo di collaborare con lei. Essere in grado di collaborare con la maggior parte delle persone è una cosa molto importante: è il segno di una ragionevolezza normale.

Una delle caratteristiche più evidenti della essenza di un anticristo è di monopolizzare il potere e instaurare una propria dittatura: non ascolta nessuno, non rispetta nessuno e, a prescindere dai punti di forza delle persone, dai corretti punti di vista e dalle sagge opinioni che esse potrebbero esprimere, o dai metodi opportuni che potrebbero proporre, non presta loro attenzione; è come se nessuno fosse qualificato per collaborare con lui o per prendere parte a qualsiasi cosa egli faccia. Questa è l’indole che hanno gli anticristi. Alcuni dicono che questo equivale a essere di cattiva umanità, ma come può trattarsi di una comune cattiva umanità? Si tratta a tutti gli effetti di un’indole satanica, e un’indole simile è estremamente maligna. Perché dico che l’indole degli anticristi è estremamente maligna? Un anticristo si porta via tutto dalla casa di Dio e dalla proprietà della chiesa e agisce come se tutto ciò gli appartenesse, e dovesse essere gestito solamente da lui, e non permette a nessun altro di intervenire in questo. Le uniche cose a cui pensa quando svolge il lavoro della chiesa sono i suoi interessi, il suo prestigio e il suo orgoglio. Non permette a nessuno di danneggiare i suoi interessi, e tanto meno consente a chiunque possieda levatura e sia in grado di parlare della propria testimonianza esperienziale di minacciare la sua reputazione e il suo prestigio. E così tenta di reprimere ed escludere, in quanto antagonisti, coloro che sono in grado di parlare di testimonianza esperienziale, nonché chi sa condividere sulla verità e provvedere al popolo eletto di Dio, e cerca in maniera disperata di isolare completamente quelle persone da tutti gli altri, di trascinare il loro nome nel fango e di farli cadere. Soltanto allora l’anticristo si sentirà in pace. Se queste persone non sono mai negative e sono in grado di portare avanti lo svolgimento dei loro doveri, parlando della loro testimonianza e sostenendo gli altri, allora l’anticristo ricorrerà alla sua ultima risorsa, ovvero quella di trovare in loro dei difetti, condannandoli, accusandoli ingiustamente, fabbricando ragioni per tormentarli e punirli, fino a che non saranno allontanati dalla chiesa. Soltanto allora l’anticristo si rilasserà completamente. Questo è quanto vi è di più subdolo e maligno negli anticristi. A suscitare in loro la più grande paura e ansietà sono le persone che perseguono la verità e possiedono un’autentica testimonianza esperienziale, perché le persone con tali testimonianze sono quelle che il popolo eletto di Dio approva e sostiene di più, invece di coloro che blaterano vacuamente su parole e dottrine. Gli anticristi non hanno una vera testimonianza esperienziale, né sono capaci di praticare la verità; nel migliore dei casi, sono capaci di compiere qualche buona azione per ingraziarsi la gente. Ma per quante buone azioni compiano e per quante cose piacevoli dicano, sono tutte comunque incomparabili ai benefici e ai vantaggi che una valida testimonianza esperienziale può arrecare alle persone. Niente può sostituire gli effetti del nutrimento e dell’irrigazione forniti al popolo eletto di Dio da coloro che sono in grado di parlare della loro testimonianza esperienziale. E così, quando gli anticristi vedono qualcuno che ne parla, lo guardano in cagnesco. I loro cuori si infiammano di rabbia, si gonfiano di odio, e loro mordono il freno, impazienti di fargli chiudere la bocca e impedirgli di aggiungere altro. Se questi continua a parlare, la reputazione dell’anticristo sarà completamente rovinata, il suo orribile volto verrà esposto davanti agli occhi di tutti, e così gli anticristi trovano un pretesto per disturbare la persona che sta riportando una testimonianza, e reprimerla. Gli anticristi permettono solo a sé stessi di fuorviare le persone con parole e dottrine; non consentono al popolo eletto di Dio di glorificarLo parlando della loro testimonianza esperienziale, il che denota il tipo di persone che gli anticristi odiano e temono di più. Quando qualcuno si distingue compiendo un po’ di lavoro, o quando qualcuno è in grado di parlare di una vera testimonianza esperienziale, e il popolo eletto di Dio ne riceve vantaggi, edificazione e sostegno e ciò suscita grandi lodi da parte di tutti, l’invidia e l’odio crescono nel cuore degli anticristi che cercano di escludere e reprimere quella persona. Essi non le permettono, per nessuna ragione al mondo, di assumere su di sé un qualsiasi lavoro, così da evitare che minacci il loro prestigio. Le persone che possiedono la verità realtà servono ad accentuare ed evidenziare la pochezza, lo squallore, la bruttezza e la malvagità degli anticristi quando si trovano in loro presenza. Perciò, quando gli anticristi scelgono un collaboratore, non selezionano mai qualcuno che possiede la verità realtà, né persone che sanno parlare di testimonianza esperienziale, e neppure persone sincere o in grado di praticare la verità. Queste sono le persone che gli anticristi invidiano e odiano di più, e per loro sono una spina nel fianco. Non importa quanto bene compiano queste persone che praticano la verità, o quanti benefici arrechino al lavoro della casa di Dio: gli anticristi s’impegneranno al massimo per insabbiare quelle azioni. Arriveranno persino a distorcere i fatti per rivendicare per sé il merito delle cose buone, scaricando la colpa per quelle cattive sugli altri come mezzo per elevare sé stessi e sminuire le altre persone. Gli anticristi provano una grande invidia e avversione verso coloro che perseguono la verità e sono in grado di parlare della propria testimonianza esperienziale. Temono che tali persone minaccino il loro prestigio, e così fanno di tutto per attaccarle ed escluderle. Impediscono ai fratelli e alle sorelle di mettersi in contatto con loro o di avvicinarsi a loro, o di sostenere ed elogiare queste persone capaci di riportare la loro testimonianza esperienziale. Questo è ciò che più di ogni altra cosa rivela la natura satanica degli anticristi, con la sua avversione per la verità e il suo odio verso Dio. Inoltre, dimostra che gli anticristi sono una corrente malvagia e contraria nella chiesa, che sono gli unici a cui attribuire il disturbo al lavoro della chiesa e l’impedimento della volontà di Dio. Inoltre, gli anticristi spesso inventano bugie e distorcono i fatti presso i fratelli e le sorelle, sminuendo e condannando le persone che riescono a parlare della loro testimonianza esperienziale. Qualunque lavoro svolgano tali persone, gli anticristi trovano scuse per escluderle e reprimerle, e le giudicano, dicendo che sono arroganti e presuntuose, che amano mettersi in mostra e che nutrono ambizioni. In realtà, queste persone possiedono una certa testimonianza esperienziale e una parte di verità realtà. Hanno un’umanità relativamente buona, possiedono coscienza e ragionevolezza e sono in grado di accettare la verità. E sebbene possano avere alcuni difetti e mancanze e possano occasionalmente rivelare un’indole corrotta, sono capaci di riflettere su sé stesse e di pentirsi. Queste persone sono quelle che Dio salverà, e che hanno la speranza di essere perfezionate da Lui. In sintesi, esse sono adatte a svolgere un dovere. Soddisfano i requisiti e i principi per svolgere un dovere. Ma gli anticristi pensano: “Non posso assolutamente sopportare questo. Tu vuoi avere un ruolo nel mio dominio, competere con me. È impossibile; non pensarci nemmeno. Tu sei più istruito di me, più eloquente di me, più popolare di me e persegui la verità con maggiore diligenza rispetto a me. Se collaborassi con te e tu mi rubassi la scena, cosa farei allora?” Considerano forse gli interessi della casa di Dio? No. A cosa pensano? Pensano solo a come mantenere il proprio prestigio. Sebbene gli anticristi sappiano di essere incapaci di svolgere un lavoro reale, non coltivano né promuovono le persone di buona levatura che perseguono la verità; gli unici individui che promuovono sono quelli che li adulano, che sono inclini a adorare gli altri, che in cuor loro li approvano e li ammirano, che agiscono in modo viscido, che non hanno comprensione della verità e sono incapaci di discernimento. Gli anticristi portano queste persone dalla loro parte affinché li servano, si diano da fare per loro e trascorrano ogni giorno orbitando intorno a loro. Questo dà agli anticristi potere nella chiesa, e ciò significa che molte persone si avvicinano a loro e li seguono, e che nessuno si azzarda a offenderli. Tutti questi individui coltivati dagli anticristi sono persone che non perseguono la verità. La maggior parte di esse è priva di comprensione spirituale e non sa far altro che seguire le regole. A costoro piace seguire le tendenze e il potere costituito. Appartengono a quella categoria di persone che sono imbaldanzite dall’avere un padrone potente: una banda di persone confuse. Come recita quel detto sui non credenti? Meglio essere lo scudiero di un uomo buono che l’avo venerato di un uomo cattivo. Gli anticristi fanno esattamente il contrario: si comportano come avi venerati di questi individui e cercano di coltivarli in modo che diventino loro sostenitori e tifosi. Ogni volta che un anticristo è al potere in una chiesa, recluterà sempre come suoi aiutanti persone confuse e scriteriati perditempo, escludendo e reprimendo quelle dotate di levatura che sanno comprendere e praticare la verità, che riescono a intraprendere un lavoro, e soprattutto quei leader e quei lavoratori che sono capaci di svolgere un lavoro reale. In questo modo nella chiesa si formano due schieramenti: uno è composto da individui dotati di umanità relativamente onesta, che fanno il loro dovere con sincerità e perseguono la verità; l’altro è formato da una banda di persone confuse e di scriteriati perditempo, guidati dagli anticristi. Questi due schieramenti continueranno a combattersi finché gli anticristi non saranno rivelati ed eliminati. Gli anticristi lottano e agiscono sempre contro coloro che fanno il proprio dovere con sincerità e perseguono la verità. Ciò non disturba gravemente il lavoro della chiesa? Ciò non intralcia e disturba l’opera di Dio? Questa forza degli anticristi non è forse un intralcio, un ostacolo che impedisce alla volontà di Dio di essere realizzata nella chiesa? Non è una forza malvagia che si oppone a Dio? Perché gli anticristi agiscono in questo modo? Perché, nella loro mente, è chiaro che se questi personaggi positivi si facessero avanti e diventassero leader e lavoratori, sarebbero loro antagonisti; sarebbero una forza che si oppone agli anticristi, e non ascolterebbero minimamente le loro parole né obbedirebbero loro; non eseguirebbero assolutamente alcun loro ordine. Queste persone sarebbero sufficienti a costituire una minaccia al prestigio degli anticristi. Quando gli anticristi le vedono, l’odio cresce dentro di loro; non ci sarà pace né rassicurazione nei loro cuori se non escluderanno e sconfiggeranno queste persone e non rovineranno la loro reputazione. Pertanto, devono lavorare velocemente per coltivare il proprio potere e rafforzare il proprio rango. In questo modo, possono controllare un maggior numero di appartenenti al popolo eletto di Dio e non dovranno mai più preoccuparsi che un pugno di persone che perseguono la verità minacci il loro prestigio. Gli anticristi formano la propria forza nella chiesa, prendendo coloro che li ascoltano, che obbediscono loro e che sono servili nei loro confronti, e promuovendoli a responsabili di ogni aspetto del lavoro. Fare questo è vantaggioso per il lavoro della casa di Dio? No. Non solo non è vantaggioso, ma crea anche intralcio e disturbo al lavoro della chiesa. Se questa forza malvagia avesse più della metà delle persone dalla sua parte, esiste la possibilità che rovesci la chiesa. Questo perché il numero di coloro che perseguono la verità nella chiesa costituisce una minoranza, mentre gli operai e i miscredenti che sono lì solo per mangiare pane a sazietà sono almeno la metà. In questa situazione, se gli anticristi concentrano la loro forza sul fuorviare quelle persone e portarle dalla loro parte, avranno naturalmente la meglio quando la chiesa eleggerà i leader. Pertanto, la casa di Dio sottolinea sempre che durante le elezioni bisognerebbe condividere sulla verità finché essa non sarà chiara. Se non siete in grado di smascherare e sconfiggere gli anticristi condividendo sulla verità, gli anticristi potrebbero fuorviare le persone ed essere eletti come leader, impossessandosi della chiesa e controllandola. Non sarebbe una cosa pericolosa? Se nella chiesa emergessero uno o due anticristi, ciò non sarebbe motivo di preoccupazione, ma se gli anticristi diventassero una forza e raggiungessero un certo livello di influenza, ci sarebbe di che temere. Pertanto, gli anticristi devono essere sradicati ed espulsi dalla chiesa prima che raggiungano un tale livello di influenza. Questo compito ha la massima priorità ed è necessario portarlo a termine. Inoltre, quei miscredenti, nella chiesa, specialmente quelli inclini a adorare e seguire l’uomo, quelli a cui piace seguire la forza, essere complici e scagnozzi dei diavoli, formare cricche, tali miscredenti e diavoli di una simile specie dovrebbero essere allontanati seduta stante. Questo è l’unico modo per impedire a quella marmaglia di formare una forza per disturbare e controllare la chiesa. Questa è una cosa che il popolo eletto di Dio deve capire con chiarezza, qualcosa di cui coloro che comprendono la verità dovrebbero farsi carico. Tutti quelli che si fanno carico del lavoro della chiesa, tutti quelli che tengono conto delle intenzioni di Dio, devono percepire queste cose per quello che sono. Devono soprattutto vedere la risma degli anticristi per quello che è, così come i diavoli meschini a cui piace adulare e adorare le persone, e poi imporre loro delle restrizioni o allontanarli dalla chiesa. C’è un gran bisogno di una pratica come questa. Gli individui come gli anticristi si propongono specificatamente di entrare in buoni rapporti con queste persone confuse, questi inutili perdigiorno, questa gente vile che non accetta né ama la verità. Li conquistano e “collaborano” con loro in modo abbastanza armonioso, intimo ed entusiasta. Che tipo di creature sono, quelle persone? Non sono forse membri delle bande degli anticristi? Se il Supremo dovesse destituire il loro “avo venerato”, questi rispettosi discendenti non lo sopporterebbero: giudicherebbero il Supremo come ingiusto e unirebbero le forze per difendere gli anticristi. La casa di Dio può permettere loro di avere la meglio? Tutto ciò che può fare è gettare la sua rete su tutti loro e allontanarli in massa. Sono demoni delle bande degli anticristi e nessuno di loro può essere lasciato impunito. Individui come gli anticristi raramente agiscono da soli; nella maggior parte dei casi, radunano un gruppo con cui agire, formato da almeno due o tre persone. Tuttavia, ci sono alcuni casi isolati di anticristi che agiscono individualmente. Questo perché non possiedono talenti, o forse non hanno avuto la loro occasione. Ciò che hanno in comune con gli altri, però, è il loro particolare amore per il prestigio. Non pensare che, giacché non possiedono competenze o istruzione, non amino il prestigio. È sbagliato. Tu non hai capito fino in fondo l’essenza di un anticristo: in quanto tale, un anticristo ama il prestigio. Visto che gli anticristi non sono in grado di collaborare con nessuno, perché allora coltivano un tale gruppo di persone confuse, rifiuti umani e parassiti affinché bacino loro i piedi? Hanno intenzione di collaborare con queste persone? Se davvero riuscissero a collaborare con loro, allora l’affermazione secondo cui “gli anticristi sono incapaci di collaborare con chiunque” non reggerebbe. Sono incapaci di collaborare con chiunque: quel “chiunque” si riferisce principalmente a persone positive, ma, tenendo conto dell’indole degli anticristi, essi non riescono a collaborare nemmeno con i loro complici. Quindi, a che scopo stanno coltivando queste persone? Coltivano un gruppo di persone confuse che sono facili da comandare, da manipolare, che non hanno opinioni proprie, che fanno qualunque cosa gli anticristi dicano, che procederanno insieme per salvaguardare il prestigio degli anticristi. Se un anticristo facesse affidamento su sé stesso, sarebbe tutto solo e non sarebbe facile per lui salvaguardare il proprio prestigio. Ecco perché convince un gruppo di persone confuse a radunarsi intorno a lui ogni giorno e a fare le cose nel suo interesse. Fuorvia perfino il popolo eletto di Dio: parla di come queste persone perseguano la verità e di quanto soffrano; dice che meritano di essere nutrite; dice addirittura che, quando hanno un problema, si informano e fanno domande al riguardo, che sono tutte persone obbedienti e sottomesse. Sta facendo il suo dovere in modo collaborativo? L’anticristo sta formando un gruppo di persone che agiranno per lui, che saranno i suoi scagnozzi, i suoi complici, al fine di consolidare il suo prestigio. Questo non è collaborare, è gestire i propri affari. Tale è la forza degli anticristi.

Secondo voi, è difficile collaborare con altre persone? In realtà non lo è. Si potrebbe addirittura affermare che è facile. Ma perché le persone lo ritengono comunque difficile? Perché hanno un’indole corrotta. Per coloro che possiedono umanità, coscienza e ragionevolezza, collaborare con gli altri è relativamente facile e possono percepire che è qualcosa di gioioso. Questo perché non è facile per nessuno realizzare le cose da solo, e in qualsiasi campo sia coinvolto o qualunque cosa stia facendo, è sempre bene avere qualcuno che metta in luce le cose e offra assistenza: è molto più facile così che fare da soli. Inoltre, ci sono dei limiti alle capacità della levatura delle persone e a ciò che possono sperimentare. Nessuno può essere un esperto in tutti i mestieri: non è possibile per una sola persona sapere tutto, essere capaci di fare tutto, realizzare tutto: è impossibile, e tutti dovrebbero possedere tale ragionevolezza. E quindi, indipendentemente da ciò che fai, che sia importante o meno, avrai sempre bisogno di qualcuno che ti aiuti, che ti dia indicazioni e consigli, che faccia le cose in collaborazione con te. Questo è l’unico modo per essere sicuro che agirai in maniera più corretta, commetterai meno errori e avrai meno probabilità di smarrirti, il che è una buona cosa. Servire Dio, in particolare, è una cosa molto importante, e non eliminare la tua indole corrotta potrebbe metterti in pericolo! Quando le persone hanno un’indole satanica, possono ribellarsi e opporsi a Dio sempre e dovunque. Le persone che vivono secondo un’indole satanica possono rinnegare Dio, tradirLo e opporGli resistenza in qualsiasi momento. Gli anticristi sono molto stupidi, non se ne rendono conto, e pensano: “Ho già fatto abbastanza fatica a conquistarmi il potere, perché dovrei condividerlo con qualcun altro? Cederlo agli altri significa che non ne avrò per me, giusto? Come posso dimostrare i miei talenti e le mie capacità senza potere?” Non sanno che ciò che Dio ha affidato alle persone non è potere o prestigio, ma un dovere. Gli anticristi accettano solo il potere e il prestigio, mettono da parte i loro doveri e non svolgono un lavoro effettivo. Al contrario, perseguono solo la fama, il guadagno e il prestigio e vogliono soltanto prendere il potere, controllare il popolo eletto di Dio e crogiolarsi nei vantaggi del prestigio. Comportarsi in questo modo è molto pericoloso: è opporsi a Dio! Chiunque persegua la fama, il guadagno e il prestigio invece di svolgere adeguatamente il proprio dovere sta giocando con il fuoco e con la propria vita. Chi gioca con il fuoco e con la propria vita può condannare se stesso in qualsiasi momento. Oggi, in quanto leader o lavoratore, stai servendo Dio, e questa non è una cosa comune. Non stai facendo qualcosa per qualcuno, tanto meno stai lavorando per poter pagare le bollette e mettere il cibo in tavola; stai invece svolgendo il tuo dovere all’interno della chiesa. E dato che, in particolar modo, questo dovere è un incarico affidatoti da Dio, che cosa implica il suo assolvimento? Che devi rendere conto a Dio del tuo dovere, che tu lo svolga bene o no; alla fine bisogna rendere conto a Dio, deve esserci un esito. Quello che hai accettato è un incarico da parte di Dio, una responsabilità sacra; quindi, più o meno importante che sia questa responsabilità, si tratta di una cosa seria. Quanto seria? Su scala minore, si tratta di capire se sei in grado di acquisire la verità in questa vita e di capire come Dio ti vede. Su scala più ampia è in diretta correlazione con le tue prospettive e il tuo destino, con il tuo esito; se commetti il male e ti opponi a Dio, sarai condannato e punito. Tutto ciò che fai quando svolgi il tuo dovere è registrato da Dio, e Dio ha i Suoi principi e i Suoi criteri per valutarlo e classificarlo; Dio determina il tuo esito in base a tutto ciò che manifesti mentre svolgi il tuo dovere. È una questione seria? Lo è davvero! Quindi, se ti viene assegnato un compito, sei tu da solo a gestire la questione? (No.) Quel lavoro non è una cosa che puoi portare a termine da solo, ma richiede effettivamente che tu te ne assuma la responsabilità. La responsabilità è tua; devi portare a termine tu quell’incarico. Questo cosa riguarda? Riguarda la collaborazione, il modo di collaborare nel servizio, di collaborare per svolgere il tuo dovere e per portare a termine il tuo incarico, il modo di collaborare per far sì che tu segua la volontà di Dio. Riguarda queste cose.

