Tema 8: Vogliono che gli altri si sottomettano solo a loro, non alla verità o a Dio (Parte seconda)

Supplemento: Breve disamina di tre aspetti dell’umanità normale

Questa volta, nella nostra condivisione non racconteremo storie. Inizieremo con un argomento su cui si discute spesso: cos’è l’umanità. Abbiamo parlato molto di questo argomento in passato e ne parliamo anche adesso. È un argomento menzionato spesso, un problema in cui ci si imbatte ogni giorno, nella propria vita quotidiana, un argomento che si può incontrare e sperimentare ogni giorno. L’argomento è cos’è l’umanità. L’umanità comprende diverse cose importanti. Quali sono le manifestazioni comuni dell’umanità nella vita quotidiana? (L’integrità e la dignità.) Cos’altro? La coscienza e la ragionevolezza, giusto? (Sì.) Di queste ne parlate frequentemente. Quali altre esistono, di cui non discutete spesso? Cioè, quali sono gli argomenti a cui praticamente non accennate nei vostri discorsi abituali sull’umanità? Coscienza e ragionevolezza, integrità e dignità: questi sono i soliti vecchi argomenti che si incontrano regolarmente. Quanto è grande la connessione tra la coscienza, la ragionevolezza, l’integrità e la dignità, di cui discutete spesso, e le vostre vite reali? In che modo quel materiale ha edificato e aiutato la vostra pratica e l’ingresso nelle vostre vite reali? Quanto è stato vantaggioso? Quali sono dunque gli altri elementi che sono strettamente legati alla vostra vita umana quotidiana? Ne dirò alcuni; vediamo se sono argomenti che incontrate regolarmente. Relativamente al nostro materiale che riguarda l’umanità, per prima cosa distingueremo se si tratta di umanità positiva o negativa e se si tratta di umanità normale o anormale. Oltre ai temi che abbiamo appena menzionato, c’è quello relativo all’atteggiamento nel trattare persone, eventi e cose nella vita quotidiana. Questo non è forse uno di essi? Non riguarda l’umanità? (Sì.) Ne esiste un altro, ovvero la gestione del proprio ambiente personale nella vita quotidiana, e un altro ancora, l’atteggiamento e il comportamento nei contatti con l’altro sesso. Questi tre elementi sono correlati all’umanità? (Sì.) Lo sono tutti. Per l’argomento che discuteremo ora, metteremo da parte i temi del perseguimento della verità da parte dell’uomo, di come accedere alla verità realtà nella propria fede in Dio e di come sostenere tutti i vari principi: parleremo solo dell’umanità. Quindi, torniamo a questi tre elementi: il loro legame con l’umanità è significativo? (Sì.) Quali sono tali elementi? Ripeteteli. (Il primo è l’atteggiamento nel trattare persone, eventi e cose nella vita quotidiana. Il secondo è la gestione del proprio ambiente personale nella vita quotidiana. Il terzo è l’atteggiamento e il comportamento nei contatti con l’altro sesso nella vita quotidiana.) E cosa riguardano questi tre elementi? (L’umanità.) Perché diciamo che questi tre elementi riguardano l’umanità, che sono correlati a essa? Perché dovremmo esporre proprio questi tre? Perché non parliamo della parte che riguarda la coscienza e la ragionevolezza? Perché accantoniamo gli aspetti di cui comunemente discutiamo, per parlare di questi tre elementi? Tali elementi sono più avanzati o più elementari rispetto alla coscienza, alla ragionevolezza, all’integrità e alla dignità che sono correlate all’umanità, di cui abbiamo discusso in precedenza? (Sono più elementari.) Discutere di queste cose equivale quindi a sminuirvi? (No.) Quindi, perché dovremmo discuterne? (Sono concreti.) Sono più concreti. È questa la vostra motivazione? Perché ne parleremo? Perché ho riscontrato dei problemi; relativamente alle condizioni attuali e ai vari comportamenti che si manifestano nella vita quotidiana delle persone, ho riscontrato alcuni problemi che sono strettamente legati alla loro vita reale, ed è necessario spiegarli, uno per uno, per la condivisione. Se nella propria fede in Dio le persone mettessero da parte la vita reale e i vari comportamenti dell’umanità normale e della vita quotidiana, e perseguissero semplicemente e con determinazione la verità (delle verità così elevate e profonde come quella di essere una persona amata da Dio) diteMi, ciò a quali problemi porterebbe? Qual è la condizione fondamentale per cui qualcuno può essere in grado di accedere alla verità realtà nel suo perseguimento della verità? (Deve farlo nella vita reale.) Cos’altro? (Ha bisogno di una umanità normale.) Esatto: deve possedere un’umanità normale, la quale, oltre che da coscienza, ragionevolezza, integrità e dignità, è composta dai tre elementi che abbiamo appena menzionato. Sarebbe un po’ vano se qualcuno parlasse di ricerca e perseguimento della verità, ma non riuscisse a vivere secondo gli standard o a raggiungere la normalità in questi tre elementi che riguardano l’umanità. Perseguire la verità, perseguire l’accesso alla verità realtà, perseguire la salvezza: ciò non è realizzabile da tutti, ma solo da una minoranza di persone che amano la verità e possiedono un’umanità normale. Se qualcuno non sa cosa una persona dotata di umanità normale dovrebbe possedere, cosa dovrebbe fare, o che tipo di atteggiamento e di punto di vista dovrebbe avere riguardo a determinate persone, eventi e cose, quell’individuo è capace di ottenere l’accesso alla verità realtà? Il suo perseguimento può produrre risultati? Purtroppo no.

A. L’atteggiamento nel trattare persone, eventi e cose

Inizieremo con una condivisione sul primo elemento che riguarda l’umanità: l’atteggiamento nel trattare persone, eventi e cose nella vita quotidiana. Tutti capiscono cosa significa “vita quotidiana”. Non c’è bisogno di spiegarlo. Quali sono, allora, le persone, gli eventi e le cose principali che si correlano all’umanità? Vale a dire, cosa c’è in essi che si eleva al livello dell’umanità normale, che è in relazione al suo ambito, che ne accenna? (Entrare in contatto con persone e cose.) Questo è una parte. Ci sono anche la conoscenza e le abilità professionali che uno dovrebbe apprendere, c’è la conoscenza generale per la vita di tutti i giorni. Questi sono tutti aspetti di ciò che una persona dotata di umanità normale dovrebbe comprendere e possedere. Alcuni, per esempio, imparano a fare i carpentieri o i muratori, mentre altri imparano a guidare o a riparare le automobili. Queste sono competenze, sono mestieri; conoscere un simile mestiere significa essere esperti nel relativo settore professionale. Quindi, in che misura e a quale livello si deve apprendere un’abilità per essere considerati degli esperti? Bisogna almeno essere in grado di realizzare un prodotto finito secondo uno standard accettabile. Ci sono alcune persone che fanno un lavoro piuttosto scadente. I lavori che svolgono non sono all’altezza, o sono addirittura sgradevoli. Qual è il problema qui? È un accenno all’atteggiamento nei confronti del proprio mestiere. Alcuni non hanno un atteggiamento coscienzioso. Pensano: “Se quello che faccio riesce a svolgere la sua funzione, è abbastanza buono. Basta farselo andare bene per qualche anno e poi aggiustarlo”. È questo il modo di vedere le cose che le persone dotate di umanità normale dovrebbero possedere? (No.) Alcuni hanno atteggiamenti menefreghisti e indifferenti. “Abbastanza buono” per loro è sufficiente. Questo è un atteggiamento irresponsabile. È qualcosa all’interno di un’indole corrotta a gestire le cose in maniera così frivola e irresponsabile: si tratta della meschinità a cui le persone fanno spesso riferimento. In tutto ciò che fanno, lo fanno fino al punto di dire “va bene così” e “ci va vicino”; è un atteggiamento fatto di “forse”, “circa” e “ottanta per cento”; fanno le cose in maniera superficiale, si accontentano di fare il minimo e sono soddisfatti di cavarsela alla meno peggio; non vedono il motivo di prendere le cose sul serio o di mirare alla precisione, vedono ancor meno senso nel ricercare le verità principi. Non è forse un aspetto dell’indole corrotta? È forse una manifestazione di normale umanità? No. È giusto invece definirla arroganza ed è anche del tutto opportuno chiamarla dissolutezza, ma per coglierne il significato preciso l’unica parola adatta è “meschinità”. Moltissime persone hanno dentro di loro questa meschinità, solo in misura diversa. In tutte le questioni, desiderano fare le cose in modo sciatto e superficiale; in tutto ciò che fanno vi è un sentore di inganno. Imbrogliano gli altri quando possono, prendono scorciatoie quando ne hanno l’occasione, risparmiano tempo quando possono. Pensano: “Finché evito di essere rivelato, non causo problemi e non sono chiamato a rispondere, posso cavarmela in qualche modo. Non vale la pena faticare per fare bene un lavoro”. Simili persone non imparano a fare bene niente e non si applicano, non soffrono né pagano un prezzo nello studio. Vogliono soltanto scalfire la superficie dell’argomento e poi si dichiarano esperti in materia, credendo di aver appreso tutto quel che c’è da sapere; poi cercano di cavarsela alla meno peggio. Non è forse un atteggiamento che molti hanno verso altre persone, eventi e cose? È forse un atteggiamento valido? No. In parole semplici, è un “cavarsela alla meno peggio”. Tale meschinità è presente in tutta l’umanità corrotta. Le persone che nella loro umanità sono meschine adottano l’idea e l’atteggiamento di “arrangiarsi” in qualsiasi cosa facciano. Persone siffatte sono forse in grado di svolgere adeguatamente il loro dovere? No. Sono in grado di fare le cose con principio? Ancora più improbabile.

Alcune persone non si impegnano in quello che fanno, ma sono negligenti, superficiali e irresponsabili. Ci sono alcuni, per esempio, che imparano a guidare, ma non chiedono mai ai guidatori esperti a cosa prestare attenzione durante la guida, o quale velocità potrebbe danneggiare il motore. Non fanno domande, guidano e basta; di conseguenza guastano l’auto. Poi le danno un calcio e dicono: “Quest’affare è fragile. Datemi una Mercedes o una BMW, questo vecchio catorcio non va bene, è antiquato!” Che atteggiamento è? Non trattano le cose materiali con amorevole cura e non pensano a mantenerle in buono stato, ma le distruggono e le rovinano di proposito. Alcune persone vivono in modo sciatto e trasandato. Fanno ogni cosa, tutto il giorno, in modo approssimativo e noncurante. Che genere di persone sono queste? (Persone disattente.) “Persone disattente” è un modo gentile di descriverle: dovreste chiamarle “persone negligenti”; anche “persone vili” va bene. È eccessivo? Come si può notare la differenza tra persone nobili e vili? Basta guardare il loro atteggiamento e le loro azioni verso i doveri, il modo in cui trattano le cose e come si comportano quando emergono dei problemi. Le persone dotate di integrità e dignità sono meticolose, coscienziose e diligenti nelle loro azioni, sono disposte a fare sacrifici. Le persone prive di integrità e di dignità sono disordinate e sciatte nelle loro azioni, cercano sempre qualche trucco, vogliono sempre limitarsi a cavarsela alla meno peggio. Non importa quale tecnica studino, essi non vi si applicano diligentemente, sono incapaci di apprenderla e, per quanto tempo passino a studiare, rimangono del tutto ignoranti. Sono persone di carattere infimo. La maggior parte delle persone svolge i propri doveri in modo superficiale. Quale indole è in gioco qui? (Meschinità.) In che modo le persone meschine trattano il proprio dovere? Di certo non con l’atteggiamento corretto, ma sicuramente con superficialità. Ciò significa che non possiedono un’umanità normale. Le persone veramente meschine sono come gli animali. È come avere un cane come animale domestico: se non lo tieni d’occhio, masticherà le cose e distruggerà tutti i mobili e gli elettrodomestici. Sarebbe una perdita. I cani sono animali; non pensano a trattare le cose con amorevole cura, non puoi discutere con loro: devi solo gestirli. Se non lo fai, ma lasci che un animale si scateni e disturbi la tua vita, ciò dimostra che manca qualcosa nella tua umanità. In quel caso, non sei molto diverso da un animale. Il tuo QI è troppo basso: sei un buono a nulla. Come fai a gestirli bene, allora? Devi pensare a un modo per tenerli frenati entro determinati parametri, o tenerli in gabbia, lasciandoli uscire due o tre volte al giorno, in modo che possano fare abbastanza attività. Ciò conterrà la loro masticazione smodata e fornirà loro anche dell’esercizio fisico che li manterrà in salute. In questo modo, il cane sarà ben gestito e anche il tuo ambiente sarà protetto. Se una persona non riesce a gestire le cose che incontra e non ha l’atteggiamento corretto, manca qualcosa nella sua umanità. Non riesce a soddisfare lo standard dell’umanità normale. Oppure, parlando in termini culinari: la gente comune usa solo un po’ di olio quando frigge, ma ci sono donne che ne usano una gran quantità. Anche se sei ricco, non puoi sprecare l’olio: devi usarne una quantità ragionevole. Ma queste donne non se ne preoccupano; se perdono la presa e versano troppo olio in una padella, tolgono semplicemente quello in eccesso e lo buttano via. È uno spreco, no? Come si chiama comunemente chi ha questo atteggiamento nei confronti delle cose materiali? “Scialacquatore” o, più volgarmente, “sprecone”. Da dove vengono le cose materiali? Sono date da Dio. Alcuni dicono di essersi guadagnati le cose che possiedono, ma quanto potresti guadagnare, se non fosse Dio a dartelo? Egli ti ha dato la vita. Se non ti avesse dato la vita, non avresti nulla e non saresti nulla, quindi potresti ancora possedere le tue cose materiali? Dio può averti dato più di ciò che possiede una famiglia media, ma se tu lo sprechi, il tuo atteggiamento e il tuo punto di vista sono quelli giusti? Come può essere definito ciò in termini di umanità? Una persona siffatta è di scarsa umanità. Scialacquare, sperperare le cose, non saperle trattare con amorevole cura: chi si comporta così non possiede un’umanità normale. Alcuni non pensano nemmeno a gestire con cura le cose della casa di Dio. Una cosa appartiene alla casa di Dio. Essi la vedono. Ma se stesse per piovere e se fosse un peccato se quella cosa si bagnasse, cosa penserebbero? “Non è un grosso problema se si bagna. Non è mica mia. La lascerò dov’è”. E poi se ne andrebbero. Come si chiama questo atteggiamento? Egoismo. Sono retti nel loro modo di pensare? Se non lo sono, come sono? (Disonesti.) Se una persona non è retta, non è forse disonesta? Le persone che non hanno un modo di pensare retto possiedono un’umanità normale? Certamente no. Per quanto riguarda il nostro primo tema, l’atteggiamento nel modo nel trattare persone, eventi e cose, di quante cose abbiamo parlato finora? C’è la meschinità. Cos’altro? (Essere vili e disonesti.) Che linguaggio colloquiale: usate parole come queste quando riflettete su voi stessi, imparate a conoscervi e vi analizzate nella vostra vita quotidiana? (No.) Nessuno lo fa. Allora, quali parole usate? Parlate in termini grandiosi: nessuno usa un tale linguaggio quotidiano.

Molte persone si sentono parecchio grandiose perché credono in Dio. In particolare, quelle dotate di una certa abilità e di una certa competenza professionale, o persino di titoli di studio avanzati, si sentono al di sopra della gente comune. Compiaciute di sé stesse, pensano: “Non voglio nessuna delle carriere solide che ci sono nel mondo, non sono venuto nella casa di Dio per un pasto gratis. Una persona esperta come me può dare un contributo alla casa di Dio. Mi spendo e soffro per Dio. Condivido anche vitto e alloggio con queste persone ordinarie, nella vita di comunità. Quanto sono grandioso in termini di qualità!” Pensano di avere un’integrità particolarmente onorevole, di essere più nobili di chiunque altro. Traggono una gioia costante da ciò. Il fatto è che ci sono tantissime cose che mancano alla loro umanità e loro non solo non lo sanno, ma sono al settimo cielo, e pensano di essere grandiose, pensano che il loro carattere sia più eccezionale di quello della gente comune. In realtà, in ciò non c’è nulla che possa essere all’altezza della definizione della parola “normale” che segue “umanità” nell’espressione “umanità normale”. Niente è all’altezza di quello standard; tutto ne è ben al di sotto. La loro coscienza? Non ce l’hanno. Il loro carattere? Non va bene. La loro integrità e le loro qualità? Niente di tutto ciò va bene. Poiché vivono tutti insieme, quando alcuni possiedono qualcosa di prezioso non si azzardano a lasciarlo in bella vista. Perché? Da un lato perché non si fidano degli altri, dall’altro perché dove ci sono molte persone, ci sono anche individui inaffidabili, e alcuni di loro potrebbero avere le mani lunghe: potrebbero persino rubare. Questi individui hanno un carattere pessimo. Alcuni cercano di scegliere i bocconi migliori quando mangiano, e ne mangiano a sazietà, a prescindere da quante persone dietro di loro non abbiano mangiato. Questo non è forse egoismo? Ci sono alcuni che mentre mangiano considerano gli altri e si prendono cura di loro. Cosa illustra questo? Dimostra che queste ultime sono persone ragionevoli che tengono gli altri in considerazione. Mangeranno un po’ meno, per lasciarne di più agli altri. Questo è ciò che significa essere di qualità. Nella casa di Dio, alcune persone sono dotate di umanità, mentre altre ne sono un po’ carenti. Non riescono nemmeno a raggiungere gli standard dell’umanità normale. Considerando i comportamenti che ho menzionato, ci sono molte persone dotate di umanità normale tra voi? O non ce ne sono tante? Quando mostrate tali comportamenti, siete generalmente in grado di capire che rappresentano dei problemi? Quando riveli un’indole corrotta, ne sei consapevole? Se ne sei consapevole, se te ne accorgi e sei disposto a fare un cambiamento, allora possiedi un po’ di umanità: semplicemente essa non ha raggiunto la normalità. Se non ne sei nemmeno consapevole, allora puoi essere considerato una persona dotata di umanità? No. Non è una questione di umanità buona o cattiva, normale o anormale: non possiedi alcuna umanità. Durante i pasti, per esempio, c’è chi vede arrivare un piatto di maiale brasato e comincia a prenderlo, accaparrandosi sia i pezzi grassi che quelli magri, e non si ferma finché non ha finito tutto. Avete mai visto degli animali litigare per il cibo? (Sì.) È la stessa scena, ma con gli animali; per gli umani, litigare è un aspetto dell’umanità normale? (Non si tratta di umanità normale.) Cosa farebbero le persone dotate di umanità normale? (Si accontenterebbero di ciò che hanno ottenuto e non sarebbero avide.) È un modo piuttosto obiettivo di porre la questione. Come si fa a non essere avidi, allora? Quali pensieri e quale considerazione verso questo problema costituiscono il modo di pensare che le persone dotate di normale umanità dovrebbero avere, tramite il quale potrebbero agire in modo accurato? Innanzitutto, il tuo pensiero deve essere corretto. Una donna, per esempio, penserebbe: “Oggi c’è un sacco di maiale brasato. Ne vorrei di più, ma mi sento un po’ in imbarazzo, visto che sono circondata dai miei fratelli. Cosa dovrei fare? Suppongo che aspetterò a mangiare finché loro non si sono serviti. Non vorrei che gli altri si chiedessero come una signora come me possa essere così golosa. Quanto sarebbe umiliante!” Pensare così sarebbe normale, per una donna, dato che generalmente loro sono un po’ permalose. La maggior parte degli uomini penserebbe: “Il maiale brasato è fantastico. Mi farò avanti e mi servirò”. Sarebbero i primi ad afferrarlo con le bacchette, incuranti di ciò che pensano gli altri. Ma alcuni uomini sono più ragionevoli di così. Dopo aver mangiato un boccone, ci pensano un po’ su: “C’è tanta gente dietro di me che non ha ancora mangiato. Devo fermarmi e lasciarne un po’ per gli altri”. Il fatto che possano pensare e agire in questo modo dimostra che sono persone provviste di ragionevolezza, intrinsecamente dotate di umanità. Alcuni partono per una tangente assurda: “Dio non vuole che le persone mangino carne di maiale brasata, quindi non ne mangerò nemmeno un boccone. Ciò significa che possiedo ancora più umanità, non è vero?” Questo è un modo di pensare assurdo. Cosa sto dimostrando con questo esempio? Che la gente dovrebbe adottare un atteggiamento corretto verso ogni tipo di persona, evento e cosa. A questo atteggiamento corretto si arriva attraverso un pensiero intrapreso nella prospettiva della ragionevolezza, della coscienza, dell’integrità e della dignità dell’umanità. Se pratichi con questo tipo di mentalità, sarai sostanzialmente in linea con l’umanità normale.

L’atteggiamento che si ha nei confronti delle persone, degli eventi e delle cose non è altro che il modo in cui l’entrare in contatto con le persone e le cose si manifesta nella propria vita quotidiana. Queste manifestazioni potrebbero non avere molto a che fare con il lavoro che devi svolgere, o potrebbero essere separate da esso, ma la fede in Dio non è vuota: i credenti in Dio non vivono nel vuoto, ma nella vita reale. Non devono essere staccati dalla vita reale. Che tipo di atteggiamento e di modo di pensare dovrebbero avere le persone, sia nei confronti delle competenze professionali, sia verso la saggezza comune o la conoscenza di qualcosa? È giusto avere sempre la mentalità del cavarsela alla meno peggio? Alcune persone sono sempre confuse riguardo a queste cose: tale approccio funzionerà? Non c’è un problema nel loro punto di vista? Il problema nel loro punto di vista è una parte della questione; oltre a ciò, c’è qualcosa che ha a che fare con il loro carattere. Il gran dragone rosso governa la Cina da migliaia di anni, sempre impegnato in campagne e lotte. Non sviluppa l’economia e non si preoccupa della vita della gente comune. Alla fine, le persone hanno sviluppato una sorta di meschinità che si trascina avanti come può. Sono superficiali in tutto ciò che fanno; tutte le loro opinioni sono improvvisate. Non mirano all’eccellenza in nessuno dei loro studi, né riescono a raggiungerla. Agiscono sempre in base a opinioni improvvisate: guardano ciò di cui il mercato ha bisogno, poi si affrettano a produrlo, senza fermarsi a riflettere finché non hanno fatto fortuna. Non si sviluppano ulteriormente da questa base, né si dedicano a ulteriori ricerche scientifiche, né si sforzano di raggiungere l’eccellenza, con il risultato finale che le industrie cinesi, sia leggere che pesanti, non hanno prodotti all’avanguardia in nessuna parte della scena mondiale. Eppure i cinesi si vantano: “Abbiamo 5.000 anni di eccellente cultura tradizionale, qui in Cina. Noi cinesi siamo gentili e laboriosi”. Perché, allora, la Cina continua a produrre imitazioni per derubare la gente? Perché non hanno quasi nulla che possa competere sul mercato globale? Cosa sta succedendo là? La Cina possiede prodotti all’avanguardia? I cinesi hanno effettivamente una cosa “all’avanguardia”, ovvero la loro abilità nell’imitazione e nella contraffazione, cioè nell’inganno. In ciò è presente la loro meschinità. Alcuni diranno: “Perché ci descrivi in questo modo? Ci sminuisce e ci umilia”. È così? Considerando alcune delle cose che i cinesi fanno, si può effettivamente dire che la descrizione calzi a pennello. Esistono forse dei cinesi, nel mercato o tra la gente comune, che fanno seriamente il proprio lavoro? Pochissimi, e quelli che ci provano perdono la voglia quando vedono quanto è avverso l’ambiente sociale e vedono che fare seriamente il proprio lavoro non porta a nulla di buono. Smettono di provarci e si arrendono.

Le cose che riguardano l’umanità (atteggiamenti, pensieri e opinioni che si rivelano nel trattare persone, eventi e cose) sono molto indicative. Di che cosa? Indicative di come si possa vedere il carattere di una persona, se sia una persona rispettabile e retta. Cosa significa essere rispettabili e retti? Essere tradizionali è rispettabile e retto? Essere civili ed educati è rispettabile e retto? (No.) Seguire le regole alla lettera è rispettabile e retto? (No.) Niente di tutto ciò lo è. Allora, cosa significa essere rispettabili e retti? Se una persona è rispettabile e retta, allora, qualunque cosa faccia, la fa con una certa mentalità: “Che mi piaccia o no fare questa cosa, che rientri nell’ambito dei miei interessi o sia qualcosa per la quale ho scarsa attrazione, mi è stata assegnata e la farò bene. Comincerò a studiare da zero e, tenendo i piedi per terra, la affronterò un passo per volta. Alla fine, qualunque risultato io ottenga in questo incarico, avrò fatto del mio meglio”. Come minimo devi possedere un atteggiamento e una mentalità realistici. Se, dal momento in cui assumi un incarico, lo esegui in modo confuso e non te ne curi minimamente, se non lo affronti con impegno, non sfrutti le risorse pertinenti, non compi una preparazione dettagliata né ricerchi o ti consulti con gli altri; e se, al di là di questo, non incrementi il tempo che dedichi a studiare questa cosa per migliorare continuamente, giungendo a padroneggiare questa competenza o professione, ma mantieni un atteggiamento sprezzante nei suoi confronti e nell’affrontarla cerchi semplicemente di venirne fuori in qualche modo, vi è un problema nella tua umanità. Non è forse un tentativo di cavarsela e basta? Alcuni dicono: “Non mi piace quando mi assegni questo dovere”. Se non ti piace, non accettarlo; ma, se lo accetti, dovresti affrontarlo con atteggiamento serio e responsabile. Questo è l’atteggiamento che devi avere. Non è forse l’atteggiamento che dovrebbero possedere le persone con un’umanità normale? Questo è ciò che significa essere rispettabili e retti. A questo riguardo, servono come minimo le qualità della normale umanità: l’attenzione, il rigore e la disponibilità a pagare un prezzo, nonché i suoi atteggiamenti di realismo, impegno e senso di responsabilità. Avere queste cose è sufficiente.

Ci sono tutti i tipi di persone nella chiesa. Quelle che amano la verità possiedono un’umanità migliore e, quando rivelano un’indole corrotta, vengono facilmente corrette. Quelle che non amano la verità hanno un’umanità molto peggiore. Se una persona non si applica ed è irresponsabile nei confronti dell’incarico di Dio, non è forse indegna di stima? Un’umanità così è inutile e priva di valore. È spregevole. Tu credi in Dio. Se affronti il tuo incarico con un atteggiamento superficiale e irresponsabile, che si tratti dell’incarico di Dio o della chiesa, il tuo atteggiamento è quello che una persona dotata di umanità normale dovrebbe avere? Qualcuno potrebbe dire: “Non prendo sul serio le cose che i fratelli e le sorelle mi danno da svolgere, ma garantisco che riuscirò a fare ciò che mi viene assegnato da Dio. Lo affronterò con cura”. È l’approccio giusto? (No.) In che modo non lo è? Se una persona è inaffidabile, manca di virtù e la sua umanità è priva di queste cose, verso chi potrà essere sincera? Verso nessuno. Anche nei suoi affari privati, imbroglia e agisce svogliatamente. Una persona del genere non è forse vile e senza valore? Se qualcuno riesce ad applicarsi, ad assumersi la responsabilità e a essere degno di stima nelle cose che le altre persone gli affidano, svolgerà forse in modo molto peggiore un incarico che ha accettato da Dio? Se queste persone, dotate di coscienza e ragionevolezza, comprendono la verità, allora non dovrebbero svolgere in modo peggiore un incarico che hanno accettato da Dio o il loro dovere. Avranno certamente risultati molto migliori di coloro che sono privi di coscienza e di virtù. Questa è la differenza nel loro carattere. Alcuni dicono: “Se mi chiedessi di prendermi cura di un cane o di un gatto, non prenderei la cosa seriamente, ma se mi venisse affidato un compito importante per la casa di Dio, lo svolgerei sicuramente bene”. Ciò è corretto? (No.) Perché no? Se una persona adotta il punto di vista corretto nelle questioni importanti come in quelle secondarie, qualunque sia il suo incarico, ed è retta nel cuore e nobile nel carattere, possiede integrità ed è affidabile e virtuosa nella sua condotta, allora è preziosa, ed è diversa. Tali individui affrontano qualsiasi questione con la loro moralità, con la loro affidabilità. Se una persona amorale e indegna di stima dicesse: “Se Dio mi incarica direttamente di qualcosa, sono sicuro che lo gestirò bene”, sarebbe la verità? Sarebbe un po’ esagerato e ingannevole. Come puoi essere degno di meritare la fiducia degli altri, se sei privo di coscienza o ragionevolezza? Le tue parole suonano vuote: sono un trucco. Nella casa di Dio una volta c’erano due cagnolini che facevano la guardia a un certo luogo. Qualcuno era stato incaricato di prendersi cura di loro, e questi badava a loro e se ne occupava come se fossero i suoi. Quella persona non amava molto i cani, ma li accudiva bene. Quando un cane si ammalava, lo curava, gli faceva il bagno e gli dava da mangiare con puntualità. Anche se non amava i cani, considerava il loro accudimento come un suo compito e una sua responsabilità. Non c’è qualcosa, in ciò, che dovrebbe far parte dell’umanità? Quella persona aveva umanità, quindi svolgeva bene quel compito. I due cani in seguito passarono alle cure di un altro e, nel giro di un mese, erano penosamente magri. Cos’era successo? Nessuno si accorgeva quando i cani si ammalavano, né se ne preoccupava, e il loro cattivo umore influenzava il loro appetito. Ecco come hanno fatto a diventare così magri; ecco come quell’individuo si prendeva cura di loro. C’è differenza tra le persone? (Sì.) In che cosa? (Nella loro umanità.) Quella che accudiva bene i cani comprendeva un gran numero di verità? Non necessariamente. E quella che li accudiva male non necessariamente credeva in Dio da meno tempo. Perché, allora, c’è una differenza così grande tra le due? Perché è il loro carattere che è diverso. Alcune persone sono affidabili. Quando danno a qualcuno la loro parola, alla fine sapranno rendere conto di sé stesse, non importa se la cosa che stanno facendo piace loro oppure no. Quando assumono un compito, sono sicure di portarlo a termine, un passo dopo l’altro. Sono all’altezza della stima che gli altri hanno per loro e vivono tenendo fede al proprio cuore. Possiedono una coscienza e con essa misurano tutte le cose. Alcune persone non hanno coscienza. Danno la loro parola e in seguito non fanno nulla per mantenerla. Non dicono: “Hanno creduto in me. Devo fare bene questa cosa, per mantenere la loro fiducia”. Non hanno un tale cuore e non è così che penserebbero. Questa non è forse una differenza di umanità? DiteMi, la persona che ha fatto un buon lavoro lo ha trovato faticoso? Non lo ha trovato eccessivamente faticoso o laborioso. Non si è scervellata cercando di capire come fare bene quella cosa, non ha pregato spesso riguardo a essa. Sapeva in cuor suo quale sarebbe stata la cosa giusta da fare, quindi si è fatta carico di quel fardello. Anche colui che non era disposto a sopportare il fardello ha accettato il dovere, e dopo averlo fatto lo ha trovato una seccatura. Si irritava quando i cani abbaiavano, li rimproverava: “Ma cosa abbai? Abbaia ancora una volta e ti ammazzo a furia di calci!” Qui non c’è forse una differenza di umanità? C’è, ed è una grossa differenza. Quando le incarichi di fare qualcosa, alcune persone lo trovano irritante, un fastidio, pensano che tu lasci loro poca libertà. “Un altro lavoro? Ho già molto da fare: non sto mica oziando, qui!” E così, trovano ogni sorta di scuse per sottrarsi all’incarico, per discolparsi per non aver adempiuto alle loro responsabilità. Non possiedono coscienza né ragionevolezza, non esaminano sé stessi, ma forniscono giustificazioni e scuse per discolparsi della loro scarsa umanità. Ecco come si comportano le persone di scarsa umanità. Persone siffatte possono dunque accedere alla verità realtà? (No.) Perché no? Non amano la verità, non amano le cose positive. Non è così? Non possiedono né un’umanità normale, né la realtà delle cose positive. Non hanno quell’essenza dentro di loro. Allora, qual è il rapporto tra la verità e l’umanità normale? Cosa deve esserci nell’umanità di qualcuno affinché egli possa accedere alla verità realtà e mettere in pratica la verità? Prima di tutto deve possedere coscienza e ragionevolezza. Qualunque cosa stia facendo, deve avere l’atteggiamento corretto, il pensiero corretto e il punto di vista corretto. Solo con questi si può avere un’umanità normale, e solo possedendo un’umanità normale si può accettare e mettere in pratica la verità.

