15. Gli affetti devono essere improntati ai principi
Da bambina, i miei genitori e i docenti mi hanno insegnato a essere una brava persona e a praticare la gratitudine, proprio come nel proverbio: “Una goccia d’acqua di gentilezza dovrebbe essere ripagata con una sorgente zampillante”. Quindi, fin dall’infanzia, questo è stato il principio secondo il quale mi sono comportata e ho trattato gli altri in società. Soprattutto quando gli altri erano gentili con me, facevo di tutto per ripagarli doppiamente. Col tempo, ho ricevuto approvazione e lodi dalla maggior parte delle persone che mi circondavano; parenti e amici mi ritenevano gentile e leale, quindi avevano voglia di relazionarsi e andare d’accordo con me. Dopo aver iniziato a credere in Dio, interagivo con i miei fratelli allo stesso modo. Pensavo che comportarmi così mi rendesse una brava persona dotata di coscienza. Tuttavia, con l’esposizione delle parole di Dio, ho compreso che le idee della cultura tradizionale non sono la verità, e non sono i criteri secondo cui dobbiamo agire e comportarci.
Nel settembre 2018, sono stata rimossa dal ruolo di leader per incapacità di svolgere lavoro reale. In quel momento, ero molto negativa e debole, ma sorella Leslie, che era responsabile degli affari generali, mi ha inviato molti passi della parola di Dio per sostenermi e aiutarmi, il che mi ha veramente commossa. Sentivo che Leslie non solo non mi disprezzava, ma mi incoraggiava e mi aiutava. In seguito, Leslie mi ha assegnata agli affari generali. Era molto premurosa con me, prendeva spesso l’iniziativa di chiedermi idee e opinioni in merito al nostro dovere. Vedere che mi stimava così tanto ha ulteriormente aumentato la mia gratitudine per lei. In seguito, un leader della chiesa ha chiesto delle valutazioni su di me e alcuni, fratelli e sorelle, hanno detto cose fraintese, ma Leslie era a conoscenza del contesto dell’episodio e ha fatto chiarezza sui fatti seduta stante. Per questo le sono stata ancora più grata, poiché ho sentito che aveva parlato in mia difesa in un momento critico e salvato la mia immagine. Anche se non l’ho ringraziata a parole, desideravo sempre trovare un’occasione per farlo.
Non molto tempo dopo, Leslie è stata rimossa perché non svolgeva lavoro reale e io sono stata scelta come capogruppo. Nel controllare il suo lavoro, ho notato che spesso era distratta e disattenta. Le ho chiesto con tono gentile: “Leslie, perché sei così negligente nel tuo dovere?” A quel punto, invece di riflettere su sé stessa, ha risposto: “Sono vecchia e ho una pessima memoria”. In seguito, la sorella mia collaboratrice ha notato che Leslie continuava a distrarsi nel suo dovere e gliel’ha fatto notare più volte, ma lei ancora non è cambiata. Volevo trovare il momento giusto per parlarle, ma poi ho ricordato che, quando ero stata rimossa per la prima volta, ero in cattivo stato, e lei mi aveva aiutata e sostenuta con molta gentilezza. Ora, lei era appena stata destituita; quindi, se avessi esposto i suoi problemi in quel momento, non mi avrebbe forse ritenuta spietata? Inoltre, era stata appena destituita ed era in cattivo stato, quindi la sua distrazione era perdonabile. Avrei dovuto aiutarla di più con amore e darle il tempo di cambiare. In seguito, quando Leslie non svolgeva bene il suo dovere, io e la mia collaboratrice ce ne occupavamo al posto suo. Temendo che dimenticasse qualcosa, glielo ricordavo spesso, condividevo con lei e mi informavo sul suo stato di frequente. Tuttavia, il suo stato non è migliorato. In diverse discussioni riguardo al lavoro, i suoi suggerimenti non erano in linea con i principi e moltissimi, fratelli e sorelle, non li approvavano, ma lei insisteva comunque che il suo punto di vista era giusto e obbligava gli altri ad accettarlo, rendendo quasi impossibile discuterne. Volevo davvero richiamarla, ma poi ho pensato che era stata destituita da poco e che doveva essere infelice. Esporre i suoi problemi in quel momento non sarebbe stato come mettere sale sulla ferita? Così ho lasciato correre, sperando che col tempo se ne rendesse conto da sola. Non le ho fatto alcun richiamo e ho solo cercato di coinvolgerla meno nelle discussioni di lavoro. Ma lei, invece di riflettere su sé stessa, mi ha incolpata indirettamente, dichiarando che non ascoltavo le sue opinioni. Vedendo che non aveva alcuna conoscenza di sé stessa, mi sono fatta coraggio e sono stata sincera con lei, dicendole: “Leslie, sei troppo arrogante e presuntuosa. Dovresti davvero riflettere su te stessa”. In quel momento, l’ho vista indurire un po’ la sua espressione e ha abbassato la voce. Di colpo, ci sono rimasta male. Forse avevo leggermente esagerato a trattarla così? Dopo tutto l’aiuto che mi aveva dato in passato, ero stata insensibile? Ho iniziato a sentirmi in colpa.
