36. Riflessioni sull’opporre resistenza alla supervisione

di Mi Hui, Cina

Nel 2021 ero responsabile del lavoro di irrigazione della chiesa. In quel periodo, i leader supervisionavano ed esaminavano il nostro lavoro chiedendo spesso informazioni sui nostri progressi, e se avessimo avuto problemi o difficoltà nello svolgimento del nostro dovere. All’inizio, rispondevo attivamente, ma a poco a poco sono diventata insofferente e pensavo: “Esaminare continuamente il nostro lavoro crea troppa difficoltà. Chi sa quanto tempo sprechiamo? Questo non influirà forse sui risultati del mio lavoro? Se i miei risultati sono scarsi, i leader non mi destituiranno?” Con questi pensieri nella mente, ho iniziato a opporre resistenza a quel genere di supervisione svolta dai leader.

Una volta i leader hanno inviato una lettera per capire lo stato del nostro lavoro ponendoci delle domande, tra cui quante persone avevano accettato il Vangelo in quel mese, quanti nuovi arrivati non si erano riuniti regolarmente e perché, quali erano le loro attuali nozioni religiose, e in che modo avevamo condiviso per eliminarle. Leggere quella serie di domande mi ha turbata, e ho pensato: “Ci sono così tanti contenuti di cui parlare, e devo rivedere e discutere tutto con gli irrigatori. Sarà una gran perdita di tempo!” Così in cuor mio ho opposto resistenza, “Porre così tante domande dettagliate sul lavoro ci fa perdere troppo tempo! Poi, se i risultati del nostro lavoro di irrigazione sono scarsi, direte che non ho svolto un lavoro reale e che non ho abilità lavorative?” Quando ho visto che anche le sorelle, mie collaboratrici di lavoro, si sentivano turbate, ho pensato: “Se anche loro ritengono che questa sia una perdita di tempo, allora come gruppo, possiamo dare un suggerimento ai leader. E forse in futuro, quando i leader esamineranno il lavoro, non faranno domande così specifiche, e un minor numero di difetti del mio lavoro verrà esposto”. Quindi un po’ per scherzo, ho detto: “I leader devono essere davvero preoccupati per noi per porci delle domande così dettagliate sul nostro lavoro”. Non appena ho detto questo, una sorella è intervenuta dicendo: “Fin nei minimi dettagli!” Dopo aver sentito che la sorella e io pensavamo la stessa cosa, ho riso e ho detto: “Siamo già abbastanza impegnate così. Dover comprendere e rispondere a queste domande crea troppe difficoltà. Non influirà forse sull’efficacia del nostro lavoro di irrigazione?” Vedere le altre sorelle annuire in segno di assenso mi ha reso segretamente felice, “Sembra che tutte siano contrarie. Più tardi, possiamo riunirci e sottoporre dei suggerimenti ai leader, cosicché essi non stiano sempre a controllare il nostro lavoro”. Con il mio incitamento, ogni volta che i leader cercavano di saperne di più sul nostro lavoro, le mie collaboratrici sembravano turbate e anche se rispondevano, lo facevano con riluttanza in poche frasi. Non riepilogavano in modo dettagliato i problemi e le deviazioni del lavoro, quindi i leader non riuscivano a capire o a fare i conti con i nostri problemi di lavoro. Di conseguenza, il nostro lavoro di irrigazione non è mai migliorato.

