14. Un giorno da non dimenticare mai

di Li Qing, Cina

Una mattina del dicembre 2012, poco dopo le 9 del mattino, stavo diffondendo il Vangelo con alcuni fratelli e sorelle quando una macchina della polizia si è fermata davanti a noi. Senza mostrare alcun documento d’identità, un agente mi ha torto le braccia e mi ha spinta nella sua auto. Anche un’altra sorella e un fratello sono stati fatti entrare in auto. Il mio cuore batteva forte e non sapevo cosa intendesse fare con me la polizia. Ho pensato tra me e me: “E se non riuscissi a sopportare la tortura, diventassi un Giuda e tradissi Dio?” Mi sono affrettata a pregare Dio, chiedendoGli di proteggere il mio cuore e giurando che sarei morta prima di diventare un Giuda e tradire i miei fratelli e sorelle. Dopo la preghiera non mi sentivo più così nervosa.

Quando siamo arrivati alla stazione di polizia, siamo stati separati e interrogati individualmente. Uno dei poliziotti mi ha interrogata duramente: “Chi è il tuo leader? Dove vivi?” Ho risposto: “Non so chi sia il leader. Non ho infranto nessuna legge, perché sono stata arrestata?” Hanno riso a crepapelle e hanno affermato: “Cosa ne sai tu della legge? Hai forse ottenuto il permesso dal governo centrale per diffondere il Vangelo? Hai avuto l’approvazione dell’Ufficio per gli Affari Religiosi? Hai svolto un’attività missionaria illegale e disturbato l’ordine pubblico. Dovremmo mandarti all’Ufficio per gli Affari Religiosi e lasciare che siano loro a occuparsi di te!” Un altro ufficiale ha detto: “Se collabori con noi, ti lasceremo andare”. Li ho semplicemente ignorati. Poi un agente che si trovava all’ingresso è corso nella stanza e mi ha dato un forte calcio sul polpaccio destro. Mi faceva così male che pensavo mi si fossero rotte le ossa del polpaccio. Mi ha dato un calcio così forte che è caduto a terra e gli altri agenti hanno iniziato a ridere. Si è alzato e ha sfogato la sua rabbia su di me schiaffeggiandomi in faccia. Mi ha colpita così forte che ho visto le stelle e mi sono sentita talmente stordita che sono quasi caduta. Poco dopo, il lato destro del mio viso ha cominciato a gonfiarsi. Poi mi ha calpestato di nuovo con forza il polpaccio destro, scaraventandomi in un angolo della stanza. Quindi, si è preparato con violenza a darmi un calcio nella zona lombare. Ero molto spaventata. E se mi avesse dato un calcio e mi avesse lesionato la zona lombare? Ho cominciato a piangere. Proprio in quel momento, degli altri agenti lo hanno fermato. Un altro agente si è rivolto a me con tono più gentile, dicendo: “Ascolta, tesoro, non vogliamo trattarti in questo modo. Tutto quello che devi fare è dirci il tuo indirizzo e ti lasceremo andare”. Ho pensato tra me e me: “I miei genitori credono entrambi in Dio e svolgono i propri doveri. Se do il mio indirizzo alla polizia, anche loro verranno trascinati in tutto questo. Se per caso i fratelli e le sorelle si riuniscono a casa mia e vengono tutti arrestati, avrei commesso del male”. Quindi non ho detto niente. Successivamente, uno degli agenti ha ordinato a tutti gli altri di andarsene perché voleva parlare da solo con me. Mi ha chiesto: “Vuoi uscire da qui? Se lo vuoi, dicci semplicemente il tuo indirizzo. Oppure puoi collaborare con noi e diventare nostra informatrice. Infiltrati per noi nei ranghi più alti della chiesa e lavoreremo insieme. Se sei d’accordo, ti lasceremo andare”. Quando ha capito che lo ignoravo, è sembrato avere un’altra idea e ha affermato: “Ora siamo solo noi due qui dentro. So che probabilmente non puoi identificare gli altri membri guardandoli negli occhi, quindi posso nascondere la tua identità. Porteremo la mia auto in strada, ti potrai sedere al suo interno e tutto quello che dovrai fare sarà indicare con il dito uno dei tuoi fratelli o sorelle. Se indicherai un altro membro che ti sostituirà, ti lasceremo andare. Che ne dici?” Quando ho visto il brutto volto di quell’agente, mi sono sentita disgustata. Ho pensato: “Potremmo essere solo noi due qui, ma lo Spirito di Dio sottopone a scrutinio ogni cosa. Puoi prenderti gioco degli altri, ma non potrai mai prenderti gioco di Dio. Se pensi che diventerò un’informatrice, svenderò i miei fratelli e sorelle e tradirò Dio, ti sbagli di grosso!” Ho risposto con fermezza: “Non conosco nessuno!” Poi mi ha minacciata dicendo: “Stai cercando di proteggere qualcuno? Anche i tuoi genitori credono in Dio? Le persone con cui sei stata arrestata ci hanno già raccontato tutto di te. Sappiamo tutto quello che c’è da sapere sul tuo conto. Ti sto dando l’opportunità di confessare. Se non ci dici niente, la tua vita in prigione non sarà altrettanto facile. Ti costringeranno a bere acqua piccante, ti stringeranno le dita con dei bastoncini di bambù, ti infileranno degli aghi sotto le unghie, ti metteranno degli stecchini di bambù nelle orecchie e diranno agli altri detenuti di maltrattarti. Sarà un vero inferno!” La sua descrizione mi aveva fatto venire i brividi ed ero assolutamente terrorizzata. Ho pensato tra me e me: “Mi hanno davvero tradita? Se davvero la polizia mi infilasse degli stecchini di bambù nelle orecchie, non diventerò sorda? Stringere le mie dita con bastoncini di bambù, infilare aghi sotto le unghie: le dita sono davvero sensibili, dev’essere incredibilmente doloroso! Se mi mandassero in prigione e mi torturassero, una ragazza magra e minuta come me potrebbe davvero sopportare tutto questo? Oppure morirei lì dentro? Ho solo 20 anni e la mia vita sta appena iniziando. Non voglio ancora morire! Forse potrei semplicemente dir loro qualcosa di irrilevante per soddisfare le loro richieste”. In quel momento, mi sono sentita a disagio e nel mio cuore ho capito chiaramente: “Per me essere arrestata e perseguitata è una prova. Se racconto loro solo qualcosa, sicuramente mi faranno altre domande per approfondire. Se sono così crudeli con una ragazza come me chissà quanto saranno brutali con i miei fratelli e sorelle! Non posso tradire la mia coscienza e pensare solo a me stessa. Non posso diventare il lacchè di Satana e tradire Dio. Che gli altri fratelli e sorelle mi abbiano tradita o meno, devo rimanere salda. Anche se questo significa andare in prigione ed essere torturata, non posso tradire Dio”.