Qualche giorno dopo, notando che spesso io e la mia collaboratrice svolgevamo il lavoro di Leslie, il supervisore ci ha chiesto come svolgesse il suo dovere Leslie. La domanda mi ha messa in ansia. Se avessi risposto sinceramente sulla situazione di Leslie, avrebbe potuto essere destituita. Ero in grado di gestire gli affari generali solo perché lo aveva disposto lei. Di solito mi trattava bene, mi aiutava nei momenti cruciali. Se fosse stata rimossa mentre io ero la capogruppo, non se ne sarebbe risentita dicendo che ero senza scrupoli e spietata? Per non farle perdere il lavoro, ho scritto del suo comportamento con obiettività e mi sono persino spinta oltre aggiungendo: “Questi comportamenti sono dovuti al suo cattivo stato dopo la recente destituzione. Sta consapevolmente cercando di cambiare”. In seguito, per evitare che venisse destituita, in diverse riunioni ho appositamente condiviso sul suo stato per aiutarla, ma lei continuava a essere negligente come sempre e c’erano costantemente problemi nel suo dovere. Una volta, ha addirittura fatto degli acquisti non necessari senza consultare nessuno e il prezzo era molto più alto del solito. In quell’occasione mi sono infuriata e volevo potarla ma ho mantenuto la calma per preservare il nostro rapporto. L’ho semplicemente convinta a non farlo di nuovo e a prestare più attenzione nel suo dovere. Lei si è detta d’accordo incondizionatamente, così non ho aggiunto altro. In quel periodo, fratelli e sorelle mi parlavano costantemente di problemi nel lavoro di Leslie. Volevo davvero rimproverarla e potarla ma, quando le ero davanti, non trovavo le parole. Le ho avute sulla punta della lingua in qualche occasione, ma mi sono trattenuta. In seguito, il supervisore ha scoperto di come Leslie stava svolgendo il suo dovere. L’ha valutata in base ai principi insieme agli altri, fratelli e sorelle del gruppo, stabilendo che era inadatta a occuparsi degli affari generali, e mi ha esortata a destituirla al più presto. Pensare che Leslie era appena stata destituita dal ruolo di capogruppo e che ora sarebbe stata assegnata a un dovere diverso: sarebbe stato un brutto colpo! Sarebbe stata in grado di sopportarlo? In quel momento, ho ripercorso nella mente tutte le occasioni in cui mi aveva aiutata in passato. Per vari giorni, ogni volta che pensavo di destituirla, mi sentivo oppressa e infelice. Per diverse notti mi sono rigirata nel letto, senza dormire. Mi sentivo male come se fossi stata io a essere rimossa. Non facevo che pensare: “In passato mi ha aiutata, ma ora devo personalmente destituirla e smascherare il suo comportamento. Penserà che sono un’ingrata e nutrirà risentimento per questo?” Per evitare di sentirmi in colpa, volevo che fosse il supervisore a condividere con Leslie, rimanendo io in disparte senza dire molto, o magari con una scusa non sarei andata affatto. Ma sapevo che simili motivazioni erano spregevoli e vergognose, quindi mi sentivo in trappola in quel dilemma. In preda alla tristezza, ho pregato Dio: “Dio, so che è giusto sostituire Leslie, ma perché mi risulta così difficile? Dio, qual è il mio problema? Ti prego, guidami a conoscere me stessa”.