B. La gestione del proprio ambiente personale

Passiamo al secondo tema: la gestione del proprio ambiente personale nella vita di tutti i giorni. Questo tema quale ambito dell’umanità normale riguarda? (Quello dell’ambiente in cui si vive.) E ciò in cosa consiste? Si compone principalmente di due grandi aree: l’ambiente in cui una persona vive limitatamente alla propria vita privata e agli ambienti pubblici con cui entra frequentemente in contatto. E in cosa consistono, nello specifico, queste due grandi aree? Nel proprio stile di vita e nella cura per la pulizia e per il proprio ambiente. Per entrare ancor più in dettaglio, in cosa consiste il proprio stile di vita? Nel lavoro e nel riposo, nel tipo di alimentazione e in cose come preservare la propria salute giorno per giorno e sapere come gestire le questioni primarie. Inizieremo con il primo punto: il lavoro e il riposo. Questi dovrebbero essere effettuati in modo regolare e programmato. Tranne che in circostanze particolari, come quando il proprio impiego richiede di lavorare tutta la notte o semplicemente fino a tardi, il lavoro e il riposo devono il più delle volte essere regolari e programmati. Questo è l’approccio giusto. Ci sono alcuni che preferiscono stare svegli la notte. La sera non dormono, ma si tengono occupati con ogni genere di cose. Non vanno a coricarsi finché gli altri non si alzano e iniziano a lavorare, la mattina presto, e quando la sera gli altri vanno a letto, è allora che si alzano e si mettono al lavoro. Non ci sono forse persone così? Sempre fuori sincrono rispetto agli altri, sempre speciali: questi individui non sono dotati di grande ragionevolezza. In circostanze normali, i ritmi di tutti dovrebbero essere sostanzialmente sincronizzati, eccezion fatta per i casi speciali. Qual è il prossimo aspetto? (L’alimentazione.) Le esigenze alimentari dell’umanità normale sono semplici da soddisfare, non è vero? (Sì.) Questo punto è facile. Tuttavia, la gente non ha forse opinioni fallaci sull’alimentazione? Alcuni dicono: “Noi crediamo in Dio e tutto è nelle Sue mani. Non esiste un modo di mangiare che possa danneggiare lo stomaco. Mangeremo ciò che vogliamo, a nostro piacimento, liberamente. Non è un problema, quando c’è Dio che ci protegge”. Non ci sono forse persone con una tale comprensione? Non c’è qualcosa di un po’ distorto, in questo? Una comprensione del genere è anormale; coloro che la possiedono non hanno un modo di pensare normale. Ci sono altri che confondono il normale buon senso nella vita con l’obbedire alla carne. Credono che focalizzarsi sul buon senso nella vita significhi obbedire alla carne. Non esistono forse persone che credono ciò? (Sì.) Alcuni, per esempio, hanno problemi di stomaco e non mangiano cibi piccanti e stimolanti. Alcuni dicono loro: “Questa è una tua preferenza alimentare; stai obbedendo alla carne. Devi ribellarti a essa. Andrai in luoghi dove il cibo è quello e dovrai mangiarlo. Come potrai fare altrimenti?” Non esistono forse persone con questo tipo di comprensione? (Sì.) Alcuni non possono mangiare una certa cosa, ma insistono a farlo, con loro disagio, per ribellarsi alla carne. Io dico: “Hai il permesso di non mangiarla, se non vuoi. Nessuno ti condannerà se non lo fai.” Loro dicono: “No, devo farlo!” In tal caso, il loro disagio è meritato. Se lo sono cercato. Stabiliscono essi stessi le loro regole, quindi sono loro che devono rispettarle. Sarebbe sbagliato non mangiare quella cosa, in tal caso? (No.) No. Altri, con particolari condizioni di salute, sono allergici ad alcuni alimenti. Devono evitare quelle cose e non mangiarle. Alcuni sono allergici al peperoncino e quindi non dovrebbero mangiarlo, ma insistono a farlo. Continuano a mangiarlo, credendo che questo significhi ribellarsi alla carne. Questa non è forse una comprensione distorta? Sì. Se non sei adatto a mangiare una cosa, non mangiarla. Perché stai combattendo contro il tuo corpo? Non è sconsiderato da parte tua? (Sì.) Non c’è bisogno di attenersi a quella regola, né di ribellarsi in quel modo contro la tua carne. Ognuno ha la propria condizione fisica: alcuni hanno problemi di stomaco, altri hanno il cuore debole; alcuni hanno problemi di vista; alcuni tendono a sudare; altri non sudano mai. La condizione di ognuno è diversa; tu devi regolarti in base alla tua. Questi casi possono essere rappresentati da una singola frase: impara un po’ di buon senso nella vita. Cosa significa qui “buon senso”? Significa che devi sapere cosa ti fa bene e cosa non ti fa bene mangiare. Se una cosa non ha un buon sapore ma ti fa bene alla salute, allora devi mangiarla, per il tuo bene; se una cosa è gustosa, ma quando la mangi stai male, allora non mangiarla. Questo è buon senso. Oltre a ciò, le persone devono anche conoscere alcuni modi sensati per mantenersi in salute. Nelle quattro stagioni dell’anno, lascia che siano il tempo, il clima e la stagione a dettare ciò che mangi: questo è un principio fondamentale. Non lottare contro il tuo corpo: questo è un pensiero e una comprensione che le persone dotate di umanità normale dovrebbero avere. Alcune persone soffrono di enterite e di diarrea quando mangiano cibi stimolanti. Quindi, non mangiateli. Tuttavia, alcuni dicono: “Non ho paura. Dio mi protegge”, di conseguenza soffrono di diarrea dopo i pasti. Dicono addirittura che è Dio che li sta mettendo alla prova e li sta raffinando. Questi individui non sono forse insensati? Se non sono insensati, sono degli inguaribili golosi che mangiano senza riguardo per le conseguenze. Sono preoccupanti. Non riescono a controllare la bocca, ma dicono: “Non ho paura. Dio mi protegge!” Com’è la loro comprensione del problema? È distorta; non comprendono la verità, eppure cercano ciecamente di applicarla. Hanno l’enterite, ma mangiano indiscriminatamente, e quando di conseguenza hanno la diarrea, dicono che è Dio che li sta mettendo alla prova e li sta raffinando: questo non è forse applicare regole alla cieca? Che una persona così insensata dica simili sciocchezze non è una bestemmia contro Dio? Lo Spirito Santo opererebbe in una persona così ridicola? (No.) Se non comprendi la verità, non devi applicare ciecamente regole alle cose. Dio sottoporrebbe indiscriminatamente qualcuno a delle prove? Certamente no. Non possiedi nemmeno i requisiti per questo; non hai statura, e quindi Dio non ti sottoporrà a delle prove. Un individuo che non sa quali cibi lo faranno stare male è un idiota con un intelletto malato. Le persone prive di ragionevolezza e di intelletto sono in grado di comprendere le intenzioni di Dio? Riescono a capire la verità? (No.) Dio sottoporrebbe dunque un individuo del genere a delle prove? No, non lo farebbe. Questo è ciò che significa essere privi di ragionevolezza e dire sciocchezze. Ci sono dei principi nel modo in cui Dio mette alla prova le persone; sono rivolti a chi ama la verità e la persegue, alle persone di cui Dio si servirebbe, a coloro che potrebbero renderGli testimonianza. Mette alla prova le persone di vera fede, che possano seguirLo e renderGli testimonianza. Nessuno di quelli che cercano solo conforto e divertimento senza perseguire affatto la verità, e certamente nessuno con una comprensione distorta delle cose possiede l’opera dello Spirito Santo. Con queste premesse, Dio sottoporrebbe tali individui a delle prove? È totalmente impossibile.

Alcune persone possono disporre di prodotti erboristici cinesi o di alimenti salutari, che consumano con leggerezza. Certe donne, quando non hanno niente da fare, si spalmano sul viso cose che proteggono la pelle, che la sbiancano e la rassodano. Trascorrono due ore al giorno ad applicare quei prodotti e tre ore a rimuoverli, rovinando alla fine la loro pelle in modo irriconoscibile. Dicono addirittura: “Nessuno può sfuggire alla legge naturale per cui la bellezza svanisce con l’età: guarda la mia pelle com’è invecchiata!” In realtà, non sembrerebbero così vecchie, se non avessero continuato a imbrattare i loro volti: è stato proprio spalmarvi sopra quegli stessi prodotti che li ha fatti invecchiare. Cosa ne pensate? (Se la sono cercata.) Così imparano! Esistono alcune conoscenze dettate dal buon senso per vivere in nell’umanità normale, e bisogna comprenderle: il sapere comune su come preservare la propria salute e prevenire le malattie, che i piedi freddi possono causare mal di schiena, per esempio, o come si dovrebbe trattare la presbiopia precoce, o quali sono i danni derivanti dallo stare seduti troppo a lungo al computer. Bisognerebbe capire un po’ come ci si prende cura della propria salute con buon senso. Alcuni possono dire: “Per credere in Dio, dovresti solo leggere le Sue parole. A che serve imparare tutte quelle cose sensate sulla salute? La durata della vita di un uomo è determinata da Dio; per quante conoscenze acquisiamo riguardo alla salute, non serviranno a nulla. Quando è giunto il tuo momento, nessuno ti può salvare”. A prima vista ciò sembra corretto, ma in realtà è un po’ assurdo. È una cosa che direbbero le persone prive di comprensione spirituale. Imparano a snocciolare parole e dottrine trite e ritrite, e sembrano persone spirituali, quando in realtà non possiedono semplicemente alcuna comprensione. Tentano di applicare le regole alla cieca quando capita loro qualcosa, parlando nel modo più gradevole possibile, senza mettere in pratica alcuna verità. Qualcuno può dire loro che il porridge di farina di mais è nutriente, per esempio, che fa bene alla salute. Ma loro non ne saranno convinti. Eppure, non appena sentono dire che il maiale brasato è salutare, la prossima volta che lo vedranno ne mangeranno a sazietà, dicendo persino mentre masticano: “Che ci posso fare? Ho bisogno di mangiarlo; è per la mia salute!” Non è una cosa ingannevole da dire? (Sì.) È un inganno. Possedere ciò che le persone dotate di umanità normale dovrebbero possedere, sapere ciò che dovrebbero sapere, conoscere quel che c’è da conoscere nella fase della vita che corrisponde alla tua età: ecco cosa vuol dire possedere un’umanità normale. Alcune persone sui vent’anni mangiano indiscriminatamente. Mangiano cubetti di ghiaccio in una giornata gelida. Gli anziani si spaventano nel vederli e li esortano a smettere, avvertendoli che avranno mal di stomaco. “Mal di stomaco? Starò benone” dicono, “Guardami: sono in ottime condizioni fisiche!” Alla loro età non sanno niente su queste cose. Aspetta che abbiano quarant’anni, poi fai mangiare loro un cubetto di ghiaccio. Lo faranno? (No.) E quando avranno sessant’anni, potranno scordarsi di mangiare il ghiaccio: avranno paura anche solo ad avvicinarvisi. Sarà troppo gelido perché il loro corpo possa sopportarlo. Questa si chiama esperienza, si chiama imparare le lezioni della vita. Se qualcuno a sessant’anni ancora non sa che il suo stomaco non può sopportare troppi cubetti di ghiaccio, che il suo corpo non può tollerarli, che lo faranno ammalare, come si chiama? È carente di umanità normale? Manca di esperienza vissuta. Se una persona di oltre sessant’anni ancora non sa che il freddo è dannoso per la schiena, che i piedi freddi fanno venire mal di schiena, allora come avrà vissuto quei sessant’anni e più? Deve essersela semplicemente cavata alla meno peggio. Alcuni comprendono molte cose sensate riguardo alla vita quando arrivano sulla quarantina: per esempio possiedono conoscenze sulla salute dettate dal buon senso, hanno alcune opinioni corrette riguardo alle cose materiali, al denaro, al lavoro, ai loro parenti, alle vicende del mondo, alla vita e così via. Hanno una comprensione chiara di queste cose e, anche se non credono in Dio, le capiscono comunque un po’ meglio di chi è più giovane di loro. Queste persone possiedono il senso di ciò che è giusto e di ciò che è sbagliato, il loro modo di pensare è normale. Negli ulteriori vent’anni che hanno vissuto, hanno capito molte cose, alcune delle quali si avvicinano alla verità. Ciò dimostra che sono persone dotate di abilità di comprensione e di una buona levatura. E se sono individui che perseguono la verità, il loro ingresso nella verità realtà avverrà molto più velocemente, perché avranno fatto molta esperienza in quei vent’anni, acquisendo alcune cose positive. Le loro esperienze saranno coerenti con la verità realtà di cui Dio parla. Tuttavia, se l’umanità di quelle persone è molto carente, se non possiedono opinioni corrette né il pensiero dell’umanità normale, né tanto meno l’intelligenza dell’umanità normale riguardo alla vita, alle persone, agli eventi e alle cose che accadono in quei vent’anni, allora quegli anni li avranno vissuti invano. In diversi luoghi in cui sono stato, ho scoperto che alcune delle sorelle più anziane non sanno cucinare. Non riescono nemmeno a pianificare un pasto equilibrato. Fanno la zuppa con quello che dovrebbe essere fritto e friggono quello che dovrebbe andare nella zuppa. I prodotti cambiano con le stagioni, ma sulla loro tavola ci sono sempre gli stessi pochi piatti. Cosa succede lì? Questa è una vera e propria mancanza di intelligenza, no? Queste donne non possiedono la levatura dell’umanità normale. Non riescono nemmeno a cucinare i vari alimenti che hanno tra le mani nella vita quotidiana, come cavoli e patate. Non sono all’altezza dei compiti più semplici e non riescono a portarli a termine. Come sono riuscite a cavarsela negli ultimi cinquant’anni? È mai possibile che i loro cuori non abbiano avanzato alcuna richiesta nelle loro vite? Se uno non riesce a trarre esperienza da nessuna delle cose che fa, allora quale dovere potrebbe svolgere bene? Il fatto è che le persone possono imparare a fare le cose, se solo si applicano e si allenano per un po’. Se un individuo non riesce ancora a fare nulla dopo diversi anni di studio, il suo intelletto e la sua levatura devono essere terribili!

Adesso parliamo un po’ della gestione dell’igiene. Di recente sono stato in due luoghi in cui le case e l’ambiente circostante erano un disastro totale. In origine, tutto lì era abbastanza ordinato; come hanno fatto quei luoghi a diventare tali “porcili”? Il motivo è che le persone lì non sanno come tenere le cose sotto controllo. Non possiedono la consapevolezza dell’umanità normale né le sue esigenze igieniche. Non si tratta semplicemente di pigrizia; oltre a ciò, si sono abituate a vivere in tali condizioni. Spargono rifiuti per terra e appoggiano oggetti ovunque, senza regole né limiti. Una volta ripulito un posto, riescono a mantenerlo lindo solo per un giorno o due; dopo pochi giorni, è così disordinato e sporco da costituire uno spettacolo inguardabile. DiteMi, come si chiama un ambiente del genere? E le persone che riescono a mangiare di buon appetito e ad addormentarsi in tali condizioni: che persone sono? Sono come maiali, non è vero? Non hanno consapevolezza e non capiscono nulla dell’igiene, del loro ambiente, della struttura, della gestione. Non importa quanto tutto diventi sporco o disordinato, loro non se ne accorgono. Ciò non li infastidisce; sono tranquilli e spensierati al riguardo. Continuano a vivere come prima, in modo approssimativo e senza esigenze. In alcuni luoghi, ci si prende molta cura dell’igiene e dell’ambiente, verrebbe da pensare che le persone lì abbiano a cuore la pulizia e sappiano come gestire l’ambiente circostante, ma finché non viene svolta un’ispezione a sorpresa, nessuno sa che era stato mandato qualcuno a ripulire il luogo prima delle ispezioni. Se le avvisi in anticipo del tuo arrivo, il luogo sarà sicuramente pulito; se ci vai senza avvertire, troverai un ambiente diverso, sicuramente sporco e disordinato. Nelle stanze di alcune ragazze ci sono vestiti e scarpe sparsi ovunque; all’esterno, attrezzi da lavoro quali zappe e picconi sono ammucchiati insieme ai vestiti. Alcuni potrebbero dire di essere stati così occupati da non aver avuto il tempo di pulire. Sono stati davvero così occupati? Non hanno avuto nemmeno il tempo di respirare? Se è così, allora sono davvero occupati, va bene; ma comunque, come sono potuti arrivare a tanto? Cosa c’è di così difficile nel gestire il proprio spazio? Cosa c’è di così faticoso nel tenere un ambiente pulito e ordinato? Ha qualcosa a che fare con l’umanità? Perché alla gente dovrebbe piacerebbe così tanto vivere in un “porcile”? Perché dovrebbero sentirsi tanto a loro agio in un ambiente del genere? Come potevano essere totalmente inconsapevoli di un simile ambiente? Cosa succede là? Qual è la causa della cattiva gestione dell’ambiente? Se di tanto in tanto vado in un certo luogo e avverto gli abitanti in anticipo, lo renderanno pulito e splendente, ma se ci vado spesso smetteranno di pulire. Dicono: “Sei qui spesso, quindi evitiamo le formalità. Noi siamo fatti così. È estenuante dover pulire tutto il tempo! Chi ne ha l’energia? Siamo così impegnati con il lavoro tutto il giorno che non abbiamo nemmeno il tempo di sistemarci i capelli!” Forniscono giustificazioni come questa. E quali altre ne danno? “Tutto ciò è temporaneo. Non abbiamo bisogno che sia in perfetto ordine. Andrà bene così com’è.” In effetti, tutto è temporaneo, ma anche se tu vivessi in una tenda, dovresti comunque prendertene cura, non è così? Questa è umanità normale. Se non hai nemmeno un tale briciolo di umanità normale, quanto sei diverso dalle bestie?

C’è una chiesa nella casa di Dio che sorge in una posizione molto bella, vicino alle montagne e all’acqua. La strada è ben tenuta e il fiume vicino è costeggiato da alberi. C’è anche un gazebo, affiancato da rocce ornamentali. È un posto molto grazioso, davvero. Un giorno, su quella strada pulita vidi da lontano una piccola cosa giallastra. Avvicinandomi, notai che era una buccia d’arancia. Chissà chi aveva gettato lì con nonchalance la propria spazzatura. Nel gazebo, anch’esso pulito, qualcuno aveva mangiato semi di girasole e ne aveva gettato i gusci su tutto il pavimento. DiteMi, quella era una persona che conosceva le regole? Nell’umanità normale, ci sono standard da rispettare per la propria igiene e il proprio ambiente, oppure no? Qualcuno potrebbe dire: “In che senso non ho degli standard? Mi lavo i piedi ogni sera. Alcune persone non lo fanno. Alcune non si lavano nemmeno la faccia quando si alzano la mattina”. I tuoi piedi saranno anche puliti, va bene, ma perché il tuo ambiente di lavoro sembra un porcile? A cosa equivale la tua pulizia? Al massimo, dimostra che sei estremamente egoista. Ti piacerebbe gestire tutto quanto, ma come potresti essere il padrone di tutte le cose, se non riesci nemmeno a gestire un complesso? È davvero vergognoso! Non è solo l’ambiente, che le persone non riescono a gestire: non riescono nemmeno a curare la propria igiene e gettano i rifiuti per terra. Come sviluppano questa abitudine? Potrebbero giustificare il fatto di gettare a terra le bucce della frutta dicendo che stanno facendo compostaggio. Allora perché non le mettono in una compostiera o in un cestino dei rifiuti? Perché le buttano per strada o nel gazebo? Un gazebo è un luogo dove conservare il compost? Non si tratta forse di mancanza di rispetto per le regole? (Sì.) È un’estrema carenza di umanità, di ragionevolezza e di moralità: queste sono persone vili! DiteMi, c’è un modo per risolvere questo problema? Come può essere fermato? La supervisione lo risolverà? Chi potrebbe tenere d’occhio le cose in tal modo? Cosa bisogna fare? (Multarli.) Sì, questa è l’ultima risorsa. È necessario mettere in atto un sistema adeguato. Niente più impunità. Queste persone sono talmente meschine: sono incorreggibili! In alcuni posti ci sono assi di legno e scatole di cartone marce, pezzi di carta sparsi ovunque; la gente del posto dice di tenerli per usarli in seguito. Dal momento che sono cose utili, perché non suddividerle per tipo, in pile ordinate? Non sarebbe più gradevole da vedere e meno ingombrante? La maggior parte delle persone non sa niente di gestione. Le cose sono accatastate e sparpagliate senza criterio, così che non c’è spazio libero. Man mano che crescono, i mucchi diventano sempre più disordinati; con il disordine arriva anche lo sporco, finché il luogo non diventa una discarica che provoca disgusto in tutti coloro che la vedono. Le persone che vivono in tali ambienti possiedono un’umanità normale? Sono persone di levatura, se non riescono nemmeno a tenere sotto controllo l’ambiente in cui vivono? Che differenza c’è tra questi individui e le bestie? Da una parte, il motivo per cui la maggior parte delle persone non sa come gestire gli spazi in cui vive è che nessuno ha consapevolezza dell’igiene, né sa come gestire il proprio ambiente. Non tengono conto di queste cose, non sono consapevoli di come dovrebbe essere l’ambiente in cui le persone vivono. Sono come animali, inconsapevoli del tipo di ambiente in cui dovrebbero vivere. L’altro motivo ha a che vedere col fatto che i responsabili non sanno come gestire queste cose. I responsabili non sanno come gestire queste cose e coloro che vengono gestiti non sono proattivi né consapevoli riguardo a esse. Alla fine, con la “collaborazione” di tutti, il posto si trasforma in un “porcile”. Quando queste persone si trovano in un luogo da un certo tempo, Io ne vengo via con una certa sensazione: “Perché questo posto non è mai pulito? Perché non sembra mai una casa?” DiteMi, vedere un luogo del genere potrebbe sollevare l’umore di una persona? (No.) Andarci vi metterebbe di buon umore? (Non avremmo una sensazione molto piacevole al riguardo.) Questa è la vera impressione che vi resterebbe: una sensazione non molto piacevole. Ho fatto dei progetti per alcuni di quei luoghi, e quando il lavoro è stato terminato e le cose sono state riordinate, tutti hanno apprezzato il risultato. Eppure, pochi giorni dopo, tutto era di nuovo nel caos. Dovevo trovare qualcuno adatto a gestire l’incarico, se si voleva mantenere l’igiene. Questo perché la maggior parte delle persone è davvero sporca, crea disordine in qualunque lavoro stia svolgendo. Alcuni raccolgono le verdure e non sanno qual è il posto giusto dove lavarle. Insistono nel cercare un posto pulito per farlo, il che di conseguenza lo rende nuovamente sporco. Come ti sentiresti nel vedere ciò? Queste persone non sono forse un branco di bestie? Non possiedono alcuna umanità! Guardare questi individui, che non si preoccupano affatto dell’igiene e non sanno come gestire il loro ambiente, ti farebbe arrabbiare! È stato dato loro un ambiente piacevole in cui vivere, dove tutto è ben sistemato. In primavera spuntano fiori ed erbe di ogni genere; ci sono montagne, acqua, un gazebo; hanno posti in cui lavorare, posti in cui vivere e tutti i tipi di servizi. È molto grazioso! Ma poi come è andata a finire? L’hanno dato per scontato; non hanno apprezzato la gentilezza. Hanno pensato: “Questo è un posto più grazioso degli altri, ma è più o meno campagna. Il terreno non è altro che erba e fango”. Con questa mentalità, hanno distrutto il luogo senza rendersene conto. Non pensavano a prendersi cura del loro ambiente. Quante cose mancano a una tale umanità! Essa non possiede le cose che l’umanità dovrebbe avere; quelle persone non riescono nemmeno a tenere sotto controllo i vari aspetti dell’ambiente in cui vivono nei modi più elementari. DiteMi, come possono non pensare di fare tesoro di un ambiente così bello come quello in cui vivono? Come possono non pensare di prendersene cura? Perché? Sono così occupati con i loro doveri che non ne hanno il tempo? O cos’altro sta succedendo loro? Esiste forse qualcuno che non è impegnato con i propri doveri? Alcuni vivono in ambienti peggiori dei vostri, eppure si prendono molta cura del loro spazio. La gente li vede e mostra loro il pollice in su, con ammirazione e stima nei loro confronti. E poi, c’è l’ambiente in cui vivete voi: gli altri non hanno nemmeno bisogno di entrarci; ti disprezzerebbero anche solo con uno sguardo all’aspetto esteriore. Non è forse colpa tua? Sono state le tue azioni e i tuoi comportamenti a creare questo ambiente in cui vivi, squallido in modo deplorevole. Quando le persone vedono l’ambiente in cui vivi, per loro è come vedere la tua essenza. Puoi biasimarli, dunque, perché ti disprezzano? Non sono le valutazioni degli altri a decidere se una persona sia elevata o infima, nobile o vile, ma il modo in cui essa stessa vive. Se possiedi le cose dell’umanità normale, sei in grado di vivere la vera sembianza umana. Sarai in grado di dimostrare le tue nobili qualità, e gli altri ti apprezzeranno e ti stimeranno spontaneamente. Se non possiedi queste cose, non comprendi le norme igieniche dettate dal buon senso e non sai come prenderti cura del tuo ambiente, ma vivi tutti i giorni in un “porcile” e ti senti piuttosto soddisfatto al riguardo, ciò rivela la tua qualità bestiale. Significa che sei vile e infimo. Una persona così vile e infima, con un’umanità così vile e infima, senza un’ombra del modo di pensare, delle opinioni, delle esigenze e del perseguimento che l’umanità normale dovrebbe avere: una persona che non possiede nessuna di queste cose è in grado di comprendere la verità? È in grado di accedere alla verità realtà? (No.) Pensate anche voi che non possa farlo? Perché no? Alcuni diranno: “Ci siamo liberati da tempo di tutte quelle cose mondane nei nostri anni di fede in Dio. Tali cose non ci interessano! ‘Vivere una vita di qualità’ è una cosa mondana!” Non c’è forse chi dice questo? L’aria che respiri è dunque una cosa mondana? I vestiti che indossi, tutte le cose materiali che usi, sono cose mondane? Perché non trovi un qualche luogo all’aperto per le riunioni? Perché riunirsi in una stanza? Le persone che parlano così non sono forse insensate? Ti dirò un fatto: se una persona del genere vuole accedere alla verità realtà, sarà difficile per lei. Se qualcuno desidera accedere alla verità realtà, deve prima di tutto possedere un’umanità normale; oltre a ciò, deve liberarsi delle cattive abitudini nella propria vita, per perseguire un certo stile e uno certo scopo nella vita che siano caratterizzati da qualità, buone maniere e moralità. È un modo appropriato di porre la questione? Ebbene, è facile risolvere questi problemi? Quanto tempo ci vuole per cambiare il proprio stile di vita e abbandonare una cattiva abitudine? Quale metodo deve essere utilizzato per riuscirci il più velocemente possibile? Quali metodi esistono, oltre alla punizione? (La supervisione reciproca.) La supervisione reciproca è uno dei metodi; dipende se le persone la accettano. A mio avviso, imporre sanzioni è una mossa potente e davvero efficace. Non appena parli di sanzioni in denaro, vai a toccare gli interessi delle persone. Non hanno altra scelta che obbedire, per paura che i loro interessi possano risentirne. Questo è ciò che si ottiene imponendo sanzioni. Ma perché non si ottiene nulla condividendo sulla verità con tali individui? Perché essi non possiedono un’umanità normale o le condizioni necessarie per accettare la verità. Ecco perché condividere con loro sulla verità è un metodo inefficace. In qualsiasi ambiente lavorativo, impara prima a suddividere le cose per tipo, in secondo luogo a mantenere l’ordine, in terzo luogo a mantenere l’igiene e la pulizia; poi, soprattutto, a coltivare l’abitudine di ripulire la spazzatura. Questo è ciò che l’umanità normale dovrebbe possedere.

