Solo nella pratica della verità vi è l’ingresso nella vita
Da dove si dovrebbe partire per intraprendere il primo passo nell’accesso alla vita? Che cosa deve possedere una persona per ottenere l’ingresso nella vita? Quali sono le cose più cruciali e importanti che una persona dovrebbe perseguire e acquisire per entrare nelle verità realtà? Avete mai considerato queste domande? Che cos’è l’ingresso nella vita? È un cambiamento della vita quotidiana di una persona, delle sue azioni, della direzione della sua vita e dell’obiettivo del suo perseguimento. Essendo stata in passato stolta e ignorante e avendo sempre agito secondo i pensieri, le nozioni e le fantasie della carne, questa persona adesso, tramite l’esposizione, il nutrimento e la provvista offerti da Dio, può arrivare a capire che deve agire in conformità alle parole di Dio. Inoltre tale persona ha subito, per effetto delle parole di Dio, una trasformazione nella vita quotidiana, riguardo alle sue opinioni e al suo modo di comportarsi e riguardo alla sua direzione e ai suoi obiettivi di vita. Questo è l’ingresso nella vita. Qual è il fondamento dell’ingresso nella vita? (Le parole di Dio.) Esatto. L’ingresso nella vita è inscindibile dalle parole di Dio, è inscindibile dalla verità; ogni parola che Dio pronuncia è la verità. Che cosa si manifesta in coloro che hanno conseguito l’ingresso nella vita? (Sono in grado di fare affidamento sulle parole di Dio per vivere.) Esatto. Sono in grado di fare affidamento sulle parole di Dio per vivere. Le loro azioni, i loro discorsi, il loro modo di pensare ai problemi e i loro punti di vista, atteggiamenti e prospettive fanno tutti affidamento sulle parole di Dio e sulla verità. Queste sono manifestazioni dell’avere conseguito l’ingresso nella vita. Ma allora, a cosa è correlato principalmente l’ingresso nella vita? (Alle parole di Dio.) È correlato alle parole di Dio e alla verità. Quindi ora si potrebbe definire una persona che possiede l’ingresso nella vita come colui che persegue la verità, e una persona che persegue realmente la verità come colui che possiede l’ingresso nella vita? (Sì.) Qual è l’obiettivo di definire le cose in questo modo? In quale direzione dovremmo orientare la nostra condivisione? (Verso il perseguimento della verità.) Il perseguimento della verità è l’argomento principale su cui voglio condividere oggi. Al momento, voi non avete ben chiaro il rapporto tra l’ingresso nella vita e il perseguimento della verità, ciò non è molto evidente ai vostri occhi. Non faccio che condividere sull’ingresso nella vita e i cambi nell’indole e analizzare il cammino di Paolo. Qual è l’argomento principale a cui tutto si riduce? Il perseguimento della verità. Che si tratti di analizzare il cammino di Paolo o di parlare del cammino di perfezionamento seguito da Pietro, non importa di cosa parlo: in definitiva, come Mio obiettivo, quale tipo di cammino voglio indurre tutti a seguire? (Il cammino del perseguimento della verità.) Quando le persone sono in grado di perseguire la verità, di entrare nelle verità realtà, di vivere in base alle parole di Dio, di comprendere le intenzioni di Dio e di agire secondo i principi delle parole di Dio, non sono forse chiari gli obiettivi che perseguono e i cammini che seguono? (Sì.) Il perseguimento della verità è un tema impossibile da evitare per chi crede in Dio, si ricerca una trasformazione della propria indole e si persegue la salvezza. Solo chi persegue la verità è un vero credente e può ottenere la salvezza. Alcuni hanno passione e sono disposti a spendersi per Dio, ma non necessariamente sono persone che perseguono la verità. Tutti sono disposti a perseguire la verità, ma alcuni possiedono scarsa levatura, sono privi di capacità di comprensione e non riescono a perseguirla. Alcuni sono privi di comprensione spirituale; per quanto ascoltino i sermoni, non comprendono mai, e non capiscono nemmeno quando leggono le parole di Dio. Capiscono sempre le cose in modo distorto e cercano di applicare delle regole. Costoro sono persone che non possiedono comprensione spirituale. Nella chiesa ci sono persone che possiedono comprensione spirituale e persone che non la possiedono; ci sono persone di scarsa levatura che non possiedono capacità di comprensione e persone di buona levatura che possiedono una comprensione pura delle parole di Dio; ci sono persone che perseguono la verità e persone che non la perseguono. Queste diverse categorie di persone presentano tutte stati e manifestazioni differenti e voi dovete essere in grado di discernere chiaramente le une dalle altre.
Cominciamo a parlare del primo tipo di persone: quelle che non possiedono comprensione spirituale. Per esempio, noi facciamo condivisione su un aspetto della verità e, dopo che abbiamo finito di condividere su questo aspetto e sugli stati, gli atteggiamenti, gli intenti e le manifestazioni delle persone, alcuni non capiscono ciò che è stato detto, non comprendono ciò su cui la condivisione verteva, non sono capaci di confrontarsi con esso e non sanno quale relazione intercorre tra la verità su cui si è condiviso e il loro comportamento, le loro manifestazioni, la loro indole corrotta e la loro natura essenza. Non sanno nemmeno che cosa ciò abbia a che fare con le cose che perseguono nella loro vita, o perché questo sermone sia stato predicato: non ne traggono altro che dottrina e leggono al suo interno delle regole. Quando qualcuno chiede loro cosa hanno capito, rispondono: “Oggi è stata fatta condivisione su molti argomenti, ma il punto principale era sempre lo stesso: se succede qualcosa, prega di più”. Altri dicono: “Ho capito. Dio porta le persone a essere buone, a non compiere cattive azioni e a compierne molte buone. Questo piace a Dio”. Altri ancora affermano: “Dio sta dicendo alle persone che devono spendersi per Lui e dare molto di sé stesse”. Costoro hanno compreso le parole di Dio? (No.) Tutte queste persone pensano di aver capito le Sue parole, ma in realtà brancolano nel buio e si sono aggrappate a una singola frase delle Sue parole. Possiedono una comprensione troppo unilaterale e non hanno affatto capito ciò che Dio intendeva dire. Coloro che non capiscono le parole di Dio, per quanto Egli parli, non vedono altro che regole, dottrine, un certo tipo di teoria, di prospettiva o di detto. Quando arriva il momento di metterle in pratica, in che modo lo fanno? Per esempio, quando parliamo della verità riguardante la sottomissione a Dio, dopo aver ascoltato dicono: “Farò tutto quello che Dio mi dice di fare. Questo è ciò che significa ascoltare le Sue parole e sottomettersi a Lui”. Non è forse troppo semplicistico? Questo è tutto ciò che riescono a capire. Non comprendono quale modo di praticare le parole di Dio costituisca un’autentica sottomissione a Lui, come ricercare le Sue intenzioni e raggiungere la sottomissione a Lui, come seguire la guida dello Spirito Santo e come praticare la verità in base alle parole di Dio, per non parlare di come schierarsi dalla parte di Dio e proteggere il lavoro della chiesa. Quanto più qualcosa ha a che fare con verità fondamentali per la sottomissione a Dio, tanto più sono incapaci di coglierle. Sanno solo seguire le regole. Ecco cosa significa non possedere comprensione spirituale. Oltre a seguire le regole e a rimanere bloccati nel solco del proprio pensiero, coloro che non possiedono comprensione spirituale sono refrattari alla ragione. Qual è l’espressione principale di coloro che non possiedono comprensione spirituale? (Seguire le regole.) È seguire le regole. Spesso prendono una frase o un evento e li considerano una regola o una modalità da seguire. Ebbene, queste persone trattano la verità allo stesso modo? (Sì.) Coloro che non possiedono comprensione spirituale rammentano un solo aspetto delle manifestazioni della verità su cui tu oggi hai tenuto una condivisione; considerano tali parole e comportamenti come regole da mettere in pratica, ricordando senza errore ciascuno di essi. Poi la volta successiva, quando si imbatteranno in una situazione diversa, se nessuno terrà condivisione applicheranno in maniera indiscriminata quei metodi e quelle regole e li metteranno in pratica. Questa è una manifestazione concreta di coloro che non possiedono comprensione spirituale. Come si sentono simili persone quando seguono le regole? (Stanche.) Non si sentono stanche; se così fosse si fermerebbero. Ritengono di star mettendo in pratica la verità; non pensano di seguire un insieme di regole, né pensano di non possedere comprensione spirituale. Ancora meno ritengono di non aver capito la verità o di non avere alcuna comprensione di cosa siano le verità principi. Al contrario, pensano di aver capito il lato pratico della verità, nonché i principi di quell’aspetto della verità; allo stesso tempo pensano di aver compreso le intenzioni di Dio e ritengono che, se sapranno agire in linea con le loro regole, avranno avuto accesso a quell’aspetto della verità realtà, avranno soddisfatto le intenzioni di Dio e avranno messo in pratica la verità. Non è questo che pensano coloro che non possiedono comprensione spirituale? (Sì.) Questo modo di pensare è conforme ai criteri richiesti da Dio? Praticare seguendo le regole è davvero una manifestazione di perseguimento della verità? (No.) Perché no? (Perché, quando succede qualcosa, costoro non ricercano la verità e non si sforzano di riflettere sulla questione; si limitano ad aggrapparsi ostinatamente al modo in cui hanno sempre fatto le cose.) È così che agiscono coloro che non possiedono comprensione spirituale: si aggrappano ostinatamente ai vecchi metodi, sono pigri, non ricercano la verità quando accadono le cose, non ci riflettono su e non indagano. Per di più, se anche indagano, sono poi in grado di comprenderne il significato? (No.) Perché non comprendono? (Perché non possiedono comprensione spirituale.) Esatto. In definitiva, il punto è che persone come queste non possiedono comprensione spirituale e non capiranno mai la verità.
In realtà, nel loro cuore, coloro che non possiedono comprensione spirituale sono disposti a perseguire la verità, ma lo fanno nel modo sbagliato. Per essere precisi, si basano principalmente sul seguire le regole, sul rispetto degli schemi e sull’adesione alla dottrina, o sull’applicazione dei modi di fare degli altri e sull’imitazione delle parole altrui. Qual è l’essenza di questo tipo di persone? Perché considerano seguire le regole come pratica della verità e pensano che praticare in questo modo equivalga a perseguire la verità? Perché si presenta questo problema? Ha una radice: riuscite a identificarla? (Considerano le loro opinioni, nozioni e fantasie come la verità. Non capiscono le parole di Dio e non hanno veramente afferrato le Sue intenzioni.) Questa è solo una parte. Cos’altro? (Sono arroganti e presuntuosi e quando succede qualcosa non ricercano la verità. Considerano le cose che ritengono giuste come la verità.) Ecco come sono fatte alcune persone che non possiedono comprensione spirituale; tuttavia, non è questa la radice del problema. Che cosa porta le persone di questo tipo a manifestarsi in questo modo? Coloro che non possiedono comprensione spirituale e amano seguire le regole ascoltano i sermoni molto seriamente, soprattutto quando riguardano la loro pratica, per esempio come svolgere i loro doveri e come fare bene le cose che spettano loro. Prestano attenzione, ma il problema principale è che non riescono a paragonare il loro stato al contenuto del sermone. Per esempio, se il sermone parla della ribellione delle persone, dopo averlo ascoltato pensano: “Ribelle? Non io! Se alle persone non è permesso essere ribelli, allora, se in futuro dovessi imbattermi in una situazione del genere, non dovrei parlare. Dovrei semplicemente sopportare e interpretare il tono e le espressioni degli altri. Osserverò quello che dicono e come agiscono le persone intorno a me e le imiterò. Così non sarò ribelle, giusto?” Dopo che hanno ascoltato un sermone, le conclusioni che traggono sono solo un mucchio di loro logiche e metodi di pratica personali. Non presentano alcuna reazione a tutti gli stati esposti nel sermone e non sanno fare alcun confronto con sé stessi. Hanno la mente confusa. Cosa intendo con “confusa”? Non sanno di cosa realmente parli il sermone. Dentro di sé pensano: “Su cosa si sta condividendo? Perché non viene detto in termini più chiari? Oggi si condivide su queste cose e domani si condividerà su altre”. Dal loro punto di vista, praticare la verità è facile: basta fare quello che ti viene chiesto di fare. Quanto invece a tutti gli stati e i tipi di indole corrotta che vengono esposti nel sermone, non sono capaci di paragonarli a sé stessi. Sono confusi e non riescono a cogliere quali siano i pensieri, le idee e i vari tipi di indole corrotta che le persone rivelano in ogni tipo di circostanza durante il processo di ingresso nella vita. Non riescono a distinguere i dettagli, né a fare paragoni con sé stessi. Come si sentono coloro che non sanno fare paragoni con sé stessi dopo aver ascoltato la verità? (Pensano che si parli di altre persone e che il discorso non li riguardi minimamente.) Esatto. Questa è la loro caratteristica principale, non sanno fare paragoni con sé stessi. Quando vedono parole che espongono gli stati corrotti delle persone, pensano che si stia parlando solo degli altri. Quando vengono esposti problemi medi o comuni alle persone, sono capaci di ammetterli, ma quando si tratta di parole che riguardano l’indole corrotta o l’essenza delle persone, rifiutano la cosa categoricamente; non la ammetteranno in nessun caso, come se farlo significasse essere stati condannati. Questo è il problema che accomuna tutti coloro che non possiedono comprensione spirituale. Quando si trovano di fronte allo smascheramento da parte di Dio di ogni tipo di stato e manifestazione delle persone e di ogni modo in cui si rivela la loro natura essenza, non accettano nulla di tutto ciò, né vi si paragonano o riflettono. Al contrario, spesso prendono queste parole e questi problemi e li proiettano sugli altri, pensando che non abbiano nulla a che fare con loro stessi. Costoro non solo non accettano la verità, ma non hanno processi di pensiero normali, parlano in modo evasivo e girano intorno alle questioni, e la domanda a cui rispondono non è quella che hai posto loro. Per esempio, se gli chiedi se hanno già mangiato, rispondono che non vogliono dell’acqua; se gli chiedi se hanno sonno, rispondono di non essere assetati. Si trovano spesso in questo tipo di stato confuso, di disorientamento mentale. È così che si manifestano coloro che non possiedono comprensione spirituale. In ogni chiesa vi sono persone che non possiedono comprensione spirituale. Sebbene abbiano problemi comuni a tutti, ci sono anche sottili differenze. Esistono delle persone completamente prive di comprensione spirituale? (Sì.) Coloro che credono in Dio da meno di tre anni sono molto confusi su questioni come la fede in Dio, l’ingresso nella vita, il perseguimento della verità, la trasformazione dell’indole e l’essere perfezionati. Svolgono il loro dovere affidandosi solo alla passione, facendo per Dio questo e quello, e si trovano allo stadio di compiere sforzi e offrire manodopera. Non capiscono ciò che riguarda l’ingresso nella vita e non possiedono assolutamente alcun concetto di ingresso nella vita e di perseguimento della verità. Amano fare solo quelle cose che sono visibili esteriormente e le fanno basandosi sulla loro passione. Sono persone del tutto sprovviste di comprensione spirituale. Una persona che in questa fase è completamente priva di comprensione spirituale può essere etichettata come una persona che non persegue la verità? (No.) Non ha creduto in Dio per un tempo sufficientemente lungo, quindi non può ancora essere etichettata. Poiché si trova ancora nella fase entusiastica, non capisce nulla degli obiettivi del piano di gestione di Dio, del cammino di salvezza delle persone o del diverso cammino che ogni tipo di persona segue, quindi la sua mancanza di comprensione spirituale è perdonabile; è una cosa normale. Riguardo invece coloro che hanno già capito cos’è l’ingresso nella vita e hanno già iniziato a familiarizzare con tutte le verità relative all’ingresso nella vita e alla trasformazione dell’indole, c’è qualcuno tra loro che è del tutto privo di comprensione spirituale? (Sì.) C’è ancora. Anche se una persona completamente priva di comprensione spirituale è in cuor suo disposta a perseguire la verità, non può raggiungerla, quindi si può affermare con certezza che coloro che sono del tutto privi di comprensione spirituale non possono essere persone che perseguono la verità, e che le loro manifestazioni non possono assolutamente essere quelle di qualcuno che persegue la verità.
Quali sono i diversi modi in cui si manifestano le persone che possiedono comprensione spirituale e quelle che non la possiedono? Le persone che non possiedono comprensione spirituale sono fondamentalmente inconsapevoli e ignoranti delle verità su cui Dio ha fatto condivisione, nonché degli stati, del contesto e delle indicazioni delle Sue parole, e sono incapaci di paragonarsi a esse. Coloro che possiedono comprensione spirituale sono l’esatto contrario. Per esempio, se condivido sulla ribellione delle persone e sul fatto che la ribellione racchiude intransigenza, egoismo e stoltezza ostinata, nonché incomprensioni su Dio e resistenza e opposizione nei Suoi confronti, quando parlo degli stati relativi a questo argomento, che Io faccia un esempio, che parli di un aspetto della verità, che menzioni uno stato che esiste nel tuo cuore o che condivida su argomenti riguardanti le verità principi, se comprendi veramente quello che ascolti, allora sei una persona che possiede comprensione spirituale. Se capisci ciò che ascolti e sei in grado di metterlo in pratica, allora sei una persona che pratica la verità. Quando coloro che possiedono comprensione spirituale ascoltano le parole di Dio, sono capaci di una comprensione pura e possono persino capire la verità. Di qualunque cosa Dio parli, sono in grado di stare al passo, di confrontare il loro stato con le parole di Dio, e sanno trovare un cammino di pratica. Questa è la manifestazione della comprensione spirituale. Quando coloro che possiedono comprensione spirituale leggono le parole di Dio, il loro cuore si illumina e ne traggono beneficio. Il loro spirito è particolarmente libero e sentono che c’è un cammino che possono seguire. Pertanto, ogni volta che ascoltano un sermone ne traggono un beneficio, e ogni volta che leggono le parole di Dio si arricchiscono. È così che si manifesta la comprensione spirituale. A prescindere da cosa Dio condivide, coloro che possiedono comprensione spirituale vedono immagini affiorare nella loro mente dopo aver ascoltato e, quando Dio espone gli stati delle persone, sanno fare dei paragoni. Quando Egli parla di incomprensioni su Dio, applicano il discorso al proprio stato e si rendono conto: “Questa mia richiesta e queste mie fantasie sono in realtà incomprensioni su Dio”. Hanno fatto il collegamento. Quando Egli parla della resistenza e dell’opposizione a Dio, se nutrono queste stesse emozioni, vivono negli stessi stati e hanno dentro di sé quest’indole e questa essenza, sanno operare un confronto tra le due cose. Che tipo di cose possono usare per fare confronti? I pensieri, le idee, o le azioni e i comportamenti che manifestano, possono tutti essere usati per operare confronti. Quando le persone riescono a comprendere ciò che Dio sta dicendo, e capiscono di cosa esattamente sta parlando e quali loro comportamenti, rivelazioni, manifestazioni, stati ed essenze corrispondono agli stati che Dio ha esposto e di cui si parla nei sermoni, allora hanno manifestato comprensione spirituale. Mi sapreste dire se possedete comprensione spirituale oppure no? (A volte la possiedo, a volte no.) A questo si può porre rimedio, ma se non la possiedi affatto allora è un problema. Se il più delle volte sai di cosa le parole di Dio stanno parlando, anche se non sei capace di paragonarvi te stesso ma sai di avere stati di questo tipo, o li hai notati in altre persone, e conosci questo aspetto della verità e il modo in cui dovresti entrarvi, allora questo conta già come comprensione spirituale. Tuttavia, una persona di questo tipo è in grado di manifestare comprensione spirituale ogni volta che ascolta un sermone? No, a volte possiede comprensione spirituale e a volte no. Questo perché l’ingresso nella vita coinvolge molti aspetti della verità. Vi sono alcune verità che capisci e in cui sei entrato, e altre che non capisci e in cui non sei ancora entrato. Ci sono alcune verità che non ti è mai capitato di affrontare e di cui non hai nemmeno sentito parlare. Ora le hai sentite, ma è difficile dire se riesci a capirle o meno, e potresti persino nutrire delle nozioni o delle incomprensioni al riguardo. Ma questo è normale. Se ci sono alcuni aspetti della verità che capisci, allora sono aspetti in cui possiedi comprensione spirituale; se ci sono alcuni aspetti della verità che non capisci, allora sono aspetti in cui sei privo di comprensione spirituale; se ci sono alcuni aspetti della verità di cui non hai mai sentito parlare e che ti sono ancora piuttosto estranei, o su cui addirittura nutri delle nozioni, allora sono aspetti in cui sei ancor più sprovvisto di comprensione spirituale. Devi passare attraverso un periodo di esperienza fino a capire la verità per poter acquisire la comprensione spirituale di questi aspetti. Per esempio, alcuni nutrono delle incomprensioni su Dio, ma continuano a pensare: “Non ho frainteso Dio; non ho mai frainteso Dio. Non potrei amarLo più di così! Quindi come potrei fraintenderLo?” Queste sono parole di chi non possiede comprensione spirituale. L’ideale sarebbe che tu dicessi: “Le persone spesso fraintendono Dio, ma è qualcosa che non possono controllare; le incomprensioni emergono in qualsiasi momento e in qualsiasi luogo. Tuttavia, in questo momento non mi pare di essere a conoscenza di alcun aspetto in cui abbia frainteso o contraddetto Dio. Ho bisogno di esaminare le cose a fondo e nel dettaglio, di fare esperienze, di pregare Dio e di chiederGli di orchestrare le situazioni per rivelarmi queste cose”. Questo è il desiderio che dovresti avere in mente: devi continuare a sforzarti di migliorare. Se qualcuno dice: “Non ho mai frainteso Dio. Questo è il caso di altre persone”, il fatto che sia capace di dire una cosa così assurda dimostra che non possiede comprensione spirituale. Quali tipi di indole rivelano principalmente coloro che non possiedono comprensione spirituale? Arroganza e stoltezza ostinata. Che cos’è la stoltezza ostinata? Significa che sei sia stolto che ostinato. Come si manifesta nel concreto? (Costoro non sono consapevoli dei vari tipi di indole corrotta che tutti gli altri riescono a vedere e pensano di non averne alcuno. Sono inoltre particolarmente presuntuosi e si ritengono completamente nel giusto.) Non solo pensano di non avere questo aspetto della corruzione, ma ritengono anche di fare bene. Sono interiormente così controllati dalla loro indole arrogante, che pensano che non farebbero mai una cosa del genere. Qualunque cosa dicano gli altri, fintanto che non si sono resi conto di qualcosa o non l’hanno visto o sperimentato di persona, reputano che non ci sia bisogno di rifletterci su e di capirlo, né di accettarlo. Questa è stoltezza ostinata. Qual è un altro modo per descrivere la stoltezza ostinata? È quando sei refrattario alla ragione. Ci sono altri termini? (Stupidità.) Sì, la stoltezza ostinata è ampiamente correlata alla stupidità: in entrambi i casi si parla di stoltezza e ostinazione. Per esempio, gli altri dicono: “Dovresti stare attento. Bere sempre acqua fredda può rallentarti la digestione e farti venire il mal di stomaco”. E costoro rispondono: “Godo di ottima salute. Non ho alcun disturbo. Ti stai preoccupando per niente”. Questa non è forse stoltezza ostinata? (Sì.) Si rivelano molto ostinati e stolti perché non hanno fatto esperienza di una certa cosa, eppure sono così presuntuosi. Perché dico che sono ostinati e stolti? Perché non hanno esperienza eppure osano contraddire ciò che dice chi ne ha. Non verificano l’accuratezza di queste parole e neppure ne traggono una lezione; al contrario, pensano di avere totale ragione e non accettano ciò che dicono gli altri. È un comportamento ostinato e stolto, oltre che arrogante e presuntuoso. Nella sua vita, Pietro ha saputo imparare dai fallimenti degli altri. Cosa dicono le parole di Dio? (Dio dice che Pietro “ha assimilato ciò che era buono e ha rifiutato ciò che era male dei tempi passati” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Come conoscere la realtà”).) Le persone ostinate e stolte non riescono ad accettare nemmeno le cose che accadono davanti ai loro occhi e non imparano da esse. La gente considera questa come stupidità, ma in realtà si tratta di un problema della loro indole: la causa è un’indole arrogante.