Dopo aver pregato, ho soppesato il motivo per cui non mi risultasse così difficile sostituire altre persone, ma fossi invece così riluttante a rimuovere Leslie. Nella mia ricerca, ho letto queste parole di Dio: “Alcune persone sono estremamente sentimentali. Ogni giorno, in tutto quello che dicono e in ogni comportamento che assumono con gli altri, vivono secondo i loro sentimenti. Provano affetto per questa o quella persona e tutto il loro tempo è occupato dalle carinerie dell’affetto. Tutto quello che affrontano viene vissuto nella sfera dei sentimenti. […] Si potrebbe dire che i sentimenti sono la debolezza fatale di queste persone. Tutto ciò che fanno è vincolato dai loro sentimenti, sono incapaci di praticare la verità, o di agire secondo i principi, e sono spesso inclini a ribellarsi a Dio. I sentimenti sono la loro più grande debolezza, il loro difetto fatale, e sono interamente in grado di portarle alla rovina e distruggerle. Le persone eccessivamente sentimentali sono incapaci di mettere in pratica la verità o di sottomettersi a Dio. Si preoccupano della carne, sono sciocche e confuse. Tali persone possiedono una natura particolarmente sentimentale e vivono secondo i loro sentimenti” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Come conoscere la natura umana”). “Cosa caratterizza i sentimenti? Certamente nulla di positivo. Si tratta di un’attenzione per le relazioni fisiche e il soddisfacimento delle predilezioni della carne. Fare favoritismi, giustificare i difetti, viziare, coccolare e assecondare sono annoverati tra i sentimenti. Alcuni danno grande importanza ai sentimenti, reagiscono a qualsiasi cosa accada loro in base ai propri sentimenti; in cuor loro sanno benissimo che è sbagliato, eppure sono incapaci di essere obiettivi, tanto meno di agire secondo i principi. Quando le persone sono sempre vincolate dai sentimenti, sono in grado di mettere in pratica la verità? È estremamente difficile! L’incapacità che molti hanno di mettere in pratica la verità deriva dai sentimenti; essi considerano i sentimenti estremamente importanti, li mettono al primo posto. Queste sono forse persone che amano la verità? Certamente no. Che cosa sono i sentimenti, in sostanza? Sono un tipo di indole corrotta. Le manifestazioni dei sentimenti possono essere descritte con diverse parole: favoritismo, spregiudicata protezione degli altri, mantenimento di relazioni fisiche e parzialità; ecco cosa sono i sentimenti” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Cos’è la verità realtà?”). Solo dopo aver letto le parole di Dio, mi sono resa conto che rimuovere Leslie mi causava tanto dolore, imbarazzo e disagio perché il mio affetto per lei era troppo forte e mi sentivo sempre limitata dalle mie emozioni. Dato che Leslie mi aveva aiutata ed era stata gentile con me, pensavo di doverle gratitudine. Vedendo che era negligente nel suo dovere, lenta sul lavoro, che si rifiutava di cambiare anche dopo molteplici condivisioni, ho capito chiaramente che avrei dovuto potarla, ma temevo di ferire il suo orgoglio e di suscitare in lei risentimento nei miei confronti, così mi sono limitata a parlarle con delicatezza non ho fatto altro. Aveva opinioni errate, ma insisteva che le persone la ascoltassero e le obbedissero, frenando le discussioni di lavoro in varie occasioni, fino a bloccarle, causando un disturbo. Nel frattempo, non sono riuscita a smascherarla o a potarla. Quando il supervisore ha chiesto come svolgesse il suo dovere Leslie, temevo che sarebbe stata rimossa, così ho mentito dicendo che stava cercando di cambiare, sperando di confondere il supervisore e renderle impossibile un giudizio corretto. Quando ho visto che Leslie svolgeva il suo dovere senza principi e sprecava i soldi della chiesa, non l’ho rimproverata, invece l’ho protetta e assecondata ciecamente. Ora dovevo destituirla e smascherare il suo comportamento, ma volevo delegare il supervisore. Le mie emozioni erano troppo forti, mi mancava completamente la testimonianza di pratica della verità. Per proteggere Leslie ed evitare che si risentisse e mi considerasse un’ingrata, ho continuato ad assecondarla, senza alcun riguardo per il lavoro della chiesa. Vivevo secondo le emozioni, pensavo alla sua carne e proteggevo il nostro rapporto personale. Credevo addirittura che questo significasse aiutarla con amore, agendo per affetto e lealtà, ma in realtà mi attenevo alla filosofia per i rapporti mondani. Volevo che Leslie mi approvasse, a costo di danneggiare gli interessi della chiesa. Agivo soltanto per me stessa. Ero davvero malvagia e spregevole! Provai un profondo rimorso. Agivo in base alle emozioni, danneggiando il lavoro della chiesa e portando Dio a detestarmi. Se avessi continuato ad agire in base alle emozioni e a non praticare la verità, un giorno sarei stata eliminata.
