Come individuare la natura essenza di Paolo

Avete tenuto condivisioni per un lungo periodo Avete condiviso piuttosto a lungo sul capitolo delle parole di Dio intitolato “Il successo o il fallimento dipendono dalla strada che l’uomo percorre”. Quali questioni discute, e quali verità riguarda? (La strada che l’uomo percorre come credente.) L’argomento ruota principalmente attorno alle strade intraprese da Pietro e da Paolo, dico bene? Dopo un così lungo periodo di condivisione, sono sicuro che avete acquisito qualcosa, anzi probabilmente molte cose. Dovete riassumere il succo dei sermoni che avete ascoltato in questo lasso di tempo, poi individuare i temi principali e passare a sperimentare in conformità a questo modo di pensare, e alle cose e ai temi importanti che avete riassunto. Questo vi aiuterà nello sperimentare l’opera di Dio, nello svolgere adeguatamente il vostro dovere e nel rendere bene testimonianza nella vita reale. Spero che, dopo che avrete finito di riassumere, il vostro ingresso nella vita e la vostra statura spirituale facciano un grande passo avanti. Dunque, quando riassumerete le verità realtà che avreste dovuto comprendere grazie a quel capitolo, inizierete dall’esperienza di Paolo o da quella di Pietro? (Da quella di Paolo.) Perché? (Riflettendo su noi stessi in base alle ragioni del fallimento di Paolo, sapremo se siamo sulla sua strada. Poi guarderemo il tipo di strada percorso da Pietro, in modo da avere un obiettivo e una direzione da perseguire.) In realtà, è così che dovrebbe essere. Trarre insegnamenti e riassumere le esperienze da tutto ciò che Paolo visse e dalla strada che seguì. Capire quale strada stesse percorrendo, perché Dio chieda ai credenti di seguire la strada giusta e quale essa sia. Se saprai seguire la strada del perseguimento della verità, riuscirai a evitare di smarrirti nelle situazioni della vita reale, e anche mentre sperimenti l’opera di Dio durante lo svolgimento del tuo dovere. Riuscirai anche a evitare di intralciare l’opera di Dio, di ritrovarti erroneamente sulla strada sbagliata o, in definitiva, di finire per attirarti la punizione, come invece accadde a Paolo.

Ora, alla luce delle esperienze di Paolo, riassumiamo le caratteristiche della strada che intraprese, il modo in cui credeva in Dio e gli obiettivi e la direzione che perseguiva. Anzitutto guarderemo la qualità della sua umanità e la sua indole da questi punti di vista. A giudicare dalla sua vita e dalle storie su quanto gli accadde, ci sono alcuni aspetti nella sua indole: arroganza, ipocrisia, ingannevolezza, odio per la verità, malvagità e ferocia. A prescindere da quanti aspetti principali dell’indole di Paolo gli uomini riescano a vedere o a riassumere, se parli solo di questi aspetti della sua indole, probabilmente avrai la sensazione che sia piuttosto vuota, giusto? Quando menzioni questi aspetti della sua indole, sono forse legati ai suoi perseguimenti, alla direzione della sua vita e alla strada che egli seguì come credente? Quando parli della sua arroganza, hai qualche fatto per avvalorarla? Che cosa ti induce a considerare Paolo arrogante? A considerarlo ingannevole? A pensare che avesse in odio la verità? Se riassumi solo l’essenza di questi aspetti della sua indole e non parli dei suoi perseguimenti, della direzione della sua vita e della strada che seguì come credente, allora si tratta di parole vuote che ora non avranno alcuna utilità positiva o vantaggiosa per le persone. È meglio parlare dal punto di vista dei perseguimenti di Paolo e della sua strada. Non è cosa semplice comprendere l’essenza di una persona. La natura essenza di un individuo non si può dedurre quando costui non fa nulla o fa soltanto alcune cose secondarie. Devi guardare il modo in cui si manifesta regolarmente e l’intenzione e la motivazione dietro le sue azioni, cioè guardare i suoi perseguimenti, i suoi desideri e la strada che segue. Un aspetto ancora più importante è guardare come un individuo reagisce quando si trova di fronte a una situazione che Dio ha predisposto per lui, o quando Dio gli fa qualcosa personalmente, come metterlo alla prova, raffinarlo, potarlo e trattarlo, o quando Dio lo illumina e lo guida personalmente. Dio guarda perlopiù questi aspetti. Che cosa concernono? I principi in base ai quali una persona agisce, vive, si comporta e interagisce con il mondo, nonché gli obiettivi e la direzione che persegue, la strada che percorre, come vive, secondo cosa vive e il fondamento della sua esistenza. È questo che concernono. Ecco perché dico che se evitiamo tutte queste cose e parliamo solo della natura essenza di Paolo, per quanto diciamo o per quanto siamo esaurienti, si tratta soltanto di parole vuote. Se vogliamo guardare l’essenza di Paolo da ogni aspetto della sua identità e aiutare le persone oggi, o dare loro uno specchio in cui vedersi, allora dobbiamo prima riassumere la strada che Paolo seguì, gli obiettivi che perseguì e il fondamento della loro esistenza, e il suo atteggiamento verso Dio. Se analizziamo ogni aspetto della sua indole affrontandola da questi punti di vista, non abbiamo forse una base? Condividere e riassumere in questo modo serve in parte a farti vedere Paolo più chiaramente, ma soprattutto a far sì che, quando oggi le persone si trovano di fronte alla salvezza e alla sovranità di Dio, sappiano come affrontarle e come perseguire la verità, per evitare di calcare le orme di Paolo e di finire per essere punite come lui. Questo è il metodo più efficace.

Quando guardi tutti i modi in cui Paolo si presentava, dovresti essere in grado di vedere la sua natura essenza ed essere totalmente capace di concludere che la direzione, gli obiettivi, la fonte e la motivazione dei suoi perseguimenti erano sbagliati e che queste cose denotavano disobbedienza e opposizione a Dio, che Lo contrariavano ed erano da Lui disprezzate. Qual è il primo dei modi principali in cui Paolo si presentava? (Si dava da fare e lavorava in cambio di una corona.) In cosa l’avete visto presentarsi in questo modo o essere in questo stato? (Attraverso le sue parole.) Attraverso i suoi famosi detti. Di solito i detti famosi sono positivi, sono utili e vantaggiosi per coloro che hanno ambizione, speranza e aspirazione, possono incoraggiare e motivare le persone di questo tipo; invece qual era la funzione dei famosi detti di Paolo? Ne pronunciò molti. Sapreste citare uno dei più noti? (“Ho combattuto il buon combattimento, ho finito la corsa, ho conservato la fede. Ormai mi è riservata la corona di giustizia” (2 Timoteo 4:7-8).) Quale aspetto della sua natura essenza rappresentano queste parole? Come dovremmo definirlo secondo la verità? (Arrogante, ipocrita e intenzionato a concludere un accordo con Dio.) Fu la sua natura arrogante a spingerlo a pronunciare queste parole: non avrebbe fatto la sua corsa, lavorato e nemmeno creduto in Dio se alla fine non ci fosse stata una corona. Dopo aver ascoltato così tanti sermoni, ora le persone dovrebbero essere in grado di riconoscere questa manifestazione e questo stato manifestati da Paolo, ma riuscite a darne una definizione? Quando diciamo “riassumere”, intendiamo definire qualcosa; le parole che usi per definire qualcosa sono la vera comprensione. Quando riesci a definire accuratamente qualcosa, questo dimostra che hai chiarezza al riguardo; quando non riesci a definire qualcosa e ti limiti a imitare le definizioni degli altri, questo dimostra che non lo comprendi veramente. Quale mentalità o stato spinse Paolo a pronunciare quelle parole in quel momento? Quale intenzione lo indusse a farlo? Qual è l’essenza dei suoi perseguimenti che queste parole ti mostrano? (Ottenere benedizioni.) Paolo si dava molto da fare, si spendeva e dava così tanto di sé perché la sua intenzione era ottenere benedizioni. Erano questi la sua natura essenza e ciò che risiedeva nell’intimo del suo cuore. Poco fa, mentre analizzavate la questione, avete detto che Paolo intendeva concludere un accordo con Dio. Quale suo atteggiamento rappresenta questo? Ora stiamo cercando di riassumere il suo atteggiamento più vero nei confronti della corona, dell’ottenimento di benedizioni e della fede in Dio; non stiamo cercando di riassumere se Paolo volesse concludere un accordo con Dio e se fosse un vero credente. DiteMelo di nuovo. (Non amava la verità ed era sprezzante.) Questo non è un atteggiamento; è parte della sua indole. Ora stiamo parlando del suo atteggiamento. (Era avido.) Questo è un aspetto della sua natura essenza, proprio come la sua intenzione di ottenere benedizioni e come il suo desiderio. Che cos’è un atteggiamento? Per esempio, se dico che mangiare continuamente cose piccanti fa male allo stomaco, e qualcuno replica: “So che mangiare cibi piccanti fa male, ma mi piacciono! Che cosa posso mangiare se non cibi piccanti?”, rispondo: “Per amore della tua salute, fintanto che non mangerai nulla di piccante, ti darò cinque dollari a pasto per comprare qualcos’altro”. A quel punto, costui è molto soddisfatto e dice: “Okay, allora non mangerò cibi piccanti!” È stato concluso un accordo e costui lo rispetta. Ma perché riesce ad astenersi dal mangiare cibi piccanti? Per il denaro, in realtà. Se non gli dessi i soldi, non riuscirebbe a controllarsi; continuerebbe a mangiare cibi piccanti proprio come prima. Ha smesso solo perché c’è qualcosa da guadagnarne: il denaro. Questo è il suo atteggiamento. Questo è ciò che si nasconde nel profondo del suo cuore. Costui ha forse smesso di mangiare cibi piccanti perché pratica la verità, perché fa quanto gli è stato detto o perché vuole compiacere Dio? (No.) No, non è per nessuna di queste ragioni. Non si è astenuto dal mangiare cibi piccanti perché stia praticando la verità, o per salvaguardare la sua salute; il suo atteggiamento è ingannevole e superficiale; costui la considera una transazione e lo fa per ingraziarsi del favore. Se non raggiunge il suo obiettivo e non riceve il denaro, torna a mangiare quello che vuole, forse addirittura più di prima. Questo potrà non essere l’esempio più calzante, ma quali analogie ci sono se lo paragoniamo a Paolo? (È simile al modo in cui Paolo era motivato dall’ottenimento di benedizioni e tentò di concludere un accordo con Dio.) Paolo vedeva le azioni di combattere il buon combattimento, fare la sua corsa, lavorare, spendersi e persino irrigare la chiesa come merce di scambio per la corona di giustizia, e come strade in quella direzione. Dunque, a prescindere dal fatto che abbia sofferto, che si sia speso o che abbia fatto la sua corsa oppure no, per quanto abbia patito, l’unico obiettivo nella sua mente era ottenere la corona di giustizia. Trattava il perseguimento della corona di giustizia e delle benedizioni come l’obiettivo appropriato della fede in Dio, e la sofferenza, lo spendersi, il lavorare e il fare la sua corsa come strade in quella direzione. Tutto il suo buon comportamento esteriore era una messinscena; lo fece per poter alla fine ottenere le benedizioni. Questo è il primo dei suoi maggiori peccati.

Tutto ciò che Paolo disse e fece, ciò che manifestò, l’intenzione e l’obiettivo sia del suo lavoro sia della sua corsa, così come il suo atteggiamento verso entrambi: c’è qualcosa in tutto questo che sia conforme alla verità? (No.) Non c’è nulla in lui che sia conforme alla verità, e nulla di ciò che faceva era in linea con quanto il Signore Gesù diceva alle persone di fare, ma Paolo rifletté forse su questo? (No.) Non ci rifletté mai minimamente né ricercò, dunque quale base aveva per dare per scontato che il suo pensiero fosse corretto? (Le sue nozioni e le sue fantasie.) Qui c’è un problema: come riuscì a trasformare qualcosa che immaginava nell’obiettivo che avrebbe perseguito per tutta la vita? Esaminò mai la questione o si domandò mai: “Ciò che penso è corretto? Gli altri non la pensano così, soltanto io. Questo è un problema?” Non solo non ebbe questi dubbi, ma scrisse i suoi pensieri in delle lettere e le inviò a tutte le chiese, affinché tutti potessero leggerli. Qual è la natura di questo comportamento? Qui c’è un problema: perché Paolo non si chiese mai se il suo pensiero fosse in linea con la verità, perché non ricercò mai la verità e non la confrontò mai con le parole pronunciate dal Signore Gesù? Invece trattava ciò che immaginava e ciò che secondo le sue nozioni riteneva giusto come gli obiettivi che avrebbe dovuto perseguire. Qual è il problema qui? Trattava ciò che immaginava e ciò che riteneva giusto come verità e come un obiettivo da perseguire. Questo non è forse estremamente arrogante e ipocrita? Dio aveva dunque un posto nel suo cuore? Paolo era forse in grado di trattare le parole di Dio come verità? Se non ne era capace, quale era dunque il suo atteggiamento verso Dio? Voleva essere Dio anche lui? Se così non fosse, non avrebbe trattato come obiettivo che avrebbe dovuto perseguire ciò che immaginava nei suoi pensieri e nelle sue nozioni, né avrebbe perseguito le sue nozioni o ciò che immaginava come se fossero la verità. Egli credeva che ciò che pensava fosse la verità, e che fosse in linea con la verità e con la volontà di Dio. Inoltre condivideva ciò che riteneva corretto con i fratelli e le sorelle delle chiese e lo inculcava loro, facendo sì che tutti si attenessero alle cose ridicole che diceva; sostituiva le parole del Signore Gesù con le sue, e usava queste sue parole ridicole per testimoniare che per lui il vivere era Cristo. Non è forse questo il secondo tra i maggiori peccati di Paolo? Questo problema è estremamente grave!

Nel corso delle età ci sono state molte persone che assomigliavano a Paolo, dunque perché lo usiamo come esempio classico? Perché è documentato nella Bibbia e le cose ridicole e malvagie che disse, così come lui stesso, hanno un enorme impatto su tutti i cristiani. Si potrebbe dire che il danno che ha causato è enorme. Ci sono moltissime persone che sono state ingannate e avvelenate da lui. Non solo ha avvelenato molte generazioni di persone, ma il suo veleno penetra in profondità. Quanto in profondità? (Tutti i cristiani vedono Paolo come un modello di comportamento e lo imitano; praticano le sue parole come se fossero quelle di Dio.) Se tieni condivisioni sulle parole di Cristo e sulle parole di Dio, nessuno vi bada più di tanto. Quando invece tieni condivisioni sulle parole di Paolo, si alzano subito in piedi e ascoltano. Che cosa significa questo? (Che trattano Paolo come Cristo.) Quando le persone trattano Paolo come Cristo, egli ha preso il posto del Signore Gesù Cristo nel loro cuore. Questo non è forse un peccato di proporzioni estreme? (Sì.) Paolo è il più grande anticristo della storia! L’intenzione delle sue parole è estremamente ovvia: i suoi obiettivi e la sua insidiosità sono chiaramente visibili; la sua essenza è tremendamente subdola e velenosa. La natura di tutto questo è gravemente problematica! È per questo che ho dovuto trattare questo argomento e analizzarlo. Se non lo facessi, le persone continuerebbero a essere ingannate da Paolo. Per analizzare i suoi problemi, tuttavia, dovevo fargli assolvere oggi uno scopo migliore per le persone, come esempio di cosa non fare. Abbiamo appena riassunto due dei suoi peccati. Qual era il primo? (Paolo trattava il lavoro e la sua corsa come merce di scambio per una corona. Considerava l’ottenimento di benedizioni e di una corona un obiettivo appropriato che avrebbe dovuto perseguire.) Corretto. Il problema più grande di Paolo era che trattava queste cose come obiettivi che avrebbe dovuto perseguire. Fin dall’inizio fu una transazione che portava con sé disobbedienza e una natura malvagia, ma Paolo la trattava come un obiettivo appropriato da perseguire. Questo è il problema più grave. Qual era il secondo? (Paolo trattava come verità le cose che secondo le sue nozioni immaginava e che riteneva giuste. Non rifletteva né ricercava mai su questo; invece ingannava le persone e faceva attenere i fratelli e le sorelle alle sue parole e teorie assurde, inducendo la gente a trattarlo come Cristo.) Questa è una questione particolarmente grave. Prendete accuratamente nota di tali questioni; dopo che avremo finito di riassumerle, dovreste confrontarvi con esse. Quando discutiamo un argomento, dobbiamo prima parlare di quel particolare aspetto della verità, e poi fare confronti. Analizzare il modo in cui Paolo si manifestava serve da monito a tutti, oltre a dire alle persone che dovrebbero scegliere la strada corretta, e poi trovare un percorso di pratica accurato ed evitare di calcare le orme di Paolo. Allora sì che sarete totalmente efficienti.

Paolo manifestò un altro grave peccato, cioè svolgeva il suo lavoro completamente sulla base della sua levatura mentale, del suo sapere accademico e della sua conoscenza e teoria teologiche. Questa è una cosa che riguarda la sua natura essenza. Dovreste riassumere tutto questo e poi esaminare qual era il suo atteggiamento verso queste cose. Questo è un peccato fondamentale e molto importante, che le persone devono capire. Domandatevi per un momento quali delle manifestazioni di Paolo implichi questo peccato; guardate qual era la sua natura essenza attraverso queste manifestazioni, e fatevi un’idea chiara di ciò a cui egli attribuiva importanza nel profondo, di quali erano i suoi obiettivi. La sua intenzione e i suoi obiettivi sono alla base del motivo per cui Paolo intraprese la strada sbagliata. Queste sono le cose più importanti che dovete capire chiaramente. Quali doni possedeva Paolo? (Aveva una buona padronanza di molte conoscenze bibliche risalenti all’Età della Legge.) A quel tempo esisteva solo l’Antico Testamento. Paolo aveva dimestichezza con queste Scritture ed era molto istruito al riguardo, come gli insegnanti di teologia, i pastori, i predicatori e i padri di oggi. Il suo sapere teologico sarà anche stato più ampio del loro, ma lo acquisì dopo essere venuto al mondo. Che cosa possedeva Paolo fin dalla nascita? (Le sue capacità innate.) Era per natura intelligente, bravo a parlare, si esprimeva bene e non soffriva di paura da palcoscenico. Concentriamoci ora sulle sue abilità innate, sui suoi doni, sulla sua intelligenza, sulle sue capacità e sulle conoscenze che acquisì nel corso della vita. Che cosa significa il fatto che fosse bravo a parlare? In che modo egli si manifestava e si presentava? Amava sproloquiare di teorie elevate; parlava costantemente di profonde dottrine, teorie e conoscenze spirituali, dei testi e detti famosi che le persone citano spesso. Qual è un vocabolo che riassume le parole di Paolo? (Vuote.) Le parole vuote sono costruttive per gli individui? Quando questi ultimi le ascoltano, si sentono incoraggiati, ma dopo un po’ il loro entusiasmo svanisce. Le cose di cui Paolo parlava erano vaghe e illusorie, cose che, in realtà, non puoi proprio porre in termini concreti. Nelle teorie di cui parlava, non puoi trovare alcun percorso da praticare né alcuna direzione in cui praticare; non riesci a trovare nulla da poter applicare accuratamente alla vita reale; che si tratti di teorie o di fondamenti, nessuno di essi è applicabile alla vita reale. Ecco perché dico che le teorie religiose e la dottrina spirituale di cui parlava erano parole vuote e prive di concretezza. Qual era l’obiettivo di Paolo nel parlare di queste cose? Alcuni dicono: “Parlava sempre di queste cose perché voleva irretire più persone e indurle a riverirlo e ad ammirarlo. Voleva prendere il posto del Signore Gesù e conquistare più persone, in modo da essere benedetto”. È questo l’argomento di cui vogliamo parlare oggi? (No.) È estremamente normale che una persona che non è stata sottoposta a potatura o trattamento, che non è stata giudicata o castigata, che non è passata attraverso le prove o il raffinamento, che ha doni come quelli di Paolo e la natura essenza di un anticristo, si metta in mostra in questo modo e abbia il comportamento che aveva lui, perciò non approfondiremo tale questione. Che cosa approfondiremo? L’essenza di questo suo problema, la causa principale e la motivazione dietro a queste sue azioni, e cosa lo spingeva ad agire così. A prescindere dal fatto che oggi le persone vedano tutte le cose di cui parlava Paolo come dottrina, teorie, conoscenza teologica, doni innati o come una sua interpretazione delle cose, in generale il problema più grande di Paolo era che trattava come verità cose che provenivano dalla volontà umana. Ecco perché aveva il fegato di usare queste teorie teologiche in modo risoluto, audace ed esplicito per irretire le persone e trasmettere loro degli insegnamenti. È questa l’essenza del problema. È un problema grave? (Sì.) Quali cose Paolo trattava come verità? I doni con cui era nato, oltre alla conoscenza e alle teorie teologiche che apprese nel corso della vita. Le sue teorie teologiche furono tratte da insegnanti, dalla lettura delle Scritture e anche generate da quanto egli capiva e immaginava. Trattava le nozioni e le fantasie della sua comprensione umana come verità, ma non era questo il problema più grave; ce n’era uno ancora più grande. Paolo trattava queste cose come verità, ma all’epoca pensava forse che lo fossero? Aveva idea di cosa fosse la verità? (No.) Allora come trattava queste cose? (Come vita.) Le trattava tutte come vita. Pensava che più sermoni fosse riuscito a predicare, o più elevati fossero stati, e più grande sarebbe stata la sua vita. Trattava queste cose come vita. È una questione grave? (Sì.) Che impatto ebbe tutto questo? (Ebbe un impatto sulla strada che seguì.) Questo è un aspetto. Che altro? (Egli pensava che ottenere queste cose gli avrebbe portato la salvezza e gli avrebbe permesso di entrare nel Regno dei Cieli.) Questo ha ugualmente a che fare con l’ottenimento di benedizioni; Paolo pensava che più fosse grande la sua vita, più grandi sarebbero state le sue possibilità di entrare nel Regno dei Cieli e di ascendere al Cielo. Qual è un altro modo per dire “ascendere al Cielo”? (Regnare ed esercitare il potere insieme a Dio.) Il suo scopo nell’entrare nel Regno dei Cieli era regnare ed esercitare il potere insieme a Dio, ma non era questo il suo obiettivo finale; ne aveva un altro. Ne parlò. Come lo espresse? (“Infatti per me il vivere è Cristo e il morire guadagno” (Filippesi 1:21).) Disse che per lui il vivere era Cristo e il morire guadagno. Che cosa significa? Che si sarebbe trasformato in Dio dopo la morte? La sua ambizione non conosceva limiti! Il suo problema era molto grave! Dunque è sbagliato che analizziamo il caso di Paolo? Niente affatto. Egli non avrebbe mai dovuto trattare come vita i suoi doni e la conoscenza che aveva appreso. Questo è il terzo dei suoi maggiori peccati. Si può vedere la natura essenza di Paolo in uno qualsiasi di questi tre peccati. Le caratteristiche della sua natura essenza vengono smascherate in ciascuno di essi; nulla viene nascosto o omesso. La sua natura essenza è rappresentata in tutti e tre.

