85. Qual era lo scopo di tutta quella sofferenza?

di Angela, Italia

Dopo essere diventata una credente, ho visto che parecchi leader e lavoratori riuscivano a sopportare davvero molte avversità. Continuavano a lavorare, a compiere il loro dovere anche nelle intemperie, e tutti i fratelli e le sorelle li approvavano e ammiravano. Li invidiavo davvero e speravo di poter diventare come loro: una persona in grado di soffrire e pagare un prezzo e di ottenere l’ammirazione altrui. Per questo motivo ero davvero entusiasta nella mia ricerca, e in seguito sono stata eletta leader della chiesa. Ogni giorno mi impegnavo molto nel mio dovere, e gli altri mi lodavano perché riuscivo ad affrontare le avversità, e dicevano che ero una persona che perseguiva la verità. Ero entusiasta ogni volta che sentivo commenti del genere, e avevo la sensazione che valesse la pena soffrire così tanto. In seguito, la portata delle mie responsabilità è aumentata sempre più, e di pari passo anche il mio carico di lavoro. Vedevo che alcune delle sorelle con cui collaboravo sapevano davvero soffrire e pagare un prezzo. Andavano sempre a letto tardi e a volte, di giorno, si recavano alle riunioni a stomaco vuoto, senza avere il tempo di mangiare. Sentivo i fratelli e le sorelle dire che stavano portando un fardello nel loro dovere e che erano capaci di sostenere le avversità. Pensavo che, se ai fratelli e alle sorelle piacevano persone di quel tipo, dovevano piacere anche a Dio. Così ho iniziato a svolgere il mio dovere fino a tarda notte. Tuttavia, dopo un po’, non riuscivo a reggere fisicamente e mi veniva sonno appena passata la mezzanotte. Ma ogni volta che vedevo le altre sorelle ancora lì a lavorare, mi imbarazzava andare a letto, temendo che dicessero che assecondavo la carne e che non portavo un fardello nel mio dovere. Così tenevo duro, ma non riuscivo a vincere la sonnolenza e concludevo ben poco. Nonostante ciò, non andavo a letto. Mi spronavo silenziosamente a continuare, pensando che non potevo assecondare la mia carne e far sì che le altre mi guardassero dall’alto in basso. A volte, poiché ero stata alzata fino a tardi, se dovevo alzarmi presto per andare a un incontro, ero insonnolita sia mentre guidavo la bicicletta elettrica sia durante la riunione. Avrei voluto fare un pisolino pomeridiano, ma avevo paura che le altre dicessero che desideravo le comodità fisiche. Ogni giorno mi costringevo a non mollare e ad arrivare sino a fine giornata. Un giorno, mentre andavo in bicicletta a un incontro, ero così assonnata che ho percorso l’intero tragitto come stordita e sono finita in un fosso: mi sono subito riscossa da quel torpore, spaventandomi a morte. Spingendo a mano la bici elettrica lungo la strada, continuavo a pensare che quello non era il modo giusto di vivere. Nella mia introspezione, mi sono resa conto che, da quando ero stata eletta leader, ogni giorno pensavo solo a rendere visibile la mia sofferenza e operosità, temendo sempre che le persone dicessero che ero concentrata sulla carne e bramavo le comodità. Di conseguenza, non avevo una vita regolare e neppure riposavo in modo normale.