In seguito, mi sono chiesta: “Perché ho agito tanto in base a emozioni che vanno contro le verità principi?” Nella mia ricerca, ho letto un passo della parola di Dio: “Le intenzioni sono una parte evidente dello stato delle persone, una delle più comuni; nella maggior parte delle questioni, le persone hanno i loro pensieri e le loro intenzioni. Quando tali pensieri e intenzioni si manifestano, le persone li ritengono legittimi, ma il più delle volte sono per i propri fini, il proprio orgoglio e i propri interessi, oppure per coprire qualcosa o per ottenere una qualche soddisfazione personale. In questi momenti devi esaminare come è nata l’intenzione, perché si è determinata. Per esempio, la casa di Dio ti chiede di svolgere il lavoro di purificazione della chiesa, e c’è una persona che è sempre stata superficiale nel suo dovere, cercando costantemente un modo per battere la fiacca. Secondo i principi questa persona dovrebbe essere allontanata, ma tu hai un buon rapporto con lei. Quindi che tipo di pensieri e intenzioni sorgeranno in te? Come praticherai? (Agendo secondo le mie preferenze.) E cosa produce queste preferenze? Poiché questa persona è stata buona con te o ha fatto qualcosa per te, nutri una buona impressione di lei e quindi in questo momento vuoi proteggerla e difenderla. Non è forse effetto dei sentimenti? Sei sentimentale nei suoi confronti e quindi adotti l’approccio per cui ‘Mentre le autorità centrali hanno delle politiche, quelle locali hanno le loro contromisure’. Stai facendo il doppio gioco. Da un lato, dici a questa persona: ‘Devi impegnarti un po’ di più nel fare le cose. Smettila di essere superficiale, devi sopportare qualche avversità; questo è il nostro dovere’. Dall’altro lato, rispondi al Supremo, dicendo: ‘È cambiato in meglio, ora è più efficiente nel svolgere il suo dovere’. Ma quello che in realtà stai pensando dentro di te è: ‘Questo perché ho lavorato su di lui. Se non l’avessi fatto, sarebbe ancora come prima’. Nella tua mente, non fai che pensare: ‘È stato gentile con me, non può essere allontanato!’ Che stato è quando nella tua intenzione ci sono queste cose? Questo è danneggiare il lavoro della chiesa proteggendo le relazioni affettive personali. Agire in questo modo è conforme ai principi della verità? E manifesti forse sottomissione quando agisci così? (No.) Non sei sottomesso; c’è resistenza nel tuo cuore. Nelle cose che ti accadono e nel lavoro che devi svolgere le tue idee contengono valutazioni soggettive, con l’aggiunta di fattori emotivi. Agisci in base ai sentimenti, eppure credi di essere imparziale, di dare alle persone la possibilità di pentirsi e di aiutarle con amore; dunque stai facendo di testa tua, non come Dio richiede. Lavorare in questo riduce la qualità del lavoro, riduce il rendimento e danneggia il lavoro della chiesa, e questo è il risultato dell’agire secondo i sentimenti. Se non esamini te stesso, sarai forse in grado di individuare il problema? No, mai. Potrai anche sapere che è sbagliato agire in questo modo, che è una mancanza di sottomissione, ma ci pensi su e dici a te stesso: ‘Devo aiutarlo con amore e, dopo che avrà ricevuto aiuto e starà meglio, non ci sarà bisogno di allontanarlo. Dio non dà forse alle persone la possibilità di pentirsi? Dio ama le persone, quindi devo aiutarlo con amore e fare ciò che Dio mi chiede’. Alla luce di questi pensieri, agisci di testa tua. In seguito, ti senti a tuo agio in cuor tuo; sei convinto di star mettendo in pratica la verità. Durante questo processo, hai praticato secondo la verità oppure hai agito secondo le tue preferenze e intenzioni? Le tue azioni sono state interamente dettate dalle tue preferenze e intenzioni. Durante l’intero processo hai usato la tua cosiddetta gentilezza e il tuo cosiddetto amore, i tuoi sentimenti e le tue filosofie per le interazioni mondane in modo da rendere le cose facili, e hai cercato di tenere il piede in due staffe. In apparenza stavi aiutando quella persona con amore mentre in realtà in cuor tuo eri vincolato dai sentimenti e, temendo che il Supremo lo venisse a sapere, hai cercato di conquistarla con un compromesso, in modo che nessuno si offendesse e che il lavoro venisse portato a termine: è lo stesso modo in cui i non credenti tentano di tenere il piede in due staffe” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “L’atteggiamento che l’uomo dovrebbe avere verso Dio”). Solo dopo aver letto le parole di Dio ho capito il motivo per cui sapevo che Leslie manifestava dei problemi ma l’ho protetta invece di smascherarla. Era perché volevo che lei mi vedesse di buon occhio. In realtà, ero controllata dall’idea che “Una goccia d’acqua di gentilezza dovrebbe essere ripagata con una sorgente zampillante”. Applicavo quest’idea come principio per comportarmi e interagire con gli altri in società. Credevo di dover essere gentile e leale con gli altri; che, se qualcuno era gentile con me, dovevo ripagare con una gentilezza doppia. Altrimenti sarei stata ingrata, condannata e sdegnata dagli altri. Così, quando ho visto Leslie aiutarmi, prendersi cura di me e parlare in mia difesa, sentivo di doverla ripagare. Quando ho visto che Leslie era costantemente negligente nel suo dovere, ho violato i principi e danneggiato gli interessi della chiesa, pur di non smascherarla e potarla. Peggio ancora, ho continuato a offrire ciecamente amore e a condividere per aiutarla, ho mentito e ingannato il supervisore per nascondere il fatto che fosse negligente nel dovere e disturbasse il lavoro della chiesa. L’ho fatto solo affinché gli altri pensassero che sono brava persona, riconoscente e gentile con gli altri. Attraverso quanto esposto dalle parole di Dio, ho finalmente visto che tali idee e opinioni non fanno che fuorviare e corrompere le persone. Vivevo in base a queste cose, incapace di distinguere il giusto dallo sbagliato, e agivo e mi comportavo senza principi. Esteriormente, stavo facendo il mio dovere, ma in realtà facevo di testa mia, senza alcuna sottomissione a Dio. Ho persino ostacolato il lavoro della chiesa e mi sono opposta a Dio senza rendermene conto. Se crediamo in Dio ma non pratichiamo la verità e viviamo ancora secondo simili idee, per quanto bene ci comportiamo esteriormente e andiamo d’accordo con gli altri, agli occhi di Dio restiamo persone che Gli si oppongono. Solo allora ho acquisito discernimento su queste assurde e spregevoli idee sataniche. Ho visto che provengono tutte da Satana e sono in contrasto con la verità; sono tutte contaminate da interessi e desideri umani, sono malvagie e spregevoli. Non dovrebbero essere i criteri secondo cui agisco e mi comporto.