Di seguito esamineremo i problemi più importanti e più gravi di Paolo, che sono di lui maggiormente rappresentativi. Nelle lettere che scrisse, quali parole usava spesso? Andate a vedere cosa dice il testo originale della Bibbia, e lo esamineremo e analizzeremo, vedremo cosa Paolo aveva davvero in mente e perché Dio lo disprezzava e lo odiava. Perché qualcuno come Paolo, così famoso e determinante per il lavoro delle prime chiese, finì per essere punito? Come lo valutava Dio nella Propria mente? Come lo vedeva? Perché lo valutava in questo modo ed emise il verdetto che emise? Su quale base, fondamentalmente, Dio definì Paolo e ne determinò la fine? Elencate tutte queste cose affinché le persone possano vedere i fatti di come oppose resistenza a Dio, in modo che non pensino che sia stato condannato ingiustamente. Quando gli individui non comprendono la verità, sono più inclini a definire le persone in base all’aspetto esteriore. Qual è la loro base per definire gli altri in base all’aspetto esteriore? Una parte consiste nella cultura tradizionale e negli insegnamenti della società. Un’altra consiste nell’istruzione ricevuta a casa, nelle idee e nei concetti assolutistici, e nelle idee e nei concetti di giusto e sbagliato. Un’altra ancora consiste nell’istruzione scolastica. Insieme, queste cose costituiscono un sistema di istruzione interamente satanico. La conseguenza dell’inculcazione di queste cose negli individui da parte di Satana è che essi definiscono questo buono, quello cattivo, questo giusto e quello sbagliato in base alle loro nozioni e preferenze. Qual è la base di tutte queste definizioni che gli individui hanno? In realtà si basano su teorie e filosofie sataniche; queste basi che le persone hanno non provengono assolutamente da Dio o dalla verità. Ecco perché gli esseri umani corrotti sbagliano, qualunque sia la definizione che danno di una persona o di un evento: essa non ha alcun legame con la verità e non è in linea con la volontà di Dio; non ha nulla a che fare con Lui o con le Sue parole. Egli emette verdetti su persone ed eventi secondo la Sua indole ed essenza. Quali sono l’indole e l’essenza di Dio? La verità. Essa è l’espressione e la realtà di tutte le cose positive. Dio emette verdetti su tutto ciò che esiste e su tutte le persone, le questioni e le cose con cui gli uomini entrano in contatto, in conformità alla verità. Dio basa i Suoi verdetti riguardo alle persone sulla loro natura essenza, su ciò che motiva le loro azioni, sulla strada che stanno percorrendo e sul loro atteggiamento verso le cose positive e verso la verità. È questa la base delle Sue conclusioni. I Suoi verdetti su tutte le cose concordano con la verità. Qual è la base di Satana per definire tutte le cose? (La sua logica.) La filosofia e la logica sataniche, che sono l’esatto contrario della verità. Tutta l’umanità è corrotta da Satana. Gli esseri umani non hanno la verità; rappresentano Satana e lo incarnano. Definiscono tutte le cose in conformità alle filosofie e alla logica sataniche. Quali conclusioni raggiungono dunque quando definiscono le cose? Conclusioni che sono esattamente opposte e contrarie alla verità. Avete trovato le parole che Paolo usava spesso nelle sue lettere? Leggetele ad alta voce. (“Paolo, chiamato ad essere apostolo di Cristo Gesù per volontà di Dio” (1 Corinzi 1:1)). Vedete? È così che Paolo classifica Dio e Cristo: “Paolo, chiamato ad essere apostolo di Cristo Gesù per volontà di Dio”. Dove si colloca Paolo in questa classifica? (Al terzo posto.) Nella sua mente, chi è il numero uno? (Dio.) E il numero due? (Il Signore Gesù.) Gesù Cristo. Chi è il terzo? (Paolo stesso.) È lui stesso. “Paolo, chiamato ad essere apostolo di Cristo Gesù per volontà di Dio.” Paolo usava spesso questa frase, che è densa di significato. Tanto per cominciare, sappiamo che egli era un apostolo del Signore Gesù Cristo. Perciò, dal punto di vista di Paolo, chi è il Signore Gesù Cristo? Il Figlio dell’uomo, secondo al Dio in cielo. A prescindere dal fatto che Paolo chiamasse il Signore Gesù Cristo Maestro o Signore, dal suo punto di vista il Cristo sulla terra non era Dio, bensì un uomo che sapeva insegnare alle persone e convincerle a seguirLo. Qual era la funzione di Paolo come apostolo di un uomo di questo tipo? Condividere il Vangelo, visitare le chiese, pronunciare sermoni e scrivere lettere. Paolo credeva di fare queste cose per conto del Signore Gesù Cristo. In cuor suo, pensava: “Ti aiuterò andando dove Tu non sei in grado di andare, e osserverò per Tuo conto i luoghi dove Tu non vuoi andare”. Era questa la sua idea di apostolo. Secondo la classifica nella sua mente, sia lui sia il Signore Gesù erano persone ordinarie. Vedeva sé stesso e il Signore Gesù Cristo come pari, come esseri umani. Nella sua mente non c’era essenzialmente alcuna differenza tra le loro posizioni, né tra le loro identità, né tantomeno tra i loro ministeri. Solo i loro nomi, età, circostanze familiari e origini erano diversi, e avevano doti e conoscenze esteriori differenti. Nella sua mente, Paolo era uguale al Signore Gesù Cristo in ogni altro aspetto, e anche lui poteva essere chiamato Figlio dell’uomo. L’unica ragione per cui era secondo al Signore Gesù Cristo era il fatto che era l’apostolo del Signore Gesù; esercitava il potere del Signore Gesù Cristo e veniva da Lui mandato a visitare le chiese e a svolgere il lavoro della chiesa. È questo che Paolo credeva fossero la sua posizione e la sua identità di apostolo, è così che le interpretava. Inoltre la seconda parola all’inizio della frase “Paolo, chiamato ad essere apostolo di Cristo Gesù” è il termine “chiamato”. Da questo termine possiamo dedurre la mentalità di Paolo. Perché usò le cinque parole “chiamato […] per volontà di Dio”? Non riteneva di essere stato chiamato dal Signore Gesù Cristo a essere il Suo apostolo; pensava: “Il Signore Gesù Cristo non ha il potere di ordinarmi di fare qualcosa. Non farò come ha comandato; non farò nulla per Lui. Piuttosto, sto facendo queste cose per volontà di Dio in cielo. Sono uguale al Signore Gesù Cristo”. Questo indica un’altra cosa: Paolo pensava di essere un Figlio dell’uomo, proprio come il Signore Gesù Cristo. Le cinque parole “chiamato […] per volontà di Dio” rivelano come, nel profondo del suo cuore, negasse l’identità del Signore Gesù Cristo e ne dubitasse. Paolo diceva di essere un apostolo del Signore Gesù Cristo per volontà di Dio, che glielo aveva detto Dio, che era stato decretato e stabilito da Lui, e di essere diventato un apostolo del Signore Gesù Cristo perché era stato Dio a chiamarlo e a volere questo. Nella mente di Paolo, era questo il rapporto tra lui e il Signore Gesù Cristo. Questa, tuttavia, non è nemmeno la parte peggiore. Qual è allora la parte peggiore? Che Paolo pensava di essere l’apostolo del Signore Gesù Cristo per volontà di Dio, non del Signore Gesù Cristo, che non era stato il Signore Gesù a chiamarlo, bensì Dio in cielo. Riteneva che nessuno avesse il potere o i titoli per fare di lui un apostolo del Signore Gesù Cristo, che solo Dio in cielo avesse quel potere e che fosse Lui a guidarlo direttamente. Che cosa indica questo, dunque? Che, nel profondo del cuore, Paolo credeva che Dio in cielo fosse il numero uno e lui stesso il numero due. Perciò dove metteva il Signore Gesù? (Nella stessa posizione in cui metteva sé stesso.) È questo il problema. A parole proclamava che il Signore Gesù era il Cristo, ma non riconosceva che l’essenza di Cristo era quella di Dio; non capiva il rapporto tra Cristo e Dio. Fu questa mancanza di comprensione a causare un problema così grave. In quale modo era grave? (Paolo non ammetteva che il Signore Gesù fosse Dio incarnato. Negava il Signore Gesù.) Sì, questo è davvero grave. Negava che il Signore Gesù Cristo fosse Dio fattoSi carne, che il Signore Gesù Cristo fosse la carne di Dio quando era sceso dal cielo sulla terra, e che il Signore Gesù fosse l’incarnazione di Dio. Questo non implica forse che Paolo negava l’esistenza del Dio sulla terra? (Sì.) Se negava l’esistenza del Dio sulla terra, allora poteva riconoscere le parole del Signore Gesù? (No.) Se non riconosceva le Sue parole, allora poteva accettare il resto? (No.) Non accettava le parole, gli insegnamenti o l’identità del Signore Gesù Cristo, dunque poteva accettare la Sua opera? (No.) Non accettava l’opera che il Signore Gesù Cristo compiva, né il fatto che Egli fosse Dio, eppure non era questa la parte peggiore. Qual era la parte peggiore? Duemila anni fa, il Signore Gesù venne sulla terra per compiere l’opera più grande di tutte: l’opera di redenzione nell’Età della Grazia, in cui Si incarnò, assunse le sembianze della carne peccaminosa e fu inchiodato alla croce come sacrificio espiatorio per tutta l’umanità. Si trattava di una grande opera? (Sì.) Era l’opera di redenzione di tutta l’umanità, compiuta da Dio Stesso, eppure Paolo la negava ostinatamente. Egli negava che l’opera di redenzione compiuta dal Signore Gesù venisse compiuta da Dio Stesso, il che equivaleva a negare il fatto che Dio aveva già portato a termine l’opera di redenzione. Questo è un problema grave? È estremamente grave! Non solo Paolo non cercava di comprendere il fatto della crocifissione del Signore Gesù Cristo, ma neanche lo ammetteva, e non ammetterlo significa negarlo. Non ammetteva che fosse Dio a essere stato crocifisso e ad aver redento tutta l’umanità, né che avesse funto da sacrificio espiatorio per tutta l’umanità. Questo implica che non ammetteva che tutta l’umanità fosse stata redenta dopo che Dio aveva compiuto la Sua opera, o che i peccati degli uomini fossero stati perdonati. Allo stesso tempo pensava che i propri peccati non fossero stati perdonati. Non ammetteva il fatto che il Signore Gesù avesse redento l’umanità. Dal suo punto di vista, tutto questo era stato cancellato. È questo il problema più grave. Poco fa ho accennato che Paolo è stato il più grande anticristo degli ultimi duemila anni; questo fatto è già stato rivelato. Se questi fatti non fossero stati documentati nella Bibbia, e se Dio avesse detto che Paolo L’aveva sfidato ed era un anticristo, gli uomini ci avrebbero creduto? Assolutamente no. Per fortuna, la Bibbia ha conservato le lettere di Paolo, dove ci sono prove concrete; altrimenti non ci sarebbe nulla ad avvalorare quanto sto dicendo, e forse voi non lo accettereste. Ora, quando tiriamo fuori le sue parole e le leggiamo, in che modo Paolo vedeva tutte le cose che il Signore Gesù aveva detto? Pensava che non fossero all’altezza nemmeno di una delle proprie dottrine religiose. Così, dopo che il Signore Gesù ebbe lasciato questo mondo, sebbene Paolo diffondesse il Vangelo, lavorasse, predicasse e pascesse le chiese, non predicò mai le parole del Signore Gesù, né tantomeno le praticò o le sperimentò. Predicava invece la propria interpretazione dell’Antico Testamento, che consisteva di parole obsolete e vuote. Da duemila anni a questa parte, coloro che credono nel Signore lo fanno in conformità alla Bibbia, e l’unica cosa che accettano sono le teorie vuote di Paolo. Di conseguenza, gli uomini sono rimasti all’oscuro per duemila anni. Se oggi dici a un gruppo di religiosi che Paolo aveva torto, protesteranno e non lo accetteranno, perché lo ammirano tutti. Paolo è il loro idolo e padre fondatore, e loro sono i suoi figli devoti e i suoi discendenti. Fino a che punto sono stati ingannati? Si sono ormai schierati dalla stessa parte di Paolo in opposizione a Dio; hanno le stesse opinioni di Paolo, la stessa natura essenza e lo stesso metodo di perseguimento. Sono stati completamente assimilati da lui. Questo è il quarto maggiore peccato di Paolo. Egli negava l’identità del Signore Gesù Cristo e l’opera che Dio compì nell’Età della Grazia dopo l’Età della Legge. Questa è la cosa più grave. Un’altra è che si mise sullo stesso piano del Signore Gesù Cristo. Nell’età in cui visse, incontrò il Signore Gesù Cristo, ma non Lo vide come Dio; invece Lo trattò come una persona ordinaria, come se fosse solo un altro membro della razza umana, un uomo che aveva la stessa natura essenza degli uomini corrotti. Non Lo trattò in alcun modo come il Cristo, né tantomeno come Dio. È una questione molto grave. Perché Paolo avrebbe fatto questo? (Non riconosceva che Dio incarnato possedeva l’essenza di Dio, perciò non trattava il Signore Gesù Cristo come Dio.) (Non vedeva le parole del Signore Gesù come verità, né capiva che il Signore Gesù Cristo era l’incarnazione della verità.) (Apparentemente professava di credere nel Signore Gesù, ma ciò in cui credeva davvero era un Dio vago in cielo.) (Non ricercava la verità, perciò era incapace di rendersi conto che Cristo era la verità e la vita.) Continuate. (Paolo disse che per lui il vivere era Cristo. Voleva diventare Dio e sostituire il Signore Gesù.) Tutto ciò che avete detto collima con i fatti. Ciascuno dei modi in cui Paolo si manifestava, e ciascuno dei suoi peccati, era più grave del precedente.