Una cooperazione armoniosa implica molte cose. Come minimo, una di esse è consentire agli altri di parlare e dare suggerimenti diversi. Se sei veramente ragionevole, a prescindere da quale lavoro tu svolga, devi prima imparare a cercare le verità principi, e dovresti anche prendere l’iniziativa di richiedere le opinioni altrui. A patto che tu prenda sul serio ogni suggerimento, e poi risolvi i problemi con un solo cuore e una sola mente, otterrai sostanzialmente una cooperazione armoniosa. In tal modo, incontrerai molte meno difficoltà nel tuo dovere. Qualunque problema dovesse emergere, sarà facile affrontarlo e risolverlo. Tale è l’effetto della cooperazione armoniosa. A volte sorgono controversie su questioni di poco conto ma, purché non influiscano sul lavoro, non saranno un problema. Tuttavia, in merito a questioni importanti e fondamentali che riguardano il lavoro della chiesa, dovrai raggiungere il consenso e ricercare la verità per risolverle. In qualità di leader o di lavoratore, se ti ritieni sempre al di sopra degli altri e ti diletti nel tuo dovere come se fosse un incarico governativo, crogiolandoti sempre nei vantaggi del tuo prestigio, facendo costantemente i tuoi piani personali, sempre avendo considerazione e godendo della tua fama, del tuo guadagno e del tuo prestigio, conducendo sempre una tua operazione personale e cercando di ottenere un prestigio più elevato, di gestire e controllare un maggior numero di persone e di estendere la portata del tuo potere, questo è un problema. È molto pericoloso trattare un dovere importante come un’occasione per godere della tua posizione, come se fossi un funzionario governativo. Se ti comporti sempre in questo modo, se non vuoi collaborare con gli altri, se non vuoi disperdere il tuo potere né condividerlo con nessuno, se non vuoi che qualcun altro ti metta in ombra, che ti rubi le luci della ribalta, se vuoi goderti il potere da solo, allora sei un anticristo. Se invece cerchi spesso la verità, se pratichi ribellandoti alla tua carne, alle tue motivazioni e alle tue idee, e se sei in grado di prenderti la responsabilità di collaborare con gli altri, se apri il tuo cuore per consultare gli altri e ricercare con loro, se ascolti attentamente le loro idee e i loro suggerimenti e accetti i consigli che sono corretti e in linea con la verità, indipendentemente da chi provengano, allora stai praticando in modo saggio e corretto e sei capace di evitare di intraprendere la strada sbagliata, e questa è per te una protezione. Rinuncia ai titoli di leadership, rinuncia all’aria viziata del prestigio, tratta te stesso come una persona comune, mettiti allo stesso livello degli altri e abbi un atteggiamento responsabile verso il tuo dovere. Se consideri sempre il tuo dovere come un titolo ufficiale e un prestigio, o come una sorta di corona d’alloro, e immagini che gli altri siano lì per lavorare per te e servire il tuo ruolo, la faccenda è grave, e Dio ti detesterà e sarà disgustato da te. Se invece ritieni di essere uguale agli altri e di aver solo ricevuto un po’ più di incarichi e di responsabilità da Dio, se impari a porti su un piano di parità con loro e riesci persino a chinarti per chiedere cosa pensano, e sai ascoltare con serietà, attenzione e sollecitudine quel che hanno da dire, allora collaborerai in armonia con gli altri. Quale effetto otterrà questa cooperazione armoniosa? Un effetto immenso. Otterrai cose che non hai mai avuto prima, vale a dire la luce della verità e le realtà della vita; scoprirai le virtù degli altri e imparerai dai loro punti di forza. C’è dell’altro: immagini che altre persone siano stupide, ottuse, sciocche, inferiori a te, ma quando ascolterai le loro opinioni, o queste persone si apriranno a te, scoprirai senza neanche rendertene conto che nessuno è così banale come pensavi, che ognuno può offrire idee e opinioni diverse, e che tutti hanno i loro meriti. Se impari a cooperare armoniosamente, oltre ad aiutarti a imparare dai punti di forza di altri, ciò ti può rivelare la tua arroganza e presunzione, e ti impedisce di ritenerti in gamba. Quando smetterai di considerarti più intelligente e migliore di chiunque altro, non vivrai più in questo stato narcisistico e di autocelebrazione. E questo ti proteggerà, non è così? Questa è la lezione che dovresti imparare e il vantaggio che dovresti ottenere dalla collaborazione con gli altri.

Nei Miei rapporti con le persone, ascolto attentamente ciò che dice la maggior parte di esse. Per Me è importante esaminare persone di ogni tipo, ascoltarle parlare e studiare il linguaggio e lo stile che adottano nel farlo. Eri abituato a presumere, per esempio, che gran parte delle persone abbia pochissima istruzione e non possieda competenze professionali, e che quindi non sia necessario avere a che fare con loro. In realtà, ciò non è corretto. Quando entri in contatto con questi individui, o persino con alcune persone speciali, sei in grado di comprendere cose, nel profondo dei loro cuori, che non puoi vedere o percepire, come i loro pensieri e i loro punti di vista, alcuni dei quali sono distorti, altri corretti. Naturalmente, questa “correttezza” potrebbe essere abbastanza lontana dalla verità; potrebbe non avere nulla a che fare con essa. Ma sarai in grado conoscere più aspetti della natura umana. Non è una buona cosa per te? (Sì.) Questa è conoscenza; è un modo per ampliare la tua conoscenza. Alcuni potrebbero dire: “A che serve ampliare la nostra conoscenza?” Ti è utile per comprendere i vari tipi di persone, per discernere e analizzare vari tipi di persone, e ancor più per migliorare la tua capacità di aiutare vari tipi di persone. Questo è il cammino sul quale si sta lavorando molto. Alcune persone sono falsamente spirituali e pensano: “Ora che credo in Dio, non ascolto le trasmissioni o i notiziari e non leggo i giornali. Non interagisco con il mondo esterno. Tutte le persone, di ogni estrazione sociale e professione, sono diavoli!” Be’, ti sbagli. Se possiedi la verità, hai ancora paura di interagire con i diavoli? Anche Dio a volte ha a che fare con Satana nel regno spirituale. Dio cambia, per questo? Neanche un po’. Tu hai paura di avere a che fare con i diavoli e, in quella paura, c’è un problema. Ciò che in realtà devi temere è di non capire la verità, di avere una comprensione e una visione imprecise della fede in Dio e della verità, di avere molte nozioni e fantasie e di essere troppo dogmatico. Ecco perché, che tu sia un leader, un lavoratore o un capogruppo, qualunque sia il lavoro di cui sei responsabile e qualunque sia il ruolo che ricopri, devi imparare a collaborare con gli altri e ad avere rapporti con loro. Non declamare idee pompose e non atteggiarti sempre a gran signore, per fare in modo che le persone ti diano ascolto. Se declami sempre idee pompose e non sei mai in grado di mettere in pratica la verità o di collaborare con gli altri, ti stai rendendo ridicolo. Chi ti presterebbe attenzione, allora? Come è avvenuta la caduta dei farisei? Essi predicavano sempre teorie teologiche e declamavano idee pompose. Mentre continuavano a farlo, Dio non era più lì nei loro cuori: essi Lo negarono e si servirono persino delle nozioni, delle leggi e delle regole dell’uomo per condannarLo e opporsi a Lui, e per inchiodarLo alla croce. Tenevano in mano la Bibbia tutto il giorno, leggendola ed esaminandola, erano capaci di recitare fluentemente le Scritture. E ciò a cosa portò, alla fine? Non sapevano dove fosse Dio, né quale fosse la Sua indole e, sebbene Egli avesse espresso molte verità, non ne accettarono nemmeno una piccola parte, ma si opposero a Lui e Lo condannarono. Non fu forse questa la loro fine? Sapete bene quali furono i risultati. Voi, nella vostra fede in Dio, avete delle visioni così fallaci? Non siete forse isolati? (Sì.) Io sono isolato, secondo te? A volte leggo le notizie, a volte guardo interviste o altre trasmissioni simili; a volte chiacchiero del più e del menopigramente con i fratelli e le sorelle, a volte con qualcuno che sta cucinando o facendo le pulizie. Parlo un po’ con ogni persona che incontro. Non pensare che, per il fatto di aver assunto un incarico, o di possedere un talento speciale, o addirittura di aver intrapreso una missione speciale, sei più speciale degli altri. È sbagliato. Non appena pensi di essere più speciale degli altri, quella visione sbagliata ti chiuderà impercettibilmente in una gabbia, ti imprigionerà dall’esterno in pareti di ferro e bronzo. Allora sentirai di essere superiore a tutti, di non poter fare questo e quello, di non poter parlare o comunicare con questa o quella persona, di non poter nemmeno ridere. E cosa succede, alla fine? In cosa ti trasformi? (In una persona solitaria e isolata.) Diventi una persona solitaria e isolata. Guarda agli imperatori dell’antichità: dicevano sempre cose come “Io, solo io, sono così e così”; “Io, solo io, sono questo e quello”; “Io, solo io, penso”, dichiarando sempre di essere da soli. Quanto ti devi ritenere grandioso, se dichiari sempre di essere da solo? Così grandioso che sei diventato davvero il figlio del cielo? È questo ciò che sei? In sostanza, sei una persona comune. Se ti ritieni sempre grandioso e straordinario, sei nei guai. Andrà a finire male. Se gestisci i tuoi rapporti mondani con una visione così errata, allora i modi e i mezzi delle tue azioni cambieranno, i tuoi principi cambieranno. Se pensi sempre di essere una cosa a parte, di essere superiore a tutti gli altri, se pensi che non dovresti fare questo o quel genere di cose, che farle è al di sotto del tuo prestigio e della tua posizione, non va poi a finire male? (Sì.) Penserai: “Con un prestigio come il mio, proprio non posso dire agli altri ogni cosa!”, “Con un prestigio come il mio, non posso dire agli altri che sono ribelle!”, “Con una posizione come la mia, non posso rivelare agli altri cose umilianti come le mie debolezze, i miei difetti, le mie carenze e la mia mancanza di istruzione: non posso assolutamente farle sapere a nessuno!” Ciò sarebbe estenuante, no? (Sì.) Se tu vivessi in un modo così estenuante, potresti svolgere bene il tuo dovere? (No.) Dove sorge il problema? Nelle opinioni che hai sul tuo dovere e sul tuo prestigio. Per quanto importante sia il tuo ruolo di “funzionario”, qualunque sia la posizione che ricopri, per quanto elevato sia il numero di persone di cui sei responsabile, in realtà, si tratta solo di un dovere differente. Tu non sei diverso dagli altri. Ma non riesci a vedere le cose come stanno, e in cuor tuo senti sempre questo: “Non si tratta di un dovere differente, c’è davvero una differenza nella mia posizione. È necessario che io sia al di sopra degli altri; come potrei collaborare con loro? Gli altri potrebbero anche collaborare con me, ma io non posso collaborare con loro!” Se pensi sempre così, e desideri sempre essere al di sopra di tutti, stare sulle spalle degli altri, essere superiore a loro e guardarli dall’alto in basso, non sarà facile per te collaborare con le persone. Penserai sempre: “Cosa sa quell’individuo? Se avesse saputo le cose, i fratelli e le sorelle lo avrebbero scelto come leader. Perché hanno scelto me, allora? Perché sono migliore di lui. Quindi non dovrei discutere di queste cose con lui. Se lo facessi, significherebbe che non sono grandioso. Per dimostrare che lo sono, non posso discutere delle cose con nessuno. Non c’è nessuno che sia adatto a discutere del lavoro con me, proprio nessuno!” Ecco come ragionano gli anticristi.

Nella Cina continentale, il Partito Comunista sopprime il credo religioso. È un ambiente terribile. I credenti in Dio corrono il pericolo di essere arrestati in qualsiasi momento, quindi leader e lavoratori non si riuniscono molto di frequente. A volte non riescono nemmeno a tenere riunioni tra collaboratori una volta al mese; attendono finché le condizioni non permettono loro di incontrarsi o finché non trovano un luogo adatto. Come viene svolto, quindi, il lavoro? Quando ci sono disposizioni lavorative, bisogna trovare qualcuno che le consegni. Una volta, per consegnare delle disposizioni lavorative a un leader regionale, abbiamo trovato un fratello che stava nelle vicinanze. Questo fratello era un credente comune e, quando ha consegnato le disposizioni di lavoro, il leader regionale le ha lette e ha detto: “Bah. Proprio come immaginavo”. Cosa stava sfoggiando davanti a quel fratello? Stava sbandierando la sua influenza, in modo che chiunque lo guardasse potesse dire: “Wow, com’è signorile. Che stile!” E questo non è niente: subito dopo, ha detto: “Questo è il tizio che mandano a consegnarmi le disposizioni lavorative? Il suo rango non è abbastanza elevato!” Ciò voleva dire: “Sono un leader regionale, un leader importante. Come possono mandare un credente comune a consegnarmi le cose? Qui non si sta forse oltrepassando il limite? Il supremo mi guarda veramente dall’alto in basso. Sono un leader regionale, quindi avrebbero dovuto mandare almeno un leader distrettuale per la consegna, invece hanno affidato l’incarico a un credente comune, di infimo livello: il suo rango non è abbastanza elevato!” Che razza di individuo è questo leader! Quanto ci tiene al suo prestigio, per dire che il messaggero non ha un rango abbastanza elevato? Usa il suo titolo come un pretesto per affermare la sua autorità. Non è forse una cosa diabolica? (Sì.) È una cosa diabolica, esatto. Nel lavoro della chiesa, siamo schizzinosi riguardo a chi inviamo per consegnare le cose o dare comunicazioni? In un ambiente come la Cina continentale, i fratelli e le sorelle affrontano rischi enormi mentre vanno a fare le consegne, eppure, quando questo fratello è arrivato con le disposizioni lavorative, il leader gli ha detto che il suo rango non era abbastanza elevato, lasciando intendere che bisognava trovare qualcuno di rango sufficiente, qualcuno che fosse al pari del leader in termini di posizione e prestigio, e che fare diversamente significasse disprezzare il leader: non è forse questa l’indole di un anticristo? (Sì.) È l’indole di un anticristo. Questa persona diabolica non può svolgere alcun lavoro effettivo e non ha alcuna competenza, eppure fa simili richieste e pone tanta enfasi sul prestigio. Qual è il suo slogan? “Il suo rango non è abbastanza elevato”. A chiunque gli stia parlando, prima chiede: “Qual è il tuo livello, come leader? Sei a capo di un piccolo gruppo? Vattene: il tuo rango non è abbastanza elevato!” Se è il fratello Supremo a tenere una riunione, quella persona si farà sempre avanti, dicendo: “Questo fratello è il più grande tra i leader della chiesa, e io vengo subito dopo di lui. Ovunque si sieda, io mi siedo proprio accanto a lui, come prevede il rango”. È così lampante, nella sua mente. Questo non è forse un comportamento spudorato? (Sì.) È davvero spudorato: quella persona non ha conoscenza di sé! Quanto è spudorata? Abbastanza da disgustare la gente. Anche se possiede il titolo di leader, cosa è capace di fare? Quanto bene lo fa? È necessario che sia in grado di mostrare qualche risultato prima di poter sfoggiare le sue qualifiche: sarebbe appropriato; sarebbe logico. Eppure distingue le persone in base al rango senza aver ottenuto alcun risultato, senza aver svolto alcun lavoro! E qual è, allora, il suo rango? Come leader regionale, non ha svolto molto lavoro effettivo: non si dimostra all’altezza del suo rango. Se Io distinguessi le persone in base al rango, c’è qualcuno che potrebbe avvicinarsi a Me? No. Mi vedete distinguere le persone in base al rango, quando interagisco con loro? No: chiunque Io incontri, parlo un po’ con lui, se posso, e se non ho tempo, lo saluto e basta. Questo anticristo, però, non la pensa così. Per lui, la posizione, il prestigio e il valore sociale sono più importanti di ogni altra cosa, sono addirittura più preziosi della sua stessa vita. Voi fate delle distinzioni in base al rango quando svolgete i vostri doveri insieme? Alcune persone fanno distinzioni in base al rango in tutto ciò che fanno; in un batter d’occhi, diranno che qualcuno sta andando oltre il proprio rango nel lavoro che svolge e nelle comunicazioni che porta. Ma quale rango sta oltrepassando? Prima fai bene il tuo dovere. Non sai assolvere bene alcun dovere né svolgere alcun lavoro, eppure continui a fare distinzioni in base al rango: chi ti ha chiesto di farlo? Non è ancora il momento di fare distinzioni in base al rango. Lo stai facendo troppo presto; non hai conoscenza di te stesso. Ci sono volte in cui andiamo in qualche posto e troviamo lì le persone per risolvere un problema. Cerchiamo persone adatte in base al rango? Fondamentalmente no. Se tu sei il responsabile del lavoro, allora verremo a cercare te e, se non ci sei, troveremo qualcun altro. Non facciamo distinzioni in base al rango, né in base al prestigio, alto o basso che sia. Se qualcuno si mette a fare tali distinzioni, non ha conoscenza di sé e non capisce i principi. Se fai distinzioni in base al prestigio, al rango e ai titoli nella casa di Dio in modo così minuzioso come fanno i non credenti, allora sei davvero privo di ragionevolezza! Non capisci la verità; sei molto carente. Non capisci cosa significhi credere in Dio.

Abbiamo appena parlato della pratica di collaborare con gli altri. È una cosa facile da fare? Chiunque sia in grado di cercare la verità, abbia un po’ di senso di vergogna, e umanità, coscienza e ragionevolezza, può praticare la collaborazione con gli altri. Sono le persone senza umanità, quelle che desiderano sempre avere il monopolio del prestigio, che pensano sempre alla propria dignità, al proprio prestigio, alla propria fama e al proprio guadagno, a non riuscire a collaborare con nessuno. Naturalmente, questa è anche una delle principali manifestazioni degli anticristi: essi non collaborano con nessuno, né riescono a instaurare una collaborazione armoniosa con nessuno. Non mettono in pratica questo principio. Qual è il motivo? Non sono disposti a cedere il potere; non sono disposti a far sapere agli altri che ci sono cose che non riescono a capire fino in fondo o su cui hanno bisogno di chiedere consiglio. Mostrano alle persone un’illusione, facendo credere loro che non ci sia niente che non possano fare, niente che non conoscano, niente di cui siano all’oscuro, che hanno tutte le risposte e che tutto è fattibile, possibile e realizzabile per loro, e che non hanno bisogno degli altri: né del loro aiuto, né dei loro promemoria, né dei loro consigli. Questa è una delle ragioni. Oltre a ciò, qual è l’indole più evidente degli anticristi? Cioè, qual è l’indole che sarai in grado di capire fino in fondo quando entrerai in contatto con loro, semplicemente sentendoli pronunciare una o due frasi? L’arroganza. Quanto sono arroganti? Lo sono oltre ogni ragionevolezza, come se si trattasse di una malattia mentale. Se, per esempio, bevendo un sorso d’acqua fanno una bella figura, ne parleranno come di qualcosa di cui vantarsi: “Guarda che bella figura faccio quando bevo dell’acqua”. Sono particolarmente bravi a pavoneggiarsi e a mettersi in mostra, e soprattutto sono spudorati e sfacciati. Ecco che genere di cosa sono gli anticristi. Per come la vedono loro, nessuno è alla loro altezza. Sono particolarmente bravi a mettersi in mostra e sono del tutto privi di conoscenza di sé. Alcuni anticristi sono particolarmente brutti, eppure pensano di avere un bell’aspetto, con un volto ovale, occhi a mandorla e sopracciglia arcuate. Sono privi persino di un tale briciolo di conoscenza di sé. Entro i 30 o i 40 anni, una persona media avrà valutato più o meno accuratamente il proprio aspetto e le proprie abilità. Gli anticristi, invece, non hanno tale ragionevolezza. Qual è il problema, qui? È che la loro indole arrogante ha superato i limiti della normale ragionevolezza. Quanto sono arroganti? Anche se somigliano a un rospo, diranno che sembrano cigni. In ciò è insita una sorta di incapacità di distinguere quello che è da quello che non è, e una tendenza a capovolgere le cose. Una tale arroganza si estende fino ai limiti della sfacciataggine; è incontenibile. Quando le persone comuni parlano bene del proprio aspetto, lo trovano sconveniente e provano imbarazzo. Dopo averne parlato, arrossiscono e si vergognano per il resto della giornata. Gli anticristi non arrossiscono. Si lodano per le cose buone che hanno fatto e per i punti di forza che possiedono, e per qualunque cosa li renda bravi e migliori degli altri: queste parole fluiscono con naturalezza dalla loro bocca, come se fossero discorsi comuni. Non arrossiscono nemmeno! Questa è arroganza oltre ogni misura, vergogna o ragionevolezza. Questo è il motivo per cui, agli occhi degli anticristi, ogni persona normale – specialmente ogni persona che cerca la verità e possiede la coscienza e la ragionevolezza di un’umanità normale, e un modo di pensare normale – è un mediocre senza alcun talento degno di nota, è inferiore a loro e manca dei loro punti di forza e dei loro meriti. È corretto affermarlo, poiché sono altezzosi e credono che nessuno sia al loro livello, e per questo motivo non vogliono collaborare o discutere con nessuno, qualunque cosa essi facciano. Possono ascoltare sermoni, leggere le parole di Dio, vedere lo smascheramento delle Sue parole, o essere potati ogni tanto, ma in ogni caso non ammetteranno di aver rivelato corruzione e di aver trasgredito, ancor meno di essere arroganti e presuntuosi. Non sono in grado di capire che sono solo persone comuni, di levatura comune. Non riescono a capire queste cose. Indipendentemente da come li poterai, penseranno comunque di possedere una buona levatura, di essere più elevati della gente comune. Ciò non è forse al di là di ogni speranza? (Sì.) È al di là di ogni speranza. Gli anticristi sono così. Comunque vengano potati, non riescono proprio ad abbassare la testa e ad ammettere che sono dei buoni a nulla, degli incapaci. Per loro, ammettere i propri problemi, i propri difetti o la propria corruzione sarebbe come essere condannati, come essere distrutti. È così che pensano. Sono convinti che, non appena gli altri vedranno i loro difetti o si accorgeranno che la loro levatura è scarsa e che non possiedono comprensione spirituale, la loro fede in Dio perderà forza e la troveranno priva di significato, poiché il loro prestigio non sarà più garantito: lo avranno perduto. Pensano: “Che senso ha vivere senza prestigio? Meglio morire!” E se hanno prestigio, sono incontenibili nella loro arroganza, si scatenano facendo il male; e se si ritrovano contro un muro e vengono potati, vorranno abbandonare il loro ruolo, diventeranno negativi e batteranno la fiacca. Vuoi che agiscano secondo le verità principi? Non pensarci nemmeno. Cosa credono? “Che ne dici di darmi una posizione e lasciarmi agire da solo? Vuoi che collabori con gli altri? È impossibile! Non trovarmi un collaboratore: non ne ho bisogno; nessuno è adatto a collaborare con me. Oppure, semplicemente, non affidare l’incarico a me: chiedi a qualcun altro di farlo!” Che razza di creatura è questa? “Ci può essere un solo maschio alfa”: questa è la mentalità degli anticristi, e queste sono le loro manifestazioni. Non è forse al di là di ogni speranza? (Sì.)