Ci sono donne che si pettinano ed escono, senza prima raccogliere le ciocche cadute. Lo fanno ogni giorno. È possibile modificare una simile abitudine? Quando hai finito di pettinarti, devi pulire e mettere in ordine immediatamente. Gestisci bene il tuo ambiente, non lasciare che siano gli altri a ripulirlo. Se desideri gestire bene il tuo ambiente, devi iniziare da te stesso. Pulisci prima il tuo spazio. A parte questo, le persone devono essere dotate di senso civico nei confronti degli ambienti pubblici in cui vivono. La responsabilità di gestire gli spazi in cui la gente vive e riposa, per esempio, dovrebbe ricadere su tutti. Se vedi dei brandelli di buccia d’arancia per terra, raccoglili e gettali nella spazzatura. In alcuni cantieri, una volta terminato il lavoro, sono presenti schegge e trucioli di legno, sbarre di ferro e chiodi ovunque. Se vai lì, potresti facilmente calpestare un chiodo, se non stai attento. È estremamente pericoloso. Perché non dovresti pulire e rendere le cose igieniche una volta finito il tuo lavoro? Che brutta abitudine è questa? Facendo così sei in grado di spiegarti? Cosa penserebbe la gente vedendo un posto di lavoro così disordinato e sporco? Questo non è forse il modo in cui le bestie svolgono il loro lavoro? Le persone dotate di umanità devono ripulire bene le cose quando hanno finito un lavoro. È così che gli altri sanno a prima vista che il lavoro è stato svolto da esseri umani. Le bestie non ripuliscono dopo aver svolto un lavoro, come se la pulizia non spettasse a loro e non li riguardasse affatto. Che genere di logica è questa? Ho visto diverse persone che non puliscono dopo aver svolto un lavoro. Hanno tutti questa cattiva abitudine. Ho detto loro che ogni giorno, una volta finito il lavoro, devono organizzarsi in modo che qualcuno ripulisca tutta la spazzatura. Pulisci ogni giorno. In questo modo, l’area sarà pulita. Devono coltivare un’abitudine del genere. Per coltivare un’abitudine di vita, bisogna iniziare prendendosi cura di un ambiente, poi aspettare di prendere l’abitudine. Poi, un giorno, quando quell’ambiente cambierà, loro stessi si sentiranno a disagio nel vedere che c’è qualcosa di sporco. È proprio ciò che capita ad alcune persone che hanno vissuto all’estero per quattro o cinque anni e pensano che lì tutto sia migliore. Arriva il giorno in cui tornano nella loro città natale e sentono di essere improvvisamente diventati raffinati. Guardano con disprezzo chi non si preoccupa dell’igiene, chi ha la casa sporca. Non riescono nemmeno a sopportare di stare qualche giorno senza fare la doccia. Non è stato il loro ambiente a dettare questo cambiamento? È così che funziona. Quindi, devi iniziare gestendo l’igiene della tua persona e del tuo ambiente. Questo è il modo per sentirti a tuo agio nello svolgere il tuo dovere; è anche ciò che le persone dotate di umanità normale dovrebbero possedere. In diversi luoghi in cui sono stato, ho visto le stanze delle ragazze nel disordine più totale, nel caos. Alcuni potrebbero dire: “Vuoi che siamo ordinati; dovremmo comportarci come in un campo di addestramento?” Non c’è bisogno di arrivare a tanto. Rifai il letto e pulisci la tua stanza ogni giorno. Tieni pulito. Rendila un’abitudine: fai queste cose ogni giorno e diventeranno un’abitudine, una norma; diventeranno automatiche come mangiare. Coltivare questo tipo di abitudine porterà le tue esigenze riguardo all’ambiente circostante a un livello superiore. E quando avrai raggiunto quel livello, il tuo temperamento generale, il tuo atteggiamento mentale, i tuoi gusti, la tua umanità e la tua dignità saranno tutti migliorati. Ma se vivi in un “porcile”, in un posto che non è adatto agli umani, ma è più simile alla tana di una bestia, non possiedi sembianze umane. Quando entrano in una stanza, per esempio, alcune persone, vedendo che l’ambiente e il pavimento sono puliti, si fermano fuori un momento a ripulire le scarpe dalla sporcizia. Ma continuano a sentirsi sporche, quindi si tolgono anche le scarpe prima di entrare nella stanza. Quando il proprietario del luogo vede quanto sono pulite e rispettose nei suoi confronti, le rispetterà a sua volta. Altri entrano direttamente con le scarpe incrostate di fango e non si curano affatto di sporcare il pavimento. Sono completamente insensibili al riguardo. Il proprietario della stanza vede che sono intrinsecamente incuranti delle regole, ha una cattiva opinione di loro e per questo li disprezza; in futuro non li lascerà entrare nella stanza. Li farà aspettare fuori, ed ecco cosa ciò sottintenderà: “Voi non meritate di entrare: rovinereste il posto e mi ci vorrebbe un sacco di tempo per ripulirlo!” Non avrà rispetto per loro. Quando vedrà che non possiedono sembianze umane, non li rispetterà nemmeno. Se la vita di un individuo arriva a questo punto, siamo sicuri che sia ancora umano? Un animale domestico è migliore di lui. Quindi, le persone devono vivere sembianze umane per essere chiamate umane, e devono possedere un’umanità normale per vivere sembianze umane. Ovunque uno viva, qualunque sia il dovere che svolge, deve rispettare le regole. Deve prendersi cura del proprio spazio e della propria igiene, possedere senso di responsabilità e avere buone abitudini di vita. Deve essere attento e serio in tutto ciò che fa, e continuare così finché non ha fatto quella cosa bene e secondo gli standard. In questo modo, da come svolgi il tuo dovere, dai tuoi rapporti con gli altri e dalle tue azioni, gli altri capiranno che sei retto e rispettabile, che sei una brava persona. Proveranno ammirazione per te e giungeranno naturalmente a rispettarti. Inoltre, ti stimeranno e ti apprezzeranno, e quindi non si prenderanno gioco di te, né ti maltratteranno. Ti parleranno in modo serio, senza alcuna presa in giro o disdegno. Non so come le persone percepiscano il Mio aspetto, ma ho una sensazione: quando incontro una persona comune, non scherza né parla in modo frivolo. Non so perché. Può darsi che le persone abbiano questa sensazione: “Sei una persona davvero seria, e sei serio anche nei Tuoi discorsi e nelle Tue azioni. Sei una persona retta; non mi azzarderei a fare una battuta quando interagisco con Te. È chiaro a prima vista che Tu non sei quel tipo di persona”. Se quando vai in un luogo e parli, chiacchieri o interagisci con le persone, loro percepiscono che c’è qualcosa nella tua umanità e nella tua moralità (potrebbero non essere in grado di dire chiaramente di cosa si tratta) ma tu sai a cosa pensi ogni giorno, e avrai sempre principi e standard riguardo a come vedi le cose ed entri in contatto con le persone: se è così che entri in contatto e interagisci con gli altri, allora diranno che sei molto prudente, molto serio e prudente in tutto ciò che fai, il che significa che hai dei saldi principi. Quale sentimento susciterà tutto ciò in loro, alla fine? Rifletteteci con calma. Se nella tua condotta sei dotato delle cose che le persone con un’umanità normale dovrebbero avere, non importa come gli altri potrebbero valutarti alle tue spalle. Se sentono, nel profondo del loro cuore, che sei una persona retta, prudente, con un atteggiamento serio e responsabile verso tutte le cose di nobile virtù, allora dopo essere entrati in contatto e aver interagito con te per un certo tempo arriveranno ad approvarti e a stimarti. E allora, varrai qualcosa come persona. Se, dopo essere stati a contatto con te per un po’, vedono che non fai nulla bene, che sei pigro e ingordo, che non sei disposto a imparare nulla, che i tuoi standard superano le tue capacità, che sei molto avaro ed egoista, e in più, che non ti preoccupi dell’igiene e non pensi a prenderti cura del tuo ambiente; se vedono che non sai come muoverti in tutto ciò che fai, che sei di levatura piuttosto scarsa e che sei indegno di credito, incapace di svolgere bene qualsiasi compito ti sia stato assegnato, allora gli altri non ti terranno in alcun conto, e sarai invalidato come persona. Non avere alcuna considerazione da parte degli altri non è un grosso problema, tutto sommato: ciò che conta è che, se tu sei altrettanto vile, infimo e senza valore nel cuore di Dio, come una bestia, senza cuore né anima, allora sei nei guai. Sei ancora così lontano dall’essere salvato! Per tutte le persone il cui carattere non è all’altezza, le cui parole e azioni sono del tutto sregolate, che sono come bestie, c’è speranza di essere salvate? Sono in pericolo, per come la vedo Io. Prima o poi dovranno essere eliminate.

C. L’atteggiamento e il comportamento nei contatti con l’altro sesso

Il nostro terzo tema è l’atteggiamento e il comportamento nei contatti con l’altro sesso nella vita quotidiana. Questo è un problema che tutti coloro che vivono in mezzo ad altre persone si troveranno ad affrontare, indipendentemente dall’età. Quale aspetto dell’umanità coinvolge? Coinvolge la dignità, il senso del pudore e lo stile di comportamento. Alcuni considerano i contatti con l’altro sesso in modo molto disinvolto. Ritengono che non sia poi una questione tanto importante, fintanto che non succede nulla, e che questo valga anche per l’abbandonarsi a pensieri lascivi o per il rivelare qualche passione scandalosa. Una persona di umanità normale dovrebbe forse nutrire simili pensieri? È questo un segno di umanità normale? Quando hai l’età per sposarti ed entrare in contatto con l’altro sesso, se vuoi instaurare una relazione, puoi farlo normalmente e nessuno si interporrà. Ma alcuni non vogliono instaurare relazioni: amoreggiano per qualche giorno con una persona che attira la loro attenzione; non appena conoscono qualcuno che colpisce la loro fantasia e incontra i loro gusti, cominciano a mettersi in mostra. Come si mettono in mostra? Inarcando un sopracciglio, facendo l’occhiolino, cambiando tono di voce quando parlano, oppure muovendosi in un certo modo o mettendosi a fare commenti spiritosi per farsi notare; ecco come si mettono in mostra. Quando una persona che normalmente non fa così rivela questi comportamenti, si può star certi che nei pressi vi è qualcuno dell’altro sesso che incontra i suoi gusti. Che persona è questa? Si potrebbe dire che si comporti in modo dozzinale o che non rispetti confini precisi fra uomini e donne, ma non ha manifestato un comportamento deplorevole. Alcuni potrebbero dire che si tratta semplicemente di una persona frivola. In altri termini, si comporta in maniera non dignitosa; le persone frivole non hanno idea di cosa sia il senso di dignità. Alcuni rivelano queste caratteristiche nella vita quotidiana, ma lo svolgimento del loro dovere non ne risulta influenzato, e nemmeno l’esecuzione del loro lavoro, perciò è davvero un problema? Alcuni dicono: “Se questa cosa non ostacola la ricerca della verità, c’è forse bisogno di parlarne?” A che cosa si riferisce tutto questo? Al senso di pudore e di dignità della propria umanità. L’umanità della persona non può essere priva di senso di pudore e di dignità; senza tali caratteristiche essa non può essere un’umanità normale. Alcuni sono credibili, seri, responsabili, lavorano sodo in tutto ciò che fanno. Non hanno alcun problema grave, ma proprio non prendono sul serio questo aspetto della loro vita. Quando amoreggi con una persona dell’altro sesso, è una cosa costruttiva o dannosa? E se la persona con cui amoreggi si innamora di te? Potresti dire: “Non è questo che volevo”; bene, se continui ad amoreggiare con una persona e non è questo che vuoi, non stai forse giocando con lei? Le stai facendo del male! Ciò è alquanto privo di senso morale. Chi si comporta così ha un carattere scadente. Inoltre, se non intendi portare avanti questo rapporto e non hai intenzioni serie, eppure sollevi le sopracciglia e fai l’occhiolino all’altro sesso e ti metti in mostra con battute e spiritosaggini, facendo di tutto per dimostrare che hai stile, che sei un uomo attraente o una bella donna; se ti metti in mostra così, che cosa stai facendo in realtà? (Stai seducendo.) C’è un’intenzione di sedurre, in ciò. Ora, questo genere di comportamento da seduttore è una cosa nobile oppure brutta? (È una cosa brutta.) Ecco che si è perso il senso di dignità. Che genere di persone in questo mondo sedurrebbero gli altri? Le prostitute, le donne lascive, le canaglie: queste persone non conoscono la vergogna. Cosa significa non conoscere la vergogna? Vuol dire che sono insensibili al disonore. Integrità, vergogna e onore, così come dignità e reputazione: a loro non interessa nulla di tutto ciò. Le persone così vanno in giro mettendosi in mostra e comportandosi in modo civettuolo. Amoreggiare con una o due persone non è sufficiente per loro, non trovano che otto o dieci siano eccessive. Ce ne vorrebbero migliaia e migliaia per renderli felici. Alcune donne sposate hanno due figli e nessuno fuori da casa loro lo sa. Perché non lo fanno sapere alla gente? Hanno paura che, una volta che dicono di essere sposate e impegnate, non avranno più successo nei loro amoreggiamenti e perderanno la loro capacità di seduzione e il loro fascino. Ecco perché non sono trasparenti al riguardo. Queste persone non sono forse insensibili al disonore? L’umanità di una persona è normale, se include queste cose? No. Ciò implica che, se possiedi una tale umanità e tali comportamenti, allora sei carente in termini di umanità normale; ti mancano vergogna e dignità. Alcune persone iniziano a sistemarsi i capelli e a lisciarsi i vestiti non appena si trovano in prossimità dell’altro sesso, oppure si danno cipria e rossetto, facendo del loro meglio per abbellirsi. Qual è il loro obiettivo nel fare ciò? La seduzione. Questo è qualcosa che non dovrebbe accadere nell’umanità normale. Riuscire a sedurre le persone in questo modo e non provare nulla, pensando che sia del tutto normale e comune, che non sia niente di grave, significa non possedere il senso del pudore e non sapere nemmeno cosa si deve e cosa non si deve fare. Ci sono alcune persone che sarebbero disposte a camminare su e giù per la strada completamente nude, in cambio di diecimila yuan. Che tipo di persone sono? Sono persone senza senso del pudore. Farebbero qualsiasi cosa per soldi, senza vergogna. Integrità, carattere, senso del pudore e dignità non significano nulla e non hanno valore per loro. Tali persone sentono che la loro capacità di mettersi in mostra e di sedurre gli altri è un loro talento, e la loro unica gioia deriva dal conquistare il favore di più persone e dal fatto che più persone li ricerchino. Questo è l’onore più grande per una donna simile; è ciò a cui tiene di più. Non apprezza cose come la dignità, il senso del pudore o il carattere. Questa è una buona umanità? (No.) Voi avete forse manifestato tali comportamenti? (Sì.) Siete in grado di tenerli sotto controllo, dunque? Riuscite a tenerli sotto controllo per la maggior parte del tempo, o siete in grado di farlo solo poche volte? Avete la capacità di frenarvi? Le persone che sanno porsi dei freni sono quelle i cui cuori conoscono la vergogna. Tutti hanno momenti transitori di impulsività e dissoluzione, ma quando ciò capita a coloro che sanno trattenersi, essi sentono che quello che stanno facendo non è giusto, che li degrada, che devono smetterla subito e che non devono non farlo più. In seguito, quando capita loro di nuovo una cosa del genere, sono in grado di controllarsi. Se non c’è nemmeno questa piccola capacità di frenarti nella tua umanità, allora a cosa potresti ribellarti quando sarai chiamato a mettere in pratica la verità? Alcuni hanno la fortuna di avere un bell’aspetto e si trovano continuamente ricercati dall’altro sesso; più sono ricercati, più ritengono di potersi permettere di mettersi in mostra. Questo non è pericoloso per loro? Che cosa bisogna fare in questa situazione? (Riconoscere questa trappola ed evitarla.) È davvero una trappola, che bisogna evitare; altrimenti, puoi benissimo scoprire che una persona ti ha preso al laccio. Devi evitare questa trappola prima di farti prendere al laccio; questa si chiama capacità di frenarsi. Chi ha la capacità di frenarsi possiede dignità e senso del pudore. Chi non ce l’ha può essere circuito da chiunque lo seduca e abbocca all’amo ogni volta che qualcuno lo ricerca, il che significa guai. Inoltre, si metterà in mostra appositamente, si agghinderà e si vestirà bene, e sceglierà specificamente gli abiti che lo fanno sembrare più bello, attraente e affascinante, e si vestirà così tutti i giorni; ciò è pericoloso per lui, e dimostra che tale individuo sta cercando consapevolmente di sedurre. Se con quegli abiti hai un aspetto troppo appariscente e seducente, devi ribellarti alla tua carne e smettere di indossare abiti come quelli. Se hai determinazione a questo riguardo, allora puoi farlo. Se però non hai tale determinazione, e vuoi cercare un compagno, datti da fare e trovalo: interagite normalmente l’uno con l’altro, senza civettare. Se non stai cercando un compagno o una compagna, ma continui a civettare con gli altri, ciò può essere definito soltanto mancanza di senso del pudore. Devi avere chiarezza su cosa stai scegliendo. Sapete tutti attenervi a questi principi? (Abbiamo questa determinazione.) Se avete questa determinazione, allora avete l’energia, la motivazione, e sarà facile attenervi a essi. Alcuni sono sostanzialmente rispettabili per natura e, inoltre, avendo trovato la fede in Dio, perseguono la verità e intraprendono il cammino giusto, pertanto non hanno quel desiderio e non reagiscono a coloro che cercano di civettare con loro. Alcuni sono piuttosto inclini a comportarsi così, mentre altri non ci badano proprio; alcuni sembrano possedere questa determinazione, ma loro stessi non sanno dire se ce l’abbiano davvero oppure no. Per quanto riguarda l’interazione con l’altro sesso, questa è una cosa che devi affrontare correttamente e riesaminare, la devi identificare come parte integrante del senso di dignità e di pudore dell’umanità normale. In che modo la mancanza di senso del pudore si collega alla mancanza di umanità? È giusto dire che se una persona è priva di senso del pudore, non possiede umanità. Perché tutti coloro che mancano di umanità non amano la verità? E perché diciamo che si può perseguire la verità se si possiede umanità? DiteMi, le persone prive di senso del pudore sanno cosa è bene e cosa non lo è? (No.) Quindi, quando fanno cose cattive che si oppongono a Dio, lo tradiscono e violano la verità, provano una qualche riprovazione verso sé stessi? (No.) Possono imboccare il cammino giusto, se la loro coscienza non li rimprovera? Sono in grado di perseguire la verità? Le persone sfrontate e spudorate sono insensibili; non riescono a distinguere chiaramente le cose positive da quelle negative, o ciò che Dio ama e ciò che Egli detesta. Quindi, quando Dio afferma che le persone devono essere oneste, loro dicono: “Che problema c’è nel dire una bugia? Dire una bugia non è degradante!” Qualcuno senza vergogna non direbbe forse una cosa del genere? Se una persona dotata di senso di vergogna viene meno alla sua onestà e viene scoperta da tutti, il suo viso non diventa rosso? Non si sente a disagio interiormente? (Sì.) E le persone senza vergogna? “Essere una persona onesta, cosa pensano gli altri, quale valore ho per loro o quale peso mi attribuiscono: niente di tutto ciò ha importanza per me!” A loro non interessa. Sono ancora in grado di perseguire la verità, dunque? Dopo che hanno detto bugie, se chiedi loro se sono turbati nel cuore o se si sentono in colpa, diranno: “Cosa significa essere in pace? Cos’è il senso di colpa? Perché deve essere così problematico?” Non hanno una tale consapevolezza. Possono individui con una ragione così malata seguire Dio? Sono in grado di perseguire la verità? Non la perseguono. Per loro esistono confini tra cose positive e negative, tra la verità e ciò che la viola: è tutto uguale. In ogni caso, pensano, andrà tutto bene se ciascuno si adopera, svolge il proprio dovere e paga un qualche prezzo. Non c’è niente che differenzia queste cose. Essi non provano alcuna riprovazione verso sé stessi dopo aver fatto qualcosa che si oppone a Dio, che viola le verità principi, che ha causato una perdita negli interessi di qualcun altro o che disturba il lavoro della chiesa. Non hanno alcuna riprovazione verso sé stessi. In questo, non sono forse privi del senso di vergogna? Le persone senza senso di vergogna non hanno discernimento riguardo a queste cose. Per loro, si tratta di fare quello che vogliono. Tutto va bene; non è necessario utilizzare la verità per esprimere giudizi. Quindi, le persone senza senso di vergogna non hanno modo di comprendere o mettere in pratica la verità. Questa è la relazione tra l’assenza di senso di vergogna e la mancanza di umanità. Perché allora non siete stati in grado di esprimerla? State tutti pensando: “Ciò che stai predicando non ha molto a che fare con la verità; è piuttosto lontano da essa. Di solito siamo in grado di vedere queste cose con chiarezza, quindi abbiamo ancora bisogno che Tu ne parli?” Se ritenete che ciò non abbia nulla a che fare con la verità, allora a quanta parte della verità realtà avete avuto accesso? Vivete l’umanità normale? Siete davvero diventati individui che possiedono la verità e l’umanità? La vostra statura è troppo scarsa e non riuscite nemmeno a capire queste cose, quindi quale verità realtà potreste possedere?

Uno dei dieci decreti amministrativi della casa di Dio dice: l’uomo possiede un’indole corrotta e anche dei sentimenti. Per tale motivo, è assolutamente proibito che due membri di sesso opposto lavorino insieme da soli mentre servono Dio. Chiunque sia sorpreso a fare ciò, verrà scacciato, senza eccezione. Come considerano le persone questo decreto amministrativo? Se un uomo avesse relazioni sconvenienti con più di trenta donne, diteMi, come si sentirebbero le persone che ne venissero a conoscenza? (Sarebbero incredule.) Saresti sorpreso di sentire ciò; ne rimarresti scioccato: “Santo cielo, sono tantissime! È disgustoso, non è vero?” E cosa avrebbe provato quell’uomo quando te lo ha raccontato? (Si sarebbe comportato come se non gliene importasse nulla.) Non sarebbe stato niente di sensazionale. Chiedigli cosa mangia oggi: “Riso”. Chiedigli con quante donne è stato: “Trenta o più”. Direbbe le due cose esattamente con lo stesso tono di voce e con la stessa mentalità. Esiste una qualche salvezza per un individuo con una tale umanità? No, nemmeno se crede in Dio. Come potrebbe non vergognarsi quando dalla sua bocca esce una cosa del genere? È una faccenda degradante! Come potrebbe sputarla fuori così, allora? DiteMi, gli resta ancora un po’ di senso di vergogna? No. La percezione della coscienza all’interno della sua umanità si è già intorpidita, non ne possiede più. Non si tratta semplicemente di essere depravati: le persone senza vergogna o dignità non sono più persone. Dall’esterno sembrano ancora tali, ma la loro facciata si sgretola non appena devono occuparsi di qualcosa. Sono capaci di fare qualsiasi cosa, senza conoscere vergogna, ciò significa che non sono più persone. Chiudiamo qui il nostro discorso su questi argomenti.

Riflettete sui tre aspetti dell’umanità normale di cui abbiamo discusso oggi: sono importanti? Questi aspetti dell’umanità normale sono scollegati dal perseguimento della verità? (No.) Cosa hanno a che fare, dunque, con il perseguimento della verità? Se l’umanità di un credente in Dio non possiede meticolosità, senso di responsabilità o capacità di attenzione nelle proprie azioni, se non possiede una tale umanità, cosa può ottenere dunque con la fede in Dio e col perseguimento della verità? Nel corso degli anni abbiamo condiviso su parecchie verità, verità in ogni ambito. Se le persone non si applicano o non affrontano queste verità con una mentalità coscienziosa, mescolando tutto insieme e non facendo nulla coscienziosamente, riusciranno a raggiungere una comprensione della verità come questa? Alcuni dicono: “Se non riesco a comprendere la verità, non posso semplicemente memorizzare queste dottrine e queste terminologie?” In ultima analisi, sarai in grado di ottenere la verità in questo modo? Se non possiedi questo tipo di umanità normale e non ci sono queste cose nella tua umanità, il che significa che non hai un atteggiamento coscienzioso, meticoloso, serio e responsabile verso le cose, allora la verità non diventa altro che dottrine e slogan, per te: si trasforma in regole. Non puoi ottenere la verità, perché non sei in grado di comprenderla. Oltre a ciò, se non riesci a gestire bene l’ambiente, la routine e lo stile della tua vita privata, sarai in grado di accedere ai vari principi e ai vari detti che riguardano la verità? No. Inoltre, le persone devono amare le cose positive della vita, e nei confronti delle cose negative e malvagie devono mantenere un atteggiamento di disprezzo e di repulsione dal profondo del loro cuore. Questo è l’unico modo per accedere ad alcune verità. Ciò significa che nel tuo perseguimento della verità devi avere l’atteggiamento corretto e il giusto ordine di idee; devi essere una persona virtuosa e seria. Solo persone così possono ottenere la verità. Se un individuo non ha il senso della vergogna e rimane insensibile e inconsapevole in cuor suo dopo aver fatto molte cose malvagie, che si ribellano a Dio e che violano la verità, pensando che non sia un grosso problema, allora la verità è di qualche utilità per lui? Non serve proprio a niente. La verità non ha alcun effetto su di lui e non è in grado di frenarlo, di rimproverarlo, di guidarlo o di indicargli la direzione e il cammino, il che significa che egli è nei guai. Come potrebbe una persona senza nemmeno un senso di vergogna comprendere la verità? Affinché una persona sia in grado di comprendere la verità, deve prima essere sensibile alle cose positive e negative nel suo cuore. Prova repulsione anche nel menzionare o nell’incontrare una cosa negativa o malvagia; se fa lei stessa una cosa del genere, si vergogna e si sente a disagio. Prova amore per la verità e riesce ad accettarla in cuor suo; sa usarla per frenarsi e modificare i propri stati sbagliati. Non sono forse queste le cose che l’umanità normale dovrebbe possedere? (Sì.) Se una persona ne è in possesso, non diventa facile per lei perseguire la verità? E se non ne possiede nessuna, allora parlare di perseguimento della verità è solo un discorso vuoto: come potrebbe farlo senza cose positive nel proprio cuore? Fino a quando la tua umanità normale non sarà in possesso di queste cose, la verità non metterà radici, non sboccerà e non darà frutti dentro di te: fino ad allora, non produrrà alcun effetto. Quando avrai compreso la verità, sarai in grado di modificare il tuo modo di pensare e frenare il tuo comportamento, i tuoi pensieri corrotti diminuiranno sempre più. Questo è il vero cambiamento.

Quante di queste manifestazioni di umanità normale di cui abbiamo discusso oggi possedete? Quante ve ne mancano? Cosa possedete? (Il senso del pudore.) Il senso del pudore: è positivo. Il senso del pudore è il minimo che dovreste possedere. Cos’altro? Avete tutti una mentalità e un atteggiamento coscienziosi e meticolosi nei confronti delle persone, degli eventi e delle cose? Vedo che siete trascurati in tutto quello che fate, siete semplicemente letargici e battete la fiacca, e quando vedo le cose che fate, l’ansia cresce nel Mio cuore. Riuscite a individuare questi problemi da soli? Vi preoccupate quando li individuate? (Sì.) In che modo? Parlatene. (Ora che ho appena ascoltato la condivisione di Dio, sento di non avere molta umanità e di avere una mentalità frivola nei confronti del mio dovere e degli eventi della mia vita. Sono così lontano dagli standard delle richieste di Dio. Mi fa un po’ paura.) Mancano troppe cose alla tua umanità, non è così? Senti di credere in Dio da anni e di aver ascoltato molte verità, eppure non possiedi nemmeno le cose più fondamentali dell’umanità: come potresti non essere ansioso? Alcune persone possiedono una certa capacità tecnica, ma tutto ciò che fanno è di scarsa qualità. È tutto scadente, non all’altezza degli standard, non indagano su quali siano i metodi avanzati e standard. Non hanno forse una mentalità arretrata? Per esempio, una volta a uno di loro è stato chiesto di installare una porta e lui ha detto: “Dalle mie parti, la maggior parte delle porte sono a un’anta”. Il paesino da cui quella persona proviene non definisce lo standard. Avrebbe dovuto osservare lo stile delle porte nelle aziende e negli edifici residenziali delle grandi città, quindi eseguire il lavoro in base alla realtà della situazione. Invece, ha aperto la bocca e ha detto: “Da noi non costruiamo porte a due ante, e non ci sono molte persone qui. Non sarebbe un grosso problema nemmeno se fossero tante: possono semplicemente entrare spingendosi un po’.” Qualcun altro ha detto: “Se le persone entrano a fatica per troppo tempo, il telaio della porta si romperà. Parliamone. Fai una porta a doppia anta questa volta, come eccezione, va bene?” Allora lui ha risposto: “No! Io realizzo porte a una sola anta; non so farle con due. Sono io che so costruirle, o sei tu? Sono io, quindi perché non mi ascolti al riguardo? Devi ascoltare me!” Gli hanno detto di lavorare in base alla situazione, ma lui non ha ascoltato e ha insistito nel realizzare una porta di piccole dimensioni. Non è una seccatura? Quando gli è stato chiesto di installare una parete divisoria in vetro tra l’interno e l’esterno per far entrare la luce ed evitare che lo spazio sembrasse piccolo, lui ha risposto: “Perché dovremmo installare il vetro? Sarebbe un rischio per la sicurezza, no? Non installerò il vetro; queste due porte andranno bene. Questo è l’unico tipo di porta che usiamo dalle mie parti”. Ripetono sempre cose come “dalle mie parti”, “da noi”, “ho studiato cose tecniche”, per mettere gli altri a tacere. Queste cose sono la verità? (No.) Affinché adottino un simile atteggiamento verso le questioni esteriori, cosa deve esserci di carente nella loro umanità? La ragionevolezza. E che genere di cosa, nello specifico, deve essere carente nella loro ragionevolezza? La conoscenza. Sentono sempre che nel luogo da cui provengono tutto è giusto, tutto è migliore, tutto è la verità. La loro ragionevolezza non è forse scarsa? Come dovrebbe essere una ragionevolezza normale? Se avessero una ragionevolezza normale, direbbero: “Lavoro in questo settore da tanti anni, ma non ho visto molte cose. Dalle mie parti, tutti costruiamo le porte in questo modo, ma vediamo quanto sono grandi le porte qui. Ci adegueremo a ciò che fanno le persone del posto. Questo è un luogo diverso; nello svolgere questo incarico dovrei essere flessibile”. Questa non è forse ragionevolezza? (Sì.) Una persona del genere possiede dunque questa ragionevolezza? No, ne è completamente priva. E come sono state gestite le cose, alla fine? È stato necessario rifare il lavoro. Rifare il lavoro non è forse una perdita? (Sì.) È così. Queste situazioni capitano spesso? Sì. Quella persona è testarda, in tutto e per tutto. Quanto è testarda? Non ascoltava nessuno; non ha ascoltato nemmeno ciò che ho detto Io, e Mi ha persino contraddetto. Io ho detto: “Devi cambiarla. Se non lo fai, questo non è il lavoro per te”. E lui ha avuto il coraggio di dire: “Farò una porta di queste dimensioni anche se non hai bisogno di me!” Che indole è questa? Questa è forse un’umanità normale? (No.) Non è un’umanità normale: che umanità è, allora? Per come la vedo Io, una persona così è un po’ come una bestia. È proprio come quando un bue ha sete: non importa quanta merce o quante persone stia trasportando sul carro, non appena vede una pozzanghera o un fiume, tirerà il carro direttamente laggiù. Neanche mille persone riuscirebbero a trascinarlo via. Stiamo parlando di un animale. Anche le persone hanno questo tipo di indole? Quando ce l’hanno, non ci troviamo di fronte a un’umanità normale e ciò è pericoloso. Troveranno una scusa per negarti, per smettere di ascoltare. Sono davvero testarde e stolte. In tali questioni della vita quotidiana, se non hai un atteggiamento di modesta accettazione, se non sei ricettivo verso le opinioni degli altri, se non hai un atteggiamento di studio, come potrai accettare la verità? Come potrai metterla in pratica? Tutti dicono che sarebbe più adeguato realizzare una porta a due ante. Tu non lo sai nemmeno fare e ciò non si avvicina neanche a mettere in pratica la verità: non ascolterai nemmeno un suggerimento valido. Saresti in grado di ascoltare qualcosa che riguarda la verità? Non lo ascolteresti, come sempre. Chi possiede un’indole come questa non riuscirebbe a capirlo, e ciò gli causerà gravi problemi. Se le persone non possiedono nemmeno questo tipo di ragionevolezza nella loro umanità, allora quale verità possono mettere in pratica? A beneficio di chi fanno quelle cose in cui sono impegnati ogni giorno? Le fanno interamente in base alle proprie preferenze, ai propri desideri egoistici. Ogni giorno, hanno questo genere di approccio nei confronti delle persone, degli eventi e delle cose che li circondano nella vita quotidiana: “Farò ciò che voglio, farò ciò che penso e farò come credo.” Come si chiama questo? Per tutto il giorno, tutto ciò che pensano è completamente malvagio. E se nel cuore sono così malevoli, che dire delle loro azioni? Esistono persone i cui pensieri sono interamente malvagi, ma le cui azioni sono ancora tutte in linea con la verità? Non è possibile, sarebbe una contraddizione. I loro pensieri sono interamente malvagi, e ciò da cui partono è del tutto malvagio, quindi le cose che fanno come minimo non verranno commemorate. E tra le cose che non vengono commemorate, alcune sono intralci e disturbi, alcune sono distruttive, mentre altre non sono molto gravi. Se queste cose venissero prese sul serio, dovrebbero essere condannate. È così che funziona.