Successivamente, a prescindere da quanto mi interrogassero, rispondevo sempre di non sapere niente. Uno degli agenti si è arrabbiato così tanto che ha colpito il tavolo e ha urlato: “Forse dobbiamo usare le maniere forti!” Poi un altro agente mi ha ammanettata, mi ha afferrato i capelli e li ha tirati indietro con forza. Quindi altri tre o quattro agenti si sono avvicinati e hanno cominciato a colpirmi con pugni e calci. Mi hanno preso a calci soprattutto sui polpacci e mi hanno dato pugni alla testa, allo stomaco e alla zona lombare. Uno degli agenti mi ha dato un pugno così forte allo stomaco che mi sono rannicchiata in un angolo della stanza e ho iniziato a piangere. Un agente mi ha chiesto: “Allora, vuoi parlare adesso?” L’ho fulminato con lo sguardo. Un altro agente mi ha preso per il colletto, mi ha sbattuto la testa contro il muro e contro un mobiletto di metallo e mi ha stretto le mani al collo per soffocarmi. Era così doloroso che riuscivo a malapena a respirare. Solo quando sembrava che stessi per cedere, l’agente accanto a me gli ha detto di fermarsi. Sono crollata sul pavimento, senza fiato. Ho pensato a come la polizia non osi dare la caccia alle persone malevole nella nostra società, ma quando si tratta di noi credenti, ci torturano, ci picchiano e perfino ci uccidono senza scrupoli. Ho gridato in cuor mio: “Esiste la giustizia in questo mondo? Come fanno a definirsi ‘polizia del popolo’?” Proprio in quel momento, mi è tornato in mente un inno delle parole di Dio intitolato “Quelli nell’oscurità dovrebbero risollevarsi”:

1  Da migliaia di anni questa è terra del sudiciume: è insopportabilmente sporca, la disperazione abbonda, i fantasmi scorrazzano in ogni dove, illudendo e ingannando, muovendo accuse prive di fondamento, rozzi e crudeli, mentre calpestano questa città fantasma disseminandola di cadaveri; il puzzo di putrefazione copre la terra e pervade l’aria, e la sorveglianza è strettissima. Chi riesce a vedere il mondo al di là del cielo? Come può la popolazione di una città fantasma come questa aver mai visto Dio? Hanno mai goduto dell’amabilità e dell’adorabilità di Dio? Cosa capiscono loro delle questioni del mondo umano? Chi di loro è in grado di comprendere le intenzioni più impellenti di Dio?