Nel primo tema, secondo cui gli anticristi sono incapaci di collaborare con chiunque, cosa implica questo “incapaci”? Implica che non collaborano con nessuno e che non riescono a instaurare una collaborazione con gli altri: questi non sono forse due aspetti della questione? Questi due significati sono impliciti in essa e sono determinati dall’essenza degli anticristi. Sebbene le persone possano lavorare in tandem con loro, ciò non ha l’essenza di una vera collaborazione: tali individui sono solo tirapiedi, che forniscono loro supporto, sbrigano commissioni e gestiscono affari per loro. Non è neanche lontanamente qualificabile come collaborazione. Come viene definita, allora, la “collaborazione”? Il fatto è che l’obiettivo ultimo della collaborazione è raggiungere una comprensione delle verità principi, agire in base a esse, risolvere tutti i problemi, prendere le giuste decisioni – che siano in linea con i principi, senza deviazioni – e ridurre gli errori nel lavoro, in modo che tutto ciò che fai è svolgere il tuo dovere, senza agire come ti pare né agire in modo incontrollato. La prima manifestazione del fatto che gli anticristi vogliono che gli altri si sottomettano solo a loro, non alla verità o a Dio; è che essi sono incapaci di collaborare con chiunque. Alcuni potrebbero dire: “Essere incapaci di collaborare con chiunque non è la stessa cosa che portare gli altri a sottomettersi soltanto a loro”. Il fatto che siano incapaci di collaborare con chiunque significa che non danno ascolto alle parole di nessuno e non richiedono i suggerimenti di nessuno: non ricercano nemmeno le intenzioni di Dio o le verità principi. Agiscono e si comportano semplicemente secondo la propria volontà. Cosa implica questo? Sono loro che comandano nel loro lavoro, non la verità, né Dio. Quindi, il principio su cui basano il loro lavoro è far sì che gli altri prestino attenzione a ciò che essi dicono e li trattino come se fossero la verità, come se fossero Dio. Non è forse questa la natura di tale principio? Alcuni potrebbero dire: “Se sono incapaci di collaborare con chiunque, forse è perché comprendono la verità e non hanno bisogno di collaborare”. È così? Più qualcuno comprende la verità e la mette in pratica, maggiore è il numero di fonti a cui attinge per ricercare e chiedere informazioni quando agisce. Discute di più sulle cose e condivide maggiormente con le persone, nel tentativo di ridurre al minimo i danni e le probabilità che si verifichino errori. Più qualcuno comprende la verità, più è ragionevole, e desideroso e capace di collaborare con gli altri. Non è così? E meno desideroso e capace di collaborare con gli altri è un individuo – qualcuno che non presta ascolto a nessun altro, che non prende in considerazione i suggerimenti di nessun altro, che nell’agire non considera gli interessi della casa di Dio e non è disposto a ricercare se le sue azioni sono in linea con le verità principi – e meno costui cerca la verità e ancor meno la capisce. Cos’è che crede, erroneamente, un tale individuo? “I fratelli e le sorelle mi hanno scelto come loro leader; dio mi ha dato questa possibilità di essere un leader. Quindi, tutto ciò che faccio è in linea con la verità: qualunque cosa io faccia, è giusta”. Questa non è forse un fraintendimento? Perché avrebbero un tale fraintendimento? Una cosa è certa: tali individui non amano la verità. E c’è altro: essi semplicemente non comprendono la verità. Questo è al di là di ogni dubbio.

Gli anticristi sono incapaci di collaborare con chiunque. Questo è un problema serio. Qualunque sia il dovere che un anticristo sta svolgendo, con chiunque stia collaborando, ci saranno sempre conflitti e controversie. Alcuni potrebbero dire: “Se sono responsabili della pulizia e riordinano gli ambienti ogni giorno, in che modo non collaborano con gli altri?” C’è un problema di indole, in questo: con chiunque interagiscano o svolgano un lavoro, lo disprezzeranno sempre, vorranno sempre dargli lezioni e fargli fare quello che dicono loro. Direste che una persona del genere può collaborare con gli altri? Non riesce a collaborare con nessuno; questo perché la sua indole corrotta è troppo grave. Non solo non riesce a collaborare con gli altri, ma dà sempre lezioni agli altri e li vincola dall’alto: vuole sempre sedersi sulle spalle delle persone e obbligarle a obbedire. Questo non è un semplice problema di indole: tali individui hanno anche un grave problema di umanità. Non possiedono coscienza né ragionevolezza. Le persone malevole sono così. Non sono in grado di collaborare con nessuno; non riescono ad andare d’accordo con nessuno. Quali cose nell’umanità sono condivise tra le persone? Quali di esse sono compatibili? La coscienza e la ragionevolezza, e l’attitudine ad amare la verità: queste cose sono condivise. Se entrambe le parti possiedono un’umanità normale, allora possono andare d’accordo; se non la possiedono, non sono in grado di farlo; e se una parte la possiede e l’altra no, non riescono ad andare d’accordo nemmeno in questo caso. Le brave persone e quelle cattive non possono andare d’accordo; le persone benevole e quelle malevole non possono andare d’accordo. Ci sono alcune condizioni che devono essere soddisfatte affinché gli individui possano andare d’accordo normalmente tra loro: per poter collaborare, devono almeno possedere coscienza e ragionevolezza, ed essere pazienti e tolleranti. Devono essere di una sola mente per poter collaborare nello svolgimento di un dovere; devono attingere l’uno ai punti di forza dell’altro e compensare le loro debolezze, essere pazienti e tolleranti e avere una linea di fondo per il loro comportamento. È così che si va d’accordo in armonia e, anche se a volte potrebbero nascere conflitti e controversie, la collaborazione può continuare, e almeno non sorgerà alcuna inimicizia. Se una persona non possiede una tale linea di fondo, se non è coscienziosa né ragionevole e fa le cose mirando al profitto, ricercando solo il profitto, desiderando sempre trarre profitto a spese degli altri, allora la collaborazione sarà impossibile. Questo è ciò che accade tra le persone malevole e tra i re demoni, che combattono tra loro senza sosta. I vari spiriti maligni del regno spirituale non vanno d’accordo tra loro. Sebbene i diavoli possano, a volte, formare sodalizi, si tratta solo di uno sfruttamento reciproco per raggiungere i propri obiettivi. I loro sodalizi sono temporanei e in breve tempo si disgregano da soli. Lo stesso accade tra le persone. Quelle prive di umanità sono mele marce che rovinano il cesto; è facile collaborare solo con chi possiede un’umanità normale, con chi è paziente e tollerante verso gli altri ed è in grado di prestare ascolto alle opinioni altrui, di mettere da parte il proprio prestigio nel lavoro che fa e di svolgerlo discutendone con gli altri. Anche costoro hanno un’indole corrotta e desiderano sempre che gli altri prestino loro attenzione – hanno questa intenzione anche loro – ma dal momento che possiedono coscienza e ragionevolezza, sanno cercare la verità, conoscono loro stessi, sentono che questo comportamento è inappropriato, ne provano biasimo e sono capaci di frenarsi, allora il loro modo di fare le cose cambierà a poco a poco. E così saranno in grado di collaborare con gli altri. Queste persone rivelano un’indole corrotta, ma non sono malevole e non possiedono l’essenza degli anticristi. Non avranno grossi problemi a collaborare con gli altri. Se fossero dei malevoli o degli anticristi, sarebbero incapaci di collaborare con gli altri. Ecco come sono tutte le persone malevole e gli anticristi che la casa di Dio allontana. Sono incapaci di collaborare con chiunque e, di conseguenza, vengono tutti rivelati ed eliminati. Eppure ci sono molte persone con l’indole degli anticristi, che percorrono il cammino degli anticristi, che dopo esser stati parecchio potati sono in grado di accettare la verità, riescono sinceramente a pentirsi e sanno essere pazienti e tolleranti con gli altri. Queste persone sono capaci di instaurare gradualmente una collaborazione armoniosa con gli altri. Solo gli anticristi sono incapaci di collaborare con chiunque. Per quanta indole corrotta rivelino, non cercheranno la verità per eliminarla, ma continueranno per la loro strada, incontrollati e senza scrupoli. Non solo non riescono a collaborare in armonia con gli altri, ma se vedono che qualcuno ha discernimento su di loro ed è scontento di loro, inizieranno persino a tormentarlo e a adottare nei suoi confronti un atteggiamento ostile e tendente a escluderli. Continueranno a mostrare ostilità nei suoi confronti, anche a costo di interferire con il lavoro della Chiesa. Ciò è determinato dalla natura essenza degli anticristi.

Quali sono le lezioni che dovreste imparare per esercitarvi a collaborare in armonia? Imparare a collaborare è un elemento che rientra nel mettere in pratica l’amore per la verità, e ne è anche un suo segno. È un modo in cui un individuo manifesta di possedere coscienza e ragionevolezza. Puoi dire che possiedi coscienza, dignità e ragionevolezza, ma se non sei in grado di collaborare con nessuno e non riesci ad andare d’accordo con la tua famiglia, con gli estranei o con gli amici, se i tuoi rapporti vanno a finire male, se hai infinite liti durante i compiti condivisi, che ti rendono nemico degli altri, se insomma non riesci mai ad andare d’accordo con nessuno, allora sei in pericolo. Se tale comportamento rientra tra quelli della tua indole corrotta, o è uno dei tuoi comportamenti che non sono conformi alla verità, e non è altro che un comportamento di cui sei a conoscenza e in merito al quale ricerchi e cambi costantemente, allora hai ancora una possibilità. C’è ancora spazio per la salvezza; non è un grosso problema. Ma se sei una persona così in modo innato, intrinsecamente incapace di andare d’accordo con chiunque, e parlarne non è di alcuna utilità – non riesci proprio a frenarti – allora questo è un problema serio. Se non lo consideri qualcosa di importante, a prescindere da come si condivida con te sulla verità, ma senti che il problema non è poi così serio, che è la tua vita normale, il modo principale in cui la tua indole corrotta si manifesta, allora la tua è l’essenza di un anticristo. E se questa è la tua essenza, è una questione diversa rispetto al percorrere il cammino degli anticristi. Alcune persone percorrono il cammino degli anticristi, e altre sono esse stesse anticristi. Non c’è forse una differenza in questo? (Sì.) Coloro che percorrono il cammino degli anticristi manifestano questi comportamenti degli anticristi nelle loro azioni; riveleranno l’indole di un anticristo in modo un po’ più visibile ed evidente rispetto alla persona media, ma sono comunque in grado di svolgere un lavoro in linea con la verità e dotato di umanità e ragionevolezza. Se qualcuno non riesce a svolgere alcun lavoro positivo, e ciò che mette in atto sono invece interamente questi comportamenti degli anticristi, queste rivelazioni dell’essenza di un anticristo, se tutto il lavoro che fa e i doveri che svolge sono tali rivelazioni, senza che ci sia nulla in linea con la verità, allora in tal caso si tratta di un anticristo.

In passato, alcuni leader e lavoratori hanno spesso rivelato un’indole da anticristo: erano sfrenati e arbitrari, e bisognava sempre fare come volevano loro o niente. Ma non compivano alcun male evidente e la loro umanità non era terribile. Mediante la potatura, l’aiuto di fratelli e sorelle, i trasferimenti o le sostituzioni, l’essere negativi per un certo periodo, sono diventati finalmente consapevoli che quanto avevano rivelato in precedenza era un’indole corrotta e sono disposti a pentirsi, e pensano: “Ciò che conta di più è persistere nello svolgimento del mio dovere, qualunque cosa accada. Sebbene stessi percorrendo il cammino di un anticristo, non sono stato classificato come tale. Questa è la misericordia di Dio, perciò devo lavorare sodo nella mia fede e nel mio perseguimento. Non c’è nulla di sbagliato nel cammino di perseguimento della verità”. Un po’ alla volta si trasformano e poi si pentono. Hanno in sé manifestazioni positive, sono in grado di ricercare le verità principi quando fanno il loro dovere e anche quando interagiscono con gli altri. Sotto ogni aspetto stanno accedendo a una direzione positiva. Non sono forse cambiati? Sono passati dal percorrere il cammino degli anticristi al percorrere il cammino della pratica e del perseguimento della verità. Per loro vi è speranza e una possibilità di ottenere la salvezza. Si possono forse definire anticristi queste persone perché in precedenza hanno presentato alcune manifestazioni degli anticristi o hanno percorso il cammino degli anticristi? No. Gli anticristi morirebbero piuttosto che pentirsi. Non provano alcun senso di vergogna; inoltre, sono di indole feroce, malvagia, e provano avversione per la verità ai massimi livelli. Può qualcuno che prova così tanta avversione per la verità metterla in pratica, o pentirsi? Sarebbe impossibile. Il fatto che provino una così assoluta avversione per la verità significa che non si pentiranno mai. Una cosa è certa riguardo a coloro che sono in grado di pentirsi, ed è che hanno commesso errori ma sono in grado di accettare il giudizio e il castigo delle parole di Dio e di accogliere le verità, e sono in grado di sforzarsi al massimo per collaborare nello svolgimento del loro dovere, prendendo le parole di Dio come massime personali e facendone la realtà della loro vita. Accolgono la verità e nel profondo non provano avversione per essa. Non è forse questa la differenza? È questa. Gli anticristi, tuttavia, non si limitano a rifiutare di essere potati: essi non ascoltano nessuno le cui parole siano in accordo con la verità, e non credono che le parole di Dio siano la verità, né riconoscono che lo siano. Che natura è, la loro? È quella di chi prova avversione per la verità e la odia all’estremo. Quando qualcuno condivide sulla verità o parla di testimonianze esperienziali, essi ne sono estremamente disgustati e provano ostilità verso chi tiene la condivisione. Se qualcuno nella chiesa diffonde vari argomenti assurdi e malvagi, dicendo cose irragionevoli e insensate, questo li rende molto felici; si uniranno subito a lui e sguazzeranno insieme nel fango, in stretta collaborazione. È un caso in cui chi si somiglia si piglia, in cui il simile cerca il simile. Se dovessero udire il popolo eletto di Dio condividere sulla verità o parlare della testimonianza esperienziale della loro conoscenza di sé e del loro sincero pentimento, ne sarebbero infastiditi fino all’esasperazione e inizierebbero a considerare come escludere e attaccare quella persona. In breve, non vedono di buon occhio coloro che perseguono la verità. Vogliono escluderli ed essere loro nemici. Chiunque sia abile nel mettersi in mostra predicando parole e dottrine riscuote enormemente il loro apprezzamento e la loro approvazione: è come se avessero trovato un confidente e un compagno di viaggio. Se qualcuno dicesse: “Chi farà più lavoro e darà il maggior contributo sarà grandemente ricompensato e incoronato, e regnerà insieme a dio”, loro si entusiasmerebbero a non finire, come se un’ondata di sangue caldo scorresse loro nelle vene. Sentirebbero di essere una spanna sopra gli altri, di distinguersi finalmente dalla massa, di avere finalmente lo spazio per mettersi in mostra ed esibire il proprio valore. Allora saranno davvero soddisfatti. Questo non è forse provare avversione per la verità? Supponiamo che durante una condivisione tu dica loro: “A Dio non piacciono le persone come Paolo, ed è estremamente disgustato da chi percorre il sentiero degli anticristi e da coloro che vanno in giro tutto il giorno dicendo: ‘Signore, Signore, non ho forse fatto tanto lavoro per Te?’ Egli prova disgusto per le persone che vanno tutto il giorno in giro implorandoLo per avere una ricompensa e una corona”, queste parole sono certamente la verità, ma quale sensazione rimane loro quando sentono una simile condivisione? Dicono amen e accettano tali parole? Qual è la loro prima reazione? Una repulsione nel cuore e una riluttanza ad ascoltare; quello che pensano è: “Come puoi essere così sicuro di quello che stai dicendo? Hai tu l’ultima parola? Io non credo a quello che dici! Farò quello che mi pare. Sarò come Paolo e chiederò a dio una corona. In questo modo potrò essere benedetto e avere una buona destinazione!” Insistono nel mantenere le posizioni di Paolo. Così, non stanno forse combattendo contro Dio? Questa non è forse una palese opposizione a Lui? Dio ha smascherato e analizzato l’essenza di Paolo; Egli ha detto tanto al riguardo, e ogni piccola parte è la verità, eppure questi anticristi non accettano la verità né il fatto che tutte le azioni e i comportamenti di Paolo fossero in opposizione a Dio. Nella loro mente, continuano a metterlo in discussione: “Se tu dici qualcosa, vuol forse dire che è giusto? Su quali basi? A me, ciò che Paolo ha detto e ha fatto sembra giusto. Non c’è niente di sbagliato. Sto perseguendo una corona e una ricompensa: ecco di cosa sono capace! Puoi forse fermarmi tu? Io continuerò a svolgere il lavoro; quando ne avrò fatto molto, possiederò un capitale: avrò dato un contributo e, per questo, potrò entrare nel Regno dei Cieli ed essere ricompensato. Non c’è niente di sbagliato in questo!” Ecco quanto sono testardi. Non accettano minimamente la verità. Tu puoi condividere su di essa con loro, ma non riuscirà a raggiungerli; provano avversione per la verità. Questo è l’atteggiamento degli anticristi verso le parole di Dio, verso la verità e anche verso Dio. Allora, che sensazione provate quando udite la verità? Sentite che non la state perseguendo e che non la comprendete. Sentite di esserne ancora molto lontani, e che dovrete sforzarvi per raggiungere la verità realtà. E ogni volta che provate a confrontare voi stessi con le parole di Dio, allora sentite di essere semplicemente troppo carenti, di scarsa levatura e privi di comprensione spirituale, di essere ancora superficiali e che avere ancora malvagità in voi. E poi, diventate negativi. Non è questo il vostro stato? Gli anticristi, invece, non sono mai negativi. Sono sempre così entusiasti, non riflettono mai su loro stessi, non conoscono loro stessi, ma pensano di non avere grossi problemi. Le persone sempre arroganti e presuntuose sono così: non appena si impadroniscono del potere si trasformano in anticristi.

II. Analisi di come gli anticristi hanno sempre il desiderio e l’ambizione di controllare e conquistare gli altri

Continueremo condividendo sul prossimo tema: gli anticristi hanno sempre il desiderio e l’ambizione di controllare e conquistare gli altri. Questo problema è più grave di quello relativo alla loro incapacità di collaborare con chiunque. Che tipo di persone direste che sono quelle a cui piace controllare e conquistare gli altri? Che genere di individui hanno l’ambizione e il desiderio di controllare e conquistare gli altri? Vi farò un esempio. Coloro che amano particolarmente il prestigio provano piacere nel controllare e conquistare gli altri? Non sono forse della risma degli anticristi? Fuorviano, controllano e soggiogano altre persone, che poi li adorano e li ascoltano. In questo modo guadagnano la stima e il rispetto degli altri, e li spingono ad adorarli e ad ammirarli. Questo non significa, quindi, che c’è posto per loro nel cuore delle persone? Se non fossero convinte da loro e non li approvassero, le persone li adorerebbero? Assolutamente no. Perciò, dopo che questi individui hanno ottenuto il prestigio, continuano ad aver bisogno di convincere gli altri, di conquistarli completamente e di farsi ammirare. Soltanto allora gli altri li adoreranno. Questa è una categoria di persone. Ce n’è un’altra: coloro che sono particolarmente arroganti. Essi trattano gli altri allo stesso modo: iniziano soggiogandoli, facendo sì che tutti li adorino e li ammirino. Solo allora sono soddisfatti. Le persone molto maligne amano anche controllare gli altri, far sì che la gente presti loro ascolto, orbiti intorno a loro e faccia cose per loro. Sia le persone molto arroganti che le persone con indole maligna, una volta preso il potere, diventano anticristi. Gli anticristi hanno sempre l’ambizione e il desiderio di controllare e conquistare gli altri; quando incontrano altre persone, desiderano sempre accertarsi del modo in cui gli altri li vedono, se c’è un posto per loro nel cuore altrui, e se gli altri li ammirano e li adorano. Se incontrano qualcuno che è bravo a baciare loro i piedi, a lusingarli e a adularli, ne sono molto felici; cominciano allora a ergersi su un piedistallo, a dare lezioni agli altri e a blaterare riguardo a idee altisonanti, inculcando alle persone regole, metodi, dottrine e nozioni. Portano gli altri ad accettare queste cose come la verità e addirittura le dipingono in modo piacevole: “Se riesci ad accettare queste cose, sei una persona che ama e persegue la verità”. Chi è senza discernimento penserà che ciò che essi dicono sia ragionevole e, anche se per lui è confuso e pur non sapendo se è in linea con la verità, sente solo che non c’è niente di sbagliato nelle loro parole, e che esse non violano la verità. E così obbedisce agli anticristi. Se qualcuno è in grado di discernere un anticristo e potrebbe smascherarlo, ciò irriterà l’anticristo, che senza tante cerimonie gli attribuirà la colpa, lo condannerà e lo minaccerà con una dimostrazione di forza. Coloro che non hanno discernimento vengono completamente soggiogati dall’anticristo, lo ammirano dal profondo del loro cuore, e sviluppano adorazione, dipendenza e persino terrore nei suoi confronti. Hanno la sensazione di essere resi schiavi dall’anticristo, come se rimanere senza la sua guida, i suoi insegnamenti e i suoi rimproveri li turbasse nel profondo. Senza queste cose, è come se non avessero alcun senso di sicurezza, e Dio potesse non volerli più. Quindi, hanno tutti imparato a osservare l’espressione dell’anticristo quando agiscono, per paura che sia scontento. Tutti cercano di accontentarlo; tali individui sono assolutamente determinati a seguire l’anticristo. Nel loro lavoro, gli anticristi predicano parole e dottrine. Sono bravi a insegnare alle persone ad attenersi a determinate regole; non dicono mai loro quali sono le verità principi a cui dovrebbero aderire, perché devono agire in tal modo, quali sono le intenzioni di Dio, quali disposizioni la casa di Dio ha preso riguardo al lavoro, qual è il lavoro più essenziale e importante o qual è quello principale da svolgere. Gli anticristi non dicono nulla riguardo a queste cose importanti. Non condividono mai sulla verità quando svolgono e organizzano il lavoro. Loro stessi non comprendono le verità principi, quindi tutto ciò che possono fare è insegnare alle persone ad attenersi ad alcune regole e dottrine, e se le persone dovessero andare contro i loro detti e le loro regole, affronterebbero il rimprovero e il rimbrotto degli anticristi. Questi spesso svolgono il lavoro sotto il vessillo della casa di Dio, rimproverando gli altri e impartendo loro lezioni da una posizione elevata. Alcune persone restano addirittura così turbate dalla loro predica che si sentono in debito con Dio per non aver agito secondo le richieste degli anticristi. Tali persone non sono forse cadute sotto il controllo degli anticristi? (Sì.) Che genere di comportamento è questo, da parte degli anticristi? È un comportamento di asservimento. L’“asservimento” è chiamato “lavaggio del cervello” nella lingua della nazione del gran dragone rosso. È proprio come quando il gran dragone rosso cattura i credenti in Dio. Oltre a torturarli, utilizza un’altra tecnica: il lavaggio del cervello. Che siano contadini, operai o intellettuali, il gran dragone rosso usa la sua sfilza di eresie e fallacie – ateismo, evoluzionismo e marxismo-leninismo – per fare il lavaggio del cervello alle persone; inculca in loro queste cose con la forza, a prescindere da quanto quelle persone le trovino disgustose o ripugnanti, quindi usa queste idee e queste teorie per incatenare le membra delle persone e controllare i loro cuori. È così che il gran dragone rosso impedisce alle persone di credere in Dio, di accettare la verità e di perseguirla per essere salvate e rese perfette. Allo stesso modo, a prescindere da quanti sermoni ascoltino, le persone controllate dagli anticristi non riescono a comprendere la verità, né a capire a cosa serva realmente credere in Dio, o che tipo di cammino dovrebbero intraprendere, o il punto di vista corretto che dovrebbero avere nel fare ogni cosa, o la posizione che dovrebbero adottare. Non capiscono nessuna di queste cose; nei loro cuori ci sono solo le parole, le dottrine e le vuote teorie di quegli anticristi. E dopo essere stati fuorviati e controllati dagli anticristi per molto tempo, diventano esattamente come loro: persone che credono in Dio, ma che non accettano affatto la verità, e addirittura si oppongono a Dio e si mettono contro di Lui. Che tipo di individui sono coloro che vengono fuorviati e controllati dagli anticristi? Senza dubbio, nessuno di loro ama la verità: sono tutti ipocriti, persone che non perseguono la verità nella loro fede in Dio e che non si occupano delle questioni corrette nello svolgimento dei propri doveri. Nella loro fede in Dio, costoro non seguono Dio; seguono invece gli anticristi, diventano loro schiavi e di conseguenza non possono ottenere la verità. Questo esito è inevitabile.