In alcune persone esiste una sorta di visione errata, che altri trovano piuttosto disgustosa. Esse possiedono alcuni doni o punti di forza, o forse una capacità manuale, una certa competenza o un’abilità speciale in qualche area, e dopo essere giunte a credere in Dio, si considerano persone illustri. Questo atteggiamento è corretto? Cosa ne pensate di questa visione? È una cosa che appartiene al modo di pensare dell’umanità normale? No. Che genere di idea è, allora? Non è priva di ragionevolezza? (Sì.) Costoro credono: “Sono migliore della gente comune perché conosco questo mestiere e sono migliore della media delle persone nella casa di dio. Sono un uomo, dotato di maestria e abilità, sono un bravo oratore e ho talento. Faccio una bella figura nella casa di dio. Sono una persona importante. Nessuno può darmi ordini, nessuno può comandarmi e nessuno può impormi di fare nulla. Ho questa capacità, quindi farò quello che voglio. Non c’è bisogno che mi preoccupi dei principi: qualunque cosa io faccia è giusta e in linea con la verità”. Cosa ne pensate di questa visione? Non esistono forse persone così? Tali individui non sono una minoranza, e vengono nella casa di Dio per mettersi in mostra. Se usassero i loro punti di forza o le loro capacità per svolgere un dovere nella casa di Dio, andrebbe bene, ma se sono lì solo per mettersi in mostra, allora il problema è di natura diversa. Perché diciamo che si “mettono in mostra”? Essi vedono i credenti in Dio come stupidi, come persone da nulla. Non c’è qualcosa di sbagliato nel loro modo di pensare? Non c’è qualcosa che non va nella loro ragionevolezza? È davvero così che stanno le cose? Le persone che credono in Dio sono davvero inutili? (No.) Allora perché quegli individui dovrebbero vederle come tali? Perché dovrebbero avere un simile pensiero? Cosa dà origine a un simile pensiero? Lo imparano dai non credenti? Pensano che le persone che credono in Dio non valgano nulla, che siano tutti uomini di casa, casalinghe, contadini, persone che provengono dagli strati più infimi della società. La loro visione è quella del gran dragone rosso. Pensano che le persone che credono in Dio siano incapaci, che non possano farsi strada nella società e che siano arrivate a credere in Dio solo perché non c’era nessun cammino per loro là fuori, nessun altro posto dove andare. Ritengono che il fatto di possedere una qualche abilità, di conoscere una qualche professione o di avere qualche competenza tecnica li renda individui di talento nella casa di Dio. Questo pensiero è corretto? (No.) Cosa c’è di sbagliato? Essi sono convinti che non ci siano persone capaci nella casa di Dio e, con il loro piccolo know-how professionale, vorrebbero esercitare il potere e avere l’ultima parola sulle cose. Esistono persone del genere là fuori? Ci sono individui così accanto a voi, o tra quelli che conoscete o con cui avete familiarità? Ci sono numerose persone che sono esperte in una determinata area e che, quando viene assegnato loro il ruolo di leader o supervisore di un gruppo, hanno la sensazione di aver guadagnato una carica ufficiale. Sentono di avere l’ultima parola nella casa di Dio, che nessun altro si prende cura degli interessi della casa di Dio come fanno loro o ne protegge gli interessi più di loro, che nessuno è leale quanto loro. Vogliono gestire tutto e partecipare a tutto, ma non riescono a gestire bene nulla, né ricercano le verità principi. Non ascoltano nemmeno quello che dico Io. Esistono persone del genere là fuori? (Sì.) Persone del genere esistono. In virtù di quella certa abilità di cui dispongono, desiderano gestire tutti e ricoprire una carica. Per esempio, quando alcuni fratelli e sorelle fanno qualcosa che non è di loro gradimento, loro dicono: “Dobbiamo tenere a bada queste persone: sono scandalose!” Quando i credenti in Dio hanno un problema, bisogna condividere con loro sulla verità. Questo non è un campo militare, dove è necessario il controllo dell’esercito. Nelle questioni che riguardano la chiesa, i problemi possono essere risolti solo condividendo sulle parole di Dio e facendo sì che le persone comprendano la verità. Coloro che non accettano la verità e agiscono in modo arbitrario e capriccioso potrebbero essere potati: sono solo coloro che sono fermamente determinati a non accettare la verità che potrebbero essere disciplinati. Alcune persone che hanno svolto il ruolo di supervisori o di leader e lavoratori chiaramente non possiedono la verità realtà, ma desiderano comunque sempre esercitare il potere e avere l’ultima parola nella casa di Dio. Queste persone hanno una coscienza, sono dotate di ragionevolezza? Conoscono semplicemente alcuni trucchi del mestiere e non comprendono minimamente la verità. Si ritengono utili e capaci, pensano di essere migliori della media delle persone nella casa di Dio e desiderano fare ciò che vogliono nella chiesa da una posizione di potere: vogliono avere la sola e l’ultima parola. Non ricercano le verità principi, ma agiscono in base a ciò che desiderano, secondo le loro preferenze. Qual è il problema qui? Questa non è forse l’indole di un anticristo? Persone così possiedono la ragionevolezza dell’umanità normale? Non ne hanno nemmeno un briciolo. Concluderemo qui la nostra condivisione sull’umanità normale.

Analisi di come gli anticristi portano gli altri a sottomettersi soltanto a loro, e non alla verità o a Dio

III. Analisi di come gli anticristi proibiscono agli altri di intervenire, indagare e sorvegliarli nel loro lavoro

Continuiamo con l’argomento della nostra ultima condivisione, il tema otto dei vari modi in cui gli anticristi si manifestano: vorrebbero che gli altri si sottomettessero solo a loro, non alla verità o a Dio. Abbiamo suddiviso questo tema in quattro sottosezioni. Due le abbiamo discusse nel nostro ultimo incontro: la prima era che sono incapaci di collaborare con chiunque; la seconda che hanno il desiderio e l’ambizione di controllare e conquistare gli altri. Qual è la terza? Che proibiscono agli ad altri di intervenire, indagare e sorvegliarli in qualsiasi lavoro abbiano intrapreso. Cosa si intende con qualsiasi lavoro abbiano intrapreso? Si intende qualsiasi programma lavorativo di cui può essere responsabile un leader o un lavoratore, oppure un supervisore o un capogruppo; può anche trattarsi di un’attività professionale in qualche area, o del lavoro di un singolo individuo. La persona che ha intrapreso tale lavoro può essere un leader o un lavoratore, oppure un fratello o una sorella comuni. Se tali individui proibiscono agli altri di intervenire, di indagare o di sorvegliarli, in quale stato si trovano? Quali comportamenti sono legati a questa proibizione? Questo è un altro comportamento che rientra nell’ottava manifestazione degli anticristi, un’altra rivelazione della loro essenza. In ogni genere di dovere, c’è un lavoro che è di tipo professionale e ce n’è un altro che riguarda direttamente l’ingresso nella vita. Il lavoro professionale coinvolge tutti gli aspetti di elementi come la tecnica, la conoscenza, l’apprendimento e il personale. Sono tutti inclusi in esso. Alcune persone, dopo aver assunto un incarico, iniziano a lavorarci da sole. Non ne discutono con gli altri e, quando hanno difficoltà, non ricercano il contributo degli altri; vogliono essere le sole a decidere e vogliono avere l’ultima parola. Altri potrebbero offrire le loro idee e il loro contributo, nella speranza di essere d’aiuto, ma tali individui li accettano? (No.) No, non ci riescono. Che genere di indole è questa? Quale indole li governa, per far sì che proibiscano agli altri di intervenire, indagare o sorvegliarli nell’adempimento del loro dovere? Essi pensano: “Conosco questo tipo di lavoro e conosco la teoria. La chiesa mi ha assegnato questo incarico. Quindi, lo farò da solo”. Spesso affermano di capire una professione e di essere degli esperti come giustificazione per rifiutarsi di rivelare ad altri qualsiasi informazione relativa al lavoro o allo stato dei loro progressi. Non vogliono nemmeno far conoscere agli altri gli errori, grandi o piccoli, i contrattempi che emergono durante il lavoro. Quando qualcun altro viene a conoscenza di una cosa del genere e vuole indagare, partecipare o saperne di più, si rifiutano di rispondere, e dicono: “Le cose che rientrano nell’ambito del mio lavoro sono di mia competenza. Non hai il diritto di indagare. La chiesa non ha incaricato te di questo: ha incaricato me, e devo mantenere la riservatezza”. È una giustificazione ragionevole? È giusto da parte loro “mantenere la riservatezza”? (No.) Perché no? Condividere con altri sullo stato del lavoro, gli errori e i problemi che sono emersi, nonché il suo piano e la sua direzione costituirebbe una violazione della riservatezza? (No.) No, tranne che per alcuni dettagli specifici che costituirebbero un pericolo per la sicurezza della chiesa, se venissero allo scoperto, dettagli che sarebbe inappropriato raccontare ad altri. In questi casi è bene non divulgarli. Ma se tali individui usano la riservatezza come giustificazione, non permettono agli altri di sapere nulla che rientri nell’ambito del loro lavoro e si oppongono a indagini, domande o sollecitazioni e le rifiutano, sia che provengano da fratelli e sorelle comuni che da leader e lavoratori, qual è il problema, allora? Potrebbero voler fare qualcosa in un certo modo, per esempio. Qualcun altro dice loro: “Se lo fai così, ciò causerà una perdita agli interessi della casa di Dio e uscirai fuori dal tracciato. Perché invece non lo facciamo in questo modo?” Essi pensano: “Se faccio come dici tu, ciò mostrerà agli altri che il mio modo non va bene, non è così? E poi il merito del lavoro andrà a te, non è vero? Non va bene; preferisco uscire dal tracciato piuttosto che seguire la tua strada. Devo attenermi alla mia. Non mi interessa se ciò comporta una perdita negli interessi della casa di dio; sono la mia reputazione e il mio prestigio che contano, è la mia fama che conta!” Anche se ciò che fanno è sbagliato, allora rimarranno semplicemente nel torto, e non permetteranno a nessuno di intervenire. Questa non è forse l’indole di un anticristo? (Sì.) Qual è l’essenza del fatto di non permettere agli altri di intervenire? È dedicarsi alle proprie faccende. Gli interessi della casa di Dio non sono la cosa importante per loro, e il lavoro della casa di Dio non è ciò su cui concentrano la propria attenzione. Non lavorano in base a questo principio. Lavorano invece concentrandosi sui propri interessi personali, sul proprio prestigio e sulla propria fama; il lavoro e gli interessi della casa di Dio devono essere al servizio del loro prestigio e dei loro interessi personali. Ecco perché non permettono ad altri di intervenire o di indagare sul loro lavoro. Credono che, non appena qualcuno interviene nel loro lavoro, il loro prestigio e i loro interessi saranno minacciati, che i loro difetti e le loro carenze, così come i problemi e le aberrazioni nel loro lavoro, rischiano di essere smascherati. Quindi, sono fermamente decisi a proibire agli altri di intervenire con il loro lavoro, e non accettano la collaborazione o la supervisione di nessun altro.

Qualunque sia il lavoro in cui un anticristo è impegnato, egli teme che il Supremo venga a saperne di più e indaghi. Se il Supremo indaga sullo stato dei lavori o del personale, l’anticristo si limiterà a rendere conto in modo superficiale di alcune banalità, di alcune cose che ritiene sia giusto che il Supremo sappia, per le quali non ci sarebbero conseguenze se le venisse a sapere. Se il Supremo insiste per indagare sul resto, l’anticristo sarà convinto che si stia intromettendo nel suo dovere e nei suoi “affari interni”. Non gli dirà più niente, ma farà il finto tonto, ingannando e nascondendo le cose. Non sta forse rifiutando la supervisione della casa di Dio? (Sì.) E cosa farà se qualcuno scopre un suo problema e ha intenzione di smascherarlo e di fare rapporto al Supremo? Lo impedirà, lo intercetterà e ricorrerà anche alle minacce: “Se dici questa cosa e ciò farà sì che qualcuno di noi venga potato dal Supremo, la colpa è tua. Se c’è qualcuno da potare, sarai tu!” Non sta forse cercando di fondare un regno indipendente? (Sì.) Non permette nemmeno al Supremo di indagare, e nessuno ha il diritto di sapere cose che rientrano nell’ambito del suo lavoro o di interrogarlo su quelle cose, tanto meno di dare raccomandazioni. Se ha messo le mani su un programma di lavoro, solo lui può avere l’ultima parola sulle questioni che rientrano nell’ambito di quel lavoro; solo lui può fare da arbitro; solo lui può agire e parlare come vuole, e comunque agisca, ha una giustificazione per tutto. Quale linea di condotta adotta quando qualcuno indaga? È superficiale e nasconde le cose. E che altro? (Inganna.) Esatto, inganna: ti presenterà persino una falsa facciata. In alcune chiese, per esempio, può succedere che un leader o un diacono evangelico abbiano chiaramente guadagnato solo tre persone nell’arco di un mese nella chiesa di cui sono responsabili, sostanzialmente un numero inferiore rispetto ad altre chiese. Sentono che non c’è modo di renderne conto al Supremo, quindi cosa fanno? Quando fanno un resoconto sul loro lavoro, aggiungono uno zero dopo il tre e dicono di aver guadagnato trenta persone. Qualcun altro ne viene a conoscenza e li interroga: “Questo non è forse un inganno?” “Un inganno?” dicono. “Beh, andrà tutto a posto una volta che avrò guadagnato trenta persone il mese prossimo per compensare, no?” Hanno una giustificazione per questo. Se qualcun altro prendesse sul serio la questione e volesse denunciare i fatti al Supremo, penserebbero che quell’individuo stia creando loro dei problemi, che ce l’abbia con loro. Quindi lo metteranno a tacere e si occuperanno di lui, creandogli dei problemi. Facendo ciò, non stanno punendo gli altri? Non stanno facendo del male? Non ricercano mai le verità principi nel loro lavoro, quindi qual è il loro obiettivo nel lavorare? È garantirsi il proprio prestigio e il proprio sostentamento. Qualunque cosa cattiva facciano, non rivelano agli altri l’intenzione e il motivo delle loro azioni. Devono mantenerli strettamente riservati; per loro, sono informazioni top secret. Qual è l’argomento più delicato, per persone così? È quando chiedi loro: “Cosa hai fatto di recente? L’adempimento del tuo dovere ha prodotto qualche risultato? Si sono verificati intralci o disturbi nell’area interessata dal tuo lavoro? Come li hai gestiti? Sei al punto in cui dovresti essere, con il tuo lavoro? Hai svolto il tuo dovere con lealtà? Le decisioni lavorative che hai preso hanno comportato perdite per gli interessi della casa di Dio? I leader non qualificati sono stati sostituiti? Sono state promosse e nutrite persone di buona levatura che perseguono abbastanza bene la verità? Hai represso le persone che sono state insubordinate verso di te? Che conoscenza hai della tua indole corrotta? Che tipo di persona sei?” Questi sono gli argomenti più delicati per loro. Sentirsi porre queste domande è ciò di cui hanno più paura, quindi, invece di aspettare che tu gliele ponga, si affretteranno a trovare un altro argomento con cui insabbiarle. Vorrebbero sviarti con ogni mezzo, impedendoti di sapere com’è effettivamente la situazione allo stato attuale. Ti tengono sempre all’oscuro, impedendoti costantemente di sapere fino a che punto sono effettivamente arrivati con il loro lavoro. Non c ‘è un briciolo di trasparenza in questo comportamento. Queste persone hanno una vera fede in Dio? Hanno timore di Dio? No. Non forniscono mai attivamente un resoconto sul lavoro, né segnalano in modo proattivo gli incidenti nel loro lavoro; non chiedono, non ricercano, né parlano apertamente a proposito delle sfide e della confusione che hanno incontrato nel loro lavoro, ma arrivano al punto di nascondere quelle cose, raggirando e ingannando gli altri. Non c’è alcuna trasparenza nel loro lavoro; solo quando il Supremo li spinge a fornire una relazione e un resoconto circostanziati, con riluttanza, diranno qualcosa. Preferirebbero morire, piuttosto che parlare di qualsiasi questione che coinvolga la loro reputazione e il loro prestigio: morirebbero prima di dire una sola parola al riguardo. Anzi, fingono di non aver capito. Questa non è forse l’indole di un anticristo? Che genere di persone sono, queste? Tale genere di problema si risolve facilmente? Se il Supremo dovesse guidarle nel loro lavoro, quale sarebbe il loro atteggiamento al riguardo? La superficialità. Sembrano assentire, tireranno persino fuori un quaderno o un computer e prenderanno appunti con foga, ma dopo averlo fatto, avranno compreso le indicazioni e si metteranno al lavoro? (No.) Sono solo pose, per farsi vedere da te, inscenando uno spettacolo per fuorviarti. Cosa stanno pensando realmente? “Poiché questo lavoro è stato assegnato a me, si fa come dico io. Nessuno può immischiarsi in quello che voglio fare. ‘Il funzionario locale ha più autorità del funzionario statale’, quindi possiedo questo diritto. Se non è così, non far gestire questo lavoro a me. Licenziami.” Questo è ciò che pensano, e questo è il modo in cui agiscono. Che indole è questa? Non è forse l’indole di un anticristo? (Sì.) Ciò significa guai. Non sei autorizzato a intervenire o a indagare, né a sondare e a porre domande. Sono piuttosto suscettibili al riguardo. Pensano: “Il Supremo sta forse cercando di controllare i miei problemi e il mio lavoro? Chi ha vuotato il sacco?” In preda al panico, fanno uno sforzo determinato per capire chi è stato a comprometterli. Alla fine, i loro dubbi si restringono a due persone, e le mandano via. Che problema è questo? È l’indole di un anticristo.

Qual è il principale tratto caratteristico dell’indole di un anticristo? Mantenere il prestigio e controllare gli altri. Acquisiscono prestigio al fine di controllare gli altri. Finché avranno prestigio, terranno gli altri legittimamente sotto il loro controllo. Perché dico che lo fanno legittimamente? Perché il loro incarico è stato assegnato loro dalla casa di Dio; sono stati scelti dai fratelli e dalle sorelle per svolgerlo. Non si sentiranno quindi legittimati a farlo? (Sì.) Quindi, sfrutteranno tale situazione, con questa idea in mente: “Avete scelto me, non è vero? Se lo avete fatto, dovete fidarvi di me. C’è un detto, tra i non credenti: ‘Non dubitare di coloro che assumi, e non assumere coloro di cui dubiti’”. Qui usano addirittura una massima satanica. Ciò equivale a dire la verità? (No.) È un’eresia satanica e una falsità. Se fai indaghi sul loro lavoro, se ne usciranno con una simile teoria: “‘Non dubitare di coloro che assumi, e non assumere coloro di cui dubiti’. Se mi impieghi, non puoi sospettare di me. Se non sai che tipo di persona sono, se non riesci a capirmi a fondo, allora non impiegarmi. Ma tu mi stai impiegando e, dato che è così, devo rimanere saldo nella mia posizione. Bisogna fare come dico io”. Bisogna fare come dicono loro in tutte le questioni lavorative; non servirà a niente impedirglielo, né trovare loro un partner, né far sì che altri li supervisionino e li guidino. Se qualcuno va a controllare il loro lavoro, dicono semplicemente di no: sentono di non aver fatto nulla di sbagliato e di non aver bisogno di essere controllati. Di norma, sfruttano il loro prestigio e la loro autorità per prendere il controllo degli altri, del luogo di lavoro e del lavoro della chiesa. Non stanno forse fondando un regno indipendente? Non sono forse degli anticristi? La casa di Dio potrebbe consentire loro di svolgere questo lavoro e di adempiere questo dovere, ma non permetterebbe loro di esercitare il potere come un dittatore. Una persona siffatta non ha forse frainteso l’intenzione di Dio e le disposizioni della Sua casa? Perché cerca sempre di afferrare il prestigio e il potere invece di svolgere bene il suo dovere? (È governata dall’indole dell’anticristo.) Esatto: questa è l’indole degli anticristi. Perché fraintendono quando la chiesa organizza il lavoro per loro? Perché a loro piace intrinsecamente controllare gli altri. Questa è la loro natura essenza: è quello che sono. Organizza il lavoro per loro e sentiranno di avere potere e prestigio, e quindi di avere il controllo sul loro territorio. Se vai nel loro territorio, devi fare quello che dicono loro. Per esempio, la casa di Dio una volta ha disposto che un leader andasse a controllare il lavoro di un anticristo. Quel leader e l’anticristo erano entrambi leader; erano dello stesso rango. L’anticristo ha detto: “Tu sei un leader della chiesa, così come lo sono io. Siamo allo stesso livello. Tu non immischiarti nei miei affari, e io non mi immischierò nei tuoi. Non condividere con me: non sei nella posizione di farlo! E tu vorresti chiedere come stanno andando le cose nella nostra chiesa: è il supremo che ti ha ordinato di farlo? Mostrami le prove.” Il leader ha risposto: “Il Supremo mi ha appena incaricato di trasmettere un messaggio. Vai a chiedere se non mi credi”. L’anticristo dice: “Cosa ti dà dunque il diritto di condividere con me e di muovermi delle accuse? Cosa ti dà il diritto di indagare su cose che fanno parte del mio lavoro? Non sei nella posizione per farlo!” Queste parole sono in accordo con la verità? (No.) Che modo di agire è questo? Un modo che solo un anticristo adotterebbe. C’è un detto tra i non credenti: “La legge del più forte”. Fanno a gara per vedere chi ha il rango più elevato, chi ha maggior forza, chi è più competente. Fanno a gara per vedere chi è responsabile del maggior numero di persone. Anche nella casa di Dio, gli anticristi fanno a gara con gli altri per vedere le stesse cose. Non sono venuti nel posto sbagliato? Una persona che possiede un’indole corrotta, ma non è un anticristo, la penserà solitamente in questo modo, quando si imbatte in leader della chiesa del suo stesso rango? Rivelerà qualcosa, ma sarà in grado di condividere normalmente. Non dirà assolutamente: “Sei forse nella posizione di fare domande sul mio lavoro?” Non lo dirà, perché è dotata di una ragionevolezza normale e di un cuore che teme Dio. Come si comporterà un individuo dotato di ragionevolezza normale? Penserà: “Mettermi alla guida della chiesa: questo è Dio che mi alleva; è il Suo incarico ed è il mio dovere. Se Dio non mi avesse assegnato questo incarico, non sarei niente. Non è una qualche sorta di carica ufficiale. Posso condividere con voi sul lavoro della chiesa, su come stanno andando le cose con i fratelli e le sorelle e sulla mia esperienza lavorativa”. Un anticristo condividerà con gli altri su queste cose? No, non le rivelerà assolutamente. Ecco perché una delle caratteristiche degli anticristi è un desiderio di prestigio e potere che supera quello delle persone comuni, ed è per questo che sono anche più astuti e insidiosi delle persone comuni. Dove si manifestano la loro astuzia e la loro insidiosità? (Non ti dicono niente. Non ti dicono niente direttamente.) Questo perché sentono che ogni questione è un segreto, un qualcosa di cui non dovrebbero parlare agli altri. In ogni questione, sono circospetti verso gli altri; tengono tutto avvolto, coperto e nascosto. Riescono quindi ad avere interazioni e comunicazioni normali nei rapporti con gli altri? Sono in grado di dire qualcosa dal cuore? No. Ti propinano solo alcune banalità superficiali e parole piacevoli, per impedirti di valutare la situazione di fondo. Dopo che sarai stato in contatto con loro per un po’, penserai: “All’apparenza, quest’individuo non sembra essere malevolo, ma perché ho sempre la sensazione che il suo cuore sia così lontano dagli altri? Perché è sempre così difficile essere in contatto con lui? Ho sempre la sensazione che sia insondabile”. Voi avete questa sensazione? (Sì.) Questa è l’indole degli anticristi: sono circospetti verso tutti gli altri. E perché sono circospetti? Perché, secondo loro, chiunque può rappresentare una minaccia per il loro prestigio. Se non stanno attenti, se abbassano la guardia, potrebbero permettere agli altri di sapere cosa sta realmente accadendo loro, di conoscere il loro vero sé, e il loro prestigio sarà allora insostenibile. Quindi, quando si imbattono in qualcuno che chiede loro informazioni sullo stato del loro lavoro e del loro dovere, o sul loro stato personale, nascondono ciò che possono e nascondono ciò che possono. Ciò che non riescono a nascondere, troveranno un modo per smussarlo, o si nasconderanno da te. Alcuni anticristi hanno un’indole bizzarra: sebbene vivano tra gli altri, non li vedrai avere interazioni normali con nessuno e non hanno comunicazioni normali con gli altri. Se ne stanno sempre in disparte, comparendo all’ora dei pasti e scomparendo di nuovo subito dopo. Sono sempre intenti a scomparire. Perché non interagiscono con gli altri? Dicono qualsiasi cosa alla loro famiglia, quindi perché non hanno niente da dire ai fratelli e alle sorelle? I non credenti hanno un detto: “Chi parla molto sbaglia molto”. Tali persone si attengono a questo principio; non permetteranno a loro stessi di parlare con noncuranza, poiché qualcosa di ciò che dicono potrebbe rivelare il loro gioco, smascherando una loro debolezza. Non si può sapere quale parola possa far sì che gli altri li guardino dall’alto in basso e sappiano cosa sta realmente accadendo loro, quindi fanno tutto il possibile per eluderli. Questa loro evasività è involontaria o c’è qualcosa al suo interno che la governa? C’è qualcosa che la governa. È una cosa giusta e onorevole oppure è losca? (È losca.) Naturalmente è losca. Questo non è l’unico modo in cui si comportano gli anticristi: la maggior parte delle volte non comunicano né interagiscono normalmente con gli altri; a volte, però, sono molto eloquenti e abili nel parlare, ma di cosa parlano? Qual è il loro contenuto? Predicano parole e dottrine, mettendosi in bella mostra. Dicono di poter svolgere un lavoro reale e risolvere problemi reali, quando in realtà non hanno alcuna reale competenza. Chiedi loro quali carenze hanno, se possiedono un’indole arrogante, e diranno: “Chi tra l’umanità corrotta non è arrogante?” Guardate: anche la loro arroganza ha un fondamento. Nessuno ne è immune, il che fa sembrare la loro arroganza del tutto legittima. Non ricercano mai la verità e sembrano non accorgersi che ci sono problemi o difficoltà nel lavoro. E tu non scoprirai la situazione reale facendo loro domande al riguardo. Quando non hanno niente da fare, se ne restano semplicemente seduti in silenzio; ogni volta che parlano, parlano delle loro qualifiche. Non si aprono mai; non parlano mai della ribellione o dei desideri stravaganti che hanno dentro di loro, o di come cercano di stringere accordi con Dio; non rivelano a chi hanno detto una bugia, o quali sono le loro ambizioni nello svolgere il lavoro. Non sollevano mai questi problemi; quando lo fanno gli altri, non sono interessati. Anche se interrogati su argomenti che rientrano nell’ambito del loro lavoro, parleranno brevemente in modo sbrigativo. In sostanza, chiunque entri in contatto con loro, per qualsiasi periodo di tempo, avrà grandi difficoltà, se vorrà saperne di più su qualsiasi cosa rientri nell’ambito del loro dovere, che riguardi il personale, la pratica professionale o lo stato di avanzamento dei lavori. Da qualsiasi angolazione la si approcci, sia che provi a far scivolare la tua domanda in modo indiretto, a porla direttamente, o a chiedere a qualcuno vicino a loro, non otterrai facilmente dei risultati. È molto faticoso. Non è forse una cosa infida? (Sì.) Perché è così faticoso ottenere da loro informazioni sulle cose così come sono? Perché tengono le cose così strettamente nascoste? Qual è il loro obiettivo? Vogliono mantenere al sicuro il loro prestigio e i loro mezzi di sostentamento. Pensano: “Non è stato facile acquisire questo prestigio e arrivare dove sono oggi: non sarebbe forse un problema per me, se dovessi rendermi ridicolo commettendo un errore in un momento di disattenzione? E poi, se la casa di Dio sapesse le cose brutte che ho fatto, chi può dire se si occuperebbero di me?” Per quanto tu parli di essere aperto, di essere una persona onesta e di svolgere un dovere lealmente, ciò riuscirà a convincerli? No. Per loro c’è un solo credo: chi parla troppo affonda la nave. Se racconti tutto agli altri, sei un incompetente, un buono a nulla! Questo è il loro credo. Questa è l’indole degli anticristi.

