39. Detenuto per 75 giorni
Un giorno di settembre del 2009, io e due sorelle eravamo andati a predicare il Vangelo a un leader religioso. Tuttavia, il leader lo aveva rifiutato e aveva convocato più di dieci membri della sua chiesa, che ci avevano picchiato e condotto alla stazione di polizia locale. Ero piuttosto spaventato e temevo che la polizia ci avrebbe torturato. Sapevo che il PCC (Partito Comunista Cinese) odiava e si opponeva a Dio più di ogni altra cosa e poteva uccidere i credenti che catturava impunemente. Molti fratelli e sorelle erano stati torturati dopo l’arresto, e alcuni erano stati persino picchiati a morte o resi zoppi. Ero preoccupato che, a causa della mia bassa statura morale, non sarei stato in grado di sopportare la tortura dei poliziotti, così ho finto di essere muto. Quando mi hanno chiesto da dove venivo, chi era il leader della mia chiesa e chi mi aveva mandato lì a predicare il Vangelo, non ho detto una parola. Allora mi hanno fatto rimanere accovacciato, ma dopo essere rimasto in quella posizione per un po’ le mie gambe non ce l’hanno fatta più e sono caduto a terra. Due poliziotti mi hanno preso a calci e pestato a caso e mi hanno ordinato di alzarmi e di rimettermi accovacciato. Dopo essere rimasto accovacciato per un po’ di tempo, le mie gambe erano indolenzite e doloranti e tutto il mio corpo aveva iniziato a sudare. Un poliziotto ha detto in modo beffardo: “Come ci si sente? Abbastanza bene eh? Se non inizi a parlare, ti faremo restare accovacciato”. L’altro poliziotto ha esclamato volgarmente: “Sei testardo, vero? Immagino che dovremo farlo nel modo più duro. So che posso farti aprire quella bocca!” Dopo averlo detto, mi ha incastrato delle bottiglie di birra dietro le ginocchia e mi ha detto: “Se queste bottiglie cadono, ti aspettano le botte”. Dopo un po’, non riuscivo più a rimanere accovacciato e le bottiglie di birra sono cadute a terra rumorosamente. Mi hanno buttato a terra con i piedi e hanno iniziato a prendermi a calci e a pestarmi con violenza. Provavo un dolore insopportabile alle gambe, alla schiena, alle spalle e su tutto il busto, e mi sono raggomitolato, tormentato dalla sofferenza nel cuore. Dato che la costituzione cinese garantisce esplicitamente la libertà religiosa, credere in Dio e predicare il Vangelo sono nostri diritti legali, ma il PCC ci perseguita ancora di continuo e ci tormenta. Sono davvero malvagi! Proprio in quel momento, mi sono ricordato di come i discepoli del Signore Gesù erano stati perseguitati: Stefano era stato lapidato a morte per aver sostenuto la via del Signore, e Pietro era stato imprigionato per aver predicato il Vangelo e testimoniato Dio e alla fine era stato crocifisso a testa in giù. Ho pensato che Dio aveva detto: “Beati i perseguitati per motivo di giustizia, perché di loro è il Regno dei Cieli” (Matteo 5:10). Queste storie mi hanno rincuorato molto: santi di ogni epoca avevano subito una grande persecuzione per aver predicato il vangelo del Signore, ed erano stati persino martirizzati per Dio. Avevano reso una testimonianza grande e strepitosa, ma io ero diventato debole ed ero nella sofferenza dopo aver patito solo un po’ di persecuzione e tormento. Ciò che avevo vissuto non era minimamente paragonabile a ciò che avevano sperimentato i santi delle epoche precedenti. C’era valore e significato nel mio essere perseguitato e tormentato per aver predicato il vangelo del regno di Dio. Dopo essermi reso conto di questo, non ho più provato dolore e ho acquisito una fede rinnovata. Ho pregato Dio in silenzio, chiedendoGli di darmi la volontà di sopportare la sofferenza, di non cedere a Satana e di rimanere saldo nella mia testimonianza per glorificare Dio.