Qualche giorno dopo, ho letto un altro passo della parola di Dio e ho compreso meglio la natura della questione. La parola di Dio dice: “Non è solamente un mancato attenersi alla parola di Dio e al proprio dovere, ma è un considerare le macchinazioni e la filosofia di Satana per i rapporti mondani come se fossero la verità, e poi seguirle e metterle in pratica. Stai obbedendo a Satana e stai vivendo secondo una filosofia satanica, non è vero? Tu non sei una persona che si sottomette a Dio, tanto meno una persona che si attiene alle parole di Dio. Sei un vero e proprio mascalzone. Accantonare le parole di Dio e prendere invece un detto satanico e metterlo in pratica come verità significa tradire la verità e Dio! Lavori nella casa di Dio, però i principi delle tue azioni sono la logica satanica e la filosofia per i rapporti mondani: che genere di persona sei? Una persona che tradisce Dio e Lo disonora gravemente. Qual è l’essenza di questo agire? Condannare apertamente Dio e rinnegare apertamente la verità. Non ne è forse questa l’essenza? (È così.) Oltre a non seguire la volontà di Dio, stai consentendo ai detti diabolici e alle filosofie di Satana per i rapporti mondani di diffondersi in maniera incontrollata nella chiesa. Così facendo, diventi complice di Satana, aiuti Satana a svolgere le sue attività all’interno della chiesa e a disturbare e intralciare il lavoro della chiesa. L’essenza di questo problema è molto grave, vero?” (La Parola, Vol. 4: Smascherare gli anticristi, “Primo excursus: Che cos’è la verità”). Mi è sembrato che le parole di Dio mi trafiggessero il cuore. Parole come: “un vero e proprio mascalzone”, “tradire la verità”, “Una persona che tradisce Dio e Lo disonora gravemente” e ancora “complice di Satana” penetravano il mio cuore come spade affilate. Vivevo secondo quelle idee di cultura tradizionale. Agli occhi di Dio, non era solo un esempio momentaneo di azione emozionale, invece di praticare la verità e di salvaguardare gli interessi della chiesa: si trattava di slealtà verso Dio e verso il mio dovere, era negare la verità, era disonorare e tradire Dio. La natura di tutto ciò era davvero grave! Rendermene conto mi ha estremamente angosciata e spaventata. Non sapevo che appoggiarsi a pensieri satanici credendo in Dio e svolgendo il mio dovere fosse un problema tanto grave. Ho impiegato molto tempo a calmarmi.