Un’altra volta, i leader scoprirono che non prestavamo abbastanza attenzione alla coltivazione degli irrigatori, e inviarono una lettera per condividere sull’importanza di quel lavoro e per fornirci alcuni metodi di buona pratica. La lettera sottolineava anche che non stavamo sopportando un fardello per quel lavoro di coltivazione, che stavamo tergiversando sull’esecuzione e che la nostra efficienza era troppo bassa, il che non solo privava i fratelli e le sorelle della formazione, ma aveva anche un’influenza diretta sul lavoro di irrigazione. I leader volevano che considerassimo la questione come una cosa importante, e ci chiedevano di formare rapidamente alcuni nuovi arrivati nella pratica dell’irrigazione. Dopo aver letto la lettera, ho provato un senso di opposizione: “Questo è chiedere troppo. Questi nuovi arrivati hanno appena iniziato a formarsi nel loro dovere. Pensate che coltivarli sia così facile? Voi avete esperienza nel formare le persone, ma non potete pretendere da noi i vostri standard!” Ma poi ho pensato, “Se mi lamento direttamente, i leader non penseranno forse che io non ho abilità lavorative? Non posso permettere che ciò accada! Devo far capire loro che il nostro intero gruppo non può soddisfare questa richiesta. Così i leader non potranno farci nulla, e anche se perseguiranno tale questione, non sarò l’unica ad esserne coinvolta”. Corrucciando il volto e con qualche difficoltà, dissi: “La richiesta dei leader è un po’ troppo elevata e la nostra esperienza non è paragonabile alla loro”. Non appena dissi questo, una alla volta le altre sorelle annuirono in segno di approvazione. Una di loro disse: “I leader sono persone di levatura alta e lavorano in modo molto efficiente. Come possiamo metterci in confronto con loro?” Un’altra disse: “I leader ci chiedono troppo. Come possiamo svolgere questo lavoro d’ora in avanti?” Vedendo che tutte la pensavano allo stesso modo, ero molto felice, e pensavo: “Ora i leader non dovrebbero riuscire a farci nulla. Dopotutto, non possono destituire tutto il nostro gruppo!” Il giorno dopo inviai ai leader una lettera di risposta che descriveva tutte le difficoltà che avevamo incontrato nello svolgimento del nostro dovere in modo che potessero comprendere la nostra situazione. Alla fine della lettera, ho intenzionalmente aggiunto una riga che diceva: “Questi sono i risultati del nostro lavoro per ora, e non è facile migliorarli”. Nella lettera, ho sottolineato la parola “nostro” in modo che i leader sapessero che quella era la nostra opinione collettiva. In questo modo non ci avrebbero più affibbiato delle richieste così elevate. Ma con mia sorpresa, durante la riunione successiva i leader mi hanno potata ed esposta, dicendo che quando svolgevo il mio dovere non sopportavo alcun fardello e non mi sforzavo di migliorare. Hanno detto che diffondevo la negatività, che avevo formato una cricca e istigato le sorelle a unirsi a me per opporre resistenza, che avevo ritardato la coltivazione dei nuovi arrivati e disturbato il lavoro della chiesa, e che non ricoprivo un ruolo positivo nel gruppo. Alla fine, mi hanno destituita.

Dopo essere stata destituita, ero piena di rimorsi e molto turbata. Sapevo di aver causato dei problemi, di aver compiuto il male e di aver offeso Dio. Affrontando i problemi, non avevo ricercato la verità, e avevo diffuso nozioni che avevano portato tutti a vivere in uno stato di negatività e passività. Avevo davvero ostacolato il lavoro della chiesa. Più tardi, quando ho riflettuto sulla mia situazione, mi sono imbattuta in questo passaggio delle parole di Dio: “Poiché nel loro cuore gli anticristi dubitano sempre dell’essenza divina di Cristo e hanno sempre un’indole disobbediente, quando Cristo chiede loro di fare delle cose, loro le sottopongono a scrutinio e ne discutono, chiedendo alle persone di stabilire se siano cose giuste o sbagliate. Questo è un problema serio? (Sì.) Non affrontano queste cose dal punto di vista della sottomissione alla verità, ma in opposizione a Dio. Questa è l’indole