Torniamo al tema di come si manifestano coloro che possiedono comprensione spirituale e di come si manifestano coloro che non la possiedono. Che cosa ho appena detto: come si manifestano principalmente coloro che possiedono comprensione spirituale? DiteMelo. (Coloro che possiedono comprensione spirituale sanno capire quali stati umani le parole di Dio stanno mettendo a nudo e operare confronti con i propri pensieri, idee, azioni e comportamenti nella vita quotidiana. Sono in grado di capire cosa Dio sta dicendo.) Hai centrato la maggior parte dei punti principali. Quando coloro che possiedono comprensione spirituale leggono le parole rivelatrici di Dio, sono in grado di operare confronti con sé stessi e sanno di quali verità le parole di Dio stanno parlando, a cosa le persone dovrebbero avere accesso, quali tipi di indole umana le Sue parole stanno esponendo e quali stati e manifestazioni umani le Sue parole stanno smascherando. Sono in grado di confrontare sé stessi con tutte queste cose e di esserne consapevoli. È così che si manifesta la comprensione spirituale. Prima, quando stavo condividendo su come si manifestano coloro che possiedono comprensione spirituale, abbiamo sollevato una questione, ovvero se queste persone abbiano comprensione spirituale in tutte le questioni. È così? (No. In alcune questioni sono in grado di confrontare sé stessi con gli stati che le parole di Dio espongono, e quindi manifestano comprensione spirituale; invece nelle questioni che non hanno ancora sperimentato non sono in grado di operare confronti con sé stessi, e quindi non possiedono comprensione spirituale.) Se non hanno ancora sperimentato qualcosa e non sono in grado di operare confronti con sé stessi, allora non possiedono comprensione spirituale. E se ci sono cose che hanno sperimentato, ma non comprendono le verità in esse contenute e quindi non le accettano o non le riconoscono come verità, questo conta come comprensione spirituale? (No.) Neanche questo è possedere comprensione spirituale. E se non capiscono che ciò che ascoltano è la verità, questo vale come comprensione spirituale? (No.) Qualcuno di voi si manifesta in questi modi? Per esempio, quando si tratta di verità riguardanti la sottomissione, alcuni dicono: “Dobbiamo essere sottomessi in questo aspetto. Le persone non hanno nulla di cui vantarsi, ed è loro dovere e obbligo essere sottomessi”. Dopo aver sentito questo, pensi: “Che razza di verità è questa? Essere sottomessi anche in questo aspetto? Per come la vedo io, non c’è bisogno di essere sottomessi in questo!” Non sei forse privo di comprensione spirituale in questa materia? (Sì.) In realtà, questo non ha nulla a che fare con quanto profonde o superficiali siano le tue esperienze; la questione è solamente se possiedi comprensione spirituale oppure no. Faccio un esempio. Cosa disse Giobbe quando fu messo alla prova? (“Jahvè ha dato, Jahvè ha tolto; sia benedetto il nome di Jahvè”, Giobbe 1:21.) Dopo che le persone hanno sentito queste sue parole, sanno capire la verità in esse contenuta? (No.) Esse allora possiedono comprensione spirituale in questa materia? (No.) No, non la possiedono. Ogni persona è in grado di sperimentare le due situazioni di Dio che dà e di Dio che toglie, non è vero? (Sì.) Tu le hai già sperimentate, ma non comprendi la verità in esse contenuta, quindi possiedi comprensione spirituale di tali questioni? (No.) No, non la possiedi. Quale verità è contenuta nelle parole pronunciate da Giobbe? (Che Dio regna sovrano su tutto e governa ogni cosa.) È che Dio regna sovrano su tutte le questioni e su tutte le cose, e spetta a Lui la decisione di dare o togliere. Quindi, che cosa dovrebbero praticare le persone? (Sottomissione.) Esatto. Dovrebbero sottomettersi alla sovranità di Dio, accettarla e lodarla. Quando le persone comprendono queste parole e la verità in esse contenuta, allora possiedono comprensione spirituale della questione. Se le persone non comprendono la verità contenuta in queste parole, allora non possiedono comprensione spirituale della questione. In questo momento, voi possedete comprensione spirituale delle parole di Giobbe? (No.) Se quello che capisci è la dottrina, dirai: “Giobbe ha avuto una buona esperienza. Dio ha detto che Giobbe era una persona giusta, quindi tutto ciò che Giobbe ha fatto deve essere stato certamente in linea con la verità e in grado di soddisfare le intenzioni di Dio”. Ciò che capisci è la dottrina. Allora, quand’è che questa dottrina diventerà la tua verità realtà? (Quando Dio orchestrerà effettivamente le circostanze in cui alcune cose mi verranno tolte e io sarò capace di renderGli grazie e lodarLo, di sottomettermi e di non lamentarmi, mettendo così in pratica questo aspetto della verità.) Tu sei in grado di praticarlo, ma la tua pratica è seguire le regole e imitare gli altri oppure una vera comprensione nel profondo del tuo cuore della sovranità di Dio? C’è una differenza tra le due cose, non è vero? Quale delle due denota accesso alla verità realtà? Attualmente molte persone, dopo aver visto l’esempio fornito da Giobbe, sono in grado di dire le stesse cose che diceva Giobbe, ma quando le dicono lo stanno semplicemente imitando oppure, come Giobbe, pronunciano queste parole una volta compreso, dopo diversi decenni di esperienza, la verità e il fatto che Dio è il sovrano dell’umanità? Quale delle due è la verità realtà? (È realtà ciò che deriva dall’esperienza.) Solo le cose che percepisci e capisci attraverso l’esperienza sono la verità realtà; imitare le cose che dicono gli altri non è realtà. La frase pronunciata da Giobbe possedeva un aspetto di realtà, ma quando la stessa frase viene pronunciata da persone che imitano le sue parole diventa uno slogan che loro usano per travestirsi e camuffarsi da persone spirituali. Costoro sono dei truffatori religiosi. Alcuni di quelli che sono stati selezionati come leader della chiesa e che godono di responsabilità e prestigio spesso condividono con i fratelli e le sorelle su queste parole pronunciate da Giobbe: “Jahvè ha dato, Jahvè ha tolto; sia benedetto il nome di Jahvè”. Cosa provano coloro che ascoltano? Quello che provano è: “Queste parole provengono da Dio. Sono state pronunciate grazie all’illuminazione dello Spirito Santo e alla guida di Dio. Sono estremamente pratici”. Meno di un anno dopo, questi leader vengono destituiti per non aver svolto un lavoro reale, per aver ritardato l’ingresso nella vita dei prescelti di Dio e per aver rallentato il progresso del lavoro della chiesa, e in seguito diventano negativi e si lamentano. Individui di questo tipo pronunciano le stesse parole di Giobbe ma non hanno fatto le sue stesse esperienze e non possiedono comprensione, esperienza o intendimento profondo di queste parole. Pertanto, quando parlano, stanno imitando o parlano con sincerità? (Stanno imitando.) In termini di ciò che pensano nel profondo, quando parlano, le loro parole includono i loro sentimenti personali e sono sincere. Hanno un desiderio: che quando Dio dà loro qualcosa, siano sempre in grado di lodarLo e ringraziarLo per le benedizioni e i doni che ha elargito loro, e che, quando toglie loro qualcosa, non si lamentino nella maniera più assoluta, ma siano invece capaci di lodare Dio come fece Giobbe e di ringraziarLo per la Sua guida e la Sua sovranità. Tuttavia, questo è solamente un desiderio, e non è ancora qualcosa che hanno sperimentato. Quando non possiedono più la loro posizione e il loro titolo e sono solo dei normali credenti, danno seguito alle parole con i fatti? (No.) Non posso dire che non lo facciano per niente; dipende dal tipo di persone che sono. Coloro che perseguono la verità utilizzano queste parole per valutare il proprio comportamento, le usano come guida per la propria esperienza e sono in grado di operare confronti con sé stessi e di trovare in esse un camino di pratica. Non sono troppo turbati o negativi e riescono a svolgere normalmente il loro dovere. Per contro, coloro che non perseguono la verità e che invece recitano slogan si trovano in difficoltà; costoro si manifestano in modo diverso. Quali sono i modi più evidenti in cui avete visto manifestarsi questo tipo di individui? (Dopo essere stati destituiti, alcuni leader non cercano di conoscere sé stessi e non si sottomettono. Pensano che la loro destituzione sia stata ingiusta, diventano negativi e si lamentano. Alle elezioni successive, lottano per riconquistare il potere e alla fine diventano anticristi e vengono espulsi.) Questo è il caso più grave. Quali sono altre manifestazioni? (Alcune persone, dopo essere state destituite, si limitano a svolgere un lavoro regolare e non compiono alcun dovere.) Che tipo di persone sono queste? Perché prima si vantavano e declamavano slogan? Declamavano cose per farsi sentire dagli altri e usavano questi slogan, questa dottrina e queste parole piacevoli per fornire una buona immagine di sé, conquistare gli altri e indurli a riverirle. Era questo il loro obiettivo. Quali altre manifestazioni ci sono? (Prima di essere destituiti, alcuni leader e lavoratori esteriormente sembrano perseguire con impegno e dicono: “Jahvè ha dato, Jahvè ha tolto”, ma dopo essere stati destituiti sono negativi e non riescono a riprendersi, e addirittura si scagliano e si arrabbiano con gli altri, pensando che tutto ciò che hanno speso e dato di sé in passato sia stato vano, come se la casa di Dio dovesse loro qualcosa.) Coloro che dicono queste cose e agiscono in questo modo hanno un grave problema. Prima di tutto, bisogna discernere la natura del fatto che dicano queste cose. Non perseguono la verità; imitano le parole di Giobbe; si confezionano una bella corona da indossare e si spacciano per persone spirituali al fine di mettersi in mostra e fuorviare gli altri. Questa non è forse una manifestazione del giocare con la verità e del bestemmiare Dio? DiteMi, quali tipi di persone, quando perdono la fama, il profitto e il prestigio, hanno una reazione particolarmente forte, sprofondano nella negatività, smettono di compiere il loro dovere, peggiorano una situazione già negativa autoescludendosi in quanto cause perse e smettono persino di avere fede? (Le persone con scarsa umanità e quelle malvagie.) Esatto. Quelle in possesso di scarsa umanità e quelle malvagie non sono certamente persone che perseguono la verità, ma se coloro che sono dotati di buona umanità non perseguono la verità, si manifesteranno anch’essi in questo modo? Certamente. Oltre ai malvagi che si manifestano in questo modo, c’è un’altra situazione direttamente correlata a ciò che le persone perseguono e al cammino che percorrono. Anche se in superficie sembra che coloro che non amano la verità possiedano un po’ di umanità, non ne verrà fuori nulla di buono, e tutti costoro hanno un’essenza malvagia, sono capaci di violare la verità e di opporsi a Dio e, se possiedono prestigio, sono in grado di compiere il male. C’è un altro gravissimo problema, ossia che individui come questi sono particolarmente inclini a perseguire il prestigio. Se non viene permesso loro di godere di prestigio o di essere leader, è come se venissero privati della vita. Riescono ad accettarlo? Quando possiedono prestigio, non importa quanto soffrano o quanta ingiustizia subiscano, sono comunque ben disposti. Tuttavia, non si può dire che siano persone che perseguono la verità solo perché sono ben disposti o perché sopportano la sofferenza e pagano un prezzo. Sarebbe sbagliato. Ciò che perseguono è fama, profitto e prestigio; ciò che perseguono sono i vantaggi del prestigio. In che modo sono simili a Paolo? (Egli perseguiva una corona.) Esatto. Perseguiva una corona, la corona della giustizia. Questo è ciò che perseguono le persone come Paolo: considerano il perseguimento di una corona come un perseguimento appropriato e come il perseguimento della verità. D’ora in poi, avrete un po’ di discernimento su persone di questo tipo? (Sì.) Supponiamo che qualcuno si scagli contro gli altri e si arrabbi con loro dopo essere stato destituito e aver perso il suo prestigio, che non degni di attenzione i fratelli e le sorelle che incontra e non parli con loro, e che, quando gli viene chiesto di diffondere il Vangelo, dica: “Non diffonderò il Vangelo. Non presterò servizio per te! Ti vengo in mente quando hai bisogno di me, ma quando non ti servo mi scarti e mi destituisci. Non sono così stupido!” Che tipo di parole sono queste? Questi individui sono facili da discernere? E sarebbero dei credenti? Non sono affatto dei veri credenti, né delle brave persone. Quali categorie di persone reagiscono più fortemente dopo essere state destituite? (Coloro che perseguono fama, profitto e prestigio.) Avete appena detto che le persone di questo tipo possiedono scarsa umanità, o che non perseguono la verità né l’ingresso nella vita. Ciò ha a che fare con l’essenza di questo problema? (No.) Quello che dite sembra sensato, ma non è in alcun modo correlato all’essenza di questo problema. Non è l’essenza di questo problema. Poco fa avete detto che il motivo per cui alcune persone si lamentano e si autoescludono dopo essere state destituite è perché possiedono scarsa umanità. Perché dico che questa è dottrina? Perché alcuni possiedono un’umanità piuttosto buona e si impegnano e si spendono sinceramente, solo che non perseguono la verità, ma sempre la reputazione e il prestigio. Di conseguenza, quando vengono destituiti, alla fine hanno una reazione spropositata. Questo dimostra che i modi in cui si manifestano non sono solo problemi di scarsa umanità, ma problemi di indole: la loro indole è corrotta in maniera davvero grave! Alcuni sintetizzano il tutto in una frase e dicono: “Costui non persegue la verità. È questo il motivo”. Questa affermazione è troppo generica. Ci sono molti modi in cui il mancato perseguimento della verità può manifestarsi: lamentarsi, non svolgere il proprio dovere lealmente, e così via, sono tutti esempi. Non si può spiegare ogni problema con la sola frase “costui non persegue la verità”. È una frase troppo generica e priva di concretezza. È una spiegazione basata sulla dottrina.