Quando la polizia si è resa conto che ero ancora riluttante a parlare, mi ha proibito di dormire. I due poliziotti si sono alternati nel sorvegliarmi e non appena mi vedevano chiudere gli occhi, mi prendevano a calci. Verso l’una di notte, altri due agenti che avevano appena iniziato il turno mi hanno condotto nella sala principale della stazione di polizia e mi hanno fatto sedere a terra. Uno degli ufficiali ha urlato con rabbia: “Ho sentito che sei davvero testardo e non vuoi dirci niente della tua fede in Dio. Suppongo che dovrò darti una lezioncina per farti parlare!” Subito dopo, mi ha buttato brutalmente a terra con un calcio e mi ha premuto forte la testa con il piede. È stato molto doloroso quando ha fatto pressione con il piede sulla testa e avevo la sensazione che mi avrebbe frantumato la testa in mille pezzi. L’altro agente mi ha premuto il piede sul petto e immediatamente mi è mancato il fiato e ho provato un dolore insopportabile. Dopodiché, mi ha pestato con forza le cosce e i polpacci. Ero in totale agonia e ho pensato: “Anche se non sono una persona molto importante o di alto rango in questo mondo, non ho mai provato l’umiliazione di essere calpestato prima”. Pregavo di continuo Dio, chiedendoGli di darmi la forza per poter sopportare quella sofferenza e restare saldo nella mia testimonianza. Dopo aver pregato, mi sono ricordato di come era stato crocifisso il Signore Gesù: indossava una corona di spine, era stato umiliato e schernito dai soldati romani, frustato finché il suo corpo non era altro che un reticolo di ferite e infine era stato selvaggiamente inchiodato alla croce. Ho pensato alle parole di Dio che dicono: “In cammino verso Gerusalemme, Gesù era in agonia, come se il Suo cuore fosse stato trafitto da un coltello, e ciononostante non ebbe la minima intenzione di rimangiarSi la parola data; c’era sempre una forza potente che Lo obbligava ad andare avanti verso il luogo della Sua crocifissione. Infine, Egli venne inchiodato alla croce e assunse le sembianze della carne peccatrice, completando l’opera di redenzione del genere umano. Si liberò dalle catene della morte e degli inferi. Davanti a Lui la morte, l’inferno e l’Ade persero il loro potere e furono sconfitti da Lui. Egli visse per trentatré anni, durante i quali fece sempre il massimo per soddisfare le intenzioni di Dio, secondo l’opera di Dio dell’epoca, non tenendo mai conto del Proprio guadagno personale o della Propria perdita, e pensando sempre alle intenzioni di Dio Padre” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Come servire Dio conformemente alle Sue intenzioni”). Ho pensato a come il Signore Gesù sia il Signore della creazione e il Re dell’universo, ma nonostante abbia una posizione così grandiosa e onorevole, era stato disposto a subire tale sofferenza e umiliazione per redimere l’umanità. Quindi, cos’era un po’ di sofferenza e umiliazione per un uomo vile e corrotto come me che non valeva più di una semplice formica? Era una benedizione avere l’opportunità di sopportare questa sofferenza e rendere testimonianza a Dio, quindi avrei dovuto essere felice. Dopo aver capito questo, ho provato una rinnovata motivazione e ho sentito la volontà di sopportare la sofferenza. Dopodiché, sono passati a un’altra forma di tortura. Un poliziotto ha acceso una sigaretta e me l’ha infilata nel naso e poi mi ha messo un bicchiere in equilibrio sulla testa, dicendo: “Se la sigaretta o il bicchiere cadono a terra, sei nei guai”. Quando la sigaretta era quasi completamente bruciata fino al naso, ho espirato attraverso le narici per espellere la sigaretta. Non appena l’agente ha visto cadere a terra la sigaretta, mi ha preso a calci e calpestato, e poi ha preso quattro o cinque manciate di riso non decorticato, me le ha messe sul collo, e mi ha sollevato il colletto per far cadere dentro il riso non decorticato. Ho sentito subito un fastidioso prurito in tutto il corpo, difficile da sopportare. Verso le cinque del mattino, sono arrivati due agenti. Quando sono stati informati che non avevo divulgato alcuna informazione, uno di loro ha tirato fuori una cintura dalla borsa e ha iniziato a frustarmi violentemente sul dorso delle mani, sugli stinchi e sulle ginocchia con l’estremità della fibbia della cintura. Le frustrate mi hanno lasciato in preda a un dolore feroce. Dopo che non parlavo ancora, dopo essere stato frustato più di una ventina di volte, hanno smesso e sono andati via.