degli anticristi. Quando sentono gli ordini e le disposizioni lavorative di Cristo non li accettano e non si sottomettono, iniziando invece a discutere. E cosa discutono? Discutono di come praticare l’obbedienza? (No.) Discutono se le parole e gli ordini di Cristo siano giusti o sbagliati, esaminano se debbano essere eseguiti o meno. Il loro atteggiamento è forse quello di voler effettivamente fare queste cose? No: vogliono istigare altre persone a essere come loro, a non fare queste cose. E non farle è forse praticare la verità della sottomissione? Ovviamente no. Allora cosa stanno facendo? (Si oppongono.) Non solo si oppongono a Dio, ma cercano anche di sollevare una opposizione collettiva. Questa è la natura delle loro azioni, non è vero? Opposizione collettiva: rendere tutti uguali a loro, far sì che tutti la pensino come loro, parlino come loro e decidano come loro, opponendosi collettivamente alle decisioni e agli ordini di Cristo. Questo è il modus operandi degli anticristi. La convinzione degli anticristi è: ‘Non è un crimine se lo fanno tutti’, e così spingono gli altri a opporsi a Dio insieme a loro, pensando che, in questo modo, la casa di Dio non potrà fare loro nulla. Non è una cosa stupida? La capacità degli anticristi di opporsi a Dio è estremamente limitata, sono da soli. Per questo cercano di reclutare persone che si oppongano collettivamente a Dio, pensando in cuor loro: ‘Fuorvierò un gruppo di persone e farò in modo che pensino e agiscano come me. Insieme rifiuteremo le parole di cristo, ostacoleremo le parole di dio e impediremo che si realizzino. E quando qualcuno verrà a controllare il mio lavoro, dirò che tutti hanno deciso di agire in questo modo, e allora vedremo come la gestirai. Non lo farò per te, non lo eseguirò, e poi vedremo cosa mi farai!’ […] queste cose che si manifestano negli anticristi non sono forse odiose? (Sono estremamente odiose.) E cosa le rende odiose? Questi anticristi vogliono prendere il potere nella casa di Dio, le parole di Cristo non possono essere attuate da loro, essi non le eseguiranno. Naturalmente, quando le persone non sono in grado di obbedire alle parole di Cristo, potrebbe trattarsi anche di un altro tipo di situazione: ci sono persone che sono di scarsa levatura, che non riescono a capire le parole di Dio quando le sentono e che non sanno metterle in pratica; anche se si insegna loro come fare, non ne sono comunque capaci. Questa è una questione diversa. L’argomento su cui stiamo condividendo ora è l’essenza degli anticristi, e non ha a che vedere con la capacità delle persone di fare qualcosa o con la loro levatura, ma con l’indole e l’essenza degli anticristi. Essi sono completamente avversi a Cristo, alle disposizioni lavorative della casa di Dio e alle verità principi. Non mostrano obbedienza, ma solo opposizione. Ecco cos’è un anticristo(La Parola, Vol. 4: Smascherare gli anticristi, “Tema 10: Parte quarta”). Dopo aver letto le parole di Dio, ho compreso la gravità delle mie azioni, specialmente dopo aver visto le parole di Dio esporre come gli anticristi siano privi di un atteggiamento di sottomissione nei Suoi confronti, e non accettino mai le richieste di Dio e le disposizioni di lavoro della casa di Dio. Essi hanno il cuore colmo di opposizione e conflitti, fuorviano gli altri e li riuniscono per opporre resistenza. Ripensando a come mi ero comportata in quei giorni, ho visto che il mio comportamento era della stessa natura del loro. Quando i leader esaminavano il nostro lavoro in dettaglio, non volevo prendermi la briga, e temevo di perdere del tempo che avrei potuto dedicare allo svolgimento del mio dovere, influenzando i risultati del lavoro. Non riuscivo ad accettarlo, così ho diffuso opinioni prevenute contro i leader e ho incitato le sorelle del nostro gruppo a unirsi a me in un fronte comune e a opporre resistenza nei loro confronti. Quando i leader sottolineavano che i nostri progressi erano lenti e i nostri risultati carenti, e condividevano su come migliorare la nostra efficienza