Analizziamo questa frase pronunciata da Paolo: “Mi è riservata la corona di giustizia”. Sono parole impressionanti. Guardate i termini che scelse: “la corona di giustizia”. Di solito è già molto audace usare la parola “corona”, ma chi oserebbe utilizzare “giustizia” come attributo per definire una corona? Solo Paolo avrebbe osato adoperare questa parola. Perché lo fece? Questo vocabolo ha un’origine e fu scelto con cura; dietro le parole di Paolo ci sono delle connotazioni profonde! Quali? (Egli voleva forzare la mano di Dio con questa parola.) Questo è un aspetto della questione. La sua intenzione era sicuramente fare una transazione, e c’è anche l’elemento del tentativo di porre condizioni a Dio. Oltre a questo, c’era forse uno scopo dietro il motivo per cui Paolo predicava sempre di questa corona di giustizia? (Voleva ingannare le persone e indurle a pensare che, se egli non avesse ottenuto una corona, allora Dio non era giusto.) C’è un elemento di istigazione e di inganno nel fatto che predicasse questo, e ciò è legato ai suoi desideri e alle sue ambizioni. Per realizzare e soddisfare il desiderio di ottenere una corona di giustizia, Paolo ricorse alla tattica di predicare ovunque dell’argomento. In parte, il suo obiettivo nel predicare queste parole era istigare e ingannare le persone, instillare negli ascoltatori un pensiero particolare, cioè: “Qualcuno come me che si spende così tanto, che viaggia così tanto e che persegue come faccio io riuscirà a ottenere una corona di giustizia”. Dopo aver ascoltato queste parole, le persone pensavano automaticamente che Dio fosse giusto solo se un individuo come Paolo riceveva una corona. Pensavano di dover perseguire, viaggiare e spendersi come faceva lui, di non poter ascoltare il Signore Gesù, e che Paolo fosse il punto di riferimento, il Signore, la direzione e il traguardo verso cui si doveva camminare. Pensavano anche che se le persone avessero fatto le cose come Paolo, avrebbero ottenuto la sua stessa corona, la sua stessa fine e la sua stessa destinazione. Da un lato, Paolo istigava e ingannava la gente. Dall’altro, aveva un obiettivo molto subdolo. Nel profondo del suo cuore, pensava: “Nell’improbabile ipotesi che io non ottenga una corona, che emerga che era solo una mia fantasia e una pia illusione, questo significherà che tutti coloro che credono in Cristo, me compreso, sono stati fuorviati nella loro fede. Significherà che non esiste alcun Dio sulla terra, e negherò anche la Tua esistenza in cielo, o Dio, e Tu non potrai farci nulla!” Quello che sottintendeva era: “Se non ottengo questa corona, non solo i fratelli e le sorelle Ti rinnegheranno, ma Ti impedirò di guadagnare tutte le persone che ho istigato e che conoscono queste parole. Inoltre impedirò loro di guadagnarTi e, allo stesso tempo, negherò la Tua esistenza come Dio in cielo. Non sei giusto. Se io, Paolo, non posso ottenere una corona, non dovrebbe averla nessuno!” Questa era la parte subdola di Paolo. Non è forse il comportamento di un anticristo? È il comportamento di un demone anticristo: istigare, ingannare e allettare le persone, nonché protestare apertamente contro Dio e opporsi a Lui. Nel profondo del suo cuore, Paolo pensava: “Se non ottengo una corona, Dio non è giusto. Se la ottengo, solo allora è una corona di giustizia, e solo allora la giustizia di Dio è veramente giusta”. È questa l’origine della sua “corona di giustizia”. Che cosa stava facendo Paolo? Istigava e ingannava apertamente coloro che seguivano Dio. Allo stesso tempo usava questi metodi per protestare apertamente contro Dio e opporsi a Lui. In altre parole, il suo comportamento era ribelle. Qual era la natura del suo comportamento? Apparentemente, le parole usate da Paolo suonano garbate e appropriate, e sembra che in esse non ci sia nulla di sbagliato; chi non crederebbe in Dio per ottenere una corona di giustizia ed essere benedetto? Anche le persone prive di levatura credono in Dio come minimo per entrare in cielo. Sarebbero felici anche se venissero incaricate di spazzare le strade o di sorvegliare un cancello lassù. Si può considerare appropriato e comprensibile avere questa intenzione e questo obiettivo nella propria fede in Dio. Questo, tuttavia, non era l’unico obiettivo di Paolo. Egli si impegnava molto, investiva molte energie e si entusiasmava quando si trattava di predicare della sua corona di giustizia. Ciò che diceva smascherava la sua natura malvagia e le cose nascoste e oscure nel suo intimo. All’epoca, Paolo si fece un nome e c’erano molte persone che lo idolatravano. Andava ovunque a predicare queste teorie e idee altisonanti, le sue nozioni e fantasie, oltre alle cose che aveva imparato studiando e a quelle che aveva dedotto usando la mente. Quando predicava queste cose ovunque, quanto deve essere stato grande l’impatto della sua predicazione sulle persone di allora, e quanto gravemente deve averle danneggiate e avvelenate nel profondo dei loro cuori? Inoltre, quanto è stato grande l’impatto che essa ha avuto sulle persone delle generazioni successive, che hanno appreso queste cose dalle lettere di Paolo? Le persone che hanno letto le sue parole non riescono a sbarazzarsi di queste cose, per quanto a lungo ci provino; sono state avvelenate troppo in profondità! Quanto in profondità? È comparso un fenomeno chiamato “Effetto Paolo”. Che cos’è? Nella religione si verifica un fenomeno per cui le persone sono influenzate dai pensieri, dalle opinioni, dalle argomentazioni e dall’indole corrotta di Paolo. Colpisce in particolare gli individui le cui famiglie credono in Dio da diverse generazioni, famiglie che seguono Cristo da molti decenni. Costoro dicono: “La nostra famiglia crede nel Signore da generazioni e non segue le tendenze mondane. Abbiamo preso le distanze dal mondo secolare e rinunciato alla famiglia e alla carriera per spenderci per Dio. Tutto ciò che facciamo è uguale a quanto faceva Paolo. Se non riceviamo corone o non entriamo in cielo, avremo qualcosa da ridire con Dio quando verrà”. Le persone non ricorrono forse a questa argomentazione? (Sì.) Questa tendenza è molto significativa. Da dove proviene? (Da ciò che predicava Paolo.) È il risultato maligno del tumore che egli seminò. Se Paolo non avesse istigato le persone in questo modo e non avesse sempre detto: “Mi è riservata la corona di giustizia” e “Infatti per me il vivere è Cristo”, allora, senza lo sfondo di quell’epoca storica, ora gli individui non avrebbero alcuna conoscenza di quelle cose. Anche se avessero quel modo di pensare, non avrebbero il fiele di Paolo. Tutto questo è dipeso dal suo incoraggiamento e incitamento. Se verrà un giorno in cui non saranno benedette, queste persone avranno l’audacia di sfidare apertamente il Signore Gesù e vorranno addirittura marciare fino al terzo cielo e discutere tale questione con il Signore. Questo non è forse il mondo religioso che si ribella al Signore Gesù? È chiaro che il mondo religioso è stato gravemente influenzato da Paolo! Ora che ho parlato fino a questo punto, riuscite a dedurre qual era il quinto peccato di Paolo, vero? Quando si tratta di riassumere l’origine della “corona di giustizia” di cui egli parlava, l’attenzione si concentra sulla parola “giustizia”. Perché Paolo menzionò la “giustizia”? Sulla terra, era perché voleva istigare e ingannare i prescelti di Dio, affinché pensassero come pensava lui. In cielo, utilizzando questa parola voleva forzare la mano di Dio e protestare contro di Lui. Era questo il suo obiettivo. Anche se non lo disse mai esplicitamente, la parola “giustizia” rivelava già completamente il suo obiettivo e la sua inclinazione a protestare contro Dio. Era già alla luce del sole; questi sono tutti fatti. Sulla base di questi fatti, la natura essenza di Paolo si può forse riassumere semplicemente come arrogante, ipocrita, ingannevole e di mancato amore nei confronti della verità? (No.) Questi termini non riescono a riassumerla. Quando tiro fuori questi fatti e li esamino, li analizzo e li definisco, dovreste essere in grado di vedere la natura essenza di Paolo in modo più chiaro e completo. È questo l’effetto che si ottiene analizzando un’essenza sulla base dei fatti. Quando Paolo protestò contro Dio, non si trattò di un piccolo momento emotivo, di un minimo di indole ribelle o dell’incapacità di obbedire, in privato. Non era un problema ordinario di rivelazione di un’indole corrotta; piuttosto, si era intensificato fino all’uso aperto di ogni tipo di metodo per istigare e ingannare le persone attraverso le lettere e in contesti pubblici, affinché si sollevassero tutte insieme rabbiosamente per opporsi a Dio e protestare contro di Lui. Non solo Paolo protestò contro Dio, ma incitò anche tutti gli altri a fare la stessa cosa; non era soltanto arrogante, era un diavolo! Questo peccato è più grave del precedente. È una cosa buona o cattiva che parliamo di peccati sempre più gravi? (Buona.) In che senso, buona? (Perché acquisiamo più discernimento in merito a Paolo.) Quando avrai più discernimento, sarai in grado di portare alla luce e di vedere chiaramente le sue varie manifestazioni e rivelazioni di corruzione e il suo vero volto. Così facendo, avrai raggiunto il nostro obiettivo? (No.) Dovresti prendere tutte le manifestazioni di Paolo che abbiamo riassunto, così come il loro contenuto principale, i loro temi e la loro essenza, e metterli in relazione con te stesso e con coloro che ti circondano. Quando avrai visto esattamente con chiarezza quanto sia grande la differenza tra la strada che percorri e la tua essenza rispetto a quelle di Paolo, avrai ottenuto risultati totali e raggiunto il nostro obiettivo di analizzare Paolo. Alcuni dicono: “In me non ci sono manifestazioni del perseguimento della corona di giustizia come in Paolo”. Forse le tue manifestazioni e la tua essenza non sono gravi come quelle di Paolo, ma c’è una certa sovrapposizione tra la tua essenza e la sua. Egli possedeva manifestazioni come questa, e tu possiedi stati come questo. Si può dire che le manifestazioni di Paolo erano un 10 o un 12 sulla scala, e tu? (Io sono un 7 o un 8.) Paolo rivelava continuamente queste cose e ne veniva continuamente riempito. Magari tu non le riveli continuamente, ma le riveli comunque spesso. Con molta probabilità passi metà della vita facendo queste cose e vivendo in questi stati. Soprattutto quando Dio ti sottopone alle prove, quando la Sua opera non corrisponde alle tue nozioni, quando ti tratta e quando gli ambienti che orchestra per te non soddisfano le tue aspettative, ciò può provocare in te questi tipi di stati; potresti protestare contro Dio e opporti a Lui. In simili momenti, la nostra analisi di come Paolo istigava e ingannava le persone potrebbe esserti utile. Perché? Perché ora la tua mente è consapevole di quanto fosse grave la natura delle sue manifestazioni; non erano semplici rivelazioni di un’indole corrotta, bensì una natura essenza diabolica che di opposizione a Dio. Quando in te nasceranno stati di questo genere, capirai quanto sia grave questo problema. Allora dovresti tornare sui tuoi passi, pentirti e abbandonare questo stato scorretto. Dovresti allontanarti da esso, ricercare la verità e un cammino di obbedienza a Dio. Questa è la vera strada che gli uomini dovrebbero seguire e la legge che gli esseri creati dovrebbero rispettare. Questa condivisione è d’aiuto alle persone.

Paolo ha un’altra frase famosa; quale? “Infatti per me il vivere è Cristo e il morire guadagno” (Filippesi 1:21). Non riconosceva l’identità del Signore Gesù Cristo, il fatto che Egli fosse il Dio incarnato che viveva sulla terra o l’incarnazione di Dio. Vedeva invece sé stesso come Cristo. Non è forse ripugnante? (Sì.) È ripugnante, e l’essenza di questo problema è molto grave. Secondo Paolo, chi era esattamente Cristo? Qual era la Sua identità? Come poteva Paolo essere così ossessionato dall’idea di essere Cristo? Se, a suo avviso, Cristo era una persona comune con un’indole corrotta, o una persona insignificante che svolgeva un ruolo insulso, che non aveva alcun potere, alcuna identità nobile e alcuna capacità o competenza in grado di superare quelle delle persone comuni, Paolo avrebbe voluto ugualmente essere Lui? (No.) Sicuramente no. Si considerava istruito e non voleva essere una persona comune, voleva essere un uomo grande, sovrumano, e superare gli altri; come poteva desiderare di essere un Cristo che gli altri reputavano umile e insignificante? Alla luce di questo, quale prestigio e ruolo aveva Cristo nel suo cuore? Quale identità e prestigio deve avere una persona, e quale autorità, potere e condotta deve manifestare per essere Cristo? Questo mette a nudo cosa Paolo immaginava che fosse Cristo e cosa sapeva di Lui, cioè come Lo definiva. È per questo che aveva l’ambizione e il desiderio di essere Cristo. C’è una ragione ben precisa per cui voleva esserLo, e in parte è rivelata nelle sue lettere. Analizziamo diverse questioni. Quando il Signore Gesù stava operando, fece alcune cose che rappresentavano la Sua identità come Cristo. Queste cose sono simboli e concetti che, secondo Paolo, l’identità di Cristo possedeva. Di quali cose si trattava? (Compiere segni e miracoli.) Esatto. Quelle cose erano Cristo che guariva le persone dalle malattie, che scacciava i demoni e compiva segni, miracoli e prodigi. Anche se Paolo ammetteva che il Signore Gesù era Cristo, questo era soltanto per via dei segni e dei miracoli che Egli compiva. Pertanto, quando Paolo diffondeva il Vangelo del Signore Gesù, non parlava mai delle parole che Egli pronunciava o di cosa predicava. Agli occhi di Paolo, un miscredente, il fatto che Cristo fosse in grado di dire così tante cose, di predicare così tanto, di compiere tutta quell’opera e di convincere così tante persone a seguirLo conferiva un certo onore all’identità e al prestigio del Signore Gesù; Egli aveva gloria e nobiltà illimitate, il che rendeva la Sua posizione tra gli uomini particolarmente grande e illustre. È questo che Paolo vedeva. Da quanto il Signore Gesù Cristo manifestava e rivelava durante il compimento dell’opera, oltre che dalla Sua identità ed essenza, ciò che Paolo vedeva non era l’essenza, la via, la verità o la vita di Dio, né la Sua bellezza o saggezza. Che cosa vedeva Paolo? Per usare una locuzione moderna, ciò che vedeva era il luccichio della fama, e voleva essere un ammiratore del Signore Gesù. Quando il Signore Gesù parlava o operava, moltissime persone ascoltavano; quanto doveva essere splendido! Questa era una cosa che Paolo aveva aspettato a lungo, bramando l’arrivo di questo momento. Anelava al giorno in cui avrebbe potuto predicare senza fine come il Signore Gesù, che aveva moltissime persone che Lo guardavano con attenzione rapita, con ammirazione e desiderio negli occhi, impazienti di seguirLo. Paolo rimase a bocca aperta davanti alla condotta solenne del Signore Gesù. In realtà, non rimase davvero a bocca aperta; piuttosto invidiava il fatto che avesse un’identità e una condotta che le persone ammiravano, a cui prestavano attenzione, che idolatravano e di cui avevano un’alta opinione. Era questo che invidiava. Dunque come avrebbe potuto acquisirlo? Non credeva che il Signore Gesù avesse ottenuto queste cose attraverso la Sua essenza e identità, bensì grazie al Suo titolo. Dunque Paolo desiderava essere un personaggio e avere un ruolo in cui poter portare il nome di Cristo. Investì molte energie nel tentativo di assicurarsi un ruolo di quel tipo, vero? (Sì.) Quali sforzi fece? Predicava ovunque e compiva addirittura miracoli. Alla fine, per definire sé stesso, usò una frase che soddisfaceva i suoi desideri e le sue ambizioni interiori. Quale? (“Infatti per me il vivere è Cristo e il morire guadagno.”) Il vivere è Cristo. Era questa la cosa principale che voleva realizzare; il suo primo desiderio era essere Cristo. Quale legame ha questo desiderio con i suoi perseguimenti personali e con il cammino che percorse? (Paolo riveriva il potere e cercava di spingere le persone ad ammirarlo.) Questa è una teoria; dovresti parlare di alcuni fatti. Paolo manifestò il desiderio di essere Cristo in modi concreti; la Mia definizione di lui non si basa solo su un’unica frase che pronunciò. Dallo stile, dai metodi e dai principi delle sue azioni possiamo dedurre che tutto ciò che faceva ruotava intorno all’obiettivo di diventare Cristo. Questa è la radice e l’essenza del motivo per cui Paolo disse e fece così tante cose. Voleva essere Cristo e questo influì sui suoi perseguimenti, sul suo cammino nella vita e sulla sua fede. In quali modi si manifestò questo influsso? (Paolo si metteva in mostra e rendeva testimonianza a sé stesso in tutto il suo lavoro e in tutta la sua predicazione.) Questo è un modo; Paolo si metteva in mostra a ogni piè sospinto. Diceva chiaramente alle persone quanto aveva sofferto, come faceva le cose e quali erano le sue intenzioni, affinché, quando gli altri sentivano tutto questo, pensassero che fosse tale e quale a Cristo e volessero davvero chiamarlo Cristo. Era questo il suo obiettivo. Se le persone l’avessero veramente chiamato Cristo, Paolo l’avrebbe negato? L’avrebbe rifiutato? (No.) Sicuramente no; di certo sarebbe stato euforico. Questo è un modo in cui si manifestò l’influsso che ciò ebbe sui suoi perseguimenti. Quali altri modi c’erano? (Paolo scrisse delle lettere.) Sì, scrisse alcune lettere affinché venissero tramandate attraverso le età. Nelle lettere, nel suo lavoro e in tutto il tempo in cui pascé le chiese, non menzionò neppure una volta il nome del Signore Gesù Cristo, né fece cose in Suo nome, né Ne esaltò il nome. Quale effetto negativo ebbe il fatto di lavorare e parlare sempre in questo modo? Come influì su coloro che seguivano il Signore Gesù? Indusse le persone a rinnegare il Signore Gesù Cristo e Paolo prese il Suo posto. Desiderava che gli altri chiedessero: “Chi è il Signore Gesù Cristo? Non L’ho mai sentito nominare. Crediamo in Paolo il Cristo”. Così sarebbe stato soddisfatto. Questo era il suo obiettivo, e una delle cose a cui aspirava. Un modo in cui quell’influsso si manifestò fu il suo approccio al lavoro; sproloquiava di idee superficiali e parlava senza sosta di teorie vuote per mostrare alla gente quanto fosse capace e convincente nel suo lavoro, quanto aiutasse le persone e il fatto che avesse una certa condotta, come se il Signore Gesù Cristo fosse ricomparso. Un altro modo in cui quell’influsso si manifestò fu il fatto che Paolo non esaltò mai il Signore Gesù Cristo e sicuramente non Ne esaltò il nome, né rese testimonianza alle Sue parole e alla Sua opera, o al modo in cui le persone ne traevano beneficio. Paolo pronunciò forse sermoni su come gli uomini avrebbero dovuto pentirsi? No di certo. Non predicò mai sull’opera che il Signore Gesù Cristo compiva, sulle parole che pronunciava o su tutte le verità che insegnava agli uomini; in cuor suo, Paolo rinnegava queste cose. Non solo rinnegava le parole che il Signore Gesù Cristo diceva e le verità che insegnava alle persone, ma trattava anche le proprie parole, il proprio lavoro e i propri insegnamenti come la verità. Usava queste cose per sostituire le parole del Signore Gesù e spingeva le persone a praticare le sue parole e ad attenersi a esse come se fossero la verità. Che cosa ispirò queste manifestazioni e rivelazioni? (Il suo desiderio di essere Cristo.) Furono ispirate dalla sua intenzione, dal suo desiderio e dalla sua ambizione di essere Cristo. Ciò era strettamente legato alla sua pratica e ai suoi perseguimenti. Questo è il sesto peccato di Paolo. È grave? (Sì.) A dire il vero, tutti i suoi peccati lo sono. Implicano tutti la morte.