Ora condividerò su come si manifesta la mancanza di comprensione spirituale. Che atteggiamento hanno nei confronti della verità coloro che non possiedono comprensione spirituale? Come si approcciano al proprio stato, alle proprie manifestazioni e alla corruzione che rivelano? Sono in grado di possedere le manifestazioni di una persona che persegue la verità? (No.) Qual è il problema più grave? (Non capiscono quali manifestazioni o quali stati umani le parole di Dio mettono in luce e non sono capaci di usare queste cose per operare confronti con sé stessi.) Il punto principale è che non sanno operare confronti con sé stessi. Si può affermare che comprendono la verità se non sono in grado di operare confronti con sé stessi? (No.) Tu stai parlando di una cosa, ma loro parlano sempre di qualcosa di completamente opposto; sono sempre in contrasto con te e controbattono ciò che dici. Non avete un punto in comune nella questione che state discutendo, e non si tratta dello stesso argomento, ma loro si ritengono comunque alquanto giustificati. Questo è il modo in cui si manifestano coloro che non possiedono comprensione spirituale. Coloro che non la possiedono non sono in grado di comprendere la verità. Riescono a perseguirla? (No.) Questo è un problema. Se non sono capaci di perseguire la verità, allora possono avere ingresso nella vita? (No.) Chi non persegue la verità non può avere ingresso nella vita, nel modo più assoluto. Se una persona crede in Dio da diversi anni ma non comprende affatto la verità, è una persona che persegue la verità? Certamente no. Alcuni dicono: “Non è sempre così. Alcuni non comprendono la verità ma sono molto ferventi e rinunciano a tutto per spendersi per Dio. Come potrebbero non essere persone che perseguono la verità?” Questo punto di vista è corretto? Quando si valuta se qualcuno persegue la verità, non ci si può limitare a guardare se rinuncia a tutto per spendersi per Dio. La cosa principale da valutare è ciò a cui attribuisce importanza nel suo cuore. Se nel suo cuore attribuisce importanza a praticare la verità, a entrare nella verità e ad acquisire la verità, e se ottiene risultati nell’ingresso nella vita, allora è qualcuno che persegue la verità. Se fa rinunce e si spende per ottenere una corona e una ricompensa, e ha fatto rinunce e si è speso per molti anni, ha sofferto molto, ma non è stato in grado di comprendere la verità o di entrare nella realtà, e non è stato capace di comprendere Dio, allora la sua rinuncia e il suo spendersi equivalgono effettivamente a perseguire la verità? È evidente che questa non è una persona che persegue la verità, perché la sua rinuncia e il suo spendersi non l’hanno portata a comprendere la verità o a entrare nelle verità realtà. Pertanto, il fatto che faccia rinunce e si spenda non significa che persegua la verità. Persone come queste sono proprio come Paolo. Paolo trascorse metà della sua vita predicando e lavorando per il Signore, ma non acquisì la verità né guadagnò il Signore. Quindi, puoi forse affermare che Paolo era una persona che perseguiva la verità? Quando si tratta di stabilire se una persona persegua o meno la verità, è fondamentale valutare se l’obiettivo che sta perseguendo e il suo intento attribuiscano importanza all’acquisizione della verità. Se questa persona effettivamente attribuisce importanza all’impegno in direzione della verità e ha ottenuto risultati in cose come praticare la verità ed entrare nella realtà, solo allora è una persona che persegue la verità. Chiunque persegua realmente la verità è in grado di praticarla e solo chi la pratica possiede ingresso nella vita. Se qualcuno dice di essere una persona che persegue la verità ma non la pratica, direste che possiede ingresso nella vita? Non lo possiede di certo. Come può una persona che non pratica la verità possedere ingresso nella vita? È assolutamente impossibile. Se si ritiene una persona che persegue la verità e in possesso di ingresso nella vita, allora dovresti chiederle: “Qual è la prova del tuo ingresso nella vita?” Non è sufficiente credere alle sue parole. Se non ci sono prove, quello che dice non regge. Se affermi di essere una persona che persegue la verità, quante verità comprendi? Quante verità hai messo in pratica? In quali aspetti delle verità realtà sei entrato? Sei capace di parlare della tua testimonianza esperienziale? Se non ne sei capace, allora stai ingannando e fuorviando gli altri definendoti una persona che persegue la verità. Perché dico che Paolo non era qualcuno che perseguiva la verità? Perché le lettere che Paolo scrisse non contenevano alcuna testimonianza esperienziale di vita; egli non era in grado di parlare di una vera comprensione di Dio, né tantomeno di amore o di sottomissione al Signore Gesù. Non possedeva nemmeno comprensione della propria indole corrotta. Si limitava a dire di essere il peggiore dei peccatori. Lo diceva sulla base del fatto che era stato punito per essersi opposto al Signore Gesù. Definendosi il peggiore dei peccatori, ammetteva semplicemente di aver peccato opponendosi in modo fanatico al Signore Gesù. Ciò significa forse che comprendeva veramente la propria indole e la propria essenza corrotte? (No.) Ecco perché dico che, quando si tratta di cosa significa perseguire la verità e di quali categorie di persone possiedono ingresso nella vita, ciò andrebbe determinato in base al fatto che comprendano la verità e la mettano in pratica, anziché soltanto in base a ciò che dicono. Ora capite cosa sto dicendo? Perché stiamo condividendo così in dettaglio? È necessario? (Sì.) Perché è necessario? Sto condividendo in questo modo per analizzare le vostre opinioni fallaci, rettificare ciò che erroneamente ritenete giusto, aiutarvi a trovare una via d’uscita, ad abbandonare le cose che reputate erroneamente giuste e quindi a intraprendere il cammino dell’autentico perseguimento della verità. Allora possiederete davvero ingresso nella vita e sarete in grado di raggiungere l’autentico perseguimento della verità. Coloro che non possiedono comprensione spirituale non comprendono le questioni relative all’ingresso nella vita o alla trasformazione dell’indole. Pensano di aver già trasformato molti aspetti di sé e di aver ottenuto ingresso nella vita. Per esempio, hanno cambiato alcune cattive abitudini: non mangiano troppo, non dormono troppo, non sono pigri e sono più solerti di prima, quindi pensano che ciò significhi possedere ingresso nella vita. Altri pensano a come in passato rimproveravano sempre gli altri, mentre ora non lo fanno più; sono capaci di dire parole gentili e costruttive alle persone e a volte sono in grado di aiutarle. Poiché riescono a fare queste cose, pensano di star già praticando la verità e di aver subito una trasformazione. Alcuni credono di possedere ingresso nella vita perché sanno rinunciare al perseguimento di fama, profitto e prestigio, e dei piaceri fisici. Questo è un problema comune a tutti. Hanno praticato ciò che capiscono, ciò che ritengono giusto e buono secondo le loro nozioni, e hanno già affrontato molte cattive abitudini e tratti problematici della carne, oppure hanno cambiato il regime del loro stile di vita per via della fede in Dio e del perseguimento della verità. Allo stesso tempo, hanno rinunciato a molti benefici della carne, hanno abbandonato la famiglia, il lavoro, il matrimonio e il mondo secolare. Pensano di essersi trasformati e di essere stati salvati, e dicono: “Saprei abbandonare tutto questo se non credessi in Dio? Potrei subire una trasformazione così grande?” Questa non è forse la più grande incomprensione dei credenti? (Sì.) Indipendentemente dal fatto che le persone possiedano o meno comprensione spirituale, tutte nutrono questa incomprensione. Perché dico che si tratta di un’incomprensione? Perché dico che qui c’è un problema serio? Soprattutto perché le persone credono in Dio ma non comprendono la Sua intenzione, ossia non capiscono cosa esattamente Dio chiede alle persone. Pensano invece secondo nozioni e fantasie umane, credendo che essere in grado di abbandonare la famiglia, il lavoro, i sentimenti, il mondo secolare, i legami della carne e persino i propri beni significhi possedere ingresso nella vita. Questa è un’incomprensione. In realtà l’intenzione di Dio è che, quando le persone credono in Lui, devono rettificare la loro indole corrotta, risolvere il problema della loro opposizione a Dio ed eliminare la radice dei peccati che commettono. A tal fine, devono comprendere la verità e l’indole di Dio per potersi liberare della loro indole corrotta e raggiungere la vera sottomissione a Dio. Questo è ciò che Dio richiede alle persone, ed è anche l’opera che compie per salvarle. Le persone non sanno nulla dell’opera di Dio; non vedono l’obiettivo e l’effetto che Egli vuole ottenere attraverso quest’opera, quindi sostituiscono la verità con nozioni e fantasie umane e considerano i perseguimenti degli individui e quanto sono in grado di realizzare come l’intenzione di Dio e ciò che Egli richiede alle persone. Questa è l’incomprensione che le persone hanno quando credono in Dio. Le cose che sono in grado di realizzare dimostrano solo la loro passione, e quando rinunciano a queste cose stanno in realtà cercando di condurre una transazione con Dio, per ottenere in cambio una ricompensa e una corona. Pensano che transazioni come questa valgano davvero la pena e credono di star facendo un affare. Ecco perché rinunciano a tutto. Il fatto che rinuncino alle cose non significa che possiedano le verità realtà, né che siano in grado di sottomettersi a Dio. Mentre fanno rinunce e si spendono, comprendono realmente la verità? (No.) Se non la comprendono, allora il loro fare rinunce e il loro spendersi non sono forse contaminati? Certo. Dunque, cosa stanno perseguendo esattamente spendendosi e soffrendo in questo modo? Persone come queste non si sono mai preoccupate di cosa sia la verità o di quali siano le richieste di Dio; pensano sempre che queste cose non abbiano nulla a che fare con loro. In cuor loro, qualsiasi cosa pensino sia giusta, qualsiasi cosa ritengano buona e qualsiasi cosa considerino come ingresso nella vita, questo è ciò che praticano e, dopo averlo praticato, pensano che Dio lo abbia commemorato. Trattano queste cose come moneta di scambio e come capitale. Queste sono forse manifestazioni del perseguimento della verità? (No.) Questa è un’incomprensione nutrita da coloro che non perseguono la verità. È uno dei modi in cui interpretano le cose coloro che fraintendono l’ingresso nella vita. Allora, come si valuta e si dimostra che queste cose non sono manifestazioni del perseguimento della verità da parte di questi individui e che essi non possiedono ingresso nella vita? Quali fatti possono essere utilizzati per verificare che queste cose che dicono sono sbagliate? (Costoro agiscono senza le verità principi.) Questa è una parte. Agiscono in base a ciò che immaginano. Esteriormente sembrano veri credenti; sono capaci di rinunciare alle cose e di spendersi, ma non agiscono secondo dei principi. Perché sono privi di principi? Perché non perseguono la verità. Le prospettive da cui valutano le cose sono ancora le stesse nozioni e fantasie che nutrivano in origine. Gli individui di questo tipo manifestano un problema più grave: si sottomettono agli ambienti che Dio orchestra? Capiscono perché Egli ha orchestrato questi ambienti? (No.) Questo non basta forse a dimostrare che non possiedono autentico ingresso nella vita? (Sì.) Hanno apportato molti cambiamenti alle loro cattive abitudini e ai loro tratti problematici, e fatto molti sacrifici. Alla fine, quando vengono messi alla prova, non solo non capiscono l’intenzione di Dio, ma sono ancora capaci di lamentarsi e non sanno sottomettersi. Qual è il problema qui? Che non possiedono ingresso nella vita. Coloro che non possiedono ingresso nella vita non possiedono le verità realtà, non è così? (Sì.) Quando le cose accadono, si affidano completamente alle loro nozioni, fantasie e preferenze naturali. Quando fai sul serio con loro e chiedi loro di sottomettersi, non lo fanno minimamente; si affidano solo a ragioni, scuse e fantasie umane e cercano in ogni modo possibile di discolparsi e di raggiungere il loro obiettivo di non sottomettersi a Dio e di negare la Sua opera. Ci sono persino casi così gravi di persone che non soltanto non sono in grado di sottomettersi, ma cercano di trovare tutti i modi possibili per dimostrare che le loro nozioni e fantasie sono corrette, che i loro metodi e i loro percorsi sono giusti e che invece le azioni e le orchestrazioni di Dio non necessariamente lo sono. Questo rivela che non possiedono alcun ingresso nella vita; tutto ciò che fanno e tutto ciò che danno o cambiano di sé non costituiscono ingresso nella vita, sono solo abitudini malvagie che hanno perso. Hanno cambiato leggermente le loro abitudini personali, il loro regime e il loro modo di vivere, e alcuni possono anche aver cambiato temperamento; parlano in maniera più gentile e più colta e il loro comportamento esteriore può essere più conforme agli standard, ma quando agiscono non possiedono alcuna verità realtà, e non fanno mai le cose in base alle parole di Dio o alla verità; si tratta solo di loro fantasie e desideri personali. Non possiedono una reale comprensione di Dio; sanno solo parlare un po’ di teoria spirituale e sono rimasti impantanati in nozioni, fantasie e sentimenti umani. Cosa ne pensate: costoro non sono miserevoli? (Sì.) E ci sono molte persone così? (Sì.) Come fate a sapere che ce ne sono molte? (Perché io sono una di loro.) Questo vi colpisce nel segno, vero? Allora parlate delle vostre esperienze in merito. (Condividerò un’esperienza. Un fratello mi ha fatto notare le mie manchevolezze davanti a molti altri fratelli e sorelle, e in quel momento mi sono sentito umiliato. Per riconquistare il mio orgoglio, ho tentato di discolparmi e giustificarmi. Non ho accettato i commenti di quel fratello.) Sei stato limitato dal tuo orgoglio. Perché le persone sono sempre limitate dall’orgoglio? Il motivo è che tutti coloro che possiedono dignità sono suscettibili, è così? (No.) In realtà, le persone lo fanno perché vogliono mantenere un’immagine perfetta agli occhi degli altri. Tengono al proprio prestigio e vogliono presentarsi in modo assolutamente perfetto, senza alcuna mancanza. Vogliono lasciare un’impressione perfetta nella mente degli altri e non permettere loro di vedere la verità su come sono fatte realmente. Questa è la conseguenza di un’indole arrogante. Ora questo problema è stato risolto? (Non ancora. Io continuo a rivelarlo spesso.) Se qualcuno è in grado di riflettere su sé stesso e di riconoscere la propria indole corrotta, allora sarà facile per lui cambiare. Se non riflette su sé stesso, non è in grado di riconoscere la propria indole corrotta, è insensibile ai propri problemi e non ha alcuna consapevolezza, allora gli sarà difficile cambiare. Se già possiede consapevolezza e sente che la sua indole è molto arrogante, che i suoi perseguimenti sono distorti e che è ancora lontano dal perseguire la verità, ma quando viene potato diventa negativo per qualche giorno e cerca sempre un modo di riconquistare l’orgoglio in ogni situazione, ebbene, una persona come questa può cambiare? È difficile che ci riesca. Quindi, in che modo costui dovrebbe risolvere questo problema? Accettando la verità e riflettendo su sé stesso, può ancora sperare di risolvere il problema. Se non sa accettare la verità, non ha modo di risolverlo. La chiave è che le persone devono avere la determinazione e il desiderio di perseguire la verità. Quando avranno un cuore assetato di verità, saranno in grado di amarla e di accettarla, e possiederanno la forza di mettere in pratica la verità e di ribellarsi alla carne. Solo accettando la verità possono risolvere a fondo il problema di un’indole corrotta e, una volta rettificata la loro indole corrotta, riusciranno a praticare la verità, e allora possiederanno ingresso nella vita.
Coloro che non possiedono comprensione spirituale e che interpretano sempre in modo errato la verità e l’ingresso nella vita pensano che perseguire la verità sia facile, che basti cambiare alcuni tratti problematici o alcune cattive abitudini, oppure rinunciare occasionalmente a cose che riguardano i loro interessi personali, e che, purché non compiano il male e perseverino nella fede fino alla fine, allora hanno guadagnato la vita e possono ottenere le ricompense e le benedizioni da parte di Dio in cambio di queste cose. Coloro che basano la loro fede in Dio su opinioni di questo genere sono persone che perseguono la verità? (No.) Coloro che non perseguono la verità sono in grado di avere l’ingresso nella vita? (No.) Ci sono molte persone che non hanno ben chiaro in cosa consista l’ingresso nella vita. Pensano di poterlo ottenere semplicemente impegnandosi un po’, svolgendo alcuni doveri, cambiando alcuni tratti problematici o alcune cattive abitudini, facendo ciò che viene chiesto loro e sottomettendosi un minimo. Vedono l’ingresso nella vita in modo eccessivamente semplicistico. Credendo in Dio in questa maniera, trasformeranno la loro indole di vita? (No, stanno cambiando sé stessi solo esteriormente, la loro essenza è rimasta immutata.) Ora siete cambiati un po’, ma sono cambiati i vostri comportamenti esteriori oppure è cambiata in qualche misura la vostra indole di vita? Avete trovato una via d’uscita dalle vostre opinioni errate sull’ingresso nella vita e avete iniziato a ottenere ingresso nella vita? Sapete valutare quali parti di voi stessi sono cambiate e quali no? Se ti è stato affidato un dovere da svolgere e originariamente non eri capace di sottometterti, in che misura ne sei capace adesso? Per esempio, sei un fratello: se ti chiedessero di preparare i pasti e lavare i piatti per gli altri fratelli e sorelle ogni giorno, ti sottometteresti? (Penso di sì.) Forse nel breve termine ne saresti in grado, ma se ti venisse chiesto di compiere questo dovere a lungo termine, ti sottometteresti? (Potrei sottomettermi occasionalmente, ma con il passare del tempo potrei non esserne in grado.) Questo significa che non ti sei sottomesso. Cosa porta le persone a non sottomettersi? (Il fatto che nutrono nel cuore nozioni tradizionali. Pensano che gli uomini dovrebbero lavorare fuori casa e le donne occuparsi delle faccende domestiche, che cucinare sia un lavoro da donna e che l’uomo perda dignità compiendolo. Per questo trovano difficile sottomettersi.) Esatto. Esiste una discriminazione sessuale quando si tratta di divisione del lavoro. Gli uomini pensano: “Noi dovremmo essere là fuori a guadagnarci uno stipendio. Di cose come cucinare e lavare dovrebbero occuparsi le donne. Non andrebbero assegnate a noi”. Ma ora si tratta di circostanze particolari e ti viene chiesto di farlo, quindi cosa fai? Quali sono gli impedimenti che devi superare per poterti sottomettere? Questo è il nocciolo della questione. Devi superare la discriminazione sessuale che applichi. Non esistono lavori che vanno svolti dagli uomini e lavori che vanno svolti dalle donne. Non distribuire i compiti in questo modo. I doveri che le persone svolgono non andrebbero determinati in base al sesso. Puoi distribuire i compiti in questo modo a casa tua e nella vita quotidiana, ma ora qui si parla del tuo dovere, quindi come dovresti interpretarlo? Dovresti ricevere questo dovere da Dio, accettarlo e cambiare le opinioni errate che nutri dentro di te. Dovresti dire: “È vero, sono un uomo, ma sono un membro della chiesa e un essere creato agli occhi di Dio. Farò tutto ciò che la chiesa mi assegna; gli incarichi non vengono distribuiti in base al sesso”. Prima di tutto, dovresti abbandonare le tue opinioni errate e poi accettare il tuo dovere. Accettare il tuo dovere è vera sottomissione? (No.) Se nei giorni successivi qualcuno ti dicesse che il cibo che cucini è troppo salato, o che non ha abbastanza sapore, o che hai sbagliato qualcosa e non volesse mangiarlo, o ti dicesse di preparare qualcosa di diverso, saresti in grado di accettarlo? A quel punto, ti sentiresti a disagio e penseresti: “Sono un uomo che ha una dignità e mi sono già abbassato a preparare i pasti per tutti questi fratelli e sorelle, eppure loro continuano a sottolineare tutti questi problemi. Sono stato spogliato di tutto il mio orgoglio”. A quel punto non vorrai sottometterti, vero? (No.) Questa è una difficoltà. Ogni volta che non riesci a sottometterti, è a causa di un’indole corrotta che si rivela e che provoca problemi, rendendoti incapace di praticare la verità e di sottometterti a Dio. A quel punto, il tuo cuore è in conflitto: i tuoi pensieri ti controllano e ti fanno credere di aver perso la faccia, e dentro di te sei turbato. Cosa dovresti fare a quel punto? (Ricercare la verità.) In che modo devi ricercare la verità? Devi pregare: “Dio, qualsiasi cosa gli altri mi chiedano, la considererò come mio dovere. Non importa per chi sto prestando servizio o facendo qualcosa esteriormente: accetterò tutto in quanto proveniente da Dio. Questo è il mio dovere, e dovrei sottomettermi; non ho bisogno del mio orgoglio. Nella casa di Dio, i doveri non sono divisi per livello, o per grado di prestigio, o in doveri per gli uomini, doveri per le donne, doveri per gli anziani e doveri per i giovani. Ci sono solo doveri che vengono svolti bene e doveri che vengono svolti male, doveri che vengono svolti con lealtà e doveri che vengono svolti senza”. Dopo aver abbandonato il tuo orgoglio, il tuo prestigio, la tua posizione e la tua dignità, hai completamente abbandonato te stesso? (No.) Avrai ancora delle reazioni. A volte le persone ti mancheranno di rispetto, ti riterranno uno stupido e ti tratteranno da inferiore, dicendo: “Un uomo a cui piace così tanto cucinare non vale niente! Io non lo farei mai”. Ti guideranno verso la direzione sbagliata, ti inculcheranno idee e nozioni errate e influenzeranno la tua pratica. Cose positive come il fatto che attribuisci importanza all’ingresso nella vita, che sei una persona normale e che sei leale al tuo dovere sono ai loro occhi una forma di umiliazione, e quindi ti trattano da inferiore e ti giudicano. Se non riesci a sopportarlo, precipiterai immediatamente nella negatività e penserai che questo dovere ti faccia perdere di continuo la faccia davanti agli altri e porti le persone a trattarti da inferiore e a darti ordini. E allora smetterai di sottometterti, non è così? Quando nessuno ti tratta da inferiore né ti giudica, pensi di essere ormai capace di sottometterti, di avere ormai ingresso nella vita e di possedere in qualche misura la verità realtà e una certa statura. Questo modo di pensare è corretto? Allora perché, quando qualcuno ti giudica e la tua statura viene messa in discussione, diventi negativo e pensi: “Per quanto tempo ancora dovrò continuare a cucinare prima che tutto questo finisca? Questa persona mi guarda sempre dall’alto in basso. Non è giusto che lo faccia, e non riesco ad accettarlo!”? Il problema è riemerso. Quando non riesci ad accettarlo, ti succede anche di lamentarti e dire: “Come ha potuto il leader assegnarmi questo tipo di dovere? Perché ha scelto proprio me invece di qualcun altro? Sembro qualcuno di cui è facile approfittarsi? Gli altri mi maltrattano, il leader non mi vede di buon occhio e Dio non mi protegge”? La tua indole ribelle si è ripresentata. Qual è il problema qui? Forse che hai una statura troppo scarsa? Non riesci a sopportare nemmeno questo piccolo affronto, che ti porta a diventare negativo e lamentarti. È questo che significa possedere le verità realtà? Non possiedi alcuna verità realtà. C’è un metodo molto semplice per risolvere questo problema, e cioè che in cuor tuo devi pensare: “Indipendentemente da chi mi guarda dall’alto in basso o con disprezzo, io dovrei svolgere il mio dovere. Non posso abbandonare l’incarico da parte di Dio. Non lo sto facendo per gli altri, né perché gli altri provino stima per me: cosa me ne faccio della loro stima? Devo compiere bene il mio dovere per soddisfare Dio”. È questo che dovresti pensare nel tuo cuore. Ora, quando cucini, non ti senti sicuro di te? Il problema è quindi risolto? In realtà, non è del tutto risolto. In definitiva, sei in un costante stato di conflitto, precipiti di continuo nella debolezza e nella negatività e poi ti risollevi; sei perennemente sottoposto a tempra. Hai esaminato ogni stato e non sei disposto a vivere continuamente in un modo così gravoso. Non vuoi che queste difficoltà ti affliggano, ti disturbino o ti vincolino senza sosta. Vuoi compiere bene il tuo dovere in modo facile e semplice. Ebbene, come puoi riuscirci? Devi ricercare costantemente la verità, attenerti costantemente alle tue convinzioni, e la cosa giusta da fare è sempre praticare in base alle parole di Dio. Tu dici: “Nessuno può disturbarmi. Questo è il mio dovere; questo è l’incarico che Dio mi ha affidato; questi sono la mia responsabilità e il mio obbligo. Non importa chi mi deride, chi cerca di manipolarmi o mi tenta: non servirà a nulla. È un onore per me poter svolgere il mio dovere e, se riesco a farlo, tutta la gloria va a Dio. Se non ci riesco, ho arrecato disonore a me stesso. Chiunque si prenda gioco di me e guardi questo dovere dall’alto in basso non è qualcuno che persegue la verità”. Questo non è forse un dato di fatto? (Sì.) Questo è un dato di fatto. Quando Giobbe fu messo alla prova, Satana lo disturbò e lo tentò, ma Giobbe dubitò? (No.) Questo perché aveva nel cuore la verità, le parole di Dio e la Sua via. Di fronte alle circostanze e alle prove, il fatto che tu sappia sostenere la verità e l’incarico che Dio ti ha affidato dipende dalla misura in cui conosci, comprendi e accetti la verità. Alcuni dubitano sempre della verità e non riescono a raggiungere una certezza su di essa, oppure, per quanto riguarda il loro dovere, non sono mai sicuri di come dovrebbero fare qualcosa e se un certo modo di farlo è quello giusto. Non sono mai in grado di attenersi alle cose giuste; sono sempre disturbati da alcuni eventi, persone e cose, e quando individui cattivi, malvagi, demoni o Satana si avvicinano subdolamente a loro e dicono cose che li tentano o li disturbano, diventano deboli e vengono fuorviati. Questo non significa forse che possiedono scarsa statura? (Sì.) Una scarsa statura è facile da correggere? In teoria, sì. Dipende dal fatto che tu sia o meno sicuro che la strada che stai percorrendo è quella guidata da Dio. Quando svolgi il tuo dovere, dovresti praticare la verità e accettare l’incarico affidatoti da Dio. Questo è fondamentale. L’unica cosa da temere è che tu abbia nel cuore una visione distorta del tuo dovere e pensi che esso ti porti a perdere la faccia e non conti nulla. Quando nutri opinioni distorte e in aggiunta gli altri ti disturbano, diventa ancora più difficile. Quando hai il cuore confuso, non riesci a svolgere bene il tuo dovere. Quando Giobbe fu messo alla prova, intorno a lui c’erano molte persone che lo disturbavano. Che cosa disse sua moglie? (“Ma lascia stare dio e muori!”, Giobbe 2:9.) Con queste parole, lei intendeva dire: “Non avere fede. Se quello in cui credevi fosse stato davvero dio, perché ti sarebbero accadute queste cose?” Che cosa rispose Giobbe? (“Tu parli da donna insensata!”, Giobbe 2:10.) Giobbe condannò sua moglie, perché era già sicuro che Dio fosse il vero Dio, che fosse stato Lui a fare quelle cose, che si trattasse della Sua sovranità e che fosse opera delle Sue mani. Giobbe ne era più che sicuro; quindi perché oggi le persone, dopo aver compreso la verità, non riescono ad attenersi alla vera via e a rimanere salde nella loro testimonianza? La ragione è che hanno un cuore troppo contaminato; non solo non comprendono la verità, ma neanche sono persone che amano la verità o che la ricercano. Perciò, per quante parole e dottrine possano pronunciare e per quanti slogan altisonanti possano declamare, alla fine non sono capaci di restare salde. Non appena qualcuno nella chiesa dice qualcosa di leggermente diverso, oppure parole di disturbo o fuorvianti, o di condanna e umiliazione, pensano di star subendo derisione e umiliazione e ne sono completamente distrutte. Se le persone si manifestano in questo modo, dentro di sé sono in costante conflitto e modificano senza sosta le loro opinioni, ma allo stesso tempo accettano costantemente la sovranità e le disposizioni di Dio, continuano a comprendere la verità, entrano gradualmente in diverse sfaccettature della verità, accedono a tutte le verità, e alla fine riescono a evitare di essere disturbate, influenzate o controllate da qualsiasi tipo di persona, evento e cosa, e credono fermamente che le verità principi che mettono in pratica sono corrette, allora hanno trasformato la loro indole.