Qualunque lavoro un anticristo stia svolgendo, proibisce agli altri di intervenire o di indagare, e ancor più proibisce alla casa di Dio di sorvegliarlo. Qual è il suo obiettivo nel fare questo? Desidera principalmente controllare il popolo eletto di Dio, garantire il proprio prestigio e il proprio potere, il che significa garantire il proprio sostentamento. Questo è il suo obiettivo principale. Se siete leader o lavoratori, temete che la casa di Dio indaghi sul vostro lavoro e lo supervisioni? Avete paura che la casa di Dio scopra mancanze ed errori nel vostro lavoro e vi poti? Avete paura che, dopo aver conosciuto la vostra reale levatura e statura, il Supremo vi veda sotto una luce diversa e non vi consideri per una promozione? Se hai questi timori, ciò dimostra che le tue motivazioni non sono nell’interesse del lavoro della chiesa, che stai lavorando per la reputazione e il prestigio, e ciò dimostra che hai l’indole di un anticristo. Se hai l’indole di un anticristo, rischi di percorrere il cammino degli anticristi e di commettere tutto il male operato dagli anticristi. Se, nel tuo cuore, non hai alcun timore che la casa di Dio supervisioni il tuo lavoro e sei in grado di fornire risposte reali a ciò che il Supremo chiede e domanda, senza nascondere nulla, e dici tutto quel che sai, allora, indipendentemente dal fatto che quanto affermi sia giusto o sbagliato e a prescindere dalla corruzione che hai rivelato, persino se hai rivelato l’indole di un anticristo, non sarai assolutamente definito un anticristo. La chiave è se sei in grado di conoscere la tua indole di anticristo e di ricercare la verità al fine di risolvere tale problema. Se sei una persona che accetta la verità, la tua indole di anticristo può essere eliminata. Se sai bene di avere l’indole di un anticristo eppure non ricerchi la verità per eliminarla, se tenti addirittura di nascondere o di mentire riguardo a problemi che si verificano e ti sottrai alla responsabilità, e se non accetti la verità quando vieni sottoposto a potatura, allora questo è un problema grave, e tu non sei affatto diverso da un anticristo. Sapendo che hai l’indole di un anticristo, perché non osi affrontare la questione? Perché non la approcci con franchezza e dici: “Se il Supremo si informa sul mio lavoro, dirò tutto quello che so, e anche se le cose cattive che ho fatto vengono alla luce, e il Supremo non si serve più di me una volta che ne sia a conoscenza e io perdo il mio prestigio, dirò comunque chiaramente quello che ho da dire”? Il tuo timore della supervisione e delle verifiche sul tuo lavoro da parte della casa di Dio dimostra che hai a cuore il tuo prestigio più della verità. Questa non è forse l’indole di un anticristo? Tenere al prestigio più di ogni altra cosa è l’indole di un anticristo. Perché hai così tanto a cuore il prestigio? Quali vantaggi puoi ottenere dal prestigio? Se il prestigio ti causasse disastri, difficoltà, imbarazzo e dolore, continueresti ad averlo a cuore? (No.) Ci sono molti vantaggi che derivano dal prestigio, come l’invidia, il rispetto, la stima e l’adulazione da parte degli altri, nonché la loro ammirazione e riverenza. Il prestigio ti conferisce inoltre un senso di superiorità e di privilegio, che ti dà orgoglio e autostima. Inoltre, puoi godere di cose di cui gli altri non godono, come i vantaggi del prestigio e i trattamenti speciali. Queste sono le cose a cui non osi nemmeno pensare e che hai desiderato nei tuoi sogni. Hai a cuore queste cose? Se il prestigio è semplicemente vuoto, privo di alcun significato reale, e difenderlo non serve a nulla, allora non è forse sciocco averlo a cuore? Se riesci ad abbandonare cose come gli interessi e i piaceri della carne, allora la fama, il guadagno e il prestigio non saranno più un vincolo per te. Quindi, cosa bisogna risolvere prima dei problemi legati all’avere a cuore e al perseguire il prestigio? In primo luogo, bisogna capire la natura del problema di compiere il male e di ricorrere a inganni, camuffamenti e coperture, nonché del rifiutare la supervisione, le indagini e i controlli da parte della casa di Dio al fine di godere dei vantaggi del prestigio. Non si tratta forse di una palese resistenza e opposizione a Dio? Se riesci a capire la natura e le conseguenze della brama per i vantaggi del prestigio, il problema del perseguimento del prestigio sarà risolto. Se non riesci a discernere l’essenza del bramare i vantaggi del prestigio, questo problema non sarà mai risolto.

Collaborate con gli altri per svolgere il lavoro e adempiere i vostri doveri? Accettate la supervisione? Avete fatto qualcosa per impedire ad altri di intervenire o indagare? Se qualcuno indaga, gli opponete resistenza e dite: “Chi ti credi di essere per interferire nei miei affari? Possiedo un rango più elevato del tuo in termini di prestigio, e nel mio lavoro si fa come dico io. Il Supremo non ha indagato, quindi cosa dà a te il diritto di farlo?” Fate qualcosa del genere? Qual è l’indole principale degli anticristi? Conquistare il prestigio e bramare il potere; non fare nulla che vada a vantaggio del lavoro della casa di Dio, non fare nulla che derivi dalla considerazione dei suoi interessi, ma essere superficiali e ingannevoli, agire tanto per fare. Dall’esterno sembrano impegnati piuttosto intensamente nei loro compiti, ma guardate le cose che fanno: in primo luogo, non fanno progressi; in secondo luogo, sono inefficienti; in terzo luogo, non hanno grossi risultati: sono un disastro totale. C’è solo una cosa che non smettono mai di fare, ed è sfruttare l’opportunità offerta dal proprio lavoro per afferrare il potere e non lasciarlo più andare. Stanno bene finché hanno il potere. Qualunque sia il lavoro che fanno, abbia esso a che fare con una professione, con affari esterni, con competenze tecniche o con altri aspetti, non c’è trasparenza, a nessun livello. Questa mancanza di trasparenza è involontaria? No, ciò che è involontario non riguarda l’indole, ma ha a che fare con la mancanza di levatura e di conoscenza di come va svolto il lavoro. Perché allora dico che questa è l’indole di un anticristo? Perché tali individui agiscono intenzionalmente. Hanno un’intenzione dentro di loro: ti impediscono consapevolmente di venire a conoscenza di queste cose, e deliberatamente si nascondono da te ed evitano di incontrarti. Riducono al minimo i loro discorsi, la loro comunicazione e i loro scambi con te. Riducono al minimo l’esposizione di queste cose, così che tu non li biasimi sempre e non indaghi su di loro, così che tu non sappia troppo ciò che succede e non percepisca il loro vero volto. Ciò non è forse intenzionale? Non c’è un’intenzione in questo? Qual è la loro intenzione, qual è il loro e obiettivo? Vogliono ingannarti, bluffare per farsi strada; ti danno una falsa impressione e ti impediscono di sapere come stanno realmente le cose. In questo modo si assicureranno il loro prestigio, cosa che gli farà piacere. Non è forse questa la natura di un tale comportamento? (Sì.) È l’indole degli anticristi: ingannare, raggirare e nascondere le cose consapevolmente. E tutto è fatto in piena coscienza. DiteMi, quale programma di lavoro tiene le persone così occupate da non lasciare loro il tempo per incontrarsi con gli altri? Nessuno, giusto? Nessun programma di lavoro rende le persone così impegnate da non avere tempo per mangiare, dormire o incontrarsi con gli altri. Le cose non sono ancora così impegnative. È possibile ritagliarsi il tempo per queste cose. Quindi, perché queste persone non hanno tempo? Non vogliono incontrarsi con te; non vogliono che tu indaghi sul loro lavoro. Questa non è forse l’indole di un anticristo? (Sì.) Che genere di persone sono? Non sono forse miscredenti? Lo sono: ogni anticristo è un miscredente. Se non lo fossero, non esproprierebbero l’opera della casa di Dio, né controllerebbero coloro che seguono Dio con il proprio potere. Non farebbero cose del genere. Il primo comportamento dei miscredenti è che non hanno affatto un cuore che teme Dio. Tramano per i propri interessi, con il pretesto di credere in Dio; sono audaci e spericolati, senza alcuna paura. Il loro credere in Dio non è vera fede, ma uno slogan. Non hanno alcun timore di Dio nel loro cuore.

Quale atteggiamento adottano alcune persone non appena sentono dire che qualcuno intende intervenire e sorvegliare il loro lavoro? “Sorvegliare va bene. Accetto la supervisione. Anche indagare va bene, ma se tu mi sorvegli davvero, non avrò modo di progredire nel mio lavoro. Avrò le mani legate. Se tu hai sempre l’ultima parola e fai di me un esecutore, non sarò in grado di lavorare. ‘Ci può essere un solo maschio alfa’”. Questa non è forse una teoria? È una teoria degli anticristi. Che indole ha chi dice questo? È l’indole di un anticristo? Cosa significa: “Ci può essere un solo maschio alfa”? Non tollereranno nemmeno che sia il Supremo a indagare. Se il Supremo non indagasse, le tue azioni non violerebbero la verità? Faresti qualcosa di sbagliato a causa delle indagini? Il Supremo svierebbe il tuo lavoro? DiteMi, il Supremo dà indicazioni sul lavoro, indaga al riguardo e lo sorveglia per vederlo realizzato meglio, o peggio? (Meglio.) Ebbene, perché alcuni non accettano questo miglioramento nei risultati? (Sono governati dall’indole degli anticristi.) Esatto. È la loro indole di anticristi: non possono fare diversamente. Non appena qualcuno indaga sul lavoro di cui sono responsabili, ne sono infastiditi. Sentono che i loro interessi saranno distribuiti agli altri, così come il loro prestigio e il loro potere. Pertanto, si agitano. Hanno la sensazione che i loro piani e le loro procedure siano stati gettati nel caos. A loro andrà bene? Se il Supremo promuove qualcuno e fa sì che quella persona collabori con loro, penseranno: “Non avevo nessuna intenzione di servirmi di questa persona, ma il supremo insiste che è brava e l’ha promossa. La cosa non mi entusiasma. Come farò a lavorare in collaborazione con lei? Se il supremo se ne serve, me ne vado!” A parole dicono così, ma riusciranno davvero a rinunciare al loro prestigio? No, non ci riusciranno: quello che stanno facendo è provocatorio. Acconsentirebbero a lasciare che qualcuno svolga un lavoro che minacci il loro prestigio, che non li metta in risalto, che comprometta il loro attuale scenario? No, non lo farebbero. Quando il Supremo promuove o sostituisce qualcuno, per esempio, cosa pensano? “Che affronto! Non mi hanno nemmeno consultato. Dopo tutto, sono ancora un leader: perché non dicono niente a me, prima? È come se non contassi nulla!” Chi ti credi di essere? Questo è il tuo lavoro? In primo luogo, non è il tuo territorio; in secondo luogo, queste persone non ti seguono, quindi perché devi essere così importante per loro? Ciò è in linea con la verità? Quale verità? Esistono dei principi per la promozione e per la sostituzione di una persona da parte del Supremo. Perché il Supremo promuove qualcuno? Perché è necessario per il lavoro. Perché il Supremo sostituisce qualcuno? Perché non è più necessario per il lavoro: non è in grado di svolgerlo. Se non lo sostituisci e non permetti nemmeno al Supremo di farlo, non sei forse totalmente irragionevole? (Sì.) Alcuni dicono: “Se il supremo destituisce qualcuno, ciò mi farà perdere la faccia. Se vogliono sostituire qualcuno, dovrebbero dirmelo in privato, e lo farò. È il mio lavoro; fa parte delle mie competenze. Se lo sostituisco, mostrerò a tutti quanto sono perspicace nei confronti delle persone, e che posso svolgere un lavoro reale. Sarebbe un grande onore!” Voi la pensate così? Alcune persone ambiscono al buon nome e all’orgoglio, e forniscono giustificazioni come questa. Funzionerà? È logico? Da un lato, la casa di Dio svolge il proprio lavoro in conformità ai principi della verità; dall’altro lato, lavora in base alle circostanze. Non esiste che si parli di scavalcare i livelli gerarchici, soprattutto riguardo a promozioni e sostituzioni da parte del Supremo, o alle sue indicazioni e istruzioni su qualche progetto lavorativo: in questi casi, si tratta ancora meno di una questione di gerarchia scavalcata. Allora perché gli anticristi cercano questi “difetti”? Una cosa è certa: non comprendono la verità, quindi valutano il lavoro della casa di Dio con il loro cervello umano e in base ai processi che esistono nel mondo. Oltre a ciò, il loro obiettivo principale rimane l’autoconservazione; devono soddisfare il loro orgoglio, sono dolci ed eleganti in tutto ciò che fanno; non possono lasciare che le persone al sotto di loro vedano che essi hanno difetti o carenze. Fino a che punto manterranno le apparenze? Fino al punto in cui gli altri li vedranno impeccabili, privi di corruzione o di carenze. Gli altri riterranno giusto che il Supremo si serva di loro e che i fratelli e le sorelle li scelgano: sono persone perfette. Non vorrebbero forse che le cose andassero in questo modo? Questa non è l’indole di un anticristo? (Sì.) Sì, questa è l’indole di un anticristo.

La nostra condivisione di poco fa riguardava uno dei comportamenti principali degli anticristi: proibire agli altri di intervenire, di indagare o di sorvegliarli nel loro lavoro. Qualunque siano le disposizioni prese dalla casa di Dio per esaminare ulteriormente il loro lavoro, per saperne di più o per sorvegliarlo, impiegheranno ogni tipo di tecnica per contrastarle e respingerle. Per esempio, quando ad alcuni viene assegnato un progetto da parte del Supremo, passa un po’ di tempo senza che si verifichi alcun progresso. Non dicono al Supremo se ci stanno lavorando, come sta andando, o se sono intervenuti problemi o difficoltà. Non danno alcun feedback. Alcuni lavori sono urgenti e non possono essere ritardati, eppure loro se la prendono comoda, trascinano le cose per le lunghe senza completare il lavoro. Pertanto, il Supremo dovrà indagare. Quando il Supremo fa domande, loro trovano queste indagini insopportabilmente imbarazzanti e si oppongono in cuor loro: “Sono passati solo dieci giorni o poco più da quando mi è stato assegnato questo lavoro. Ancora non ho fatto nemmeno in tempo a orientarmi, e il Supremo sta già indagando. Le sue esigenze nei confronti delle persone sono semplicemente troppo elevate!” Ecco, vanno a cercare difetti nelle indagini. Qual è il problema qui? DiteMi, non è del tutto normale che il Supremo indaghi? Da un lato, desidera saperne di più sullo stato di avanzamento dei lavori e sulle difficoltà ancora da risolvere; oltre a ciò, vuole saperne di più sulla levatura delle persone a cui è stato assegnato il lavoro, e se esse saranno effettivamente in grado di risolvere i problemi e svolgere bene l’incarico. Il Supremo vuole conoscere i fatti così come sono e, la maggior parte delle volte, indaga in tal senso. Non è forse una cosa che dovrebbe fare? Il Supremo è preoccupato che tu non sappia come risolvere i problemi e non riesca a gestire il lavoro. Ecco perché indaga. Alcune persone oppongono resistenza e provano avversione verso tali indagini. Non sono disposte a lasciare che gli altri indaghino e, finché essi lo fanno, oppongono resistenza e sono diffidenti, rimuginando sempre: “Perché indagano continuamente e cercano di saperne di più? È perché non si fidano di me e mi guardano dall’alto in basso? Se non si fidano di me, allora non dovrebbero utilizzarmi!” Non capiscono mai le indagini e la supervisione del Supremo, ma vi oppongono resistenza. Le persone siffatte sono dotate di ragionevolezza? Perché non consentono al Supremo di indagare e di sorvegliarli? Inoltre, perché sono oppositivi e insolenti? Qual è il problema qui? A loro non importa se l’adempimento del loro dovere è efficace o se ostacolerà l’avanzamento del lavoro. Non ricercano le verità principi quando fanno il loro dovere, ma fanno quello che vogliono. Non si preoccupano dei risultati o dell’efficienza del lavoro, e non pensano affatto agli interessi della casa di Dio, tanto meno a ciò che Dio intende e richiede. Il loro pensiero è: “Ho i miei modi e le mie routine per fare il mio dovere. Non pretendere troppo da me e non richiedere che faccia le cose in modo troppo dettagliato. È già abbastanza che io riesca a fare il mio dovere. Non posso affaticarmi o soffrire troppo”. Non comprendono le indagini e i tentativi del Supremo di saperne di più sul loro lavoro. Cosa manca a questa loro carenza di comprensione? Non manca forse la sottomissione? Non manca il senso di responsabilità? La lealtà? Se fossero veramente responsabili e leali nello svolgimento del proprio dovere, respingerebbero le indagini del Supremo sul loro lavoro? (No.) Sarebbero in grado di comprenderle. Se proprio non riescono a comprenderle, c’è solo una possibilità: vedono il loro dovere come la loro vocazione e il loro mezzo di sostentamento, e lo sfruttano, considerando al tempo stesso il dovere che svolgono come una condizione e una merce di scambio tramite cui ottenere una ricompensa. Faranno semplicemente un po’ di lavoro di prestigio per cavarsela col Supremo, senza tentare minimamente di considerare l’incarico di Dio come un loro dovere e un loro obbligo. Quindi, quando il Supremo fa domande sul loro lavoro o lo sorveglia, entrano in uno stato d’animo di repulsione e resistenza. Non è così? (Sì.) Da dove deriva questo problema? Qual è la sua essenza? Il loro atteggiamento nei confronti del progetto lavorativo è sbagliato. Pensano solo agli agi e alle comodità della carne, al proprio prestigio e al proprio orgoglio, invece di pensare all’efficacia del lavoro e agli interessi della casa di Dio. Non cercano affatto di agire secondo le verità principi. Se davvero possedessero un po’ di coscienza e di ragionevolezza, sarebbero in grado di comprendere le indagini e la supervisione del Supremo. Sarebbero capaci di dire, dal cuore: “È una buona cosa che il Supremo stia indagando. Altrimenti, agirei sempre secondo la mia volontà personale, il che ostacolerebbe l’efficacia del lavoro, o addirittura lo manderebbe all’aria. Il Supremo condivide e controlla le cose, e ha effettivamente risolto dei problemi reali: che cosa grandiosa!” Ciò dimostrerebbe che sono persone responsabili. Hanno paura che, affrontando il lavoro da soli, se si verificasse un errore o un incidente e ciò causasse una perdita per il lavoro della casa di Dio a cui non ci sarebbe modo di rimediare, sarebbe una responsabilità che non potrebbero sopportare. Questo non è forse senso di responsabilità? (Sì.) È senso di responsabilità ed è un segno che stanno tenendo fede alla loro lealtà. Cosa passa per la mente delle persone che non permettono agli altri di indagare sul loro lavoro? “Questo lavoro è affar mio, visto che è stato assegnato a me. Sono io a decidere riguardo ai miei affari; non ho bisogno che qualcun altro venga coinvolto!” Considerano le cose da soli e fanno ciò che vogliono, come viene dettato dalla loro personalità. Fanno tutto ciò che può portar loro vantaggi, a nessuno è permesso chiedere informazioni o di conoscere il reale stato delle cose. Se chiedi loro: “Come va con questo incarico?” Ti diranno: “Aspetta”. Se poi chiedi: “Come sta procedendo?” Ti diranno: “Ci sono quasi”. Qualunque cosa tu chieda loro, diranno solo una parola o due. Lasceranno uscire solo un paio di parole alla volta, niente di più: non ti concederanno nemmeno una frase precisa e specifica. Non trovi disgustoso parlare con persone così? È ovvio che non vogliono dirti altro. Se fai ulteriori domande, diventano impazienti: “Continui a chiedere sempre quella minuzia, come se non riuscissi a portare a termine le cose, come se non fossi tagliato per l’incarico!” Semplicemente, costoro non sono disposti a lasciare che gli altri facciano domande. E se continui a interrogarli, diranno: “Cosa sono io per te, un asino o un cavallo da comandare? Se non ti fidi di me, non utilizzarmi; se mi utilizzi, devi fidarti di me, e fidarsi di me significa che non dovresti sempre indagare!” Questo è il tipo di atteggiamento che hanno. Considerano il programma di lavoro che devono fare? (No.) Gli anticristi non considerano il lavoro come un loro dovere, ma come una merce di scambio con cui ottenere benedizioni e una ricompensa. Si accontentano semplicemente di offrire manodopera, che vorrebbero scambiare con delle benedizioni. Ecco perché lavorano con un atteggiamento superficiale. Da un lato, non vogliono che gli altri intervengano con il loro lavoro per preservare la loro dignità e il loro orgoglio. Credono che il dovere che svolgono e il lavoro che fanno appartengano a loro personalmente, che siano loro questioni private. Ecco perché non permettono agli altri di intervenire. D’altro lato, se svolgono bene il lavoro, possono rivendicarne il merito e chiedere di essere ricompensati. Se qualcuno intervenisse, il merito non andrebbe più soltanto a loro. Hanno paura che gli altri sottraggano loro il merito. Ecco perché non acconsentono assolutamente all’intervento degli altri nel loro lavoro. Le persone come gli anticristi non sono forse egoiste e vili? Qualunque sia il dovere che svolgono, è come se si occupassero dei loro affari privati. Costoro non permetteranno agli altri di intervenire o di partecipare, non importa come vada quando fanno qualcosa da soli. Se la fanno bene, permetteranno che il merito vada soltanto a loro, per non lasciare che qualcun altro rivendichi una parte del merito e dei risultati del lavoro. Non è problematico? Che indole è? È l’indole di Satana. Quando Satana agisce non permette l’intervento di nessun altro, vuole avere l’ultima parola su tutto ciò che fa e controllare ogni cosa, e nessuno può supervisionare né fare indagini. Se qualcuno interferisce o interviene, questo è ancora meno ammissibile. È così che agisce un anticristo: qualunque cosa faccia, a nessuno è permesso fare indagini e, qualunque sia il modo in cui l’anticristo opera dietro le quinte, a nessuno è permesso intervenire. Questo è il comportamento degli anticristi. Si comportano così perché da un lato hanno un’indole estremamente arrogante e dall’altro sono estremamente privi di ragionevolezza. Mancano completamente di sottomissione e non permettono a nessuno di controllarli o di ispezionare il loro lavoro. Queste sono davvero le azioni di un demone, e sono completamente diverse da quelle di una persona normale. Chiunque lavori ha bisogno della collaborazione degli altri, ha bisogno dell’assistenza, dei suggerimenti e della collaborazione degli altri e, anche se c’è qualcuno che supervisiona o controlla, questo non è un male, è necessario. Se in una parte del lavoro si verificano degli errori che vengono identificati dalle persone che sorvegliano e prontamente corretti, evitando così perdite nel lavoro, non è forse un grande aiuto? E così, quando le persone intelligenti fanno qualcosa, apprezzano il fatto di essere supervisionate, osservate e sottoposte a indagini da parte di altre persone. Se per caso si verifica un errore e queste altre persone sono in grado di evidenziarlo e di correggerlo prontamente, questo non è forse un esito fortemente auspicato? Nessuno al mondo può fare a meno dell’aiuto degli altri. Solo le persone affette da autismo o da depressione amano stare da sole, e non essere in contatto e non comunicare con gli altri. Quando le persone soffrono di autismo o di depressione, non sono più normali. Non riescono più a controllarsi. Se alcune persone possiedono mente e ragionevolezza normali, ma semplicemente non vogliono comunicare con gli altri, e non vogliono che nessun altro sappia nulla di ciò che fanno, vogliono fare le cose in segreto, in privato, operare dietro le quinte, e non ascoltano nulla di ciò che dicono gli altri, allora queste persone sono anticristi, non è vero? Sono anticristi.

Una volta, quando ho incontrato il leader di una chiesa, gli ho chiesto come stava procedendo lo svolgimento dei doveri da parte dei fratelli e delle sorelle. Gli ho chiesto: “C’è qualcuno attualmente che disturba la vita della chiesa, al suo interno?” Indovinate cosa ha risposto? “Le cose vanno bene; è tutto ok.” Io gli ho chiesto: “In che modo la sorella tal dei tali sta svolgendo il suo dovere?” Lui ha detto: “Bene”. Poi gli ho chiesto: “Da quanti anni crede in Dio?” Lui ha detto: “Va bene”. Io ho detto: “Questo tavolo non dovrebbe stare qui; va spostato”. Lui ha detto: “Ci penserò”. Io ho detto: “Questo appezzamento di terra non ha bisogno di essere annaffiato?” Lui ha detto: “Condivideremo su questo”. Io ho detto: “Questo è il raccolto che avete piantato su questo terreno quest’anno. Pianterete la stessa cosa l’anno prossimo?” Ha detto: “Il nostro gruppo decisionale ha dei progetti”. Questo è il genere di risposte che mi ha dato. Che sensazione vi suscita ascoltarle? Ci capite qualcosa? Ottenete qualche informazione? (Assolutamente nessuna.) Riesci subito a capire che ti sta raggirando, che ti sta prendendo per un idiota, per un estraneo. Non sa esattamente chi sia l’estraneo; i non credenti lo chiamano “un ospite che si comporta da padrone di casa”. Non conosce la propria identità. Io gli ho detto: “Qui ci vivono moltissime persone e l’aria non circola bene. Dovresti mettere un ventilatore, altrimenti farà troppo caldo qui dentro e qualcuno potrebbe avere un colpo di calore”. Lui ha detto: “Ne parleremo”. Riguardo a tutto ciò che gli ho detto, lui doveva discuterne, condividere e pensarci su. Qualunque disposizione Io abbia dato, qualunque cosa abbia detto, non ha avuto alcun valore per lui. A suo avviso non si trattava di disposizioni o ordini, e non li metteva in pratica. Che cosa riteneva dunque che fossero le Mie parole? (Suggerimenti da valutare.) Gli stavo forse dando suggerimenti da valutare? No, gli stavo dicendo cosa avrebbe dovuto fare, cosa doveva fare. Forse non capiva quello che dicevo? Se è così, allora non era uno stupido che non sapeva quale fosse la sua identità o quale dovere stesse svolgendo. Là vivevano moltissime persone, senza aria condizionata e senza che gli ambienti fossero ben arieggiati. Quanto intelligente poteva mai essere, se non installava un ventilatore? Doveva andarsene a casa subito: è un rifiuto umano e la casa di Dio non ha bisogno di rifiuti. Le persone non sanno tutto di qualunque cosa, ma possono imparare. Ci sono alcune cose che non capisco, quindi ne discuto con gli altri: “Quale pensi sia un buon modo di procedere? Sei libero di offrire i tuoi suggerimenti”. Se alcune persone pensano che un certo modo sia il migliore, io dico: “Va bene, facciamo come dici tu. In ogni caso, non ho ancora pensato a cosa dovremmo fare. Faremo come dici tu”. Non è questo il modo di pensare dell’umanità normale? Questo è ciò che significa andare d’accordo con gli altri. Nell’andare d’accordo con gli altri, le persone non devono fare distinzione tra chi è superiore o inferiore, o tra chi è al centro dell’attenzione e chi no, o tra chi ha l’ultima parola sulle cose e chi no. Non c’è bisogno di fare queste distinzioni: chiunque proponga un modo giusto e in accordo con le verità principi, va ascoltato. Siete in grado di farlo? (Sì.) Ci sono alcune persone che non lo sono. Gli anticristi non lo sono: insistono per avere l’ultima parola, niente di meno. Che genere di cosa è questa? Ciò che gli altri suggeriscono non funzionerà, per loro, anche se è ragionevole; sanno che è giusto e ragionevole, ma non accettano nulla di ciò che viene proposto da qualcun altro: sono felici finché sono loro a proporre qualcosa. Anche in tale questione minima, lottano per la supremazia. Che indole è questa? L’indole di un anticristo. Danno un valore eccessivo al prestigio, alla fama e all’orgoglio. Quanto valore? Per loro, queste cose sono più importanti della loro vita: salvaguarderanno il loro prestigio e la loro fama anche a costo della vita.