lavorativa, io opponevo resistenza e discutevo senza sottomettermi. Ritenevo che le richieste dei leader fossero eccessive e che essi non capissero le nostre reali difficoltà. Quando condividevano su come migliorare la nostra efficienza lavorativa, non li ascoltavo. Per addolcire i leader, far ridurre le loro richieste e far capire loro che gli scarsi risultati del lavoro non erano causati solo da me, diffondevo l’idea tra i fratelli e le sorelle che le richieste dei leader erano troppo elevate, in modo che anche loro ritenessero che i leader ci stessero rendendo le cose difficili, e li incitavo a unirsi a me nell’opporre resistenza. Ero così propensa all’inganno e dicevo cose piene di secondi fini e inganni satanici, servendomi di altre persone per raggiungere il mio obiettivo. I leader volevano comprendere il nostro lavoro in modo dettagliato per individuare e correggere rapidamente problemi e deviazioni, aiutarci a lavorare in modo più efficiente, e coltivare i nuovi arrivati il prima possibile in modo che potessero svolgere il loro dovere. I leader stavano svolgendo un lavoro specifico in conformità ai requisiti di Dio e alle disposizioni della chiesa. Ma non mi sono sottomessa, anzi ho opposto resistenza. In questo modo non stavo rendendo le cose difficili ai leader, ma in realtà stavo opponendo resistenza al lavoro della chiesa e alle richieste di Dio, e mi stavo ponendo in completa opposizione a Lui. Ho fuorviato e incitato tutti a stare dalla mia parte in modo che pensassero ciò che pensavo io, dicessero le stesse cose che dicevo io, e opponessero resistenza alle disposizioni della chiesa insieme a me. Ciò che avevo rivelato era l’indole di un anticristo, e avevo svolto il ruolo di un servitore di Satana! Ho parlato negativamente per fuorviare i fratelli e le sorelle in modo che tutti smettessero di pensare a fare progressi, e fossero soddisfatti dello status quo, svolgendo il loro dovere in modo superficiale ogni giorno, e il lavoro di irrigazione produceva sempre scarsi risultati. Stavo compiendo il male ostacolando e disturbando il lavoro della chiesa. Quando l’ho capito, ho iniziato ad avere paura. Se avessi continuato a farlo, avrei compiuto un male maggiore, alla fine sarei diventata un anticristo, e sarei stata rivelata ed eliminata. Sono andata al cospetto di Dio e ho pregato, “Oh Dio, è stato un chiaro segno della Tua giustizia l’essere destituita. Essendo stata esposta e giudicata dalle Tue parole, sono giunta a una migliore comprensione della mia indole di anticristo. Attraverso la mia destituzione, mi hai protetta e, ancor più, mi hai salvata. Ti sono grata!”

In seguito, ho trovato altri due passaggi delle parole di Dio che esponevano questo aspetto dell’indole corrotta dell’umanità. Dio Onnipotente dice: “Gli anticristi spesso scatenano una serie di teorie per fuorviare le persone e, a prescindere dal lavoro che attuano, hanno l’ultima parola, violando completamente le verità principi. Guardando le manifestazioni degli anticristi, qual è esattamente la loro indole? Sono persone che amano le cose positive e amano la verità? Si sottomettono davvero a Dio? (No.) La loro essenza è provare avversione e odio per la verità. Inoltre, sono così arroganti da perdere ogni razionalità, sono addirittura sprovvisti della coscienza e della ragione di base che le persone dovrebbero avere. Queste persone non sono degne di essere definite umane. Si può solo affermare che sono della razza di Satana; sono diavoli. Chiunque non accetti minimamente la verità è un diavolo: questo è fuori di dubbio(La Parola, Vol. 4: Smascherare gli anticristi, “Tema 10: Parte quarta”). “In cuor loro, che atteggiamento hanno gli anticristi nei confronti della pratica della verità e della sottomissione a Cristo? In un’unica parola: opposizione. Non fanno che opporsi. E questa opposizione quale indole racchiude? Da cosa deriva? È generata dalla disobbedienza. In termini di indole, si tratta di avversione nei confronti della verità, di disobbedienza nei loro cuori, è la volontà di non volersi sottomettere. E allora cosa pensano gli anticristi, in cuor loro, quando la casa di Dio chiede che i leader e i lavoratori imparino a lavorare insieme in armonia, che non sia una sola persona a decidere tutto e che imparino a discutere con gli altri? ‘È troppo difficile discutere di tutto con le persone! Posso prendere io le decisioni su queste cose. Lavorare con gli altri, discutere con loro, agire secondo i principi: che cosa da smidollati, che cosa imbarazzante!’ Gli anticristi pensano di capire la verità, di avere tutto chiaro, di avere la loro comprensione e i loro modi di agire, e quindi non sono capaci di collaborare con gli altri, non discutono nulla con gli altri, fanno tutto a modo loro e non cedono a nessuno! Anche se gli anticristi, a parole, si dichiarano disposti a sottomettersi e a collaborare con gli altri, per quanto le loro risposte possano apparire esteriormente buone, per quanto siano belle le loro parole, loro non sono in grado di cambiare il loro stato ribelle, non riescono a trasformare la loro indole satanica. Interiormente, in ogni caso, sono ferocemente opposti; fino a che punto? Se spiegato con il linguaggio della conoscenza, si tratta di un fenomeno che si verifica quando si mettono insieme due cose di natura diversa: la repulsione, che possiamo interpretare come ‘opposizione’. È proprio questa l’indole degli anticristi: l’opposizione al Supremo. A loro piace opporsi al Supremo e non obbediscono a nessuno(La Parola, Vol. 4: Smascherare gli anticristi, “Tema 10: Parte quarta”). Dio dice che odiare la verità e opporGli resistenza è la natura essenza di un anticristo, e ho capito che stavo rivelando l’indole di un anticristo. Ero infastidita dalla supervisione dei leader e vi opponevo resistenza. Ho pensato che ci facesse perdere tempo, e che ci stessero chiedendo troppo affinché migliorassimo i risultati del nostro lavoro. Non volevo obbedire, e continuavo a oppormi. In realtà, i leader stavano sottolineando i problemi e le deviazioni nel nostro lavoro, e avrei dovuto accettarlo e riflettere seriamente sulle ragioni alla base di risultati lavorativi così scadenti: se fossero dovute a un atteggiamento negligente nello svolgimento del mio dovere, o al fatto che non riuscivo a capire fino in fondo le cose e non riuscivo a usare la verità per eliminare le difficoltà e i problemi dei fratelli e delle sorelle. Dopo aver capito le ragioni, avrei dovuto capovolgere e cambiare rapidamente le cose. Ma non ho né accettato la verità né riflettuto, e non ho incolpato me stessa né tantomeno mi sono sentita responsabile per non aver svolto bene il mio dovere. Per evitare di essere destituita, ho provato di tutto per incitare le altre a unirsi a me nell’opporre resistenza ai leader. Dio richiede che i leader esaminino e supervisionino il lavoro, il che è una cosa positiva. Ma io ho opposto resistenza. Dall’esterno, sembrava che stessi opponendo resistenza ai leader, ma sostanzialmente, provavo avversione per la verità e odio per le cose positive, e stavo ostacolando e intralciando il lavoro della chiesa. Vedendo quanta avversione provavo per la verità, perfino opponendo resistenza a Dio, ho capito quanto fosse terribile la mia indole satanica! Ho pensato ad alcuni anticristi che sono stati espulsi dalla chiesa. Quando sono stati aiutati, corretti e potati, non hanno mai accettato la verità né hanno riflettuto su sé stessi. Se qualcuno supervisionava il loro lavoro o dava loro dei suggerimenti, andavano su tutte le furie perché si sentivano umiliati, e poi vedevano quella persona come un nemico. Sbraitavano ostinatamente, opponendo resistenza fino alla fine, e addirittura compivano il male danneggiando seriamente il lavoro della chiesa, senza provare alcun rimorso. Alla fine, venivano espulsi dalla chiesa. Tutto questo era causato dalla loro natura di anticristo, che provava avversione e odio per la verità. Non ho forse rivelato la stessa indole di quegli anticristi? Se non mi fossi pentita, prima o poi Dio avrebbe rivelato anche me e sarei stata eliminata.