Qual è il principio in base al quale Dio tratta le persone? La forza? Il controllo? No, è esattamente l’opposto del controllo. Qual è il principio di Dio nel modo di trattare le persone? (Dà loro il libero arbitrio.) Sì, ti dà il libero arbitrio. Ti permette di giungere alla tua comprensione negli ambienti che Lui predispone, in modo che tu sviluppi naturalmente comprensione ed esperienza umane. Ti permette di comprendere un aspetto della verità in maniera naturale, così che quando incontrerai di nuovo un simile ambiente, saprai cosa fare e cosa scegliere. Ti permette anche di capire cosa è giusto e cosa è sbagliato, dal profondo del tuo cuore, così che alla fine tu scelga il cammino giusto. Dio non ti controlla e non ti costringe. Un anticristo, invece, agisce nel modo esattamente opposto: ti fa il lavaggio del cervello e ti indottrina fuorviandoti, per poi continuare a renderti suo schiavo. Perché uso la parola “schiavo”? Cos’è uno schiavo? Vuol dire che non discernerai se l’anticristo ha ragione o torto, e non oserai farlo: non saprai se ha ragione o torto, e sarai confuso e smarrito nel profondo. Non ti sarà chiaro cosa è giusto e cosa non lo è; non saprai cosa dovresti e cosa non dovresti fare. Aspetterai soltanto come un burattino le istruzioni dell’anticristo, non ti azzarderai ad agire se l’anticristo non ti dà il via libera, e oserai farlo solo dopo aver ascoltato i suoi ordini. Avrai perso le tue capacità innate, e il tuo libero arbitrio non svolgerà più la sua funzione. Sarai diventato un uomo morto. Avrai un cuore, ma non sarai in grado di pensare; avrai una mente, ma non sarai in grado di esaminare i problemi: non saprai distinguere ciò che è giusto da ciò che è sbagliato, o quali cose sono positive e quali negative, o qual è il modo giusto di agire e qual è quello sbagliato. Impercettibilmente, l’anticristo avrà preso il controllo di te. Cosa controllerà? Il tuo cuore o la tua mente? Controllerà il tuo cuore; la tua mente cadrà poi in maniera naturale sotto il controllo dell’anticristo. Costui legherà strettamente i tuoi arti, assicurandoli in modo fermo e saldo, così che a ogni passo che farai rimarrai invischiato nell’esitazione e nel dubbio, e poi indietreggerai; e poi in seguito vorrai fare un altro passo, intraprendere qualche azione, ma arretrerai di nuovo. In ogni cosa che farai, la tua visione sarà offuscata e poco chiara. Ciò è indissolubile dalle osservazioni fuorvianti dell’anticristo. Qual è la tecnica principale con cui gli anticristi controllano gli altri? Tutto quello che dicono si accorda con le nozioni e le fantasie delle persone, con i sentimenti e i ragionamenti umani. Quando parlano, sembra che abbiano un po’ di umanità, ma non possiedono alcuna verità realtà. DiteMi, le persone che sono controllate dagli anticristi e che li seguono possono svolgere i loro doveri nella casa di Dio con tutto il cuore e tutta la forza? (No.) Qual è il motivo dietro a ciò? Non capiscono la verità: questa è la ragione principale. E ce n’è un’altra: gli anticristi si impegnano in giochi di potere; non praticano la verità nello svolgimento del proprio dovere, e non lo svolgono con tutto il cuore e con tutta la forza. I loro tirapiedi possono quindi praticare la verità? In qualsiasi modo sia fatto l’anticristo, anche i suoi tirapiedi al seguito saranno così. Gli anticristi sono i primi a non praticare la verità, ad andare contro i principi, a tradire gli interessi della casa di Dio, a essere irragionevoli e ad agire come dittatori. Ciò potrebbe forse non influenzare i loro tirapiedi? Non è assolutamente possibile. Quindi, cosa ne sarà di coloro che essi limitano e controllano? Si guarderanno l’uno dall’altro, saranno sospettosi l’uno dell’altro, combatteranno tra loro, si contenderanno la fama e il guadagno, il capitale, un’occasione per mettersi in luce. Nel profondo, tutti coloro che sono controllati da un anticristo sono in disaccordo e non sono più di una sola mente. Sono cauti e circospetti nelle loro azioni; non sono aperti l’uno con l’altro e non hanno relazioni umane normali tra loro. Non condividono in modo normale tra loro, non leggono pregando, né hanno una normale vita spirituale. Sono frammentati, proprio come i gruppi satanici di non credenti là fuori nel mondo. È così, quando un anticristo è al potere. C’è diffidenza tra le persone, ci sono lotte aperte e nascoste, sabotaggi, invidia, giudizi e confronti su chi si assume meno responsabilità: “Se non ti assumerai la tua responsabilità, non lo farò nemmeno io. Su quali basi vorresti che io considerassi gli interessi della casa di dio, se tu non lo fai? Allora non li terrò in conto nemmeno io!” Un luogo simile è la casa di Dio? No. Che genere di luogo è? È il campo di Satana. La verità non regna, lì; è un luogo che non possiede l’opera dello Spirito Santo, né della benedizione di Dio, né della Sua guida. E così, tutte le persone, lì, sono simili a piccoli diavoli. All’apparenza, le parole di lode che rivolgono agli altri suonano piacevoli: “Oh, costoro amano davvero dio; fanno davvero delle offerte; soffrono davvero nello svolgere il loro dovere!” Ma se chiedi loro di dare una valutazione su una persona, quello che ti diranno alle sue spalle sarà diverso da quello che dicono in sua presenza. Se dei fratelli e delle sorelle dovessero cadere nelle mani di un falso leader, finirebbero in pezzi come un mucchio di sabbia nello svolgimento dei loro doveri: non otterrebbero risultati e non possiederebbero l’opera dello Spirito Santo, e la maggior parte di essi non perseguirebbe la verità. Cosa succederebbe, quindi, se cadessero sotto il controllo di un anticristo? Quelle persone non potrebbero più essere chiamate una chiesa. Apparterrebbero interamente al campo di Satana e alla banda dell’anticristo.

Perché gli anticristi vogliono sempre controllare gli altri? Il motivo è che non salvaguardano gli interessi della casa di Dio, né si preoccupano dell’ingresso nella vita del popolo eletto di Dio. Le uniche cose che contano, per loro, sono il proprio potere, il proprio prestigio e la propria reputazione. Sono convinti che, finché avranno il controllo sui cuori delle persone e porteranno tutti ad adorarli, la loro ambizione e il loro desiderio saranno soddisfatti. Le questioni che riguardano gli interessi della casa di Dio, o il lavoro della chiesa, o l’ingresso nella vita del popolo eletto di Dio, a loro non interessano affatto. Anche quando emergono dei problemi, non riescono a vederli. Non riescono a vedere problemi come: dove siano state prese disposizioni inadeguate relative al personale nella casa di Dio; dove la proprietà della casa di Dio sia stata distribuita in modo irragionevole causando la perdita di una sua grossa parte, o chi l’abbia sperperata; chi stia causando intralci e disturbi nel loro lavoro; chi stia utilizzando le persone in maniera inappropriata; chi è superficiale nel proprio lavoro. E ancor meno si occupano di tali problemi. Di cosa si occupano? In quali questioni interferiscono? (In questioni insignificanti.) Quali sono le questioni insignificanti? Fatemi qualche esempio. (Alcuni leader si metteranno a risolvere le questioni domestiche di alcuni fratelli e sorelle, per esempio quando un membro della loro famiglia non va d’accordo con un altro. Sono solo questioni di vita quotidiana.) Questo è ciò che fanno i falsi leader. E cosa fanno gli anticristi? (Non prestano attenzione all’ingresso nella vita da parte dei fratelli e delle sorelle, né a cose che vanno contro le verità principi; si preoccupano solo delle questioni che toccano la loro facciata e il loro prestigio, per esempio quando le persone non fanno quello che loro dicono o quando li prendono in antipatia. Si occupano di cose del genere.) È una parte della questione. Queste cose accadono. Gli anticristi fanno controlli per capire chi è una presenza sgradita per loro, chi non è deferente nei loro confronti e chi può discernerli. Osservano queste cose e ne prendono mentalmente nota: sono molto importanti per loro. Cos’altro? (Se la persona eletta in una qualche chiesa ha discernimento su di loro e non è di una sola mente con loro, cercheranno il modo di trovarle dei difetti e la faranno sostituire. A loro piace fare queste cose.) Qualunque difetto o problema abbiano coloro che compiono cattive azioni, o in qualunque modo essi causino intralci e disturbi, gli anticristi non ci fanno caso: trovano difetti specificamente in quelli che svolgono il proprio dovere e perseguono la verità, cercando giustificazioni e scuse per farli sostituire. C’è un altro, importante modo in cui si manifesta il controllo degli anticristi sugli altri: oltre a controllare i fratelli e le sorelle comuni, cercano di controllare le persone che sono incaricate di ogni aspetto del lavoro. Vogliono sempre detenere tutto il potere nelle loro mani. Quindi, fanno domande su tutto; tengono d’occhio e osservano tutto, per vedere in che modo gli altri fanno le cose. Non condividono affatto sulle verità principi con gli altri, né danno loro libertà di agire. Vogliono che tutti facciano quello che dicono loro, e che si sottomettano a loro. Hanno sempre paura che il loro potere si disperda e venga preso da altri. Quando si discute di un problema, non importa quante persone stiano condividendo su di esso o quali risultati produca la condivisione: quando toccherà a loro respingeranno tutto, e la discussione dovrà ricominciare da capo. E qual è il risultato finale di tutto ciò? La questione non sarà conclusa finché tutti non presteranno loro ascolto e, se ciò non accade, dovranno continuare a condividere. La condivisione talvolta dura fino a notte fonda, senza che nessuno sia autorizzato a dormire; non finisce finché gli altri non danno ascolto a ciò che essi dicono. Gli anticristi fanno cose come queste. C’è qualcuno che crede che, così facendo, un anticristo si assuma la responsabilità del lavoro? Qual è la differenza tra l’assumersi la responsabilità del lavoro e il dispotismo degli anticristi? (La differenza sta nelle intenzioni.) Quando le persone sono coscienziose e responsabili nei confronti del lavoro, lo fanno per condividere con chiarezza sulle verità principi, in modo che tutti possano comprendere la verità. Gli anticristi, invece, si comportano come despoti al fine di mantenere il potere, di prendere il sopravvento, di confutare tutte le opinioni che divergono dalle proprie e che possono far perdere loro la faccia. Non c’è forse differenza tra queste intenzioni? (Sì.) Cosa c’è di diverso tra loro? Riuscite a discernerlo? Far sì che le persone comprendano le verità principi attraverso la condivisione e competere per la stima: qual è la differenza tra queste due cose? (Le intenzioni.) Non solo: ovviamente le intenzioni sono diverse. (Uno di questi approcci porterà maggiori vantaggi alla casa di Dio.) Uno di questi porterà maggiori vantaggi alla casa di Dio: questa è un’altra differenza, ovvero considerare gli interessi della casa di Dio. Qual è la differenza principale, però? Quando le persone condividono davvero sulla verità, ascoltando quello che dicono è evidente che non si tratta di una giustificazione o di una difesa personali. Tutto ciò su cui esse condividono ha lo scopo di far comprendere a tutti le intenzioni di Dio, è interamente una testimonianza delle Sue intenzioni. Una tale condivisione rende chiare le verità principi e, dopo averle ascoltate, le persone hanno un cammino davanti: sanno quali sono i principi, sanno cosa dovrebbero fare in futuro, difficilmente andranno contro i principi nello svolgere il loro dovere, e l’obiettivo della loro pratica sarà più preciso. Una tale condivisione non è minimamente contaminata da giustificazioni o difese personali. Come predicano, invece, quelle persone che vorrebbero volgere le cose a loro favore e portare gli altri sotto il loro controllo? In merito a cosa predicano? Predicano in merito alle loro giustificazioni e riguardo ai pensieri, alle intenzioni e agli obiettivi che stanno dietro a tutto ciò che hanno fatto, così che le persone lo accetteranno, vi abboccheranno e non li fraintenderanno. È solo un modo per giustificarsi; non c’è alcuna verità in ciò. Se ascolti attentamente, sentirai che non c’è verità in quello su cui condividono: sono tutti detti umani e scuse e giustificazioni umane. È tutto qui. E dopo che hanno parlato, tutti comprendono i principi? No, ma hanno capito un bel po’ riguardo alle intenzioni di chi parla. Questo è il metodo degli anticristi. È così che controllano le persone. Non appena sentono che il loro prestigio e la loro fama hanno subito una perdita e sono stati colpiti all’interno del gruppo, convocano immediatamente un incontro per cercare di recuperarli, in ogni modo possibile. E come li recuperano? Fornendo scuse, offrendo giustificazioni, dicendo quello che stavano pensando in quel momento. Qual è il loro obiettivo nel dire queste cose? Chiarire tutti i fraintendimenti che ognuno ha su di loro. È proprio come il gran dragone rosso: dopo aver tormentato e punito qualcuno, lo scagionerà e lo libererà da qualunque accusa gli sia stata imputata. Qual è l’obiettivo nel fare ciò? (Riabilitarsi.) Ti scagiona e ti risarcisce dopo che ha finito di farti qualcosa di cattivo, in modo che tu pensi che il gran dragone rosso sia in realtà buono e degno di fiducia, dopotutto. In questo modo il suo dominio non viene minacciato. Anche gli anticristi sono così: non dicono né fanno niente che non sia per il loro interesse; non dicono nulla per amore della verità, tanto meno dicono o fanno qualcosa per amore degli interessi della casa di Dio. Tutto quello che dicono e fanno è per il bene della propria reputazione e del proprio prestigio. Alcuni potrebbero dire: “È ingiusto da parte Tua definirli anticristi, perché si adoperano molto e fanno il loro lavoro con molta diligenza, lavorando e correndo di qua e di là per la casa di Dio dall’alba al tramonto. A volte sono troppo occupati persino per mangiare. Hanno sofferto così tanto!” E per chi soffrono? (Per loro stessi.) Esatto. Se non avessero prestigio, farebbero la stessa cosa? Si danno tanto da fare per la propria reputazione e il proprio prestigio: lo fanno per una ricompensa. Se non venissero ricompensati, o se non avessero fama, guadagno o prestigio, si sarebbero tirati indietro molto tempo prima. Fanno queste cose davanti agli altri e, mentre le fanno, vogliono che Dio ne sia a conoscenza e che dia loro la dovuta ricompensa, alla luce di tutto ciò che hanno fatto. Quello che vogliono, in definitiva, è una ricompensa; non vogliono ottenere la verità. Devi capire a fondo questo punto. Quando sentono di aver accumulato abbastanza capitale, quando hanno l’opportunità di parlare in mezzo agli altri, qual è il contenuto di ciò che dicono? In primo luogo, è uno sfoggio dei loro contributi, un attacco psicologico. Cos’è un attacco psicologico? È far sapere a tutti, nel profondo del cuore, che loro hanno fatto molte cose buone per conto della casa di Dio, hanno dato contributi, corso rischi, svolto lavori pericolosi, corso parecchio di qua e di là e sofferto non poco; è esibire le proprie credenziali e parlare del proprio capitale davanti agli altri. In secondo luogo, gli anticristi parlano in modo stravagante e insensato di qualche teoria irrealistica, che le persone sentono di comprendere, anche se non è così. Queste teorie sembrano assai profonde, misteriose e astratte e inducono gli altri ad adorare gli anticristi. Poi, parlano in modo grandioso e confuso di cose che credono nessuno abbia mai capito: della tecnologia, per esempio, del cosmo, di finanza e contabilità, di questioni sociali e politiche, e persino di imbrogli e questioni legate al mondo degli inferi. Raccontano la loro storia personale. Cosa stanno facendo, quindi? Si stanno pavoneggiando. E il loro obiettivo, nel pavoneggiarsi, è sferrare un attacco psicologico. Pensate che siano stupidi? Se le cose che dicono non avessero alcun effetto sulle persone, le direbbero ugualmente? No. Hanno un obiettivo nel dirle: esibire le proprie credenziali, mettersi in mostra e pavoneggiarsi.

Inoltre, che modi adottano spesso gli anticristi? Ovunque vadano, adottano i modi di un capofamiglia; ovunque vadano, dicono: “A cosa state lavorando? Come va? Ci sono difficoltà? Sbrigatevi e occupatevi delle cose che vi sono state assegnate! Non siate superficiali. Tutto il lavoro della casa di dio è importante e non può essere procrastinato!” Sono proprio come dei capifamiglia, sempre a supervisionare il lavoro delle persone nella loro casa. Cosa significa che sono dei capifamiglia? Significa che chiunque, nella loro casa, potrebbe commettere un errore o prendere il cammino sbagliato, quindi è necessario che essi lo sorveglino; se non lo facessero, nessuno svolgerebbe il proprio dovere, finirebbero tutti per fare un passo falso. Gli anticristi credono che tutti gli altri siano degli idioti, dei bambini, e che, se non si preoccupassero per loro, se li perdessero di vista per un secondo, alcuni commetterebbero degli errori e prenderebbero il cammino sbagliato. Che tipo di punto di vista è questo? Non adottano forse i modi di un capofamiglia? (Sì.) Svolgono un lavoro concreto, quindi? Non lo svolgono mai; fanno in modo che siano gli altri a svolgere tutto il lavoro, preoccupandosi solo della burocrazia e di essere i padroni, e quando gli altri hanno svolto il lavoro, è come se lo avessero fatto loro: si prendono tutto il merito. Non fanno altro che godere dei benefici del loro prestigio; nessuna loro azione va mai a vantaggio del lavoro della casa di Dio e, anche se scoprono che qualcuno è superficiale o negligente nello svolgimento del proprio dovere, o sta intralciando e disturbando il lavoro della chiesa, si limitano a rivolgere loro qualche parola di esortazione e a confortarli, ma non li smascherano mai né li sottopongono mai a restrizioni: non offendono mai nessuno. Se nessuno vuole ascoltarli, dicono: “Il mio cuore si è spezzato per la preoccupazione che tutti voi mi date; ho parlato finché non mi si è seccata la lingua: mi sono stancato così tanto che sono quasi piegato in due! Mi fate preoccupare davvero molto!” Non è spudorato da parte loro dire queste cose? Vi disgusta sentirle? Questo è uno dei modi in cui si manifesta il costante desiderio degli anticristi di controllare gli altri. In che maniera tali anticristi condividono con le persone? Mi dicono, per esempio: “Le persone sotto di me non fanno quello che viene loro detto. Non prendono sul serio il lavoro della chiesa. Sono superficiali e spendono indiscriminatamente il denaro della casa di dio. Sono veramente delle bestie, queste persone: sono peggio dei cani!” Qual è il loro tono, qui? Vogliono farsi passare come l’eccezione; vogliono dire: “Io considero gli interessi della casa di dio, loro no”. Come si considerano gli anticristi? Come “ambasciatori del marchio”. Cos’è un ambasciatore del marchio? Date un’occhiata agli ambasciatori del marchio di alcuni Paesi: che tipo di persone sono? Vengono scelti per la loro bellezza; sono molto attraenti, sanno parlare bene e hanno ricevuto tutti una formazione. Dietro le quinte, hanno tutti legami e rapporti con uomini alti, ricchi e belli, con funzionari di alto rango, con facoltosi uomini d’affari: ecco perché sono ambasciatori del marchio. Su cosa fanno affidamento per riuscire a diventarlo? Solo sul loro aspetto gradevole, sulle loro belle forme e sull’eloquenza? Fanno affidamento principalmente sui loro legami dietro le quinte. Non è così che funziona? (Sì.) Già, è così che funziona. Gli anticristi, che hanno sempre i modi di un leader o di un capofamiglia, vogliono sempre usare tali modi, tale atteggiamento, per fuorviare le persone e controllarle. Non assomiglia un po’ allo stile di un ambasciatore del marchio? Se ne stanno lì, con le mani dietro la schiena, e quando i fratelli o le sorelle annuiscono e si inchinano davanti a loro, dicono: “Bene, fai un buon lavoro!” Chi sono loro per dirlo? Quale posizione si sono autoassegnati? Io, ovunque vada, non dico queste cose: Mi avete mai sentito dire una cosa del genere? (No.) Di tanto in tanto, dico: “Questa opportunità che avete di svolgere il vostro dovere con tranquillità non è una cosa che capita tutti i giorni! Dovete cogliere questa occasione e fare bene il vostro dovere: non fatevi cacciare per aver fatto del male e causato disturbi”. Cosa mi spinge a dirlo, però? La sincerità. Ma è così che pensa un anticristo? Non è così che pensa, e non è così che agisce. Dice agli altri di fare un buon lavoro: lo fa anche lui? No. Vorrebbe che gli altri facessero un buon lavoro, faticando per lui fino allo sfinimento, offrendo manodopera per lui e, alla fine, è lui che si prende tutto il merito. Voi faticate per Me fino allo sfinimento nello svolgere i vostri doveri? (No.) E nemmeno state offrendo manodopera per Me; state assolvendo i vostri doveri e i vostri obblighi, e poi la casa di Dio provvede a voi. Sarebbe eccessivo dire che Io provvedo a voi? (No.) Non si tratta di un’affermazione errata e, in effetti, le cose stanno veramente così. Ma se vi aspettate che Io lo dica, non lo farò: ciò non uscirebbe mai dalle Mie labbra. Direi solo che la casa di Dio provvede a voi: voi svolgete i vostri doveri nella casa di Dio, ed Egli provvede a voi. Quindi, per chi state svolgendo i vostri doveri? (Per noi stessi.) State assolvendo i vostri doveri e i vostri obblighi; questa è la responsabilità che dovreste adempiere come esseri creati. Lo state facendo alla presenza di Dio. Non dovete assolutamente dire che lavorate per Me: non ne ho necessità. Non ho bisogno che nessuno lavori per Me; non sono il capo, né il presidente di una qualche azienda. Io non guadagno soldi da voi, e voi non mangiate il Mio cibo. Stiamo semplicemente collaborando in modo reciproco. Io condivido sulle verità su cui dovrei condividere con voi affinché possiate capirle, e voi intraprendete il cammino corretto e, con ciò, il Mio cuore è sereno: la Mia responsabilità e il Mio obbligo sono stati portati completamente a termine. È una collaborazione reciproca, in cui ognuno fa la propria parte. È ben lungi dall’essere una questione di chi sfrutta chi, chi usa chi, chi nutre chi. Non assumete questo atteggiamento: è inutile e disgustoso. Fate veramente bene il lavoro, così che sia evidente a tutti, e alla fine sarete in una buona posizione per regolare i vostri conti davanti a Dio. Gli anticristi possiedono tale ragionevolezza? No. Se si assumono un po’ di responsabilità, se danno un piccolo contributo e svolgono un po’ di lavoro, ne fanno sfoggio in un modo francamente disgustoso, desiderando addirittura essere ambasciatori del marchio. Se non cerchi di essere un ambasciatore del marchio e ti dedichi a un lavoro vero e proprio, tutti avranno un certo rispetto per te. Non è forse spudorato se assumi l’atteggiamento di un ambasciatore del marchio ma non sei in grado di svolgere alcun lavoro concreto, e fai in modo che il Supremo stesso debba preoccuparsene e dare personalmente indicazioni per tutto il lavoro, e in seguito debba supervisionarti e farti da guida, occupandosi quindi di ogni aspetto del lavoro, mentre tu continui a pensare che sei capace, che sei diventato più abile, che sei stato tu a fare tutto? Gli anticristi sono capaci di ciò. Derubano Dio della Sua gloria. Quando le persone normali hanno fatto esperienza di alcune cose, possono comprendere un po’ di verità e vedere che: “La mia levatura è così scarsa: non sono niente. Senza la preoccupazione e la supervisione del Supremo, senza che Egli mi tenga la mano per aiutarmi, non sarei capace di fare nulla. Sono stato solo un pupazzo. Adesso ho imparato a conoscere un po’ me stesso. So quanto sono insignificante. Non mi lamenterò affatto se il Supremo mi poterà nuovamente, in futuro. Mi sottometterò e basta”. Sapendo quanto sei insignificante, svolgerai il lavoro che ti spetta coscienziosamente, con i piedi per terra. Qualunque cosa il Supremo ti assegnerà, la farai bene, con tutto il cuore e con tutte le forze. È questo che fanno gli anticristi? No: loro non considerano né gli interessi né il lavoro della casa di Dio. Qual è il più grande interesse della casa di Dio? La ricchezza della chiesa? Le offerte a Dio? No. Di cosa si tratta, allora? Intorno a quale aspetto del lavoro ruota lo svolgimento del proprio dovere da parte di ciascuno? Diffondere il Vangelo e rendere testimonianza a Dio, affinché tutta l’umanità Lo comprenda e ritorni a Lui. Questo è l’interesse più grande della casa di Dio. E quell’interesse più grande si ramifica verso il basso, suddividendosi in ogni gruppo e in ogni aspetto del lavoro, per poi suddividersi in branche più sottili, giù fino ad arrivare ai vari doveri che ogni persona svolge. Questo è l’interesse della casa di Dio. L’avevate mai capito? No! Quando parlo degli interessi della casa di Dio, pensate che si tratti di denaro, case e automobili. Che tipo di interessi sono questi? Non si tratta solo di un pugno di cose materiali? Qualcuno allora dirà: “Visto che questi non sono interessi, sperperiamoli come ci pare”. Questo va bene? (No.) Assolutamente no! Sperperare le offerte è un peccato grave.