Un giorno, ho letto alcune parole di Dio che smascherano i farisei e le ho applicate a me stessa. La parola di Dio dice: “Sapete cos’è veramente un fariseo? Ci sono dei farisei intorno a voi? Perché queste persone vengono chiamate ‘farisei’? Come si descrivono i farisei? Sono persone ipocrite, completamente false, e che mettono su una recita in tutto ciò che fanno. Che tipo di recita mettono su? Fingono di essere buone, gentili e positive. È così che sono in realtà? Assolutamente no. Dato che sono ipocrite, tutto ciò che si manifesta e si rivela in loro è falso; è tutta finzione, non è il loro vero volto. Dov’è celato il loro vero volto? Nel profondo dei loro cuori, costantemente invisibile agli altri. Tutto ciò che manifestano all’esterno è una recita, è tutto falso, ma possono ingannare solo le persone; non sono in grado di ingannare Dio. Se le persone non perseguono la verità, se non mettono in pratica e non sperimentano le parole di Dio, allora non possono veramente capire la verità; e quindi, per quanto bene possano suonare, le loro parole non sono la verità realtà, ma parole e dottrine. Alcuni si concentrano solo sulla ripetizione di parole e dottrine, scimmiottano chi predica i sermoni più elevati, con il risultato che in pochi anni la loro declamazione di parole e dottrine diventa sempre più elevata, e sono ammirati e venerati da molte persone; dopo di che iniziano a fingere, e prestano grande attenzione alle proprie parole e azioni, mostrandosi particolarmente pii e spirituali. Si servono di queste cosiddette teorie spirituali per camuffarsi. Ovunque vadano, non parlano d’altro che di questo, cose pretestuose che si conformano alle nozioni delle persone ma che sono del tutto prive della verità realtà. E predicando queste cose, che sono in linea con le nozioni e i gusti degli uomini, irretiscono molte persone. Agli occhi degli altri, individui di questo tipo sembrano molto devoti e umili, ma ciò in realtà è falso; sembrano tolleranti, pazienti e amorevoli, ma in realtà è una messinscena; dichiarano di amare Dio, ma in realtà è una recita. Gli altri li ritengono santi, ma in realtà costoro fingono. Dove è possibile trovare qualcuno che sia veramente santo? La santità dell’uomo è tutta una farsa. È tutta una recita, una finzione. Esteriormente sembrano fedeli a Dio, ma in realtà stanno solo recitando per farsi vedere dagli altri. Quando nessuno guarda, non sono minimamente leali, e tutto ciò che fanno è superficiale. Apparentemente, si sacrificano per Dio e hanno rinunciato alla famiglia e alla carriera. Ma cosa stanno facendo in segreto? Conducono la loro impresa personale e gestiscono la loro personale operazione all’interno della chiesa, approfittando della chiesa e rubando le offerte di nascosto con il pretesto di star lavorando per Dio… Queste persone sono i moderni, ipocriti farisei(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Sei indicatori di crescita nella vita”). Quanto rivelato dalle parole di Dio è stato davvero straziante e difficile per me. Mi comportavo esattamente come i farisei, che amavano avvalersi dei loro comportamenti esteriori per recitare un ruolo, pregando di proposito agli angoli delle strade e spesso predicando le parole di Dio per convincere gli altri che erano davvero devoti e amavano Dio. Ma in privato non praticavano affatto le parole di Dio. Tutto quel che facevano era solo per mettersi in mostra e ottenere approvazione e ammirazione. Anche io ero così. Mi concentravo principalmente su un buon comportamento esteriore in modo che i fratelli e le sorelle avessero stima di me. Vedendo alcuni capaci di soffrire e di pagare un prezzo nel loro dovere che ottenevano l’approvazione e l’ammirazione di tutti, mi sforzavo di essere come loro. Quando sono stata scelta come leader, ho visto che le sorelle con cui collaboravo lavoravano fino a notte fonda, e mi sono imposta di rimanere sveglia fino a tardi per non essere da meno. Per quanto fossi assonnata, andavo avanti. Rinunciavo persino a fare un normale sonnellino pomeridiano, nel tentativo di presentarmi come una persona che riusciva a sopportare le avversità. Mi camuffavo costantemente, nel tentativo di guadagnarmi l’ammirazione dei fratelli e delle sorelle compiendo visibilmente buone azioni. Quel modo di soffrire e spendermi era completamente falso e ingannevole. Stavo percorrendo la strada dei farisei: come potevo non disgustare Dio? In seguito, ogni volta che volevo camuffarmi, rinunciavo consapevolmente a me stessa e non fingevo davanti agli altri; ho anche regolato i tempi del lavoro e del riposo e, finito il lavoro giornaliero, andavo a letto. Praticare così mi ha fatto sentire molto più rilassata.