Attualmente, quando svolgete i vostri doveri, è ancora possibile che veniate limitati da persone, eventi e cose di ogni genere? Siete in grado di attenervi alla verità e di agire in base ai principi? (No.) E quali difficoltà incontrate di solito? (A volte, quando vedo altre persone fare cose che danneggiano gli interessi della casa di Dio, lo faccio notare, ma quando capisco che non lo accettano o che hanno un atteggiamento sbagliato ho paura di aprire una discussione, quindi scendo a compromessi.) Scendere a compromessi è giusto o sbagliato? (È sbagliato, ma temo che se insisto sulla questione si genererà una discussione che distruggerà la pace, e le persone non avranno una buona impressione di me.) Se desideri evitare discussioni, il compromesso è l’unica soluzione? In quali situazioni puoi scendere a compromessi? Se si tratta di questioni di poco conto, come il tuo interesse personale o il tuo orgoglio, allora non c’è bisogno di discuterne. Puoi scegliere di essere tollerante o di scendere a compromessi. Ma su questioni che possono influire sul lavoro della chiesa e danneggiare gli interessi della casa di Dio devi attenerti ai principi. Se non osservi questo principio, allora non sei leale verso Dio. Se decidi di scendere a compromessi e abbandonare le verità principi per salvare la faccia o conservare le tue relazioni interpersonali, non è forse egoistico e spregevole da parte tua? Non è un segno di irresponsabilità nel tuo dovere e slealtà nei confronti di Dio? (Sì.) Quindi, se mentre svolgi il tuo dovere arriva un momento in cui tutti sono in disaccordo, come devi comportarti? Discuterne con tutte le tue forze risolverà il problema? (No.) Allora come dovresti risolverlo? In tale situazione, una persona che comprende la verità dovrebbe farsi avanti per risolvere la questione, innanzitutto ponendo la questione sul tavolo e lasciando che entrambe le parti esprimano la loro opinione. Poi, tutti devono ricercare la verità insieme e, dopo aver pregato Dio, condividere sulla verità pertinente contenuta nelle parole di Dio. Dopo che hanno condiviso sulle verità principi e acquisito chiarezza, entrambe le parti saranno in grado di sottomettersi. Devono imparare a sottomettersi alla verità. Se la maggior parte delle persone è in grado di sottomettersi alla verità, ma ce ne sono alcune che non si sottomettono a essa, o che non si riesce a far ragionare, allora questi sono individui che non accettano la verità, che possiedono una natura da persone malvagie, e il popolo eletto di Dio le discernerà facilmente. Questo è il modo migliore per risolvere il problema delle discussioni all’interno della chiesa. Usare la verità per risolvere i problemi è un principio importante e non si può scendere a compromessi privi di principi. Se per preservare le tue relazioni personali, il tuo orgoglio e i tuoi interessi sei capace di sacrificare gli interessi della casa di Dio, stai scendendo a compromessi con Satana. È una cosa priva di principi e sleale nei confronti di Dio. Se ognuno lotta per salvare la propria faccia e pone l’accento sulle proprie ragioni, si tratta di un atteggiamento di ricerca della verità? È questo l’atteggiamento che si dovrebbe avere nel proprio dovere? (No.) Al fine di raggiungere la lealtà nel proprio dovere, non si dovrebbe lottare per la reputazione o l’interesse personale, bensì farsi governare dalla verità e lasciare che sia Dio a detenere l’autorità; al primo posto ci sono gli interessi della casa di Dio e la produttività del lavoro. Questo principio non è forse corretto? (Sì.) Se tutti voi siete in grado di aderire a questo principio, cosa rimarrà da discutere con le persone? Non ci saranno discussioni. Coloro che proteggono sempre i propri interessi e non praticano affatto la verità non sono brave persone, e coloro che svendono sempre gli interessi della casa di Dio per ottenere il favore degli altri sono ancora peggiori. Tutti questi individui sono dei miscredenti e tradiscono Dio. Se una persona entra in conflitto e discute con gli altri per proteggere gli interessi della casa di Dio e la produttività del lavoro della chiesa, e il suo atteggiamento è un po’ intransigente, direste che è un problema? (No.) Perché la sua intenzione è giusta; lo fa per proteggere gli interessi della casa di Dio. Questa è una persona che sta dalla parte di Dio e si attiene alle verità principi, una persona in cui Dio Si compiace. Avere un atteggiamento forte e risoluto quando si proteggono gli interessi della casa di Dio è segno di una posizione ferma, di rispetto dei principi, e Dio lo approva. La gente potrebbe percepire un problema in tale atteggiamento, ma non è grave; non ha a che fare con la rivelazione di un’indole corrotta. Ricordate, la cosa più importante è attenersi alle verità principi.
L’ingresso nella vita è la cosa più fondamentale. A che cosa è correlato soprattutto l’ingresso nella vita? (Al perseguimento della verità.) Esatto. È correlato soprattutto al perseguimento della verità. Solo coloro che perseguono la verità possiedono ingresso nella vita. Se si vuole avere l’ingresso nella vita, allora il fulcro è praticare la verità. In che modo si dovrebbe discernere se una persona persegue la verità? Che tipo di persona non la persegue? Lo sapete? Il primo tipo di cui ho parlato sono coloro che non possiedono comprensione spirituale. Qual è l’essenza di coloro che non possiedono comprensione spirituale? (Dopo aver letto le parole di Dio che espongono l’indole corrotta delle persone, non sono in grado di stabilire un collegamento tra le parole di Dio e i propri stati e le proprie manifestazioni; pensano che Dio stia parlando di qualcun altro.) Il punto principale è che non riescono a confrontare sé stessi con le parole di Dio, ma lo sanno? (No.) Coloro che non possiedono comprensione spirituale non sono in grado di rendersi conto di queste cose. Continuano ad avere il cuore sereno; sono convinti di capire molte delle parole di Dio, ma in realtà per loro ogni parola è semplicemente una regola. Pensano: “Se Dio mi incarica di fare qualcosa, lo farò. Se mi dice di rinunciare a qualcosa, ci rinuncerò; se mi dice di spendermi, mi spenderò. Sottomettendomi a Dio in questo modo, verrò salvato”. Dopo aver creduto in questo modo per diversi anni, pensano di possedere un capitale, proprio come quando Paolo disse: “Ho combattuto il buon combattimento, ho finito la corsa, ho conservato la fede. Ormai mi è riservata la corona di giustizia” (2 Timoteo 4:7-8). Comunque la si metta, Paolo era privo di comprensione spirituale. È davvero una disdetta. È già un problema il fatto che non possedesse comprensione spirituale, e in più neppure perseguiva la verità. Trattava tutte le sue dottrine, i suoi slogan, le sue fantasie, le sue nozioni, le sue conoscenze e le sue filosofie come se fossero la verità e le usava come base per espandere i suoi perseguimenti personali. Di conseguenza, qualunque cosa facesse, non viveva le verità realtà e nulla di ciò che faceva era in linea con le intenzioni di Dio. Questo suo problema era grave! Paolo è il peggiore in termini di mancanza di comprensione spirituale, non è così? (Sì.) Coloro che non possiedono comprensione spirituale amano la verità? Assolutamente no, perché sono incapaci di afferrare la verità e, se non la afferrano, non vi è alcuna possibilità che la amino. Come si manifestano coloro che non possiedono comprensione spirituale? La loro manifestazione principale è che, per quanto si condivida con loro sulle parole di Dio, comunque non capiscono e, a prescindere da quanto chiaramente si condivida con loro sulla verità, non riescono comunque ad afferrarla. Questo è direttamente correlato al fatto che possiedono una levatura troppo scarsa. Coloro che non possiedono comprensione spirituale sono capaci di perseguire la verità? Non ci riuscirebbero nemmeno se volessero. Non sono in grado di capire di cosa Dio sta parlando, non sanno quali stati Dio espone e non sono capaci di operare confronti con sé stessi. Trattano tutte le parole di Dio come regole, frasi, slogan e dottrine e non capiscono mai che le parole di Dio sono la verità. Qual è il problema qui? Che possiedono una levatura troppo scarsa, non hanno alcuna capacità di capire e manifestano una mancanza di comprensione spirituale.
Il secondo tipo è costituito da coloro che possiedono comprensione spirituale. Queste persone sono in grado di capire la verità, di operare confronti con sé stesse quando si nutrono delle parole di Dio, e di comprendere cosa le parole di Dio stanno esponendo, quali verità contengono e cosa Egli richiede. La capacità di comprendere equivale ad avere l’ingresso? (No.) Allora, quando dico che sono in grado di capire, a cosa si riferisce questo? Cosa concerne? (Sanno operare confronti tra le parole di Dio e sé stessi.) La capacità di operare confronti con sé stessi è una parte. Ammettono i vari tipi di indole corrotta dell’uomo e ogni tipo di stato che Dio espone. Quindi, sono in grado di capire ciò che Egli richiede? Dovrebbero saperlo in una certa misura: conoscere le richieste di Dio, sapere di quali principi parlano le Sue parole e quali siano le Sue intenzioni. Hanno chiare queste cose e le capiscono; per questo sono definiti individui che possiedono comprensione spirituale. Quando queste persone si nutrono delle parole di Dio, sono in grado di operare confronti con sé stesse, di capire a cosa si riferiscono le parole di Dio e quali sono le Sue richieste. Ciò dimostra che una persona di questo tipo possiede la levatura e la capacità di comprendere la verità. Quindi, possedere questa levatura e questa capacità significa necessariamente possedere ingresso nella vita? (No.) Ci sono molteplici situazioni differenti. Alcuni sono in grado di capire le parole di Dio e possiedono la levatura e la capacità di comprenderle, ma non hanno mai operato confronti con sé stessi. Si limitano a operare confronti tra le parole di Dio e le altre persone, a cercare difetti negli altri, a far leva sulle loro mancanze, a cavillare e a tentare di leggere loro nella mente, come se fossero dei rilevatori. Quando non hanno altro da fare, riflettono su ciò che pensano gli altri, cercano di decodificare cosa pensano le persone nel loro cuore, quali pensieri e idee hanno nel cuore, qual è il loro intento, qual è il loro scopo, qual è la loro motivazione, quali sono le loro speranze e quali tipi di indole corrotta rivelano quando agiscono. Qual è l’obiettivo di costoro nel decodificare queste cose? Operare confronti tra le parole di Dio e le altre persone, per poi risolvere i loro problemi. Per esempio, in quale ambiente vive il “signor Tal dei Tali”, qual è il suo background familiare, da quanti anni crede in Dio, quali problemi manifesta solitamente, quali debolezze ha nel perseguire la trasformazione della sua indole, quali difficoltà incontra di frequente quando accadono le cose, in quali situazioni è incline a diventare negativo, quanto bene svolge il suo dovere, come si approccia alle parole di Dio e se la sua vita spirituale è normale o no: costoro hanno una chiara comprensione di tutte queste cose. Sono molto intelligenti, ma purtroppo non applicano la loro intelligenza alle cose giuste. Risolvono i problemi degli altri, ma non mettono in pratica la verità. Gli appartenenti a questa categoria sono spesso leader o lavoratori, oppure ricoprono ruoli di una certa responsabilità. Il metodo di perseguimento di questo tipo di persona è problematico? (Sì.) Questo metodo di perseguimento è problematico, e anche in modo grave. Quanto grave? Dovremmo condividere al riguardo. Questo tipo di individuo possiede comprensione spirituale, riesce a capire le parole di Dio e sa come operare confronti con esse, ma non ha mai operato confronti tra le parole di Dio e sé stesso, bensì tra le parole di Dio e le altre persone. Qual è il suo obiettivo nell’operare confronti con le altre persone? (Mettersi in mostra.) Esatto. Si mette in mostra per soddisfare i suoi desideri e le sue ambizioni, per consolidare il suo prestigio e per riuscire a irretire di più il cuore degli altri. Il fatto che sarebbe capace di ciò è correlato alla sua natura e direttamente connesso a ciò che costui persegue nella sua fede in Dio. Se lo si giudicasse dal fatto che mette tutto il cuore nelle cose e svolge il suo lavoro fino in fondo, e dal fatto che è in grado di cogliere molto bene tutti i vari stati in cui le altre persone si trovano, si potrebbe dire che è un individuo che persegue la verità? Non necessariamente. Allora come si può capire se qualcuno è una persona che persegue la verità? Se è particolarmente responsabile quando si tratta dell’ingresso nella vita dei fratelli e delle sorelle, mette molto cuore e impegno nelle cose, esegue il suo lavoro molto bene, ricerca spesso la verità su ogni tipo di stato in cui si trovano i fratelli e le sorelle e poi risolve i problemi, allora, dato che è in grado di svolgere il suo dovere in questo modo, è un leader in possesso dei requisiti? A giudicare da queste sue manifestazioni e rivelazioni, si può essere sicuri che sia una persona che persegue la verità? (Non necessariamente.) Perché? (Sa risolvere i problemi degli altri, ma non ha mai operato confronti tra le parole di Dio e sé stesso.) Se non ha mai risolto i propri problemi, allora come può risolvere quelli degli altri? (Si affida alle parole e alle dottrine per risolverli.) Capisce alcune parole e dottrine, è dotato di intelligenza, ha una buona memoria, reagisce con rapidità alle cose e, non appena ha ascoltato un sermone, è in grado di esporlo immediatamente agli altri. A giudicare da queste cose, possiede ingresso? (No.) Risolvere le difficoltà degli altri ma non risolvere mai le proprie non è una manifestazione di perseguimento della verità. Costui non fa altro che impiegare la dottrina e le parole di Dio, o tattiche e metodi di ogni sorta, per persuadere e convincere gli altri; usa le parole e le dottrine che comprende, oppure imita e copia le parole di esperienze di vita non sue per aiutare gli altri a uscire dalle avversità. Utilizza questi metodi per risolvere le difficoltà altrui anziché farlo attraverso ciò che ha vissuto personalmente e le sue effettive esperienze. Ciò dimostra che costui non è una persona che persegue la verità. Che cosa fornisce agli altri? (Dottrina.) Perché diciamo che si tratta di dottrina? Perché non proviene dalle sue esperienze personali, non è qualcosa che ha vissuto davvero e non è la sua autentica comprensione. Con che cosa irriga gli altri in realtà? Dottrina, frasi e parole che persuadono e consolano le persone. Costui impiega inoltre metodi, tattiche e intelligenza umani e, a prescindere da tutto, crede che rispondere alle domande delle persone significhi risolvere i problemi e che questo sia svolgere del lavoro. A giudicare dalle sue manifestazioni, dalle cose che fornisce agli altri, dal modo in cui lavora e dal cammino che percorre, costui è qualcuno che persegue la verità? (No.) Non è una persona che persegue la verità. Usare la verità per risolvere i problemi, quando personalmente non si possiede ingresso, non denota un po’ di malafede? (Sì.) Denota malafede, è ipocrita e inganna gli altri. Quindi, persone come queste possono svolgere bene i loro doveri? (No.) Perché no? Perché non perseguono la verità, e c’è un legame diretto tra lo svolgere bene il proprio dovere e il comprendere la verità. Per esempio, bisogna comprendere la verità per irrigare la chiesa; bisogna comprendere la verità per risolvere i problemi; bisogna comprendere la verità anche per gestire i problemi; la comprensione della verità è ancora più necessaria per acquisire discernimento delle persone. Ogni aspetto del lavoro della chiesa ha a che fare con la verità; se una persona non la comprende, non svolgerà bene il lavoro fondamentale della chiesa, e farà solo un buon lavoro nei compiti generali. Pertanto, se un leader non persegue la verità, per quanto si dia da fare, per quanto vada in giro o per quanto soffra, non farà un buon lavoro e non sarà in grado di svolgere il proprio dovere nella piena misura del lavoro e delle responsabilità. Quando lavora, corre da un posto all’altro senza motivo, constatando dove ci sono dei problemi e risolvendoli in modo semplicistico. Quando qualcuno ha una difficoltà di qualche tipo, costui condivide un po’ di dottrina, e quando qualcuno è negativo e debole lo incoraggia e lo sprona; sono queste le cose che fa. Pensa che, se tiene d’occhio i suoi sottoposti e se tutti si danno da fare e nessuno ozia, allora sta eseguendo bene il suo lavoro, e che se è capace di andare in giro dappertutto a controllare e dirigere il lavoro, senza che nessuno lo segnali o lo smascheri, se sa predicare e parlare ovunque vada e fare in modo che tutto proceda liscio senza alcun ostacolo, allora sta assolvendo le sue responsabilità e il suo dovere. Questo è eseguire il lavoro dalla prospettiva del prestigio, non è usare la verità per risolvere i problemi da un punto di vista concreto. Tali individui attribuiscono importanza al lavoro e, nell’attribuire importanza al lavoro, potrebbero non fare nulla per il loro prestigio: tutto ciò che fanno è servirsi in modo unilaterale della dottrina e degli slogan per spronare questa persona o incoraggiare quell’altra, dandosi da fare in modo unilaterale in questo lavoro. Sono convinti che vada tutto bene purché non ozino. La prima cosa è che non possono battere la fiacca, la seconda è che devono essere solerti e la terza è che devono saper sopportare la sofferenza. Si affannano tutto il giorno: se da qualche parte c’è un problema, va risolto al più presto, e devono sempre chiedere in giro se qualcuno ha qualche problema. Pensano che questo equivalga a perseguire la verità. In realtà, possedere queste manifestazioni significa necessariamente perseguire la verità? Significa necessariamente che costoro possiedono ingresso nella vita? Ciò resta ancora da stabilire. Questa è la prima manifestazione di coloro che possiedono comprensione spirituale ma non perseguono la verità.