2  Perché frapporre un insuperabile ostacolo come questo all’opera di Dio? Perché mettere in atto trucchi vari per ingannare il popolo di Dio? Dove sono l’autentica libertà e i legittimi diritti e interessi? Dov’è l’equità? Dov’è la comodità? Dov’è il calore? Perché usare macchinazioni ingannevoli per imbrogliare il popolo di Dio? Perché sopprimere l’opera di Dio? Perché dare la caccia a Dio finché non abbia dove andare a posare il capo? Perché rifiutate l’arrivo di Dio? Perché siete così irragionevoli? Siete disposti a sopportare le ingiustizie in una società di tenebra come questa?

…………

La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Lavoro e ingresso (8)”

In passato, non avevo alcun discernimento del PCC. Nei suoi libri di testo, il PCC affermava di sostenere la libertà di religione, e così ho creduto loro senza pormi domande, anzi, ne ho cantato le lodi. Solo dopo essere stata perseguitata dal PCC l’ho visto per quello che è realmente. Il PCC afferma di sostenere la libertà religiosa per ingannare la gente, ma in realtà si oppone selvaggiamente a Dio e perseguita i cristiani. Dio Onnipotente è venuto per esprimere la verità e salvare l’umanità dalla corruzione e dal tormento di Satana, dall’oscura influenza di Satana, e per guidarci sulla giusta strada nella vita. È incredibile, ma il PCC ci perseguita e ordina agli agenti di arrestare e torturare nello specifico i credenti in Dio. Il PCC è davvero malevolo! È un demone che odia Dio e Gli oppone resistenza!

Poi mi hanno ammanettata per mezz’ora, torcendo il braccio destro indietro sulla spalla e tirando il braccio sinistro in su da dietro, e mi hanno fatta stare accovacciata o inginocchiata. Quando non mi sono inginocchiata, due agenti mi hanno afferrato le braccia e un terzo agente ha usato il ginocchio per piegarmi la gamba, costringendomi a inginocchiarmi. Sono stata torturata fino allo sfinimento e mi sono inginocchiata a terra di fronte al muro. Ho pensato che non mi avrebbero lasciata andare facilmente se non avessero ottenuto qualche informazione sulla chiesa da me. Ero lì dentro solo da due ore ed ero già stata torturata fino allo sfinimento e provavo dolore in tutto il corpo. Mi chiedevo quante torture ancora mi aspettassero e se sarei stata in grado di sopportarle. Mi sentivo come una pecorella che all’improvviso si imbatte in un branco di lupi e potrebbe essere divorata in qualsiasi momento. Ero molto turbata e spaventata. In cuor mio, pregavo Dio continuamente: “Buon Dio, mi sento molto debole nel cuore. Non so per quanto tempo potrò ancora resistere. Oh Dio, questa situazione è giunta con il Tuo permesso, ma non capisco quale sia la Tua intenzione. Per favore, guidami”. Proprio in quel momento, mi è venuto in mente un verso delle parole di Dio: “È solo da dentro la tua fede che sarai in grado di vedere Dio e, quando avrai fede, Dio ti porterà a perfezione(La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Coloro che devono essere resi perfetti devono essere sottoposti a raffinamento”). All’improvviso è stato tutto chiaro. Dio sperava che avrei mantenuto la mia fede in Lui nonostante la persecuzione e i momenti difficili. Nella mia testa cantavo l’inno “Le prove richiedono fede”:

1  Mentre subiscono le prove è normale che gli uomini siano deboli o abbiano in sé della negatività, o manchino di chiarezza riguardo alle intenzioni di Dio o alla loro via della pratica. Ma tu comunque devi avere fede nell’opera di Dio e non rinnegarLo, proprio come Giobbe. Sebbene fosse debole e maledicesse il giorno in cui era nato, Giobbe non negò che tutte le cose della vita umana fossero elargite da Jahvè e che Jahvè è anche Colui che le toglie tutte. Non importa quante prove dovette sostenere: egli mantenne questa fede.