Nel pomeriggio del secondo giorno, sono stato mandato nel carcere della contea. Un agente del carcere ha detto ai detenuti: “Questo è un credente che è stato catturato mentre faceva proseliti e non ci vuole dire nulla. Prendetevi molta cura di lui!” I detenuti mi hanno circondato e guardato in modo minaccioso. Erano tutti nudi fino alla vita e alcuni avevano addirittura tatuaggi, il che mi ha un po’ impaurito. Ero già stato torturato dagli agenti alla stazione di polizia e il mio corpo era coperto di ferite. Ora avevo a che fare con un’intera banda di detenuti malevoli e dall’aspetto feroce, se avessero continuato a torturarmi, il mio corpo sarebbe riuscito a resistere alla violenza? Se non avessi sopportato il tormento e avessi tradito Dio come Giuda, sarei stato maledetto e punito, la mia fede in Dio non sarebbe stata forse un fallimento totale? Sarebbe stato meglio spaccarmi la testa sul muro e mettere fine alla mia vita piuttosto che tradire Dio. Proprio in quel momento, mi sono ricordato di un brano delle parole di Dio: “La sofferenza di alcune persone raggiunge un livello estremo e i loro pensieri si rivolgono alla morte. Questo non è vero amore per Dio; questa gente è vigliacca, non ha la perseveranza, è debole e incapace! Dio desidera che l’uomo Lo ami, ma più l’uomo Lo ama, maggiori saranno la sua sofferenza e le sue prove. […] Perciò, negli ultimi giorni dovete rendere testimonianza a Dio. Per quanto sia grande la vostra sofferenza, dovreste camminare fino alla fine, e anche al vostro ultimo respiro, dovete ancora essere fedeli a Dio e alla Sua mercé; solo questo è vero amore per Lui e una testimonianza forte e clamorosa” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Solamente affrontando prove dolorose puoi conoscere l’adorabilità di Dio”). Le parole di Dio mi hanno aiutato a capire che quanti desiderano morire quando affrontano un’enorme sofferenza e difficoltà sono codardi, lo zimbello di Satana e non possono soddisfare l’intenzione di Dio. Prima di essere arrestato, ero più esplicito di chiunque altro sull’amore per Dio, come soddisfarLo e renderGli testimonianza. Ma quando sono stato torturato e ho iniziato a soffrire, sono diventato negativo e debole e volevo usare la morte per fuggire da tutto quanto; dov’era la mia statura? Nel compredere ciò, mi sono sentito incredibilmente imbarazzato e colpevole. Ho pregato Dio con calma: “Oh Dio, non mi importa come mi torturano, io conterò sempre su di Te e resterò saldo nella testimonianza”.
Per ordine della polizia, il capo dei detenuti aveva chiesto il mio nome e il mio indirizzo. Aveva ringhiato con ferocia: “Tu sei un credente e un prigioniero politico, i tuoi crimini sono dunque più gravi di quelli di un assassino. Se non parli, aspetta e vedrai quello che ti farò!” Ma io continuavo a non dire una parola. Vedendo che non avevo alcuna intenzione di parlare, si era alzato in piedi e mi aveva torto le braccia mentre due detenuti mi premevano le anche. Poi, altri quattro o cinque detenuti si sono dati il cambio a darmi pugni sui polpacci e sulle cosce. Ogni pugno era doloroso in modo insopportabile e sentivo che non avrei potuto sopportarlo molto più a lungo. Ho pensato tra me e me: “Verrò torturato a morte da questi detenuti?” Ho continuamente chiamato Dio per darmi protezione e forza, per sopportare la devastazione di questi demoni. Dopo aver pregato, ho pensato a quanto diceva il Signore Gesù: “E non temete coloro che uccidono il corpo, ma non possono uccidere l’anima; temete piuttosto Colui che può far perire l’anima e il corpo nella geenna” (Matteo 10:28). Veramente, questi demoni erano proprio maligni, ma potevano solo distruggere e torturare il mio corpo, non potevano uccidere la mia anima. Inoltre, la morte del corpo non è vera morte. Essere perseguitato e ucciso dal PCC per rendere testimonianza a Dio significava che ero stato perseguitato a causa della giustizia, e Dio apprezzava tali gesti. Mi sono ricordato di un inno: “Con le esortazioni di Dio nel cuore, non mi inchinerò mai a Satana. Sebbene le nostre teste possano rotolare e il nostro sangue scorrere, la spina dorsale del popolo di Dio non può essere piegata. Renderò a Dio una testimonianza clamorosa e umilierò i diavoli