In seguito, ho letto altri due passi delle parole di Dio. Dio Onnipotente dice: “In tutta l’umanità, non c’è una sola razza in cui la verità abbia il potere. Per quanto elevate, antiche o misteriose siano le idee o la cultura tradizionale che una razza ha prodotto, l’educazione che ha ricevuto o la conoscenza che possiede, una cosa è certa: nessuna di queste cose è la verità o ha una qualche relazione con la verità. C’è chi dice: ‘Alcune delle morali o delle nozioni per determinare ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, ciò che è corretto e ciò che non lo è, ciò che è bianco e ciò che è nero, contenute nella cultura tradizionale, sembrano piuttosto vicine alla verità’. Il fatto che suonino vicini alla verità non significa che abbiano un significato simile. I detti dell’umanità corrotta provengono da Satana e non sono mai la verità, mentre solo le parole di Dio sono la verità. Pertanto, per quanto alcune parole della gente possano sembrare simili a quelle di Dio, non sono la verità e non possono diventare la verità; questo è fuori di dubbio. Sono vicine alla verità solo nella formulazione e nell’espressione ma, in realtà, queste nozioni tradizionali sono incompatibili con le verità contenute nelle parole di Dio. Sebbene il senso letterale di queste parole possa avvicinarsi in parte alla verità, non ne condivide la fonte. Le parole di Dio provengono dal Creatore, mentre le parole, le idee e i punti di vista della cultura tradizionale provengono da Satana e dai demoni. Alcuni dicono: ‘Le idee, i punti di vista e i detti celebri della cultura tradizionale sono universalmente riconosciuti come positivi; anche se sono menzogne e fallacie, non possono forse diventare verità, se la gente li sostiene per diverse centinaia o migliaia di anni?’ Assolutamente no. Un simile punto di vista è ridicolo quanto affermare che le scimmie si siano evolute in uomini. La cultura tradizionale non diventerà mai la verità. La cultura è cultura e, per quanto nobile, è sempre e solo qualcosa di relativamente positivo prodotto dall’umanità corrotta. Ma essere positiva non equivale a essere la verità, essere positiva non la rende un criterio; è solo relativamente positiva, niente di più. Ora, ci risulta dunque chiaro se, dietro a questa ‘positività’, l’impatto che la cultura tradizionale ha sull’umanità è buono o cattivo? Senza dubbio, ha un impatto cattivo e negativo sull’umanità” (La Parola, Vol. 4: Smascherare gli anticristi, “Primo excursus: Che cos’è la verità”). “L’umanità è stata condizionata, intorpidita e corrotta da questi aspetti della cultura tradizionale. E qual è il risultato finale? È che l’umanità è fuorviata, limitata e vincolata dalla cultura tradizionale e si forma naturalmente un tipo di mentalità e di teoria che l’umanità sostiene e diffonde, trasmette largamente e fa accettare alla gente. Alla fine, questa conquista il cuore di tutti, fa in modo che tutti sottoscrivano questo tipo di mentalità e di idea, da cui tutti vengono corrotti. Quando le persone sono state corrotte fino a un certo livello, non hanno più alcuna nozione di ciò che è giusto o sbagliato; non vogliono più discernere ciò che è giustizia e ciò che è malvagità, né sono più disposte a discernere ciò che è positivo e ciò che è negativo. Arriva persino un giorno in cui non sanno se sono davvero umane; ci sono molte persone malate che non sanno se sono uomini o donne. Quanto è lontana dalla distruzione una razza umana come questa? […] Che le filosofie, le leggi, le idee e le cosiddette mentalità di Satana hanno fuorviato e corrotto l’intera razza umana. In che misura le persone sono fuorviate e corrotte? Tutte le persone hanno accettato le fallacie e le affermazioni diaboliche di Satana come verità; tutte adorano Satana e lo seguono. Costoro non comprendono le parole di Dio, il Creatore. Non importa cosa dica il Creatore, quanto dica e quanto siano chiare e concrete le Sue parole: nessuno capisce, nessuno comprende. Queste persone sono tutte insensibili e stupide, confuse nei pensieri e nella mente. Come sono state confuse? È Satana che le ha confuse. Satana ha corrotto totalmente le persone” (La Parola, Vol. 4: Smascherare gli anticristi, “Primo excursus: Che cos’è la verità”). In passato, sapevo solamente che le filosofie per i rapporti mondani “Ognuno per sé e che gli altri si arrangino” e “Nell’intero universo, solo io regno sovrano” erano in contrasto con la verità, cose che chi è dotato di una normale umanità non dovrebbe possedere. Invece, quanto ai detti della cultura tradizionale apparentemente in linea con la coscienza e la moralità, come “Una gentilezza ricevuta deve essere ripagata con gratitudine”, “Una goccia d’acqua di gentilezza dovrebbe essere ripagata con una sorgente zampillante”, “L’uomo non è inanimato; come può essere privo di emozioni?” e altre morali tradizionali che sembrano civili e nobili, non ne avevo discernimento. Pensavo che fossero idee tramandate di generazione in generazione e che le brave persone dovessero applicare questi concetti. Non esercitavo discernimento su queste filosofie tradizionali e le consideravo tutte idee positive da perseguire e mettere in pratica. Quando non le applicavo, mi sentivo in colpa e temevo di essere condannata e sdegnata dagli altri. Ora, grazie a quanto esposto dalle parole di Dio, ho finalmente visto che, dominate da queste idee e filosofie, quando interagiscono con gli altri, le persone pensano solo alle emozioni, non ai principi, e non sanno discernere il bene dal male o il giusto dallo sbagliato. Fintanto che gli altri erano gentili con me, anche se cattivi o malevoli, anche se aiutarli significava aiutarli a compiere del male, sentivo di dover farlo per ripagare la loro gentilezza e aiutarli. Esteriormente, sembravo coscienziosa, ma in realtà