2  Nella tua esperienza, indipendentemente da quale raffinamento tu subisca attraverso le parole di Dio, ciò che Dio vuole dall’umanità, in sintesi, è la fede e un cuore che Lo ama. Ciò che Egli perfeziona operando in questo modo è la fede, l’amore e le aspirazioni degli uomini. Dio compie l’opera della perfezione sugli uomini e loro non possono vederla, non possono sentirla; in queste circostanze è necessario che tu abbia fede. La fede degli uomini è necessaria quando non si può vedere qualcosa a occhio nudo, e la tua fede è necessaria quando non puoi rinunciare alle tue nozioni. Quando non hai chiarezza in merito all’opera di Dio ciò che ti è richiesto è avere fede, prendere una posizione ferma e rimanere saldo nella tua testimonianza. Quando Giobbe arrivò a questo punto, Dio gli apparve e gli parlò. In altre parole, è solo da dentro la tua fede che sarai in grado di vedere Dio e, quando avrai fede, Dio ti porterà a perfezione.

La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Coloro che devono essere resi perfetti devono essere sottoposti a raffinamento”

Dopo aver cantato l’inno in silenzio, il mio viso era coperto di lacrime. Ho pensato a come Giobbe avesse superato la sua prova, perdendo i suoi figli e tutti i suoi beni, con l’esplosione di foruncoli su tutto il corpo, e a come abbia sperimentato estreme sofferenze fisiche ed emotive. Di fronte a questa prova, Giobbe inizialmente non aveva le idee chiare sull’intenzione di Dio, e si sentiva incredibilmente angosciato e turbato, ma ha avuto un cuore che teme Dio. Non ha inseguito i ladri né si è lamentato. Per prima cosa, è giunto dinanzi a Dio, pregandoLo e cercandoLo. Infine ha affermato: “Jahvè ha dato, Jahvè ha tolto; sia benedetto il nome di Jahvè” (Giobbe 1:21), rendendo una testimonianza clamorosa. Grazie a questo, ho compreso la volontà di Dio. Egli usa queste situazioni per perfezionare la mia fede. Dovrei imparare dalla storia di Giobbe e avere fede in Dio, pregarLo e confidare in Lui per rimanere salda nella mia testimonianza.