e Satana. Dolore e patimenti sono predestinati da Dio, Gli sarò leale e mi sottometterò a Lui fino alla morte. Non Lo farò mai più piangere né mai più Lo farò preoccupare. Offrirò a Dio il mio amore e la mia lealtà e porterò a termine la mia missione per glorificarLo” (Seguire l’Agnello e cantare dei canti nuovi, “Desidero vedere il giorno della gloria di Dio”). Mentre meditavo sulle parole dell’inno, la volontà di sopportare tutte le sofferenze e restare saldo nella mia testimonianza a Dio cresceva in me. Dopo i loro colpi, le mie gambe erano coperte di lividi neri e verdi e terribilmente gonfie. Il minimo tocco intensificava il dolore. A causa delle gravi ferite che i muscoli delle gambe avevano sopportato, non potevo accovacciarmi, quindi dovevo sedere sul bordo della turca quando andavo in bagno. Le loro brutali percosse erano diventate episodi regolari. Uno dei detenuti che si era allenato come pugile mi usava come un sacco da boxe per allenare i suoi pugni e i colpi dei palmi, e spesso mi dava un colpo secco sul collo con le mani. Ogni volta che caricava e mi colpiva sul collo, mi sentivo stordito. C’era anche un detenuto dallo sguardo particolarmente feroce che mi immobilizzava sul letto, mi afferrava il collo violentemente con le mani e mi strangolava quasi a morte quando vedeva che non cedevo alcuna informazione sulla mia fede in Dio, a prescindere da come venivo torturato. In diverse occasioni, il capo dei detenuti e i suoi lacché avvolgevano il combustibile delle capocchie dei fiammiferi nei batuffoli di cotone e poi mi infilavano i batuffoli tra le dita delle mani e dei piedi e gli davano fuoco. Ciò mi aveva bruciato le dita delle mani e dei piedi, lasciandole in preda di un dolore violento. Il capo dei detenuti mi pestava intenzionalmente le dita dei piedi bruciate fino a quando il sangue non stillava dalle ferite. Ogni volta che i detenuti mi torturavano e distruggevano, io chiamavo e pregavo Dio, chiedendoGli la forza. Solo attraverso la guida di Dio ero in grado di sopportare le torture ripetute dei demoni.
Un giorno alla fine di novembre, sono stato sottoposto a un quarto nuovo processo da parte della Procura, ma mi sono ancora rifiutato di parlare. Un agente aveva detto al capo dei detenuti: “Non vuole dirci nulla e la Procura inizia a essere stanca. Devi tirargli fuori qualcosa, a qualunque costo”. Dopodiché, il capo dei detenuti ha ordinato a quattro o cinque altri detenuti di spogliarmi nudo, poi ha dato fuoco a una ciotola di plastica e ha lasciato gocciolare la plastica fusa sulla mia pelle. Ogni goccia mi faceva torcere dal dolore, era così lancinante che non riuscivo a sopportarlo. Lottavo violentemente contro di loro, ma mi tenevano fermo, quindi non mi potevo muovere. Ho chiamato ripetutamente Dio nel mio cuore, dicendo: “Oh Dio, non ce la faccio più. Per favore proteggimi. Dammi la forza e la volontà di sopportare questa sofferenza, così non mi arrendo a Satana e posso restare saldo nella testimonianza a Te fino alla morte”. Di nuovo, ho pensato a come il Signore Gesù era stato inchiodato vivo sulla croce dai soldati romani, a come il Suo sangue si asciugava lentamente. Nonostante la Sua grandezza e onorabilità, Dio che è in alto Si è incarnato e ha sopportato sofferenze insostenibili sulla terra per salvare l’umanità. Dio era innocente e non meritava tale sofferenza, ma l’ha sopportata tutta in silenzio per salvare l’uomo. Dato che ero solo un uomo corrotto, sopportare questa piccola sofferenza è stata una cosa di poco conto. In Cina, dove Dio è visto come il nemico, è difficile evitare di soffrire per le persecuzioni se si vuole seguire Dio e raggiungere la verità e la vita. Tuttavia, vale la pena e ha un senso soffrire, perché lo si fa per ottenere la verità ed essere salvati. Questo tormento efferato mi ha permesso di vedere chiaramente l’essenza malvagia e ostile a Dio e alla verità del PCC. Oppongono resistenza a Dio, affliggono crudelmente le persone e non sono altro che spiriti maligni e demoni. Rendendomi conto di tutto questo, ero giunto a odiare ancora di più il gran dragone rosso: più mi perseguitavano, più mi affidavo a Dio perché rimanessi saldo nella mia testimonianza e li umiliasse! Ho combattuto contro il