Un anno dopo sono andata all’estero. I fratelli e le sorelle con cui lavoravo sopportavano molto bene le avversità nei loro doveri e lavoravano fino a tardi tutte le notti. A volte volevo andare a letto presto quando finivo il mio lavoro, ma temevo pensassero che stessi assecondando la carne. Inoltre, ero una leader, quindi cosa avrebbero pensato tutti di me se fossi andata a letto prima degli altri fratelli e sorelle? Avrebbero detto che non ero in grado di sopportare la sofferenza e non portavo un fardello nel mio dovere? Alla luce di questo, non ho potuto fare a meno di ricominciare a fingere e restare alzata fino a tardi con loro. Ma dopo l’una di notte cominciavo ad avere sonno e ad appisolarmi. Mi incitavano ad andare a letto prima, ma io mi costringevo a resistere e a dire: “Sto bene, posso farcela. Andrò a dormire tra un po’”. Ma poi non potevo fare a meno di sentirmi di nuovo stordita. A volte non riuscivo proprio a gestire la sonnolenza, così appoggiavo la testa sul tavolo e sonnecchiavo, ma non ero tranquilla. Mi preoccupavo di quello che le altre avrebbero detto di me, così mi affrettavo a riprendere il lavoro. Per dare l’impressione di portare un fardello, a volte mandavo intenzionalmente un messaggio di gruppo a notte inoltrata, in modo che gli altri sapessero quanto fosse tardi e che facevo le ore piccole per svolgere il mio dovere. Volevo comprare degli integratori alimentari a causa di alcuni problemi di salute, ma mi preoccupavo di ciò che avrebbero detto le altre. Avrebbero pensato che tenessi troppo alla mia carne? Così non li ho comprati. Una volta, durante una riunione, ho saputo che una sorella non era in buono stato e aveva bisogno di comunione e sostegno. Ma poiché si trovava in un altro Paese con un fuso orario diverso e per me era già notte fonda, in un primo momento ho considerato di fare comunione con lei l’indomani. Ma poi ho pensato che condividere con lei di notte avrebbe dato l’idea che mi assumessi un fardello per l’ingresso nella vita dei fratelli e sorelle. Così l’ho contattata e ho fatto comunione con lei fino alle 2 del mattino. Lei mi ha detto: “È molto tardi dove sei tu, dovresti andare a letto. È dannoso per la tua salute fare sempre le ore piccole”. È stata una vera soddisfazione sentirglielo dire. Sebbene fossi fisicamente a pezzi, non era stato inutile perché lei aveva pensato che portassi un fardello e avessi senso di responsabilità. Da allora, ho iniziato ad avere piccoli problemi di salute di ogni tipo, che secondo il medico erano legati a un lungo periodo di sonno insufficiente. Ho ignorato la cosa e ho continuato a fare come prima. In quel periodo, una leader superiore mi richiamava sempre a non stare alzata fino a tardi, dicendomi che il lavoro non avrebbe subito ritardi se fossi andata a letto presto e mi fossi alzata presto. Immaginavo che, se fossi andata a letto presto, le altre avrebbero pensato che, come leader, non sapessi sopportare le avversità quanto loro; in tal caso, mi avrebbero ancora ammirata? Ho ignorato le parole della leader. Una sorella ha notato che non stavo bene e mi ha detto: “Probabilmente hai troppi pensieri per la testa. Avere sempre tanti problemi da risolvere e tutto questo stress sta incidendo sulla tua salute. Come leader, hai così tante preoccupazioni”. Mi sono sentita molto soddisfatta di me stessa a queste sue parole. Sentivo che valeva la pena pagare un prezzo e sopportare tanta sofferenza se avevo l’approvazione altrui. È andata avanti così finché