In seguito, ho anche riflettuto: Perché avevo incitato le sorelle a opporre resistenza alla supervisione dei leader? Qual è stata la causa principale? Nella mia ricerca, mi sono imbattuta in questo passaggio delle parole di Dio: “Finché le persone non hanno sperimentato l’opera di Dio e compreso la verità, è la natura di Satana che prende il sopravvento e domina dentro di loro. Quali elementi specifici fanno parte di quella natura? Ad esempio, perché sei egoista? Perché proteggi la tua posizione? Perché hai sentimenti così forti? Perché trai piacere da cose inique? Perché ti piacciono quei mali? Su cosa si basa il tuo debole per simili cose? Da dove vengono tali cose? Perché sei così felice di accettarle? Ormai siete arrivati tutti a comprendere che la ragione principale dietro a tutte queste cose è che il veleno di Satana è nell’uomo. Dunque cos’è il veleno di Satana? Come lo si può esprimere? Per esempio, se chiedi ‘Come si dovrebbe vivere? Per cosa si dovrebbe vivere?’, le persone risponderanno: ‘Ognuno per sé e che gli altri si arrangino’. Questa singola frase esprime la radice vera e propria del problema. La filosofia e la logica di Satana sono diventate la vita delle persone. Qualsiasi cosa perseguano, lo fanno per se stesse, e dunque vivono solo per se stesse. ‘Ognuno per sé e che gli altri si arrangino’ – questa è la filosofia di vita dell’uomo, e rappresenta anche la natura umana. Queste parole sono già diventate la natura dell’umanità corrotta e sono il vero ritratto della natura satanica dell’umanità corrotta. Questa natura satanica è già diventata la base dell’esistenza dell’umanità corrotta. Per diverse migliaia di anni, l’umanità corrotta ha vissuto in base a questo veleno di Satana, fino ai giorni nostri. Satana agisce solamente per i propri desideri, le proprie ambizioni e i propri scopi. Vuole superare Dio, liberarsi da Dio e assumere il controllo di tutte le cose create da Dio. Oggi, tale è la misura in cui le persone sono state corrotte da Satana: tutti posseggono una natura satanica, tutti cercano di negare Dio e di opporGlisi e vogliono controllare il proprio destino e cercano di opporsi alle orchestrazioni e alle disposizioni di Dio. Le loro ambizioni e i loro desideri sono esattamente gli stessi di Satana. Pertanto, la natura dell’uomo è la natura di Satana(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Come percorrere il cammino di Pietro”). Dopo aver finito di leggere le parole di Dio, mi sono resa conto che la ragione principale per cui avevo agito in quel modo era la natura e l’indole satanica che giacevano dentro di me. Vivevo secondo la filosofia satanica che afferma: “Ognuno per sé e che gli altri si arrangino”, ed ero diventata incredibilmente egoista e propensa all’inganno. Tutto ciò che facevo e dicevo era per proteggere me stessa e salvaguardare i miei interessi. Temevo che quando i leader avessero supervisionato il nostro lavoro e scoperto dei problemi nel modo in cui svolgevo il mio dovere, sarei stata destituita. Così ho cospirato e tramato, seminando insoddisfazione nei confronti dei leader, convincendo e incitando i fratelli e le sorelle a unirsi a me in un fronte comune per opporre resistenza alla supervisione dei leader. Questo avrebbe fatto sì che i leader sapessero che non ero l’unica ad avere una scarsa efficienza lavorativa, ma che si trattava di un problema collettivo. Per salvaguardare il mio prestigio, pensai a come trattare con i leader e proteggere me stessa, danneggiando così il lavoro della chiesa. Più riflettevo, più percepivo la mia mancanza di umanità. In cuor mio, provavo un profondo rimorso e pregai Dio: “Oh Dio! Ho compiuto il male e ho disturbato il lavoro della chiesa. Sono disposta a pentirmi completamente, ad accettare la supervisione e la guida dei leader, a compiere coscienziosamente il mio dovere di essere creato”.