Gli anticristi proibiscono agli altri di intervenire, indagare o sorvegliarli in ogni lavoro che fanno, e questa proibizione si manifesta in diversi modi. Uno è il rifiuto, puro e semplice. “Smetti di interferire, di indagare e di supervisionarmi quando lavoro. Qualsiasi lavoro io svolga è una mia responsabilità, ho un’idea di come farlo e non ho bisogno di nessuno che mi gestisca!”. Questo è un vero e proprio rifiuto. Un’altra manifestazione è fingersi ricettivi, dicendo: “Ok, condividiamo e vediamo come va svolto il lavoro”; ma, quando gli altri iniziano davvero a indagare e a cercare di saperne di più sul loro lavoro o fanno notare qualche problema e danno qualche suggerimento, qual è l’atteggiamento degli anticristi? (Non sono ricettivi.) Esatto: semplicemente si rifiutano di accettare, trovano pretesti e scuse per rifiutare i suggerimenti degli altri, trasformano lo sbagliato in giusto e il giusto in sbagliato, ma in realtà, in cuor loro, sanno che stanno forzando la logica, che la loro è aria fritta, che ciò che stanno dicendo è solo teoria, che le loro parole non hanno nulla della realtà di ciò che dicono gli altri. Eppure, per proteggere il loro prestigio, e sapendo bene di avere torto e che gli altri hanno ragione, continuano a trasformare l’altrui ragione in torto e il proprio torto in ragione e continuano in questo modo, senza permettere che, dove loro agiscono, le cose corrette e in linea con la verità vengano introdotte o attuate. Non trattano forse il lavoro della chiesa come un gioco, come uno scherzo? Non si rifiutano di accettare le indagini e la supervisione? Non esprimono sfrontatamente questo loro “divieto”, dicendoti: “Non ti è permesso interferire con il mio lavoro”. Non è così che appare ciò che fanno, ma questa è la loro mentalità. Useranno alcuni trucchi, e dall’esterno sembreranno molto devoti. Diranno: “Sì dà il caso che abbiamo bisogno di aiuto, quindi ora che sei qui, condividi un po’ con noi!” Il loro leader di livello superiore li crederà sinceri, quindi condividerà con loro, raccontando loro le cose come stanno. Una volta che hanno ascoltato il leader, inizieranno a pensare: “Questo è il modo in cui tu vedi le cose – beh, dovrò discuterne con te, per contestare e confutare il tuo punto di vista. Ti farò vergognare”. Questo è un atteggiamento di accettazione? (No.) Che atteggiamento è, allora? Equivale a rifiutare di accettare che gli altri intervengano, indaghino o li sorveglino nel lavoro che svolgono. Dato che gli anticristi agirebbero così, perché allora mostrano agli altri una falsa facciata e simulano un atteggiamento di accettazione? Il fatto che vogliano ingannare le persone in questo modo dimostra quanto siano astuti. Hanno paura che gli altri capiscano a fondo chi sono. Al momento, in particolare, ci sono alcune persone dotate di un certo discernimento, quindi se un anticristo rifiutasse la supervisione e l’aiuto degli altri in modo diretto, tali persone sarebbero in grado di riconoscerlo e di capirlo a fondo. In tal modo, egli perderebbe il suo orgoglio e il suo prestigio, e non sarebbe facile per lui essere eletto leader o lavoratore in futuro. Quindi, quando un leader di livello superiore controlla il lavoro degli anticristi, essi fingono di accettarlo, dicendo cose piacevoli e assecondanti, così che tutti pensino: “Guarda il nostro leader quanto è devoto, quanto è alla ricerca della verità! Si prende cura delle nostre vite e del lavoro della chiesa. Si assume la responsabilità nello fare il proprio dovere. Alle prossime elezioni sceglieremo di nuovo lui”. Quello che nessuno si aspetta è che, una volta che il leader di livello superiore se ne sarà andato, l’anticristo dirà qualcosa come: “Quello che ha detto la persona che ha controllato il lavoro andava bene, ma non è necessariamente adeguato alle condizioni della nostra chiesa. In ogni chiesa le cose sono diverse. Non possiamo accettare interamente ciò che ha detto: dobbiamo considerarlo alla luce della nostra situazione reale. Non possiamo limitarci ad applicare regole in modo meccanico!” E tutti se ne vanno pensando che sia giusto. Non sono forse stati fuorviati? Da una parte, gli anticristi pronunciano belle parole e fingono di accettare la supervisione degli altri; subito dopo, iniziano l’opera interiore di fuorviamento e di lavaggio del cervello. Mettono in atto simultaneamente le due parti di questo approccio. Utilizzano dei trucchi? Molti, in verità! In apparenza, pronunciano belle parole e fingono accettazione, facendo credere a tutti che si sentono pienamente responsabili del lavoro, che possono rinunciare al loro status e al loro prestigio, che non sono autoritari, ma riescono ad accettare la supervisione da parte del Supremo o di altri, e così facendo, “chiariscono” ai fratelli e alle sorelle i pro e i contro delle cose, e “chiariscono” le varie situazioni. Qual è il loro scopo? Non accettare che gli altri intervengano, indaghino o sorveglino, e far credere a fratelli e sorelle che il proprio comportamento sia giustificato, corretto, in linea con le disposizioni lavorative della casa di Dio e conforme ai principi di azione, e che, in quanto leader, si attengano ai principi. In realtà, solo poche persone nella chiesa capiscono la verità; la maggioranza è indubbiamente incapace di discernimento, non riesce a vedere questo anticristo per quello che è davvero, e ne viene naturalmente fuorviata. Alcune persone, per esempio, passano una notte insonne per qualche motivo particolare. Passano tutta la notte senza dormire. Esistono due categorie di persone, in cui la mancanza di sonno si manifesta in due modi diversi. Chi appartiene alla prima, trova l’occasione di dormire un po’ appena può. Non fa sapere agli altri che non ha dormito. Questa è una situazione, un modo in cui stanno le cose. Non c’è alcuna intenzione dietro. Le persone dell’altra categoria fanno un pisolino all’ora dei pasti e dicono a tutti: “La notte scorsa non ho dormito!” Qualcuno chiede: “Perché?” E loro dicono: “C’è stato un incontro online e ho riscontrato alcuni problemi nel lavoro. Sono rimasto sveglio tutta la notte per risolverli”. Vanno avanti così, incessantemente, proclamando di non aver dormito tutta la notte. Erano riluttanti a restare svegli tutta la notte? Perché stanno dando spiegazioni al gruppo? C’è qualcosa, in quella spiegazione? Qual è il loro obiettivo? Vogliono informare il mondo intero di quello che hanno fatto, per paura che gli altri non lo sappiano. Vogliono che tutti sappiano che hanno sofferto, che sono rimasti svegli tutta la notte, che sono disposti a pagare un prezzo per la loro fede in Dio, che non bramano il benessere. In tal modo intendono conquistare la simpatia e l’approvazione dei fratelli e delle sorelle. Comprano il cuore delle persone tramite questa prestazione superficiale e, così facendo, inducono gli altri a stimarli e acquisiscono fama nei loro cuori. Una volta ottenuto il prestigio, sono certi di parlare con autorità. E quando parleranno con autorità, non potranno forse godere del trattamento speciale che accompagna il prestigio? (Sì.) Pensi che abbiano colto bene questa opportunità? Voi dite agli altri quando non avete dormito o se siete rimasti alzati fino a tardi? (Lo abbiamo fatto.) Quando lo avete fatto, è stato involontario o c’era qualche intenzione dietro? L’avete detto a qualcuno con disinvoltura, o avete fatto un grande proclama, inscenando uno spettacolo? (Con disinvoltura.) Se viene detto con disinvoltura, non c’è alcuna intenzione dietro; non implica un problema di indole. Dirlo intenzionalmente o in modo involontario è sicuramente indice di una natura diversa. Quando un anticristo agisce, qual è la motivazione dietro ciò che sta facendo, sia che all’apparenza accetti l’intervento e le indagini degli altri, sia che le rifiuti completamente, indipendentemente da quale dei due approcci adotti? Si sta aggrappando al prestigio e al potere, e non li lascerà andare. Non è forse questa la sua motivazione? (Sì.) Esatto: non permetterà nel modo più assoluto che il suo potere, il suo prestigio e la sua fama, conquistati con fatica, scivolino via in un modo tanto casuale, in un momento di disattenzione; non permetterà a nessuno di indebolire la sua forza e la sua influenza intervenendo nel suo lavoro o indagando al riguardo. Crede che svolgere un dovere, intraprendere un programma di lavoro, non sia realmente un dovere, e che non abbia bisogno di svolgerlo come se fosse un obbligo, ma che significhi piuttosto essere in possesso di un certo potere, avere alcune persone sotto il proprio comando. Crede che, detenendo il potere, non dovrà più consultarsi con nessuno, ma avrà la possibilità e il potere di essere al comando. Questo è il tipo di atteggiamento che un anticristo ha nei confronti del dovere.

Ci sono altri che, quando il Supremo indaga sul loro lavoro, si limitano a recitare una parte. Offrono una prestazione superficiale e fanno domande su questioni frivole, come se fossero persone che ricercano la verità. Se si verifica un incidente che costituisce chiaramente un intralcio o un disturbo, per esempio, chiederanno al Supremo se sia necessario occuparsi della persona che lo ha causato. Una cosa del genere non fa forse parte del loro lavoro? (Sì.) Qual è il loro scopo, nel chiedere ciò al Supremo? Intendono mostrati una facciata di loro stessi, per mostrarti che se fanno domande persino su simili questioni, è la prova che non sono pigri, che stanno lavorando. Stanno solo mostrando una maschera per fuorviarti. Il fatto è che hanno dei problemi reali nel loro cuore, e non sanno come condividere sulla verità per risolverli, né quali principi dovrebbero mettere in pratica. Ci sono cose che sono loro oscure, sia nell’occuparsi delle persone che nel gestire gli affari, ma non chiedono né ricercano mai al riguardo. Dato che non hanno certezze su queste cose in cuor loro, non dovrebbero dunque chiedere al Supremo riguardo a esse? (Sì.) Non ne sono sicuri e non riescono a capirle a fondo, ma continuano ad agire alla cieca: quali saranno le conseguenze? Riescono a prevedere cosa accadrà? Saranno in grado di assumersi la responsabilità delle conseguenze? No. Allora perché non chiedono riguardo a queste cose? Ci sono delle riflessioni, dietro il rifiuto di fare domande. Una riguarda la paura che il Supremo li scopra: “Se non riesco nemmeno a gestire questa faccenda banale e se devo chiedere informazioni al riguardo, il supremo penserà che la mia levatura non è molto buona. Ciò non permetterà forse al Supremo di capirmi a fondo?” Riflettono anche sul fatto che se chiedessero al Supremo e la Sua decisione fosse in disaccordo e in conflitto con il loro modo di vedere, avrebbero difficoltà a fare una scelta. Se non fanno quello che dice il Supremo, Egli dirà che stanno violando i principi lavorativi; se lo fanno, ciò comporterà una perdita per i loro stessi interessi. Quindi non chiedono. Questo non è forse frutto di un’attenta valutazione? (Sì.) Esatto. Che genere di persone fanno queste valutazioni? (Gli anticristi.) Si tratta davvero di anticristi. In ogni cosa, che chiedano o meno informazioni al riguardo, che la esprimano o semplicemente la pensino, non ricercano la verità né considerano quella cosa in base ai principi: mettono al primo posto i propri interessi. Hanno in cuor loro una lista delle cose sulle quali al Supremo è permesso indagare e che può sapere, e una lista delle cose che non vogliono che il Supremo sappia affatto. Hanno delimitato quelle aree e le hanno divise in due categorie. Parleranno superficialmente con il Supremo di questioni insignificanti che non rappresentano una minaccia per il loro prestigio, per cavarsela con Lui; ma riguardo alle cose che potrebbero minacciare il loro prestigio, non diranno una sola parola. E se il Supremo fa domande su queste cose, cosa faranno? Useranno poche parole per darla a bere; diranno: “Va bene, ne discuteremo… continueremo a cercare…” Ti offriranno una manciata di affermazioni, senza nulla che possa essere letto come opposizione. In apparenza sono piuttosto sottomessi, ma in realtà hanno fatto i loro calcoli. Non hanno alcuna intenzione di lasciare che sia il Supremo a condurre il gioco; non hanno alcuna intenzione di chiedere consiglio al Supremo e lasciare che sia Lui a prendere le decisioni, o di ricercare affinché Egli indichi loro un qualche cammino. Non hanno in programma niente del genere. Non vogliono permettere al Supremo di intervenire o di sapere cosa sta realmente accadendo. Una volta che Egli lo saprà, dunque, quale minaccia rappresenterà per loro? (Non saranno più sicuri del loro prestigio.) Non solo non saranno più sicuri del loro prestigio, ma i loro piani e i loro obiettivi non saranno più realizzabili, quindi essi non saranno più legittimati nelle loro malefatte; non saranno più in grado di seguire i propri piani in modo legittimo, aperto e sfacciato. Questo è il problema che dovranno affrontare. SSono quindi in grado di determinare come agire in un modo che li avvantaggi? Avranno fatto sicuramente le loro riflessioni e i loro calcoli al riguardo. Anche voi vi trovate ad affrontare queste cose? Cosa ne pensate, quindi? Come le gestite? Vi farò un esempio. Una volta c’era un tipo che era diventato leader e si era lasciato prendere la mano; amava sempre mettersi in mostra davanti agli altri per guadagnarne la stima. Si imbatté in un non credente che conosceva, che voleva chiedere soldi in prestito. Il non credente perorò la propria causa in modo così pietoso che il leader, d’impulso, nell’eccitazione del momento, acconsentì, dopo di che pensò, placido e senza remore: “Sono il leader della chiesa, dovrei avere l’ultima parola riguardo ai soldi della chiesa. Quando si tratta di cose che appartengono alla casa di dio, alla chiesa e alle offerte, sono io ad avere l’incarico, quindi si fa come dico io. Sono io a gestire le finanze, e anche le questioni relative al personale: ho io l’ultima parola su tutto!” E così prestò il denaro della casa di Dio a un non credente. Dopo averlo fatto, si sentì un po’ a disagio e valutò se fosse il caso di dirlo al Supremo. Se l’avesse fatto, il Supremo avrebbe potuto non dare il proprio consenso alla questione, quindi iniziò a fabbricare bugie e a trovare scuse con cui ingannarLo. Il Supremo condivise con lui sulle verità principi, ma egli non vi prestò attenzione. È così che commise la malefatta di appropriarsi indebitamente delle offerte. Perché una persona del genere dovrebbe azzardarsi a fare progetti riguardo alle offerte? Tu sei un semplice leader della chiesa: hai forse il diritto di gestire le offerte? Hai forse l’ultima parola su questioni relative alle offerte e alle finanze? Come dovresti considerare le offerte di Dio, se sei una persona dotata di umanità e ragionevolezza normali, che persegue la verità? Le questioni relative alle offerte non dovrebbero forse essere riferite al Supremo, per vedere cosa decide la casa di Dio? Il Supremo non ha forse il diritto di essere informato su una questione così importante? Sì. Questo è una cosa che dovresti avere ben chiara in cuor tuo, questa è la ragionevolezza che dovresti possedere. Quando si tratta di questioni finanziarie, grandi e piccole che siano, il Supremo ha il diritto di sapere. Una cosa è se non ti chiede niente, ma una volta che lo fa, devi rispondere in modo sincero e sottometterti a qualunque cosa Egli decida. Non è questo il genere di ragionevolezza che dovresti avere? (Sì.) Tuttavia, gli anticristi sono capaci di fare ciò? (No.) Questa è la differenza tra gli anticristi e le persone normali. Se pensano che ci sia il cento per cento di possibilità che il Supremo non acconsenta alla cosa e che il loro orgoglio venga danneggiato, gli anticristi escogiteranno ogni modo per tenerla nascosta, per evitare che il Supremo ne venga a conoscenza. Daranno anche una lavata di capo ai loro sottoposti, diranno: “Se qualcuno rivela questa cosa, è contro di me. Mi sentirà! Accada quel che accada, se la vedrà con me!” E dopo aver udito queste parole minacciose, nessuno osa denunciare la cosa al Supremo. Perché si comportano così? Pensano: “Questo rientra nell’ambito della mia autorità. Ho il diritto di impiegare e distribuire le persone, il denaro e i materiali che si trovano nell’ambito della mia giurisdizione!” Quali sono i loro principi nell’impiegare e distribuire? Organizzano a loro piacimento, utilizzano ed elargiscono denaro e materiali in modo arbitrario, senza aderire ad alcun principio, sperperano e sprecano queste risorse indiscriminatamente, e nessun altro ha il diritto di interferire: devono avere l’ultima parola su tutto. Non è così che la pensano? Naturalmente, non lo dicono ad alta voce, in termini così espliciti, ma nel loro cuore, è assolutamente quello che pensano: “A che serve ricoprire una carica? Non è tutta una questione di soldi, di avere cibo e vestiti? Ora, sono io in carica; ho io quel prestigio. Non sarebbe stupido da parte mia non sfruttare il mio potere per fare ciò che mi pare?” Non è questo ciò che credono? (Sì.) È perché hanno una tale indole e credono ciò, che si azzarderebbero a nascondere una simile questione senza il minimo scrupolo, incuranti di qualsiasi conseguenza, con ogni modo e mezzo possano concepire. Non è così? (Sì.) Non valutano se la cosa sia giusta o no, o quale sia la cosa corretta da fare, o quali siano i principi. Non considerano questi elementi; la loro unica preoccupazione è chi si prenderà cura dei loro interessi. Gli anticristi sono cose insidiose, egoiste e vili! Quanto sono vili? Ciò può essere riassunto in una sola parola: sono spudorati! Quelle persone non sono tue, né lo sono quelle cose, e ancor meno quei soldi, eppure vorresti prenderli come tuoi per disporne a tuo piacimento. Gli altri non hanno nemmeno il diritto di sapere qualcosa al riguardo; anche se sperperi e sprechi quelle cose, gli altri non hanno il diritto di indagare. Fino a che punto ti sei spinto? Fino alla spudoratezza! Questo comportamento non è forse spudorato? (Sì.) È il comportamento di un anticristo. Esiste una linea che le persone medie non oltrepassano, quando si tratta di soldi? Pensano che quelle siano le offerte di Dio, e le offerte vengono date a Dio dal Suo popolo eletto, quindi appartengono a Lui: sono i Suoi “beni personali”, come alcuni potrebbero dire. Ciò che appartiene a Dio non appartiene alla gente comune, né a nessuna persona. Chi è il Padrone della casa di Dio? (Dio.) Esatto, è Dio. E cosa comprende la casa di Dio? Comprende il Suo popolo eletto in ogni chiesa, e tutte le risorse e le proprietà di ogni chiesa. Tutte queste cose appartengono a Dio. Non appartengono assolutamente a una sola persona, e nessuno ha il diritto di appropriarsene. Un anticristo la penserebbe così? (No.) Egli crede che le offerte appartengano a chi le gestisce, a chi ha la possibilità di trarne profitto; pensano che, se qualcuno è un leader, ha il diritto di goderne. Ecco perché gli anticristi perseguono costantemente il prestigio con tutte le loro forze. Una volta ottenutolo, tutte le loro speranze finalmente si realizzano. Perché perseguono il prestigio? Se venisse loro permesso di guidare scrupolosamente il popolo eletto di Dio, con dei principi alla base delle loro azioni, ma non di toccare le proprietà della chiesa o le offerte di Dio, sarebbero ugualmente così attivi nella loro scalata verso l’alto? Assolutamente no. Attenderebbero passivamente e lascerebbero che le cose facessero il loro corso. Penserebbero: “Se verrò eletto, farò il mio lavoro e svolgerò bene il mio dovere; se no, non leccherò i piedi a nessuno. Non dirò né farò nulla al riguardo”. È proprio perché gli anticristi pensano che, come leader, una persona abbia il diritto di comandare e godere di tutte le proprietà della chiesa, che si lambiccano il cervello nel tentativo di raggiungere una posizione elevata, fino al punto di diventare spudorati, per ottenere prestigio e godere di tutto ciò che esso comporta. Cosa significa essere spudorati? Significa fare cose disonorevoli: ecco cosa significa essere spudorati. Se qualcuno dicesse loro: “Ciò che stai facendo è davvero disonorevole!”, a loro non importerebbe, anzi, penserebbero: “Cosa c’è di disonorevole in questo? A chi non piace il prestigio? Sai come ci si sente a possederlo? Ad avere il controllo del denaro? Conosci quella gioia? Conosci quel senso di privilegio? Lo hai assaporato?” È così che gli anticristi vedono il prestigio, nei recessi del loro cuore. Una volta che un anticristo ottiene il prestigio, vorrà avere il controllo su tutto. Prenderà il controllo anche delle offerte di Dio. Desidera avere l’ultima parola su ogni parte del lavoro della chiesa che richieda l’impiego di denaro, senza mai consultare il Supremo. Diventa padrone dei soldi della casa di Dio, e la casa di Dio diventa cosa sua. Ha il diritto di dire l’ultima parola, di decidere cosa accade, di darne a questa e quella persona a suo piacimento, di ordinare come spenderne ogni piccola parte. Con le offerte di Dio, non agisce mai con attenzione e cautela, secondo i principi; al contrario, è estremamente spendaccione, e la sua parola è quella che conta. Un simile individuo è un vero anticristo.

Una volta c’era un individuo che in segreto si appropriava indebitamente delle offerte di Dio, il che è un problema serio. Non è una trasgressione ordinaria; è un problema che riguarda la natura essenza. Quando interagiva con i non credenti nella gestione di alcuni affari, costui continuava a mettersi in mostra per far credere alla gente di avere denaro e potere. Di conseguenza, alcune persone gli hanno chiesto di prestare loro dei soldi. Costui non solo non le ha respinte, ma si è addirittura impegnato a prestare loro del denaro, utilizzando tattiche ingannevoli contro la casa di Dio. Quell’individuo aveva un problema serio. In una questione così importante, dovresti riferire al Supremo e spiegare i fatti; non puoi gestire le persone utilizzando le offerte di Dio per amore del tuo credito e del tuo orgoglio. È così che una persona razionale con un cuore che teme Dio gestirebbe tali questioni quando si trova ad affrontarle. È così che fanno gli anticristi? Perché vengono chiamati anticristi? Perché non hanno minimamente un cuore che teme Dio; fanno quello che vogliono, relegando Dio, la verità e le Sue parole in un angolo della loro mente. Non hanno alcuna vera sottomissione a Dio, ma mettono al primo posto i propri interessi, la propria fama, il proprio guadagno e il proprio prestigio. Impiegano mezzi ingannevoli per fuorviare i leader e i lavoratori della chiesa, per prestare così denaro ai non credenti. Sono forse soldi loro? Con poche parole, li prestano ad altri: ciò non equivale forse a fare un dono con le offerte di Dio? Questa è una cosa che fanno gli anticristi e alcuni hanno effettivamente compiuto azioni del genere. Per riuscire a farle, devono possedere un’indole audace, terribilmente arrogante e anche piuttosto insidiosa. È evidente, inoltre, che sono stupidi, stupidi all’ennesima potenza: sono destinati a cadere nella loro stessa trappola. DiteMi, come dovrebbero essere gestite queste persone? (Dovrebbero essere espulse.) Tutto qui? Espulse? Chi ripagherà le perdite? Bisogna obbligarle a pagare un risarcimento, e poi espellerle. Gli anticristi non sono forse sfacciati, per riuscire a fare una cosa del genere? In cosa differiscono dall’arcangelo? L’arcangelo avrebbe detto sfacciatamente: “Sono io che ho creato i cieli, la terra e tutte le cose, sono io che controllo l’umanità!” Calpesta e corrompe l’umanità a suo piacimento. Una volta che un anticristo ha preso il potere, dice: “Voi tutti dovete credere in me e seguirmi. Qui comando io, ho io l’ultima parola. Rivolgetevi a me per ogni questione e portatemi i soldi della chiesa!” Alcuni dicono: “Perché dovremmo?” E l’anticristo risponde: “Io sono il leader. Questa gestione mi spetta di diritto. Devo gestire ogni cosa, offerte comprese!” E poi prendono il comando di tutto. Agli anticristi non importa quali problemi o difficoltà i fratelli e le sorelle incontrino nel loro ingresso nella vita, o di quali libri di sermoni e di parole di Dio siano a corto. Ciò che a loro interessa è chi tiene in custodia i soldi della chiesa, quanti ce ne sono e come vengono utilizzati. Se il Supremo indaga sullo stato delle finanze di quella chiesa, non solo non consegneranno il denaro, ma non Gli faranno nemmeno conoscere i fatti. Perché? Perché vogliono appropriarsi indebitamente dei soldi della chiesa e tenerli per sé. Gli anticristi hanno un grandissimo interesse per le cose materiali, per il denaro e per il prestigio. Di certo non sono affatto come dicono in superficie: “Credo in Dio. Non perseguo il mondo e non bramo il denaro”. Non sono assolutamente come dicono di essere. Perché perseguono il prestigio e lo tengono stretto con tutte le forze? Perché desiderano possedere, controllare e impadronirsi di tutto ciò su cui hanno giurisdizione, in particolare del denaro e delle cose materiali. Godono di questo denaro e di queste cose materiali come se si trattasse di vantaggi del loro prestigio. Sono autentici discendenti dell’arcangelo, dotati della natura essenza di Satana di nome e di fatto. Tutti coloro che perseguono il prestigio e danno importanza ai soldi hanno certamente un problema con la propria indole essenza. Non è che hanno semplicemente l’indole di un anticristo: essi sono estremamente ambiziosi. Vogliono controllare il denaro della casa di Dio. Se viene loro assegnata la responsabilità di un lavoro, prima di tutto non permetteranno agli altri di intervenire, né accetteranno le indagini o la supervisione da parte del Supremo; oltre a ciò, quando sono i supervisori di una qualsiasi attività lavorativa, troveranno il modo di mettersi in mostra, di salvaguardarsi e di elevarsi. Desiderano sempre affermarsi, diventare persone che comandano e controllano gli altri. Vogliono anche dominare e competere per un prestigio più elevato, persino controllare ogni parte della casa di Dio, in particolare il denaro. Gli anticristi hanno un amore speciale per il denaro. Quando lo vedono, i loro occhi si illuminano; nella loro mente, pensano sempre al denaro e compiono ogni sforzo per ottenerlo. Questi sono tutti segni e segnali degli anticristi. Se condividi con loro sulla verità o cerchi di conoscere lo stato dei fratelli e delle sorelle, ponendo domande come quanti di loro sono deboli e negativi, quali risultati ognuno di loro sta ottenendo nel proprio dovere e quali tra loro non sono adatti al loro dovere, gli anticristi non saranno interessati. Ma quando si tratta delle offerte di Dio, di quanto denaro si tratta, chi lo ha in custodia, dove viene conservato, i codici di accesso e così via, questo è ciò a cui tengono di più. Un anticristo ha una padronanza eccezionale di queste cose. Le conosce come il palmo della sua mano. Anche questo è il segno di un anticristo. Gli anticristi sono bravissimi a pronunciare belle parole, ma non svolgono un lavoro reale. Al contrario, sono sempre preoccupati dal pensiero di godere delle offerte di Dio. DiteMi, gli anticristi non sono forse immorali? Non hanno alcuna umanità: sono diavoli, in tutto e per tutto. Nel loro lavoro, proibiscono sempre gli altri di intervenire, di indagare e di sorvegliarli. Questo è il terzo comportamento in cui viene mostrata l’ottava manifestazione degli anticristi.

Qualche tempo fa, la chiesa di un Paese ha acquistato un palazzo che necessitava di ristrutturazione, ed è capitato che la leader della chiesa di quel paese fosse un anticristo che non aveva ancora mostrato la sua vera natura. Quell’anticristo ha utilizzato una persona che nessuno conosceva bene per i lavori di ristrutturazione, e nessuno sapeva che tipo di rapporto avesse con lui. Di conseguenza, quell’individuo malevolo ha approfittato della situazione e durante i lavori di ristrutturazione sono andati sprecati molti soldi che non avrebbero dovuto essere spesi. Nella casa c’erano alcuni arredi ancora utilizzabili, che sono stati tutti sgomberati e sostituiti con altri nuovi. I vecchi arredi che erano stati sgomberati sono poi stati venduti da quella persona malevola per denaro. In realtà non erano rotti, potevano ancora essere utilizzati, ma quel malevole ha speso una somma di denaro ulteriore per comprarne di nuovi, al fine di fare soldi e di sfruttare la situazione. L’anticristo era a conoscenza di queste cose? Sì. Perché, allora, ha permesso che quell’individuo si comportasse in tal modo? Perché deve esserci stata una relazione anomala tra loro. Alcune persone si sono accorte del problema e avevano intenzione di seguire e controllare la costruzione, per vedere come procedeva. Appena hanno annunciato che volevano vedere i lavori, l’anticristo ha cominciato a preoccuparsi e ad agitarsi; ha detto: “No! La scadenza non è ancora arrivata: nessuno ha il permesso di guardare!” La sua reazione è stata molto forte, molto suscettibile: c’era forse qualcosa che non andava? (Sì.) Le persone, a quel punto un po’ allarmate, hanno discusso la questione: “Così non va bene. Non ci permette di dare un’occhiata alla costruzione. C’è sicuramente un problema, qui; dobbiamo andare a dare un’occhiata al sito”. Ma l’anticristo continuava a impedire loro di vederlo finché i lavori non fossero stati terminati. DiteMi, quelle persone non erano forse confuse? Il fatto che l’anticristo non permettesse di vedere la costruzione dimostrava che c’era qualcosa che non andava. Bisognava affrettarsi a riferire la cosa al Supremo, o destituire la leader congiuntamente, o andare con la forza a vedere e controllare la costruzione. Quella era la loro responsabilità. Se non riuscivano ad assumersi quella responsabilità, voleva dire che erano codardi incompetenti. Quei codardi incompetenti non hanno insistito. Il problema non riguardava le loro case, quindi lo hanno semplicemente ignorato. Ecco fino a che punto sono stati egoisti e irresponsabili. E quando il lavoro è stato consegnato, ho visto tramite un video che c’era un problema. Che problema ho visto? C’era un tavolo in una sala conferenze e tutt’intorno c’erano sedie di pelle come quelle usate negli uffici eleganti. Le sedie su cui mi siedo Io sono tutte sedie normali; quelle persone normali avrebbero dovuto dunque usare cose così eleganti? (No.) Questo era il tipo di arredi che quei due avevano installato e le persone erano davvero contente di sedersi su quelle sedie. Una volta scoperto il problema, ho chiamato quel mascalzone e ho iniziato a indagare sulla questione. Un controllo ha rivelato che ovunque, in ogni stanza, c’erano moltissimi problemi, con enormi perdite economiche. Alcuni degli arredi originali della casa erano ancora utilizzabili, eppure quella persona malevola li ha portati via e li ha venduti, per ricavarne dei soldi; per di più, guadagnava denaro acquistando mobili nuovi e costosi; inoltre, ha installato alcune attrezzature che non dovrebbero trovarsi in una chiesa. Quel malevole ha agito così senza consultare nessuno. Quando lo ha fatto, l’anticristo ne era a conoscenza? Probabilmente sì. Lei si recava al cantiere ogni giorno e, pur avendo visto, non ha fatto alcun rapporto, ma ha consentito lo sperpero. Che faccia tosta! Questa persona crede in Dio? Dopo 20 anni di fede in Dio, era così ripugnante e ha fatto una cosa del genere: che tipo di persona è? Non è un essere umano! Anche tra i non credenti, le brave persone non si comportano così; che immoralità! Ogni volta che il Supremo le chiedeva qualcosa riguardo ai lavori di costruzione, lei faceva la finta tonta per gettargli fumo negli occhi, coprendo e nascondendo le cose, il che alla fine ha fatto sorgere tanti problemi. Sarebbe eccessivo, dunque, espellerla e farle trovare un lavoro così da guadagnare denaro per compensare le perdite? (No.) DiteMi, anche se potesse restituire i soldi, quell’anticristo troverebbe pace in questa vita? Potrebbe avere un’esistenza facile? Temo che dovrà trascorrere tutta la vita nel tormento. Se sapeva che le sue azioni l’avrebbero portata a questo, perché mai si è comportata in tal modo a quel tempo? Perché si è comportata in quel modo, tanto per cominciare? Non è che credesse in Dio solo da un anno o due e non conoscesse le regole della Sua casa, o che non sapesse cosa significa avere un cuore che teme Dio, o cos’è la lealtà: dopo tutti quegli anni di fede in Lui, non era cambiata per niente, e sebbene fosse in grado di rendere un certo servizio, ha fatto comunque tanto male! Per essere stata ripugnante, dovrebbe essere eliminata e maledetta!