dolore e in qualche modo sono riuscito a superare questa prova. Quella notte, mentre i detenuti dormivano, ho fatto il punto delle mie ferite: le cosce e i polpacci avevano forti contusioni. Il petto era ustionato e la pelle era sanguinante e maciullata. Tutto il corpo era coperto di ustioni. Pensavo tra me e me: “Mi hanno già ridotto in questo stato. Riuscirei a sopportarlo se domani mi torturassero di nuovo in questo modo?” Ho rabbrividito al pensiero del dolore straziante che mi attendeva e ho sentito come se mi stesse per scoppiare la testa. Percepivo che la situazione aveva già oltrepassato il limite di quello che il mio corpo poteva sopportare ed ero sull’orlo di un esaurimento. Ho pregato Dio in fretta, “Oh Dio, il mio cuore è colmo di paura e non credo di poter sopportare tutto questo ancora per molto. Per favore, dammi la forza di restare saldo”. Dopo aver pregato, ho ricordato le parole di Dio che dicono: “La fede è come un ponte formato da un tronco di legno: coloro che si aggrappano alla vita in modo abietto avranno difficoltà ad attraversarlo, mentre coloro che sono pronti a sacrificare se stessi riusciranno ad attraversarlo con piede sicuro e senza preoccupazioni. Se l’uomo nutre pensieri timidi e timorosi è perché Satana l’ha ingannato nel timore che attraversassimo il ponte della fede per entrare in Dio” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Discorsi di Cristo al principio, Cap. 6”). Le parole di Dio mi mostravano un cammino da seguire: solo contando sulla fede e mettendo a repentaglio la mia vita avrei potuto superare tutto questo con passo sicuro e senza preoccupazioni. Vivendo nella codardia e nella paura, non stavo forse cadendo nel complotto di Satana? Ho pregato Dio, non volendo più vivere nel timore e farmi prendere in giro da Satana. Ero pronto a mettermi completamente nelle Sue mani, e sarei rimasto saldo nella mia testimonianza e avrei umiliato Satana anche se ciò avesse significato essere picchiato a morte. Ho provato un senso di sollievo e ho avuto la fede per affrontare qualsiasi cosa mi accadesse in seguito. Proprio in quel momento, mi sono ricordato di un inno intitolato “Sollevarsi tra le tenebre e l’oppressione”: “La crudele persecuzione da parte del gran dragone rosso mi ha fatto capire a fondo il volto di Satana. Attraverso numerose prove e tribolazioni, sono arrivato a vedere la saggezza e l’onnipotenza di Dio. Essendo arrivato a comprendere la verità e avendo acquisito la fede, come potrei accontentarmi di non seguire Dio? Odio profondamente Satana e odio ancora di più il gran dragone rosso. Vivere dove regna il re demone è come vivere in una prigione. Satana mi attacca alle calcagna; non c’è luogo sicuro in cui risiedere. Credere in Dio e adorarLo è assolutamente la cosa giusta da fare. Avendo scelto di amare Dio, sarò leale fino alla fine. Satana, il re dei demoni, è assolutamente crudele, davvero spudorato e spregevole. Vedo chiaramente l’espressione demoniaca di Satana e il mio cuore ama Cristo ancora di più. Non trascinerò mai per le lunghe un’esistenza ignobile inginocchiandomi a Satana e tradendo Dio. Sopporterò ogni difficoltà e dolore, e affronterò l’oscurità delle notti. Per portare conforto al cuore di Dio, renderò una testimonianza vittoriosa” (Seguire l’Agnello e cantare dei canti nuovi). Questo inno mi ha parlato profondamente e più lo cantavo, più mi sentivo incoraggiato. Solo dopo essere stato barbaramente perseguitato dal PCC ho visto chiaramente la sua essenza demoniaca, crudele che oppone resistenza a Dio. Come credenti di Dio, percorriamo il giusto cammino della vita, predicando il Vangelo, rendendo testimonianza a Dio e consentendo agli altri di ottenere la Sua salvezza. È un atto giusto, eppure il PCC arresta e perseguita freneticamente i credenti, torturando quelli che catturano fino a quando non sono sull’orlo della morte per far sì che tradiscano Dio e raggiungano l’obiettivo del PCC di esercitare il potere e avere per sempre il controllo sulle persone. Il PCC non è altro che una banda di demoni che odiano Dio e la verità! Una volta che ho capito quanto sia veramente ripugnante e malvagio il PCC, l’ho odiato con tutto il cuore, l’ho abbandonato e ho deciso di non cedergli mai!