Attraverso la lettura delle parole di Dio, giunsi a capire successivamente come trattare correttamente la supervisione e la guida dei leader. Dio Onnipotente dice: “Sebbene oggi molte persone svolgano un dovere, sono poche quelle che perseguono la verità. Ben poche persone perseguono la verità ed entrano nella realtà mentre svolgono il loro dovere; la maggior parte di loro agisce ancora in una maniera priva di principi, non sono ancora persone che si sottomettono veramente a Dio; si limitano a dichiarare di amare la verità, di essere disposte a perseguirla, a lottare per essa, ma non si può ancora stabilire quanto durerà la loro determinazione. Coloro che non perseguono la verità sono inclini a rivelare la loro indole corrotta in qualsiasi momento o luogo. Sono privi di senso di responsabilità nei confronti del proprio dovere, sono spesso superficiali, agiscono a loro piacimento e sono persino incapaci di accettare la potatura. Non appena diventano negativi e deboli, sono inclini ad abbandonare il loro dovere: questo accade spesso, non c’è niente di più comune; è così che si comportano tutti coloro che non perseguono la verità. Quindi, quando le persone non hanno ancora guadagnato la verità, sono inaffidabili e indegne di fiducia. Cosa significa che sono indegne di fiducia? Significa che, di fronte a difficoltà o battute d’arresto, è verosimile che cadano, che diventino negative e deboli. Chi è spesso negativo e debole è una persona affidabile? Decisamente no. Invece, coloro che comprendono la verità sono diversi. Le persone che comprendono realmente la verità hanno senza dubbio un cuore che teme Dio ed è sottomesso a Dio, e solo le persone con un cuore che teme Dio sono persone degne di fiducia; le persone prive di timore di Dio nel cuore non sono degne di fiducia. Come ci si deve approcciare a coloro che non hanno timore di Dio nel cuore? Naturalmente, si deve dare loro assistenza e sostegno amorevoli. Dovrebbero essere seguiti di più mentre svolgono il loro dovere, e ricevere più aiuto e istruzioni; solo così si può garantire che svolgano il loro dovere in modo efficace. Qual è lo scopo di tutto ciò? Lo scopo principale è quello di sostenere il lavoro della casa di Dio. In secondo luogo, si tratta di individuare tempestivamente i problemi e provvedere tempestivamente a queste persone, sostenerle o potarle, correggere le loro deviazioni e rimediare alle loro mancanze e carenze. Questo è per loro un beneficio, non cela nulla di malevolo. Supervisionare le persone, osservarle, tentare di capirle: tutto questo ha il fine di aiutarle a entrare nel giusto cammino nella fede in Dio, di metterle in condizione di svolgere il loro dovere così come richiesto da Dio e secondo i principi, evitare che causino disturbo o intralcio ed evitare che svolgano lavori improduttivi. L’obiettivo del fare questo sta interamente nel mostrare responsabilità verso di loro e verso il lavoro della casa di Dio; non cela alcuna malignità(La Parola, Vol. 5: Responsabilità di leader e lavoratori, “Responsabilità di leader e lavoratori (7)”). “La casa di Dio supervisiona, osserva e cerca di comprendere coloro che svolgono un dovere. Siete in grado di accettare questo principio della casa di Dio? (Sì.) È meraviglioso se riesci ad accettare che la casa di Dio ti supervisioni, ti osservi e cerchi di comprenderti. Ti aiuta ad adempiere il tuo dovere, a essere capace di svolgerlo in modo adeguato e che soddisfi le intenzioni di Dio. Ti arreca dei vantaggi e ti aiuta, senza alcun aspetto negativo. Una volta compreso questo principio, non dovresti forse smettere di nutrire sentimenti di resistenza o circospezione nei confronti della supervisione dei leader, dei lavoratori e del popolo eletto di Dio? Anche se a volte qualcuno cerca di comprenderti, ti osserva e supervisiona il tuo lavoro, non è una cosa da prendere sul personale. Perché dico questo? Perché i compiti che ora sono tuoi, il dovere a cui adempi e qualsiasi lavoro tu svolga non sono affari privati o lavoro personale di un solo individuo: riguardano l’opera della casa di Dio e si riferiscono a una parte della Sua opera. Pertanto, quando qualcuno ti supervisiona o ti osserva per un po’ di tempo, oppure arriva a capirti a un livello profondo, cercando di comunicare a cuore aperto con te e di scoprire quale sia stata la tua condizione durante questo periodo, e persino quando, certe volte, il suo atteggiamento è un tantino più duro e questa persona ti pota, ti disciplina e ti rimprovera un po’, questo è perché ha un atteggiamento coscienzioso e responsabile verso il lavoro della