Gli anticristi hanno qualcosa in comune nel modo in cui lavorano: qualunque sia il lavoro che stanno svolgendo, proibiscono agli altri di intervenire o di indagare. Vogliono sempre nascondere le cose e coprirle. Stanno sicuramente tramando qualcosa; non permettono alle persone di venire a conoscenza dei problemi nel loro lavoro. Se facessero le cose in maniera corretta e alla luce del sole, in modo conforme alla verità e ai principi, con la coscienza pulita, di cosa dovrebbero preoccuparsi? Cosa ci sarebbe di inconfessabile? Perché non consentono agli altri di indagare e di intervenire? Di cosa si preoccupano? Di cosa hanno paura? Stanno chiaramente tramando qualcosa: è così ovvio! Gli anticristi svolgono il lavoro senza alcuna trasparenza. Quando hanno fatto qualcosa di cattivo, pensano a come nasconderlo e coprirlo, inventando false apparenze e intraprendendo persino spudorati inganni. Quali sono i risultati? Dio sottopone tutto a scrutinio, e anche se le altre persone possono non venire a conoscenza di qualcosa per un po’ e possono essere fuorviate per qualche tempo, verrà il giorno in cui Dio lo rivelerà. Agli occhi di Dio, tutto è palese, tutto è rivelato. È inutile che tu tenga nascosto qualcosa a Dio. Egli è onnipotente, e quando deciderà di rivelarti, tutto sarà messo a nudo alla chiara luce del giorno. Solo gli anticristi, quegli stolti che non hanno una comprensione spirituale e che possiedono la natura dell’arcangelo, potrebbero pensare: “Finché tengo le cose ben nascoste e non ti permetto di interferire, di indagare e di sorvegliare, non saprai nulla e io avrò il controllo completo di questa chiesa!” Credono che, se governano come dei re, saranno in grado di controllare la situazione. È davvero così che stanno le cose? Essi non sanno che Dio è onnipotente; la loro furbizia è autoproclamata. Dio sottopone a scrutinio ogni cosa. Per esempio, supponiamo che oggi tu abbia fatto del male. Dio lo sottopone a scrutinio, ma non ti rivela: ti dà la possibilità di pentirti. Domani fai di nuovo del male e, tuttavia, non ne dai conto né ti penti; Dio ti dà ancora una possibilità e aspetta che tu ti penta. Tuttavia, se rimani impenitente, Dio non vorrà darti questa possibilità. Sarà disgustato da te e ti detesterà; nel profondo del Suo cuore, non desidererà salvarti e ti abbandonerà completamente. In tal caso, sarà questione di minuti prima che Egli ti riveli, e qualunque tentativo tu faccia per nascondere le cose o impedirlo, non servirà assolutamente a nulla. Per quanto grande sia la tua mano, puoi bloccare il cielo con essa? Per quanto tu sia capace, puoi coprire gli occhi di Dio? (No.) Queste sono sciocche idee dell’uomo. Quanto Dio sia realmente onnipotente, le persone sono già in grado di percepirlo in parte nelle Sue parole. Inoltre, tutti i membri di questa umanità corrotta che hanno fatto cose molto malvagie e si sono opposti direttamente a Dio hanno subito varie punizioni; tutti coloro che assistono a ciò sono pienamente convinti e riconoscono che si tratti di una punizione. Persino i non credenti sono in grado di vedere che la giustizia di Dio non tollera offese, quindi coloro che credono in Lui dovrebbero essere in grado di vederlo ancora di più. L’onnipotenza e la saggezza di Dio sono incommensurabili. L’uomo non ha modo di vederle chiaramente. C’è quella canzone: come fa? (“Le vie di Dio non possono essere misurate”.) Questa è l’essenza di Dio, la vera rivelazione della Sua identità ed essenza. Non c’è bisogno che tu faccia congetture o speculazioni. Devi solo credere a quelle parole: in tal caso non farai cose così sciocche. Tutte le persone si credono furbe; si coprono gli occhi con una foglia e dicono: “Riesci a vedermi?” Dio dice: “Non solo riesco a vederti nella tua interezza, ma vedo anche il tuo cuore, e quante volte sei stato nel mondo umano”, e le persone rimangono sbalordite. Non crederti furbo; non pensare: “Dio non sa questo e non sa quello. Nessuno dei fratelli e delle sorelle ha visto. Nessuno sa niente. Ho ordito il mio piano. Guarda quanto sono furbo!” In questo mondo, chi non comprende la verità o non crede che Dio sia sovrano su tutto non è intelligente. Qualunque cosa dica o faccia, alla fine è tutto sbagliato, tutto in violazione della verità, tutto in opposizione a Dio. C’è solo un tipo di persona intelligente. Qual è? Quella che crede che Dio sottoponga tutto a scrutinio, che possa vedere tutto e che sia sovrano su tutto. Questo genere di persone sono estremamente intelligenti, perché in tutto ciò che fanno sono sottomesse a Dio; tutto ciò che fanno è in linea con la verità, è approvato da Dio e ha ricevuto la Sua benedizione. Che una persona sia intelligente o meno dipende dalla sua capacità di sottomettersi a Dio; dipende dal fatto che ciò che essa dice e fa sia in linea con la verità. Se hai questa idea: “Ecco cosa penso di questa faccenda, ed è quello che mi piacerebbe fare, perché mi porterebbe dei vantaggi, ma non voglio confidarlo ad altri, né voglio che lo sappiano”, è il modo giusto di pensare? (No.) Cosa dovresti fare, quando ti rendi conto che non è il modo giusto di pensare? Dovresti schiaffeggiarti per darti una lezione. Pensi che, se non dici qualcosa, Dio non lo saprà? Il fatto è che, mentre fai questo pensiero, Dio conosce il tuo cuore. Come fa a conoscerlo? Dio ha compreso a fondo la natura essenza dell’uomo. Allora perché non ti smaschera, in questa situazione? Anche senza che Lui smascheri questa cosa, sarai in grado di capirla gradualmente da solo, perché ti sei nutrito così tanto delle Sue parole. Sei dotato di coscienza e ragionevolezza, di una mente e di un pensiero normali; dovresti essere in grado di capire da solo cosa è giusto e cosa è sbagliato. Dio ti sta dando il tempo e la possibilità di riflettere lentamente sulle cose, per vedere se sei stolto o se non lo sei. Vedrai i risultati dopo aver riflettuto sulla questione per alcuni giorni: allora saprai che sei stolto e stupido, che non dovresti cercare di nascondere la faccenda a Dio. In tutte le questioni, dovresti mettere tutto a nudo con Dio e avere un cuore sincero. Questi sono l’unica condizione e l’unico stato che si dovrebbero mantenere dinanzi a Lui. Anche quando non ti apri, sei aperto dinanzi a Dio. Dalla prospettiva di Dio, Lui conosce i fatti, a prescindere che tu ti apra oppure no. Non sei forse molto stupido se non riesci a capirlo a fondo? Dunque come puoi essere una persona intelligente? Aprendoti a Dio. Sai che Dio esamina e conosce ogni cosa, perciò non crederti furbo, non pensare che Egli possa non sapere; siccome è certo che osserva in segreto il cuore degli uomini, le persone intelligenti dovrebbero essere un po’ più sincere un po’ più pure, dovrebbero essere oneste. È questa la cosa saggia da fare. Pensare sempre di essere furbi; voler sempre mantenere i propri piccoli segreti; cercare sempre di conservare un po’ di riservatezza: è questo il modo giusto di pensare? Va bene comportarsi così con le altre persone, perché alcune non sono individui positivi e non amano la verità. Con persone del genere puoi trattenerti un po’. Non svelare loro il tuo cuore. Supponiamo, per esempio, che ci sia qualcuno per cui provi odio e che tu abbia parlato male di costui alle sue spalle. Dovresti dirglielo? Non farlo: è sufficiente non fare più una cosa del genere. Se tu gliene parlassi, ciò comprometterebbe i rapporti tra voi due. In cuor tuo, sai che non sei una brava persona, che sei sporco e malvagio dentro, che sei geloso degli altri, che per il gusto di competere per la fama e il guadagno, hai parlato male di qualcun altro alle sue spalle per infangarlo: che cosa vile! Riconosci di essere corrotto; sai che quello che hai fatto è sbagliato e che la tua natura è malvagia. Allora vieni davanti a Dio e Lo preghi: “Oh Dio, quella che ho fatto in segreto è stata una cosa malvagia e vile: ti chiedo perdono, ti prego di guidarmi e di rimproverarmi. Mi sforzerò di non fare mai più una cosa del genere”. Questo va bene. Puoi utilizzare alcune tecniche nelle tue interazioni con le persone, ma è meglio aprirsi con purezza a Dio e, se covi delle intenzioni e usi delle tecniche, allora sarai nei guai. Dentro di te pensi sempre: “Cosa posso dire per indurre Dio ad avere una buona opinione di me e per impedire che sappia cosa penso davvero? Qual è la cosa giusta da dire? Devo tenere più cose per me stesso, avere un po’ più di tatto, avere un metodo; forse allora Dio avrà una buona opinione di me”. Pensi che Lui non lo scoprirà se ragioni sempre così? Dio conosce ogni tuo pensiero. È estenuante ragionare in questo modo. È molto più semplice parlare onestamente e sinceramente, e ti rende la vita più facile. Dio dirà che sei onesto e puro, che hai un cuore aperto, e ciò è infinitamente prezioso. Se hai un cuore sincero e un atteggiamento onesto, anche se ci sono volte in cui esageri e agisci stupidamente, per Dio non è una trasgressione: è meglio che essere così calcolatori ed elucubrare e macchinare costantemente. Gli anticristi sono capaci di fare queste cose? (No.)

Tutti coloro che percorrono il cammino di un anticristo sono individui con l’indole degli anticristi, e quello che gli individui con l’indole degli anticristi percorrono è il cammino di un anticristo; tuttavia, c’è una certa differenza tra gli anticristi e le persone con l’indole di un anticristo. Se un individuo possiede l’indole di un anticristo e percorre il cammino di un anticristo, ciò non indica necessariamente che egli sia un anticristo. Ma se egli non si pente e non riesce ad accettare la verità, potrebbe trasformarsi in un anticristo. Esiste ancora la speranza e la possibilità di pentirsi per coloro che percorrono il cammino di un anticristo, perché non sono ancora diventati anticristi. Se commettono malvagità di vario genere e vengono classificati come anticristi, e vengono pertanto allontanati ed espulsi immediatamente, non avranno più la possibilità di pentirsi. Se un individuo che percorre il cammino di un anticristo non ha ancora commesso molte malvagità, ciò dimostra almeno che egli non è ancora un malevolo. Se riesce ad accettare la verità, per lui c’è un barlume di speranza. Se non accetterà la verità, qualunque cosa accada, allora sarà molto difficile che venga salvato, anche se non ha commesso ogni sorta di malvagità. Perché un anticristo non può essere salvato? Perché non accetta minimamente la verità. Per quanto la Casa di Dio condivida sull’essere una persona onesta e sulla necessità di essere aperti e sinceri, uscire allo scoperto e dire ciò che si ha da dire senza tentare l’inganno, egli semplicemente non riesce ad accettarlo. Ha costantemente la sensazione che a essere oneste le persone ci rimettano, e che dire la verità sia sciocco. È fermamente determinato a non essere una persona onesta. Questa è la natura di un anticristo, che prova avversione e odio per la verità. Come può una persona essere salvata, se non accetta minimamente la verità? Se un individuo che percorre il cammino di un anticristo riesce ad accettare la verità, c’è una netta differenza tra lui e un anticristo. Tutti gli anticristi sono persone che non accettano un briciolo di verità. Non importa quante cose sbagliate o malvagie abbiano fatto, non importa quanto grandi siano le perdite che hanno arrecato al lavoro della chiesa e agli interessi della casa di Dio, essi non ci rifletteranno mai e non conosceranno mai sé stessi. Anche se vengono potati, non accettano alcuna verità; ecco perché la chiesa li classifica come individui malevoli, come anticristi. Un anticristo, tutt’al più, ammetterà solo che le sue azioni violano i principi e non sono in linea con la verità, ma non ammetterà assolutamente mai di commettere malefatte di proposito o di opporsi a Dio intenzionalmente. Ammetterà semplicemente di aver commesso degli errori, ma non accetterà la verità; in seguito, continuerà a commettere malefatte come prima, senza mettere in pratica la benché minima verità. Dal fatto che un anticristo non accetta mai la verità si può capire che la loro natura essenza è quella di provare avversione e odio per la verità. Rimangono persone che oppongono resistenza a Dio come hanno sempre fatto, non importa da quanti anni credano in Lui. Gli esseri umani comuni e corrotti, d’altro canto, possono avere tutti l’indole degli anticristi, ma c’è una differenza tra loro e questi ultimi. Ci sono un certo numero di persone che, dopo averle ascoltate, sono in grado di imparare a memoria le parole di giudizio e di smascheramento di Dio e le ponderano ripetutamente, riflettendo su sé stesse. A quel punto potrebbero rendersi conto che: “Questa è dunque l’indole di un anticristo; questo è ciò che significa percorrere il cammino di un anticristo. È un problema serio! Io possiedo quegli stati e quei comportamenti; possiedo quel tipo di essenza: sono quel genere di persona!” Poi riflettono su come liberarsi dell’indole dell’anticristo e pentirsi veramente; facendo ciò, possono decidere volontariamente di non percorrere il cammino di un anticristo. Nel loro lavoro e nella loro vita, nel loro atteggiamento verso persone, eventi e cose e verso l’incarico ricevuto da Dio, sono in grado di riflettere sulle proprie azioni e sul proprio comportamento, sul perché non riescano a sottomettersi a Dio, vivano sempre secondo un’indole satanica e non siano in grado di ribellarsi alla carne e a Satana. E così, imploreranno Dio, accetteranno il Suo giudizio e il Suo castigo e Lo imploreranno di salvarli dalla loro indole corrotta e dall’influenza di Satana. Il fatto che abbiano la capacità di farlo dimostra che sono in grado di accettare la verità. Anche loro rivelano un’indole corrotta e agiscono in base alla loro volontà; la differenza è che un anticristo non solo ha ambizioni e desidera fondare un regno indipendente, ma oltre a ciò non accetterà la verità, a prescindere. Questo è il tallone d’Achille dell’anticristo. Se, d’altro canto, una persona con l’indole di un anticristo è in grado di accettare la verità, pregare Dio e affidarsi a Lui, e vuole liberarsi dell’indole corrotta di Satana e percorrere il cammino del perseguimento della verità, in che modo dunque quella preghiera e quella risoluzione porteranno vantaggio al suo ingresso nella vita? La porteranno almeno a riflettere su sé stessa e a conoscersi mentre svolge il proprio dovere, e a utilizzare la verità per risolvere i problemi, così da poter arrivare a svolgere il proprio dovere in modo soddisfacente. Questo è un modo in cui ne trarrà vantaggio. Oltre a ciò, grazie all’allenamento che lo svolgimento del proprio dovere le ha offerto, sarà in grado di intraprendere il cammino del perseguimento della verità. Per quante difficoltà incontrerà, sarà capace di ricercare la verità e di concentrarsi sull’accettarla e sul metterla in pratica; riuscirà gradualmente a liberarsi della sua indole satanica e arriverà a sottomettersi a Dio e ad adorarLo. Con una tale pratica, è possibile ottenere la salvezza da parte di Dio. Le persone con l’indole di un anticristo possono rivelare corruzione di tanto in tanto, possono ancora parlare e agire nell’interesse della loro fama, del loro guadagno e del loro prestigio, loro malgrado, possono lavorare in base alla loro volontà, ma non appena si rendono conto che stanno rivelando la loro indole corrotta, proveranno rimorso e pregheranno Dio. Ciò dimostra che sono persone in grado di accettare la verità, che si sottomettono all’opera di Dio; dimostra che stanno perseguendo l’ingresso nella vita. Non importa quanti anni di esperienza tali persone abbiano, né quanta corruzione rivelino: alla fine saranno in grado di accettare la verità e di accedere alla verità realtà. Sono persone che si sottomettono all’opera di Dio. E facendo tutto ciò, dimostrano che hanno già posto le loro fondamenta sulla vera via. Ma alcuni individui che percorrono il cammino di un anticristo non riescono ad accettare la verità. Per loro, ottenere la salvezza sarà tanto difficile quanto lo è per gli anticristi. Tali individui non provano nulla, quando odono le parole di Dio che smascherano gli anticristi, ma restano indifferenti e imperturbati. Quando la condivisione affronta l’argomento dell’indole degli anticristi, costoro ammetteranno che possiedono tale indole e che stanno percorrendo il cammino di un anticristo. Ne parleranno piuttosto diffusamente. Ma quando arriva il momento di praticare la verità, continueranno a rifiutarsi di farlo; agiranno ancora in base alla loro volontà, affidandosi alla loro indole di anticristi. Se chiedi loro: “Soffri in cuor tuo, quando riveli l’indole di un anticristo? Ti senti in colpa quando parli per salvaguardare il tuo prestigio? Rifletti su te stesso e arrivi a conoscerti quando riveli l’indole di un anticristo? Provi rimorso in cuor tuo dopo aver appreso di possedere un’indole corrotta? In seguito, ti penti o cambi in qualche modo?”, sicuramente non avranno una risposta, perché non hanno fatto esperienze e incontri del genere. Non saranno in grado di dire nulla. Tali persone sono capaci di un vero pentimento? Sicuramente non sarà facile. Coloro che perseguono davvero la verità soffriranno ogni volta che l’indole dell’anticristo si rivelerà in loro, e diverranno ansiosi; inizieranno a pensare: “Perché non riesco a liberarmi di questa indole satanica? Perché rivelo sempre un’indole corrotta? Perché questa mia indole corrotta è così inguaribile e inestricabile? Perché è così difficile accedere alla verità realtà?” Ciò dimostra che la loro esperienza di vita è superficiale e che la loro indole corrotta non è ancora stata molto eliminata. Ecco perché, quando capita loro qualcosa, nel loro cuore infuria una battaglia così feroce, ecco perché sopportano anche il peso di quel tormento. Sebbene abbiano la risoluzione di liberarsi della loro indole satanica, di sicuro non possono fare a meno di lottare contro di essa nel loro cuore, e questo stato di lotta si intensifica di giorno in giorno. Man mano che la loro conoscenza di sé stessi diventa più profonda e vedono quanto profondamente sono corrotti, essi bramano ancora di più di ottenere la verità e la tengono ancora più in conto, e saranno in grado di accettarla e metterla in pratica ininterrottamente durante il processo di conoscenza di sé stessi e della loro indole corrotta. Gradualmente, la loro statura aumenterà e la loro indole di vita inizierà veramente a cambiare. Se continuano a tentare questo tipo di esperienza, la loro situazione migliorerà sempre di più, anno dopo anno, e alla fine essi saranno in grado di vincere la carne e di liberarsi della corruzione, di mettere in pratica spesso la verità e di sottomettersi a Dio. L’ingresso nella vita non è facile! È proprio come rianimare qualcuno che sta per morire: la responsabilità che si può assumere è quella di condividere sulla verità, di sostenerli, di provvedere a loro o di potarli. Per chi riesce ad accettarla e a sottomettersi, c’è speranza: può avere abbastanza fortuna da sfuggire e la cosa si fermerà prima della morte. Ma se si rifiuta di accettare la verità e non conosce nulla riguardo a sé stesso, allora è in pericolo. Dopo essere stati eliminati, alcuni anticristi trascorrono uno o due anni senza conoscere sé stessi, e non riconoscono i propri errori. In tal caso, non c’è più alcun segno di vita in loro e questa è la prova che non hanno più speranza di essere salvati. Riuscite ad accettare la verità, quando siete potati? (Sì.) C’è speranza, allora: è una buona cosa! Se riuscite ad accettare la verità, avete una speranza di essere salvati.

Se desideri essere salvato, dovrai superare molti ostacoli. Di che ostacoli si tratta? Di una battaglia incessante con la tua indole corrotta e con l’indole di Satana e degli anticristi: essa desidera controllarti e tu desideri liberartene; essa desidera fuorviarti e tu desideri mandarla via. Se scopri che non riesci a liberarti dalla tua indole corrotta anche dopo che ne sei venuto a conoscenza, sarai angosciato, soffrirai e pregherai. Di tanto in tanto, quando ti accorgerai che è passato del tempo e ancora non sei riuscito a scrollarti di dosso il controllo dell’indole di Satana, avrai la sensazione che non c’è speranza, ma non ti arrenderai e sentirai che non puoi continuare a essere così negativo e scoraggiato, che devi continuare a lottare. Nello svolgere un dovere e nel fare esperienza dell’opera di Dio, le persone hanno risposte interiori diverse, per gradi. In breve, coloro che possiedono la vita sono coloro che perseguono la verità, e dentro di loro sono in costante cambiamento. Ci sarà un costante capovolgimento nel loro pensiero, nelle loro opinioni, nel loro comportamento, nelle loro pratiche e persino nelle intenzioni, nelle idee e nei pensieri che albergano nel profondo della loro mente. Inoltre, distingueranno con crescente chiarezza ciò che è giusto da ciò che è sbagliato, quali cose sbagliate hanno fatto, se un certo modo di pensare è giusto o sbagliato, se un certo modo di vedere è in linea con la verità, se i principi dietro un certo modo di agire sono in linea con le intenzioni di Dio, se sono persone che si sottomettono a Dio e che amano la verità. Queste cose diventeranno gradualmente sempre più chiare nei loro cuori. Su quali basi si fonda, dunque, il raggiungimento di tali risultati? Sul mettere in pratica le verità e accedervi così come essi le comprendono. Perché gli anticristi non riescono proprio a ottenere un cambiamento? Sono forse incapaci di comprendere la verità? (No.) Riescono a comprenderla, ma non la mettono in pratica e non la praticano quando ne sentono parlare. Può darsi che la comprendano e la accettino come dottrina, ma riescono forse a mettere in pratica almeno quelle parti di dottrine e regole che sono in grado di comprendere? No, affatto; anche se tu li obbligassi, anche se ci provassero fino allo sfinimento, non sarebbero comunque in grado di metterle in pratica. Ecco perché per loro l’accesso alla verità resta un eterno vuoto. Per quanto un anticristo possa dire di essere una persona onesta, per quanto grandi siano i suoi sforzi, non riesce comunque a fare una sola affermazione onesta; per quanto dica di tenere in considerazione le intenzioni di Dio, non abbandonerà comunque le sue motivazioni egoistiche e vili. Agisce da un punto di vista egoistico. Quando vede qualcosa di buono, qualcosa che potrebbe procurargli un vantaggio, dice: “Dammelo, è mio!” Dice tutto ciò che potrebbe essere vantaggioso per il suo prestigio, fa tutto ciò che potrebbe essere vantaggioso per sé stesso. Questa è l’essenza degli anticristi. Potrebbero, in un momentaneo impeto di passione, sentire di aver compreso un po’ di verità. Vengono pervasi dallo zelo e gridano qualche slogan: “Ho bisogno di praticare, di cambiare e di soddisfare dio!” Tuttavia, quando arriva il momento di mettere in pratica la verità, lo fanno? No. Qualunque cosa Dio dica, per quante verità e quanti fatti Egli predichi, oltre a una quantità di esempi reali, niente può smuovere un anticristo, né può far vacillare la sua ambizione. Questa è una caratteristica, un segno degli anticristi. Essi semplicemente non metteranno in pratica alcuna verità; quando pronunciano belle parole, è affinché gli altri le sentano; per quante belle parole essi dicano, si tratta solo di parole altisonanti e vuote: per loro è teoria. Tali persone quale posizione assegnano effettivamente alla verità nel loro cuore? Qual è, come vi ho già detto, la natura essenza degli anticristi? (L’odio per la verità.) Esatto. Odiano la verità. Sono convinti che la loro malvagità, il loro egoismo, la loro viltà, la loro arroganza, la loro malignità, l’usurpazione del prestigio e delle ricchezze e il controllo sugli altri rappresentino la verità e la filosofia più elevate, e che nient’altro sia elevato come queste cose. Una volta che hanno ottenuto il prestigio e sono in grado di controllare le persone, possono fare quello che vogliono e tutte le loro ambizioni e i loro desideri saranno realizzabili. Questo è il fine ultimo di un anticristo.

Gli anticristi provano avversione per la verità e la odiano. È possibile secondo te indurre qualcuno che prova avversione per la verità ad accettarla e metterla in pratica? (No.) Fare una cosa del genere equivale a far arrampicare una mucca su un albero o a far mangiare fieno a un lupo: non sarebbe forse chiedere loro l’impossibile? A volte capita di vedere un lupo infiltrarsi in un gregge e stare con le pecore. È solo uno stratagemma, sta aspettando l’occasione per mangiarle. La sua natura non cambierà mai. Allo stesso modo, far sì che un anticristo metta in pratica la verità equivale a far sì che un lupo mangi fieno e abbandoni l’istinto di divoratore di pecore: è impossibile. I lupi sono carnivori. Mangiano le pecore, mangiano animali di tutti i tipi. Questa è la loro natura e non si può cambiare. Se una persona dice: “Non so se sono un anticristo, ma ogni volta che ascolto una condivisione sulla verità, il mio cuore si infiamma di rabbia e provo odio al riguardo, e chiunque voglia potarmi, lo odio ancora di più”, tale persona è un anticristo? (Sì.) Qualcun altro dice: “Quando ti capita qualcosa, devi sottometterti e ricercare la verità”, e la prima persona risponde: “Sottomettermi? Col cavolo! Stai zitto!” Che cos’è questo? Si tratta forse di un brutto carattere? (No.) Che indole è? (Odio per la verità.) Gli anticristi non tollerano nemmeno di sentirne parlarne e, non appena condividi sulla verità, la loro natura prorompe, mostrano la loro vera forma. Provano repulsione nell’udire ogni accenno alla ricerca della verità o alla sottomissione a Dio. Quanto è grande la loro repulsione? Quando sentono discorsi del genere, esplodono. La loro educazione svanisce; non hanno paura di vuotare il sacco. Ecco fino a che punto arriva il loro odio. Possono mettere in pratica la verità, allora? (No.) La verità non è per i malevoli; è destinata alle persone dotate di coscienza e ragionevolezza, che amano la verità e le cose positive. Esige che tali persone la accettino e la mettano in pratica. E le persone malvagie con l’essenza di un anticristo, che sono estremamente ostili alla verità e alle cose positive, non accetteranno mai la verità. Non importa per quanti anni credano in Dio o quanti sermoni ascoltino, non accetteranno né metteranno in pratica la verità. Non presumere che non pratichino la verità perché non la comprendono e che la comprenderanno quando ne avranno udita di più. È impossibile, perché tutti coloro che provano avversione per la verità e la odiano appartengono alla stirpe di Satana. Non cambieranno mai e nessun altro potrà cambiarli. È proprio come successe all’arcangelo, dopo aver tradito Dio: avete mai sentito Dio dire che avrebbe salvato l’arcangelo? Dio non l’ha mai detto. Allora, cosa fece Dio a Satana? Lo scaraventò in aria e lo obbligò a prestare servizio per Lui sulla terra, come avrebbe dovuto. E quando avrà finito di prestare servizio e il piano di gestione di Dio sarà completato, Egli lo distruggerà e sarà tutto finito. Dio dice forse una sola cosa in più al riguardo? (No.) Perché no? Perché sarebbe, in una parola, inutile. Dire anche solo una cosa in più sarebbe superfluo. Dio lo ha compreso a fondo: la natura essenza di un anticristo non potrà mai cambiare. Le cose stanno così.

Quando incontrate un anticristo, come dovreste trattarlo? Ci sono stati alcuni leader che sono stati connotati come falsi leader o anticristi e sono stati sostituiti. Riguardo a uno di loro, qualche tempo dopo, i fratelli e le sorelle hanno riferito che era ancora in qualche modo in grado di svolgere del lavoro, che nel frattempo si era pentito e stava andando bene. Non è del tutto chiaro, nello specifico, se stesse andando bene a livello comportamentale, se avesse parlato in modo piacevole o se fosse diventato più disciplinato nel suo ruolo. Dato che i fratelli e le sorelle dicevano che stava andando bene e dato che mancava manodopera per parte del lavoro, è stato disposto che quell’individuo svolgesse del lavoro. E di conseguenza, neanche due mesi dopo, i fratelli e le sorelle hanno fatto una segnalazione: “Sostituitelo subito: ci opprime in modo insopportabile. Se non verrà sostituito, non saremo in grado di svolgere i nostri doveri”. Non avrebbero acconsentito al suo utilizzo, in nessun caso; avrebbero eletto chiunque come leader, eccetto lui. Era sempre il solito vecchio scapestrato: era bravo a parole, ma nei fatti non era cambiato per niente. Cosa era successo? La sua natura era stata completamente smascherata. Come ritenete che avrebbe dovuto essere gestita questa faccenda? Il fatto che i fratelli e le sorelle abbiano avuto una reazione così forte dimostra che effettivamente possedevano un certo discernimento. Alcune persone erano state fuorviate da quell’individuo, e dopo che il Supremo se n’è occupato, qualcuno è venuto in sua difesa, e più avanti qualcuno ha detto che si era pentito. Così, è stato promosso ancora una volta e, dopo un po’, è stato completamente rivelato. I fratelli e le sorelle ora lo avevano capito davvero a fondo e avevano unito le forze per destituirlo. Il Supremo ha visto che queste persone ora erano dotate di discernimento. Non erano state irrigate inutilmente. Quindi, dato che nessuno acconsentiva a utilizzarlo, il Supremo lo ha sostituito. Da dove proveniva il loro discernimento? (Dalla comprensione della verità.) Sì: avevano compreso la verità. Il discernimento nasce dalla comprensione della verità. Non erano forse ancora la verità e Dio a regnare, lì? (Sì.) Il loro è stato un discernimento tempestivo: dopo che quell’individuo è stato rimosso, i fratelli e le sorelle non hanno più dovuto subire il suo controllo. Le persone avevano sofferto moltissimo sotto la sua oppressione. Non possedeva alcuna umanità. Non faceva il lavoro che gli spettava, ma disturbava i fratelli e le sorelle nello svolgimento dei loro doveri: li maltrattava e abusava di loro con il suo potere. Chi acconsentirebbe a ciò? Uno sciocco, ecco chi! Quando tali persone vengono sostituite, provano qualche sentimento al riguardo, in seguito? La volta precedente, quell’individuo era stato rimosso dal Supremo; questa volta, è stato destituito dai fratelli e dalle sorelle, cacciato dal palco a suon di fischi: non certo un modo elegante di andarsene! Inizialmente, la sua intenzione era ricercare il prestigio. A quanto pare, non l’ha ottenuto, ma tutto d’un tratto è caduto in basso ed è stato riportato alla sua forma originale. Non avrebbe dovuto riflettere su sé stesso? (Sì.) Se fosse stato un individuo normale, dotato semplicemente di un’indole gravemente corrotta, non avrebbe dovuto comunque riflettere su sé stesso? (Sì.) C’è una categoria di persone che non riflettono. Pensano di avere ragione e che qualunque cosa facciano sia giusta; non accettano i fatti, non accettano le cose positive e non accettano le valutazioni degli altri su di loro. Queste persone hanno l’indole essenza di un anticristo. Solo gli anticristi non sanno riflettere su sé stessi. Cosa rimuginano, invece? “Umpf! Verrà il giorno in cui la mia stella sorgerà di nuovo. Aspettate di essere nelle mie grinfie: allora vedrete come vi tormenterò!” Avranno la possibilità di farlo? (No.) Non hanno più alcuna possibilità. Man mano che i fratelli e le sorelle arrivano a comprendere un numero crescente di verità, quando sanno discernere tutti i vari stati delle diverse persone, in particolare degli anticristi, lo spazio rimasto a questi ultimi per fare del male diventerà sempre più piccolo e avranno sempre meno occasioni per farlo. Non sarà facile per loro cercare di tornare in auge. Sperano che il Supremo predichi un po’ meno sul discernimento e non discerna più chi sono. Quando sentono condividere su tali verità, sanno che per loro è finita e ritengono che non ci sia più speranza per il loro ritorno in auge. Rimuginando, non pensano: “Ciò che hanno esposto nel loro discernimento è corretto e riflette completamente il mio stato. Come dovrei cambiare? Se continuo a comportarmi così, non sarà la mia fine? Sarò dichiarato irrecuperabile. Che bene potrebbe derivare dal percorrere il cammino dell’arcangelo e dall’inimicarmi Dio?” Faranno tali riflessioni? (No.) Non rifletteranno, certamente non mediteranno su sé stessi e non cercheranno di conoscersi; morirebbero piuttosto che pentirsi. Questa è la loro natura. Non importa come condividi sulla verità, ciò non li scuoterà né li farà pentire. Esiste una via d’uscita senza pentimento? (No.) Essi non si pentono. Seguono il loro cammino fino alla sua amara conclusione, fino alla rovina che essi stessi si sono cercati, che è ciò che è dettato dalla natura degli anticristi