Cos’altro interessa agli anticristi, oltre al desiderio e all’ambizione di controllare gli altri? Niente, essenzialmente. Non sono granché interessati a nient’altro. Se ognuno sta svolgendo il dovere adeguato, se il personale è organizzato in modo appropriato, se c’è qualcuno che intralcia o disturba il lavoro della chiesa, se ogni aspetto di tale lavoro sta procedendo senza intoppi, quale parte del lavoro ha un problema, quale parte è ancora debole, a quale parte non si è ancora pensato, dove il lavoro non viene svolto correttamente: gli anticristi non si occupano di nessuna di queste cose, né fanno domande al riguardo. Non si interessano mai di esse; non fanno mai questo lavoro concreto. Non approfondiscono diligentemente nessun aspetto del lavoro, come per esempio il lavoro di traduzione, di editing video, di produzione cinematografica, il lavoro basato sui testi, il lavoro di diffusione del Vangelo e così via. Fin tanto che qualcosa non riguarda la loro fama, il loro guadagno o il loro prestigio, è come se non avesse nulla a che fare con loro. Qual è l’unica cosa che fanno, allora? Si occupano solo di alcune faccende generali: lavori superficiali a cui le persone prestano attenzione e che vedono. Si limitano a quello, poi lo sbandierano come una loro qualifica, e quindi iniziano a godere dei vantaggi del loro prestigio. Gli anticristi si interessano all’ingresso nella vita del popolo eletto di Dio? No; si preoccupano solo della propria reputazione e del proprio prestigio, delle questioni in cui possono distinguersi e portare le persone a stimarli e ad adorarli. Quindi, qualunque problema sorga nel lavoro della chiesa, costoro non se ne preoccupano né chiedono informazioni al riguardo; a prescindere da quanto serio sia il problema e da quanto grande sia la perdita che esso arreca agli interessi della casa di Dio, loro non ritengono che si tratti di un problema. DiteMi, ce l’hanno, un cuore? Sono persone leali? Sono persone che amano e accettano la verità? Queste cose sollevano dei punti interrogativi. Be’, cosa faranno mai tutto il giorno per mandare all’aria il lavoro della chiesa? Ciò è sufficiente per dimostrare che non tengono minimamente in considerazione le intenzioni di Dio. Non svolgono il lavoro essenziale che Dio ha affidato loro, ma si occupano esclusivamente di faccende superficiali e generiche, così che agli altri sembri che stanno lavorando; all’esterno sono impegnati a svolgere un dovere, a dimostrare alla gente che possiedono zelo e fede. Questo getta fumo negli occhi di alcune persone. Ma essi non svolgono un singolo aspetto del lavoro essenziale della chiesa: non svolgono alcun lavoro per irrigare e per fornire la verità. Non usano mai la verità per risolvere i problemi; si occupano solo di alcune faccende generiche e svolgono un po’ di lavoro che fa fare loro bella figura. Riguardo al lavoro essenziale della chiesa, sono semplicemente superficiali e inaffidabili: non hanno il minimo senso di responsabilità. Non ricercano mai la verità per risolvere i problemi, a prescindere da quanti ne sorgano, e svolgono i loro doveri in modo meccanico. E poiché si sono occupati di alcune faccende superficiali e generiche, pensano di aver svolto un lavoro reale. Mentre gli anticristi svolgono i loro doveri, si scatenano facendo cose cattive e agiscono in modo arbitrario e dittatoriale. Mandano all’aria e nel caos totale il lavoro della chiesa. Nessun aspetto del lavoro viene svolto secondo uno standard adeguato e senza errori; nessun aspetto viene svolto bene senza che il Supremo debba intervenire, chiederne conto e supervisionarlo. Nonostante ciò, alcuni sono pieni di rimostranze e di atteggiamento di sfida dopo essere stati destituiti; portano argomentazioni ingannevoli in propria difesa, scaricando la responsabilità sui leader e sui lavoratori di livello superiore. Ciò non è forse del tutto irragionevole? Il vero atteggiamento di una persona nei confronti della verità non si vede quando non le succede niente, ma quando viene potata e destituita, è allora che il suo vero atteggiamento verso la verità viene rivelato. Le persone che accettano la verità sono in grado di farlo in qualsiasi circostanza. Se hanno torto, riescono ad ammettere il proprio errore; sono capaci di affrontare i fatti e accettare la verità. Le persone che non amano la verità non ammetteranno di aver sbagliato, anche se il loro errore è stato esposto; ancor meno accetteranno che la casa di Dio si occupi di loro: cosa arriverebbero a usare, alcuni di loro, come giustificazione? “Avevo intenzione di agire bene, solo che poi non l’ho fatto. Ora non potete incolparmi di aver agito male. Intendevo far bene e ho sofferto, ho pagato un prezzo e mi sono speso: non fare bene qualcosa non è lo stesso che fare del male!” È corretto usare questa giustificazione, questa scusa, per far sì che la casa di Dio non si occupi di loro? Qualunque siano le giustificazioni e le scuse che un individuo adduce, costui non può nascondere il proprio atteggiamento verso la verità e verso Dio. Ciò è collegato alla sua natura essenza, che è la cosa più indicativa. Che ti sia capitato qualcosa o meno, il tuo atteggiamento verso la verità rappresenta la tua natura essenza. È il tuo atteggiamento verso Dio. Il modo in cui tratti Dio si può capire semplicemente osservando il modo in cui tratti la verità.

Di cosa abbiamo parlato poco fa nella nostra discussione sul comportamento degli anticristi che controllano gli altri? (Gli anticristi sono interessati solo a controllare gli altri.) Esatto. Le persone particolarmente arroganti e che nutrono un particolare amore per il prestigio hanno un grande “interesse” a controllare gli altri. Questo “interesse” non è positivo: è un desiderio, un’ambizione, è negativo e peggiorativo. Perché dovrebbero essere interessate a controllare gli altri? Da un punto di vista oggettivo, è la loro natura, ma c’è un’altra ragione: le persone che vorrebbero controllare gli altri hanno una passione e un affetto speciali per il prestigio, la fama, il guadagno, la vanagloria e il potere. Posso metterla in questo modo? (Sì.) E quella passione e quell’affetto speciali non sono simili a quelli di Satana? Questa non è forse l’essenza di Satana? Satana riflette tutto il giorno su come fuorviare e controllare le persone; ogni giorno inculca in loro idee e punti di vista fallaci, sia attraverso l’indottrinamento e l’istruzione, sia attraverso la cultura tradizionale, o la scienza, la conoscenza elevata e gli insegnamenti, e più inculca queste cose nelle persone, più esse lo adorano. Qual è lo scopo di Satana nell’inculcare tali cose negli altri? Dopo che lo ha fatto, le persone possiedono le sue idee, le sue filosofie e il suo modo di esistere. È come se Satana mettesse radici nei loro cuori. Tali persone vivono secondo Satana, e il loro vivere è il vivere di Satana: è il vivere dei diavoli. Non è così? Questa non è anche la natura degli anticristi che controllano gli altri? Vogliono trasformare tutti in persone come loro; vogliono che tutti vivano per loro, siano a loro disposizione e facciano cose per loro. E tutto deve essere sotto il loro controllo: i pensieri e le parole delle persone, lo stile dei loro discorsi, le loro idee e i loro punti di vista, la prospettiva e l’atteggiamento secondo cui agiscono, persino il loro atteggiamento verso Dio, la loro fede, e la loro volontà e la loro aspirazione a svolgere i propri doveri: tutto questo deve essere sotto il controllo degli anticristi. Quanto è profondo questo controllo? Prima fanno agli altri il lavaggio del cervello e li indottrinano, poi fanno sì che tutti facciano le stesse cose che fanno loro. Diventano dei “padrini”. Per rendere le persone così, gli anticristi usano molti metodi: fuorviano, indottrinano, spaventano, e cos’altro? (Sferrano attacchi psicologici.) Questo rientra nel fuorviare. Cos’altro? (Esercitano coercizione e comprano le persone.) Come le comprano? Alcune si scatenano facendo cose cattive mentre svolgono i loro doveri nella casa di Dio. Gli anticristi riescono a vedere ciò con chiarezza? È fin troppo chiaro per loro. Se ne occupano, quindi? No. E perché non lo fanno? Vogliono sfruttare la situazione per comprare quelle persone; dicono loro: “Ti ho fatto un favore a non occuparmi di te. Devi ringraziarmi. Ti ho visto fare una cosa cattiva, ma non ti ho segnalato e non mi sono occupato di te. Sono stato indulgente. D’ora in poi non hai forse un debito di gratitudine nei miei confronti?” Allora quelle persone sono riconoscenti verso di loro e li considerano dei benefattori. A quel punto, gli anticristi e quegli individui sono proprio come maiali che sguazzano nello stesso porcile. Mentre sono al potere, gli anticristi riescono a comprare tali individui: quelli che fanno il male, che danneggiano gli interessi della casa di Dio e che in privato giudicano Dio e minano il lavoro della Sua casa. Questo è il genere di banda di persone malevole che gli anticristi proteggono. Non si tratta forse di una forma di controllo? (Sì.) Il fatto è che gli anticristi sanno nel profondo del loro cuore che queste persone non sono quelle che salvaguardano gli interessi della casa di Dio. Tutti lo sanno – c’è una tacita comprensione – e quindi lavorano in combutta. “Siamo come due gocce d’acqua. Tu non consideri gli interessi della casa di dio. Tu ti prendi gioco di Lui, e anch’io lo faccio; tu non persegui la verità, e nemmeno io.” Gli anticristi comprano tali persone. Ciò non equivale forse a comprarle? (Sì.) Non hanno scrupoli nel lasciare che gli interessi della casa di Dio ne risentano. A scapito degli interessi della casa di Dio, consentono a queste persone di scatenarsi facendo cose cattive e vivendo alle spalle della casa di Dio. È come se provvedessero alle loro necessità, e tali persone sono loro inconsciamente grate. Quando arriva il momento in cui la casa di Dio si occupa di queste persone malevole, in che modo esse vedono gli anticristi? Dicono fra sé: “Oh, no. Sono già stati destituiti. Se non fosse successo, avremmo potuto goderne ancora un po’: grazie alla loro protezione, nessuno poteva occuparsi di me”. Si sentono ancora così legate agli anticristi! È evidente che tutte queste azioni che gli anticristi compiono sono intralci e disturbi, cose che fuorviano le persone, e malefatte che si oppongono a Dio. E chiunque non ami la verità non proverà odio per queste azioni malvagie, e addirittura le coprirà. Per fare un esempio, c’era un certo leader che proteggeva gli anticristi. Il Supremo gli ha chiesto se qualcuno nella chiesa stesse causando intralci e disturbi, o si stesse scatenando facendo cose cattive, o se ci fossero degli anticristi che fuorviavano le persone. Il leader ha detto: “Be’, chiederò in giro. Lascia che controlli io per te”. Questo non faceva forse parte del suo lavoro? Con quel tono – “Lascia che controlli per te” – se l’è cavata col Supremo, e in seguito nessuno ha più sentito parlare della faccenda. Non ha controllato: non voleva offendere quelle persone! E quando il Supremo gli ha chiesto di nuovo: “Hai controllato?”, lui ha detto: “Sì, non ce ne sono”. Era vero? Era il più grande anticristo di tutti, il principale colpevole dei disturbi arrecati al lavoro della chiesa e dei danni causati agli interessi della casa di Dio. Era lui stesso un anticristo: cosa avrebbe dovuto controllare? Con lui presente, qualunque cattiva azione facessero le persone sotto di lui, qualunque intralcio e disturbo causassero, nessuno avrebbe potuto controllare. Lui impediva agli altri di farlo. Di conseguenza, in tali circostanze, non aveva separato i suoi sottoposti da Dio? Sì. E a chi davano ascolto tali persone, essendo state separate da Dio? Non davano forse ascolto a lui? E così è diventato il prepotente della città, il capo dei banditi, il tiranno della zona: è riuscito a tenere quelle persone sotto il suo controllo. Che metodo ha utilizzato? Ha ingannato il Supremo e i propri sottoposti. Per quanto riguardava i suoi sottoposti, li comprava e rivolgeva loro belle parole, e per quanto riguardava il Supremo ordiva inganni: non Gli faceva sapere cosa stava succedendo sotto sotto. Non ha detto nulla al Supremo riguardo a ciò, e ha anche creato una facciata. Che facciata ha creato? Ha detto al Supremo: “Nella nostra chiesa c’è qualcuno che a detta di tutti i fratelli e le sorelle è di scarsa umanità, incredibilmente maligno e incapace di qualsiasi dovere. Cosa ne dici, posso occuparmene?” Stando al suo racconto, era evidente dalle manifestazioni di quell’individuo che si trattava di un malevolo, di cui bisognava occuparsi. Quindi, il Supremo ha detto: “In tal caso, puoi occupartene. Lo hai fatto?” Lui ha risposto: “Ce ne siamo occupati il mese scorso e l’abbiamo allontanato”. I fatti erano davvero come li aveva riportati? Cosa si è scoperto che stava accadendo, in realtà, dopo domande più dettagliate? Quella persona non andava d’accordo con lui. E c’era una ragione per cui non andavano d’accordo: questo leader non svolgeva un lavoro reale e proprio, e formava sempre bande e cricche tra i fratelli e le sorelle: presentava le manifestazioni di un anticristo, e quella persona aveva discernimento nei suoi confronti, e aveva segnalato ed esposto tali problemi. Subito dopo aver fatto la segnalazione, era stata scoperta dai subalterni affiliati al leader, e di conseguenza era stata da lui punita e allontanata. Questo anticristo era stato bravo a convincere tutti i suoi sottoposti a sollevarsi contro quella persona e respingerla, e alla fine, si era occupato di lei e l’aveva allontanata, dopo di che aveva riferito questa “buona notizia” al Supremo. In realtà, non era questo che stava realmente accadendo. Nella chiesa succedono cose del genere? Sì. Questi anticristi reprimono i fratelli e le sorelle; reprimono coloro che possono discernerli e segnalare i loro problemi, così come coloro che possono capire a fondo la loro natura essenza. Addirittura sporgono per primi dei reclami contro le loro vittime, riferendo al Supremo che sono proprio loro a causare disturbo. Chi sta effettivamente causando disturbo? Sono gli anticristi che disturbano e controllano la chiesa.

Quali sono le tecniche usate dagli anticristi per indurre le persone a sottomettersi a loro? Una di esse consiste nell’utilizzare vari mezzi per controllarti: per controllare i tuoi pensieri, i tuoi metodi, il cammino che percorri e persino, grazie al potere che esercitano, il dovere che svolgi. Se ti avvicini a loro, ti assegneranno un dovere facile che ti permetta di distinguerti; se sei sempre disobbediente nei loro confronti, fai sempre notare i loro difetti, ed esponi il problema della loro corruzione, ti faranno fare un lavoro che alla gente non piace, per esempio assegneranno a una giovane sorella un lavoro sporco e faticoso. Essi predispongono lavori facili e puliti per chi si avvicina a loro, li adula e dice sempre quello che vogliono sentirsi dire. Questo è il modo in cui gli anticristi trattano gli altri e li controllano. Ossia, per quanto riguarda il potere sul personale e sui trasferimenti, chi fa cosa dipende solo da loro, hanno il controllo esclusivo. Si tratta semplicemente di una sorta di ambizione e di desiderio? No. Ciò non corrisponde forse esattamente al tema otto delle manifestazioni degli anticristi: “Vogliono che gli altri si sottomettano solo a loro, non alla verità o a Dio”? A cosa si riferisce “Vogliono che gli altri si sottomettano solo a loro, non alla verità o a Dio”? Cosa c’è di sbagliato in questa manifestazione? In che modo è sbagliata? È che ciò a cui vorrebbero che gli altri si sottomettessero va completamente contro la verità. Non è in accordo con le verità principi. Va totalmente contro gli interessi della casa di Dio e contro le Sue intenzioni; nemmeno in minima parte salvaguarda gli interessi della casa di Dio, e nemmeno in minima parte è in accordo con la verità. Ciò a cui vorrebbero che gli altri si sottomettessero sono esclusivamente le loro ambizioni, i loro desideri, le loro preferenze, i loro interessi e le loro nozioni. Non è questa l’essenza del problema? Questo è un modo in cui si manifesta l’essenza degli anticristi. Ciò non tocca forse il nocciolo della questione? Questa maniera di agire degli anticristi dovrebbe essere facile da discernere. Ci sono alcuni leader e lavoratori che propongono punti di vista giusti e corretti e, sebbene alcune persone non siano convinte e non riescano ad accettarli, questi leader sono capaci di persistere nell’implementare tali punti di vista corretti e nel metterli in pratica. Qual è la differenza tra questo comportamento e quello degli anticristi? I due sembrano simili, all’apparenza, ma c’è una differenza nella loro essenza. Ciò che fanno gli anticristi è andare intenzionalmente contro la verità e i principi del lavoro della casa di Dio, inducendo le persone a fare ciò che essi dicono con il pretesto di svolgere un dovere per la casa di Dio e sottomettersi alla verità. Questo è sbagliato: vergognosamente, incredibilmente sbagliato. Alcuni leader e lavoratori sostengono opinioni corrette. Bisognerebbe sostenere quelle che sono in accordo con le verità principi; questa non è arroganza o presunzione, né significa limitare gli altri: questo è sostenere la verità. I due comportamenti sembrano simili, esteriormente, ma la loro essenza è diversa: uno equivale a sostenere le verità principi, l’altro a sostenere opinioni errate. Ciò che fanno gli anticristi è tutto in violazione della verità, è ostile alla verità, è interamente guidato dalle loro ambizioni e dai loro desideri personali: ecco perché gli anticristi vorrebbero che gli altri si sottomettessero solo a loro, e non alla verità o a Dio. Questo è il nocciolo della questione. Ciò di cui abbiamo parlato poco fa è un dato di fatto. A cosa si riferiscono, qui, desideri e ambizioni? Si riferiscono ad alcune persone che non fanno le cose evidenti che farebbe un anticristo, ma che hanno comunque tali tendenze. Possiedono tali tendenze e tali manifestazioni, il che significa che hanno questi desideri e queste ambizioni. In qualunque gruppo si trovino, vogliono sempre comandare gli altri come se fossero degli ufficiali: “Tu, vai a preparare il cibo!” “Tu, vai ad avvisare tizio e caio!” “Lavora sodo per il tuo dovere e sii più leale: dio ti guarda!” È necessario che dicano queste cose? Che genere di tono è questo? Chi sono loro per comportarsi sempre come signori e padroni? Non sono niente, eppure si azzardano a dire cose del genere: non sono forse privi di ragionevolezza? Alcuni potrebbero affermare: “Sono degli stupidi”. Ma non sono degli stupidi comuni: sono di un tipo speciale. In che modo? Quando discutono o deliberano su una questione con qualcuno, che abbiano ragione o torto, alla fine devono prevalere; a torto o a ragione, devono avere l’ultima parola, assumere il comando e prendere le decisioni. Qualunque sia il loro prestigio, vogliono prendere loro le decisioni. Se un’altra persona dovesse prevalere esprimendo un’opinione corretta, si arrabbierebbero; rinuncerebbero al loro posto e smetterebbero di lavorare; se ne andrebbero, dicendo: “Potete dire quello che volete, tanto non farete comunque ciò che dico!” Non hanno forse questa ambizione e questo desiderio? Cosa succede quando tali persone diventano signori e padroni, diventano i responsabili, diventano i leader? Succede che diventano anticristi standard. Voi avete tali manifestazioni? Non sarebbe una buona cosa! Non sarebbe forse una catastrofe se un credente in Dio non ottenesse la verità, ma diventasse invece un anticristo?