Ora terrò una condivisione sul settimo peccato di Paolo. Questo è ancora più grave. Prima di essere chiamato dal Signore, Paolo era un credente nell’ebraismo, la fede in Jahvè Dio. Quale concetto hanno di Dio coloro che credono in Jahvè Dio? Si basa sulle cose che i loro antenati sperimentarono quando Jahvè Dio li condusse fuori dall’Egitto verso la buona terra di Canaan: come Jahvè Dio sia apparso a Mosè, come abbia mandato dieci piaghe sull’Egitto, come abbia usato colonne di nuvola e fuoco per guidare gli israeliti, come abbia dato loro le Sue leggi eccetera. Coloro che all’epoca credevano nell’ebraismo pensavano forse che tutte queste cose fossero soltanto fantasia, nozioni e leggende, oppure ritenevano che fossero fatti? A quel tempo, il popolo eletto di Dio e quanti erano veri seguaci credevano e riconoscevano che Dio in cielo esisteva ed era reale. Pensavano: “Il fatto che Dio abbia creato l’umanità è vero. A prescindere da quanto tempo fa sia accaduto, questo fatto resta vero. Non solo dobbiamo crederci, ma dobbiamo esserne certi e condividere questo fatto. Questi sono la nostra responsabilità e il nostro obbligo”. Tuttavia un altro gruppo di individui che erano miscredenti riteneva che probabilmente queste cose fossero soltanto leggende. Nessuno provò a verificare le storie o ad appurare se fossero reali o fittizie, ci credevano solo a metà. Quando avevano bisogno di Dio, speravano che Egli fosse reale e che potesse concedere loro ciò che perseguivano, per cui pregavano e che bramavano; quando pregavano Dio sperando di ottenere qualcosa, si auguravano che questo Dio esistesse. Così facendo, si limitavano a trattarLo come un appoggio psicologico. Non vedevano il fatto che Dio salva l’uomo né accettavano le verità che Egli esprimeva. Questa non era vera fede in Lui; erano già miscredenti. Come si manifestavano le persone del tipo più mediocre? Si limitavano a servire Dio in chiesa, a farGli offerte, a seguire tutti i rituali e persino a credere a ogni sorta di leggende. Tuttavia non avevano Dio nel cuore, e il Dio delle loro nozioni e fantasie era vago e superficiale. In cosa credevano le persone di questo tipo? Nel materialismo. Credevano soltanto nelle cose che riuscivano a vedere. Ai loro occhi, la materia delle leggende, le cose vaghe e qualsiasi cosa nella dimensione spirituale non riuscissero a toccare con le mani, a vedere con gli occhi o a sentire con le orecchie non esistevano. Alcuni domandano: “Credono dunque nell’esistenza di cose che non riescono a vedere, come i microorganismi?”. Assolutamente sì. Credono assolutamente nella scienza, negli elettroni, nella microbiologia e nella chimica. I miscredenti credono che queste cose siano vere più di qualsiasi altra. Sono veri materialisti. Ne stiamo parlando per analizzare questi tre tipi di persone: i veri credenti, coloro che credono a metà e i materialisti che non credono affatto nell’esistenza di Dio. Alcuni affermano: “C’è davvero un Dio? Dov’è? Che aspetto ha? Ho sentito che Dio è nel terzo cielo. Dunque quanto è alto il terzo cielo? Quanto è lontano, e quanto è grande? Le persone dicono anche che c’è un paradiso e che è lastricato di mattoni d’oro e di piastrelle di giada, e che anche i muri sono d’oro. Come potrebbe esistere un luogo così meraviglioso? È assurdo! Ho sentito che, nell’Età della Legge, Dio diede le Sue leggi al Suo popolo eletto e che le tavole della legge esistono ancora. Probabilmente sono tutte semplici leggende, qualcosa che la classe dirigente usa per controllare le masse”. Questo gruppo di individui ha una vera fede in Dio? (No.) Non credono che Egli esista davvero o che abbia creato gli esseri umani e guidato l’umanità fino a oggi. Dunque perché prestano ancora servizio ancora nella chiesa? (Perché trattano il servire Dio come un lavoro e una fonte di sostentamento.) Esatto. Lo vedono come un lavoro e una fonte di sostentamento. Che tipo di persona era Paolo, dunque? (Del terzo tipo.) Ciò è legato alla sua natura essenza. Paolo amava sproloquiare di teorie vuote. Gli piacevano le cose vuote, le cose vaghe e le cose che sono fantasia. Gli piacevano le cose che sono profonde e difficili da afferrare e che non si riescono a esporre in termini concreti. Amava rimuginare sulle cose, era prevenuto e ostinato e aveva una comprensione distorta. Le persone di questo genere non sono umane. È questo il tipo di individuo che era. Guardando l’indole e la natura essenza di Paolo, oltre ai suoi perseguimenti, preferenze, speranze e aspirazioni, benché egli prestasse servizio nella chiesa e fosse allievo di un maestro famoso, la conoscenza che acquisì era soltanto uno strumento per soddisfare i suoi desideri, le sue ambizioni e la sua vanità, nonché per procurarsi una fonte di sostentamento, il prestigio e una posizione nella società. Guardando la natura essenza e i perseguimenti di Paolo, quanta fede aveva in Jahvè? La sua fede non era una promessa, solo parole vuote. Era un miscredente, un ateo e un materialista. Alcuni chiedono: “Se Paolo era un miscredente, perché diventò l’apostolo del Signore Gesù Cristo e diffuse il Vangelo dell’Età della Grazia?”. DiteMi, come riuscì a percorrere questo cammino? Che cosa lo ispirò? Quale fu il momento decisivo che lo indusse ad assumere questo ruolo e che rese un miscredente come lui in grado di percorrere un simile cammino e di compiere una svolta? A cosa Mi riferisco quando parlo di “svolta”? Accadde quando Paolo venne folgorato sulla via di Damasco; fu quella la svolta nella sua vita. Sperimentò due tipi di svolta: una è la transizione dal non credere in Dio al credere che Egli esista sicuramente, perché il Signore Gesù che all’inizio Paolo aveva perseguitato gli apparve sulla via di Damasco. Paolo chiese: “Chi sei, Signore?”. In realtà, nel suo intimo, non credeva che questo Signore e Dio esistessero, ma non poté fare a meno di urlare: “Chi sei, Signore?”. Che cosa disse il Signore Gesù? (“Io sono Gesù, che tu perseguiti” (Atti degli Apostoli 9:5).) Non appena il Signore Gesù pronunciò queste parole, Paolo si convinse di un fatto: era apparso un Signore che non aveva mai visto, che era incapace di immaginare e che era più potente di quanto riuscisse a figurarsi. Come mai si convinse che il Signore fosse più potente di quanto riuscisse a figurarsi? Perché, quando meno se lo aspettava, il Gesù che egli non credeva assolutamente fosse Dio gli apparve proprio davanti. Quanto è potente il Signore Gesù? Paolo si convinse della portata del Suo potere quando fu accecato dalla Sua luce. Allora riuscì a convincersi che il Signore Gesù era Dio? (No.) Perché no? (Perché, in partenza, Paolo non credeva che Dio esistesse.) Esatto, perché non credeva affatto nell’esistenza di Dio. Ora tutti avete fede e un fondamento in cuor vostro; così se Dio ti apparisse, anche se si trattasse soltanto della Sua voce o della Sua schiena, e se ti parlasse o chiamasse il tuo nome, saresti convinto di un fatto: “Questo è il Dio in Cui credo. L’ho visto e L’ho sentito. Dio Si è avvicinato a me”. Ne saresti convinto perché in cuor tuo hai fede, hai sognato questo momento e non hai paura. Ma è questo che pensò Paolo? (No.) In cuor suo non ebbe mai fede. Quale fu il suo primo pensiero? (La paura.) Aveva paura perché questa entità era capace di folgorarlo e di ucciderlo! Questo lo spaventava e lo terrorizzava più dell’inferno, che invece non poteva vedere. Era spaventato a morte. Il suo cuore non aveva affatto fede in Dio; potresti dire che Paolo non aveva alcun concetto di Dio. Pertanto, quando il Signore Gesù svolse la Sua opera, a prescindere dal fatto che si trattasse di compiere segni e miracoli o di pronunciare sermoni, indipendentemente da quante persone Lo seguissero, da quanto fosse solenne o da quanto clamore questo suscitasse, secondo Paolo il Signore Gesù non era altro che una persona comune. Lo guardava dall’alto in basso e non aveva alcun riguardo per Lui. Ma ora il comune Figlio dell’uomo che Paolo guardava dall’alto in basso era proprio davanti a lui, non più nel corpo di una persona comune, e non solo con una voce, bensì con una colonna di luce! Per lui fu un momento che non avrebbe dimenticato nemmeno in un milione di anni. La luce era accecante! Come fece Dio a folgorare Paolo? Quando Si avvicinò a lui, Paolo fu accecato in un istante e cadde a terra. Che cosa stava succedendo? Cadde intenzionalmente e di sua spontanea volontà, oppure era già preparato? (No, semplicemente non riuscì a sopportarlo.) Il corpo dell’uomo è soltanto carne; non è in grado di sopportarlo. Quando Dio Si avvicinerà davvero a te, non sarà nel comune corpo fisico in cui hai visto il Signore Gesù, così piacevole e accessibile, così umile e comune, fatto di carne e sangue, qualcuno che ti sembra insulso e su cui non ti soffermi. Quando Dio Si avvicinerà davvero a te, anche se non ti folgorerà, non riuscirai a sopportarlo! Nel profondo del cuore, la prima cosa che Paolo provò fu: “Sono stato avvicinato dal Signore Gesù che ero solito perseguitare e guardare dall’alto in basso. Questa luce è così intensa!”. Dio gli disse forse di prostrarsi? Affermò forse: “Dovresti prostrarti”? (No.) Allora perché Paolo era a terra a faccia in giù? (Era spaventato.) No. L’umanità fu creata da Dio, e gli uomini sono così piccoli e deboli che, quando la Sua luce tocca la loro carne, non possono fare a meno di cadere a terra. Dio è troppo grande e forte; è troppo perché le loro capacità e i loro nervi possano gestirLo. Paolo non riconosceva il Signore Gesù come Dio, o come Signore, dunque perché avrebbe dovuto prostrarsi di sua iniziativa? Era caduto lungo disteso a faccia in giù; era totalmente incapacitato e paralizzato. La sua superbia, arroganza, sfrontatezza, ipocrisia e boria iniziali scomparvero in quell’istante. Dio non gli apparve neppure nella Sua persona reale; fu soltanto la Sua luce a brillare su di lui e, quando Paolo la vide, questo fu il risultato, questo fu l’impatto che ebbe su di lui. Questa fu la svolta di Paolo. Se non ci fosse un contesto unico dietro questa svolta, o se non si trattasse di un caso speciale, allora per una persona comune dotata di umanità e coscienza, che persegue le cose positive e la verità, sarebbe una cosa buona perché, quando qualcuno vede Dio, questo influisce sul perseguimento di tutta la sua vita. A giudicare da quanto è documentato nella Bibbia, nei secoli era raro che un individuo sentisse parlare Dio. Giobbe Lo udì parlare in un turbine dopo essere stato messo alla prova. Giobbe passò la vita intera cercando di sottomettersi alle disposizioni di Dio e di comprendere la Sua sovranità, ma non Lo vide mai finché non ebbe settant’anni; ne sperimentò soltanto la sovranità, ma aveva fede in questo fatto. Quando, con le sue orecchie, sentì Dio che gli parlava, questa non fu forse un’enorme svolta nella sua fede? (Sì.) Questa svolta fu un’elevazione, un punto in cui la sua fede aumentò ancora di più. Gli confermò ancora di più che tutta l’opera compiuta negli uomini dal Dio in Cui credeva e a Cui obbediva era giusta e buona, e che le persone avrebbero dovuto obberdirGli. Non fu una piccola svolta come quelle sperimentate dall’individuo medio, in cui quest’ultimo si sposta gradualmente da una fede dubbiosa alla vera fede priva di dubbi. Piuttosto fu un’elevazione, attraverso la quale la sua fede raggiunse un piano superiore. A proposito di Paolo, qual è la svolta che l’apparizione di Dio sotto forma di folgorazione avrebbe dovuto provocare? Sicuramente non un’elevazione, perché egli non aveva mai creduto in Dio prima di allora, perciò non si potrebbe definire un’elevazione. Quale impatto ebbe dunque su di lui? Ciò è legato ancora una volta ai suoi perseguimenti. DiteMelo. (Per preservare la propria vita, Paolo voleva espiare i propri peccati condividendo il Vangelo e rendendo servizio.) Giustissimo. Aveva anche paura della morte ed era molto subdolo. Quando scoprì che, in realtà, il Gesù che aveva perseguitato era Dio, ebbe una paura tremenda e pensò: “Che cosa dovrei fare? Posso soltanto ascoltare gli ordini del Signore, altrimenti morirò!”. Da quel momento in poi accettò l’incarico da parte di Dio e iniziò a diffondere il Vangelo e a rendere servizio per espiare i suoi peccati. Pensò: “Se sarò davvero bravo a diffondere il Vangelo e il Signore Gesù sarà soddisfatto, potrei addirittura ottenere una corona e una ricompensa!”. Questi furono i calcoli che fece nel profondo del suo cuore. Pensava di aver finalmente trovato un’opportunità migliore per ottenere delle benedizioni. Paolo accettò l’incarico da parte del Signore per espiare i propri peccati e salvarsi la vita; questi erano l’intenzione e l’obiettivo dietro la sua fede nel Signore e dietro la sua accettazione di Lui. Quando incontrò il Signore Gesù sulla via di Damasco e venne folgorato, compì una svolta che segnò un nuovo inizio per i suoi perseguimenti e per la sua vita di fede in Dio. Questo nuovo inizio fu positivo o negativo? (Negativo.) Paolo non riconobbe la giustizia di Dio, e accettò l’incarico da parte del Signore Gesù usando un metodo di transazione che era ancora più viscido, indicibile e subdolo, solo perché temeva la maestà di Dio e la folgorazione. Questo è ancora più disgustoso. Tuttavia non è questo il punto della Mia condivisione di oggi. Dalla svolta di Paolo dopo l’incontro con la grande luce di Dio e dai vari modi in cui Paolo si manifestò, possiamo vedere chiaramente quale cammino percorreva, e che tipo di persona veniva denotato della sua natura essenza. Queste cose sono totalmente chiare.

Da quando Paolo fu folgorato, credette nell’esistenza del Signore Gesù Cristo e nel Suo essere Dio. Il Dio in Cui credeva era passato di colpo da Dio nel cielo al Signore Gesù Cristo, a Dio in terra. Da quel momento in poi, Paolo non poté rifiutare l’incarico del Signore Gesù e cominciò a rendere incrollabilmente servizio per il Dio incarnato, per il Signore Gesù. Naturalmente l’obiettivo del suo servizio era in parte essere assolto dai peccati, ma in parte anche soddisfare il desiderio di essere benedetto e di ottenere la destinazione che voleva. Quando Paolo disse “per volontà di Dio”, per “Dio” intendeva Jahvè o Gesù? Cadde un po’ in confusione e pensò: “Credo in Jahvè, dunque perché sono stato folgorato da Gesù? Perché Jahvè non ha fermato Gesù quando mi ha folgorato? Chi di Loro è Dio, esattamente?”. Non riusciva a capirlo. In un modo o nell’altro, non avrebbe mai visto il Signore Gesù come suo Dio. Pur riconoscendoLo a parole, aveva ancora un dubbio nel cuore. Con il passare del tempo, tornò gradualmente a credere che “solo Jahvè è Dio”, così in tutte le lettere successive, quando scriveva “per volontà di Dio”, probabilmente con “Dio” intendeva perlopiù Jahvè Dio. Poiché Paolo non affermò mai chiaramente che il Signore Gesù è Jahvè, poiché vide sempre il Signore Gesù come Figlio di Dio e si riferiva a Lui come il Figlio, senza mai dire qualcosa come “il Figlio e il Padre sono una cosa sola”, questo dimostra che egli non riconobbe mai il Signore Gesù come unico vero Dio; era dubbioso e ci credeva solo a metà. Guardando questa sua opinione di Dio e il suo metodo di perseguimento, Paolo non era una persona che perseguiva la verità. Non comprese mai il mistero dell’incarnazione e non riconobbe mai il Signore Gesù come unico vero Dio. Da questo non è difficile dedurre che era un individuo che adorava il potere ed era subdolo e astuto. Il fatto che adorasse il male, il potere e il prestigio che cosa ci mostra riguardo alla natura della sua fede? Paolo aveva una vera fede? (No.) Non aveva una vera fede, dunque il Dio che definiva nel suo cuore esisteva realmente? (No.) Allora perché Paolo viaggiava ugualmente qua e là, si spendeva e svolgeva un lavoro per il Signore Gesù Cristo? (Era controllato dall’intenzione di essere benedetto.) (Temeva di essere punito.) Siamo tornati di nuovo a questo punto. Si comportava così perché temeva di essere punito e perché aveva una spina nella carne che non riusciva a rimuovere, perciò doveva sempre viaggiare qua e là e svolgere un lavoro, per paura che la spina nella sua carne gli procurasse più dolore di quanto fosse in grado di sopportarne. Da queste sue manifestazioni, dalle sue parole, dalla sua reazione a quanto accadde sulla via di Damasco e dall’effetto che la folgorazione sulla via di Damasco ebbe su di lui in seguito, possiamo dedurre che non aveva alcuna fede nel cuore; si può essere più o meno sicuri che fosse un miscredente e un ateo. Il suo punto di vista era: “Chiunque abbia il potere, è in lui che crederò. Chiunque abbia il potere e riesca a soggiogarmi, è per lui che sbrigherò commissioni e farò tutto il possibile. Chiunque sia in grado di darmi una destinazione, una corona, e di soddisfare il mio desiderio di essere benedetto, è lui che seguirò. Lo seguirò fino alla fine”. Chi era il Dio nel suo cuore? Chiunque poteva essere il suo Dio, purché fosse più potente di lui e riuscisse a soggiogarlo. Non era forse questa la natura essenza di Paolo? (Sì.) Chi era quindi l’entità in cui alla fine credette e che fu capace di folgorarlo sulla via di Damasco? (Il Signore Gesù Cristo.) “Il Signore Gesù Cristo” è il nome che Paolo usò, ma l’entità in cui credeva davvero era il Dio nel suo cuore. Dov’è il suo Dio? Se tu gli chiedessi: “Dov’è il tuo Dio? Nei cieli? Tra tutte le cose create? È colui che regna sovrano su tutta l’umanità?”, risponderebbe: “No, il mio Dio è sulla via di Damasco”. Ecco chi era realmente il suo Dio. La ragione per cui Paolo riuscì a passare da perseguitare il Signore Gesù Cristo a lavorare, spendersi e persino sacrificare la vita per Lui, la ragione per cui fu capace di un’inversione di rotta così drastica, fu forse un cambiamento nella sua fede? Un risveglio della sua coscienza? (No.) Allora quale fu la causa? Che cosa cambiò? Il suo appoggio psicologico. Prima, quest’ultimo era nei cieli; era una cosa vuota, vaga. Se fosse stato sostituito da Gesù Cristo, Paolo avrebbe pensato che Egli fosse troppo insignificante – Gesù era una persona comune, non poteva costituire un appoggio psicologico – e avrebbe avuto ancora meno considerazione per le figure religiose famose. Voleva soltanto trovare qualcuno su cui poter contare, qualcuno che fosse in grado di soggiogarlo e di renderlo benedetto. Pensava che l’entità in cui si era imbattuto sulla via di Damasco fosse la più potente, e riteneva di dover credere in essa. Il suo appoggio psicologico cambiò nello stesso periodo della sua fede. In base a questo, Paolo credeva davvero in Dio oppure no? (No.) Riassumiamo ora in una frase cosa condizionò i suoi perseguimenti e la strada su cui si trovava. (Il suo appoggio psicologico.) Allora come dovremmo definire il settimo peccato di Paolo? Sotto tutti gli aspetti, la sua fede era un appoggio psicologico; era vuota e vaga. Paolo era un miscredente e un ateo fin nel midollo. Perché un ateo e un miscredente come lui non si lasciò alle spalle il mondo religioso? Primo, nella sua immaginazione vaga c’era la questione della destinazione. Secondo, c’era il problema di avere una fonte di sostentamento nella vita. La fama, il guadagno, il prestigio e una fonte di sostentamento erano i suoi perseguimenti nella vita, e l’idea di avere una destinazione dopo la morte gli era di conforto. Queste cose costituiscono ogni radice e appoggio dietro ciò che le persone di questo tipo perseguono e mostrano, nonché dietro la strada che percorrono. Da questo punto di vista, che cos’era Paolo? (Un miscredente. Credeva in un Dio vago.) (Un ateo.) È corretto asserire che era un ateo e che era un miscredente e un opportunista nascosto tra la cristianità. Se ti limiti a definirlo un fariseo, questa non è forse una minimizzazione? Se leggi le lettere che Paolo scrisse e noti che superficialmente dicono “per volontà di Dio”, potresti dare per scontato che egli vedesse il Dio nel cielo come il sommo, e che fosse soltanto per via delle nozioni degli uomini, o della loro ignoranza o mancata comprensione di Dio, che essi Lo dividevano in tre livelli – il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo –, e che si tratti solo della stoltezza dell’uomo e non di un problema molto grave, perché anche l’intero mondo religioso ragiona in questo modo. Ora, tuttavia, dopo aver analizzato la questione, è davvero così? (No.) Paolo non riconosceva neppure l’esistenza di Dio. Era un ateo e un miscredente, e andrebbe inserito nella stessa categoria degli atei e dei miscredenti.