Dopo avermi fatto inginocchiare per più di 10 minuti, la polizia mi ha ordinato di alzarmi. Un agente alto mi ha afferrato i capelli e mi ha tirato la testa verso l’alto in modo che solo la punta dei miei piedi toccasse terra. Provavo dolore come se mi avessero strappato il cuoio capelluto dalla testa. Poi ha iniziato a stritolare e schiacciare le mie dita del piede sinistro con le scarpe poggiando tutto il suo peso sul collo dei miei piedi. Mi faceva così male che ho pensato che le ossa dei piedi si fossero rotte e così l’ho allontanato. Ha capito quanto mi faceva male e così si è fermato di nuovo sul collo dei miei piedi. Le gambe hanno iniziato a tremare e mi sono automaticamente accovacciata, ma lui mi ha tirata su, mi ha messo le mani contro il muro e ha continuato a stare in quella posizione sui miei piedi. Quella è stata la prima volta che ho pensato che avrei preferito morire piuttosto che sopportare quel dolore. Solo quando il mio piede sinistro ha emesso un secco rumore di rottura, finalmente si è fermato. Pensavo che le ossa del mio piede fossero rotte, ma in realtà andava bene così. Sapevo che Dio si prendeva cura di me e mi proteggeva. Ho ringraziato Dio dal profondo del mio cuore. Poi è entrato un agente che sembrava avere più di 20 anni e mi ha chiesto in modo seducente: “Quanti anni hai? Hai un fidanzato? Se non vuoi parlare, va bene. Ma prima parli, prima ti lasceremo andare. E di notte verrò a trovarti”. Poi si è avvicinato a me e ha detto: “Secondo te, che tipo di cose farebbero un ragazzo e una ragazza da soli in una stanza vuota?” Mi ha detto un sacco di altre cose molto oscene e indecenti. Poi è entrata un’agente donna e ha detto con un sorriso gelido: “Se non parla, strappale tutti i vestiti e falla stare nuda in un incrocio affollato con un cartello al collo affinché tutti possano vederla. Poi pubblica online le sue foto nuda e vedi se avrà ancora il coraggio di uscire in pubblico. Sarà umiliata a vita!” Mentre parlava, mi ha slacciato le manette e ha cominciato a togliermi il cappotto. Ero molto spaventata. Pensavo che in quanto donna potesse provare un po’ di compassione per me, ma si era rivelata malevola tanto quanto gli agenti uomini. Un altro agente uomo ha iniziato a sfregare la mano sulla mia vita e ha detto: “Hai un bel corpo”. Tutti gli altri ufficiali sono scoppiati in una risata lasciva. Il suono delle loro risate sembrava provenire direttamente dall’inferno. Ero così spaventata che quasi piangevo, pensando: “Non c’è niente che questi agenti non farebbero. Se davvero mi strappano tutti i vestiti, come potrei vivere con una tale vergogna? Sarebbe meglio morire piuttosto che dover vivere in una tale umiliazione”. Ho visto che non c’era alcun parapetto alla finestra di fronte al tavolo e ho pensato di buttarmi giù. Quando si sono accorti che stavo pensando di saltare di sotto, hanno chiuso la finestra e così ho sbattuto la testa contro il muro più forte che potevo. Un agente mi ha spinta contro la parete in modo che non potessi muovermi. Ha urlato con rabbia: “Vuoi morire? Non possiamo lasciarti andare così facilmente! Ti renderò la vita un inferno in terra!” Volevo morire, ma non me lo permettevano. Ero in preda all’agonia assoluta. Proprio in quel momento, mi è venuto in mente l’inno delle parole di Dio intitolato “Cercate di amare Dio, non importa quanto grande sia la vostra sofferenza”: “Negli ultimi giorni dovete rendere testimonianza a Dio. Per quanto sia grande la vostra sofferenza, dovreste camminare fino alla fine, e anche al vostro ultimo respiro, dovete ancora essere fedeli a Dio e alla Sua mercé; solo questo è vero amore per Lui e una testimonianza forte e clamorosa(La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Solamente affrontando prove dolorose puoi conoscere l’adorabilità di Dio”). Ho capito l’intenzione di Dio. Egli voleva che vivessi per rendere testimonianza a Lui. Desiderare la morte dopo aver sofferto solamente un po’ non era il comportamento di chi ama Dio, ma di una persona codarda e inutile. Dovevo continuare a vivere! Se davvero mi avessero strappato di dosso tutti i vestiti e mi avessero messa in mostra, sarebbe stata una prova della loro persecuzione nei confronti dei cristiani. Dopo aver pensato a questo, non volevo più morire. Poi, un agente di cognome Xie mi ha lanciato uno sguardo lussurioso e ha detto: “Sei piuttosto attraente. Hai solo 20 anni eh? Non hai ancora un fidanzato? Vorrei scoprire se sei ancora vergine”. Mentre parlava, si è avvicinato a me e mi ha stretta, toccandomi il viso e il mento. Mi sono spaventata e l’ho respinto. Ha barcollato all’indietro e ha sbattuto contro il lato del tavolo, poi si è arrabbiato e si è precipitato verso di me, bloccandomi le mani al muro. Mi ha baciato su tutto il viso e sul collo. Ero così sconvolta che ho urlato. Alcuni degli agenti presenti sono scoppiati a ridere. Per proteggermi dallo stupro, gli ho dato un calcio e non gli ho permesso di avvicinarsi. Un altro agente ha iniziato a scattare delle foto usando la sua fotocamera. Ha detto: “Come hai osato colpire un agente!” Mi ha fatta davvero infuriare. Tutti si stavano accanendo contro di me, ma cercavano di accusarmi di averli picchiati? Non stavano forse capovolgendo la verità? Ma ho anche pensato: “Se mi difendo e loro scattano una foto, potrebbero pubblicare la foto online e usarla per screditare e incastrare la chiesa. Questo non umilierà Dio?” Non volevo che avessero niente sulla chiesa, quindi ho dovuto trattenere le lacrime e sopportare in silenzio le loro prese in giro. Alla fine non hanno ottenuto l’immagine che desideravano e così se ne sono andati.