ero confusa e stupida, avevo scopi e intenzioni personali. Lo facevo per proteggere la mia immagine e la mia reputazione, interamente per i miei interessi personali. Ero davvero egoista, spregevole e ipocrita. Non ero affatto una brava persona. Se fossi rimasta aggrappata a queste filosofie e dottrine sataniche, non avrei fatto altro che diventare sempre più subdola, propensa all’inganno, egoista e malevola. Ho visto che queste idee e filosofie tradizionali, apparentemente nobili e valide, non sono che bugie addolcite. Sembrano nobili e in linea con la morale e l’etica umana, ma in realtà sono in contrasto con la verità, sono uno dei mezzi con cui Satana corrompe le persone. Mi sono resa conto che, pur credendo in Dio da molti anni, poiché non praticavo la verità e vivevo secondo queste idee tradizionali, mettevo la coscienza al centro di tutte le mie interazioni, volevo sempre ripagare la gentilezza delle persone, ma non sapevo discernere il bene dal male. Ero un’idiota così confusa, che non sapeva distinguere il giusto dallo sbagliato! Dio ha espresso così tanta verità negli ultimi giorni e ha rivelato con dettagli concreti tutti gli aspetti della verità che dovremmo praticare, nella speranza che ci comportiamo e agiamo secondo la verità e la parola di Dio, per poter testimoniare Dio e renderGli gloria. Io, invece, ho svolto il mio dovere solo per mantenere i rapporti della carne, non ho ricercato la verità, non ho protetto gli interessi della chiesa. Rendermene conto mi ha colmata di senso di colpa e di rimorso per ciò che avevo fatto. Mi sono presentata davanti a Dio e ho pregato: “Dio, vivo secondo veleni satanici. Ho compiuto troppe azioni in contrasto con la verità e in opposizione a Te. Dio, desidero pentirmi e agire secondo le verità principi”.
Dopodiché, mi sono chiesta: “Se vivere secondo queste opinioni e idee tradizionali non equivale ad avere una buona umanità, che cosa significa avere una buona umanità?” In seguito, ho visto un passo delle parole di Dio che mi ha fornito uno standard preciso per valutare le cose. Le parole di Dio dicono: “È necessario un criterio per avere una buona umanità. Non è questione di intraprendere la via della moderazione, non aderire ai principi, sforzarti di non offendere nessuno, cercare di ingraziarti tutti, essere mellifluo e untuoso con chiunque incontri e fare in modo che tutti parlino bene di te. Non è questo il criterio. Allora qual è il criterio? È essere in grado di sottomettersi a Dio e alla verità. È trattare il proprio dovere e ogni genere di persone, eventi e cose secondo i principi e con un senso di responsabilità. Questo è ben visibile a tutti; ognuno lo ha chiaro nel proprio cuore. Inoltre Dio sottopone a scrutinio il cuore degli esseri umani e ne conosce la situazione, uno per uno; chiunque sia, nessuno può imbrogliare Dio. Alcuni si vantano continuamente di possedere una buona umanità, di non parlare mai male degli altri, di non danneggiare mai gli interessi degli altri e affermano di non aver mai bramato la proprietà altrui. Quando c’è una disputa di interessi, addirittura preferiscono subire una perdita piuttosto che approfittare degli altri, e tutti li reputano delle brave persone. Però, nello svolgere il loro dovere nella casa di Dio sono scaltri e viscidi e tramano sempre per il proprio tornaconto. Non pensano mai agli interessi della casa di Dio, non considerano mai urgenti le cose che Dio considera urgenti né pensano come pensa Dio, e non sono mai capaci di accantonare i propri interessi per compiere il proprio dovere. Non rinunciano mai ai propri interessi. Anche quando vedono persone malevole commettere il male, non le smascherano; non hanno principi di alcun genere. Che tipo di umanità è questa? Non una buona umanità. Non prestare attenzione a ciò che dicono tali persone; devi vedere che cosa vivono, cosa rivelano e qual è il loro atteggiamento quando svolgono il loro dovere, nonché qual è lo stato in cui si trovano e cosa amano. Se il loro amore per la fama e il guadagno supera la lealtà verso Dio, supera gli interessi della casa di Dio o supera la considerazione che tali persone dimostrano nei confronti di Dio, allora persone simili sono forse dotate di umanità? No, non sono persone dotate di umanità” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Dando il proprio cuore a Dio si può ottenere la verità”). Dopo aver letto le parole di Dio, ho capito che una persona di buona umanità non fa compromessi per evitare di offendere qualcuno, per farsi sostenere e supportare da tutti. Al contrario, può amare la verità e le cose positive, è responsabile nei doveri, sa attenersi alle verità principi e protegge il lavoro della chiesa. Solo persone come queste sono veramente buone. Se si proteggono solo i rapporti con gli altri, la fama e il prestigio, l’andare d’accordo con gli altri, senza essere leali a Dio nel dovere, se si mantengono i rapporti con le persone a costo di danneggiare il lavoro della chiesa, allora si è estremamente egoisti e spregevoli. Per quanto il proprio comportamento esteriore sia moralmente accettabile, fuorvia le persone ed è in contrasto con la verità. Ho pensato a come vivevo in base a queste idee e opinioni tradizionali, mascherandomi da brava persona. In realtà, dentro di me, diventavo via via più egoista, propensa all’inganno e malevola. Tutto ciò che facevo era per proteggere la mia reputazione e il mio prestigio, per soddisfare i miei desideri e le mie ambizioni personali. Non avevo assolutamente una sembianza umana; tutto ciò che realizzavo era demoniaco. In passato, quando giudicavo se qualcuno fosse dotato o meno di umanità, giudicavo in base alle mie nozioni, alle mie fantasie. Questo non era affatto conforme alla verità, né in linea con gli standard con cui Dio valuta le persone.