Ho finito di sintetizzare i sette peccati di Paolo. FateMi un breve riassunto. (Il primo peccato è che Paolo trattava il perseguimento di una corona di giustizia e delle benedizioni come un obiettivo appropriato; il secondo, che trattava come verità le sue fantasie e le cose che secondo le sue nozioni riteneva giuste, e che le predicava ovunque, ingannando le persone; il terzo, che trattava i suoi doni e il suo sapere come la vita; il quarto, che rinnegava l’identità e l’essenza del Signore Gesù Cristo e l’opera di redenzione del Signore Gesù; il quinto, che predicava: “Mi è riservata una corona di giustizia” e incitava apertamente e ingannava le persone, spingendole a cercare di forzare la mano a Dio, a protestare contro di Lui e a opporsi a Lui; il sesto, che credeva che per lui il vivere fosse Cristo. Rinnegò le verità espresse dal Signore Gesù, sostituì le Sue parole con le proprie e indusse le persone a praticarle e a osservarle. Il settimo peccato di Paolo è che trattava la fede in Dio come un appoggio psicologico e che era un ateo e un miscredente fin nel midollo.) La nostra analisi di questi problemi di Paolo è così dettagliata da riuscire a far rinsavire tutti coloro che lo adorano. Questo è significativo. Tra questi diversi tipi di indole e di essenza che Paolo mostrò e manifestò, e tra i suoi personali metodi di perseguimento, quale ha correlazioni evidenti con voi? (Tutti.) Il primo peccato è trattare il perseguimento di una corona di giustizia e delle benedizioni come un obiettivo appropriato. Perché affermo che è sbagliato e che le persone dovrebbero rifletterci e cambiarlo? Quando Paolo perseguiva una corona di giustizia e le benedizioni, e cercava di entrare nel Regno dei Cieli, considerava appropriato il perseguimento di questi vantaggi. Dunque quali dimostrazioni e manifestazioni avete nella vita reale che corrispondono a questo stato? (Talvolta cerco di svolgere un lavoro importante e di dare un contributo alla casa di Dio. Penso che, se perseguo queste cose, alla fine Dio mi perfezionerà. Tratto il lavoro che svolgo e i doveri che compio come una lista di successi.) Questo è un aspetto della questione. Trattare i doveri che compi come una lista di successi equivale a perseguire una corona di giustizia; è lo stesso genere di cosa, lo stesso stato. È ciò per cui lavori e soffri. È ciò che guida la fonte e la motivazione della tua sofferenza. Se non ci fossero queste cose a guidarti, non avresti alcuna energia; saresti totalmente esausto. Qualcuno ha qualcos’altro da aggiungere? (Trattare le occasioni passate in cui ho rinunciato alle cose, mi sono speso, ho sofferto, sono stato arrestato, ho trascorso del tempo in carcere e cose simili come un capitale personale, nonché come una base e una ragione per essere benedetto.) Questa è semplicemente una descrizione. Qual è lo stato sottostante qui? Che tipo di situazione ti fa cadere in questo stato? Non ragioneresti in questo modo senza motivo. È impossibile che tu abbia costantemente questi pensieri quando mangi, dormi o fai le cose nella vita quotidiana. Devi sapere quali circostanze e situazioni ti hanno messo in questo stato. DimMelo. (Quando sono poco efficiente nei miei doveri, penso che ho viaggiato qua e là per Dio, mi sono speso per Lui, ho faticato e fatto molto per Lui. Proprio come Paolo, penso di aver combattuto il buon combattimento per Dio e di aver dato un contributo. È allora che i miei desideri e le mie ambizioni si fanno sentire.) In effetti, originariamente non eri privo di ambizioni e desideri; erano nascosti nel tuo cuore fin dall’inizio, e ora stanno salendo in superficie e si stanno rivelando. Quando succede, smetti di essere umile, le tue parole non sono indirette e diventi sfrontato. Le opinioni sbagliate di Paolo erano alla radice di tutto ciò che faceva. Siccome le opinioni sottostanti alla sua fede in Dio erano scorrette, questo faceva sì che la radice delle sue azioni fosse sbagliata. Però non se ne rendeva conto e pensava persino che fosse appropriato, perciò perseguiva in una direzione sbagliata. Questo fece sì che il risultato dei suoi perseguimenti fosse l’opposto di quello che desiderava; essi non ebbero un buon risultato, ed egli non acquisì la verità. Ora le persone sono uguali a lui. Se le opinioni e la direzione che guidano il tuo perseguimento sono sempre sbagliate, ma tu le tratti ugualmente come metodi di perseguimento corretti, allora che cosa acquisirai alla fine? Probabilmente questo ti deluderà o gonfierà la tua natura. Per esempio, se Dio ti benedice in modo speciale o concede qualcosa a te soltanto, pensi: “Guarda, Dio è benevolo nei miei confronti. Questo dimostra che approva tutto ciò che ho fatto. L’ha accettato. I miei sacrifici e il mio impegno non sono stati vani. Dio non tratta ingiustamente le persone”. È così che comprendi il trattamento giusto di Dio verso gli uomini, che comprendi le Sue benedizioni e la Sua accettazione, ma questa comprensione è sbagliata e distorta. La chiave, ora, è come trasformare questi perseguimenti, intenzioni e opinioni sbagliati in opinioni e pensieri corretti e puri. Solo fare le cose secondo pensieri e opinioni corretti coincide con la pratica della verità, ed è l’unico modo in cui puoi acquisire la verità. È questa la chiave.

Ascoltando spesso i sermoni, le persone cominciano ora a riflettere su sé stesse e a valutarsi sul metro delle parole di Dio. Iniziano a riconoscere i problemi che hanno nello svolgimento del loro dovere e sono in grado di rilevare gli stati anomali, i desideri eccessivi e le dimostrazioni di corruzione dentro di sé. Non sono totalmente incapaci di percepire. L’unico problema è che, quando si accorgono di essere nello stato sbagliato o mostrano segni di corruzione, non hanno la capacità di frenare tutto questo e non ricercano la verità per risolverlo. Talvolta vivono secondo le filosofie sataniche, senza offendere nessuno, e pensano di essere abbastanza buone. Tuttavia non sono realmente cambiate; hanno proceduto a tentoni sprecando le giornate e, di conseguenza, non hanno una reale testimonianza esperienziale di cui parlare nemmeno dopo aver creduto in Dio per dieci anni, e si vergognano. Il problema principale da risolvere ora è come cambiare la direzione sbagliata dei tuoi perseguimenti. Sai bene che la strada del perseguimento della verità è corretta, ma ti ostini a perseguire la fama, il guadagno e il prestigio. Come puoi risolvere questo problema così da riuscire a imboccare la strada del perseguimento della verità? Si tratta di un problema reale che i credenti devono risolvere. Dovreste tenere spesso condivisioni su come sperimentate l’opera di Dio e vedere chi ha una testimonianza esperienziale sul perseguimento della verità, e quali testimonianze esperienziali sono valide, e poi accettarle e seguirne l’esempio per trarne vantaggio e liberarvi dai vincoli della vostra indole corrotta. Non è cosa facile percorrere la strada del perseguimento della verità: devi comprendere te stesso, non solo le tue trasgressioni; la cosa più importante è capire la tua indole corrotta, cosa c’è di sbagliato nelle tue preferenze e nei tuoi perseguimenti, e quali conseguenze potrebbero derivarne. Questa è la cosa cruciale. La maggior parte delle persone persegue la fama, il guadagno e il prestigio. Ogni giorno costoro pensano a come diventare leader, a come spingere gli altri ad ammirarli, a come mettersi in mostra e vivere una vita dignitosa. Se le persone sono incapaci di riflettere su queste cose, se non riescono a vedere chiaramente l’essenza del vivere in questo modo, e se continuano a procedere a tentoni fino a quando, chissà quanti anni dopo, sbattono contro un muro di mattoni, incespicano e alla fine rinsaviscono, questo non ritarderà forse l’importante questione della loro crescita nella vita? Soltanto facendosi una chiara idea della loro indole corrotta e del percorso che hanno scelto possono imboccare la strada del perseguimento della verità. Se questo è l’effetto che vogliono ottenere, non è cruciale che comprendano sé stesse? Alcuni non capiscono minimamente sé stessi, ma hanno una comprensione cristallina dei più piccoli dettagli dei problemi altrui e sono dotati di particolare discernimento. Così, quando discernono gli altri, perché non lo usano come specchio per esaminare sé stessi? Se dici sempre che gli altri sono arroganti, ipocriti, ingannevoli e che non si sottomettono alla verità, ma non riesci a vedere che sei uguale a loro, allora sei nei guai. Se non ti accorgi mai dei tuoi problemi e se, a prescindere da quanti sermoni sulla verità ascolti, pur comprendendo ciò che senti non ti valuti sul suo metro, se non sei disposto a esaminare il tuo stato e sei incapace di gestire seriamente e di risolvere i tuoi problemi, allora non avrai alcun ingresso nella vita. Se le persone sono sempre incapaci di entrare nelle verità realtà, non provano forse una sensazione di vuoto nel cuore? Non avvertono l’opera che Dio ha compiuto in loro, come se non avessero alcuna percezione. Sono sempre in uno stato annebbiato, e i loro perseguimenti non mirano a un obiettivo o a una direzione corretti. Costoro si limitano a perseguire secondo le proprie preferenze e a percorrere la propria strada. Fanno proprio come Paolo, attribuendo importanza solo al perseguimento di ricompense e di una corona, senza accettare né praticare affatto la verità. Se la tua mente è sempre in uno stato vago e non hai un corretto cammino di perseguimento, allora non hai ottenuto alcun effetto pur avendo ascoltato i sermoni per diversi anni, e la vera via non ha mai messo radici nel tuo cuore. Anche se forse sai parlare di molta dottrina, questo non serve affatto a eliminare il tuo stato negativo o la tua indole corrotta. Quando incappi in qualsiasi tipo di difficoltà, la dottrina che comprendi non ti aiuta a superarla o ad attraversarla tranquillamente; non ti aiuta a cambiare o a correggere il tuo stato, non ti permette di vivere con un senso di coscienza, non ti dà la libertà e l’affrancamento né ti impedisce di essere vincolato da una qualunque cosa. Prima non ti sei mai trovato in uno stato simile, perciò questo dimostra che fondamentalmente non sei entrato nelle verità realtà. Se vuoi farlo, se vuoi comprendere le parole di Dio, raggiungere la vera fede in Lui, conoscerLo ed essere certo che esiste davvero, allora devi confrontare il tuo stato con le Sue parole e poi trovare una strada per praticarle e per entrarvi. Alcuni leggono le parole di Dio e voglio valutarsi in base al loro metro ma, per quanto si sforzino, non ci riescono. Per esempio, quando Dio rivela che l’indole dell’uomo è troppo arrogante, pensano: “Io sono molto umile e resto in disparte. Non sono arrogante”. Che cos’è questa arroganza di cui parla Dio? È un tipo di indole, non la manifestazione di una personalità altezzosa né la tendenza a parlare a voce alta o in modo particolarmente sfrontato. Piuttosto, si riferisce a qualcosa nella tua indole; si tratta di un’indole per cui non cedi a niente e sei sprezzante verso ogni cosa, guardi tutto dall’alto in basso e non ti importa di nulla. Sei arrogante, presuntuoso, ipocrita, pensi sempre di essere capace e non ascolti nessuno. Anche se senti parole di verità, non te ne importa niente e vedi la verità come secondaria. Non pensi sia un problema quando mostri un’indole corrotta, e credi addirittura che nessuno possa reggere il confronto con te, ritenendo sempre di essere migliore di tutti gli altri e pretendendo che loro ti ascoltino. Una simile persona è arrogante e ipocrita. Gli individui di questo tipo non hanno alcun ingresso nella vita né alcuna verità realtà.

Come si dovrebbe determinare se una persona abbia le verità realtà? Naturalmente occorre fare un’accurata valutazione in base alle parole di Dio. Anzitutto guarda se comprendi davvero te stesso e la tua indole corrotta. Per esempio, la tua indole è arrogante? Mostri un’indole arrogante quando fai le cose? Se non lo sai, allora sei una persona che non capisce sé stessa. Se un individuo non riesce a vedere chiaramente il proprio stato, se non ha la minima comprensione della corruzione che mostra, se non basa le proprie parole e le proprie azioni sulla verità, se non dimostra discernimento nelle situazioni che incontra e applica ciecamente le regole quando esamina qualsiasi questione, ma non sa se questo sia giusto o sbagliato, allora è una persona che non ha alcuna comprensione della verità. Se capisci la verità, allora sei in grado di capire te stesso, sai di avere un’indole arrogante, sei in grado di discernere il tuo vero stato, ti penti e cambi davvero, e sai praticare la verità. Se invece non persegui la verità, se non hai alcuna comprensione del lato concreto della verità contenuta nelle parole di Dio, se non rifletti sull’essenza corrotta delle persone che Dio rivela e non ti valuti su questo metro, allora sarai per sempre un individuo dalle idee confuse. Solo la verità può dotarti di discernimento e renderti capace di distinguere tra giusto e sbagliato e tra bianco e nero; solo la verità può renderti perspicace e ragionevole, donarti saggezza e darti la capacità di distinguere chiaramente tra cose positive e negative. Se non sai distinguere chiaramente tra cose positive e negative, sarai sempre un individuo dalle idee confuse; sarai sempre in uno stato frastornato, spaesato e disorientato. Le persone di questo genere non hanno modo di comprendere la verità e, per quanti anni di fede in Dio abbiano alle spalle, sono ugualmente incapaci di entrare nelle verità realtà. Se il loro servizio non è accettabile, allora resta solo da scacciarle. Per esempio, una persona molto rinomata fa qualcosa e quasi tutti la vedono come una cosa buona ma, se a guardarla è qualcuno che comprende la verità, questi ha discernimento e stabilisce che le azioni di quella persona celano delle intenzioni malvagie, che si tratta di finta bontà, di trucchi e di inganno, e che solo un individuo malvagio o un re diavolo potrebbe fare qualcosa di simile. Qual è la base per affermarlo? L’essenza di questa “buona cosa” è stata determinata in base alla verità. Checché ne dicano gli altri, solo usando la verità per valutarla puoi vederne chiaramente l’essenza: se è buona, allora è buona; se è cattiva, allora è cattiva. Valutare in base alle parole di Dio è assolutamente accurato. Se invece non comprendi la verità, delle nozioni emergeranno dentro di te e affermerai: “Perché costui viene smascherato e condannato per aver fatto qualcosa di buono? Non viene trattato giustamente!”. È così che valuterai la situazione. La tua base per valutare tale questione non è la verità, bensì le cose immaginate dalla tua mente. Se valuti sempre le cose in base alle nozioni e le fantasie umane, non sarai mai in grado di vedere chiaramente l’essenza dei problemi; verrai soltanto ingannato dalle apparenze esteriori. Quando non hai la verità, qualunque cosa tu stia guardando, la tua opinione sarà sempre confusa, nebulosa, annebbiata e poco chiara, eppure credi di avere intuito e profondità di pensiero. Questa è una mancanza di conoscenza di sé. Per esempio, se Dio dice che un individuo è malvagio e andrebbe punito, ma tu sostieni che è una brava persona e che ha fatto cose buone, le tue parole non sono forse diametralmente opposte e contrarie a quelle di Dio? È questo che accade quando le persone non capiscono la verità e non hanno discernimento. Alcuni credono in Dio da molti anni, ma non comprendono la verità. Non sono scrupolosi in nessuna questione, e ci sono molte questioni che non riescono a vedere chiaramente. Si lasciano ingannare facilmente da falsi leader e anticristi; qualunque situazione si presenti, finché c’è una persona malvagia che causa disturbo, vanno totalmente in confusione e, senza rendersene conto, parlano come farebbe questo individuo. Rinsaviscono solo quando quest’ultimo viene smascherato e rivelato. Gli individui di questo tipo vivono spesso in uno stato mentale di spaesamento, e la loro essenza è quella di persone dalle idee confuse. Gli individui di questo genere non hanno un grammo di levatura; non solo non capiscono la verità, ma possono essere ingannati in qualsiasi momento, perciò non hanno modo di entrare nelle verità realtà. Ogni chiesa ne ha alcuni. Quando un falso leader svolge un lavoro, costoro lo seguono; quando un anticristo inganna gli altri, costoro lo seguono. In breve, seguono il leader chiunque egli sia; sono come una donna che segue il marito in qualunque cosa lui faccia. Se il leader è una persona buona, allora seguono una persona buona; se il leader è una persona cattiva, allora seguono una persona cattiva. Non hanno opinioni o punti di vista propri. Pertanto non aspettarti che una persona di questo tipo sia in grado di comprendere la verità o di entrare nella realtà. È già tanto se riesce a rendere una piccola quantità di servizio. Lo Spirito Santo opera in coloro che amano la verità. Quanti amano la verità sono tutti individui di levatura che sono almeno in grado di comprendere le parole di Dio, i sermoni e le condivisioni della Sua casa. Per quante eresie e fallacie il mondo religioso dissemini e diffonda, e per quanto la forza malvagia degli anticristi diffami, condanni e perseguiti la chiesa, le persone che amano la verità sono ugualmente convinte che le parole di Dio sono la verità, e credono che i sermoni, le condivisioni e la testimonianza esperienziale della casa di Dio sono in linea con la verità e che sono testimonianze reali. È questo che significa avere comprensione abilità. Se ti rendi conto che tutte le parole pronunciate da Dio sono la verità e coincidono con le vite realtà che gli uomini dovrebbero possedere, questa consapevolezza dimostra che comprendi già parte della verità. Se capisci che tutte le verità espresse da Dio sono cose positive e verità realtà, e se sei certo che è così e lo riconosci al cento per cento, allora hai una comprensione dell’opera di Dio. Non è cosa facile capire la verità; è una cosa che solo le persone illuminate dallo Spirito Santo riescono a ottenere. Coloro che comprendono realmente la verità riconoscono già, nel profondo del cuore, che tutto ciò che Dio ha fatto è positivo, che è tutto verità e che è tutto molto prezioso per l’umanità. Quanti comprendono realmente la verità riescono a vedere chiaramente che ogni cosa nel mondo dei non credenti è negativa e va contro la verità. Per quanto le loro teorie sembrino valide, costoro ingannano e danneggiano le persone. Tutto ciò che Dio fa è positivo, è la verità ed è salvezza per gli uomini. Tutto ciò che Satana e i diavoli fanno è negativo, erroneo e assurdo, e inganna e danneggia le persone; è l’esatto contrario di ciò che fa Dio. Se hai le idee totalmente chiare su questo punto, allora hai discernimento. Se sei anche capace di perseguire la verità, di accettare il giudizio e il castigo delle parole di Dio, di capire te stesso attraverso le Sue parole e di valutarti in base al loro metro, di vedere la tua corruzione come è realmente, di eliminare l’indole corrotta che mostri in ogni circostanza che Dio crea per te e se, in ultima analisi, sei in grado non solo di capire te stesso, ma anche di avere discernimento verso gli altri, e se sai discernere tra chi crede davvero in Dio, chi è un miscredente, chi un falso leader, chi un anticristo e chi inganna le persone, se sei capace di valutare e discernere accuratamente queste cose, significa che comprendi la verità e che hai una qualche realtà. Diciamo, per esempio, che i tuoi parenti o i tuoi genitori siano dei credenti in Dio e, a causa di azioni malvagie, della creazione di disturbi o della loro totale mancanza di accettazione della verità, vengano espulsi. Tuttavia non hai discernimento verso di loro, non conosci il motivo per cui sono stati espulsi, sei estremamente turbato e ti lamenti sempre che la casa di Dio non ha amore e non è giusta con le persone. Dovresti pregare Dio e cercare la verità, poi valutare in base alle parole di Dio che tipo di persone i tuoi parenti siano. Se veramente capisci la verità, sarai in grado di definirli con precisione, e vedrai che tutto ciò che Dio fa è giusto, che Egli è un Dio giusto. Allora, non avrai di che lamentarti, sarai in grado di obbedire alle disposizioni di Dio, e non cercherai di difendere i tuoi parenti o i tuoi genitori. Qui il punto non è troncare i vostri legami di parentela; è solo determinare che tipo di persone siano e fare in modo che tu abbia discernimento nei loro confronti e sappia perché sono state espulse. Se queste cose sono veramente chiare nel tuo cuore, e le tue opinioni sono corrette e in linea con la verità, allora sarai in grado di stare dalla stessa parte di Dio e le tue opinioni sulla questione saranno pienamente compatibili con le parole di Dio. Se non riesci ad accettare la verità o di vedere le persone secondo le parole di Dio, e ancora ti schieri a favore dei legami e delle prospettive della carne quando consideri gli individui, allora non sarai mai in grado di sbarazzarti di questo rapporto carnale e tratterai ancora queste persone come parenti, più intimi anche dei fratelli e delle sorelle nella chiesa, e in tal caso ci sarà una contraddizione, o addirittura una conflitto, tra le parole di Dio e le tue opinioni sulla tua famiglia in tale questione, e in simili circostanze sarebbe impossibile per te stare dalla parte di Dio, e avresti nozioni e fraintendimenti riguardo a Dio. Quindi, per poter raggiungere l’armonia con Dio, le persone devono innanzitutto avere opinioni sulle cose in linea con le parole di Dio; devono essere in grado di guardare le persone e le cose sulla base delle parole di Dio, di accettare il fatto che le parole di Dio sono la verità, e di accantonare le nozioni umane tradizionali. Indipendentemente da quale persona o questione ti troverai ad affrontare, devi essere in grado di mantenere le stesse prospettive e opinioni che ha Dio, e le tue prospettive e opinioni devono essere in armonia con la verità. Così il tuo punto di vista e il modo in cui ti approcci alle persone non saranno ostili a Dio, e saprai obbedire a Dio ed essere in armonia con Lui. Una persona di questo tipo non potrà mai più opporsi a Dio; sono proprio queste le persone che Dio vuole guadagnare.