Il giorno dopo, quando il capo dei detenuti ha visto come era maciullata la carne del mio petto a causa delle ustioni, si è un po’ preoccupato e ha detto agli altri detenuti: “Non possiamo più torturarlo. Se lo uccidiamo, la colpa ricadrà su di noi e le nostre condanne saranno prolungate”. Quando ho udito questo, ho sentito che Dio mi aveva aperto una via d’uscita e in silenzio Gli ho reso grazie. Alla fine, la polizia non è riuscita a trovare alcuna prova per incriminarmi, ma ha insistito nell’accusarmi di “disturbare l’ordine sociale”, per il quale sono stato condannato a 75 giorni di carcere.
Avevo sopportato terribili sofferenze e persecuzioni per mano del PCC, ma le parole di Dio mi hanno illuminato e guidato a ogni passo del cammino, colmandomi di fede e forza e assicurandomi di poter rimanere saldo durante queste tribolazioni. Senza la protezione di Dio e la guida delle Sue parole, avrei potuto essere torturato a morte da loro in qualsiasi momento. Nello stesso momento, sono giunto a capire come Dio governa e regna sovrano su tutte le cose. Non importa quanto Satana sia selvaggio e scatenato: è solo l’avversario sconfitto di Dio. Proprio come dicono le parole di Dio Onnipotente: “Per quanto ‘potente’ sia Satana, per quanto sia audace e ambizioso, per quanto grande sia la sua capacità di infliggere danni, per quanto di ampia portata siano le tecniche con cui corrompe e alletta l’uomo, per quanto astuti siano i trucchi e le macchinazioni con cui intimidisce l’uomo, per quanto mutevole sia la forma in cui esiste, non è mai stato in grado di creare un unico essere vivente, non è mai stato in grado di stabilire leggi o regole per l’esistenza di tutte le cose e non è mai stato in grado di governare e dominare qualsivoglia oggetto, animato o inanimato. Nel cosmo e nel firmamento non vi è una singola persona o un solo oggetto che sia nato da Satana o che esista per causa sua; non vi è una singola persona o un solo oggetto che sia governato o controllato da Satana. Al contrario, Satana non solo deve vivere sotto il dominio di Dio, ma deve anche sottomettersi a tutti i Suoi ordini e comandi. Senza il permesso di Dio, è difficile che Satana tocchi anche una goccia d’acqua o un granello di sabbia sulla terra; senza il permesso di Dio, Satana non è nemmeno libero di spostare le formiche qua e là sulla terra, e tanto meno l’umanità, che è stata creata da Dio. Agli occhi di Dio, Satana è inferiore ai gigli della montagna, agli uccelli che volano in aria, ai pesci del mare e ai vermi della terra. Il suo ruolo in mezzo a tutte le cose è servirle, servire l’umanità e servire l’opera di Dio e il Suo piano di gestione. Per quanto malevola sia la sua natura e per quanto malvagia la sua sostanza, l’unica cosa che Satana possa fare è attenersi debitamente alla sua funzione: essere al servizio di Dio e fungere da completamento di Dio. Tali sono l’essenza e la posizione di Satana. La sua sostanza è slegata dalla vita, è slegata dalla potenza, è slegata dall’autorità; è solo un giocattolo nelle mani di Dio, solo una macchina al servizio di Dio!” (La Parola, Vol. 2: Riguardo al conoscere Dio, “Dio Stesso, l’Unico I”).