La seconda manifestazione di coloro che possiedono comprensione spirituale ma non perseguono la verità è essere in grado di comprendere le parole di Dio, di capire il lato concreto di ciò che le Sue parole dicono, di saper operare confronti tra il loro contenuto e sé stessi, ma di non mettere mai in pratica tutto ciò. Questo tipo di persona non agisce in base alle parole di Dio né alle verità principi, e neppure si modera. Quando succede qualcosa, tali individui vogliono solamente indurre gli altri a sottomettersi a loro e ad ascoltarli, ma loro non vogliono sottomettersi alla verità. Considerano la pratica della verità e la sottomissione alla verità come una responsabilità, un obbligo e un dovere degli altri e come qualcosa che spetta agli altri fare. Trattano sé stessi come una categoria a parte. Per quanto capiscano o per quante parole di Dio sappiano correlare a sé stessi, pensano che tutto ciò che Dio dice sia indirizzato ad altre persone e non abbia nulla a che fare con loro. Quindi, che cosa fanno? Anche loro si danno molto da fare. Vanno in chiesa, vedono chi muove critiche nei loro confronti e ne prendono nota. Poi si scervellano per trovare il modo di “aggiustare” la cosa. Dicono: “Apriamoci e condividiamo. Qualsiasi cosa pensi dentro di te, qualsiasi opinione tu abbia di me e qualsiasi critica tu muova nei miei confronti, tu dimmele e io farò del mio meglio per cambiare e comportarmi in modo diverso”. Qual è il loro obiettivo nel cambiare? Piacere agli altri. Oltre a questo, vedono chi muove delle critiche nei loro confronti e chi non si sottomette a loro, e poi trovano passi pertinenti delle parole di Dio per “aggiustare” la cosa. Dicono: “Quando la casa di Dio elegge leader e lavoratori, spetta a Dio l’ultima parola. Nella casa di Dio, è la verità a detenere l’autorità. Chiunque i fratelli e le sorelle eleggano come leader è la persona che Dio voleva, e voi dovreste sottomettervi. Tu non ti stai sottomettendo a me, ma alla guida dello Spirito Santo e alla verità. Se non ti sottometti, sarai punito!” Dopo aver ascoltato questo leader, alcuni sono consapevoli del fatto che sta interpretando male le parole di Dio e distorcendo i fatti per fuorviare gli altri, e non gli prestano ascolto. Quando il leader vede che queste persone non si sottomettono, pensa: “Ti rifiuti di sottometterti a me, vero? Ho altri modi per trattarti. Ora passerò alle maniere forti”. Così dice a chi non si sottomette: “Hai portato a termine il compito che ti ho affidato?” E l’altro risponde: “C’è ancora qualcosa da fare prima che sia concluso. Non ci saranno ritardi”. Il leader replica: “Se manca ancora qualcosa, come possono non esserci ritardi? Agli occhi di Dio, qualcosa è molto. Questa è una manifestazione di slealtà. E lo chiami svolgere il tuo dovere?” In realtà, è davvero questo che il leader intende dire? Quale obiettivo ha nel cuore? Vuole costringere gli altri alla sottomissione, vuole abbatterli e indurli ad abbassare la cresta, ma non può dirlo esplicitamente. Se lo facesse, i fratelli e le sorelle lo discernerebbero e smaschererebbero, quindi deve trovare una ragione e una scusa valide per agire; deve opprimere le persone in modo “rispettabile e ragionevole”, così che, dopo averlo fatto, non risulti evidente agli altri, e affinché le persone in questione gli obbediscano e lui raggiunga il suo obiettivo di rafforzare la sua posizione e consolidare il suo prestigio. Di che indole si tratta? (Costui è infido e subdolo.) È infido, subdolo e viscido, e agisce per il suo prestigio. Se qualcosa non riguarda il suo prestigio, non vi presta attenzione e non ci mette il cuore, mentre quando si tratta di cose che riguardano fama, profitto, prestigio, orgoglio e la posizione che riveste nella chiesa, si aggrappa a queste cose, non le abbandona, e comincia a fare sul serio. Quando condivide sulla verità nelle sue riunioni abituali, a volte mostra conoscenza di sé, opera confronti tra le parole di Dio e sé stesso ed espone la propria indole corrotta, ma questo cela un obiettivo, un intento: fa tutto questo per indurre gli altri ad ammirarlo, invidiarlo e riverirlo e per consolidare il suo prestigio. Ha delle ambizioni e un obiettivo. A meno che non sia in funzione del suo prestigio, non dice una sola parola; a meno che non sia per consolidare il suo prestigio, non fa nulla; ogni sua azione è volta al suo prestigio. Si spacca la schiena per il suo prestigio, mentre se si tratta del lavoro della chiesa, quando identifica dei problemi non li risolve, quando altri segnalano dei problemi non se ne occupa e non alza un dito per prendersi cura di alcunché; vede gli altri darsi da fare nello svolgimento dei loro doveri, ma lui non fa nulla. Che tipo di persona è questa? (Una persona meschina e vile che vive solo per la fama, il profitto e il prestigio.) Una persona che vive solo per il prestigio è una persona che persegue la verità? È in grado di perseguirla? (No.) È difficile dirlo. Se possiede un po’ di coscienza, se ha senso di vergogna, se è dotata di dignità e carattere e se è in grado di accettare la verità dopo aver sperimentato il castigo e il giudizio, la potatura, o se è stata messa alla prova e raffinata, allora potrebbe riuscire a operare dei cambiamenti. Se invece è insensibile, ottusa e intransigente e non accetta minimamente la verità, allora, per quanto capisca, serve forse a qualcosa? (No.) Per quanto capisca, nulla sarà in grado di smuovere il suo cuore. Per quanto esteriormente sembrino impegnati, per quanto tempo passino a darsi da fare in strada, per quanto si sacrifichino, rinuncino e si spendano, coloro che parlano e agiscono sempre e solo per il prestigio possono forse essere considerati persone che perseguono la verità? Assolutamente no. Per il prestigio, pagherebbero qualsiasi prezzo. Per il prestigio, patirebbero qualsiasi avversità. Per il prestigio, non si fermano davanti a nulla. Cercano di trovare del marcio negli altri, di incastrarli o di metterli in difficoltà, calpestandoli. Non temono nemmeno il rischio di castighi e punizioni; agiscono per il prestigio senza preoccuparsi minimamente delle conseguenze. Che cosa perseguono persone come queste? (Il prestigio.) In cosa assomigliano a Paolo? (Nel perseguimento della corona.) Perseguono la corona della giustizia, perseguono il prestigio, la fama e il profitto, e considerano legittimo questo perseguimento di prestigio, fama e profitto anziché quello della verità. Qual è la caratteristica principale di queste persone? È che, sotto ogni aspetto, agiscono in nome del prestigio, della fama e del profitto. Tali individui, che agiscono in nome di fama, profitto e prestigio, sono i più abili nel fuorviare gli altri. Quando li incontri per la prima volta, non riesci a discernerli. Constati che parlano molto bene di dottrina, ciò che dicono sembra concreto, il lavoro che organizzano è alquanto appropriato e sembrano possedere una certa levatura, e li ammiri molto. Gli individui di questo genere sono inoltre disposti a pagare un prezzo quando svolgono il loro dovere. Lavorano duramente ogni giorno, ma non si lamentano mai di essere stanchi. Non manifestano un briciolo di fragilità. Quando gli altri mostrano debolezza, loro non lo fanno. Inoltre, non bramano le comodità della carne e non sono esigenti riguardo al cibo. Quando la famiglia che li ospita prepara qualcosa di speciale per loro, lo rifiutano e non lo mangiano. Mangiano solo i cibi di tutti i giorni. Chi vede persone simili le ammira. Allora, come si può discernere se stiano agendo in nome del loro prestigio? Innanzitutto, bisogna vedere se sono individui che perseguono la verità. Da cosa risulta evidente questo? (Dal loro intento e dal loro punto di partenza nell’agire.) Questa è una parte. Risulta evidente soprattutto dall’obiettivo che stanno perseguendo. Se il loro scopo è acquisire la verità, attribuiranno importanza alla lettura frequente delle parole di Dio, alla comprensione della verità e alla conoscenza di sé attraverso le parole di Dio. Se condividono spesso sulla conoscenza di sé stessi, saranno in grado di rendersi conto che hanno troppe carenze, che non possiedono la verità, e si sforzeranno naturalmente di perseguirla. Più le persone conoscono sé stesse, più sono in grado di perseguire la verità. Coloro che parlano e agiscono sempre in nome del prestigio non sono ovviamente persone che perseguono la verità. Quando vengono potati, non lo accettano: hanno molta paura che la loro reputazione venga danneggiata. Allora, sono in grado di accettare le parole di giudizio e di castigo di Dio e di riflettere su sé stessi? Sono capaci di comprendere veramente le deviazioni presenti nella loro esperienza? Se non hanno nessuna di queste manifestazioni, si può affermare con certezza che non sono persone che perseguono la verità. DiteMi, quali altre manifestazioni hanno coloro che non amano la verità e che perseguono il prestigio? (Quando gli altri li criticano, non lo accettano, e invece si mettono sulla difensiva, si giustificano e adducono ragioni. Parlano al fine di difendere il loro orgoglio e conservare il loro prestigio. Se qualcuno non li appoggia, lo attaccano e lo giudicano.) Quando le persone attaccano e giudicano gli altri, e parlano e si discolpano in nome del proprio orgoglio e del proprio prestigio, l’intento e l’obiettivo che le loro azioni celano sono ovviamente sbagliati, e loro stanno vivendo interamente per il prestigio. Coloro che parlano e agiscono solo in nome del prestigio possono mostrare considerazione per le intenzioni di Dio? Sono in grado di accettare la verità? Assolutamente no. Pensano che se mostreranno considerazione per le intenzioni di Dio dovranno praticare la verità, e che se praticheranno la verità dovranno soffrire e pagare un prezzo. A quel punto perderanno il piacere che deriva dal prestigio e non potranno godere dei benefici del prestigio. Pertanto, scelgono di perseguire solo la fama, il profitto, il prestigio e l’ottenimento di ricompense. In quali altri modi si manifestano coloro che perseguono il prestigio? Quali altre cose fanno? (Se vedono intorno a loro persone di talento che sono più inclini a perseguire la verità, che sono degne di essere coltivate e che i fratelli e le sorelle sono più propensi a sostenere, allora per paura che queste prendano posizione e li rimpiazzino, e che minaccino il loro prestigio, pensano a come opprimere queste persone di talento e trovano ogni sorta di ragioni e pretesti per metterle fuori gioco. Il modo più comune che usano è quello di etichettarle come troppo arroganti, presuntuose e continuamente limitanti nei confronti degli altri, di convincere gli altri che queste cose siano vere e di non permettere che la casa di Dio promuova o coltivi queste persone.) Questa è la manifestazione più comune. C’è altro che volete aggiungere? (Amano testimoniare sé stessi e mettersi in mostra di continuo. Parlano sempre di qualcosa di meraviglioso che li riguarda; non parlano mai dei loro lati negativi e, se fanno qualcosa di brutto, non riflettono sulle loro azioni e non le analizzano.) Parlano sempre di quanto soffrono e del prezzo che pagano, di come Dio li guida, e ostentano il lavoro che hanno svolto. Anche questo fa parte dei modi in cui si manifesta la salvaguardia e il consolidamento del prestigio. Coloro che perseguono il prestigio e agiscono in nome del prestigio hanno un altro tratto, particolarmente saliente, ossia l’avere l’ultima parola, qualunque cosa accada. Perseguono il prestigio perché vogliono avere l’ultima parola. Vogliono essere loro a prendere le decisioni e gli unici in possesso di autorità. Qualunque sia la situazione, tutti devono ascoltarli, e chiunque abbia un problema deve rivolgersi a loro per chiedere un’indicazione. Ciò di cui vogliono godere sono questi vantaggi del prestigio. Devono avere l’ultima parola in qualunque situazione. Non importa se ciò che dicono è giusto o sbagliato: anche se è sbagliato, devono comunque avere l’ultima parola e indurre gli altri ad ascoltarli e a obbedire loro. Questo è un problema grave. Indipendentemente dalla situazione, devono avere l’ultima parola; non importa se si tratta di una situazione che comprendono oppure no: devono mettere bocca e avere l’ultima parola. Su qualunque questione i leader e i lavoratori stiano condividendo, costoro devono prendere le decisioni e non danno possibilità agli altri di parlare. Qualsiasi soluzione propongano, devono farla accettare a tutti e, se gli altri non la accettano, si arrabbiano e li potano. Se qualcuno ha delle critiche o delle opinioni, anche se giuste e in linea con la verità, costoro devono escogitare ogni sorta di metodo per controbattere. Sono particolarmente bravi nel ricorrere a sofismi, nel persuadere l’interlocutore con parole lusinghiere e, alla fine, nell’indurlo a fare le cose a modo loro. Devono avere l’ultima parola su tutto. Non negoziano mai con i loro collaboratori; non sono democratici. Questo basta a dimostrare che sono eccessivamente arroganti e presuntuosi, che non sanno accettare la verità e che non si sottomettono affatto alla verità. Se accade qualcosa di importante, o di cruciale, e sono in grado di lasciare che tutti facciano una valutazione ed esprimano la loro opinione, e alla fine optano per un metodo di pratica in base all’opinione della maggioranza, facendo sì che il lavoro della casa di Dio non ne venga danneggiato e che nel suo complesso ne tragga beneficio, se questo è il loro atteggiamento, allora sono persone che proteggono il lavoro della casa di Dio e che sanno accettare la verità, poiché questo modo di agire denota dei principi. Ma coloro che perseguono il prestigio si comporterebbero forse così? (No.) Come agirebbero? Se succedesse qualcosa, ignorerebbero i suggerimenti degli altri. Avrebbero già in mente una soluzione o una decisione molto prima che gli altri condividano i loro suggerimenti. In cuor loro, avrebbero già deciso cosa fare. A quel punto, qualsiasi cosa gli altri dicessero, non la prenderebbero in considerazione. Non gliene importerebbe nulla neanche se qualcuno li rimproverasse. Non tengono conto delle verità principi, del fatto che qualcosa sia o meno vantaggioso per il lavoro della chiesa o che i fratelli e le sorelle possano accettarlo. Queste cose non rientrano nella sfera di ciò che considerano. Che cosa considerano? Devono avere l’ultima parola; vogliono essere loro a decidere della questione; la questione va gestita a modo loro; devono stabilire se la questione torna o meno a vantaggio del loro prestigio. Questa è la prospettiva da cui valutano le cose. Un individuo di questo tipo è qualcuno che persegue la verità? (No.) Nel fare le cose, coloro che non perseguono la verità tengono sempre in considerazione il proprio prestigio, la propria fama e il proprio profitto; tengono sempre in considerazione il vantaggio che ne possono trarre. Questo è il punto di partenza delle loro azioni.
Alcuni possiedono comprensione spirituale ma non perseguono la verità. Ci sono effettivamente persone di questo tipo. Per quanto riguarda le loro manifestazioni principali, il primo tipo è fare le cose per il gusto di farle; amano lavorare e non riescono a stare fermi. Fintanto che sono impegnati a fare qualcosa, sono felici, provano un senso di realizzazione e si sentono veri. Il secondo tipo di manifestazione è fare le cose per il prestigio. Le persone di questo tipo nutrono ambizioni e desideri particolarmente forti. Vogliono continuamente controllare e conquistare gli altri e desiderano sempre sostituirsi a Dio. A quale perseguimento di Paolo si ricollega il desiderio di sostituirsi a Dio? (Al suo perseguire di diventare Cristo.) Il loro obiettivo nel perseguire il prestigio non è semplicemente quello di essere individui superiori agli altri, persone in possesso di prestigio e venerate dagli altri. Il loro obiettivo finale è riuscire a conquistare e controllare gli altri, a indurli a venerarli e trattarli come Dio, e a portare tutti a seguirli, a sottomettersi a loro e a credere in loro. Cosa implica tutto questo? Che diventerebbero Dio nel cuore delle persone. Questo non è perseguire la verità, ma piuttosto perseguire Satana. Il perseguimento del prestigio non è ovviamente il perseguimento della verità, così come non lo è il perseguimento del lavoro o della reputazione. Quali altre manifestazioni ci sono? (Costoro perseguono le benedizioni.) Esatto. Pagano un prezzo, si spendono, soffrono e sono capaci di rinunciare al loro interesse personale in ogni genere di questioni, ma lo fanno al fine di essere benedetti. Si manifestano in questo modo per essere benedetti e ottenere una buona destinazione. Neanche questo è perseguire la verità. Questo è il terzo modo in cui si manifestano coloro che possiedono comprensione spirituale ma non perseguono la verità. Proprio come Paolo, fanno cose e soffrono per essere benedetti e per la loro destinazione, senza risparmiarsi affatto. Il loro obiettivo nel fare le cose è chiaro, ossia concentrarsi esclusivamente sul fare tutto ciò che è più importante ed essenziale per ricevere le benedizioni. Fintanto che ottengono l’approvazione e il sostegno da parte dei fratelli e delle sorelle, allora non c’è problema. Si concentrano soltanto sul modo in cui tutti gli altri li vedono, su come li vede il Supremo e sul fatto che Dio li abbia nel cuore oppure no. Per loro va bene fintanto che hanno la certezza che saranno benedetti e ricompensati. Tuttavia, non usano mai la verità per valutare ciò che fanno e non rinunciano mai al desiderio di essere benedetti; non si sottomettono alle orchestrazioni e alle disposizioni di Dio. Se fanno qualcosa di sbagliato e vengono potati, se il Supremo non è soddisfatto di loro e vedono che non hanno speranza di essere benedetti o magari di ricevere una buona destinazione, diventano negativi e rinunciano, e non vogliono svolgere il loro dovere. Ci sono anche alcuni che semplicemente non vogliono avere fede; pensano che non abbia senso credere in Dio. Tutti e tre i metodi di perseguimento sopra descritti sono cammini seguiti da coloro che non perseguono la verità. In ogni chiesa c’è un discreto numero di persone di questo tipo, e sono tutte persone che non amano la verità. Qualunque dovere svolgano, lo collegano sempre al loro interesse personale, al ricevere benedizioni e all’essere ricompensate, e non lo collegano mai all’ingresso nella vita, alla comprensione della verità o alla trasformazione della loro indole. Non importa per quanti anni abbiano creduto in Dio o per quanti anni abbiano compiuto dei doveri: non hanno mai perseguito né la conoscenza di sé, né l’ingresso nella vita, né l’amore per Dio o la sottomissione nei Suoi confronti. Qualunque cosa facciano, non ricercano la verità. Qualsiasi corruzione rivelino, non la correlano mai alla verità contenuta nelle parole di Dio. Qualunque azione compiano, le loro intenzioni sono egoistiche e meschine, tutte volte ad assicurarsi benedizioni e guadagni personali. Qualunque potatura costoro subiscano, non riflettono su sé stessi e continuano a ritenersi corretti. Le persone di questo tipo raramente sono negative. Non temono alcuna sofferenza se essa significa che saranno benedette ed entreranno nel Regno. Sono davvero perseveranti, ma è molto difficile per loro accettare la verità. Preferirebbero morire piuttosto che riflettere su sé stesse e acquisire conoscenza di sé, e si ritengono alquanto valide. Coloro che possiedono comprensione spirituale ma non perseguono la verità hanno un’ulteriore manifestazione: alcuni hanno ascoltato molti sermoni ma non sono interessati alle verità che Dio esprime, né alle Sue parole che espongono i vari stati delle persone. Anche se capiscono queste cose, non sono interessati. Allora perché credono comunque in Dio se non sono interessati? Sicuramente hanno nel cuore una sorta di pensiero vago e irrealistico. Dicono: “Non so cosa sia in grado di fare il Dio che è in terra. Non riesco a capirlo. Sembra che Egli sia principalmente in grado di condividere sulla verità. Non comprendo proprio queste cosiddette verità, ma in ogni caso le cose che dice sono piuttosto valide e portano le persone a seguire il giusto cammino. Tuttavia, non so dire se sia davvero Dio oppure no”. Dato che dubitano così tanto di Dio, perché rimangono nella Sua casa invece di andarsene? La ragione è che hanno nel cuore una visione e una fantasia vaghe. Pensano: “Se continuo a passare il tempo qui, alla fine potrei sfuggire alla morte e infine entrare in cielo e ricevere grandi benedizioni”. Così, mentre gli altri perseguono un cambiamento dell’indole e accettano la potatura, costoro sono lì a pregare il Dio che è nel cielo, dicendo: “O Dio, guidami a superare queste difficoltà e rendimi capace di accettare la potatura. Sono disposto a sottomettermi alle Tue orchestrazioni e alle Tue disposizioni”. Le parole con cui li senti pregare non sono sbagliate, ma questi individui non ammettono mai di avere un’indole corrotta o di essere nel torto. Nel loro cuore, riconoscono solo il Dio che è in cielo. Quanto al Dio sulla terra, Dio incarnato, e alle parole di giudizio di Dio, non vi prestano attenzione, come se queste cose non avessero nulla a che fare con loro. Ecco quanto è semplice e vuota la loro fede in Dio. Per quanto gli altri parlino dell’indole corrotta degli esseri umani e della necessità di perseguire un cambiamento d’indole, costoro ponderano: “Come mai voi siete tutti così corrotti e io no?” Pensano di essere perfetti e privi di mancanze e di non possedere un’indole corrotta. A volte hanno dei pregiudizi o guardano gli altri dall’alto in basso, ma lo considerano normale, convinti che si tratti solamente di un pensiero negativo e che passerà se lo reprimono. Oppure, quando vedono altre persone ribellarsi a Dio, pensano: “Io non mi sono mai ribellato a Dio. L’amore che nutro per Lui nel mio cuore non ha mai vacillato”. Si limitano a pronunciare queste poche frasi e non riflettono su sé stessi, né sanno agire in linea con i principi. Individui come questi sono persone che perseguono la verità? (No.) Allora perché continuano a provare tanta stima di sé stessi e a ritenere che questo modo di credere in Dio non sia sbagliato? Qual è il punto? Ciò dimostra che non amano la verità. Secondo le nozioni delle persone, che tipo di individui sono costoro? In che modo si manifestano? Sono eloquenti, avveduti, rapidi nell’apprendimento, e possiedono grande capacità di comprensione. Capiscono quello che stai dicendo non appena le parole ti escono di bocca e sono particolarmente veloci nel comprendere la dottrina. Tuttavia, a prescindere da ciò che capiscono, la direzione e lo scopo del loro perseguimento di ricevere benedizioni rimangono invariati. Inoltre, trattano le verità che comprendono come teorie teologiche, oppure come una sorta di dogmi o insegnamenti. Non pensano che siano la verità e quindi non le mettono in pratica né le sperimentano, e tanto meno le applicano alla loro vita. Accettano e predicano solo le dottrine che risultano loro gradite e che sono conformi alle loro nozioni e fantasie, convinti di aver guadagnato qualcosa. Saper predicare dottrine e impressionare molte persone è il più grande risultato che ottengono dalla fede in Dio. Per quanto riguarda praticare la verità o possedere conoscenza di sé, pensano che si tratti di questioni banali e di scarsa importanza, e che invece la capacità di predicare dottrine spirituali, di rispondere alle domande e di suscitare l’ammirazione altrui siano le cose più importanti e che li qualifichino a godere dei benefici del prestigio. Pertanto, non prestano attenzione alla pratica della verità, non riflettono su sé stessi e si accontentano solo di saper predicare sermoni altisonanti. Questo problema è relativamente grave, anche più grave di quello di coloro che non possiedono comprensione spirituale, poiché queste persone sanno chiaramente che si tratta della verità, ma non la praticano né la sperimentano. Si tratta di persone che provano avversione per la verità e giocano con essa. Non è forse un problema di natura gravissima?