non ho letto un passo delle parole di Dio che mi ha fatto capire la strada sbagliata che stavo percorrendo. La parola di Dio dice: “Gli anticristi sono disgustati dalla verità, non la accettano per niente, e questo denota palesemente un fatto: Gli anticristi non agiscono mai secondo le verità principi, non mettono mai in pratica la verità, e questa è la manifestazione più evidente di un anticristo. A parte il prestigio e la fama e l’essere benedetti e ricompensati, l’unica cosa che perseguono è il godimento degli agi della carne e degli orpelli del prestigio; e di conseguenza, naturalmente, provocano intralci e disturbo. Questi fatti dimostrano che ciò che perseguono, il loro comportamento e ciò che manifestano non sono amati da Dio. E questi non sono assolutamente i modi di agire e i comportamenti delle persone che perseguono la verità. Per esempio, alcuni anticristi simili a Paolo sono determinati a soffrire nel compimento del loro dovere: possono stare svegli tutta la notte e restare senza cibo quando svolgono il loro dovere, sanno dominare i loro corpi e superare malattie e disagi. E qual è il loro scopo nel fare tutto questo? Mostrare a tutti che, quando si tratta dell’incarico ricevuto da Dio, sono capaci di mettere da parte se stessi, di abbandonare se stessi, e che per loro esiste solo il dovere. Fanno sfoggio di tutto ciò davanti agli altri, lo mettono in bella mostra, non riposano quando dovrebbero, persino prolungano deliberatamente l’orario di lavoro, si alzano presto e vanno a letto tardi. Ma che dire della produttività del lavoro e dell’efficacia del loro dovere quando gli anticristi si affannano in questo modo dalla mattina alla sera? Queste cose sono al di là delle loro considerazioni. Cercano solo di fare tutto questo davanti agli altri, così che gli altri possano vederli soffrire e vedano come si spendono per Dio senza pensare a se stessi. Quanto al fatto che il dovere che compiono e il lavoro che svolgono siano eseguiti secondo le verità principi, non ci pensano minimamente; considerano solo se il loro comportamento esteriormente buono sia stato visto da tutti, se tutti ne siano a conoscenza, se abbiano lasciato un’impressione su tutti e se questa impressione susciterà ammirazione e approvazione nei loro confronti, se gli altri in loro assenza li elogeranno e li loderanno, dicendo: ‘È davvero in grado di sopportare le avversità, ha molto più spirito di resistenza e una perseveranza superiore rispetto a ognuno di noi. È davvero una persona che persegue la verità, in grado di soffrire e di farsi carico di un pesante fardello, è una colonna portante della chiesa’. Sentire questo provoca negli anticristi soddisfazione. In cuor loro, pensano: ‘Sono stato così intelligente a fingere in questo modo, sono stato così furbo a comportarmi così! Sapevo che tutti avrebbero guardato solo l’aspetto esteriore, e che avrebbero gradito questi buoni comportamenti. Sapevo che, comportandomi così, avrei guadagnato l’approvazione degli altri, i loro elogi, che mi avrebbero ammirato nel profondo del cuore, mi avrebbero stimato e nessuno mi avrebbe più guardato dall’alto in basso. E se un giorno il Supremo scoprirà che non ho svolto un vero lavoro e mi sostituirà, ci saranno senza dubbio molte persone che mi difenderanno, che piangeranno per me, che mi esorteranno a restare e che parleranno in mia difesa’. Sono segretamente orgogliosi del loro comportamento falso, e non è anche questo orgoglio a rivelare la natura essenza di un anticristo? E