casa di Dio. Non dovresti avere pensieri o emozioni negativi verso questo fatto. Cosa significa saper accettare quando gli altri supervisionano, osservano e tentano di capirti? Che, in cuor tuo, accetti lo scrutinio di Dio. Se non accetti la supervisione, l’osservazione e i tentativi di capirti delle persone nei tuoi confronti, se opponi resistenza a tutto questo, sei forse in grado di accettare lo scrutinio di Dio? Quest’ultimo è più dettagliato, approfondito e accurato di quando le persone tentano di capirti; i Suoi requisiti sono più specifici, rigorosi e approfonditi. Se non sai accettare di essere supervisionato dal popolo eletto di Dio, le affermazioni secondo cui sai accettare l’esame minuzioso di Dio non sono forse parole vuote? Per essere in grado di accettare lo scrutinio e l’esame di Dio, devi prima accettare di essere supervisionato da parte della casa di Dio, dei leader e dei lavoratori, o dei fratelli e delle sorelle(La Parola, Vol. 5: Responsabilità di leader e lavoratori, “Responsabilità di leader e lavoratori (7)”). Attraverso le parole di Dio, mi resi conto che a causa della nostra indole corrotta interiore, spesso svolgiamo il nostro dovere a nostro piacimento. E, poiché siamo spregevoli e pigri, spesso svolgiamo il nostro dovere in modo superficiale, senza sforzarci di ottenere risultati, e violiamo i principi in molti ambiti. Abbiamo quindi bisogno di una maggiore supervisione e di un maggior controllo sul nostro lavoro da parte di leader e lavoratori per garantire che tutti gli elementi del lavoro della chiesa procedano senza intoppi. Questo è ciò che Dio richiede ai leader e ai lavoratori; è il loro lavoro. Avrei dovuto sottomettermi e accettare la supervisione e la guida dei leader e dei lavoratori. Avevo anche un punto di vista sbagliato, pensando che la supervisione costante dei leader e le domande dettagliate ci avrebbero fatto perdere del tempo che avremmo invece potuto usare per svolgere il nostro dovere, il che avrebbe avuto un’influenza sui risultati del nostro lavoro. Ma in realtà, i leader volevano comprendere in modo dettagliato il nostro lavoro per scoprire i problemi, aiutarci a eliminarli e correggere le deviazioni, per rendere il nostro lavoro più efficiente. Non era una perdita di tempo. Per esempio, una volta, quando i leader stavano esaminando il nostro lavoro, scoprirono che nell’innaffiare i nuovi arrivati eravamo prive di un senso di premura e pazienza, e le nostre richieste nei loro confronti erano troppo elevate. Per questo alcuni nuovi arrivati erano diventati negativi, e non svolgevano il loro dovere. Ci rendemmo conto delle deviazioni nello svolgimento del nostro dovere solo attraverso la condivisione e la guida dei leader. In seguito, trovammo delle parole di Dio dirette alle difficoltà dei nuovi arrivati, da condividere con loro in modo che capissero il significato dello svolgimento del proprio dovere, e prendemmo accordi ragionevoli per assegnare i doveri in base alla loro reale statura. In seguito, lo stato dei nuovi arrivati migliorò e furono in grado di svolgere normalmente il loro dovere. Vidi che la supervisione e la guida dei leader non solo non influirono negativamente sui risultati del nostro lavoro, ma ci aiutarono anche a cogliere i principi nello svolgimento del nostro dovere. Questi furono tutti vantaggi dell’accettare la supervisione e la guida dei leader e dei lavoratori sul nostro lavoro. Ho capito che accettare la supervisione svolta dai leader e dai lavoratori è un atteggiamento responsabile nei confronti del lavoro della chiesa, e un principio essenziale di pratica nello svolgimento del proprio dovere.

Qualche tempo dopo, i leader decisero di farmi continuare a irrigare i nuovi arrivati, e il mio cuore era pieno di gratitudine nei confronti di Dio. Dopodiché, ogni volta che i leader hanno esaminato e hanno fornito indicazioni sul lavoro, non ho opposto resistenza. Riuscivo a collegare i problemi che i leader avevano scoperto e li discutevo in modo dinamico con i miei collaboratori tra i fratelli e le sorelle, e insieme riassumevamo le deviazioni del nostro dovere. Man mano che capivamo i problemi esistenti in modo più chiaro, il nostro lavoro diventava gradualmente più efficace. Ho davvero percepito che per ottenere buoni risultati nello svolgimento del nostro dovere, dobbiamo accettare la supervisione e la guida da parte dei leader e dei lavoratori, adottare un atteggiamento di accettazione della verità e agire in conformità alle verità principi. Rendiamo grazie a Dio!

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