Il primo passo vero l’ingresso nelle verità realtà è riflettere su te stesso in base alle parole di Dio e confrontare tutti i tuoi diversi stati con esse. Se vuoi entrare più a fondo, devi analizzare e capire più profondamente la tua indole corrotta. Che cosa dovresti fare dopo averla compresa? Dovresti trovare un modo per praticare ed entrare, oltre a pensare bene a come praticare la verità e a liberarti della tua indole corrotta; è questo il cammino giusto. Alcuni diventano negativi dopo aver acquisito comprensione di sé stessi; piangono e singhiozzano dicendo che sono stati scacciati e che sono servitori e fungono da contrasto, e non vogliono neppure svolgere il loro dovere. Che tipo di persone sono costoro? Individui assurdi e melodrammatici. Qual è dunque il modo migliore per rimediare? Come minimo, non dovrebbero piangere o fare storie e, inoltre, non dovrebbero rinunciare a Dio o incolparLo. Le cose più importanti che dovrebbero fare sono ricercare la verità e arrivare a capire qual è davvero la volontà di Dio, qual è la linea di condotta più ragionevole e quale cammino dovrebbero scegliere; queste sono le cose più importanti. Per gli uomini è facilissimo perdere la ragionevolezza quando sono costantemente controllati dall’intenzione di essere benedetti. Coloro che mancano di ragionevolezza sono i più patetici, mentre coloro che, in tutte le cose, scelgono di obbedire a Dio e cercano soltanto di soddisfarLo sono quelli con più ragionevolezza e con la coscienza più grande. Quando un individuo viene smascherato da Dio, come dovrebbe gestire questo fatto, e quale scelta dovrebbe fare? Deve ricercare la verità e non dovrebbe in nessun caso farsi confondere le idee. È un bene per te sperimentare il giudizio e il castigo di Dio e vedere la tua corruzione com’è veramente, dunque perché sei negativo? Dio ti smaschera affinché tu acquisisca comprensione di te stesso, oltre che per salvarti. In realtà, l’indole corrotta che manifesti deriva dalla tua natura. Non è che Dio voglia smascherarti ma, se non lo fa, non la manifesterai ugualmente? Prima che tu credessi in Dio, Egli non ti aveva ancora smascherato, dunque tutto ciò che vivevi non era forse un’indole satanica corrotta? Sei una persona che vive secondo un’indole satanica. Non dovresti essere così scioccato da queste cose. Quando manifesti un minimo di corruzione, questo ti spaventa a morte e pensi che per te sia finita, che Dio non ti voglia e che tutto ciò che hai fatto sia vano. Non avere una reazione sproporzionata. Sono gli esseri umani corrotti che Dio salva, non i robot. Che cosa intendo per esseri umani corrotti? Mi riferisco a persone che manifestano un’indole satanica corrotta, che sono arroganti e ipocrite, che non accettano la verità, che sono capaci di opporsi e di ribellarsi a Dio, di essere ostili nei Suoi confronti, e che sono in grado di seguire le orme di Paolo. È questo il tipo di uomini che Dio salva. Se vuoi accettare e ottenere la salvezza da parte di Dio, devi affrontare l’indole corrotta che esiste nel tuo cuore, l’indole corrotta che manifesti ogni giorno, e ogni giorno devi ricercare la verità e riflettere su te stesso, valutarti sul metro delle parole di Dio, praticare il discernimento e l’analisi dell’indole corrotta che manifesti e combatterla. Alcuni la combattono diverse volte, ma vengono sconfitti e chiedono: “Perché manifesto sempre arroganza? Perché gli altri no?”. In realtà, la manifestano tutti. Quando la manifestano gli altri, tu non lo sai, ma loro sì. Oppure potrebbe darsi che essi stessi non sappiano quando manifestano arroganza, ma Dio sì. Inoltre c’è un’altra questione che le persone devono ricordare: Dio corregge l’indole corrotta degli individui, non il loro modo di fare le cose. Non odia l’intenzione momentanea che hai mentre fai qualcosa, o un modo particolare di fare le cose, o se saltuariamente sei pigro o non paghi alcun prezzo; non sono queste le cose che odia. Ciò che Dio odia è la tua indole corrotta. Ogni volta che hai la sensazione di manifestare un’indole corrotta, dovresti diventarne consapevole da solo prima che Dio ti disciplini. Non dovresti tirare a indovinare domandandoti se ti odi o se ti abbia scacciato; dovresti essere consapevole del problema e poi ricercare come dovresti pentirti e quale modo di praticare la verità determinerà un cambiamento. Questa è una manifestazione di ragionevolezza normale. Ciò di cui dovresti anzitutto diventare consapevole è: “Queste mie parole non sono ragionevoli e manifestano arroganza. Non sono capace di svolgere questo compito, ma mi faccio grande e dico che ne sono in grado, perciò questa non è soltanto millanteria? La millanteria e la tendenza a farmi grande dimostrano che ho un’indole arrogante”. Dio non ti condanna per la millanteria, ma questo significa forse che puoi semplicemente abbandonarla? No, non puoi. Devi analizzarla e chiederti: “Perché sono così bravo a farmi grande e a millantare? Perché mi vanto di cose che non so fare o che non so neppure se sono in grado di fare? Perché ho questa mania?”. Non è una mania. Una mania è una cattiva abitudine a livello superficiale. La millanteria è uno dei modi in cui si manifesta un’indole corrotta; è la tua indole satanica a spingerti a vivere in uno stato come questo: sei totalmente guidato dalla tua indole. Se riesci a reprimerla e se non manifesti un’indole arrogante, significa forse che non hai più un’indole arrogante? Significa forse che è stata corretta? Non è assolutamente così semplice. Per non essere arrogante non basta cambiare il modo in cui fai qualcosa, essere esternamente rispettoso delle regole e ben educato, evitare di essere sfrontato e avere modi raffinati. Queste sono solo maschere e aggiungono nuovi problemi oltre all’arroganza, e il risultato è ancora più problematico. Se vuoi correggere la tua arroganza e ogni tipo di indole corrotta, devi ricercare la verità per operare questa correzione quando svolgi i tuoi doveri. È questo il modo corretto. Per esempio, supponiamo che il leader ti incarichi di svolgere un certo dovere e che, dopo aver ascoltato, tu dica con noncuranza: “Ho svolto doveri analoghi in passato. Questo sarà un gioco da ragazzi!”. Subito dopo, però, ti rendi conto di aver manifestato arroganza e che questo modo di ragionare era sbagliato, e ti affretti a pregare e a rettificare il tuo ragionamento, dicendo: “Oh, Dio! Ho manifestato arroganza per l’ennesima volta. Per favore, sottoponimi a trattamento; sono disposto a svolgere bene il mio dovere”. Questa è la prima cosa che dovresti fare. Poi come dovresti trattare il tuo dovere? Pensi: “Lo sto facendo per Dio e lo sto facendo in Sua presenza, perciò devo gestirlo attentamente. Non posso combinare un pasticcio. Altrimenti sarà molto imbarazzante!”. Quindi ci rimugini sopra e pensi: “No, non è giusto. Perché dovrei aver paura di mettermi in imbarazzo?”. Nemmeno questo stato è giusto; hai iniziato ad allontanarti dal cammino. Come dovresti correggerlo? Quale direzione è la giusta via da percorrere? Ancora una volta, questo ha a che fare con il mettere in pratica la verità per rimediare ai problemi. Dovresti pensare: “Non ho paura di mettermi in imbarazzo. Il fattore chiave è che non dovrei arrecare danno al lavoro della chiesa”, e il tuo stato sarà cambiato. Ma se poi pensi: “E se arrecassi danno al lavoro della chiesa, e venissi sottoposto a potatura e trattamento? Non avrò alcun orgoglio”, il tuo stato sarà di nuovo sbagliato. Come si può correggere ciò? In cuor tuo devi pensare: “Non attribuisco mai alcuna importanza al mio dovere, sono pigro nello svolgerlo e sono molto arrogante. Merito di essere sottoposto a trattamento. Devo pregare Dio e lasciarLo operare. Sono una testa dura, ma Egli è onnipotente e nulla è impossibile per Lui, quindi mi affiderò a Dio”. Questo è giusto; questo è il modo giusto di praticare. Dio ti ha conferito certi talenti e ti ha permesso di acquisire una qualche conoscenza, ma acquisirla non significa necessariamente che tu sappia svolgere bene il tuo dovere. Questo non è forse un fatto? (Sì.) Come arriva una persona a questa conclusione? (Attraverso l’esperienza.) Questa esperienza ti ha insegnato una lezione e ti ha dato comprensione. Vale a dire che quanto Dio dà agli uomini non è qualcosa che essi possiedono intrinsecamente né un loro capitale; Egli può portare via ciò che ha dato loro in qualsiasi momento. Quando vuole smascherarti, a prescindere da quanto talento tu possieda in qualcosa, te lo dimenticherai e sarai incapace di usarlo; non sarai niente. Se in questo momento preghi: “Dio, non sono niente. Ho questa capacità solo perché Tu me l’hai data. Ti imploro di darmi forza! Per favore, benedicimi e guidami affinché io non arrechi danno alla Tua opera”, questo è forse il modo giusto di pregare? (No.) Quali cambiamenti dovresti fare a questo punto? Dici: “Oh, Dio! Sono intenzionato a sottomettermi alle Tue disposizioni. Non posso pensare sempre di avere ragione. Anche se conosco alcune cose riguardo a questo ambito del lavoro e ho una qualche competenza in esso, non significa necessariamente che sappia svolgere bene il compito. Siccome la mia indole corrotta crea disturbo, sono incline a fare le cose in modo approssimativo e superficiale, e non prendo sul serio il mio dovere. Sono incapace di controllarmi e non riesco a riprendermi. Ti imploro di proteggermi e di guidarmi. Sono disposto a sottomettermi a Te, a fare del mio meglio e a renderTi gloria”. Se svolgi bene il tuo dovere e dai l’ottanta per cento del merito a Dio e il venti per cento a te stesso, questo è forse appropriato? (No.) Non è ragionevole suddividere le cose in questo modo. Se Dio non fosse all’opera, potresti svolgere bene il tuo dovere? Assolutamente no, perché non solo manchi della verità, ma hai anche un’indole corrotta. Qualunque tipo di stato corrotto esista nel cuore delle persone, esse devono sempre riflettere su sé stesse e ricercare la verità per correggerlo. Una volta che la loro indole corrotta è stata purificata, il loro stato sarà normale.

Talvolta un’idea o un pensiero sbagliato comparirà nel cuore di una persona, disturbandolo. Essa resta bloccata in quello stato ed è incapace di emergerne per uno o due giorni. Che cosa dovrebbe fare un individuo in un momento come questo? Dovresti ricercare la verità per rimediare alla situazione. Anzitutto dovresti fare chiarezza su come sia nata l’idea o il pensiero sbagliato, su come abbia fatto presa su di te, ti abbia reso negativo e depresso e ti abbia indotto a manifestare ogni tipo di ribellione e modi sgradevoli. Poi, quando ti rendi conto che queste cose sono state dettate dalla tua indole corrotta e che Dio la odia, dovresti acquietarti dinanzi a Lui e pregare: “Dio, disciplinami e permettimi di imparare le lezioni di cui ho bisogno. Non ho paura di essere smascherato, né di mettermi in imbarazzo o di perdere la faccia. L’unica cosa di cui ho paura è che le mie azioni violino i Tuoi decreti amministrativi e Ti contrarino”. Questo è il cammino giusto, ma hai la statura per percorrerlo? (No.) Se non ce l’hai, significa forse che non puoi pregare in questa direzione? Siccome è il cammino giusto, dovresti pregare in questa direzione. Ora, la statura degli uomini è scarsa, essi devono presentarsi frequentemente davanti a Dio, fare affidamento su di Lui e permetterGli di proteggerli e di disciplinarli di più. Quando la loro statura è cresciuta, ed essi riescono a farsi carico di un fardello e a svolgere più compiti, Dio non avrà bisogno di preoccuparSi così tanto e di proteggerli, disciplinarli, metterli alla prova o sorvegliarli costantemente. Questa è una questione inerente al cuore, e Dio guarda il cuore degli individui. Non Gli importa quanto tu sia ben educato o obbediente all’esterno; Egli guarda il tuo atteggiamento. Magari non dici niente tutto il giorno, ma quale atteggiamento hai nel cuore? “Mi è stato assegnato questo dovere, perciò ho la responsabilità di svolgerlo bene, ma ho l’abitudine di essere sfrenato e faccio sempre come mi pare. So di avere questo problema, ma non riesco a controllarmi. Voglio che Dio orchestri il mio ambiente e che rimuova le persone, le questioni e le cose intorno a me che potrebbero disturbarmi, influire sullo svolgimento del mio dovere o incidere sulla mia pratica della verità, affinché io non cada in tentazione e riesca ad accettare le prove di Dio e la Sua disciplina”. Devi avere un cuore di sottomissione spontanea. Quando nel tuo cuore ci sono questi pensieri, come può Dio non vederli? Come può non prestare loro attenzione? Dunque Egli agisce. Talvolta, quando preghi così una o due volte, Egli non ti dà retta. Quando mette alla prova il lavoro e la sincerità di un individuo, non dice nulla, ma questo non significa che quanto hai fatto sia sbagliato. In nessun caso dovresti tentare Dio. Se Lo tenti sempre e dici: “Ho ragione a fare questo? L’hai visto, Dio?”, allora sei nei guai. Questo è uno stato sbagliato. Concentrati solo sull’entrare in azione. A prescindere dal fatto che Dio ti stia disciplinando, conducendo, mettendo alla prova o guidando, non farci caso. Concentrati solo sull’investire energie nella verità che comprendi e sull’agire in linea con la volontà di Dio. Questo è sufficiente. Per quanto riguarda quale sarà il risultato, molte volte non è tua responsabilità. Di cosa dovresti assumerti la responsabilità? Di svolgere il dovere che dovresti svolgere, di spendere il tempo che dovresti spendere e di pagare il prezzo che dovresti pagare. Questo è sufficiente. Qualunque cosa riguardi la verità va esaminata, e occorre investire energie nella sua comprensione. La cosa fondamentale è che le persone percorrano il cammino che dovrebbero. Questo è sufficiente. Questo è ciò che dovrebbero fare. Quanto al livello di statura che hai, alle prove cui dovresti essere sottoposto, alla disciplina che dovresti sperimentare, alle situazioni che dovresti vivere e a come Dio regna sovrano, non è necessario che tu presti attenzione a queste cose. Lo farà Dio. Tu dici: “Ho una statura scarsa. Non costringermi a subire alcuna prova, Dio, ho paura!”. Dio lo farebbe? (No.) Non occorre che ti preoccupi. Tu affermi: “Ho una statura molto elevata e fede in abbondanza. Dio, perché non mi sottoponi ad alcune prove? Mettimi alla prova come hai fatto con Giobbe e portami via tutto ciò che ho!”. Dio non lo farebbe. Tu non conosci la tua statura, ma Dio la conosce bene e ha le idee molto chiare; riesce a vedere il cuore di ogni persona. Gli uomini riescono a vedere il Suo? (No.) Gli esseri umani non riescono a vedere il cuore di Dio, dunque come fanno a comprenderLo e a collaborare con Lui? (Attraverso le Sue parole.) Capendo le Sue parole, svolgendo bene il loro dovere e aggrappandosi forte al loro posto come persone. Qual è il dovere degli individui? È il lavoro che dovrebbero fare e che sono capaci di fare. Questi sono i compiti che Dio ti ha affidato. Che cosa includono i compiti che ti sono stati assegnati? L’ambito di lavoro con cui hai dimestichezza, quei compiti che la chiesa ti affida, quei compiti che dovresti svolgere e che rientrano nelle tue capacità. Questa è una parte. Un’altra parte ha a che fare con la questione dell’ingresso nella vita. Devi essere in grado di praticare la verità e di obbedire a Dio. Concentrati solo sulla pratica della verità e sull’ingresso in essa. Non prestare attenzione a come ti valutano gli altri o a come ti vede Dio. Non hai bisogno di prestare attenzione a queste cose, né è necessario che tu lo faccia; queste non sono le cose di cui dovresti preoccuparti. Le persone non hanno voce in capitolo sulla propria buona sorte, sventura e longevità, su tutte le cose che sperimentano nella vita, sulla propria fortuna o esistenza; nessuno può cambiare queste cose. Questo deve esserti chiaro. Dio è sovrano su queste cose. Gli individui devono assolutamente riconoscerlo e capirlo con chiarezza nel loro cuore. Non interessarti a qualcosa per conto di Dio; non cercare di decidere cosa Egli vuole fare. Concentrati solo sulla gestione efficace di ciò che dovresti fare, di ciò in cui dovresti entrare e del cammino che dovresti percorrere. Questo è sufficiente. Quanto a quella che sarà la tua destinazione futura, hai voce in capitolo al riguardo? (No.) Allora come puoi risolvere questo problema? In parte, facendo bene tutto ciò che dovresti fare ogni giorno e ottemperando al tuo dovere come persona. Questo è l’incarico che Dio affida a tutti. Sei venuto in questo mondo ed Egli ti ha guidato per tutto questo tempo; che ti abbia dato vari tipi di doni o che ti abbia coltivato e donato un talento o una capacità, questo dimostra che ti ha affidato degli incarichi. È molto evidente quale incarico ti ha affidato, e non occorre che te lo dica direttamente. Per esempio, se conosci l’inglese, allora Dio ha sicuramente delle richieste per te in questo ambito. Questo è il tuo dovere. Non è necessario che Egli parli dal cielo e ti dica direttamente: “Il tuo dovere è la traduzione e, se non lo svolgi, ti punirò”. Non occorre che lo dica. Ti è già molto chiaro perché Dio ti ha dato ragionevolezza, processi intellettivi e un pensiero normali, oltre alla capacità di comprendere tale lingua. Questo è sufficiente. Ciò che Dio ti ha dato è ciò che ti sta dicendo di fare, e questo ti è molto chiaro in cuor tuo. Durante lo svolgimento dei tuoi doveri, e durante l’accettazione dell’incarico ricevuto da Dio, devi accettare tutto ciò che Egli ti ha fatto, comprese la guida positiva, l’irrigazione e la provvista che ti ha dato. Per esempio, mangiando e bevendo frequentemente le parole di Dio, ascoltando i sermoni, vivendo la vita della chiesa, condividendo sulla verità e collaborando armoniosamente con gli altri mentre svolgi il tuo dovere. Un’altra parte avviene attraverso l’ingresso individuale nella vita; questo è l’aspetto più importante. Alcuni vogliono sempre sapere se hanno la vita e se sono efficienti. Va benissimo riflettere momentaneamente su queste cose, ma non focalizzarti su di esse. È come piantare colture ogni anno; gli agricoltori non dicono quanta resa deve esserci quell’anno e che, se non ottengono quel risultato, moriranno. Non sono così stolti. Tutti piantano i semi quando è la stagione adatta, quindi li irrigano, li concimano e se ne prendono cura normalmente. Poi, quando la stagione è giusta, hanno la garanzia di un raccolto. È così che devi avere fede; è questa la reale fede in Dio. Non essere così calcolatore con Lui, dicendo: “Ultimamente ho investito un po’ di energia, Dio mi ricompenserà?”. Non è accettabile chiedere sempre ricompense, come un impiegato che chiede la paga alla fine del mese. Non è accettabile chiedere sempre la paga. La fede degli uomini è troppo debole, ed essi non hanno una reale fede in Dio. Una volta che vedi chiaramente che il cammino del seguire Dio è il cammino verso la salvezza ed è la vita reale, che è il cammino corretto che le persone dovrebbero seguire e la vita che gli esseri creati dovrebbero avere, concentrati semplicemente sul perseguire la verità e sul cercare di entrare nella realtà, sull’ascoltare le parole di Dio e sul camminare e sull’agire nella direzione che Egli ti indica. Questo è giusto. Non chiederGli sempre: “Dio, quanto tempo ci vorrà ancora prima che Ti abbia seguito fino alla fine della strada? Quando sarò salvato? Quando sarò ricompensato e otterrò una corona? Quando arriverà il giorno di Dio?”. Questi sono tutti stati che le persone hanno, ma ciò li rende giusti? (No.) Alcuni affermano: “Non si può applicare la legge se nessuno la rispetta”, ma questo detto è una fallacia, fa acqua da tutte le parti e non è in linea con la verità. Il fatto che tutti abbiano questi stati dimostra che tutti hanno un’indole corrotta, perciò tutti devono rimediare a questo problema e superare questo ostacolo. In cuor tuo devi sempre esaminare te stesso, evitare di concentrarti sul guardare come se la cavano gli altri e, mentre esamini te stesso, devi correggere gli eventuali stati corrotti che hai. La mente delle persone è dinamica e pensa sempre attivamente. Un momento esse propendono verso sinistra e l’altro verso destra; il loro modo di pensare è sempre un po’ disallineato. Non percorrono il cammino giusto. Si ostinano a seguire gli altri e le tendenze malvagie nel mondo e a percorrere il cammino sbagliato. Questa è la natura essenza delle persone, ed esse non riuscirebbero a controllarla nemmeno se volessero. Se non riesci a controllarla, allora non farlo. Quando affiora un’intenzione o un’opinione sbagliata, allora correggila. In questo modo, la corruzione che manifesti diminuirà gradualmente. Dunque come puoi correggerla? Pregando, e acquisendo comprensione e cambiando le cose costantemente. Talvolta, per quanto provi a cambiarle, quelle cose affiorano, perciò non prestarvi attenzione e limitati a fare ciò che devi. Questo è il metodo più facile. Allora cos’è che devono fare le persone? Svolgere bene il loro dovere e attenersi a esso. Non puoi rifiutare l’incarico che Dio ti ha dato; devi portarlo bene a termine. A parte questo, in termini di ingresso individuale nella vita, devi fare del tuo meglio per sforzarti di ottenere la verità mentre svolgi il tuo dovere, e lavorare sodo per raggiungere qualunque livello di ingresso tu riesca. Sarà Dio a decidere se, in definitiva, sei soddisfacente. I sentimenti e i verdetti degli esseri umani non hanno alcuna utilità. Le persone non possono decidere il proprio destino e sono incapaci di valutare il proprio comportamento o di determinare quale sarà il proprio esito finale. Soltanto Dio può valutare e determinare queste cose. Devi confidare nel fatto che Egli è giusto. Per prendere a prestito le parole dei non credenti, devi avere il coraggio di agire, di essere responsabile delle tue azioni e di affrontare i fatti ed essere in grado di assumerti la responsabilità. Coloro che hanno coscienza e ragionevolezza dovrebbero svolgere bene il loro dovere e assumersi la responsabilità.