In che modo i non credenti considerano le persone? Quando incontrano qualcuno, guardano prima il suo aspetto e il suo abbigliamento; quando ascoltano gli altri parlare, vogliono sempre verificare se sono dotati di istruzione. Se scoprono che il tuo aspetto e il tuo abbigliamento non sono un gran che e che non sei molto istruito o non hai un’elevata conoscenza culturale, ti disprezzano e vogliono avere il sopravvento quando parlano con te. Io dico: “Se vuoi discutere, fallo pure: parla”. Trattengo la lingua; cedo. La maggior parte delle persone nella casa di Dio ascolta Me, ovunque Io vada. Quindi, cerco occasioni per ascoltare gli altri parlare, per lasciare che siano gli altri a parlare di più: cerco di far sì che tutti si esprimano col cuore e parlino delle difficoltà che hanno dentro e della loro conoscenza. Mentre ascolto, riesco a udire alcune deviazioni. Riesco a sentire alcuni dei loro problemi e delle loro mancanze, quali problemi sono sorti nel cammino che percorrono, quale area del lavoro della chiesa non viene svolta bene, quali problemi rimangono al riguardo e se c’è bisogno che vengano risolti. Mi concentro sull’ascolto di queste cose. Se stiamo discutendo su qualche questione – se Io dico che un bicchiere è di carta, per esempio, e tu insisti nel dire che è di plastica – Io dirò: “Va bene. Hai ragione”. Non discuterò con te. Alcuni pensano: “Se hai ragione, perché non discuti?” Dipende dalla questione. Se è qualcosa che riguarda la verità, è giusto che tu Mi dia ascolto; se si tratta di una faccenda esteriore, allora qualunque cosa tu dica non Mi lascerò coinvolgere: queste cose non hanno nulla a che fare con Me. È inutile discuterne. Ci sono persone che discutono su certe questioni di stato. Io dico loro: “Da quanto ho capito, le cose stanno così”. Aggiungo “Da quanto ho capito” all’inizio; c’è un po’ di conoscenza di sé in questo. Espongo un fatto che conosco per illustrare la questione, dicendo: “La situazione adesso è così, ma se ci sono delle circostanze particolari, Io non le conosco”. Tutto ciò che posso fare è valutare la questione sulla base di questo fatto, ma non Mi sto vantando di saperne di più. Sto solo dando loro qualche informazione come riferimento: non intendo assumere una posizione superiore alla loro e reprimerli, per mostrare quanto sono geniale e far vedere loro che Io so tutto e che loro non sanno nulla. Non è questa la Mia prospettiva. Quando Mi trovo a chiacchierare con alcune persone e accenno ad alcune informazioni che loro non conoscono, dicono: “Passi tutto il giorno dentro casa: cosa ne sai tu?” Non conoscono quelle informazioni, eppure vogliono discuterne e litigare con Me al riguardo. Io dico: “Esatto. Non esco, ma questa cosa la so. Te la sto solo raccontando, tutto qua, che tu ci creda o no”. Cosa c’è da discutere in questo? Discutere su questo genere di cose è un’indole. Alcune persone vogliono competere per la superiorità persino quando si tratta di questioni esteriori, e dicono: “Come ne sei venuto a conoscenza? Perché io non lo so? Perché tu sai parlarne in lungo e in largo, mentre io non sono in grado?” Per esempio, Io dico: “Nel corso degli anni in cui ho vissuto qui, ho scoperto qualcosa di caratteristico riguardo al clima: è piuttosto umido”. Questa è una constatazione a cui sono giunto dopo aver vissuto in questo posto per molto tempo: è un fatto. Eppure, alcuni sentono ciò e dicono: “È così che stanno realmente le cose? Come mai allora io non ho percepito l’umidità?” Solo perché tu non hai percepito l’umidità, non significa che non sia umido. Non puoi semplicemente basarti su ciò che percepisci: devi basarti sui dati. Le previsioni meteorologiche giornaliere sono molto dettagliate e, una volta che ne avrai viste abbastanza, saprai che qui, in effetti, è umido. Non è qualcosa che ho solo immaginato, e non sto parlando in base a una sensazione. E perché? Perché c’è sempre del muschio sulle basi in ombra dei muri, durante tutto l’anno; in primavera ci sono luoghi dove non Mi azzarderei a camminare, da quanto sono scivolosi. Sono giunto a questa constatazione attraverso tutto questo, facendone esperienza, vedendolo con i Miei occhi e percependolo personalmente. Parlare in questo modo non equivale ad andare contro i fatti, vero? Ma ci sono alcune persone che Mi sfidano su queste cose quando Mi parlano: io dico che qui è umido, e loro dicono semplicemente che non lo è. Non sono forse persone confuse? (Sì.) Alcune affermazioni vengono fatte sulla base della realtà, poiché provengono dall’esperienza e non sono create dal nulla con la fantasia. Perché dico che non sono fantasie? Perché i dettagli vengono esposti in modo chiaro, completo e sistematico, e quando una persona vede ciò che è stato descritto in quelle affermazioni e ne fa esperienza, le mette a confronto con quello che è stato detto. Queste affermazioni non sono quindi accurate? (Sì.) Eppure, persino in presenza di queste affermazioni accurate, ci sono persone che sono sempre polemiche e discutono con Me in questo modo. Per cosa stanno discutendo? Si tratta forse di un combattimento mortale? Stanno lottando per la propria vita? Non è per questo che discutono, vogliono solo fare a gara a chi ne sa di più. A loro piace semplicemente discutere: questa è un’indole. Come pensate che dovrebbero essere trattati costoro? Hanno bisogno di essere smascherati, e dovete discuterci fino a diventare paonazzi per la rabbia? (No.) Con persone così ignoranti è inutile discutere. È degradante. Lasciatele perdere. Non va forse bene così? A che serve discutere con individui così stolti e avventati? Se nasce una discussione o un dibattito perché qualcuno non capisce qualche questione che riguarda la verità, va bene, ma non è forse da ignoranti discutere su tali faccende esteriori? L’indole degli anticristi è, innanzitutto, quella di non accettare la verità, di essere arroganti e presuntuosi, di provare avversione per la verità. Gli anticristi non accettano nemmeno le parole corrette, o le osservazioni e i detti che si accordano con i fatti; li esamineranno, ti contesteranno e discuteranno con te al riguardo; figuriamoci se accettano la verità. Non si tratta forse di un’indole? (Sì.) Che indole è? Un’indole di arroganza. Quello che vogliono dire è: “Tu capisci solo un po’ di verità, non è così? Tu non comprendi le faccende esteriori, quindi faresti bene ad ascoltare me, al riguardo! Non parlare a vanvera: mi fa davvero arrabbiare. Queste faccende esteriori non sono di tua competenza. Riguardo alle tue responsabilità, quando parli della verità, ti ascolterò, ma smettila di parlare di queste faccende esteriori. Perché non stai zitto? Non ti sei mai imbattuto in tali questioni, quindi cosa ne sai? Devi ascoltare me!” In ogni situazione, vorrebbero far sì che la gente desse loro ascolto. Vogliono conquistare tutti, senza nemmeno guardare chi sono. Che indole è questa? C’è ragionevolezza in tutto ciò? (No.)

DiteMi, andare d’accordo con Me è facile o difficile? (Facile.) Come fate a saperlo? Perché dite che è facile? Ve lo dirò Io, e potete vedere se la Mia spiegazione di Me Stesso è giusta e accurata. Innanzitutto, la Mia ragionevolezza è normale. Come si può spiegare questa normalità? Significa che ho degli standard precisi e una prospettiva accurata riguardo a tutte le questioni. In questo modo, le Mie opinioni e le Mie affermazioni riguardo a ogni genere di cose, e il Mio atteggiamento verso ogni genere di cose, non sono tutte normali? (Sì.) Sono normali, o almeno sono in accordo con gli standard dell’umanità normale. In secondo luogo, la verità Mi tiene sotto controllo. Queste sono due cose che la razionalità normale come minimo possiede. E c’è un altro aspetto a questo riguardo: il motivo per cui potete vedere che è facile andare d’accordo con Me è che ho la giusta misura e conosco gli standard riguardo a ogni tipo di persona. Ho la giusta misura, nonché modi e mezzi per trattare sia i leader che i fratelli e le sorelle comuni, sia gli anziani che i giovani, per trattare le persone arroganti e propense a mettersi in mostra, chi possiede comprensione spirituale e chi no, e così via, per ogni tipo di persona. Qual è principalmente questa giusta misura, e quali sono questi modi e mezzi? Consistono nel seguire le verità principi, nel non fare le cose in maniera casuale. Supponiamo, per esempio, che Io ti stimi perché sei uno studente universitario, o che ti sdegni perché sei un contadino: non sono questi i principi. Quindi, come faccio a cogliere tali principi? Osservando la levatura e l’umanità di qualcuno, il dovere che svolge, la sua fede in Dio e il suo atteggiamento nei confronti della verità. Considero le persone in base a una combinazione di questi diversi aspetti. C’è un’altra ragione ancora per cui voi Mi considerate una persona con cui è facile andare d’accordo, ed è una cosa su cui molti forse hanno delle nozioni, e non sono in grado di accettarla. Pensano: “Tu hai prestigio, ma perché non sembri qualcuno dotato di prestigio? Tu non affermi il Tuo prestigio; non sei grandioso e potente. Nella loro mente, le persone pensano che dovrebbero alzare lo sguardo per ammirarTi, ma perché quando Ti vedono trovano più appropriato considerarTi al loro stesso livello, o addirittura guardarTi dall’alto in basso?” E così, ritengono che sia facile andare d’accordo con Me e si rilassano. Non è così? È così che stanno le cose. Di conseguenza, pensano che non sono qualcosa di cui aver paura, e che andare d’accordo con Me in questo modo sia grandioso. DiteMi, se vi reprimessi a ogni piè sospinto, vi potassi senza una buona ragione, vi rimproverassi e vi facessi la predica tutto il giorno con un’espressione cupa sul volto, le cose non sarebbero differenti? Pensereste: “È così difficile andare d’accordo con Te, con la Tua personalità eccentrica e i Tuoi sbalzi d’umore!” Non sarebbe facile andare d’accordo con Me, in quel caso. È proprio perché vi sembro normale in tutti i Miei aspetti, nella Mia personalità, nella Mia allegria e nella Mia rabbia, nei Miei dolori e nelle Mie gioie, e perché nella vostra mente pensate che le persone con una reputazione e con un prestigio elevato debbano essere grandiose e potenti, mentre il Me che vedete ora è così comune: è proprio per questo motivo che abbassate la guardia e sentite che è facile andare d’accordo con Me. Inoltre, trovate che Io usi un gergo burocratico quando parlo? (No.) Non lo faccio: quando ci sono cose che non capite, vi aiuto il più possibile in ogni modo possibile, e raramente vi derido. Perché lo faccio di rado? Ci sono momenti in cui Mi sento davvero esasperato e Mi lascio sfuggire qualche parola di derisione, ma devo anche considerare che potreste diventare deboli, e quindi vi parlo così il meno possibile. Al contrario, sono tollerante, indulgente e paziente. Vi aiuto per quanto Mi è possibile, laddove Mi è possibile, e vi insegno tutto quello che posso, riguardo a ciò che posso: questo è ciò che faccio nella maggior parte delle circostanze. E perché? Perché la maggioranza delle persone è molto carente quando si tratta delle questioni del rendere testimonianza a Dio e del comprendere la verità, ma riguardo al mangiare, bere e divertirsi, al vestirsi e truccarsi, o al giocare, o a qualsiasi altra questione mondana, la gente sa tutto. D’altra parte, per quanto concerne le questioni relative alla fede in Dio e quelle che toccano la verità, le persone sono ignoranti; quando si tratta di rendere testimonianza a Dio e di usare le proprie abilità professionali, i propri punti di forza e i propri doni per fare un po’ del lavoro di rendere testimonianza a Dio, per produrre del lavoro che Gli renda testimonianza, non hanno nulla da dire. Cosa devo fare quando vedo una situazione del genere? Devo insegnarvi, istruendovi a poco a poco e formandovi nel miglior modo possibile. Seleziono le cose che comprendo, che conosco e che so fare, e ve le insegno, ancora e ancora, finché un lavoro non è completato. Vi insegno tutto ciò che posso, per quanto posso, e per quanto riguarda le cose che non sono in grado di insegnare o che non possono essere apprese, qualunque cosa capiate al riguardo, è tutto ciò che comprendete. Lasciamo che ciò segua il suo corso naturale. Non vi costringerò a capire queste cose. Infine, c’è chi dice: “Quelli di noi che conoscono una professione hanno ceduto a un profano. Noi che conosciamo il mestiere non siamo stati capaci di fare niente, e questa persona che non sa nulla di tale professione deve sempre insegnarci. È davvero umiliante!” Non è umiliante. Tutti gli esseri umani brancolano nel buio quando si tratta di rendere testimonianza a Dio come credenti: se le persone nascessero con la capacità di rendere testimonianza Dio, allora nessuno Gli opporrebbe resistenza! Le persone sono della stirpe di Satana e hanno una natura essenza ostile a Dio, è per questo che non sono capaci di compiere azioni che coinvolgano la verità e la testimonianza a Lui. Allora, cosa devono fare? Fintanto che si impegnano al massimo per fare ciò che possono, è sufficiente. Se ho l’energia per offrire loro aiuto e insegnamenti, do loro una mano. Se non ce l’ho, o se sono occupato in altre faccende e non riesco a trovare il tempo, allora fate semplicemente ciò che potete. Questo è in linea con i principi, non è vero? Non può essere altrimenti. Non vi costringo ad andare oltre le vostre capacità. È inutile, non si può fare. Alla fine, le persone pensano: “È abbastanza facile andare d’accordo con Te, e le Tue esigenze sono facili da soddisfare. Tu ci indichi cosa fare, e noi faremo come dici”. Di tanto in tanto capita che alcune persone vengano potate. La maggior parte di loro ne esce nel modo giusto, con la corretta comprensione. Alcune abbandonano il proprio lavoro, e altre causano disturbo in segreto, non si sforzano di fare il proprio dovere e non svolgono un lavoro reale. Perciò, tali persone vengono destituite. Se non sei disposto a svolgere il lavoro, fatti da parte. Perché proprio tu devi essere utilizzato per farlo? Ti sostituiremo: non c’è altro da aggiungere. Semplice, no? Se in futuro quelle persone dovessero pentirsi, cambiare e svolgere bene il proprio lavoro, verrà loro data un’altra possibilità e, se continuano a causare intralci e disturbi allo stesso modo, non verranno mai più utilizzate. Farei meglio a impiegare qualcuno di obbediente. A che serve essere sempre invischiati con persone del genere? Giusto? Sarebbe difficile per loro ed estenuante per Me. Esistono principi per come gestisco queste cose, ed esistono principi anche per come interagisco con gli altri. Un altro motivo per cui è facile andare d’accordo con Me è che, quando interagisco con le persone, non chiedo mai cose che siano troppo impegnative per loro. Fai tutto ciò che puoi; le cose che non sai fare, te le spiegherò, una per una. Fai quello che puoi con tutto il cuore; se non lo fai con il cuore, non ti costringerò a farlo. Per quanto riguarda il resto, cioè il modo in cui credi in Dio, è una cosa che riguarda solo te. Se alla fine non ottieni nulla, non avrai nessuno da incolpare. Cosa ne pensi dei Miei principi per come tratto le persone? Pensi che siano un po’ indulgenti? Non è assolutamente così: il modo in cui gestisco la questione è completamente in linea con i principi. Di quali principi si tratta? AscoltateMi e capirete.

Io, Dio incarnato, opero all’interno dell’umanità: posso sostituire completamente lo Spirito Santo, o lo Spirito di Dio, nell’operare? No, non posso. Quindi, non cerco di andare oltre i Miei limiti dicendo che Mi piacerebbe sostituire Dio in cielo e compiere tutta la Sua opera. Equivarrebbe a magnificare Me stesso: non ne sono capace. Sono una persona normale. Qualunque cosa Io sia in grado di fare, la faccio. Faccio quello che so fare bene; lo faccio fino in fondo e in modo corretto. Ci metto il cuore e tutte le Mie forze. Ciò è sufficiente. Questa è l’opera che Mi compete. Eppure, se non riuscissi a comprendere questo fatto, se Mi sentissi provocatorio al riguardo e non lo riconoscessi, e cercassi invece sempre di fingere di essere grandioso, di eccellere, di sfoggiare qualche abilità incredibile, ciò sarebbe in accordo con i principi? No. Pensate che Io comprenda tale questione? La comprendo fin troppo bene! La portata di ciò che la carne di Dio può dire e dell’opera che la carne può compiere è la portata dell’opera che Egli compie nella carne. Oltre tale portata, sono tutti affari di Dio: il fatto che le persone sperimentino privatamente la disciplina e la potatura da parte di Dio, l’illuminazione e la guida dello Spirito Santo, e persino le visioni che Dio concede; chi sarà perfezionato e chi eliminato da Dio; quale punto di vista e quale atteggiamento Dio ha nei confronti di tutte le persone. Se siete in stretto contatto con Me, anch’io riesco a vedere queste cose, ma per quanto Io guardi, quante ne riesco a vedere? Il numero di persone che riesco a vedere e con cui entro in contatto è limitato: come potrebbe mai includere ogni singolo individuo? Sarebbe impossibile. Non si dovrebbe essere chiari riguardo a questo argomento? DiteMi, sono chiaro al riguardo? Sì. Questo è ciò che dovrebbe fare una persona normale. Non penso a cose che non sono quelle che dovrei fare. Le persone sono capaci di fare ciò? No: sono prive di tale ragionevolezza. Alcuni Mi chiedono: “Non sei sempre impegnato a esaminare le cose di nascosto? Non chiedi informazioni continuamente su chi sta facendo cosa, su quali cattiverie dicono sul Tuo conto in privato, o su chi Ti sta segretamente giudicando e sta facendo ricerche su di Te?” Sarò onesto con te: non ho mai chiesto informazioni su queste cose. Chi è responsabile di queste cose? Lo Spirito di Dio: Dio sottopone a scrutinio ogni cosa, tutta la terra e i cuori delle persone. Se non credi nello scrutinio di Dio, la tua ragionevolezza non è forse anormale? (Sì.) Allora non sei una persona che crede sinceramente in Dio; stai adottando la posizione sbagliata, ed è sorto un grosso problema. Esigo che crediate in Dio, e Io ci credo fermamente. Quindi, le Mie parole e le Mie azioni sono costruite su questo fondamento. Non faccio cose oltre i Miei limiti; non faccio cose che vanno oltre la portata delle Mie capacità. Non è forse un’indole? (Sì.) Alcuni non la vedono così. Pensano che Io abbia questa identità, questa posizione e questo potere, quindi si chiedono perché non agisco in quel modo. Ritengono sia necessario che Io comprenda e colga più cose, così da sembrare in possesso di una miglior reputazione, di una posizione più elevata, di più potere e di una maggiore autorità. Tuttavia, per quanta autorità e potere Dio Mi conceda, questo è ciò che possiedo. Non è qualcosa per cui lotto, o che afferro. L’autorità di Dio, il Suo potere e la Sua onnipotenza non sono cose che possono essere rappresentate da una carne insignificante. Se questo non ti è chiaro, allora c’è qualcosa che non va nella tua ragionevolezza. Se credi in Dio da molti anni e ancora non capisci a fondo la questione, allora sei troppo stolto e ignorante. Ci sono molte cose su cui non faccio domande, ma di cui sono a conoscenza nel Mio cuore? (Sì.) Cosa so? Conosco i nomi di tutte le persone? So da quanti anni ognuno crede in Dio? Non ho bisogno di sapere queste cose. Mi basta conoscere gli stati di ognuno, ciò che manca a ognuno, fino a che punto ha ottenuto l’accesso alla vita e quali sono le verità che ognuno dovrebbero ascoltare, con cui dovrebbe essere irrigato e che dovrebbero essergli fornite. Conoscere queste cose è sufficiente. Non è questo ciò che Mi compete? Sapere cosa Mi compete – cosa dovrei dire e il lavoro che dovrei fare – non è segno di razionalità? (Sì.) Da dove viene tale razionalità? Se Dio incarnato non possedesse nemmeno questa razionalità e questo metro per misurare ogni cosa e ogni evento, di quale verità dovrebbe parlare, allora? Se Dio incarnato dovesse lottare con lo Spirito di Dio e competere con Lui per la posizione, non ci sarebbe forse qualcosa di sbagliato? Ciò non sarebbe errato? Le cose potrebbero stare così? No, è qualcosa che non potrebbe mai accadere.