L’agente Xie ha ordinato a un altro agente di ammanettarmi e di bloccarmi le braccia al muro. Mi ha calpestato i piedi, mi ha aperto il cappotto e ha iniziato a toccarmi su tutta la schiena e la vita. Le mie mani e i miei piedi erano bloccati, quindi non avevo modo di reagire. Ero così sconvolta che ho iniziato a singhiozzare. Solo quando è entrata la fidanzata dell’agente Xie, lui si è finalmente fermato. Poco dopo, l’agente Xie è tornato e si è avventato su di me come se fosse posseduto. In quel momento non c’era nessun altro nella stanza. Mi ha immobilizzato le gambe con forza e ha avvolto le braccia intorno a me, toccandomi dappertutto. Mi ha persino tolto i pantaloni. Avevo una paura terribile e stringevo forte la cintura. Mi ha schiaffeggiato selvaggiamente in faccia e ho gridato. Mi ha messo la mano sulla bocca e sul naso. Non riuscivo a respirare, e più mi dibattevo più mi sentivo debole. Era esattamente così che avevo visto gli stupratori trattare le loro vittime in TV. Ero incredibilmente spaventata e mi sentivo senza speranza. Arrabbiato ed esasperato, l’agente Xie ha urlato: “Urla! Urla più forte che puoi! Vediamo se il tuo Dio viene a salvarti!” La sua sfrontatezza e la sua malvagità mi hanno fatta arrabbiare tantissimo. Ho pregato in fretta Dio: “Buon Dio, non voglio essere calpestata da Satana. Ti prego salvami, ti prego salvami!” Proprio mentre stavo rivolgendo la mia insistente supplica a Dio, l’agente Xie ha allentato la presa sul mio naso e sulla bocca e io ho inspirato profondamente. Mi sono subito lasciata sfuggire un urlo e diversi agenti nella stanza adiacente hanno sentito e si sono avvicinati. Solo allora mi ha lasciata andare. Sono crollata sul pavimento, ripensando a ciò che era appena accaduto. Se non fosse stato per la protezione di Dio, sarei stata violentata. In cuor mio ho ringraziato Dio.