È fondamentale che le persone esaminino di frequente sé stesse e accettino l’esame di Dio. È fondamentale anche che ricerchino la verità, che correggano i loro stati e opinioni e che ne emergano quando esaminano sé stesse e scoprono di avere stati o opinioni sbagliati. In questo modo, senza rendertene conto, sperimenterai sempre meno stati sbagliati e acquisirai sempre più discernimento nei loro confronti. Dopo che avrai corretto i tuoi stati sbagliati, le cose positive dentro di te aumenteranno e tu svolgerai il tuo dovere con purezza sempre maggiore. Anche se, all’esterno, il modo in cui parli e la tua personalità saranno uguali a prima, la tua indole di vita sarà cambiata. In quali modi questo sarà evidente? Sarai in grado di seguire le verità principi quando fai le cose e svolgi il tuo dovere, e di assumerti la responsabilità in queste cose; quando vedrai gli altri fare le cose in modo superficiale e negligente, ti arrabbierai e, quando vedrai fenomeni malvagi, oltre a pratiche passive, negative, inadeguate e malvagie che rivelano forme di indole corrotta, li detesterai. Più guarderai queste cose, e più disgusto proverai, e acquisirai sempre più discernimento nei loro confronti. Quando vedrai alcuni individui che credono in Dio da moltissimo tempo e che parlano molto chiaramente di parole e dottrine, ma non svolgono alcun lavoro reale e mancano di principi, ti arrabbierai e disprezzerai tutto questo. In particolare, quando vedrai leader e lavoratori che non fanno un lavoro reale, che parlano sempre di parole e dottrine e che credono in Dio da anni ma non sono cambiati, avrai discernimento nei loro confronti, sarai in grado di smascherarli e segnalarli, e possiederai un senso di giustizia. Non solo odierai te stesso, ma odierai anche quando accadono queste cose malvagie e ingiuste. Questo dimostrerà che c’è stato un cambiamento dentro di te. Riuscirai a guardare le questioni e a trattare le persone, gli eventi e le cose intorno a te dal punto di vista della verità, dalla parte di Dio e dalla prospettiva delle cose positive; questo dimostrerà che in te c’è stato un cambiamento. Dunque avrai ugualmente bisogno che Dio ti valuti? No, sarai in grado di percepirlo da solo. Prima, per esempio, se vedevi qualcuno fare le cose in modo superficiale e negligente, pensavi: “È normale. Io sono identico. Se costui non facesse le cose in quella maniera, allora io sembrerei farle in modo superficiale e negligente”. Tutti facevano le cose in maniera superficiale e negligente, perciò avevi la sensazione di cavartela piuttosto bene. In quel momento non ragionerai più così. Penserai: “Fare le cose in modo superficiale e negligente è inaccettabile. Il lavoro della casa di Dio è importante. Ero già abbastanza ribelle facendo le cose in maniera superficiale e negligente; perché siete com’ero io e anche voi fate le cose in quel modo?”. Penserai di essere stato molto ignorante e immaturo in passato, che la tua visione delle cose fosse spregevole e vergognosa e che sia impossibile renderne conto a Dio, e la tua coscienza non sarà in grado di superarlo. Il fatto che tu sia capace di avere pensieri e sentimenti come questo dimostrerà che la verità e le parole di Dio hanno già messo radici e germinato dentro di te. Il punto di vista da cui vedi le cose e i criteri secondo cui le valuti saranno cambiati. Sarai ormai una persona totalmente diversa da prima, da quando vivevi dentro la tua indole corrotta. Sarai ormai cambiato realmente. Ora siete cambiati un po’? (Leggermente.) Ora sei leggermente cambiato e di tanto in tanto, quando vedi le persone fare le cose in modo superficiale e negligente, rifiutarsi di praticare la verità e concedersi sempre il benessere fisico, non ritieni che sia una cosa buona. Tuttavia, se ti chiedessero di andare ad aiutare e a sostenere costoro, le filosofie sataniche eserciterebbero ancora un influsso su di te. Pur rilevando questo problema negli altri, non osi dire nulla per timore di offenderli, e pensi addirittura: “Nessuno mi ha eletto capogruppo, dunque non è necessario che ficchi il naso negli affari altrui”. Quando incappi in queste cose ingiuste e negative, non sei in grado di schierarti dalla parte della verità nei tuoi discorsi e nelle tue azioni, né di assumerti la responsabilità; ti limiti a far finta di niente e pensi che questo sia un modo magnifico di comportarti, prendendo le distanze dalle dispute. Pensi: “Se qualcosa va storto, io non c’entrerò nulla. La sto scampando bella”. Se hai ancora opinioni come questa, riuscirai a praticare la verità? Avrai l’ingresso nella vita? Con simili opinioni nel cuore, sei un miscredente e non sai accettare la verità. È per questo che non si può evitare di correggere opinioni come questa. Se vuoi avere l’ingresso nella vita, devi, da un lato, essere capace di supervisionare te stesso. Dall’altro, devi per prima cosa accettare l’esame di Dio. Se noti che nel tuo cuore c’è vergogna, dovresti riflettere su te stesso e capire da dove essa provenga. Se riesci a percepire che Dio ti sta esaminando e credi che lo stia facendo, allora dovresti accettare il Suo esame. È solo sentendoti spesso pieno di rimorso, inquieto nel cuore e in debito con Dio per esserti ritrovato in questi stati che avrai la motivazione per praticare la verità ed entrarvi. Ci sono alcuni criteri per entrare nelle verità realtà e alcune manifestazioni concrete di questo fatto. In quale misura vi siete entrati ora? (Quando si presenta una situazione, riesco a vedere molte manchevolezze in me stesso, ma passo molto tempo bloccato in quello stato. Non so come adottare il punto di vista della verità per analizzare o comprendere quali problemi ho; non ho un discernimento chiaro nei confronti di me stesso; non vedo chiaramente me stesso e spesso non riesco a vedere chiaramente neppure gli stati degli altri.) Se non riesci a vedere chiaramente te stesso, allora non riesci a vedere chiaramente gli altri. Questa affermazione è corretta. Quando gli altri hanno un problema, pensi che non abbia nulla a che fare con te ma, in realtà, gli stati sono coerenti e identici. Se non riesci a vedere chiaramente il tuo stato, non sarai in grado di risolvere i tuoi problemi, né tantomeno quelli altrui. Una volta risolti i tuoi problemi, riuscirai a vedere molto chiaramente gli stati degli altri e a porvi subito rimedio. Se vuoi avere l’ingresso nella vita, devi attenerti alle seguenti due cose: una è che devi svolgere bene il tuo dovere, e l’altra è che durante il suo svolgimento devi esaminare di frequente te stesso, ricercare la verità per correggere i tuoi vari pensieri, opinioni, posizioni, intenzioni e stati sbagliati, ed emergere da ogni sorta di stato sbagliato. Se hai la forza di emergerne, sconfiggerai Satana e ti libererai della tua indole corrotta. Allora avrai compiuto una svolta. Sarai emerso dai tuoi stati passivi e negativi e non ne sarai vincolato o controllato. In sé e per sé, questo è un passo avanti. Dovete prima risolvere tale questione. Quali stati negativi o passivi avete? Alcuni pensano: “Io sono esattamente così. Non c’è nulla che possa fare per porre rimedio alla mia indole arrogante. In ogni caso, Dio ne è al corrente e suppongo che mi abbia già classificato. Ho provato a cambiare moltissime volte, ma sono ancora lo stesso. È semplicemente questo che sono”. Hai una cattiva opinione di te stesso, ma questo è uno stato negativo; è un po’ una mentalità che ti induce ad abbandonarti alla disperazione. Non hai ricercato la verità per risolvere tale questione, dunque perché pensi di essere senza speranza? Le persone vivono di frequente in stati come questo; una rivelazione momentanea di corruzione, e pensano di essere state classificate e di essere questo tipo di individuo. Questo è uno stato negativo; andrebbe corretto, e voi dovreste emergerne. Quali altri stati negativi o passivi avete? (Vivo di frequente in uno stato in cui faccio le cose in base ai miei doni e alla mia levatura, e non ho l’ingresso nella vita. Questo stato è molto grave.) Quando gli uomini fanno le cose in base ai loro doni e alla loro levatura, amano sempre competere con gli altri, pensando: “Come mai tu riesci a portare a termine questo compito ma io no? Devo lavorare sodo e metterci impegno, provare a farlo meglio di te!”. Qui è emersa la tua natura diabolica. Che cosa dovresti fare al riguardo? Se, quando fai le cose, hai questa motivazione o questo punto di partenza, non farci caso. È una rivelazione momentanea o un pensiero ignorante momentaneo. Non agire in base a esso, e te la caverai bene. Devi fare le cose in modo pragmatico e nella maniera in cui andrebbero fatte. Se incappi in una difficoltà, prendi l’iniziativa di guardare come l’hanno gestita gli altri. Se l’hanno gestita bene, parla con loro e impara da loro. In questo modo correggerai i tuoi stati sbagliati. Se hai questi pensieri e riveli corruzione dentro di te, ma non agisci in quel modo, allora la tua indole corrotta sarà stata neutralizzata. Se invece hai questi pensieri e agisci in questo modo, e le tue azioni sono ancora più gravi dei tuoi pensieri, allora sono guai e ne verrà fuori un bel pasticcio. L’indole corrotta delle persone è ciò che Dio odia di più.

L’approccio di Dio alla tua indole corrotta non consiste nell’indurti a nasconderla, a occultarla o a camuffarla. Piuttosto, Egli ti permette di rivelarla, smascherandoti e consentendoti di arrivare a conoscerla. Una volta che l’hai conosciuta, basta così? No. Dopo averla conosciuta e aver capito che è sbagliato fare le cose secondo la tua indole corrotta e che è un vicolo cieco, devi presentarti dinanzi a Dio, pregarLo e ricercare la verità per eliminare la tua indole corrotta. Egli ti illuminerà e ti darà un percorso di pratica corretto. Le Sue parole dicono cosa le persone dovrebbero fare, ma gli uomini hanno un’indole corrotta e talvolta non vogliono fare come dice Dio; vogliono fare le cose a modo loro. Allora che cosa fa Dio? Ti dà la libertà e per il momento ti permette di agire così. Quando procedi agendo in questo modo, sbatterai contro un muro e avrai la sensazione di aver rovinato tutto. Allora tornerai da Dio e ricercherai cosa dovresti fare. Egli dirà: “In cuor tuo comprendi le Mie richieste. Dunque perché non ascolti?”. E tu risponderai: “Allora disciplinami, Dio”. Egli ti disciplinerà, e questo ti farà male, così penserai: “Dio non mi ama. Come può essere così crudele con me? È davvero spietato”. Dio affermerà: “Okay, allora non lo farò più. Continua a fare le cose come vuoi”, e tu tornerai sulla strada su cui eri prima. Farai le cose, sbatterai di nuovo contro un muro e rifletterai: “C’è qualcosa che non va in ciò che sto facendo. Devo tornare a confessare i miei peccati. Sono in debito con Dio”. Tornerai di nuovo da Lui, pregherai e ricercherai, capirai che quanto Egli afferma è giusto e poi farai come dice. Ma mentre lo farai, penserai: “Fare questo ferirà il mio orgoglio. Forse prima mi prenderò cura di quest’ultimo”. Allora sarai nuovamente nei guai e, ancora una volta, non sarai stato all’altezza. Nel tempo andrai avanti e indietro così senza sosta. Se le persone riescono a riflettere su sé stesse, a riconoscere sempre le deviazioni dentro di sé, a riflettere sulle loro forme di indole corrotta e a comprenderle, e poi a ricercare la verità per eliminarle durante questa esperienza, anche la loro statura crescerà costantemente. Infatti, coloro che hanno un cuore, che sono disposti a praticare la verità e ad amare le cose positive sperimenteranno gradualmente sempre meno battute d’arresto e fallimenti, e le parti di loro che obbediscono a Dio aumenteranno, come anche quelle che amano la verità. È per questo che Dio ti permette di fallire e di ribellarti mentre sperimenti e pratichi la verità; Egli non guarda queste cose. Non è che non ti voglia più, che ti mandi all’inferno o che ti condanni a morte per non averLo ascoltato in una singola occasione. Dio non fa questo. Perché si dice che il Suo amore è estremamente vasto quando salva le persone? È qui che si manifesta il Suo amore. Si palesa nella Sua tolleranza e pazienza verso le persone. Dio ti tollera continuamente, ma non ti asseconda. La Sua tolleranza consiste nel fatto di conoscere la statura delle persone, la loro capacità innata, cosa rivelano in determinate circostanze e cosa possono raggiungere in base alla loro statura, e nel permetterti di rivelare queste cose, dandoti una certa quantità di spazio e accettandoti quando torni da Lui e ti penti sinceramente, riconoscendo allo stesso tempo anche la sincerità del tuo pentimento. Pertanto, quando torni e Gli chiedi se sia giusto agire in quel modo, Dio continuerà a dirtelo e a darti una risposta. Ti dirà pazientemente che è giusto agire in quel modo e ti darà una conferma. Ma quando cambi di nuovo idea e dici: “Dio, non voglio fare questo. Non è vantaggioso per me, mi rende infelice e mi mette a disagio; penso ancora che dovrei fare le cose a modo mio, così non perderò la faccia, sarò abile e astuto e riuscirò a soddisfare me stesso sotto ogni aspetto; appagherò prima i miei desideri personali”, Egli dirà: “Puoi deludere le aspettative ma, così facendo, in definitiva sei tu a rimetterci, non Io”. Quando Dio ti salva, a volte ti permette di essere ostinato fino a questo punto; sono queste la tolleranza e la misericordia che ha e che dimostra agli uomini. Tuttavia le persone non riescono a essere indulgenti con sé stesse quando vedono la Sua misericordia, e trattano la Sua pazienza e tolleranza come una sorta di debolezza o le vedono come una scusa per ribellarsi a Lui e non dare ascolto alle Sue parole. Queste sono ribellione e malvagità da parte loro. Gli individui devono vedere chiaramente tutto questo. La tolleranza e la pazienza che Dio ti dimostra si estendono senza limiti. Se riesci a percepire le Sue oneste intenzioni, è una cosa buona. Non è che Dio sia incapace di ricorrere a misure estreme per salvarti; devi capire che ci sono dei principi dietro le Sue azioni. Egli fa le cose in molti modi, ma non usa misure estreme. Perché? Dio permette che tu sperimenti ogni sorta di avversità, frustrazioni e tribolazioni, oltre a molti fallimenti e battute d’arresto. Alla fine, permettendo che tu sperimenti queste cose, Dio ti rende consapevole che tutto ciò che Egli ha detto è giusto ed è la verità. Allo stesso tempo ti fa rendere conto che quanto pensi e immagini, oltre alle tue concezioni, conoscenze, teorie filosofiche e le cose che hai appreso nel mondo e ti sono state insegnate dai genitori sono tutte sbagliate, e che queste cose non possono guidarti sulla retta via nella vita e condurti a capire la verità o a presentarti dinanzi a Dio. Se vivi ancora seguendo queste cose, allora stai percorrendo la via del fallimento, oltre al cammino dell’opposizione e del tradimento verso Dio. Alla fine, Dio te lo farà vedere chiaramente. È un processo che devi subire ed è l’unico modo per ottenere dei risultati, ma è anche qualcosa di doloroso agli occhi di Dio. Le persone sono ribelli e hanno indoli corrotte, quindi devono soffrire un po’ e sperimentare queste battute d’arresto. Senza questa sofferenza, non avrebbero modo di purificarsi. Se una persona ha davvero un cuore che ama la verità, ed è veramente disposta ad accettare i vari metodi di salvezza da parte di Dio e a pagare il prezzo, allora non c’è bisogno che soffra così tanto. Dio, in realtà, non vuole far soffrire le persone così tanto né far sperimentare loro così tanti fallimenti e battute d’arresto. Tuttavia, le persone sono troppo ribelli; non sono disposte a fare come viene loro detto, sono riluttanti a obbedire e incapaci di percorrere il giusto cammino oppure prendono scorciatoie; vanno solo per la loro strada, di ribellarsi a Dio e di opporsi a Lui. Le persone sono cose corrotte. Dio può solo consegnarle a Satana e porle in varie situazioni per temprarle costantemente, consentendo loro così di trarre ogni sorta di esperienze e di apprendere ogni genere di lezioni, e di arrivare a comprendere l’essenza di cose malvagie di ogni tipo. Dopo di che, quando le persone tornano e danno un’altra occhiata, si rendono conto che le parole di Dio sono la verità, riconoscono che le parole di Dio sono la verità, e ammettono che Dio è la realtà di tutte le cose positive e Colui che ama veramente le persone, si preoccupa per loro e può salvarle. Dio non vuole che le persone soffrano così tanto, ma gli esseri umani sono troppo ribelli, vogliono prendere la strada sbagliata e sperimentare tale sofferenza. A Dio non resta altra scelta che porre le persone in varie situazioni per temprarle continuamente. In che misura gli esseri umani vengono temprati, in definitiva? Nella misura in cui tu dici: “Ho sperimentato ogni sorta di situazione, e ora finalmente capisco che a parte Dio, non vi è alcuna persona, questione o cosa che possa farmi capire la verità, che possa farmi gioire della verità o che possa farmi accedere alle verità realtà. Se pratico con obbedienza secondo le parole di Dio, rimanere docilmente al mio posto di uomo, difendere la mia condizione e il mio dovere di essere creato, accettare con obbedienza la sovranità e le disposizioni di Dio, non avere ulteriori lamentele o desiderare cose stravaganti da Dio e se riesco a sottomettermi veramente dinanzi al Signore della creazione, soltanto allora sarò una persona che si sottomette sinceramente a Dio”. Quando gli esseri umani raggiungono questo livello, si inchinano sinceramente dinanzi a Dio, ed Egli non ha più bisogno di organizzare per loro ulteriori situazioni in cui sperimentare. Allora quale cammino desideri intraprendere? Nessuno, nei propri desideri soggettivi, vuole soffrire, nessuno vuole sperimentare battute d’arresto, fallimenti, difficoltà, frustrazioni o avversità, ma non c’è altra via. Le persone hanno nature sataniche; sono troppo ribelli e i loro pensieri e opinioni sono troppo complicati. Ogni giorno il tuo cuore è in costante contraddizione, lotta e scompiglio. Comprendi poche verità, il tuo accesso alla vita è scarso, e ti manca la forza per superare le nozioni, le fantasie e l’indole corrotta della carne. Puoi soltanto adottare l’approccio consueto dell’uomo: sperimentare continuamente fallimenti e frustrazioni, cadere di continuo, tormentato dai patimenti, rotolandoti nel fango, finché viene il giorno in cui dici: “Sono stanco. Sono stufo. Non voglio vivere così. Non voglio sperimentare questi fallimenti. Sono disposto a presentarmi dinanzi al Creatore con obbedienza; ascolterò e farò ciò che Dio dice. Questa sola è la retta via della vita”. Solo il giorno in cui sarai pienamente convinto e ammetterai la sconfitta, sarai in grado di presentarti dinanzi a Dio. Da questo sei arrivato a comprendere qualcosa dell’indole di Dio? Qual è l’atteggiamento di Dio verso le persone? Qualunque cosa faccia, Dio vuole il meglio per gli esseri umani. Qualunque situazione predisponga e qualunque cosa ti chieda di fare, desidera sempre vedere l’esito migliore. Diciamo che tu affronti qualcosa e incontri battute d’arresto e fallimenti. Dio non desidera vederti scoraggiato quando fallisci, pensi di essere finito e di essere stato ghermito da Satana, quindi ti arrendi, non riesci più a risollevarti e piombi nello sconforto; Dio non vuole vedere questo esito. Che cosa desidera vedere Dio? Che anche se puoi aver fallito in tale questione, sei in grado di ricercare la verità e riflettere su te stesso, trovi la ragione del tuo fallimento, accetti la lezione che questo fallimento ti ha insegnato, la ricordi in futuro, sai che è sbagliato agire in questo modo e che è giusto soltanto praticare secondo le parole di Dio, e constati: “Sono una persona cattiva e ho un’indole satanica corrotta. In me c’è ribellione, sono lontano dalle persone giuste di cui parla Dio e non ho un cuore che teme di Dio”. Hai visto questo fatto con chiarezza; sei arrivato a riconoscere la verità della questione e, attraverso questa battuta d’arresto, questo fallimento, hai acquisito una qualche ragionevolezza e sei maturato. Questo è ciò che Dio vuole vedere. Cosa significa maturare? Significa che Dio può guadagnarti, che puoi essere salvato, che puoi entrare nelle verità realtà e che hai intrapreso il cammino del temere Dio e dell’evitare il male. Dio spera di vedere le persone prendere la retta via. Dio fa le cose con intenzioni oneste, e tutto ciò è il Suo amore nascosto, ma spesso la gente non riesce a percepirlo. Le persone sono di vedute limitate ed estremamente meschine. Nel momento in cui non possono godere della grazia e delle benedizioni di Dio Lo incolpano, diventano negative e agiscono sulla spinta della rabbia, ma Dio non Se la prende con loro. Si limita a trattarle come bambini ignoranti e non fa il pignolo con loro. Egli predispone circostanze che facciano capire loro come si ottengono la grazia e le benedizioni, che facciano comprendere loro cosa significa la grazia per l’uomo e cosa l’uomo può trarne. Immagina che ti piaccia mangiare qualcosa che, secondo Dio, ti fa male alla salute quando consumata in eccesso. Non ascolti e insisti a mangiarla, ed Egli ti permette di scegliere liberamente. Di conseguenza ti ammali. Dopo averlo sperimentato diverse volte, ti rendi conto che le parole pronunciate da Dio sono davvero giuste, che ciò che dice è vero, che devi praticare secondo le Sue parole e che questa è la via corretta. Allora che cosa proviene dalle battute d’arresto, dai fallimenti e dalle sofferenze che sperimenti? Tanto per cominciare, riesci a percepire le oneste intenzioni di Dio. Poi queste cose ti inducono a credere e a sentirti sicuro che le parole di Dio sono giuste e che sono tutte pratiche, e la tua fede in Dio cresce. Per giunta, sperimentando questo periodo di fallimenti, arrivi a riconoscere la veridicità e la precisione delle parole di Dio, vedi che le parole di Dio sono la verità e comprendi il principio di mettere in pratica la verità. Perciò è opportuno che tu sperimenti il fallimento, anche se è una cosa che ti fa soffrire e che ti tempra. Ma se essere temprato in tal modo alla fine ti fa ritornare dinanzi a Dio, ti fa comprendere le Sue parole e accettarle nel tuo cuore come la verità e ti fa arrivare a conoscere Dio, allora la tempra, le battute d’arresto e i fallimenti che hai sperimentato non saranno stati vani. Questo è il risultato che Dio desidera vedere. Tuttavia alcuni affermano: “Siccome Dio è così tollerante verso le persone, mi limiterò a sfogarmi, a fare le cose come mi pare e a vivere come voglio”. Questo va bene? (No.) Ciò che gli esseri creati dovrebbero fare è praticare secondo la strada corretta che Dio ha indicato loro, senza vacillare. Se sono incapaci di soddisfare appieno la Sua volontà, purché non contravvengano alla verità e riescano ad accettare l’esame di Dio, va bene. Questo è il criterio minimo. Se ti allontani dalla verità, non preghi e non ricerchi, allora ti sei allontanato troppo da Dio e hai ormai sconfinato in un territorio pericoloso. Quando sei troppo lontano da Dio, quando non svolgi il tuo dovere nella chiesa e hai ormai lasciato lo spazio in cui Egli opera per salvare le persone, lo Spirito Santo smetterà di operare in te e tu non avrai alcuna opportunità e alcuna salvezza degna di questo nome. Per te, l’amore di Dio è solo parole vuote.