Alcune persone si preoccupano costantemente e dicono: “Tu chiedi sempre informazioni su di noi e fai sempre ricerche riguardo a noi in segreto? Dio cerca sempre di capire cosa pensiamo di Lui e come Lo vediamo nei nostri cuori?” Io non penso a queste cose. Sono superflue! A che serve pensarci? Tutto ciò è sotto lo scrutinio di Dio. Lo Spirito di Dio opera entro un certo ambito, e ciò è tanto più vero per quanto riguarda Dio incarnato. Dio incarnato è Dio, è l’emissione e l’espressione della verità, e l’opera che Egli compie in questa fase è rappresentativa di questa fase, non dell’ultima. Dio incarnato può compiere solo l’opera relativa a questo periodo e a questo ambito. Quest’opera può quindi essere rappresentativa della fase successiva? Be’, non sappiamo cosa accadrà in futuro. Queste cose sono di competenza di Dio. Io non mi spingo oltre. Faccio ciò che spetta a Me; faccio le cose che dovrei e che posso fare. Non Mi spingo mai oltre i Miei limiti, dicendo: “Sono onnipotente! Sono grandioso!” Questo è lo Spirito di Dio; Dio incarnato rappresenta solo un’espressione e un’emissione dell’opera che Dio sta compiendo in questo periodo. La portata della Sua opera e quale opera Egli dovrà compiere sono già stati determinati da Dio. Se tu dicessi: “Cristo incarnato è onnipotente”, avresti ragione o torto? Per metà ragione e per metà torto. Lo Spirito di Dio è onnipotente; non si può dire che lo sia anche Cristo. Dovresti dire che Dio è onnipotente. Questo è un modo preciso e accurato di porre la questione, e si accorda con i fatti. Che ragionevolezza devo possedere? Tutti dicono che sono Dio, Dio Stesso, che sono Dio incarnato: credo dunque che potrei sostituire Dio Stesso, il Suo Spirito? Non potrei. Anche se Dio Mi avesse dato questo potere, questa capacità, non potrei riuscirci. Se potessi sostituire Dio in quel modo, non sarebbe in sostanza una sorta di blasfemia contro la Sua indole e la Sua essenza? La carne è così limitata! Non è questo il modo di comprendere la questione; non è questa la prospettiva da cui affrontare questo argomento. Non è così? (Sì.) Quindi, poiché ho questi pensieri, questi principi per fare le cose, e tali considerazioni nel fare ogni cosa, a molte persone non sembro Dio, e ce ne sono anche alcune che, prima di entrare in contatto con Me, nutrono delle illusioni, delle fantasie e delle nozioni, che sono attente e caute nelle loro azioni e poi, non appena Mi incontrano, pensano: “È solo una persona, non è vero? Non c’è niente di spaventoso in lui”. Dopodiché, si lasciano andare: diventano audaci e hanno l’ardire di scatenarsi facendo cose cattive. Come si chiamano? Miscredenti. Se credi solo in Dio incarnato e non nello Spirito di Dio, allora sei un miscredente; e se credi solo nello Spirito di Dio e non nel Dio incarnato, anche in questo caso sei un miscredente. Dio incarnato e lo Spirito di Dio sono la stessa cosa. Sono una cosa sola. Non lottano tra loro, tanto meno sono separati l’uno dall’altro, e ancor meno ognuno è un’entità a Sé stante. Sono una cosa sola: è solo che Dio incarnato deve trattare la Sua opera e Dio dalla prospettiva della carne. Questi sono affari della carne, e non hanno niente a che fare con voi: sono affari di Cristo, e non hanno nulla a che vedere con l’umanità. Non puoi dire: “Quindi anche tu pensi di essere una persona comune. Bene, allora siamo lo stesso tipo di persona: siamo tutti uguali”. È giusto dirlo? È un errore. Alcuni dicono: “Sembra abbastanza facile andare d’accordo con Te, quindi lasciamo perdere le formalità. Trattiamoci da amici, da compagni; entriamo in confidenza l’uno con l’altro, facciamo amicizia”. Questo va bene? Queste persone non hanno comprensione spirituale; sono miscredenti. Più condividi i tuoi sentimenti con loro e parli loro della verità, dei fatti e della verità realtà, più ti disprezzano: sono miscredenti. Più parli di misteri profondi e declami slogan, dottrine e concetti astratti, più affermi il tuo prestigio, ti pavoneggi e ti metti in mostra, più ti stimano: sono miscredenti. Quando vedono una persona che ha dei principi ed è misurata nelle sue azioni, qualcuno le cui azioni sono in accordo con la verità, che è in grado di trattare le cose positive e negative con limiti precisi e con discernimento, più tale persona possiede queste caratteristiche e più la guardano dall’alto in basso e la trovano indegna della loro attenzione: questi sono miscredenti.

Quando entro in contatto con gli altri e interagisco con loro, non importa chi siano o quanto tempo possa durare l’interazione, qualcuno di loro pensa: “Cerca sempre di controllarmi, prende il comando di tutti gli affari di casa mia, cerca sempre di conquistarmi”? Non ti sto conquistando! A cosa servirebbe? Leggi le parole di Dio da solo, medita su di esse ed entraci lentamente. Se sei una persona che persegue la verità, lo Spirito Santo opererà su di te e Dio ti offrirà benedizioni e ti guiderà. Se non sei qualcuno che persegue la verità, se sei sempre provocatorio nei confronti di tutto ciò che dico, non vuoi ascoltarlo e non lo accetti, allora alla fine verrai sempre rivelato e le cose andranno sempre male quando agisci: non avrai la direzione di Dio. Perché accade ciò? (Dio sottopone tutto a scrutinio.) Non è solo questo. Passateci voi stessi e fatene esperienza. Quando dico qualcosa, indipendentemente dal fatto che le persone siano d’accordo con ciò o che lo accettino, lo Spirito Santo lo sostiene o non si prende il disturbo? (Lo sostiene.) Lo Spirito Santo certamente lo sostiene e non lo sminuirà assolutamente. Sarebbe giusto da parte vostra ricordarlo. A prescindere dal fatto che le persone riescano ad accettare ciò che dico, arriverà un giorno in cui i fatti saranno chiariti e, in un attimo, tutti diranno: “Quello che hai detto era giusto fin dall’inizio! Lo hai detto molto tempo fa: perché io non ne avevo idea?” Non importa se in quel momento credevi che le Mie parole provenissero dalla Mia immaginazione, o dalla Mia mente, o dalla conoscenza; un giorno, dopo aver fatto esperienza di alcune cose, penserai: “Ciò che hai detto è sempre stata la verità!” E come sarai arrivato a questa comprensione? Con l’esperienza. Se riuscirai a raggiungere questa conoscenza, sarà tramite l’analisi mentale? Assolutamente no; sarai stato guidato dallo Spirito Santo: sarà opera di Dio. I non credenti trascorrono tutta la vita con una conoscenza limitata di alcune regole relative ai cieli, alla terra e a tutte le cose, ma riescono a ottenere la verità? (No.) Allora, cosa manca loro? (Non hanno l’opera dello Spirito Santo.) Giusto. Non hanno l’opera dello Spirito Santo: ecco cosa manca loro. Quindi, a prescindere da come Mi consideri e Mi valuti in quanto persona, e da come tratti le parole che dico e le cose che faccio, alla fine ciò deve raggiungere il suo risultato. Dio agirà e rivelerà se la tua scelta e il tuo atteggiamento erano giusti o sbagliati, e se c’era qualcosa di erroneo nella tua opinione. Dio sostiene l’opera della Sua carne. Perché allora Egli non supporta gli altri? Perché non supporta gli anticristi? Perché lo Spirito e la carne sono una cosa sola; hanno la stessa origine. In effetti, questo non è sostenere; ovvero, una volta che hai fatto esperienza fino in fondo, a prescindere dal fatto che siano parole pronunciate da Dio incarnato o quelle che ti sono giunte dall’illuminazione dello Spirito Santo, esse saranno coerenti. Non si contraddiranno mai; saranno in accordo. Ne avete conferma? Alcune persone ce l’hanno, mentre altre non sono ancora arrivate a questo punto della loro esperienza, e non ne hanno conferma. Ciò significa che la loro fede non è ancora arrivata a quel punto; è ancora molto scarsa. In altre parole, quando la tua fede raggiunge un certo livello, arriverà improvvisamente il giorno in cui sentirai che una frase comune, pronunciata da questa carne comune, una frase che non hai trovato molto impressionante quando l’hai sentita, è diventata la tua vita. Come avrà fatto a diventare la tua vita? Farai affidamento su di essa, senza saperlo, nelle tue azioni. Sarà diventata una guida per la tua vita quotidiana. E quando non hai un cammino, quella frase diventerà la tua realtà, e un obiettivo che ti mostra la via; quando soffri, quella frase ti permetterà di emergere dalla negatività e di capire qual è il tuo problema. Dopo tale esperienza, vedrai che per quanto ordinaria sia quella frase, le sue parole hanno un peso, e in esse c’è la vita: sono la verità! Se non ti concentri sul perseguimento della verità e non la ami, potresti condannare Dio, la Sua incarnazione e le verità che Egli esprime. Se sei una persona che persegue la verità, nella tua esperienza arriverà un giorno in cui dirai: “È abbastanza facile andare d’accordo con Dio. È abbastanza facile andare d’accordo con Dio incarnato”, ma nessuno dirà: “Vado d’accordo con Lui come se fosse una persona”. Perché? Perché la tua esperienza delle parole di Cristo e l’opera che lo Spirito Santo compie in te quando non Lo vedi durante la tua vita quotidiana, sono uguali. Cosa evocherà in te la parola “uguali”? Dirai: “Dio ha adottato un aspetto esteriore ordinario e comune, l’immagine di una carne, quindi le persone hanno trascurato la Sua essenza. È proprio perché hanno un’indole corrotta che non riescono a vedere il lato di Dio che costituisce la Sua essenza. Vedono solo il lato che l’uomo è in grado di vedere. Le persone sono davvero prive di verità!” Non è così? (Sì.) È così. Se in un certo lavoro, per esempio, ci sono molti aspetti che non Io riesco a svolgere, tante persone sicuramente svilupperanno delle nozioni. Ma quando riesco a occuparmi di ogni aspetto del lavoro, sono tutti un po’ più calmi, e in qualche modo provano conforto nel loro cuore: “Va bene. Sembra Dio: questo è tutto ciò che posso dire. Sembra Dio incarnato, sembra Cristo. Probabilmente è Cristo”. Questo è l’unico tipo di definizione che le persone hanno. Tuttavia, se Mi limitassi a condividere sulla verità e a pronunciare alcune delle parole di Dio, e non facessi altro – se non dessi alcun consiglio pratico riguardo a nessun lavoro, e fossi incapace di darlo – allora ciò farebbe diminuire la considerazione che le persone hanno di questa carne e il peso che Le attribuiscono. Le persone credono che la carne debba possedere certe capacità e certi talenti. Si tratta di talento, in effetti? No. Dio può concedere alle persone ogni sorta di talenti, doni e abilità, quindi diteMi, Dio Stesso possiede queste cose? In abbondanza! Perciò, ci sono alcune persone che non riescono a risolvere questo enigma, e dicono: “Come puoi insegnarci a cantare quando non sai farlo Tu Stesso? Non è come un profano che dà istruzioni ai professionisti? Ciò non va forse contro i principi?” Vi dirò una cosa, Io faccio eccezione. Perché? Se non riuscite a fare bene qualcosa, devo tendere la mano per aiutarvi; se siete in grado di fare una cosa, mi va benissimo starne fuori, non voglio intervenire: Mi sfinirei. Se riuscite a fare bene qualcosa, perché c’è bisogno che tenda la mano per aiutarvi? Non Mi sto pavoneggiando, qui, e non sto declamando idee altisonanti. Voglio solo insegnarvi, sia nell’ambito delle competenze professionali che in quello delle verità principi. Una volta che tutti voi avrete acquisito le competenze e afferrato i principi, Mi toglierò un grande peso dal cuore, poiché quelle cose sono al di fuori dell’opera che Mi compete. Alcuni dicono: “Se non spetta a Te, perché lo fai?” Bisogna farlo, e le persone non sono affatto all’altezza del compito. Se non dessi consigli, come invece faccio, le opere prodotte non sarebbero nulla di speciale, e rendere testimonianza a Dio produrrebbe risultati mediocri. Se non avessi alcuna opera significativa da mostrare, sarei anche un po’ negligente e a disagio, quindi opero un po’, per quanto lo consentono la mia energia e la mia condizione fisica. Perché? Ci sono diverse considerazioni da fare. Quando tutta l’umanità vede le cose che le persone hanno fatto, e le assimila, le prospettive, i punti di vista e le capacità di comprensione delle persone si differenziano solo in base a questi elementi: l’esperienza di tali individui, la loro levatura e da quanto tempo sono credenti; ma la base da cui partono è sostanzialmente uguale per tutti. Il punto di partenza è costituito dalle esperienze che fanno delle verità realtà sulla base della loro comprensione della verità. Queste sono le cose che l’umanità può fare. Io non potrei fare cose o produrre opere dalla prospettiva di una persona comune. Che prospettiva devo assumere, allora? Quella della carne? Non potrei fare nemmeno quello. Sarebbe inappropriato, non credete? Naturalmente, adotterei la prospettiva di Dio e della Sua opera da dentro la carne per dire quelle parole, fare quelle cose ed esprimere quei punti di vista. Il valore di queste cose può essere misurato con il denaro, tra gli esseri umani? (No.) Non è possibile. Questo perché tali cose, una volta trasformate in opere compiute, sono cose che dureranno per sempre, per l’umanità. Naturalmente anche queste opere ordinarie dureranno per sempre. Ma dato che dureranno per sempre, persisteranno nel futuro e daranno un contributo a tutta l’umanità (sia che siano una guida per credere in Dio, sia che forniscano provvista e aiuto) dovrei fare opere più significative, giusto? Ecco perché devo dire parole e produrre opere da una prospettiva che l’umanità non può assumere. Perché lo faccio? Per accrescere la fama della chiesa. È un motivo corretto? (Sì.) DiteMi, è vantaggioso, per rendere testimonianza a Dio, se la fama della chiesa aumenta? (Sì.) È un incentivo o un ostacolo? (Un incentivo.) Non c’è dubbio: è sicuramente un incentivo. Quando alcuni gruppi religiosi e non credenti vedono queste opere, rimangono stupiti da quanto il film sia ben realizzato, e vogliono sempre incontrare il regista che sta dietro le quinte. Non incontrerò queste persone. Non ho il tempo di farlo, e non so quale sarebbe lo scopo di tale incontro. A che servirebbe, dunque, che Io le incontrassi? Se le persone che vedono questi film riescono ad accettare la verità, ciò è sufficiente, e se sono disposte a indagare sulla vera via, è ancora meglio. Non è necessario che Mi incontrino. In breve, realizzo alcune opere significative, così che quando gli uomini le vedono, ne traggono in qualche modo un maggior vantaggio. È una cosa buona o cattiva lasciare queste cose all’umanità? (È una cosa buona.) Conviene farlo; ne vale la pena.

Questo è il Mio modo di andare d’accordo con voi. Il rapporto che ho con voi è questo che vedete e sentite. Quindi, che tipo di rapporto ha Dio con voi? Si può sentire? È lo stesso. Non pensate: “Dio incarnato è una persona; è facile andare d’accordo con Lui. Ma Dio in cielo non lo è, con la Sua maestà e la Sua ira: è terrificante!” Dio è come Me. Non ti conquisterebbe né ti controllerebbe con un’osservazione, con un metodo o con la forza. Non lo farebbe mai. Andrebbe d’accordo con voi nello stesso modo in cui sentite che Io vado d’accordo con voi: vi insegno tutto quello che posso e vi permetto di capire tutto ciò che posso. Per quanto riguarda le cose che non riuscite a capire, non vi indottrino forzatamente con esse. Alcuni potrebbero dire: “Dici che non ci indottrini con la forza: beh, allora cosa stai facendo, predicando la verità tutto il tempo?” Questo è forse indottrinamento? Questo si chiama provvedere a voi: non vi sto costringendo a fare progressi, vi sto irrigando. L’irrigazione è giusta; è una cosa positiva. Alcuni diranno: “La conquista delle persone da parte degli anticristi non è uguale a quella compiuta da Dio?” (No.) In che modo non lo è? Usiamo la stessa parola per indicare la conquista delle persone da parte degli anticristi e la conquista delle persone da parte di Dio; qual è la differenza sostanziale tra questi due utilizzi della parola? Riuscite a spiegarlo chiaramente? Se non riuscite a fare nemmeno questo, la vostra comprensione della verità è davvero troppo scarsa. (La conquista delle persone da parte di Satana è un controllo forzato, mentre quella compiuta di Dio equivale a fornire la verità: consiste nel dire le verità principi alle persone, che possono poi metterle in pratica, e quindi ottenere la vita.) Quindi, vi chiedo: Satana controlla e conquista le persone, ma possiede la verità? (No.) Cos’è Satana? Su quali basi conquista le persone? In altre parole, cosa rende Satana idoneo a conquistare le persone e a cercare di guadagnarle? Satana non possiede assolutamente nulla. Quindi, cosa usa per conquistare le persone? Cosa può offrire loro, una volta conquistate? Può solo corromperti; può solo usarti come un giocattolo e rovinarti, e alla fine, quando avrà finito di farlo, ti manderà all’inferno. Che tipo di conquista e di controllo è il suo? È semplicemente un abuso. Il suo obiettivo nel controllarti e nel conquistarti è impedirti di sottometterti a Dio e alla verità, e farti sottomettere a lui. Per Satana, è sbagliato che tu ti sottometta a Dio, ed è giusto che tu ti sottometta a lui. Se ti sottometti a lui e ne vieni controllato e conquistato, avrai abbandonato Dio e Lo avrai rifiutato completamente. Come funziona, quindi, la conquista delle persone da parte di Dio? Dio è Lui Stesso la verità; è la realtà di tutte le cose positive, la fonte di tutte le cose positive, la fonte della verità. Cosa sono, allora, le persone? Sono una specie corrotta da Satana. Non possiedono la verità. Quindi, Dio deve giudicarle e castigarle, e metterle alla prova e raffinarle, esprimendo la verità e smascherando l’indole corrotta dell’uomo, così che esse possano comprendere le parole che Egli dice e riconoscere Lui come Creatore e loro stessi come Suoi esseri creati, e venire davanti a Lui, prostrarsi a Lui e accettare la Sua sovranità e le Sue disposizioni. Tutto questo non è in linea con la verità? (Sì.) Allora, in cosa consiste questa conquista? Consiste nel guadagnare le persone, è la salvezza; è una cosa positiva. Non ti fa del male. Non c’è forse differenza tra questo e la conquista da parte di Satana? È giusto che Dio conquisti le persone. Egli è la verità, la fonte di tutte le cose positive. Dire che “conquista l’umanità” è un modo fin troppo appropriato per definire tale azione! L’umanità non possiede la verità, è stata profondamente corrotta da Satana e trasformata nella sua stirpe. Ecco perché le persone non si sottomettono a Dio, Lo negano e Lo respingono. Cosa bisogna fare al riguardo? Dio deve esprimere la verità e usare i metodi del castigo e del giudizio per far sì che le persone comprendano chi è Dio, chi è il Creatore, chi sono gli esseri creati e chi è Satana, e far sì che riconoscano il Signore e ritornino a Lui, che riconoscano il Creatore, e che riconoscano sé stessi come Suoi esseri creati alla Sua presenza. Questo è ciò che significa conquista. Coloro che vengono conquistati da Dio comprendono la verità oppure no? (Sì.) E le persone conquistate da Satana? Cosa ottengono? Non comprendono alcuna verità, fuggono, tradiscono e rifiutano Dio, hanno nozioni su di Lui e addirittura seguono Satana e gli anticristi. Potrebbero persino giudicare Dio, ribellarsi a Lui e maledirLo, rifiutandosi di riconoscere la Sua sovranità e tanto meno di sottomettersi a essa. Questi sono esseri creati accettabili? (No.) Sono l’esatto contrario delle persone conquistate da Dio; l’effetto è opposto a quello della conquista delle persone da parte di Dio.