Ora, voi siete in grado di discernere coloro che possiedono comprensione spirituale ma non perseguono la verità, giusto? Vi manifestate in qualche maniera allo stesso modo di questo tipo di persone? (Io sì, soprattutto perché agisco per il prestigio.) Parlare e agire per il prestigio: tutto ruota intorno al prestigio; ciò è problematico. È possibile perseguire la verità in questo modo? Quali sono le manifestazioni dell’agire per il prestigio? In primo luogo, costoro si concentrano sulla propria reputazione, sulla propria immagine e sulla propria dignità, nonché sul prestigio di cui godono nel cuore degli altri, sul fatto che gli altri li ammirino e li venerino. Qualsiasi cosa facciano, prestano attenzione solo a questi aspetti, senza mai esaltare Dio né testimoniarLo. Per esempio, quando qualcuno che non persegue la verità incontra un nuovo credente, in cuor suo pensa: “Tu credi in Dio solo da pochi anni, non capisci nulla”, e lo guarda dall’alto in basso. Se il nuovo credente vuole ricercare la verità, costoro considerano innanzitutto il suo aspetto, il modo in cui parla e se risulta loro gradito oppure no. Se il nuovo credente possiede scarsa levatura, non saranno disposti a condividere sulla verità; si limiteranno a fornirgli qualche parola di incoraggiamento e nient’altro. Qual è il problema qui? (Pensano, essendo credenti da molti anni, di avere un capitale, quindi sfoggiano la loro anzianità.) Questo capitale è una manifestazione di affermazione del loro prestigio. Possedendo capitale, si sentono in diritto di parlare da una posizione di prestigio, un prestigio che si sono auto-conferiti, non che è stato loro attribuito dagli altri. Coloro che lavorano e parlano in questo modo sono persone che perseguono la verità? (No.) Voi vi manifestate in tal modo? Tu dici: “Sono dieci anni che credo in Dio. Assegnarmi come collaboratore qualcuno che crede solo da due anni non è forse un insulto nei miei confronti? Non voglio nemmeno parlarci. Anche una sola parola mi esaurirebbe. Non capisce nulla!” Questo deriva dall’essere dominato da un’indole arrogante. Se in cuor tuo non attribuissi valore al prestigio, non classificassi le persone in base all’esperienza o all’anzianità e non pensassi di possedere un capitale, tratteresti qualcuno in questa maniera? È chiaro che, poiché hai dentro di te un’indole corrotta, le manifestazioni del modo in cui tratti le persone non sono di beneficio per gli altri, e questo rivela la tua indole corrotta, i tuoi perseguimenti e ciò che giace nel profondo del tuo cuore. C’è un’altra manifestazione dell’agire per il prestigio. Per esempio, alcuni hanno acquisito conoscenze professionali o sono esperti in un certo ambito. Tuttavia, quando si discute di questo ambito, se gli altri parlano per primi, costoro si arrabbiano e pensano: “Come potete parlare senza cognizione di causa? Non riconoscereste la grandezza nemmeno se fosse davanti ai vostri occhi!” Dicono: “Io mi sono specializzato in questa materia all’università e ho dedicato tutte le mie ricerche a questi argomenti. Dopo la laurea, ho lavorato in questo ambito per diversi anni. Poi ho iniziato a credere in Dio e ora ho abbandonato questa professione da oltre dieci anni, ma riesco a ricordare tutto a occhi chiusi. Non mi piace parlarne, mi sembra di mettermi in mostra”. Cosa pensi di queste parole? Sono parole da accademici non credenti, pronunciate sulla base di filosofie sataniche, che fanno apparire costoro competenti e procurano loro l’approvazione da parte di tutti. Hanno affermato di non volersi mettere in mostra, ma è esattamente quello che stanno facendo, solo in modo più abile. Hanno menzionato il capitale che possiedono, come il numero di anni per cui hanno studiato questa professione e ciò che hanno acquisito, utilizzando questo metodo per far passare il messaggio che sono esperti in tale ambito. Essere un esperto in un certo ambito significa necessariamente comprenderlo? È questo l’approccio che devi adottare se sei un esperto che svolge del lavoro nella casa di Dio? (No.) Allora cosa dovresti fare? (Ricercare la verità; discutere e ricercare insieme ai fratelli e alle sorelle.) Tutti dovrebbero ricercare insieme. Tu di’ questo: “Devo essere onesto. Ho lavorato in questa professione per diversi anni e ne so qualcosa, ma non conosco i principi che stanno alla base dell’uso che la casa di Dio fa di questa professione. Non so se le conoscenze che possiedo siano utili alla casa di Dio, possiamo discuterne insieme. Vi parlerò un po’ delle basi di questo settore”. Ecco un modo ragionevole di parlare. Pur conoscendo la professione, chi si esprime così è umile e privo di orgoglio. Non sta fingendo; vuole davvero fare un buon lavoro e condividere con tutti ciò che ha imparato e ciò che sa, senza tenere nulla per sé. Lo fa solo al fine di svolgere bene il suo dovere, indipendentemente da come gli altri lo vedano o lo trattino. Svolge il suo dovere interamente per soddisfare Dio, per acquisire la verità e per vivere una sembianza umana. Pertanto, in ogni aspetto dello svolgimento del suo dovere, considera gli interessi della casa di Dio e si preoccupa dell’ingresso nella vita dei fratelli e delle sorelle. Qualsiasi cosa faccia, prima condivide con tutti, poi discute insieme a loro per raggiungere un consenso, lasciando che i fratelli e le sorelle contribuiscano con le loro idee e il loro impegno, tutti uniti insieme per portare bene a termine il compito. Cosa pensi di questo approccio? Solo coloro che perseguono la verità si comportano così. Pur credendo tutti in Dio, coloro che perseguono la verità e coloro che non la perseguono si manifestano in modi diversi. Quale tipo di individuo è disgustoso? (Quelli che non perseguono la verità sono disgustosi.) Se conosci un po’ una professione, non c’è bisogno di metterti in mostra, né di sminuire o limitare gli altri. Alcuni si ergono su un piedistallo quando diventano leader o lavoratori, camminano e parlano con un atteggiamento pretenzioso, dandosi addirittura delle arie da ufficiali. Questo modo di fare è ancora più disgustoso. Anche se godi di un certo prestigio, non c’è bisogno di ostentarlo o di essere altezzoso. Dovresti agire in maniera responsabile per guidare i fratelli e le sorelle a svolgere bene i loro doveri. Questa è la tua responsabilità e ciò che dovresti conseguire. Inoltre, se possiedi umanità e sei leale, devi assumerti la responsabilità quando fai le cose. In che modo dovresti assumertela? Condividendo chiaramente sugli aspetti che le persone non comprendono, in cui sono inclini a sbagliare o a essere fuorviate, e correggendo gli errori e le deviazioni che emergono, tu garantisci che tutti possano fare le cose con il metodo giusto, in modo che non commettano più errori né vengano limitati dagli altri. In questa maniera, avrai adempiuto alla tua responsabilità. Questo significa essere responsabili e leali nel proprio dovere. Una volta che hai conseguito ciò, gli altri possono ancora dire che persegui il prestigio? No. I principi che pratichi sono già corretti, così come lo è il tuo cammino. Queste sono le manifestazioni di coloro che perseguono la verità; questo è il modo in cui dovrebbero praticare coloro che perseguono la verità. Il contrario non è altro che una miriade di comportamenti disonorevoli. Desiderare di mettersi in mostra e di essere molto stimati, ma volere anche tenere per sé e nascondere ciò che si sa, temendo che se gli altri ne verranno a conoscenza non sarà più possibile mettersi in mostra o godere della loro stima, questo è davvero da ribelli! Coloro che si comportano così non tengono conto degli interessi della casa di Dio e addirittura se ne stanno lì a guardare, ridacchiando tra sé: “Se io non dico nulla, vediamo se qualcuno riesce a spiegare chiaramente la questione! E anche se parlerò, non dirò tutto. Vi rivelerò un po’ oggi, un po’ domani, e comunque non vi dirò la verità. Vi lascerò rifletterci su da soli. Non è così facile farmi dire le cose! Se vi dico tutto quello che capisco, facendolo capire anche a voi, allora non mi rimarrà più nulla e voi diventerete migliori di me. Che opinione avrete di me allora?” Che razza di creatura penserebbe in questo modo? Una simile persona è velenosa! Non è affatto buona. È una persona onesta? (No.) Qualcuno di voi si è mai comportato così? (Io sì. Soprattutto dopo aver diffuso il Vangelo per un periodo di tempo più lungo e aver ottenuto dei risultati, sentivo di possedere delle risorse e un certo capitale. Quando gli altri mi chiedevano se conoscessi qualche buon metodo o se avessi qualche buona esperienza da condividere, mi rifiutavo di farlo. Vivevo secondo il detto velenoso di Satana: “Quando l’allievo sa tutto ciò che sa il maestro, il maestro perde la sua fonte di sostentamento”. Avevo paura che gli altri mi superassero e che avrei perso il mio prestigio.) La paura che gli altri ti rubino la scena non è facile da sconfiggere. La reputazione e l’interesse personale sono obiettivi per i quali le persone lottano tutta la vita, ma sono anche due pugnali piantati nel cuore: ti costeranno la vita!
Alcune persone che hanno fatto cose utili per il lavoro della chiesa e per i fratelli e le sorelle pensano di aver fornito un contributo e di godere di un certo prestigio all’interno della chiesa. Ogni volta che si trovano di fronte agli altri, menzionano queste cose buone che hanno fatto, in modo che tutti abbiano di loro una percezione e una comprensione completamente nuove, una comprensione del loro capitale e del loro prestigio, nonché della loro reputazione e della loro posizione all’interno della chiesa. Perché lo fanno? (Per mettersi in mostra e ostentarlo.) E qual è lo scopo di questa ostentazione? Affermarsi. E cosa possono ottenere costoro affermandosi? (Portare gli altri ad ammirarli.) Portare le persone ad ammirarli, a parlare di loro e a riverirli. Dopo aver ottenuto queste cose, come si sentono dentro di sé? (Ne godono.) Godono dei benefici del prestigio. Anche voi perseguite queste cose? Da dove derivano questi pensieri, idee e modi di pensare che le persone hanno? Cosa dà loro origine? Qual è la loro fonte? La loro fonte è l’indole corrotta dell’uomo. È l’indole corrotta dell’uomo che porta le persone a rivelarsi in tal modo e a nutrire questo tipo di perseguimenti. Spesso alcuni si sentono superiori all’interno della casa di Dio. In quali modi? Cosa li fa sentire superiori in questi modi? Per esempio, alcuni sanno parlare una lingua straniera e pensano che ciò significhi possedere un dono ed essere capaci, e che, senza di loro, la casa di Dio probabilmente troverebbe molto difficile espandere il suo lavoro. Di conseguenza, ovunque vadano, vogliono indurre gli altri ad ammirarli. Quale metodo adottano gli individui di questo tipo quando incontrano gli altri? In cuor loro, assegnano ogni sorta di rango differente a chi svolge doveri diversi nella casa di Dio. Al vertice ci sono i leader, al secondo posto le persone con talenti speciali, poi chi possiede dei talenti mediocri e al gradino più basso coloro che svolgono ogni sorta di dovere di supporto. Alcuni considerano la capacità di svolgere doveri importanti e speciali come un capitale, e la equiparano al possedere le verità realtà. Qual è il problema qui? Ciò non è forse assurdo? Svolgere alcuni doveri speciali li rende arroganti e altezzosi, e guardano tutti dall’alto in basso. Quando incontrano qualcuno, la prima cosa che fanno è sempre chiedergli quale dovere svolge. Se questi svolge un dovere mediocre, lo guardano dall’alto in basso e non lo ritengono degno della loro attenzione. Quando questa persona vuole condividere con loro, in superficie acconsentono, ma dentro di sé pensano: “Vuoi condividere con me? Sei solo una nullità. Guarda il dovere che svolgi: come puoi essere degno di parlare con me?” Se la persona svolge un dovere più importante del loro, la adulano e la invidiano. Quando vedono dei leader o dei lavoratori, sono ossequiosi con loro e li adulano. Costoro hanno forse dei principi nel modo in cui trattano le persone? (No. Le trattano in base al dovere che esse svolgono e in base ai diversi ranghi che assegnano loro.) Classificano le persone in base alla loro esperienza e anzianità e ai loro talenti e doni. Che cosa rivela il modo in cui costoro classificano le persone? Rivela i loro perseguimenti, il loro ingresso nella vita, la loro natura essenza e la qualità della loro umanità. Alcuni, quando vedono un leader superiore, abbassano la testa e fanno un leggero inchino, e si mostrano educati. Quando vedono qualcuno che ha delle capacità, dei doni, che è abile nel parlare, che ha svolto doveri importanti nella casa di Dio o che il Supremo ha promosso e considera importante, parlano in modo particolarmente educato. Quando vedono qualcuno di scarsa levatura o che svolge un dovere mediocre, lo guardano dall’alto in basso e lo trattano come se fosse invisibile; lo trattano in modo diverso. Cosa pensano dentro di sé? “Uno come te è comunque di bassa categoria, anche se crede in Dio, eppure tu vuoi lo stesso parlare come se fossi al mio stesso livello e condividere con me sull’ingresso nella vita e sull’essere una persona onesta. Non sei degno di farlo!” Di che indole si tratta? Di arroganza, malignità e malvagità. Ci sono molte persone del genere nella chiesa? (Sì.) Voi appartenete a questa categoria? (Sì.) Trattare le persone in modo diverso in base a chi sono: nessuna di queste cose è la manifestazione di chi persegue la verità. Che cosa perseguono piuttosto costoro? (Il prestigio.) Il comportamento, le rivelazioni e le manifestazioni abituali delle persone possono mostrare tutti i pensieri, i punti di vista, gli intenti e gli obiettivi che esse perseguono, nonché il cammino che stanno percorrendo. Ciò che riveli e ciò che manifesti regolarmente è ciò che persegui, espone il tuo perseguimento. Anche se le persone di questo tipo possiedono comprensione spirituale, sono in grado di capire le parole di Dio, fanno collegamenti con le Sue parole e le confrontano con i propri stati, qualunque cosa accada, non ricercano la verità e non affrontano la situazione usando la verità delle parole di Dio come loro principio. Al contrario, approcciano la situazione e agiscono in base alle proprie nozioni e fantasie, ai propri intenti, obiettivi e desideri, nonché alle proprie preferenze. Persone come queste possono entrare nelle verità realtà? (No.) In cuor loro continuano a nutrire i principi e i metodi con cui tratta il mondo chi non ha fede; classificano ancora le persone in base all’esperienza e all’anzianità, e assegnano loro ogni sorta di rango diverso all’interno della casa di Dio. Per valutare gli altri non usano la verità, bensì le opinioni e i criteri di chi non ha fede. Questo è perseguire la verità? (No.) Anche se quando parlano e predicano sembrano persone che comprendono la verità, traspare forse un minimo di verità realtà nel modo in cui svolgono i loro doveri? (No.) Allora, sono persone che possiedono ingresso nella vita? (No.) Dentro di loro hanno troppe cose corrotte e non arrivano a soddisfare i requisiti necessari per ottenere la salvezza. Se trattano sempre queste cose come un capitale, allora quante delle parole di Dio che comprendono sanno mettere in pratica? Hanno realmente nel cuore la verità o le parole di Dio? Per loro, che peso hanno l’ingresso nella vita e la trasformazione della loro indole? Cos’è che si è radicato esattamente nel loro cuore? Di sicuro tutte le filosofie sataniche e le cose ereditate dall’uomo, nonché le loro nozioni e fantasie riguardo alla fede in Dio. Se queste cose si radicano troppo a fondo nel cuore delle persone, sarà estremamente difficile per loro accettare la verità. Le persone pensano sempre a come il Supremo le considera, se il Supremo le apprezza, se Dio le ha nel cuore e se le conosce. Allo stesso modo considerano gli altri: guardano se il Supremo li apprezza e se Dio è soddisfatto di loro; trattano le persone in modo diverso in base a chi sono. Quando nel loro cuore attribuiscono sempre importanza a queste cose, che effetto può avere la verità su di loro? Che cosa perseguono in realtà coloro che vivono sempre in questi stati e secondo queste filosofie per i rapporti mondani? Sono in grado di entrare nelle verità realtà? (No.) Allora in base a che cosa vivono la loro vita? (Vivono in base alle filosofie sataniche per i rapporti mondani.) Vivono in base alle filosofie sataniche, eppure pensano di possedere conoscenza, di essere istruiti e saggi, e provano molto piacere dentro di sé. Come considerano la casa di Dio? (Come una società.) La vedono come una società. Non hanno ancora abbandonato questa visione. Allora, come possono risolvere questi problemi? Non si tratta solo di leggere le parole di Dio e di riconoscere i fatti che Dio ha esposto. Devono anche sperimentare la potatura, le prove e il raffinamento. Devono inoltre conoscere l’essenza della loro natura, vedere chiaramente l’essenza del capitale, dei doni, della conoscenza e delle qualifiche, abbandonare queste cose, accettare le verità contenute nelle parole di Dio e vivere in base alla verità. Solo così possono risolvere il problema di una natura corrotta.
Perseguire la verità non è facile. Le persone devono imparare a valutare le cose in base alle parole di Dio. In passato, nutrivano molti punti di vista sbagliati. Se non ricercano la verità, non se ne renderanno conto e continueranno ad andare avanti come prima, convinte di essere nel giusto e comportandosi in modo arrogante e ipocrita, tanto che se anche le poterai non ammetteranno comunque il loro errore. È molto difficile cambiare la prospettiva da cui valutano le cose coloro che non perseguono la verità. Per esempio, vedere che nella chiesa c’è qualcuno che in passato era a capo di un’azienda suscita sentimenti di rispetto e ammirazione nei cuori di alcuni. Costoro invidiano, ammirano, stimano e addirittura venerano le persone come questa, la quale gode di prestigio nel loro cuore. Cosa si dovrebbe fare in questa situazione? Dovresti discernere questo individuo, trattarlo in base alle verità principi e vedere se è una persona che ama la verità e la persegue e se è degno di rispetto. Se, dopo aver interagito con lui e aver acquisito discernimento su di lui, appuri che non è una persona di questo tipo, in cuor tuo smetterai di stimarlo e di tenerlo in grande considerazione. Dovresti trattarlo e interagire con lui in modo regolare. Cosa significa trattarlo in modo regolare? Significa essere in grado di trattarlo correttamente. Le persone hanno il cuore colmo di preferenze, desideri e perseguimenti personali, e i loro valori si rivelano in tanti piccoli comportamenti. Se c’è qualcuno che venerano, quando ne parlano usano parole estremamente delicate e educate e si riferiscono a lui in modo particolarmente rispettoso. Questo cosa indica? Che costui gode di prestigio nel loro cuore e che lo stimano. Oltre a questo, ci sono altre cose che dicono. Spesso dicono: “Costui una volta era un funzionario. Se entrasse a far parte della casa di Dio e venisse trattato come una persona normale, non sarebbe appropriato”. Nella loro mente, pensano che la casa di Dio non attribuisca importanza alle persone di talento. Un tale personaggio d’élite è stato in grado di porsi con umiltà e di entrare a far parte della casa di Dio, di essere un credente e di compiere un dovere, eppure nessuno lo ha ammirato né promosso, e il Supremo non ha posto alcuna enfasi nel presentarlo ai fratelli e alle sorelle. Tu chiedi a costoro come se la stia cavando questa persona nei suoi doveri e loro rispondono: “Costui in passato era proprietario di un’azienda e aveva diverse migliaia di persone alle sue dipendenze. Svolgere questo minimo di lavoro non è niente per lui. Non c’è nessuno nella casa di dio che possieda una levatura superiore alla sua. Lui appartiene a un’élite. Non ci sono personaggi d’élite nella casa di dio”. Che razza di discorso è questo? Pensano che il mondo secolare abbia delle élite, ma nella casa di Dio non ce ne sono. Le persone nella casa di Dio hanno la verità; i membri del mondo secolare hanno forse la verità? Tu dici che il mondo secolare ha delle élite, quindi perché non hai fede nelle élite? Perché sei venuto a credere in Dio qui dentro? Nutri delle nozioni su Dio, dovresti tornare di corsa nel mondo secolare. Il fatto che chi la pensa così sia capace di dire cose del genere non significa forse che parla per conto di Satana? Parla per conto di Satana. Crede in Dio ed entra a far parte della Sua casa, ma esalta Satana. Costui ha quasi detto: “Se un certo personaggio famoso crede in dio, sarà quello di levatura più elevata. Se non può essere perfezionato lui, allora il resto di noi non ha speranza. Ai suoi occhi, non siamo niente”. Nel cuore e agli occhi di chi la pensa così, coloro che credono in Dio non sono all’altezza dei personaggi famosi, degli imprenditori e dei funzionari del mondo secolare. Solo queste persone appartengono all’élite e rivestono un peso. Quando leggi tra le righe di ciò che costui dice, è forse una persona che persegue la verità? (No.) Per quanti sermoni ascolti, i suoi punti di vista e i suoi pensieri, le sue opinioni sul mondo, così come le opinioni e i punti di vista che nutre sui personaggi famosi e appartenenti alle élite, non cambiano. Costui ha acquisito la verità? Possiede ingresso nella vita? (No.) Cos’è questo individuo? (Un miscredente.) È un miscredente. È un giuda e un traditore! Nella sua mente, Dio non occupa il gradino più elevato, né lo occupa la verità. Lo occupano invece il potere mondano, il prestigio, la fama e il profitto. Costui è un traditore. Questi sono i pensieri e i punti di vista di Giuda. Sono i pensieri e la logica di Satana. Anche se queste persone sono in grado di capire la verità, i loro pensieri e i loro punti di vista non cambieranno. Ciò che perseguono è la reputazione, il prestigio e il potere. Durante le tue interazioni con un individuo di questo tipo, quando parla con te ha un’espressione strana che ti provoca un certo disagio; è una persona difficile da avvicinare e l’individuo medio è invisibile ai suoi occhi. Ecco perché è capace di nutrire così tante nozioni su Dio. Per quante verità Dio possa esprimere, costui nel suo cuore pone sempre una barriera tra sé stesso e Dio. Pensa che la normale umanità di Dio incarnato sia ordinaria e per nulla grandiosa o potente. Per questo è capace di venerare la conoscenza e i doni e di idolatrare i grandi personaggi. Quando individui arroganti, boriosi e presuntuosi di questo genere, che sono colmi di indole satanica, vedono che Cristo possiede un’umanità normale ed è colmo di verità, come possono inchinarsi e adorarLo? Dentro di loro pensano: “Tu sei dio. Tu hai solo la verità. Non possiedi la conoscenza. Io ho dei doni; la mia conoscenza è più avanzata della tua; i miei talenti sono più avanzati dei tuoi; la mia capacità di gestire le cose è migliore della tua e sono più bravo di te a parlare con il mondo esterno”. Quando svolgono un qualche lavoro nella chiesa, possiedono un qualche capitale o forniscono un qualche contributo, hanno di Dio una stima ancora più bassa. Costoro sono forse persone che perseguono la verità? (No.) Chi non persegue la verità manifesta una miriade di brutti comportamenti e non possiede un briciolo di ragione. Perciò costoro si lasciano spesso invischiare nei fenomeni esteriori delle persone, degli eventi e delle cose: un momento pensano che Dio abbia ragione, il momento dopo pensano che abbia torto; un momento pensano che ci sia un Dio, il momento dopo pensano che non ci sia; un momento pensano che Dio sia Colui che regna sovrano sui Cieli e la terra e su tutte le cose, il momento dopo dubitano che sia così. Il loro cuore è sempre in conflitto e in lotta. Sebbene questo secondo tipo di individuo possieda comprensione spirituale e capisca la verità nel senso più superficiale del suo significato, ossia quello delle mere parole e della mera dottrina, cosa che si può comunque classificare come una certa capacità di comprensione, pur essendo in grado di comprendere alcune verità, non le mette mai in pratica. Quali sono le sue manifestazioni? Il perseguimento del lavoro, delle benedizioni e della soddisfazione della sua vaga fede e del suo sostentamento spirituale, nonché il perseguimento della reputazione e del prestigio. Questo è il secondo tipo di individuo.