Nei giorni seguenti, ho riflettuto su come praticare in conformità alle verità principi e alle intenzioni di Dio. Nella parola di Dio, ho letto: “Tali rapporti non si baseranno sulla carne, ma sul fondamento dell’amore di Dio. Non avrai pressoché alcuna interazione con altre persone basata sulla carne, ma si baserà su un livello spirituale, ci saranno comunione e amore e conforto reciproci, nonché nutrimento reciproco. Tutto ciò si compie a partire da un desiderio di soddisfare Dio – questi rapporti non si mantengono attraverso filosofie umane per le interazioni mondane, si formano naturalmente quando si porta un fardello per Dio. Non ti richiedono alcuno sforzo umano innaturale, devi solo praticare secondo i principi delle parole di Dio. […] Normali rapporti interpersonali si stabiliscono sul fondamento del rivolgere il proprio cuore a Dio, non mediante sforzi umani. Se Dio è assente nel cuore di una persona, allora i suoi rapporti con gli altri non sono altro che rapporti carnali. Non sono normali, sono lascive concessioni, e sono odiati e detestati da Dio” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “È molto importante stabilire un rapporto normale con Dio”). Dio ci chiede di trattare le persone secondo le verità principi, di utilizzare l’amore di Dio come fondamento per interagire con fratelli e sorelle, di sostenerci e aiutarci a vicenda nella verità e nella vita, di non attenerci alle filosofie carnali dei rapporti mondani. Leslie mi ha aiutata in passato, per sovranità e disposizione di Dio; avrei dovuto riconoscerla e accettarla da Dio. Invece ho attribuito tutto a Leslie, mostrandole la mia gratitudine in ogni cosa. Ho visto che il mio rapporto con Leslie era basato sulla carne, che quello che facevo e come mi comportavo non erano affatto in linea con le intenzioni di Dio, che ero priva di principi. In realtà, quando fratelli e sorelle affrontano fallimenti o battute d’arresto e diventano negativi e deboli, condividere sulle parole di Dio per aiutarli e sostenerli è in linea con le verità principi ed è ciò che dovremmo fare. Invece, coloro che sono costantemente negligenti nei loro doveri e irresponsabili, che addirittura intralciano e disturbano il lavoro della chiesa, dovrebbero essere limitati, smascherati, potati o destituiti. Non andrebbero mai coperti o protetti sulla scia delle emozioni. Anche quando siamo affezionati, dobbiamo agire secondo i principi. Dopo essere stata destituita, Leslie è stata ancora irresponsabile e negligente nei suoi doveri, senza alcuna reale comprensione dei suoi problemi. Se avessi utilizzato le parole di Dio per condividere, analizzando il suo comportamento e la natura dei suoi problemi, in modo che potesse riflettere su sé stessa, pentirsi e cambiare, questo sarebbe stato vero amore per lei. Avrebbe avvantaggiato anche il lavoro della chiesa. Quando me ne sono resa conto, ho provato un sollievo immediato e non volevo più proteggere le mie relazioni di carne.
In seguito, ho usato le parole di Dio per smascherare i vari comportamenti di Leslie e il suo atteggiamento nei confronti del dovere, riassegnando il suo dovere. Dopo quella condivisione, mi sono sentita molto a mio agio. Leslie non aveva risentimento nei miei confronti e l’ha accettato da Dio. Ha affermato che, senza essere destituita e smascherata, non si sarebbe mai resa conto che ciò che aveva fatto aveva causato tale intralcio e disturbo, non si è lamentata di come è stata gestita. Dopo che ha detto queste parole, ho sentito davvero che vivendo in conformità con le parole di Dio possiamo veramente beneficiarne e aiutare le persone, traendone un grande sollievo. Ho avuto un’esperienza diretta del fatto che le idee apparentemente civili e nobili della cultura tradizionale, per quante persone le possano approvare e ammirare, non sono la verità. Sono tutte distorte e malevole, possono solo danneggiare gli altri e noi stessi. La verità è l’unico standard per le nostre azioni e per il nostro comportamento.