di quale essenza si tratta? (Della malvagità.) Proprio così: questa è un’essenza malvagia(La Parola, Vol. 4: Smascherare gli anticristi, “Tema 9 – Parte decima”). Dio rivela la natura di un anticristo come estremamente malvagia. Un anticristo ricorre a qualsiasi tattica per mostrare una falsa facciata allo scopo di raggiungere il suo obiettivo di controllare gli altri ed essere ammirato. Per esempio, protrae intenzionalmente le ore di lavoro, fa tardi e si alza presto per dare l’impressione di essere devoto a Dio. Si affanna dalla mattina alla sera nei suoi doveri, si priva del cibo e del sonno e trascura i bisogni fisici, in modo che gli altri lo ammirino e lo adorino. Alla fine, conduce gli altri al proprio cospetto. Dio odia e condanna questo comportamento. Stavo malissimo, davvero a disagio, quando mi sono esaminata alla luce delle parole di Dio. Mi comportavo proprio come un anticristo. Per far sì che gli altri vedessero che sapevo sopportare le avversità, che non assecondavo la carne e che mi assumevo un fardello nel mio lavoro, e per far sì che mi ammirassero perché ero una brava leader, mi sono adoperata per mettermi in mostra nei miei orari di lavoro, di riposo e con quello che mangiavo. Non riposavo quando avrei dovuto, e rimanevo intenzionalmente alzata fino a tardi persino quando il mio dovere non lo richiedeva. Ho continuato così anche quando ho avuto problemi di salute. Temevo così tanto che gli altri dicessero che mi preoccupavo troppo della carne e avessero una cattiva impressione di me, che non ho comprato gli integratori alimentari di cui avevo bisogno. Mi stavo affermando in modo subdolo, ossia comportandomi bene in apparenza, soffrendo e pagando un prezzo, affinché gli altri pensassero che perseguivo la verità, che ero scrupolosa e devota nel mio dovere e una brava leader, in modo che mi rispettassero. I miei sforzi e le mie fatiche erano totalmente contaminati dalla falsità e dall’inganno. Era tutto per farmi bella e fuorviare gli altri con una falsa immagine. Percorrevo la strada di un anticristo. Non volevo continuare in quel modo, così ho pregato, intenzionata a pentirmi dinanzi a Dio e a cambiare il mio stato sbagliato.

In seguito, ho riflettuto sul perché fossi così concentrata sul mostrare di saper sopportare le avversità. Mi sono resa conto che avevo una prospettiva sbagliata. Avevo sempre pensato che essere in grado di soffrire e pagare un prezzo, e compiere visibilmente buone azioni, significasse praticare la verità e soddisfare Dio, e che Dio lo avrebbe approvato. Invece, attraverso la rivelazione delle parole di Dio, ho visto che questo tipo di prospettiva non stava affatto in piedi. La parola di Dio dice: “Che cosa rappresentano le buone azioni superficiali degli esseri umani? Rappresentano la carne, e anche le migliori pratiche esteriori non rappresentano la vita, ma mostrano soltanto il tuo temperamento individuale. Le pratiche esteriori dell’umanità non possono soddisfare il desiderio di Dio. […] Se le tue azioni sono sempre mera apparenza, ciò significa che sei vanesio fino all’eccesso. Che uomo è colui che compie solo buone azioni superficiali ed è privo di realtà? Tali uomini sono soltanto ipocriti farisei e figure religiose! Se non abbandonate le pratiche esteriori e non riuscite a cambiare, gli elementi dell’ipocrisia dentro di voi cresceranno ancora di più. Maggiori sono gli elementi dell’ipocrisia, maggiore sarà la resistenza a Dio e, alla fine, simili persone saranno sicuramente eliminate!