Quel giorno, a mezzogiorno, sono arrivati sette o otto agenti. Poiché non collaboravo con loro, il capo della stazione si è avvicinato e mi ha tirato l’orecchio pizzicandomi la nuca. Mi ha fatto molto male e mi sono chinata. Ha riso di me, dicendo: “Nascondi la testa come una tartaruga, eh?” Anche gli altri si sono uniti per prendersi gioco di me. Mi hanno circondata e hanno iniziato a spingermi in giro come una palla. Due agenti ne hanno approfittato addirittura per pizzicarmi il petto e la vita. Erano proprio un branco di selvaggi! Ho stretto i denti per la rabbia e desideravo reagire! Se non avessi passato tutto questo io stessa, non avrei mai creduto che questa fosse la “polizia del popolo” che secondo quanto affermavano i nostri libri di testo e i programmi televisivi “serviva il popolo” e “combatteva per la giustizia”. Non ce l’ho più fatta e ho urlato contro di loro dicendo: “Dei veri uomini maltratterebbero una ragazzina?” Subito dopo aver detto questo, hanno smesso. Poco dopo, un agente di polizia mi ha puntato la pistola alla tempia e mi ha minacciata dicendo: “Potrei spararti in questo momento! Quando prendiamo voi credenti, possiamo uccidervi senza conseguenze. Possiamo spararti subito. Una volta morta, ti porteremo fuori e ti seppelliremo! Se hai delle ultime parole da dire, dille adesso!” Mentre parlava, ha caricato la pistola con un proiettile. Quando ho visto che non stava scherzando, mi sono spaventata così tanto che le mie gambe sono diventate molli. Ho pensato: “La mia vita sta davvero finendo a un’età così giovane? Sono stata molto fortunata a incontrare Dio, che è venuto per salvare l’umanità, ma ora morirò prima di testimoniare lo spettacolo della diffusione del Vangelo del Regno in tutto l’universo e prima di riuscire a cambiare la mia indole corrotta? È dura da accettare”. Proprio in quel momento, ho pensato a ciò che ha detto il Signore Gesù: “Non temete coloro che uccidono il corpo, ma non possono uccidere l’anima; temete piuttosto Colui che può far perire l’anima e il corpo nella geenna(Matteo 10:28). Il gran dragone rosso può solamente devastare e torturare la mia carne, ma non può distruggere la mia anima. È solo una tigre di carta. In superficie può sembrare minacciosa, ma per quanto furiosa possa diventare, è sempre nelle mani di Dio. Non oserebbe farmi nulla senza il Suo permesso. Ho pensato a come Pietro fosse stato crocifisso a testa in giù per Dio perseguendo l’amore per Lui. Quando è stato crocifisso, ha pregato Dio dicendo: “O Dio! Il Tuo tempo è ormai arrivato, il tempo che hai predisposto per me è arrivato. Devo essere crocifisso per Te, devo renderTi questa testimonianza e spero che il mio amore sia in grado di soddisfare le Tue esigenze e che possa diventare più puro. Oggi, essere in grado di morire per Te ed essere inchiodato alla croce per Te, è per me confortante e rassicurante, poiché niente è più gratificante per me del poter essere crocifisso per Te e soddisfare i Tuoi desideri e dell’essere in grado di darmi a Te, di offrire la mia vita per Te(La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Le esperienze di Pietro: la sua conoscenza del castigo e del giudizio”). La preghiera di Pietro è stata per me molto illuminante. Mi sono sentita molto più vicina a Dio e non ho più avuto paura della morte. Ho pensato a come Dio mi avesse protetto da quando ero stata arrestata e a come, quando Satana mi aveva tentata, erano state le parole di Dio a guidarmi per capire a fondo il suo piano. Quando ero debole, mi ha dato fede e forza, mentre quando ero in pericolo, Egli mi ha protetta affinché non fossi calpestata da Satana. Pietro è riuscito a sottomettersi a Dio ed è stato crocifisso a testa in giù per Lui. Io non avevo la statura di Pietro, ma ero disposta a prenderlo come modello. Per me sarebbe stato un onore morire per Dio quel giorno. Ero profondamente commossa dall’amore di Dio e L’ho pregato in silenzio dicendo: “Oh Dio, Ti devo così tanto. Nella mia vita non ho mai perseguito sinceramente la verità né ho cercato di amarTi. Se mai avrò una prossima vita, crederò ancora in Te, Ti seguirò e ricambierò il Tuo amore!” Alcuni agenti mi hanno vista piangere e, pensando che fossi spaventata, hanno detto: “Questa è la tua ultima possibilità. Se hai qualche parola di addio, parla ora!” Ho detto: “Prima o poi tutti muoiono. Morirò perché sono perseguitata per amore della giustizia, quindi non ho rimpianti”. Dopo aver detto questo, ho chiuso gli occhi e ho aspettato che la pistola sparasse. L’agente si è arrabbiato così tanto che la sua mano ha cominciato a tremare e ha detto: “Ogni tuo desiderio è un ordine!” Mi ha detto di girare la testa di lato, poi mi ha puntato la pistola alla tempia e ha sparato qualche colpo, ma per qualche ragione non sono morta. Poi ho capito che aveva estratto il proiettile. Un altro ufficiale ha sbattuto le mani sul tavolo e ha affermato: “Pensi di essere un’eroina o qualcosa del genere? Non importa cosa ti facciamo, niente sembra funzionare!” Mi hanno punzecchiato la tempia e mi hanno colpito alla testa con la pistola, dicendo: “Vai avanti e piangi! Perché non piangi?” Ho pensato a un inno che recita: “Sebbene le nostre teste possano rotolare e il nostro sangue scorrere, la spina dorsale del popolo di Dio non può essere piegata”. Prima, quando ero di fronte alle loro torture e minacce, ho continuato a piangere per cercare di ottenere la loro compassione. Non avevo alcuna fede in Dio. Mi prostravo davanti a Satana e non avevo determinazione. Non potevo più umiliare Dio con la mia codardia. Allora mi sono asciugata le lacrime, ho stretto i pugni e ho deciso di combattere Satana fino alla sanguinosa fine! Nella mia testa cantavo l’inno “Desidero vedere il giorno della gloria di Dio”: “Con le esortazioni di Dio nel cuore, non mi inchinerò mai a Satana. Sebbene le nostre teste possano rotolare e il nostro sangue scorrere, la spina dorsale del popolo di Dio non può essere piegata. Renderò a Dio una testimonianza clamorosa e umilierò i diavoli e Satana. Dolore e patimenti sono predestinati da Dio, Gli sarò leale e mi sottometterò a Lui fino alla morte. Non Lo farò mai più piangere né mai più Lo farò preoccupare. Offrirò a Dio il mio amore e la mia lealtà e porterò a termine la mia missione per glorificarLo(Seguire l’Agnello e cantare dei canti nuovi).