Se una persona come un anticristo possiede prestigio e va in un qualche luogo dove gli altri non sanno che è un leader, ne sarà felice? No. Ovunque vadano, gli anticristi useranno ogni mezzo a loro disposizione per dire a tutti: “Io sono il leader; preparami del cibo. Voglio mangiare qualcosa di buono!” Quale direste che è la Mia opinione sul prestigio? (Non Ti interessa.) Come si manifesta questa mancanza di interesse? Quando vado da qualche parte, dico alle persone presenti, per quanto Mi è possibile, di non spargere liberamente la voce sulla Mia identità e di non farla conoscere. Perché lo faccio? Perché quando le persone la conoscono, è un vero problema. Se non sanno chi sono, potrebbero dirmi una piccola parte di ciò che hanno nel cuore; una volta che lo sanno, è un problema: si chiudono con Me. DiteMi, non Mi sentirei solo, se nessuno Mi parlasse dal suo cuore? Faccio del Mio meglio per non far sapere alla gente chi sono, in modo che possa trattarMi come una persona comune e dire quello che vuole dirMi. È così bello che le persone si sentano libere e affrancate, che Io non le tenga sempre legate e che non siano sempre così deferenti alla Mia presenza. Non è necessario che si comportino così; non Mi piace. Coloro che non comprendono la verità pensano: “Sicuramente Ti piace, quindi Ti tratterò così”. Quando vedo persone di quel genere, Mi nascondo. Quando vedo qualcuno che si profonde sempre in inchini e riverenze, Mi nascondo più velocemente che posso. Non voglio assolutamente entrare in contatto con queste persone: è troppo fastidioso, crea troppi problemi! Gli anticristi, invece, sono diversi. Sperano di guadagnarsi il rispetto delle persone, di ricevere un trattamento speciale ovunque vadano. E cosa sperano ancor di più? Che fintanto che saranno nei paraggi, le persone sotto la loro guida obbediranno completamente ai loro ordini, e lo faranno senza compromessi, fino all’assolutezza; poi pensano: “Guarda, cosa ne pensi dei soldati che comando, del gruppo che guido? Fanno tutti quello che dico, con obbedienza”. Provano un particolare senso di realizzazione. Addestrano gli altri a essere come burattini, come schiavi, senza pensieri autonomi, opinioni proprie o punti di vista; rendono ognuno di loro insensibile e ottuso. A quel punto, gli anticristi si sentono pieni di gioia e compiaciuti nel profondo del cuore, e sentono che il loro lavoro ha ottenuto dei risultati, che le loro ambizioni e i loro desideri sono stati soddisfatti. Se le cose non stanno così, si rattristano nel cuore: “Perché gli altri non fanno semplicemente quello che dico? Che metodo devo usare per convincerli a obbedirmi? Bene, se non sai che sono eccezionale, non devo far altro che mostrartelo! Ho una laurea; porto il diploma con me ogni giorno, così puoi vederlo. Ho superato l’esame d’inglese TEM di Livello 8 ed ero a capo del sindacato studentesco. Visto che non mi capite molto bene, mi metterò un po’ in mostra per voi!” Ogni volta che discutono del lavoro, dicono: “Qualunque siano i vostri pensieri, diteli; esprimete liberamente le vostre opinioni, non fatevi vincolare da me”. E così, i presenti cominciano a esprimere le proprie opinioni. Dopo che lo hanno fatto, questa “persona superiore” in possesso di una laurea dice: “Le vostre opinioni non vanno bene. Sono tutte ordinarie, sono tutte opinioni di gente comune. Devo davvero intervenire; guardate: voi non siete in grado di svolgere il lavoro! Non voglio farmi carico di questo lavoro, in realtà, ma se io non fossi qui, voi non sareste davvero in grado di assumervi questo fardello, quindi devo darvi una mano. Ho riflettuto a fondo sulla questione. Ecco come la gestiremo. Nessuno dei trucchi che avete menzionato funzionerà; ve ne darò uno migliore. Questo era ciò che le disposizioni lavorative ci imponevano di fare in passato: d’ora in poi, non ci atterremo più a quelle regole. Non faremo più le cose in quel modo”. Alcuni dicono: “Se non agiamo secondo le disposizioni lavorative, ciò causerà una grave perdita alla casa di Dio”. Loro rispondono: “Non pensarci troppo: alla casa di dio importerà di questa piccola somma di denaro? Concentriamoci sui risultati: questo è quello che conta. D’ora in poi fai come ti dico. Se qualcosa va storto, è colpa mia!” Nessuno può dissuaderli. Non stanno forse semplicemente declamando idee altisonanti? Qual è il loro obiettivo nel farlo? Mettersi in mostra e ricordare a ogni singola persona in ogni momento la loro esistenza e la loro genialità. In che senso sono geniali? Nella loro imperscrutabilità per la gente comune. Anche se gli anticristi condividono lo stesso punto di vista di altre persone, continuano a rifiutarlo quando viene espresso da altri, dopodiché ricominciano da capo e prendono il comando riaffermando ciò che avevano detto. Il gruppo li sente e dice: “Non è la stessa idea?” Loro rispondono: “Che sia la stessa o no, sono stato io a dirla. Non siete stati voi. Sono stato io a prendere il comando con questa idea”. Non importa come vadano avanti e indietro con quello che dicono, il loro obiettivo è convincere tutti, far sapere alla gente: “Non sono un leader per niente; non sono il capogruppo e il responsabile per niente. Io non sono solo chiacchiere: non sarei in questa posizione senza i miei talenti, i miei doni e le mie capacità”. Se dovesse succedere qualcosa mentre loro non ci sono, nessun altro potrebbe prendere le decisioni, e se ci sono, devono essere loro a decidere. Tutti devono tenere d’occhio la loro espressione. Ognuno può solo tirare un sospiro di sollievo quando prendono le decisioni; se non lo fanno, allora tutti si sentono in ansia. Se non sono autorizzati a prendere le decisioni, non sarà possibile portare a termine il compito da svolgere. Non hanno forse un obiettivo nell’agire così? A volte pensano: “Quello che sto facendo è giusto? Sarà meglio non farlo: mi sto rendendo davvero ridicolo. Questo non è forse il modo in cui agiscono gli anticristi? Non va bene; ciò che conta è il mio orgoglio. ‘Anticristo’? Il supremo non mi ha condannato, quindi non lo sono!” E continuano a comportarsi come prima. A volte sanno molto bene che ciò che stanno facendo viola le disposizioni lavorative e le verità principi, che ovviamente stanno considerando il proprio orgoglio e il proprio prestigio, che hanno le proprie intenzioni personali, eppure continuano a fare quello che facevano prima, senza pensare alle conseguenze, e senza tanto meno avere un cuore che teme Dio. Questo non è forse un problema di indole? Questo tipo di indole cosa li porta a fare? A essere estremamente egocentrici e a scatenarsi facendo cose cattive. Davvero non sanno in cuor loro qual è il modo corretto di agire? Davvero non capiscono che ciò che stanno facendo viola i principi? Davvero non sanno che ciò che stanno facendo equivale a fuorviare e controllare gli altri, che stanno compiendo il male? Sanno e capiscono queste cose. Il fatto che possano continuare ad agire nello stesso modo, quindi, significa che non amano la verità e che provano avversione per essa. Rifiutano qualsiasi opinione, modo, metodo o affermazione che non escano dalla loro bocca. Questa non è forse ambizione? (Sì.) Ci sono ambizione e intenzioni malvagie al suo interno. Quali intenzioni malvagie? Cosa si nasconde dietro ciò? (Il portare gli altri a fare quello che dicono.) Il portare gli altri a fare quello che dicono: gli anticristi non possono assolutamente perdere alcuna occasione di avere un vantaggio o una possibilità di distinguersi, o permettere che questi vadano a qualcun altro. Ogni volta, devono essere loro a prendere le decisioni; ogni volta devono essere loro a condurre il gioco; ogni volta, i frutti del lavoro devono essere solo loro, e il merito deve andare esclusivamente a loro. Alla fine, fanno sì che tutti sviluppino una tendenza. Quale tendenza? La tendenza a pensare che il lavoro possa funzionare solo quando loro sono nel gruppo: senza di loro, è come se nessun altro potesse sopportare il carico. In questo modo, non hanno forse raggiunto il loro obiettivo? Gli altri sono caduti sotto il loro controllo. Qual è il presupposto per essere controllati? Essere completamente conquistati e sconfitti: gli anticristi ti tormentano finché non ti arrendi a loro, così che non sai più distinguere ciò che è giusto da ciò che sbagliato, e non cerchi affatto di discernerli o di collegarli ad alcun aspetto della verità, e credi fermamente che qualunque cosa facciano sia giusta, e non ti azzardi più ad analizzare se hanno ragione o torto. Queste sono le conseguenze che si verificano dopo che le persone sono state fuorviate e controllate dagli anticristi e, subito dopo, quegli individui seguono gli anticristi. Non è così? (Sì.) Questa non è chiaramente una manifestazione del fatto che gli anticristi portano gli altri a sottomettersi soltanto a loro, e non alla verità o a Dio? (Sì.) Quali sono i motivi e le intenzioni malvagie dietro a tutto ciò che fanno, e qual è la fonte delle loro azioni, dei loro modi e mezzi e persino delle loro affermazioni? È che vogliono sconfiggerti, soggiogarti, indurti ad arrenderti a loro e mostrarti chi è il capo, chi è qualificato per prendere il comando, chi ha l’ultima parola, e che non è la verità ad avere l’ultima parola: nessuno tranne loro potrebbe essere il signore di queste persone, o condurre il gioco, o prendere le decisioni. Tu vorresti parlare della verità, ma non puoi. Vorresti sollevare opinioni divergenti, ma non puoi nemmeno pensarci. Che indole degli anticristi è questa? È malignità; essi vogliono conquistare e controllare le persone. Che tu guardi ai desideri e alle ambizioni degli anticristi o alle loro azioni reali, tutto ciò dimostra la loro indole di malignità e la loro avversione per la verità. Questi modi, queste rivelazioni e queste manifestazioni che gli anticristi hanno nel conquistare e controllare le persone, così come la loro essenza, coincidono perfettamente con l’argomento principale su cui stiamo condividendo. Gli anticristi vorrebbero portare gli altri a sottomettersi soltanto a loro: ciò implica che le persone devono fare quello che dicono loro, che farlo significa sottomettersi a Dio. Se qualcuno dovesse esprimere un’opinione diversa e dire che ciò che stanno facendo è contrario alla verità, essi ribatterebbero: “Contrario alla verità? Dicci: qual è la verità? Se riesci a spiegarlo chiaramente, cederò a te, ma se non ne sei capace, allora ti metterò in una posizione imbarazzante!” Quando dicono così, alcuni si sentono davvero spaventati e dicono: “Non riesco proprio a spiegarlo chiaramente, quindi farò semplicemente ciò che mi dici”. In questo modo, gli anticristi hanno raggiunto il loro obiettivo. Ci sono persone che agiscono così? (Sì.) Voi avete fatto cose del genere? (No.) Gli anticristi hanno questa capacità. Le persone comuni si arrendono quando vedono che non riescono a persuadere gli altri; non possiedono quella tecnica. Da un lato, il fatto è che non sono capaci di parlare ed esprimersi in quel modo: non sono in grado di parlare e discutere bene. Dall’altro, in cuor loro non sono abbastanza spietate. Chi riesce a fare queste cose deve possedere un’indole malvagia dentro di sé. Dev’essere maligno e sufficientemente spietato, e non preoccuparsi dei sentimenti altrui. Se qualcuno non è d’accordo con loro, gli anticristi lo tormenteranno in un modo incredibilmente feroce e, per quanto crudelmente lo facciano, la loro coscienza non proverà alcuna riprovazione per questo e non ne avrà consapevolezza. Qualcuno potrebbe dire: “Queste persone sono già abbastanza patetiche; perché le costringo a fare quello che dico? Le lascerò in pace: loro credono in Dio, non in me. Possono solo prestare ascolto a chiunque parli in un modo che sia in accordo con la verità, a prescindere da chi sia. Lascerò perdere, questa volta”. Gli anticristi la pensano così? No; gli anticristi non possiedono assolutamente tale ragionevolezza. Sono abbastanza inequivocabili riguardo alle proprie ambizioni e ai propri desideri. Si aggrappano a essi e non li lasciano andare, proprio come un lupo che ha una pecora tra le fauci. Se provi a negoziare con un lupo e a impedirgli di mangiare una pecora, ci riuscirai? No. Perché no? Perché questa è la sua indole. Cosa crede il lupo? “Ho fame. Mi piace mangiare le pecore. È giusto. Che io voglia mangiare la pecora oppure no, va bene”. Questa è la sua filosofia, lo standard e la fonte delle sue azioni. Allo stesso modo, quando gli anticristi conquistano e controllano le persone, pensano forse: “Non sono Dio. Quanto è spudorato da parte mia controllare gli altri. Se arrivano a discernermi, come posso mostrare la mia faccia in giro?” Possiedono un tale senso di vergogna? (No.) Non hanno alcun senso di vergogna. Quindi, cosa manca alla loro umanità? Vergogna, ragionevolezza e coscienza. Queste cose non fanno parte della loro umanità. Senza queste cose, sono ancora umani? No. Non tutti coloro che indossano una pelle umana sono necessariamente umani: alcuni sono demoni, altri sono cadaveri ambulanti e altri sono animali. Che genere di cose sono dunque gli anticristi? Sono diavoli; alcuni di loro sono demoni malvagi e altri sono spiriti maligni. In definitiva, non sono umani. Gli anticristi non possiedono la ragionevolezza, la coscienza e la vergogna dell’umanità normale, per questo sono in grado di contendere con Dio per le persone e per i loro cuori. Ciò dimostra che la loro natura essenza è malvagia. Non è giustificabile per loro contendere con gli altri per il prestigio, tanto meno contendere con Dio per il prestigio e per le persone! Ciò dimostra ancora di più che sono autentici anticristi, che sono dei diavoli e dei satana.

Abbiamo ora condiviso sulle manifestazioni degli anticristi fino al tema otto. Riuscite adesso a creare collegamenti tra voi stessi e gli anticristi, così come tra le persone che percorrono il cammino degli anticristi e coloro che possiedono la loro indole, per vedere che tipo di persona siete? (Sì.) Siete in grado di creare alcuni di questi collegamenti. Fare ciò quali dei problemi delle persone può risolvere? (Può impedirci di prendere il cammino sbagliato.) Può impedirvi di prendere il cammino sbagliato. Cos’altro? (Ci permette di discernere le persone, gli eventi e le cose intorno a noi.) Vi permette di discernere alcune delle persone intorno a voi. Avere discernimento riguardo agli altri è una parte della questione; soprattutto, però, dovete saper discernere voi stessi, l’indole dell’anticristo dentro di voi e il cammino che percorrete. Questo vi aiuterà a non smarrirvi nel fare il vostro dovere e a non imboccare il cammino degli anticristi. Una volta che qualcuno si è avviato sul cammino degli anticristi, è facile per lui tornare indietro? No; una volta che si è avviato, non è facile per lui tornare indietro. Ne conoscete il motivo? (Lo Spirito Santo non opera in lui.) Questa è la ragione principale. Intraprendere il cammino sbagliato è pericoloso, poiché hai scelto di lottare contro Dio, di contendere con Lui per il Suo popolo eletto e di lottare contro di Lui fino alla fine; non stai cercando la verità né stai cercando di accettare la salvezza da parte di Dio. Intraprendi un cammino del genere, e ti troverai nei guai. Ti porrai in opposizione a Dio: ti porrai in opposizione a Lui secondo la tua volontà soggettiva; cioè, i tuoi pensieri, i tuoi punti di vista, le tue opinioni e le tue scelte saranno tutti ostili a Dio. Se prima di intraprendere questo cammino possiedi alcune manifestazioni, forme di indole ed essenze oggettive che sono antitetiche e ostili a Dio, ma in ogni momento sei attento in cuor tuo a non percorrere il cammino dell’ostilità verso Dio, o il cammino degli anticristi, allora avrai la possibilità di essere salvato. Se ti avvii sul cammino degli anticristi, dell’ostilità verso Dio, allora sei in pericolo. Quanto è grande il pericolo? Abbastanza da far sì che sarà difficile per te tornare indietro. Alcuni hanno appena detto che lo Spirito Santo non opererà più in te: è talmente ovvio! Come potrebbe lo Spirito Santo operare in una persona del genere? Una volta che hai intrapreso quel tipo di cammino, che hai fatto quella scelta, sei in pericolo. Se capisci questo nel tuo cuore, ma agisci comunque così, vai in quella direzione, fai quella scelta, e procedi sempre secondo i tuoi principi e i vecchi modi che adottavi in precedenza, senza voltarti indietro o pentirti, senza invertire la rotta, ciò rappresenta la tua scelta: hai deciso di percorrere questo cammino in ostilità verso Dio. Non è che tu non capisca cosa stai facendo: stai consapevolmente commettendo un peccato. È proprio come nel caso di Paolo, che disse: “Chi sei tu, signore? Perché vuoi colpirmi?” Sapeva molto bene che il Signore Gesù era il Signore, che era Cristo, ma Gli si oppose comunque fino alla fine. Questo significa commettere consapevolmente un peccato. Paolo non rese testimonianza al Signore, né Lo esaltò. Pensò: “Non sei solo una persona comune? Non mi stai colpendo solo perché hai il potere di farlo? Forse avrai il potere, ma io credo ancora nel dio in cielo. Tu, l’incarnazione, non sei dio; non sei correlato a dio. Sei il figlio di dio e sei nostro pari”. Non era questa la sua opinione? Qual era il fondamento di questa opinione di Paolo? Dopo aver saputo che il Signore Gesù era Cristo incarnato, continuò a sostenere questa opinione, come aveva fatto in precedenza. Era un problema serio, e in base a ciò venne deciso il suo esito. Dato che mantenne tale opinione per tutto il tempo, il cammino che percorreva sarebbe potuto cambiare? Il cammino che una persona percorre si basa sulle sue opinioni: qualunque siano le tue opinioni, quello è il cammino che percorri. E viceversa, qualunque sia il cammino che percorri, quelle sono le opinioni che sorgeranno in te, le opinioni che avrai, le opinioni che ti influenzeranno e ti dirigeranno. Non appena ti avvii sul cammino dell’ostilità verso Dio, queste opinioni prenderanno forma e si radicheranno dentro di te, e al quel punto una cosa è certa: sei destinato a opporti a Dio fino alla fine; sei destinato a restare sempre ancorato alle tue opinioni, alle tue conoscenze e ai tuoi atteggiamenti errati, protestando contro Dio fino alla fine. Non invertirai affatto la tua rotta, nemmeno se qualcuno dovesse dirti di farlo, o se lo Spirito Santo dovesse illuminarti, o se i fratelli e le sorelle dovessero esortarti, o se Dio ti illuminasse. Non ci sarà spazio per questo. Hai fatto la tua scelta. Ti verranno date una prima, una seconda e una terza possibilità: se, dopo tre possibilità di pentirti, non lo avrai fatto, non ne avrai più la possibilità, in futuro. In qualunque modo lavorerai e qualunque prezzo pagherai, a quel punto, Dio non si commuoverà: avrà già preso una decisione su di te. Cosa avrà deciso Dio per te? Che sarai obbligato a prestare servizio, che sarai usato; e dopo che sarai stato usato, ti metterà da qualche parte dove sarai castigato e punito, come Lui ha deciso. Come mai Dio ha deciso così? A causa di un tuo pensiero momentaneo? Sulla base delle tue idee fugaci? Perché ti sei avviato per un momento sul cammino sbagliato? No; Dio Si basa sulle opinioni che hai nel profondo del tuo cuore, sul tuo atteggiamento a lungo termine nei confronti della verità e sul cammino che decidi di percorrere. Hai deciso di agire in questo modo e, qualunque cosa dicano gli altri, non serve a niente; hai deciso di utilizzare questa teoria come fondamento del cammino che percorrerai in futuro. E dato che hai preso la tua decisione, Dio non deve forse determinare il tuo esito? Il tuo esito è stato determinato molto tempo fa; non c’è bisogno che Egli aspetti fino alla fine per farlo. Nel caso di alcune persone, Dio guarda sempre le loro manifestazioni: quando queste finalmente arrivano alla fine del percorso, i loro esiti sono determinati in ultima analisi sulla base delle loro varie manifestazioni. Alcune hanno compiuto più azioni buone che malvagie; hanno nutrito più atteggiamenti buoni e positivi verso Dio che negativi e volti a fare il male, e in base alla somma dei loro diversi comportamenti e manifestazioni, vengono determinati i loro esiti finali. Ci sono altri, tuttavia, i cui esiti sono determinati da Dio dopo uno sguardo al cammino che percorrono. Dio dà quindi alle persone delle possibilità, prima di determinarne gli esiti? Sì. Quante? Molto probabilmente non esiste un numero concreto. Dipende dalla natura essenza di una persona, e si basa anche sul suo perseguimento. Alcuni possono avere tre possibilità. Altri sono irredimibili, sono incredibilmente stolti e intransigenti e non accettano alcuna verità: i loro esiti vengono determinati prima che abbiano avuto tre possibilità. Tuttavia, per alcune persone, Dio predispone alcuni ambienti in base ai loro stati e, a seconda della loro età e delle cose che hanno attraversato, può dare loro cinque possibilità. Ciò si basa sulla loro natura, sulla loro essenza e sul loro atteggiamento nell’accettare la verità. Dio determina l’esito e la destinazione di una persona in base a queste cose.

Alle persone capitano cose di ogni genere, e spesso non sanno come affrontarle; andrebbe bene se non si sforzassero di comprendere la verità? È facile per le persone prendere il cammino sbagliato quando non comprendono la verità. Perché dico questo? Le persone vivono secondo l’indole corrotta di Satana e le cose che escono da dentro di loro sono cose che esse rivelano naturalmente, e nessuna di loro è in accordo con la verità o non tradisce Dio. Allora perché dovrebbero sempre ascoltare i sermoni? Ascoltare sempre i sermoni, meditando su di essi e prendendoli a cuore; pregare e ricercare sempre; presentarsi davanti a Dio con un cuore che Lo teme, con un cuore devoto, con un cuore che desidera la verità; aver stabilito ogni giorno degli orari per le devozioni spirituali, per la preghiera e per nutrirsi delle parole di Dio; condividere con gli altri e collaborare con loro in armonia per svolgere il lavoro; agire ogni giorno secondo questi principi e attenendosi a essi ogni giorno: Dio guarda se questi elementi dettagliati della pratica delle persone ottengono risultati. Qualcuno potrebbe chiedere: “Non sono solo processi?” Cos’è un processo? Queste non sono cose esteriori: puoi attenerti a queste cose solo se ci metti il cuore. Altrimenti, per quanti giorni riusciresti ad attenerti a esse? Non saresti in grado di farlo. Alcuni leader non si nutrono mai delle parole di Dio e non partecipano mai a devozioni spirituali. Cosa significa questo? Che non sono veri credenti. Se non lo sono, allora come hanno fatto a diventare leader? In alcuni posti, non c’è nessuno che sia adatto al lavoro, quindi la chiesa deve accontentarsi di usare questi individui. Essi pensano erroneamente: “Sono stato scelto come leader. Posso svolgere questo lavoro ugualmente, senza nutrirmi delle parole di Dio: a patto che le persone abbiano gambe e bocche, possono svolgere questo lavoro”. Questa è stoltezza. Dio non guarda se sei grado di fare il lavoro, guarda quello che hai fatto. Il lavoro che puoi fare tu, può farlo anche qualcun altro. Chiunque abbia un minimo di intelligenza normale può farlo. Non pensare che, poiché sei stato scelto come leader e puoi svolgere quel lavoro, il tuo successo sarà garantito, che sarai stato perfezionato e che pertanto avrai una possibilità di sopravvivere. Non è così che funziona. Dio non guarda mai a quanto fai; guarda a quello che hai fatto, al cammino che percorri. Non ingannare te stesso, riguardo a questo. Potresti pensare: “Ci sono tantissime persone che non sono state scelte, eppure io lo sono stato. Pare che io sia eccezionale, che abbia una levatura maggiore degli altri e che sia migliore di loro”. Cosa c’è di buono in te? Anche se sei bravo, hai forse il diritto di non mettere in pratica la verità e di agire in violazione di essa? Anche se sei bravo, hai forse il diritto di non impegnarti in devozioni spirituali o preghiere e di non cercare la verità quando agisci? Non hai il diritto di fare queste cose. Nessun prestigio, nessun titolo è il tuo capitale. Sono cose fugaci, esteriori. Dio guarda alla tua lealtà; guarda a come metti in pratica la verità, a come la persegui e all’atteggiamento che hai verso di essa; guarda alla tua sottomissione; guarda al tuo atteggiamento nei confronti del tuo dovere e della tua missione. Alcune persone possono adoperarsi molto nello svolgere il proprio dovere, ma non lo fanno in linea con le verità principi. Se dici loro che dovrebbero agire in accordo con le verità principi, si oppongono, si arrabbiano e non lo accettano. E così, vengono rivelate. Cosa è stato rivelato? Che non accettano la verità. Che genere di individui sono coloro che non accettano la verità? Miscredenti. Con cosa si tengono occupati, ciecamente, i miscredenti? Perché sono così energici nel loro darsi da fare? Hanno un obiettivo; vedono che: “C’è una possibilità per me di diventare un funzionario qui, e se lo faccio, posso trarre profitto dalla chiesa ed essere adorato da tutti. Questo posto è fantastico! È fin troppo facile trovare questa gallina dalle uova d’oro e ottenere fama e profitto; è semplicissimo acquisire prestigio: è davvero facile essere un funzionario, qui!” Non avrebbero mai pensato che sarebbero diventati dei “funzionari” in questa vita. Ma una volta persa la loro “funzione”, mostrano il loro vero volto. Non fanno più alcuno sforzo per la casa di Dio. Saranno ancora in grado di soffrire e pagare un prezzo? No. A quel punto, non vengono forse rivelati? Alcune persone danno il massimo una volta ottenuto il prestigio, si adoperano e sudano senza lamentarsi, indipendentemente da quanto soffrano, ma non appena ne restano prive, diventano negative, al punto che la loro negatività le travolge. A quel punto non vengono forse rivelate? È stato il prestigio a rivelarle. C’è forse bisogno di metterle alla prova? No. Va bene, concludiamo qui la condivisione di oggi.

1 ottobre 2019

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