Il terzo tipo è costituito da coloro che possiedono comprensione spirituale e perseguono la verità. Coloro che possiedono comprensione spirituale sono in grado di capire cosa stanno dicendo le parole di Dio, di prendere i vari stati esposti nelle parole di Dio e operare confronti con sé stessi, e di riconoscere ciò che di problematico i loro stati presentano. Tuttavia, saper operare confronti non significa essere qualcuno che persegue la verità. Se, dopo aver operato un confronto con te stesso, pratichi e ottieni accesso, solo allora sei qualcuno che persegue la verità. Se le persone sono in grado di comprendere le parole di Dio e utilizzano i principi delle parole di Dio che comprendono come fondamento su cui ottenere davvero accesso, in che modo si manifestano le persone di questo tipo in termini di perseguimento della verità? Per prima cosa, sanno accettare l’incarico ricevuto da Dio e svolgere bene il loro dovere. Inoltre, sono capaci di ricercare la verità di fronte alle circostanze che Dio ha predisposto e di raggiungere la sottomissione. Un altro aspetto è che attribuiscono importanza all’esaminare ogni aspetto dei loro stati e delle loro rivelazioni nella vita quotidiana, e sono quindi in grado di operare confronti con sé stesse in base alle parole di Dio, di risolvere i problemi e di arrivare al punto di avere dei principi nel modo in cui approcciano ogni tipo di questione e di avere un cammino di pratica in ogni genere di questione. Per esempio, l’ultima volta ho condiviso sui sette peccati principali di Paolo e li ho analizzati: voi dovete essere in grado di operare confronti con voi stessi, di comprendere veramente la questione, praticarla e accedervi. Operare confronti e accedere alla vita sono due cose strettamente correlate tra loro. La capacità di operare confronti con te stesso è la porta d’accesso per ottenere l’ingresso nella vita. Il modo in cui vi accederai dopo aver varcato questa porta dipenderà dal fatto che tu comprenda o meno questo aspetto della verità. Quando comprendi un aspetto della verità, puoi entrare in un aspetto della realtà, e quando comprendi due aspetti della verità, puoi entrare in due aspetti della realtà. Se comprendi solamente la dottrina e non possiedi i principi di accesso, non riuscirai a entrare nella realtà. Pertanto, è fondamentale che prima di tutto tu comprenda molte verità. In che modo puoi riuscirci? Devi leggere molte parole di Dio, rifletterci su, fare dei collegamenti tra esse e la tua vita reale e i doveri che svolgi, e trovare dei principi di pratica e un cammino di pratica. A quel punto sarà facile per te entrare nella realtà. Se esistono dei problemi reali, devi confrontarli con i passi pertinenti delle parole di Dio e risolverli. Se nutri delle nozioni o delle incomprensioni su Dio, allora è ancora più necessario che tu operi dei confronti con le parole di Dio e sia in grado di discernere in che modo queste nozioni o queste incomprensioni sono effettivamente sbagliate e qual è la natura di tali problemi. Devi saper analizzare questi problemi e poi ricercare le verità corrispondenti per risolverli. Questo è il percorso per l’ingresso nella vita. Paolo svolse tanto lavoro, ma possedeva un percorso per l’ingresso nella vita? Assolutamente no. Quale fu il primo dei sette peccati principali di Paolo? Egli trattava il perseguimento di una corona e delle benedizioni come un obiettivo appropriato. In cosa è sbagliato trattare il perseguimento delle benedizioni come un obiettivo? È in completa opposizione alla verità e in pieno contrasto con l’intenzione di Dio di salvare le persone. Poiché essere benedetti non è un obiettivo appropriato da perseguire, quale obiettivo è appropriato? Il perseguimento della verità, il perseguimento dei cambiamenti dell’indole e la capacità di sottomettersi a tutte le orchestrazioni e le disposizioni di Dio: questi sono gli obiettivi che le persone dovrebbero perseguire. Supponiamo, per esempio, che essere potato ti porti a nutrire nozioni e incomprensioni e che diventi incapace di sottometterti. Perché non sei in grado di sottometterti? Perché senti che la tua destinazione o il tuo sogno di essere benedetto sono stati messi in discussione. Diventi negativo e ti arrabbi, e tenti di evitare di svolgere il tuo dovere. Qual è il motivo? C’è un problema nel tuo perseguimento. Come si può risolvere questo problema? È indispensabile che abbandoni subito queste idee sbagliate e che ricerchi immediatamente la verità per risolvere il problema della tua indole corrotta. Dovresti dire a te stesso: “Non devo arrendermi, devo continuare a svolgere bene il dovere che spetta a un essere creato e mettere da parte il mio desiderio di essere benedetto”. Quando rinunci al desiderio di essere benedetto e percorri il cammino del perseguimento della verità, ti togli un peso dalle spalle. E a quel punto sei ancora capace di essere negativo? Anche se ci sono ancora momenti in cui lo sei, non permetti che questo ti limiti e, nel tuo cuore, continui a pregare e a lottare, cambiando l’obiettivo del tuo perseguimento da quello di essere benedetto e ottenere una destinazione al perseguimento della verità, e pensi tra te e te: “Perseguire la verità è il dovere di un essere creato. Capire certe verità oggi: non si potrebbe raccogliere un frutto più prezioso, questa è la più grande benedizione di tutte. Anche se Dio non mi vuole, non ho una buona destinazione e le mie speranze di essere benedetto si sono infrante, svolgerò comunque il mio dovere adeguatamente, sono obbligato a farlo. Qualunque sia il motivo, non influirà sullo svolgimento del mio dovere, non influirà sul compimento dell’incarico ricevuto da Dio; questo è il principio secondo cui mi comporto”. E, così facendo, non hai forse trasceso i vincoli della carne? Qualcuno potrebbe dire: “Sono ancora negativo, e con ciò?” Allora ricerca di nuovo la verità per risolvere il problema. Per quante volte tu possa precipitare nella negatività, se continui semplicemente a ricercare la verità per risolvere il problema e a impegnarti per acquisire la verità, uscirai lentamente dalla tua negatività. Un giorno sentirai di non desiderare di ottenere benedizioni e di non essere limitato dalla tua destinazione e dal tuo esito, e che una vita senza queste cose è più facile e più libera. Sentirai che la vita che avevi prima, in cui ogni giorno vivevi allo scopo di ottenere le benedizioni e il tuo esito, era estenuante. Ogni giorno parlare, lavorare e arrovellarsi il cervello per ottenere benedizioni; e alla fine che cosa ne guadagni? Che valore ha una vita del genere? Non hai perseguito la verità, sprecando invece tutti i tuoi giorni migliori in cose insignificanti. Alla fine, non hai acquisito alcuna verità e non sei stato in grado di parlare di alcuna testimonianza esperienziale. Ti sei reso ridicolo, hai perso ogni dignità e hai fallito. E qual è, in effetti, la causa di tutto ciò? Il fatto che il tuo intento di ottenere benedizioni era troppo forte, che il tuo esito e la tua destinazione occupavano il tuo cuore e ti vincolavano troppo. Ma quando arriverà il giorno in cui uscirai dalla schiavitù delle tue prospettive e del tuo destino, sarai in grado di lasciarti tutto alle spalle e di seguire Dio. Quando sarai capace di abbandonare completamente queste cose? Mentre il tuo ingresso nella vita si approfondirà senza sosta, raggiungerai un cambiamento nella tua indole, ed è allora che sarai in grado di abbandonare queste cose completamente. Alcuni dicono: “Posso abbandonarle quando voglio”. Questo è forse coerente con la legge naturale? (No.) Altri dicono: “Ho capito tutto da un giorno all’altro. Sono una persona semplice, non complicata o fragile come tutti voi. Le vostre ambizioni e i vostri desideri sono troppo grandi, e questo dimostra che la vostra corruzione è più profonda della mia”. È così che stanno le cose? No. Tutta l’umanità ha la stessa natura corrotta, senza differenze di profondità. L’unica differenza tra gli uomini sta nel possedere o meno umanità e nel tipo di persona che si è. Coloro che amano e accettano la verità sono capaci di una conoscenza relativamente profonda e chiara della propria indole corrotta, e gli altri pensano erroneamente che queste persone siano profondamente corrotte. Coloro che non amano e non accettano la verità pensano sempre di non avere corruzione, che con qualche buon comportamento in più saranno persone sante. Questo punto di vista è ovviamente errato: il fatto non è che la loro corruzione sia superficiale, ma che non capiscono la verità e non hanno una chiara conoscenza dell’essenza e della verità della loro corruzione. In breve, per credere in Dio bisogna accettare la verità, praticarla, entrare nella realtà e raggiungere dei cambiamenti nella propria indole di vita prima di poter modificare la direzione e il percorso errati del proprio perseguimento, e prima di poter risolvere completamente il problema del perseguire le benedizioni e del percorrere il cammino degli anticristi. In questo modo, si può essere salvati e perfezionati da Dio. Tutte le verità che Dio esprime per giudicare e purificare l’uomo sono volte a questo scopo.
Ora, c’è qualcuno tra di voi che continua a desiderare di essere Dio? (No.) Non nutrite questo desiderio perché non osate, oppure perché non avete la speranza o il contesto e l’ambiente adatti? È difficile dirlo. In primo luogo, di certo non c’è nessuno che desidera perseguire attivamente di essere Dio. Tuttavia, se in circostanze particolari ci fossero persone che ti venerassero, ti esaltassero, che spesso si complimentassero con te e ti elogiassero, nei cui cuori godessi di prestigio e le quali senza rendersene conto ti considerassero una sorta di immagine perfetta e potente, e che, pur non testimoniando che tu fossi Dio e sapendo che sei un essere umano, comunque ti venerassero, ti obbedissero e ti trattassero come se fossi Dio, tu come ti sentiresti dentro di te? Non proveresti forse un piacere e una soddisfazione eccezionali? (Sì.) Ciò basta a dimostrare che ancora nutri questo desiderio. Tutti coloro che possiedono un’indole corrotta hanno il desiderio di essere Dio. È solo che, quando nessuno ti tratta come Dio, senti di non disporre dei requisiti. Quando sentirai di averli, quando l’ambiente sarà giusto e le condizioni favorevoli, ti eleverai a tale posizione. O magari non sarai tu a elevarti ma, quando altre persone lo faranno con convinzione, resterai comunque umile? Accetterai quest’elevazione “senza riserve”. Che cosa sta succedendo qui? La natura di Satana si è radicata nel profondo delle persone e ancora non è stata eliminata: esse non vogliono mai essere persone, vogliono sempre essere Dio. Si può essere Dio semplicemente desiderandolo? Satana ha sempre voluto essere Dio, e cosa gli è successo? È stato gettato dal cielo giù sulla terra. Questo è stato il destino di Satana per aver voluto essere Dio. DiteMi, cosa provo Io riguardo alla Mia identità, al Mio prestigio e alla Mia essenza? Voi di certo non lo sapete. Non provo nulla; è tutto perfettamente normale. Dio incarnato è estremamente pratico e normale. Non c’è nulla di soprannaturale in Lui, Egli non prova sentimenti particolari. Tu sai cosa pensi, sai cosa ti piace, sai in quale famiglia sei nato, quanti anni hai, che istruzione hai ricevuto e che aspetto hai. Ma è normale che tu sappia qual è la tua essenza interiore, o è normale che tu non lo sappia? (È normale non saperlo.) È normale non provare alcun sentimento al riguardo. Provarne sarebbe soprannaturale. Non sarebbe della carne e non sarebbe normale umanità. La soprannaturalità è anormale. Coloro che si comportano sempre in modo anormale e hanno sentimenti anormali sono spiriti maligni, non esseri mortali. Alcuni Mi chiedono se so chi sono. DiteMi, lo so? Dovrei saperlo? Ho la logica e i modi di pensare dell’umanità normale. Ho pensieri normali e una normale vita routinaria della carne. Possiedo la coscienza, la ragionevolezza e il giudizio dell’umanità normale, e i principi di comportamento, di gestione delle questioni e di interazione con gli altri dell’umanità normale. Queste cose sono tutte chiare. Possiedo tutti i principi riguardanti il modo di agire e di trattare le diverse persone, come aiutare gli altri e chi aiutare. Vivere nella normale umanità e fare le cose che sono tenuto a fare è normale umanità. Non c’è nulla di soprannaturale. Dio non fa cose soprannaturali. È normale che Io non lo sappia. Se lo sapessi, sarebbe un problema. Perché sarebbe un problema? Se lo sapessi, porterei un fardello; sarebbero coinvolte troppe questioni, e anche in contrasto tra loro, perché la parte che Io conoscerei non apparterrebbe alla carne né al mondo materiale; sarebbe soprannaturale, e in contrasto con le questioni di questo mondo. Proprio come alcuni possono vedere cose che accadono nel regno spirituale. Vivono nella carne e nel mondo materiale, eppure vedono un mondo non umano, immateriale. Riescono a vedere due mondi e sono capaci di dire cose strane. Non è normale, e influenza i pensieri e il lavoro degli altri. A parte questo, per coloro che credono in Dio e perseguono la verità è comunque necessario sapere qualcosa sulle questioni del regno spirituale. Di molte cose, alle persone non è dato sapere, ma il non sapere non è una perdita: va bene sia sapere che non sapere. Dio ha già delimitato la gamma di cose che gli esseri mortali possono capire, sapere e provare. Dio non pronuncia una sola frase in meno di quelle che ti serve conoscere: ti dice tutto e non consente lacune nella tua conoscenza. Tuttavia, Egli tiene accuratamente fuori ciò che non hai bisogno di sapere. Non te ne parlerà e non turberà i tuoi pensieri e la tua mente. Un altro aspetto è che per gli esseri mortali le questioni del regno spirituale sono una sorta di mistero, fenomeni strani o questioni appartenenti a un mondo differente. In cuor loro, le persone vogliono saperne un po’, ma cosa puoi fare con questa conoscenza? Puoi verificarla? Puoi esserne parte? Molte questioni del regno spirituale sono segrete e non possono essere rivelate prima del tempo. Sono cose a cui nessuno può prendere parte; è sufficiente conoscerne una quantità limitata. Dio regna sovrano su questo mondo e su questa razza umana, e vi sono troppi misteri. Ciò che dovremmo comprendere sono le parole e le verità di Dio e le Sue intenzioni; dovremmo entrare nelle verità realtà, raggiungere la sottomissione a tutta la sovranità di Dio a cui gli uomini sono in grado di accedere, la quale possono comprendere e riconoscere, e poi diventare capaci di temere Dio, riconoscere Dio come il proprio Creatore e riconoscere il fatto che Egli regna sovrano su ogni cosa, diventando finalmente capaci di pronunciare le parole che disse Giobbe: “Jahvè ha dato, Jahvè ha tolto; sia benedetto il nome di Jahvè” (Giobbe 1:21). Cosa devono sperimentare le persone per ottenere questo risultato? Devono sperimentare il giudizio e il castigo, essere potate, messe alla prova e raffinate, nonché sperimentare ogni tipo di circostanza disposta da Dio e attraverso di essa conoscere le Sue azioni, la Sua indole, comprendere l’essenza del Creatore ed essere in grado di operare confronti tra sé stesse e le parole di Dio che hanno letto o i sermoni che hanno ascoltato. In definitiva, indipendentemente dal modo in cui Dio le tratta, sia che tolga sia che dia, le persone ottengono una comprensione equa e accurata delle Sue azioni, e vi si sottomettono e le accettano in un modo che si confà alla ragionevolezza degli esseri creati. È questo l’obiettivo che Dio intende realizzare.
Torniamo al tema della nostra comunione di oggi. Le manifestazioni di coloro che perseguono la verità e quelle di coloro che non perseguono la verità rientrano fondamentalmente in queste tre categorie. Ho fatto una distinzione dettagliata tra questi tre tipi di persone: il primo tipo è costituito da coloro che non possiedono comprensione spirituale, il secondo tipo da coloro che possiedono comprensione spirituale ma non perseguono la verità, e il terzo da coloro che possiedono comprensione spirituale e perseguono la verità. Di questi tre tipi, quale ha la speranza di entrare nelle verità realtà e di ottenere la salvezza? (Il terzo.) Quale tipo di individuo ha la speranza di entrare nelle verità realtà nel senso di poter evolvere e trasformarsi in qualcuno che possiede le verità realtà? (Il secondo tipo.) Stando così le cose, il primo tipo di persona è stato effettivamente condannato a morte? Coloro che non possiedono comprensione spirituale possono trasformarsi in persone che la possiedono, o che la possiedono in parte? C’è un po’ di speranza che coloro che non possiedono comprensione spirituale diventino persone che la possiedono in parte, e questo è un po’ meglio che non possederla affatto. Tra questi tre tipi di individui, quale ha maggiori speranze di essere salvato? (Il terzo tipo.) E che Mi dite di quelli che appartengono al secondo tipo? (Dipende dal loro perseguimento personale. Se sono in grado di cambiare veramente, pentirsi e perseguire la verità, allora possono sperare di essere salvati.) PermetteteMi di essere franco con voi. Non avete ancora acquisito totale chiarezza in merito al secondo tipo di persona. Pur possedendo comprensione spirituale, tutti gli appartenenti a questo secondo tipo sono individui che non perseguono la verità, e questo è un aspetto cruciale. Indipendentemente dal fatto che abbiano o meno comprensione spirituale, fintanto che non perseguono la verità, non possono assolutamente ottenere la salvezza. Il tipo di individui su cui intendo porre l’accento è il primo: coloro che non possiedono comprensione spirituale. Poniamo il caso in cui non abbiano comprensione spirituale ma possiedano una buona umanità, si spendano di buon grado per Dio, ascoltino tutto ciò che Dio dice e abbiano un cuore sottomesso, solo che non possiedono comprensione abilità in merito alla verità, ma sono in grado di capire alcune delle parole di Dio e di valutare sé stessi in base a esse, e poi di metterle in pratica e accedervi. Costoro hanno la speranza di essere salvati. Possono arrivare gradualmente a possedere comprensione spirituale facendo questa esperienza per un certo periodo di tempo. Più attentamente leggono le parole di Dio, più lo Spirito Santo li illumina; sono in grado di confrontare ciò che comprendono delle parole di Dio con i loro stati personali, accettano di essere potati da Dio, Ne accettano il giudizio, il castigo, le prove e il raffinamento, pagano il prezzo necessario e alla fine ottengono alcuni cambiamenti di indole corrispondenti. Anche questi individui rientrano tra coloro che perseguono la verità. Dal momento che sono considerati persone che perseguono la verità, possono dunque sperare di essere salvati? (Sì.) Sì, possono sperarlo, e quindi non possono essere condannati a morte. Al contrario, è difficile dire quale sarà l’esito per il tipo di persone capaci di comprendere la verità e di valutarsi in base a essa ma che non vi entrano mai. Qual è la causa ultima di questo problema? (Il loro atteggiamento verso la verità.) È il loro atteggiamento nei confronti della verità, che è di irriverenza e disprezzo. Cosa significa “disprezzo”? Significa non accettare la verità, guardare la verità dall’alto in basso. Significa non riconoscere le parole di Dio come verità e non prenderle sul serio. Per quanto costoro comprendano ciò che ascoltano, non praticano la verità, e per quanto valutino sé stessi in base a essa, se anche sanno che tipo di persone sono, comunque non si pentono. Pur sapendo che l’aspetto più cruciale della fede in Dio è mettere in pratica la verità, la parola “pratica” è per loro irrilevante. Queste persone non vengono salvate facilmente.