Alcuni agenti mi hanno vista stringere forte i pugni e sono scoppiati di rabbia, dicendo: “È più testarda di un mulo!” Vedendo la polizia frustrata e senza alternative, ho capito che quell’orda di demoni e satana era stata umiliata e sconfitta. Ho capito veramente cosa intendeva Dio quando ha detto: “Quando gli esseri umani sono pronti a sacrificare la propria vita, tutto diventa insignificante e nessuno può avere la meglio su di loro. Che cosa potrebbe essere più importante della vita? Perciò Satana diviene incapace di agire ulteriormente negli esseri umani, non c’è più nulla che possa fare all’uomo(La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Interpretazione dei misteri delle ‘Parole di Dio all’intero universo’, Cap. 36”). Il tallone d’Achille dell’uomo è la paura della morte. Il diavolo Satana sapeva del mio tallone d’Achille e lo usava per minacciarmi e per impedirmi di credere in Dio e di seguirlo. Ma la sapienza di Dio si esercita sulla base dei piani di Satana. Quando ho affidato la mia vita a Dio, Satana è diventato impotente, ha fallito ed è stato umiliato.

A mezzogiorno, alcuni ufficiali sono andati a mangiare mentre tre sono rimasti a sorvegliarmi. Un agente si è avvicinato a me e, simulando un finto sorriso, mi ha chiesto: “Perché non piangi?” Ho risposto: “Non ho niente per cui piangere”. Ha detto: “Se non piangi, ti daremo un motivo per farlo!” Mentre parlava, ha preso una bottiglia nera. Mi ha aperto gli occhi e mi ha spruzzato la sostanza chimica in bocca e negli occhi, mentre un altro agente mi immobilizzava le braccia e la testa. Immediatamente i miei occhi hanno cominciato a bruciare e a lacrimare e non riuscivo a tenerli aperti. La sostanza chimica mi pungeva dolorosamente le guance e, poiché l’avevo ingerita, mi bruciava anche la gola. Faceva così male che non riuscivo nemmeno a parlare e continuavo a sputare. Mi ha anche minacciata dicendo che era una specie di veleno e mi avrebbe ucciso in mezz’ora. Il terzo agente mi ha afferrata per le manette e mi ha portata in un’altra stanza. A quel punto sono riuscita ad aprire un po’ gli occhi e così mi hanno spruzzato ancora un po’ di quella sostanza chimica. Poi mi hanno ammanettata agli altri fratelli e sorelle con cui ero stata arrestata, hanno acceso il ventilatore alla massima potenza e hanno aperto tutte le finestre e la porta. Lui indossava un grande parka e una stufa gli riscaldava i piedi. Ha riso di gusto e ha detto: “Fa un bel calduccio, vero?” Era pieno inverno e in breve tempo le mie mani e i miei piedi sono diventati ghiacciati. Proprio in quel momento ho sentito una delle sorelle cominciare a battere i piedi e cantare a bassa voce una canzone. Ho ascoltato attentamente e mi sono resa conto che stava cantando un inno di lode a Dio. Anche io ho iniziato a battere il piede a ritmo. Mentre cantavo, sentivo che le mie forze stavano tornando, e ho pensato: “Non importa quanto questi diavoli mi tortureranno, io continuerò ad andare avanti lo stesso. Anche se ciò significa morire, rimarrò salda nella mia testimonianza per soddisfare Dio!” Con mia sorpresa, ci hanno lasciato andare verso le tre del pomeriggio. Si è scoperto che durante quel periodo avevano arrestato tanti fratelli e sorelle e non c’era più posto nel centro di detenzione o nella prigione. Quando si sono resi conto che da noi non avrebbero ricevuto alcuna informazione preziosa, ci hanno semplicemente lasciati andare. Tuttavia, sapevo che questa era la misericordia di Dio. Egli ci aveva dato una via d’uscita. In cuor mio ho ringraziato Dio.

Durante il mio arresto e la persecuzione da parte del PCC, la mia carne ha sofferto un po’ e sono stata umiliata, ma ho acquisito un reale discernimento dell’essenza malvagia del PCC. Ho capito chiaramente che il PCC è solo un demone che odia Dio e si oppone a Lui. Finché il gran dragone rosso sarà al potere, Satana sarà al potere e tormenterà e corromperà tutti gli uomini. In cuor mio ho rinunciato e mi sono ribellata al gran dragone rosso e ho atteso con ansia il giorno in cui Cristo e la giustizia avrebbero preso il potere. Speravo che il regno di Cristo si sarebbe realizzato presto, e avevo ancora più fede per seguire Dio fino alla fine!

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