(La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Nella fede ci si deve focalizzare sulla realtà – eseguire un rituale religioso non è fede”). “In questo momento, ci sono alcuni che lavorano dall’alba al tramonto e che dimenticano di mangiare o dormire quando compiono il loro dovere, sono in grado di sottomettere la carne, di ignorare le difficoltà fisiche, persino di lavorare quando sono malati. Sebbene abbiano queste qualità positive e siano persone buone e giuste, nel loro cuore ci sono ancora cose che non riescono a mettere da parte: la fama, il profitto, il prestigio e la vanità. Se non mettono mai da parte queste cose, sono forse persone che perseguono la verità? La risposta è evidente. La parte più difficile della fede in Dio è ottenere un cambiamento d’indole. Forse puoi restare celibe o nubile per tutta la vita, o non mangiare mai del buon cibo o non indossare bei vestiti; alcuni potrebbero persino dire: ‘Non importa se soffrirò per tutta la vita, o se resterò solo per tutta la vita, posso sopportarlo. Con Dio al mio fianco, queste cose non significano nulla’. È facile superare ed eliminare questo tipo di dolore e di difficoltà fisici. Cosa invece non risulta facile da superare? L’indole corrotta dell’uomo. Un’indole corrotta non si elimina attraverso la semplice moderazione. Le persone riescono a sopportare la sofferenza fisica per compiere adeguatamente il proprio dovere, per soddisfare la volontà di Dio e per entrare nel Regno in futuro, ma essere in grado di soffrire e pagare un prezzo significa che la loro indole è cambiata? No. Per valutare se sia avvenuto un cambiamento d’indole in qualcuno, non bisogna guardare a quanta sofferenza riesce a sopportare o a quanto si comporta bene in apparenza. L’unico modo per valutare accuratamente se l’indole di una persona sia cambiata è considerare gli scopi, le motivazioni e gli intenti dietro le sue azioni, i principi secondo cui si comporta e gestisce le questioni, e il suo atteggiamento nei confronti della verità(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Comportarsi bene non significa che la propria indole sia cambiata”). Dalle parole di Dio ho visto che essere capaci di soffrire e di pagare un prezzo non significa ottenere l’approvazione di Dio. Nell’Età della Grazia, Paolo fu visibilmente in grado di sopportare le avversità. Egli diffuse il Vangelo e non tradì il Signore quando fu messo in prigione. Il suo comportamento sembrava ammirevole. Ma tutte le sue sofferenze e fatiche avevano lo scopo di contrattare con Dio. Voleva scambiare la sua sofferenza con una corona e la benedizione del Regno di Dio. Le sue buone azioni non significavano che avesse già ottenuto un cambiamento d’indole. Al contrario, per via di queste evidenti buone azioni non faceva che mettersi in mostra e testimoniare sé stesso, e divenne sempre più arrogante. Arrivò persino a testimoniare di vivere come Cristo, e finì per essere condannato e punito da Dio. Riflettendo su me stessa, volevo solo dare l’idea di comportarmi bene per camuffarmi e far sì che gli altri mi ammirassero, ma non mi concentravo sulla verità né la mettevo in pratica, e non eliminavo la mia indole corrotta. Di conseguenza, sono diventata più ipocrita e non ho cambiato affatto la mia indole di vita. Se avessi continuato a ricercare in quel modo, non avrei di certo acquisito alcuna verità. Potevo solo finire scacciata come Paolo. Pensando a questo, desideravo cambiare subito la mia prospettiva sbagliata sulla ricerca.