Ora, in che modo dovremmo definire il perseguimento della verità? Che cos’è esattamente? Chi sa dirMelo? (È essere in grado di accettare le parole di Dio, di usare le parole di Dio per riflettere su di sé e operare confronti con sé stessi, e inoltre possedere ingresso nella vita. Solo questo conta come perseguimento della verità.) Esatto. Solo chi è capace di accettare e di praticare la verità è qualcuno che persegue la verità. Se un individuo non accetta le parole di Dio e non sa riflettere su sé stesso, allora non otterrà l’ingresso nella vita e non sarà una persona che persegue la verità. Intercorre quindi una relazione diretta tra il perseguimento della verità e l’ingresso nella vita. Se qualcuno è capace di pronunciare molte parole e dottrine ma non ha mai praticato la verità, se non possiede vera fede in Dio e se, pur sapendo chiaramente che qualcosa rientra nella sovranità e nelle disposizioni di Dio e proviene da Lui, non si sottomette, bensì si oppone, giudica e continua a ribellarsi, senza smettere di vivere secondo filosofie sataniche e di agire in base alle proprie preferenze, allora non è una persona che persegue la verità. Alcuni possiedono comprensione spirituale e riescono a capire le parole di Dio, ma non amano la verità, quindi non la mettono in pratica; questi individui non rientrano tra coloro che perseguono la verità. Alcuni sono disposti a perseguirla, ma possiedono una levatura troppo scarsa e non sono in grado di raggiungere la verità. Di conseguenza, credono in Dio per molti anni ma non riescono a comprendere la verità. Tali individui rientrano tra coloro che perseguono la verità? No. Quali sono le più evidenti manifestazioni di coloro che non la perseguono? Le manifestazioni principali sono che non leggono le parole di Dio, non sono disposti a pregarLo né tantomeno a condividere sulla verità, e neppure a partecipare alle riunioni o ad ascoltare i sermoni. Quando ascoltano i sermoni, hanno la sensazione che ogni parola sia diretta a loro e li metta a nudo, cosa che li fa sentire con le spalle al muro e a disagio. Così, ogni volta che è il momento di ascoltare un sermone, vogliono solo dormire o perdersi in chiacchiere inutili. C’è un elevato numero di individui di questo tipo. Credono in Dio solo per essere benedetti, non al fine di accettare e acquisire la verità, di liberarsi dalla corruzione, di vivere una sembianza umana o di ottenere la salvezza da parte di Dio. La radice del problema è innanzitutto che non amano la verità e non sono interessati a essa. Credono in Dio solo per ottenere benedizioni. Questo è tutto ciò che bramano. Per ottenere benedizioni, sanno offrire manodopera e fare rinunce, ma non sono capaci di accettare la verità e non sono interessati a essa. Pensano che sia sufficiente comprendere le dottrine, che compiere meno azioni malvagie significhi essere cambiati e che offrire manodopera, fare rinunce e in più soffrire li renda degni di essere benedetti. Questa è la loro visione della fede in Dio. Perciò, per quanti anni credano, per quanta dottrina comprendano e sappiano predicare, e per quante parole conformi alla verità pronuncino, non sono mai in grado di praticare la verità, continuano a rivelare un’indole ostinata, permissiva e sfrenata, proteggono il loro orgoglio e i loro interessi personali in ogni occasione, sono particolarmente egoisti e meschini, e neanche quando vengono rimproverati o potati, riescono ad accettarlo, né manifestano la minima sottomissione. Costoro fanno quello che vogliono; non consultano gli altri prima di agire e, se anche lo fanno, accade solo quando non hanno altra scelta e semplicemente come mera formalità; parlano in modo indiretto, girano intorno alle questioni, e alla fine portano gli altri a fare quello che dicono loro. Quale indole rivela questa maniera di agire? (Ingannevolezza.) Non si tratta di semplice ingannevolezza: è qualcosa di ancora più grave. Per quanto costoro possano usare parole in apparenza gradevoli nel dare consigli agli altri, spiegando loro che si tratta delle disposizioni della casa di Dio e inducendoli a sottomettersi, quando si tratta di sé stessi non è così che si comportano. Al contrario, sono intransigenti e ribelli, non si sottomettono e sono incapaci di sottomettersi alle orchestrazioni e alle disposizioni di Dio. Oltre a questo, come si manifestano nelle interazioni con gli altri? Agiscono secondo filosofie per i rapporti mondani, cercando un vantaggio in ogni occasione e proteggendo le loro relazioni personali. Gli individui di questo tipo possiedono un’indole particolarmente insidiosa. Cos’è questa insidia alla fine dei conti? In definitiva, è malvagità. Di solito è difficile per le persone riconoscere un’indole malvagia. Quando coloro che possiedono un’indole malvagia parlano con gli altri, c’è sempre una componente di test e di vaglio delle informazioni. Non parlano in modo diretto e, anche se si aprono, il loro scopo è solo quello di far parlare il tuo cuore: non rivelano mai nulla di vero su sé stessi. Alcuni Mi dicono: “Come puoi affermare che non rivelano mai nulla di vero su sé stessi? Non fanno che condividere con gli altri in merito all’indole corrotta che personalmente rivelano”. Che cosa conta quel po’ di condivisione? Non dicono a nessuno ciò che pensano veramente dentro di sé. Inoltre, fanno ricorso a ogni sorta di tattica e di metodo, o a giri di parole di ogni tipo, per coprire e camuffare pesantemente chi sono, fornendo agli altri una falsa immagine di sé. Se alcune persone vengono a conoscenza di come costoro sono fatti davvero e delle cattive azioni che hanno compiuto, essi si limitano a fingere e a pronunciare qualche parola di rimorso, adottando metodi ingannevoli per far credere agli altri di essersi pentiti ed essere cambiati. Se fanno di nuovo qualcosa di male e le loro cattive azioni vengono rivelate, così che gli altri si rendono conto che costoro sono in realtà persone malevole, allora si arrovellano il cervello ed escogitano tutti i modi possibili per coprire questo fatto e far sì che gli altri continuino a trattarli come fratelli o sorelle. Che indole è questa? È un’indole malvagia. Coloro che possiedono questo tipo di indole malvagia non solo non accettano in alcun modo la verità, ma sono abili nel fingere e trovano sempre un modo astuto per discolparsi o giustificarsi. Sono farisei ipocriti. Ciò che simili individui temono di più sono le condivisioni sulla verità, aprire il proprio cuore per conoscere e analizzare sé stessi o la messa a nudo dei dati di fatto reali di una questione e quindi essere loro stessi smascherati. Ogni volta che qualcuno condivide sulla verità, provano estremo fastidio e non vogliono ascoltare; in cuor loro vi si oppongono e sono contrariati. Questo smaschera completamente il loro spregevole aspetto di avversione nei confronti della verità. Oltre a comprendere la verità ma non praticarla, gli individui di questo tipo manifestano un altro problema: hanno un atteggiamento di opposizione e di disprezzo nei confronti delle cose positive e dei punti di vista corretti, soprattutto verso le parole che sono in linea con la verità. Quando si tratta di una qualsiasi cosa positiva o di una qualsiasi parola in linea con la verità, a meno che non siano quelle che loro considerano buone o non le abbiano pronunciate loro stessi ma qualcun altro, non le accettano. Che indole è questa? Stoltezza, intransigenza e stupidità. Come andrebbe valutato se una persona persegue o no la verità? L’aspetto principale da guardare è ciò che rivela e manifesta nello svolgimento abituale dei suoi doveri e nelle sue azioni. Da questo si può vedere l’indole di una persona. Dalla sua indole, si può vedere se ha ottenuto qualche cambiamento o qualche ingresso nella vita. Se qualcuno, nell’agire, non rivela altro che un’indole corrotta e non possiede nessuna verità realtà, sicuramente non è una persona che persegue la verità. Coloro che non perseguono la verità possiedono ingresso nella vita? No, certamente no. Le cose che fanno ogni giorno, il loro correre di qua e di là, i loro sforzi, la loro sofferenza, il prezzo che pagano: qualunque cosa facciano non è altro che offrire manodopera, ed essi sono operai. Indipendentemente dal numero dei suoi anni di fede in Dio, ciò che conta di più è se una persona ami o no la verità. Si vede ciò che una persona ama e persegue da ciò che più le piace fare. Se la maggior parte delle cose che un individuo fa sono conformi alle verità principi e ai requisiti posti da Dio, allora si tratta di qualcuno che ama e persegue la verità. Se è in grado di mettere in pratica la verità, e se le cose che fa ogni giorno rientrano nell’adempimento del suo dovere, allora ottiene l’ingresso nella vita e possiede le verità realtà. Potrà anche comportarsi in maniera inappropriata in certe questioni, non afferrare accuratamente le verità principi, oppure nutrire al riguardo pregiudizi ostinati, o magari a volte potrà essere arrogante e presuntuoso, persistere sulle sue posizioni e non riuscire ad accettare la verità; ma, se in un secondo momento è in grado di pentirsi e di mettere in pratica la verità, questo prova senza alcun dubbio che possiede ingresso nella vita e persegue la verità. Se, nel corso dello svolgimento del proprio dovere, una persona non rivela altro che un’indole corrotta, menzogne a volontà, orgoglio, sfrenatezza ed estrema arroganza, se fa tutto ciò che vuole e a modo suo, e così via, e se, per quanti anni abbia creduto in Dio e per quanti sermoni abbia ascoltato, alla fine non cambia minimamente la sua indole corrotta, allora di sicuro non è una persona che persegue la verità. Molti credono in Dio per parecchi anni, non sono esteriormente persone malevole e manifestano persino alcuni buoni comportamenti. Credono in Dio con molto fervore, ma la loro indole di vita resta del tutto immutata, e non hanno nemmeno una minima testimonianza esperienziale da condividere. Non sono forse persone miserevoli? Dopo tanti anni di fede in Dio, non sanno parlare della benché minima testimonianza esperienziale. Non sono altro che meri operai. Sono veramente miserevoli! In breve, per valutare se una persona persegue la verità e possiede ingresso nella vita, bisogna guardare alla sua indole e alla sua essenza così come le rivela e le esprime, e vedere se opera un cambiamento della sua indole. Parlare sempre di parole e dottrine e ricorrere a camuffamenti e inganni non sono cose che possono essere sostenute a lungo. Chi si comporta così fa solo del male a sé stesso, non inganna gli altri. Prima o poi, chi non accetta e non persegue la verità verrà rivelato ed eliminato. Solo chi accetta e pratica la verità può ottenere l’ingresso nella vita e cambiare la propria indole.
Ho finito di condividere su che cos’è l’ingresso nella vita, su che cos’è il perseguimento della verità e su tutte le diverse manifestazioni di coloro che perseguono la verità. Le persone dovrebbero confrontare sé stesse con queste cose e, una volta compresa la verità, devono metterla in pratica. Qual è la più grande difficoltà per la maggioranza di coloro che credono in Dio? È che capiscono la verità ma non la mettono in pratica. Sebbene sappiano operare confronti tra sé stessi e le parole di Dio dopo averle lette e siano in grado di acquisire una certa conoscenza di sé, perché non riescono a mettere in pratica la verità? La maggior parte delle persone non riesce a trovare la ragione. Per esempio, tutti possiedono un’indole arrogante, tutti sono particolarmente arroganti e presuntuosi. Gli individui perlopiù sono in grado di riconoscerlo, ma possono forse evitare di rivelare la propria arroganza? Non è facile riuscirci. Sebbene siano in grado di confrontare sé stessi con le parole di Dio quando le leggono, riconoscano di avere un’indole arrogante e abbiano un cammino di pratica, la cosa difficile è che quando fanno qualcosa hanno spesso le loro preferenze, le loro intenzioni e i loro obiettivi personali, e non riescono a rendersi conto che queste cose sono tutte correlate alla loro indole corrotta. Devono imparare ad acquisire discernimento su di esse e devono capire la verità, rettificare ciò che va rettificato e abbandonare ciò che va abbandonato. In altre parole, non dovrebbero più agire in nome delle loro intenzioni, dei loro desideri, del loro orgoglio, del loro prestigio e dei loro interessi. Dovrebbero arrestare il corso delle loro azioni malvagie e astenersi dal pronunciare una sola altra frase o compiere una sola altra azione in nome dei loro interessi personali. Se farai questo, avrai già guadagnato un cuore di pentimento e iniziato a trasformare il tuo lato negativo. Se prendessi un’ulteriore iniziativa e, oltre a non parlare per te stesso, fossi anche capace di analizzarti, permettendo ai tuoi fratelli e sorelle di vedere la manifestazione della tua indole arrogante in modo che possano imparare da essa, trarne qualche insegnamento, ottenerne dei benefici e trovare un cammino di pratica, sarebbe ancora meglio. Qual è la difficoltà? La difficoltà è abbandonare tutte le tue intenzioni, i tuoi scopi, le tue ambizioni, i tuoi desideri e interessi, non agire per te stesso, non darti da fare e non affannarti per il tuo interesse personale. Paolo disse di aver finito la sua corsa. Per chi la stava compiendo? (La compiva per essere benedetto e ottenere una corona.) Ma Paolo era privo di tale comprensione. Probabilmente pensava comunque che la stava percorrendo per Dio e per portare a termine l’incarico ricevuto da Lui, non certo per sé stesso. Ecco perché osava mettersi in mostra e testimoniare sé stesso in modo così vanaglorioso e spudorato. Si stava ovviamente discolpando e giustificando. Allo stesso tempo, questa è anche la prova più evidente del fatto che stesse testimoniando che per lui il vivere era cristo. Stava sfacciatamente testimoniando sé stesso e opponendosi alla verità; stava bestemmiando la verità. Oggi ci sono molte persone che venerano Paolo, che hanno il cuore colmo di ambizioni e desideri, che vogliono testimoniare sé stesse: “Ho combattuto il buon combattimento, ho finito la corsa, ho conservato la fede. Ormai mi è riservata la corona di giustizia” (2 Timoteo 4:7-8). Così facendo, non stanno forse dando libero sfogo ai loro desideri e alle loro ambizioni, lasciandoli aumentare continuamente e rivelandoli in ogni situazione affinché si realizzino? Se non riesci a trionfare sui tuoi desideri, allora per te è tutto finito; non potrai entrare nelle verità realtà. Qual è il nocciolo della questione? (Dobbiamo ribellarci alle nostre intenzioni.) Ribellarvi alle vostre intenzioni è un modo negativo di praticare. Tu devi anche essere in grado di esporli attivamente, proprio come quando esponi le altre persone. Se tu facessi un’affermazione del tipo: “Vi dirò la verità su di me: ho ambizioni piuttosto eccessive e desidero conquistarvi. In questo momento mi sto aprendo con tutti voi. Sono disposto a ribellarmi alla carne; non sarò complice di Satana. Il mio scopo nell’espormi in questo modo è mostrarvi chiaramente il mio vero volto, così non mi riverirete”, che effetto produrrebbe questo modo di praticare? Di sicuro tutti ti ammirerebbero. Non sarebbe molto meglio della riverenza e dell’alta stima che otterresti in cambio del tuo far ricorso a ogni sorta di vili tattiche? (Sì.) Almeno questo è positivo. Tutti nutrirebbero una certa ammirazione per te, ma ti stimerebbero? Magari qualcuno sì, però tu devi trovare il modo di indurli ad abbandonare questo comportamento. Mettiti sempre a nudo, dicendo: “Anch’io sono ribelle, e la mia ribellione è più grave della vostra. Anch’io sono ingannevole e malvagio. Quando ho parlato quella volta, avevo in mente un obiettivo, che era quello di indurvi a stimarmi e a non guardarmi dall’alto in basso”. Dopo che tutti avranno sentito queste tue parole, non solo in cuor loro non ti guarderanno dall’alto in basso, ma ti rispetteranno ancora di più. Si tratta di un modo di praticare alla luce del sole. Solo coloro che amano la verità lo attueranno; coloro che non la amano non ne sono in grado, qualunque cosa accada. Se in cuor tuo pensi che fare questo sia qualcosa di davvero positivo e un grande privilegio, che sia gradito a Dio, e aspiri a comportarti in questo modo, e se nutri un forte desiderio nel tuo cuore, credendo che dovresti farlo e che questo è il tipo di persona che dovresti essere, una persona che gioca a carte scoperte, onesta e le cui parole non celano alcuna menzogna, una persona che si ribella alla sua indole corrotta e a Satana, solo allora sarai il tipo di persona che vive veramente nella luce. Se ti attrae questo tipo di persona e se ami esserlo, allora sarai in grado di amare la verità, di entrare nella verità e di abbandonare le cose che appartengono a Satana. Se invece sei ancora interessato alle tue intenzioni, ai tuoi scopi, alle tue ambizioni, ai tuoi desideri e interessi, e continui a nutrire una persistente passione per il perseguimento della conoscenza, della fama, del profitto e del prestigio, allora queste cose hanno ancora un posto nel tuo cuore. Tu dici: “Lasciatemi fare con calma finché non possiederò la statura adeguata, poi vedremo”. Questo si chiama essere indulgente con te stesso e non saperti ribellare completamente a te stesso. Se mostri una tale indulgenza verso di te, il tuo ingresso nella vita ne viene rallentato, e non solo i problemi della brama dei piaceri carnali e della brama dei vantaggi del prestigio non vengono risolti, ma diventano anche via via più ostinati. Dunque, il tuo cuore può essere del tutto epurato dalle cose che appartengono a Satana? La tua esperienza di vita può comunque farsi più profonda e la tua vita può continuare a crescere? Puoi ancora essere perfezionato da Dio? Ormai sei precipitato nei piaceri della carne, e i vantaggi del prestigio ti hanno incatenato stretto; puoi ancora liberartene? Tu non vuoi liberarti; lentamente, diventerai qualcuno che inganna le persone. Questo costituirà un problema, e il tuo peccato sarà grave. Perché le cose sono finite nel modo in cui sono finite per Paolo? Perché egli non perseguiva affatto la verità. Perseguiva sempre i suoi ideali e i suoi desideri e voleva controllare i prescelti di Dio in modo che tutti loro lo seguissero ed emulassero. Voleva inoltre fare leva sul suo duro lavoro e sul prezzo che pagava per stringere un accordo con Dio e ottenere ricompense e una corona. Alla fine, Dio lo punì. Se qualcuno segue esattamente lo stesso cammino di Paolo, allora è al di là di ogni possibilità di essere aiutato e per lui è completamente finita. Chiunque appartenga alla stessa categoria di persone cui apparteneva Paolo è un anticristo che non si pentirà in nessun caso. Se manifesti solo alcuni degli stati che manifestava Paolo e l’obiettivo che persegui è leggermente diverso dal suo, allora devi pentirti subito, e forse ce la farai in tempo. Se ti comporti come si comportava Paolo, lo rispetti e sei esattamente come lui, allora non solo sei un miscredente, ma vuoi anche essere Dio ed essere Cristo. Questo non è forse volerti mettere allo stesso livello di Dio? In cuor tuo, adori il dio vago nel cielo; vuoi metterti sullo stesso livello di Cristo, e persino trattare i tuoi doni e la tua conoscenza come fossero la vita, e i perseguimenti inappropriati come fossero corretti. Gli obiettivi che persegui e il modo in cui li persegui si avvicinano sempre più a quelli di Paolo e corrispondono sempre più perfettamente ai suoi perseguimenti. Questo costituirà un problema per te; sei del tutto senza speranza e non puoi essere salvato. Devi fare come Pietro e seguire il cammino del perseguimento della verità, ribellarti completamente alla carne e alle cose che appartengono a Satana, e solo allora potrai sperare di essere salvato. Ora possedete un cammino per ricevere la salvezza? (Non smettere mai di metterci a nudo e abbandonare noi stessi.) Per prima cosa, devi abbandonare le tue intenzioni, i tuoi obiettivi, le tue ambizioni e i tuoi desideri personali. Che tu persegua attivamente o che lo faccia in modo negativo e passivo, devi abbandonare queste cose e imparare a sottometterti. Questo è di estrema importanza. Se quando ti capita qualcosa decidi di agire in un certo modo, devi innanzitutto valutare per quale motivo stai agendo così. Se è per l’orgoglio e il prestigio, allora fermati subito e rallenta i passi che stai facendo in direzione di quel modo di agire. Devi pregare: “Dio, non sono disposto a fare ciò. Voglio ribellarmi a questo, ma non ho la forza. Ti prego, dammi la forza, proteggimi e ferma le mie azioni malvagie”. Allora, senza rendertene conto, avrai la forza. A volte la capacità delle persone di vincere il peccato e di ribellarsi alla carne e alla loro indole corrotta deriva dal loro desiderio, dalla loro volontà e dalla loro aspirazione ad amare la verità. A volte è necessaria l’opera di Dio e occorre affidarsi a Dio; le persone non possono abbandonarLo. A volte comprendi la verità, hai un cammino da seguire e pensi di poter vivere in modo indipendente, ma quando ti trovi di fronte a nuove circostanze non sai come praticare: devi pregare Dio e affidarti a Lui. La vita delle persone è piena di alti e bassi. Si può affermare che esse non possono mai stare senza Dio. A prescindere da quante verità capiscano, non possono abbandonarLo. Indipendentemente da quanti momenti di negatività o di passività abbiano, alla fine non possono abbandonare la guida e il governo forniti loro da Dio. Più spesso ti sottometti a Dio, più le tue verità realtà aumenteranno. Un aumento delle tue verità realtà implica che il tuo ingresso nella vita si approfondisce sempre di più. Il fatto che il tuo ingresso nella vita diventa più profondo significa che la tua indole cambia sempre di più. Il fatto che la tua indole si è trasformata molto significa che hai guadagnato statura. La tua statura è rappresentativa del tuo ingresso nella vita. Quando possiederai statura, riuscirai a superare il controllo e la schiavitù che la tua indole corrotta ti impone, la tua capacità di vincere il peccato si rafforzerà e il tuo cuore avrà forza. Non nutrirai solo un desiderio, una speranza e un’aspirazione affettivi; non ti soffermerai a questo livello. Al contrario, ascenderai e diventerai adulto, evolvendo in qualcuno che possiede la verità e l’umanità. Questo è il cammino del perseguimento della verità ed è anche il risultato del perseguimento della verità. Riuscite a vedere la direzione? Riuscite a vedere la speranza? (Sì.) Questa è una cosa positiva.
L’ingresso nella vita è un processo che non finisce mai. Ti occorre l’esperienza di una vita intera per trarne dei guadagni e operare un cambiamento. Pur percorrendo il cammino del perseguimento della verità, se continuerai a bramare i piaceri della carne e i vantaggi del prestigio, inciamperai e fallirai lo stesso. Ora il tuo cammino è corretto e hai trovato la tua direzione. Hai ormai acquisito chiaro discernimento su ciò che è sbagliato, passivo, ribelle e negativo. C’è un confine tra queste cose e te. Quanto alle cose positive, hai anche capito e guadagnato molto da esse e sai ormai comprenderne e accettarne molte. Ciò che ti resta da fare, dopo aver acquisito discernimento su queste cose e su queste azioni sbagliate, malvagie e negative, è bandirle completamente dal tuo cuore, abbandonarle e ribellarti, e poi praticare in base alle verità principi. In questo modo, otterrai l’ingresso nella vita. L’ingresso nella vita in realtà non è difficile; dipende solo dal fatto che ami realmente la verità oppure no. Se la ami realmente, queste cose negative non saranno in grado di sconfiggerti. Potrai forse essere passivo e debole per un certo periodo di tempo, ma sarai comunque in grado di continuare ad andare avanti. Se non ami la verità, o se non la ami così fortemente, e ti concentri solo sulle formalità esteriori, spendendoti un po’ e dando un po’ di te stesso, riuscendo ad alzarti presto e ad andare a dormire tardi per svolgere il tuo dovere, se dunque ti fermi al livello di offrire manodopera, senza voler ottenere la comprensione della verità o entrare nella realtà, accontentandoti solo di spenderti per Dio e di non commettere delle trasgressioni gravi, e ti arresti lì senza andare avanti, quali saranno le conseguenze di tutto ciò? Non riceverai assolutamente l’approvazione da parte di Dio. Se vuoi ottenere risultati nel perseguire la verità e vuoi davvero guadagnare la vita, questa non è una cosa semplice. Devi abbandonare i tuoi interessi personali e tutti i perseguimenti inappropriati, come quelli della fama, del profitto e del prestigio, o delle benedizioni, oppure di una corona o delle ricompense. Devi abbandonarli tutti. Se ami realmente la verità e ti piace riflettere sulle parole di Dio, allora l’ingresso nella vita non sarà una questione difficile per te. Fintanto che comprenderai la verità, possiederai naturalmente un cammino e non avrai molte difficoltà.
21 giugno 2018