Abbiamo parlato per tutto questo tempo del tema del discernimento degli anticristi. Che sensazione pensate che provino gli anticristi, mentre ascoltano? Quando arriva il momento di riunirsi, sentono un tormento insopportabile e oppongono resistenza in cuor loro. Non sono forse anticristi? (Sì.) Quando una persona normale con un’indole corrotta sa di avere l’indole di un anticristo, ha un forte desiderio di ascoltare e comprendere di più, poiché una volta che avrà compreso, sarà allora in grado di perseguire il cambiamento. Una persona normale pensa che, non comprendendo, andrà fuori strada e potrebbe arrivare il giorno in cui metterà piede sul cammino di un anticristo, dove commetterà grandi malvagità, rompendo gli argini e perdendo così la possibilità di salvezza, e andrà in rovina. Ha paura che succeda questo. La mentalità degli anticristi è diversa. Desiderano disperatamente nientemeno che impedire a tutti gli altri di parlare e di ascoltare tali sermoni sul discernimento; desiderano ardentemente che tutti siano confusi e incapaci di discernere, fuorviati da loro. Questo è ciò che li renderebbe felici. Qual è il desiderio più grande di un anticristo? Prendere il potere. A voi piacerebbe prendere il potere? (No.) Non nel vostro cuore, ma a volte la vostra mente lo percepisce come qualcosa che vi piacerebbe e quindi è, in effetti, qualcosa che vorreste fare. Potreste avere un desiderio soggettivo dentro di voi, nel profondo del vostro cuore, una brama di non essere quel tipo di persona, di non intraprendere quel cammino, ma quando vi capita qualcosa, la vostra indole corrotta vi fa vacillare e vi trascina. Vi lambiccate il cervello pensando a come proteggere il vostro prestigio e la vostra influenza, a quante persone potete controllare, a come parlare con autorità per ottenere la stima degli altri. Quando pensate costantemente a queste cose, il vostro cuore non è più sotto il vostro controllo. Cos’è che lo controlla? (Un’indole corrotta.) Sì: è sotto il controllo dell’indole corrotta di Satana. Alcune persone rimuginano tutto il giorno su questioni legate ai propri interessi carnali; lottano costantemente con gli altri, e in queste lotte non ottengono nulla ed è molto doloroso per loro: vivono solo per la carne e per Satana. Quindi, prendono la risoluzione di fare bene il proprio dovere e di vivere per Dio, solo per trovarsi poi a lottare di nuovo per il prestigio e per i propri interessi quando capita loro qualcosa: una lotta avanti e indietro che li logora fino al midollo e dalla quale non ottengono nulla. DiteMi, questo non è forse un modo estenuante di vivere? (Sì.) Vivono così giorno dopo giorno e, prima che se ne rendano conto, sono passati decenni. Alcune persone credono in Dio per dieci o vent’anni: quanta verità hanno acquisito? Quanto è cambiata la loro indole corrotta? Per chi vivono ogni giorno? Per cosa si affannano? Per cosa si scervellano? Fanno tutto per la carne. Dio ha detto che “tutti i disegni dei pensieri del cuore dell’uomo non sono altro che male in ogni tempo”. C’è forse un errore in queste parole? Assaporatele; gustatele. Quando pensi a queste parole, quando ne fai esperienza, non hai paura? Potresti dire: “Effettivamente provo un po’ di paura. All’apparenza, pago prezzi tutto il tempo; rinuncio, mi spendo e soffro. Questo è ciò che fa il mio corpo carnale, ma tutti i pensieri del mio cuore sono malvagi. Vanno tutti contro la verità. In molte delle cose che faccio, la mia provenienza, le mie motivazioni e i miei obiettivi sono esclusivamente fare il male che ho nella mente”. A cosa porta questo comportamento? Ad azioni malvagie. Dio li ricorderà, dunque? Alcuni potrebbero dire: “Credo in Dio da vent’anni. Ho rinunciato a tutto, eppure Dio non se ne ricorda”. Sono addolorati e soffrono. Cosa li fa soffrire? Se Dio divenisse veramente severo nei confronti dell’uomo, l’uomo non avrebbe nulla di cui vantarsi. Tutto questo è dovuto alla grazia di Dio, alla Sua misericordia: Dio è molto tollerante con l’uomo. Pensateci: Dio è così santo, così giusto, così onnipotente, e rimane semplicemente a guardare mentre coloro che Lo seguono formulano pensieri totalmente malvagi, tutto il giorno, pensieri che vanno contro la verità, che riguardano interamente questioni che interessano il proprio prestigio, la propria fama e il proprio guadagno. Dio tollererà che i Suoi seguaci si oppongano a Lui e Lo tradiscano in questo modo? Assolutamente no. Dominate da queste idee, da questi pensieri, da queste intenzioni e da queste motivazioni, le persone agiscono sfacciatamente ribellandosi e opponendosi a Dio, vantandosi al contempo di fare il proprio dovere e di collaborare all’opera di Dio. Dio vede tutto questo, eppure deve sopportarlo. Come lo sopporta? Egli fornisce la verità; irriga e smaschera; inoltre, illumina, guida, castiga e disciplina; quando la disciplina è severa, deve anche fornire rassicurazione. Quanto deve essere paziente Dio per fare tutto questo! Egli ha sott’occhio le varie forme di indole corrotta di queste persone, il fatto che tutte le loro diverse rivelazioni, condotte e idee sono malvagie, e tuttavia riesce a sopportarlo. DiteMi, l’uomo sarebbe in grado di farlo? (No.) La pazienza che i genitori dimostrano verso i propri figli è reale, ma possono comunque abbandonarli o addirittura interrompere i rapporti con loro, quando la situazione diventa insopportabile. Che dire allora della pazienza che Dio dimostra a una persona? Ogni giorno che vivi è un giorno in cui Dio ti dimostra la Sua pazienza. Ecco quanto è paziente. Cosa c’è dentro quella pazienza? (Amore.) Non solo amore: Egli ha delle aspettative nei tuoi confronti. Quali sono queste aspettative? Poter vedere un risultato e una ricompensa tramite l’opera che Egli compie, consentire all’uomo di assaporare il Suo amore. L’uomo possiede un tale amore? No. Non appena ha un po’ di cultura e di istruzione, un qualche dono o un po’ di talento, una persona sente di essere di rango più nobile rispetto agli altri, sente che la gente comune non può avvicinarsi a lei. Questo è il carattere odioso dell’uomo. È così che agisce Dio? È tutto il contrario: questi esseri umani così profondamente corrotti e sporchi in modo inconcepibile sono proprio quelli che Dio salva; per di più, Egli vive insieme a loro, parlando con loro e sostenendoli, faccia a faccia. L’uomo non è in grado di farlo.

Quella che segue è un’ulteriore condivisione su un problema aggiuntivo. Alcune persone, quando rendono testimonianza, dicono: “Ogni volta che mi capita qualcosa, penso all’amore di Dio e alla Sua grazia, e ne sono toccato. Ogni volta che penso a queste cose, smetto di rivelare la mia indole corrotta”. La maggior parte delle persone ritiene che questa sia un’affermazione buona, che possa realmente risolvere il problema delle rivelazioni di indole corrotta. Queste parole sono davvero sensate? No. L’amore di Dio, la Sua onnipotenza, la Sua tolleranza per l’uomo e tutta l’opera che compie nell’uomo possono solo toccare una persona, quella parte di lei che è la sua umanità, la sua coscienza e la sua ragionevolezza; tuttavia, non possono eliminare l’indole corrotta dell’uomo, né cambiare l’obiettivo e la direzione del suo perseguimento. Questo è il motivo per cui Dio svolge l’opera di giudizio degli ultimi giorni: esprime e fornisce la verità al fine di risolvere il problema dell’indole corrotta dell’uomo. Qual è la cosa più essenziale che Dio fa? Esprimere e fornire la verità, giudicare e castigare l’uomo. Non vuole toccarti con le Sue azioni o con le cose che fa, per cambiare la direzione e l’obiettivo del tuo perseguimento. Egli non opera in questo modo. Qualunque cosa Dio dica su quanto sia paziente con l’uomo o su come lo salvi, qualunque sia il prezzo da pagare: comunque Egli ponga la questione, Dio desidera solo che l’uomo comprenda la Sua intenzione di salvare l’umanità. Egli non dice queste cose per intenerire il cuore delle persone e far sì che facciano dietrofront per via di quanto sono toccate dopo averLo ascoltato. Non è possibile fare ciò. Perché no? Perché l’indole corrotta dell’uomo è la sua natura essenza, e tale natura essenza è il fondamento su cui le persone fanno affidamento per sopravvivere. Non si tratta di una cattiva consuetudine o abitudine che cambierà spronandole un po’; non si modificherà non appena una persona sarà felice, o dopo che avrà acquisito una certa quantità di conoscenza o letto un certo numero di libri. Sarebbe impossibile. Nessuno può cambiare la natura dell’uomo. Una persona può cambiare solo accettando e ottenendo la verità: soltanto la verità può cambiare gli esseri umani. Se desideri ottenere un cambiamento nella tua indole di vita, devi perseguire la verità; per perseguire la verità, devi iniziare con l’ottenere una chiara comprensione di tutte le varie verità che Dio afferma. Alcuni credono che, se si è compresa la dottrina, allora si è compresa la verità. Ciò non potrebbe essere più sbagliato. Non è vero che se si è compresa la dottrina della fede in Dio e si è in grado di esporre alcune teorie spirituali, allora si è compresa la verità. Ora rifletteteci: a cosa si riferisce esattamente la verità? Perché dico sempre che ci sono tantissime persone che non comprendono la verità? Costoro presumono: “Se riesco a comprendere il significato delle parole di Dio, vuol dire che ho compreso la verità”, e ancora: “Tutte le parole di Dio sono giuste; e vengono tutte pronunciate al nostro cuore, perciò sono la nostra lingua comune”. DiteMi, questa affermazione è corretta oppure no? Cosa significa davvero comprendere la verità? Perché diciamo che tali persone non comprendono la verità? Prima parliamo un po’ di che cos’è verità. La verità è la realtà di tutte le cose positive. Come si relaziona dunque all’uomo la realtà di tali cose positive? (Da quanto ho capito, Dio, il modo in cui si manifesta la comprensione della verità da parte di un individuo è che qualunque persona, evento e cosa egli incontri, egli possiede dei principi, sa come trattarli e ha un cammino da praticare; la verità è in grado di risolvere le sue difficoltà e diventare realtà nella sua vita. Dio stava appunto dicendo che comprendere una dottrina, per una persona, non equivale a comprendere la verità: essa ha la sensazione di aver compreso la verità, ma non riesce a risolvere nessuno dei problemi e delle difficoltà che incontra nella sua vita reale. Non ha alcun cammino al riguardo; non riesce a collegare le cose con la verità.) Questo è ciò che significa non comprendere la verità. Una parte di ciò che è appena stato detto tocca il cuore della questione: che cos’è la verità? (La verità può far sì che le persone abbiano un cammino da praticare e che agiscano secondo dei principi; può risolvere le loro difficoltà.) Esatto. Confrontarsi con le verità principi e praticare in base a esse: questo è il cammino. Ciò dimostra che si è compresa la verità. Se comprendi semplicemente la dottrina e, quando ti capita qualcosa, non riesci ad applicarla e non riesci a trovare i principi, allora non hai compreso la verità. Che cos’è la verità? La verità consiste nei principi e nei criteri per fare tutte le cose. Non è forse così? (Sì.) Quando dico che voi non comprendete la verità, sto dicendo che dopo aver udito un sermone conoscete solo la dottrina. Non sapete quali sono i principi e i criteri della verità al suo interno, o quali delle cose che vi accadono coinvolgano quell’aspetto della verità, o quali stati siano implicati, né sapete come applicare tale aspetto della verità. Non sapete nessuna di queste cose. Supponiamo, per esempio, che abbiate posto una domanda. Il fatto stesso che la poniate significa che non comprendete la verità che la riguarda. La comprenderete dopo aver condiviso su di essa? (Sì.) Forse potreste capire qualcosa dopo la condivisione, ma se non riuscite a comprenderla quando vi accade di nuovo una cosa simile, non si tratta di una vera comprensione della verità. Non conosci i principi e i criteri di quella verità; non li hai afferrati. Forse c’è una verità che pensi di aver compreso, ma sai a quali realtà si riferisce? A quali stati umani è rivolta? Se hai compreso quella verità, sei in grado si metterla a confronto con il tuo stato personale? Se non ci riesci e non sai mai quale sia il tuo vero stato, allora la tua è forse una comprensione della verità? (No.) Non hai compreso la verità. Quando si tratta di un aspetto della verità e dei principi, se sai quali questioni e quali stati coinvolgono quella verità, che tipo di persone o quali dei tuoi stati si riferiscono a quella verità, se sei anche in grado di utilizzare quella verità per eliminarli, allora significa che comprendi la verità. Se mentre ascolti un sermone hai la sensazione di comprenderlo, ma quando ti viene chiesto di condividere, semplicemente ripeti a pappagallo le parole che hai udito e sei incapace di parlarne e di spiegarle in termini di stati e situazioni reali, la tua è una comprensione della verità? No, non è questo. Il più delle volte comprendete dunque la verità, oppure no? (No.) Perché no? Perché nella maggior parte dei casi, dopo aver ascoltato la verità, avete compreso solo la dottrina. Tutto ciò che sapete fare è attenervi a essa come se fosse una regola; non riuscite ad applicarla in modo flessibile. Quando vi capita qualcosa, rimanete ammutoliti; quando vi capita qualcosa, non riuscite a utilizzare quel poco di dottrina che avete compreso: è inutile. Questo è comprendere la verità, oppure no? (No.) Questo è ciò che significa non comprendere la verità. Se non comprendi la verità, cosa devi fare allora? Devi sforzarti di migliorare e prenderti la briga di scoprirlo. Ci sono alcune cose che devono essere presenti nella tua umanità: devi essere coscienzioso e meticoloso in ciò che apprendi e in ciò che fai. Se ti piacerebbe perseguire la verità, ma non possiedi la coscienza e la ragionevolezza delle persone normali, allora non sarai mai in grado di comprendere la verità e la tua è una fede confusa. Questo non dipende dalla tua levatura, dipende solo dal fatto che tu possieda o meno questo tipo di umanità. Se la possiedi, allora, anche se la tua levatura è mediocre, sei comunque in grado di comprendere le verità rudimentali. Riesci almeno a sfiorare la verità. E se la tua levatura è ottima, allora riesci a comprendere cose ai livelli più profondi della verità, nel qual caso sarai in grado di accedere a essa in modo più profondo. Questo è correlato alla tua levatura. Ma se nella tua umanità non c’è un atteggiamento coscienzioso e meticoloso, se sei sempre vago e incerto, confuso, sempre in una condizione di annebbiamento, annebbiato, ottenebrato e superficiale riguardo a ogni questione, allora per te la verità sarà sempre regole e dottrina. Non sarai in grado di ottenerla. Udendo queste Mie parole, avete ora la sensazione che perseguire la verità sia difficile? C’è un certo livello di difficoltà, ma può essere livello grande oppure piccolo. Se ci pensi ti impegni, il livello di difficoltà si ridurrà e acquisirai alcune verità; se non dedichi alcuno sforzo alla verità, ma solo alla dottrina e alle pratiche esteriori, allora non sarai in grado di ottenere la verità.

Avete capito a fondo l’essenza di qualcosa grazie alla Mia condivisione sistematica su queste verità? Siete giunti a una qualche consapevolezza? Non ci sono forse più dettagli in ogni aspetto della verità di quanti ce ne siano nell’insieme delle conoscenze di qualsiasi corso universitario? (Sì.) Ci sono moltissimi dettagli. Le persone possono apprendere le materie di studio con pochi anni di sforzo, attraverso l’esercizio costante e l’esperienza pratica, purché riescano a memorizzarle e a capirle. Quando si studia una materia accademica, è possibile padroneggiarla gradualmente semplicemente dedicandole tempo ed energie, con un po’ di pensiero. Ma per comprendere la verità, non basta semplicemente usare il cervello: devi usare il cuore. Se non mediti sulle parole di Dio con il cuore o non ne fai esperienza allo stesso modo, non sarai in grado di comprendere la verità. Solo le persone coscienziose, dotate di comprensione spirituale e di abilità di comprensione possono raggiungere la verità; gli individui di scarsa levatura, privi di comprensione spirituale e di abilità di comprensione non saranno mai in grado di raggiungerla. Siete persone disattente o meticolose? (Siamo persone disattente.) Non è pericoloso? Riuscite a essere meticolosi? (Sì.) Questa è una buona cosa; Mi fa piacere sentirla. Non dite sempre che non ci riuscite: come fate a saperlo finché non ci provate? Dovreste esserne capaci. Con la risoluzione e l’atteggiamento col quale perseguite attualmente, c’è speranza che comprendiate le verità di base. È fattibile. A patto che una persona sia disposta a usare il cuore e a pagare un prezzo, e che lavori sodo per raggiungere la verità nel suo cuore, lo Spirito Santo si metterà all’opera e la perfezionerà. Se non lavora sodo per raggiungere la verità nel suo cuore, allora lo Spirito Santo non opererà. Ricordate: per arrivare a comprendere la verità, una persona deve adoperarsi in modo attivo e pagare un prezzo, ma in questo modo può ottenere solo la metà dei risultati desiderati, può ottenere solo la parte per cui è necessaria la collaborazione delle persone. L’altra metà è la parte cruciale della comprensione della verità, la parte che le persone non riescono a raggiungere; per ottenerla, devono fare affidamento sull’opera e sul perfezionamento dello Spirito Santo. Non dovete dimenticare che, anche se è sufficiente fare affidamento sull’impegno quando si tratta di acquisire conoscenze e apprendere la scienza, la comprensione della verità non funziona così. È inutile fare affidamento solo sulla mente: bisogna usare il cuore e bisogna pagare un prezzo. Cosa si ottiene pagando un prezzo? L’opera dello Spirito Santo. Ma qual è il presupposto affinché lo Spirito Santo operi? La mente di una persona deve essere sufficientemente raffinata; il suo cuore deve essere sufficientemente tranquillo e in pace, abbastanza sincero, prima che Dio possa operare. L’opera dello Spirito Santo è sottile, coloro che l’hanno assaporata lo sanno. Le persone che si adoperano frequentemente per raggiungere la verità possono spesso percepire l’illuminazione dello Spirito Santo, quindi il loro cammino di pratica nello svolgimento del proprio dovere è agevole e c’è una chiarezza sempre maggiore nei loro cuori. Le persone senza esperienza non possono percepire l’opera dello Spirito Santo e non riescono mai a distinguere il cammino corretto. Tutto è nebuloso e oscuro per loro; non sanno quale sia la via giusta. In realtà, non è difficile raggiungere la comprensione della verità e vedere chiaramente il cammino di pratica: se una persona ha nel cuore queste condizioni, lo Spirito Santo opererà. Ma se il tuo cuore esula da queste condizioni, non sarai in grado di percepire l’opera dello Spirito Santo. Ciò non è astratto né vago. Se ti trovi in quegli stati e il tuo cuore è in quelle condizioni, qualora ricerchi, ti adoperi, mediti e preghi, lo Spirito Santo opererà in te. Ma se sei distratto, vuoi perseguire sempre il prestigio, lottare per la fama e il guadagno, ti sforzi e fai sempre delle storie per la forma, schivi costantemente Dio, ti nascondi da Lui, Lo eviti e Lo rifiuti, non sei sincero e il tuo cuore non è aperto a Lui, lo Spirito Santo non opererà. Non farà caso a te, non ti rimprovererà nemmeno. Quanta verità può comprendere qualcuno che non ha nemmeno sperimentato il rimprovero dello Spirito Santo? A volte, lo Spirito Santo ti rimprovera per farti conoscere il modo giusto e quello sbagliato di fare qualcosa. Quando ti dà una sensazione del genere, cosa ne guadagni, alla fine? Avrai acquisito la capacità di discernere ciò che è giusto da ciò che è sbagliato, e ciò ti sarà piuttosto chiaro, a colpo d’occhio: “Questo modo è sbagliato, non è in linea con la verità. Non posso agire così”. Riguardo a quella cosa, saprai con chiarezza quali sono i principi, qual è l’intenzione di Dio e qual è davvero la verità; quindi saprai cosa dovresti fare. Ma se lo Spirito Santo non opera, se non ti conferisce tale disciplina, quando ti trovi di fronte a certe cose rimarrai per sempre in una condizione confusa, senza chiarezza. Quando ti capiteranno, resterai ammutolito: non capirai cosa sta succedendo e, nel tuo cuore, sarai assai confuso: non avrai chiaro cosa dovresti fare. Potresti essere sul punto di esplodere per l’ansia: ma perché lo Spirito Santo non si mette all’opera? Forse alcuni stati dentro di te non sono giusti e stai opponendo resistenza. A cosa opponi resistenza? Se resti ancorato a qualche visione o nozione errata, Dio non opererà, ma aspetterà finché non ti renderai conto che quella nozione o quella visione è sbagliata. Lo Spirito Santo opererà solo a partire da questa base. Quando lo Spirito Santo opera, non si limita a farti sapere consapevolmente cosa è giusto e cosa è sbagliato. Al contrario, ti mostra chiaramente qual è il cammino, la direzione, lo scopo, quanto la tua comprensione sia lontana dalla verità. Te lo fa sapere con chiarezza. Avete fatto questo genere di incontri? Se qualcuno crede in Dio da dieci o vent’anni senza aver fatto incontri o esperienze così specifici, che tipo di persona è? Una persona disattenta. Tali individui sono in grado di offrire solo dottrine e slogan spesso ripetuti verbalmente, possono risolvere i problemi solo con quelle poche strategie e quelle semplici tecniche in loro possesso. Per questo motivo, sono destinati a fare pochi progressi: non comprenderanno mai la verità e lo Spirito Santo non opererà in loro. Per queste persone disattente, la verità è del tutto fuori portata: non riescono a comprenderla, nemmeno se lo Spirito Santo le illumina. E così, lo Spirito Santo non opererà in loro. Perché no? Dio sta forse facendo favoritismi? No. Qual è il motivo, allora? La loro levatura è troppo scarsa e la verità è oltre la loro portata. Non la comprendono, nemmeno se lo Spirito Santo opera; se qualcuno dicesse loro che la tal cosa è un principio, avrebbero la capacità di comprenderlo? No. Quindi, Dio non lo farà. Avete incontrato queste situazioni? La verità è imparziale. Man mano che la persegui, man mano che ti addentri in essa, lo Spirito Santo opererà, e tu la otterrai. Ma se sei pigro, brami la comodità e non sei disposto a fare sforzi per raggiungere la verità, lo Spirito Santo non opererà e non sarai in grado di ottenere la verità, chiunque tu sia. Capite, adesso? State perseguendo la verità, al momento? Chiunque la persegua la ottiene e quelli che alla fine la ottengono diventeranno dei tesori. Coloro che non riescono a ottenerla possono invidiarli, inutilmente: se perdono questa occasione, non si ripresenterà.

Qual è il periodo migliore per perseguire la verità? È quello attuale, in cui Dio opera nella carne, parlando e condividendo con te faccia a faccia, consigliandoti e aiutandoti. Perché dico che questo è il periodo migliore? Perché l’opera e i discorsi di Dio incarnato possono farti comprendere pienamente le intenzioni dello Spirito Santo, permettendoti di sapere come opera lo Spirito Santo. Dio incarnato è capace di comprendere i principi, i modelli, i modi e i mezzi dell’opera dello Spirito Santo nella sua interezza; te ne parla, in modo che tu non debba cercarli tentoni da solo. Prendi questa scorciatoia e sarai in grado di raggiungerli subito. Quando Dio incarnato smetterà di parlare e avrà terminato la Sua opera, dovrai cercarli tentoni da solo. Non c’è nessuno che possa sostituire questa carne incarnata, che possa dirti esplicitamente cosa fare, dove dirigerti e che tipo di strada prendere. Non c’è nessuno che possa dirti queste cose; per quanto spirituale possa essere, non sarebbe in grado di farlo. Ci sono esempi al riguardo. È proprio come nel caso dei credenti in Gesù, che credono da duemila anni: alcuni di loro ora fanno un passo indietro per leggere l’Antico Testamento e rispettare la legge; alcuni portano croci e tuttavia appendono i dieci comandamenti nelle loro stanze, rispettando le regole e i comandamenti. Cosa hanno guadagnato, alla fine? Lo Spirito Santo ha operato, ma senza parole esplicite, sono rimasti a cercare a tentoni. Cosa implica l’assenza di parole esplicite? Implica che ciò che le persone cercano tentoni e ottengono non porta a nessuna conclusione. Non c’è nessuno che possa darti certezze, dirti che per te è giusto fare questo e sbagliato fare quello. Non c’è nessuno che te lo può indicare. Anche se lo Spirito Santo ti illumina e credi che sia giusto, come sai se Dio approva? Non sei nemmeno sicuro, vero? (No.) Riguardo alle parole del Signore Gesù, che Egli ha lasciato dietro di sé duemila anni fa e che sono state registrate nella Bibbia, ora, duemila anni dopo, i credenti nel Signore hanno offerto spiegazioni di ogni tipo sulla questione del Suo ritorno e non c’è nessuno che sappia quale sia in realtà la spiegazione corretta. Quindi, è un grande sforzo per loro accettare questa fase dell’opera. Ciò cosa dimostra? Che riguardo a quelle parole equivoche e non espresse esplicitamente, dieci persone diverse hanno dieci spiegazioni diverse, cento persone ne avranno cento. Ognuno ha le proprie giustificazioni e le proprie argomentazioni. Qual è la spiegazione corretta? Finché Dio non parla o non fornisce una spiegazione conclusiva, nulla di ciò che l’uomo dice ha importanza. Per quanto grande possa essere la tua confessione religiosa, per quanti membri essa abbia, ciò ha qualche importanza per Dio? (No.) Dio non guarda il tuo potere. Anche se nessuna persona al mondo può accettare quello che Dio fa, ciò è giusto ed è la verità. Questo è un fatto eterno e immutabile! Tutte le religioni e confessioni danno spiegazioni di vario tipo; alla fine cosa succede? La tua spiegazione è di qualche utilità? (No.) Dio la confuta con una sola frase. Per quanto tu continui a spiegare, Dio ti presterà attenzione? (No.) Perché Dio non ti presta attenzione? Egli ha iniziato a compiere una nuova opera, che va avanti ormai da quasi trent’anni. Presterà attenzione a queste persone, per quanto esse strepitino con arroganza? (No.) Non lo farà. I religiosi diranno: “Se Tu non presti loro attenzione, non succederà che quelle persone non potranno essere salvate?” Il fatto è che le parole di Dio hanno chiarito tutto già da tempo, e ciò che Lui dice succede. Per quanto potere abbiano i religiosi, non servirà a nulla; per quanto siano numerosi, ciò non prova che essi detengano la verità. Dio fa ciò che deve, comincia da dove deve cominciare, sceglie chi deve scegliere. È forse influenzato e vincolato dal mondo religioso? (No.) Assolutamente no. Questa è l’opera di Dio. Eppure gli esseri umani corrotti vogliono ragionare con Dio, Gli offrono spiegazioni tutto il giorno: serve forse a qualcosa? Essi si impadroniscono persino delle parole della Bibbia per interpretarle come vogliono: le estrapolano chiaramente dal contesto, vogliono addirittura rimanere aggrappati a esse per tutta la vita, aspettando che Dio le adempia. È solo un sogno! Se una persona non ricerca la verità nelle parole di Dio e desidera sempre chiederGli di fare questa o quella cosa, tale persona è ancora dotata di ragionevolezza? Cosa sta cercando di fare? Vuole ribellarsi? Vuole competere con Dio? Quando arriverà il grande disastro, tutti resteranno ammutoliti; piangeranno e urleranno, invano. Non andrà forse così? Sì.

Questo è il periodo migliore in cui Dio: è il periodo in cui Dio sta salvando e perfezionando le persone. Non aspettate che arrivi il giorno in cui questo periodo sarà sfuggito per poi riflettere: “Cosa significa ciò che ha detto Dio? Sarebbe stato meglio chiederlo in quel momento, ma ora non posso più farlo. Dunque pregherò e basta; lo Spirito Santo opererà; è la stessa cosa”. Sarà la stessa cosa? (No.) Se così fosse, allora le persone che hanno creduto nel Signore nel corso di questi duemila anni non sarebbero come sono. Basta guardare le parole scritte dai cosiddetti santi della prima metà del secondo millennio: sono così superficiali, così patetiche! Oggi esiste un grosso libro di inni cantati da persone di tutte le religioni e le confessioni; quegli inni parlano solo della grazia di Dio e dell’essere benedetti: soltanto di queste due cose. Questa è conoscenza di Dio? No. C’è forse un briciolo di verità in ciò? (No.) Costoro sanno solo che Dio ama le persone del mondo. C’è un detto che gira sempre per il mondo e non cambia mai: “Dio è amore”. Questa è la sola frase che conoscono. Ebbene, in che modo Dio ama le persone? Dio ora le abbandona e le elimina: è ancora amore? Per come la vedono loro, no, non più. Perciò Lo condannano. Che l’uomo non persegua la verità e non riesca a comprenderla è la cosa più penosa. Esiste una così grande opportunità in questo momento. Dio si è fatto carne per esprimere la verità e salvare personalmente gli esseri umani. Sarebbe un vero peccato se tu non perseguissi e non guadagnassi la verità. Se tu l’avessi perseguita, e lo avessi fatto con forza, ma alla fine non fossi riuscito a comprenderla, avresti la coscienza pulita: almeno non ti saresti deluso da solo. Avete già iniziato il vostro perseguimento? Svolgere un dovere conta come perseguire la verità? Può essere considerato una sorta di cooperazione, ma in quanto a ottenere un perseguimento della verità, a contare come un perseguimento della verità, ancora non è sufficiente. È semplicemente una forma di comportamento, una specie di azione: è possedere un atteggiamento di perseguimento della verità. Quindi, come può qualcosa contare come perseguimento della verità? Bisogna iniziare dalla comprensione della verità. Se non la comprendi, se non prendi nulla sul serio, se sei approssimativo nello svolgere il tuo dovere, se fai qualunque cosa tu abbia voglia di fare, senza mai ricercare la verità o prestare attenzione alle verità principi, riuscirai dunque a comprendere la verità? Se non la comprendi, come puoi perseguirla? Non è forse così? (Sì.) Che tipo di persone sono coloro che non perseguono la verità? Sono degli idioti. Come si fa allora a perseguire la verità? Devi iniziare col comprenderla. È faticoso comprendere la verità? No. Inizia dagli ambienti coi quali entri in contatto e dal dovere che svolgi, pratica ed esercitati in linea con le verità principi. Facendo ciò, dimostri che hai iniziato a percorrere la strada del perseguimento della verità. Per prima cosa, partendo da questi principi, inizia a cercare, meditare, pregare e ottenere l’illuminazione poco a poco: quell’illuminazione che ottieni è la verità che dovresti comprendere. Per prima cosa, ricerca la verità nell’adempimento del tuo dovere e cerca di agire in linea con le verità principi. Tutte queste cose sono inscindibili dalla vita reale, cioè dalle persone, dagli eventi e dalle cose che incontri nella vita e dalle questioni che rientrano nell’ambito del tuo dovere. Inizia da questi elementi e raggiungi la comprensione delle verità principi: allora otterrai l’ingresso nella vita.

23 ottobre 2019

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