Quando credi in Dio devi anzitutto comprenderLo, capirNe la volontà e l’atteggiamento verso l’uomo. Così facendo saprai qual è, in definitiva, la verità che Egli vuole che tu capisca e nella quale vuole che entri e comprenderai quale cammino dovresti seguire. Dopo aver appreso queste cose, devi fare il possibile per collaborare con ciò che Dio vuole fare e con ciò che vuole realizzare in te. Se davvero non riesci a collaborare e la tua energia e la tua forza sono esaurite, allora non si può fare niente: Dio non costringe le persone. Ora, tuttavia, costoro non investono tutta la loro forza in queste cose. Se non investi tutta la tua forza nella pratica della verità bensì la dedichi all’acquisizione di benedizioni e di una corona di giustizia, allora ti sei allontanato dalla retta via. Devi mettere tutto il tuo impegno nella pratica della verità e nella collaborazione alle missioni e ai doveri che Dio ti affida; devi dare te stesso e spenderti per queste cose con tutto il cuore. Allora sì che soddisferai la volontà di Dio. Egli non dà retta a quanti non svolgono adeguatamente il loro dovere, ma questo non significa che non ci siano principi dietro le Sue azioni. Quando Dio non dà retta a costoro, ciò dimostra che Egli è tollerante, accomodante e paziente. Sa quali cose le persone devono sperimentare nella vita, cosa questi esseri creati sono in grado di realizzare e cosa no, cosa determinati tipi di individui possono realizzare a una determinata età e cosa no. Dio ha la massima chiarezza su queste cose, molto più degli uomini stessi. Tuttavia, il semplice fatto che Dio sia stato chiaro riguardo a queste cose non significa che tu possa dire: “D’accordo, allora fa’ come ti pare, Dio. Non devo pensare a niente. Posso starmene con le mani in mano tutto il giorno e aspettare che la manna cada dal cielo. Va bene che sia Lui a gestire ogni cosa”. Le persone devono fare tutto il possibile per collaborare quando ottemperano alle loro responsabilità, alle cose che dovrebbero fare, a quelle in cui dovrebbero entrare, a quelle che dovrebbero praticare e a quelle che gli uomini hanno la capacità innata di realizzare. Che cosa significa fare tutto il possibile per collaborare? Che devi investire tempo ed energie nel tuo dovere, soffrire e pagare un prezzo. Talvolta l’orgoglio, la vanità e l’egocentrismo devono subire una perdita, e devi lasciar andare completamente la brama di una destinazione e il desiderio di essere benedetto. Queste cose dovrebbero essere lasciate andare, perciò è questo che devi fare. Per esempio, Dio afferma: “Non agognare i piaceri della carne, perché non è vantaggioso per la tua crescita nella vita”. Sei incapace di obbedirGli e, dopo aver sperimentato diversi fallimenti, pensi: “Dio ha ragione. Perché non riesco a mettere in pratica questo e a ribellarmi contro la carne? Sono forse incapace di cambiare? È così che mi vede anche Dio? Non mi salverà? Sono una causa persa, perciò sarò semplicemente un servitore e renderò servizio fino alla fine”. Questo è accettabile? (No.) Le persone sono spesso in questo stato. O perseguono soltanto le benedizioni e una corona o altrimenti, dopo aver sperimentato alcuni casi di fallimento, credono di non essere all’altezza del compito e che anche Dio abbia emesso un verdetto su di loro. Questo è sbagliato. Se riesci a compiere una svolta in tempo, a cambiare il tuo cuore e la tua mente, a lasciar andare il male commesso con le tue mani, a presentarti dinanzi a Dio, a confessare e pentirti davanti a Lui, a riconoscere che le tue azioni e il cammino che percorri sono sbagliati, e ad ammettere i tuoi fallimenti, e poi a praticare secondo il cammino che Dio ti ha indicato, senza rinunciare a perseguire la verità per quanto tu sia contaminato, allora stai facendo la cosa giusta. Sperimentando cambiamenti della propria indole e venendo salvati, si incontreranno necessariamente molte difficoltà. Per esempio, il fatto di non riuscire a sottomettersi alle situazioni predisposte da Dio, i propri vari pensieri, opinioni, fantasie, aspetti dell’indole corrotta, le proprie conoscenze e doti oppure i propri vari difetti e problemi. Devi combattere contro difficoltà di ogni genere. E quando avrai superato questa miriade di difficoltà e di condizioni, e nel tuo cuore sarà terminata la battaglia, possiederai le verità realtà, non sarai più vincolato da queste cose e sarai affrancato e liberato. Un problema che spesso si incontra in tale percorso è che, prima di scoprire i problemi dentro di sé, si pensa di essere migliori degli altri e di poter essere benedetti anche se non lo sarà nessun altro, proprio come Paolo. Quando si scoprono delle difficoltà, ci si considera delle nullità, e si pensa che sia tutto finito. Si passa da un estremo all’altro. Devi superarli entrambi per non deviare in una direzione o nell’altra. Quando incontri una difficoltà, anche se sei già consapevole che il problema è del tutto intrattabile e sarà difficile risolverlo, dovresti affrontarlo adeguatamente, venire davanti a Dio e chiedere il Suo aiuto per superarlo e, ricercando la verità, aggredirlo un po’ per volta, come le formiche che rosicchiano un osso, e rovesciare questa condizione. Devi pentirti dinanzi a Dio. Il pentimento dimostra che hai un cuore che accoglie la verità e un atteggiamento di obbedienza, perciò vi è speranza che tu acquisisca la verità. E se in mezzo a tutto questo compaiono altre difficoltà non devi temere. Prega rapidamente Dio e affidati a Lui; Dio segretamente ti osserva e ti aspetta e, se tu non ti allontani dall’ambiente, dalla corrente e dall’ambito della Sua opera di gestione, vi è speranza per te; non devi assolutamente arrenderti. Se l’unica cosa che manifesti è una normale indole corrotta, allora purché tu sia in grado di comprenderla e di accettare e di praticare la verità, verrà il giorno in cui questi problemi saranno risolti. Devi avere fede in questo. Dio è la verità: perché devi temere che questo tuo piccolo problema non si possa risolvere? Si può risolvere tutto, allora perché essere negativo? Dio non ha rinunciato a te, allora perché rinunciare a te stesso? Non dovresti arrenderti né essere negativo. Dovresti affrontare adeguatamente il problema. Devi conoscere le leggi normali per l’ingresso nella vita ed essere in grado di vedere la dimostrazione e la manifestazione di un’indole corrotta oltre alla negatività, alla debolezza e alla confusione saltuarie, come cose normali. Il processo del cambiamento della propria indole è lungo e ripetitivo. Quando avrai le idee chiare su questo punto, sarai in grado di affrontare adeguatamente i problemi. Talvolta la tua indole corrotta si manifesta in modo grave e disgusta chiunque la veda, e odi te stesso. Oppure, a volte, sei troppo negligente e vieni disciplinato da Dio. Questa non è una ragione per avere paura. Se Dio ti sta disciplinando, se ancora ti assiste e ti protegge, se opera in te ed è sempre con te, ciò dimostra che non ha rinunciato a te. Anche in momenti in cui ritieni che Dio ti abbia abbandonato e che tu sia precipitato nelle tenebre, non devi temere: se sei ancora vivo e non sei all’inferno, hai ancora una possibilità. Se invece sei come Paolo, il quale percorse ostinatamente il cammino di un anticristo e alla fine testimoniò che per lui vivere è Cristo, per te è finita. Se sei in grado di ravvederti, hai ancora una possibilità. Che possibilità hai? Di poterti presentare dinanzi a Dio e di saper ancora pregarLo e ricercare, dicendo: “O Dio! Ti prego, illuminami affinché io capisca questo aspetto della verità e questo aspetto del cammino della pratica”. Se sei un seguace di Dio, hai speranza di salvezza e riuscirai ad andare avanti sino alla fine. Queste parole sono sufficientemente chiare? Tendete ancora a essere negativi? (No.) Se si capisce la volontà di Dio, il sentiero è ampio. Se non si capisce la Sua volontà, è stretto, vi sono tenebre nel cuore, non si ha un cammino da percorrere. Coloro che non capiscono la verità sono così: hanno ristrettezza di vedute, cavillano sempre, si lamentano di Dio e Lo fraintendono. Di conseguenza, più avanzano e più il sentiero svanisce. In realtà non capiscono Dio. Se Dio trattasse gli esseri umani come loro immaginano, la razza umana sarebbe stata distrutta da molto tempo.

I sette peccati di Paolo rappresentano manifestazioni tipiche dell’umanità corrotta, ma egli era soltanto il caso più grave. La sua natura essenza era già determinata; era questa la persona che era. Tuttavia queste forme di indole corrotta sono comuni a tutti gli esseri umani corrotti; ogni persona le ha in misura diversa. Questi stati derivano tutti da un’indole corrotta. Pur non essendo lo stesso tipo di persona di Paolo, anche tu possiedi queste forme di indole corrotta; semplicemente non le manifesti in maniera grave come lui. Al momento gli stati di questo tipo, che contraddistinguono la maggior parte di voi, vengono visti da Dio come manifestazioni di forme di indole corrotta. Paolo, tuttavia, non si limitò a manifestare un’indole corrotta; era sul cammino della resistenza a Dio e si rifiutò ostinatamente di pentirsi. Ricevette una sentenza e fu condannato. Aveva una natura demoniaca, e questa sua natura demoniaca che odiava la verità era insanabile. Dopo questo, dovreste tenere una condivisione su questa dissertazione e confrontarvi con essa. L’obiettivo è riconoscere la gravità degli errori commessi da Paolo e poi individuare tutti i vostri stati corrotti simili ai suoi e porvi rimedio passo dopo passo. Lo scopo di porre rimedio a queste forme di indole corrotta è mettere le persone in grado di vivere con una crescente sembianza umana e con una maggiore compatibilità con Dio. Solo ponendo rimedio a queste forme di indole corrotta gli individui possono davvero presentarsi dinanzi a Dio, essere compatibili con Lui, essere veri esseri creati e far sì che Egli li guardi con soddisfazione. Fate dei paragoni con voi stessi? (Siamo un po’ manchevoli da questo punto di vista.) La cosa che vi difetta maggiormente è la verità; la verità è ciò in cui dovreste entrare. Ora avete molte cose dentro di voi, ma la maggior parte di esse è corrotta e negativa. Avete una qualche conoscenza assurda, siete troppo gretti, pensate sempre a fare transazioni e scambi, avete una sovrabbondanza di cose negative e diventate negativi quando non svolgete bene un compito o percepite una difficoltà. Quando vedi che l’opera di Dio non è in linea con i tuoi desideri, dentro di te affiorano emozioni negative, ti opponi alla Sua opera e la combatti. Quando ottieni un qualche piccolo risultato nel tuo lavoro, questo ti dà alla testa e dimentichi te stesso. Diventi arrogante e non conosci il tuo posto nell’universo, pensi di essere una spanna sopra tutti gli altri e vuoi che Dio ti dia in cambio una corona e una ricompensa; osi anche essere smodato in pubblico. Riassumendo, questi stati sono coerenti con quelli di Paolo; sono uguali, e Dio li disprezza.

Abbiamo riepilogato e definito i sette principali peccati di Paolo. Alla fine egli diventò oggetto di punizione. Quando Dio decise la sua fine, la basò forse su solo uno dei suoi peccati? (No.) Mettendoli insieme, questa era la fine che Paolo avrebbe dovuto fare; era il modo in cui sarebbe dovuto finire. I fatti sono proprio sotto i vostri occhi; non potete negarli. Se alcuni di voi percorrono una strada come quella di Paolo dall’inizio alla fine, se manifestano tutti i suoi sette peccati e non riescono a ricercare la verità per eliminarli, quale sarà la vostra fine in definitiva? (La stessa di Paolo.) Diventerai un demone anticristo come lui e dovresti essere punito. Quando verrai punito, non accusare Dio di essere ingiusto. Piuttosto dovresti lodare la Sua giustizia e dire: “Dio è giusto! Ha rivelato i sette peccati di Paolo e le Sue parole li hanno spiegati. Sono stato io a non entrare nelle Sue parole!”. Ora le cose sono diverse rispetto a duemila anni fa; Dio parla agli uomini di ogni verità in modo chiaro e trasparente, ed essa è scritta per te, affinché tu la senta e la capisca, affinché tu veda che è così che Dio opera e realizza le cose anche nella vita reale. Se ancora non riesci a entrare nella verità e a porre rimedio alla tua indole corrotta secondo le parole di Dio, non incolparLo per averti punito secondo la Sua indole giusta. Nel libro dell’Apocalisse, Dio dice: “Con Me avrò la Mia ricompensa da dare a ciascuno secondo le sue opere” (Apocalisse 22:12). Egli ripaga le persone in base a ciò che fanno. È questa la Sua indole giusta. Quanti credono in Lui dovrebbero riflettere su sé stessi e capire sé stessi alla luce delle Sue parole e dei sette peccati di Paolo che Dio ha rivelato, oltre ad arrivare al vero pentimento. È questo che Dio elogia.

14 giugno 2018

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