In seguito, ho letto questo passo delle parole di Dio: “Dio ha dato all’uomo un corpo le cui facoltà, entro certi limiti, rimarranno integre; se però si oltrepassano questi limiti o si violano certe leggi, accadranno delle cose: le persone si ammaleranno. Non contravvenire alle leggi che Dio ha stabilito per l’uomo: se lo fai, significa che non rispetti Dio e che sei sciocco e ignorante. Se contravvieni a queste leggi, se vai ‘fuori pista’, Dio non ti proteggerà, non Si assumerà alcuna responsabilità per te; Dio disprezza un comportamento di questo tipo. […] Nel compiere il tuo dovere, la cosa migliore è trovare un normale equilibrio tra lavoro e riposo. Quando il tuo dovere è impegnativo la tua carne dovrebbe sopportare un po’ di sofferenza, dovresti mettere da parte i tuoi bisogni fisici, ma questo non deve durare troppo a lungo; se così fosse, sarebbe facile arrivare allo sfinimento e questo comprometterebbe la tua efficacia nell’adempimento del tuo dovere. In questi momenti devi riposare. Qual è lo scopo del riposo? È quello di prenderti cura del tuo corpo per poter svolgere meglio il tuo dovere. Se invece non sei fisicamente stanco ma cerchi sempre un’occasione per battere la fiacca, indipendentemente dal fatto che il tuo dovere sia impegnativo o meno, sei privo di devozione. Oltre a essere devoto e a svolgere adeguatamente il dovere che Dio ti ha affidato, devi anche evitare di sfinire il tuo corpo. Devi afferrare questo principio. Quando il tuo dovere non è impegnativo, prenditi dei riposi programmati. Quando ti alzi al mattino, pratica i devozionali spirituali, prega, leggi le parole di Dio e condividi insieme agli altri la verità delle parole di Dio o impara degli inni, come di consueto; quando invece c’è molto da fare, concentrati sull’adempimento del tuo dovere, metti in pratica e sperimenta le parole di Dio e incorporale nella tua vita reale; in questo modo, ti risulterà facile adempiere al tuo dovere secondo le verità principi. Solo così potrai sperimentare veramente l’opera di Dio. Questi sono i tipi di aggiustamenti che dovresti compiere(La condivisione di Dio). Leggere le parole di Dio è stato davvero illuminante per me. Dio ci fa vivere secondo le regole che ha prestabilito, affinché viviamo e riposiamo adeguatamente e compiamo il nostro dovere su queste basi. Quando il nostro lavoro richiede una certa sofferenza e un prezzo da pagare, dobbiamo rinunciare alla carne e fare del nostro meglio per eseguirlo. Quando il nostro lavoro non richiede di stare alzati fino a tardi, dobbiamo lavorare e dormire adeguatamente e mantenere un buono stato mentale. In tal modo possiamo essere efficienti nel nostro dovere. Ho pensato a queste parole della Bibbia: “‘Ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente’. Questo è il grande e il primo comandamento(Matteo 22:37-38). Dio spera che possiamo prestare attenzione alla Sua volontà nel nostro dovere, assumerci veramente un fardello, e compiere il nostro dovere con tutto il cuore. Questo ottiene l’approvazione di Dio. Considerando la via che Dio ci ha indicato, ho visto quanto sono stata sciocca. Le parole di Dio sono così chiare, ma io non le ho mai messe in pratica. Ho sempre agito in base alle mie nozioni e fantasie, sopportando tanta inutile sofferenza. Mi sono resa conto che non potevo continuare a concentrarmi sul compiere buone azioni apparenti e che dovevo accettare l’esame di Dio, fare tutto dinanzi a Lui senza considerare l’opinione altrui e assolvere diligentemente il mio dovere. Questo è ciò che devo fare.

Dopo, nelle riunioni, ho analizzato la mia deviazione e la mia prospettiva errata in modo che i fratelli e le sorelle potessero acquisire discernimento. Di norma mi sono concentrata sulla pratica delle parole di Dio e ho messo il cuore nel capire come portare un fardello nel mio lavoro e come assolvere il mio dovere secondo i principi, senza più concentrarmi sul soffrire in modo visibile per ottenere l’ammirazione degli altri. Col tempo, ho smesso di preoccuparmi di come mi vedessero gli altri e non ho più pensato di fingere davanti a loro. Ho provato un grande senso di liberazione. Attraverso l’esperienza, ho imparato che solo le parole di Dio sono la direzione e il modello di condotta e di azione, e che solo praticare secondo le parole di Dio è un sollievo ed è davvero liberatorio. Non c’è bisogno di fingere sempre. Vivere in questo modo non è così faticoso e doloroso. Lode a Dio!

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