45. Smascherare gli anticristi è una mia responsabilità
Alla fine di agosto del 2020, sono stata scelta come leader della chiesa; Xin Ran era la mia collaboratrice. All’inizio di settembre, il nostro superiore ha convocato Xin Ran per un incontro fuori città, mentre io sono rimasta in chiesa con i vari diaconi per gestire le diverse attività del lavoro. In quel momento ci siamo resi conto che il lavoro di irrigazione era piuttosto inefficace, soprattutto perché il supervisore dell’irrigazione era superficiale e non seguiva le cose in modo tempestivo. Ci siamo preparati a condividere con lui per risolvere il problema ma, quando abbiamo inviato una lettera a Xin Ran al riguardo, lei ha del tutto respinto il nostro suggerimento e ci ha detto di aspettare il suo ritorno per discuterne. Ho pensato tra me e me: “Stiamo semplicemente condividendo con un supervisore. Perché dobbiamo aspettare il suo ritorno per farlo? Forse Xin Ran è a conoscenza di altri problemi del supervisore e vuole risolverli tutti insieme”. Alla luce di questa eventualità, ho taciuto. Ma, quando qualche giorno dopo è tornata dall’incontro, Xin Ran non ha fornito alcuna spiegazione. Questo mi ha indotta a pensare che avesse qualche problema: di certo non pensava che non avremmo dovuto svolgere alcun lavoro senza di lei, giusto? In seguito, quando discutevamo del lavoro della chiesa, ho notato che Xin Ran ci parlava sempre con tono autoritario e si limitava a darci ordini, come se non vedesse la necessità di discutere con noi. Davo alcuni suggerimenti, ma lei li scartava senza neanche prenderli in considerazione. Alcuni erano validi, ma lei li criticava deliberatamente e ci costringeva a fare a modo suo. Ad esempio, dopo aver esaminato il lavoro di alcuni gruppi avevo rilevato dei problemi e mi sono proposta per condividere con i supervisori così da risolverli, ma Xin Ran ha insistito fermamente sul fatto che non fosse necessario. Ha detto che avrebbe organizzato una riunione con loro quando avrebbe finito il resto del suo lavoro. Ho pensato che questo avrebbe ritardato le cose e che conoscevo meglio di lei lo stato del lavoro di quei gruppi, così le ho ribadito la mia proposta, ma lei ha continuato a insistere perché facessi come chiedeva lei. Questo mi ha messa molto a disagio e ho pensato: “Siamo collaboratrici, ma lei vuole sempre avere l’ultima parola e non lascia spazio alla negoziazione. Rifiuta tutti i miei suggerimenti e io finisco sempre per ascoltare le sue idee. Nulla di ciò che propongo è appropriato? O è solo lei che è troppo arrogante?” Ma vedevo quanto era aggressiva, e pensavo che, poiché era leader da più tempo, ciò significava che probabilmente comprendeva i problemi e le difficoltà dei fratelli e delle sorelle meglio di me. Così ho deciso di fare a modo suo e non ho aggiunto altro.
Tempo dopo, ci siamo divise per riunirci ognuna con un gruppo. Quando mi sono riunita con gli irrigatori, il supervisore ha riferito che negli ultimi tempi sempre più nuovi arrivati avevano accettato il Vangelo e che loro non riuscivano a tenere il passo. Ha chiesto se i leader e i lavoratori della chiesa potessero dedicare un po’ di tempo anche all’irrigazione per assicurarsi che tutti i nuovi arrivati venissero irrigati tempestivamente. Ho pensato che fosse un buon suggerimento e l’ho adottato. Con mia grande sorpresa, quando Xin Ran lo ha saputo, ha scritto una lettera molto dura e l’ha inviata il giorno stesso a tutti gli irrigatori. Nella lettera mi accusava di avere una comprensione errata sulla questione, e diceva che organizzare il lavoro in quel modo avrebbe complicato le cose. Tra le righe, ha anche rimproverato il supervisore, dicendo: “Si è trattato di una disposizione ostinata e sconsiderata. Stai agendo senza tenere conto di nulla se non delle tue idee. Questo ha intralciato e disturbato il lavoro della chiesa, che per natura è molto importante”. Leggere quella lettera è stato come uno schiaffo in faccia. Il cuore mi batteva fortissimo in petto. Ho pensato: “Sono stata ostinata? Ho disturbato il lavoro della chiesa?” Di colpo sono stata colta dallo sbigottimento e ho temuto di aver davvero deviato e di aver causato disturbo e intralcio. Quando mi sono resa conto che tutti i fratelli e le sorelle avrebbero potuto leggere quella lettera, mi sono preoccupata di cosa avrebbero pensato di me. Come avrei potuto tornare a guardarli in faccia? Ero infelice e mi sentivo come se fossi stata condannata. Mi sono detta: “Anche se avessimo davvero commesso un errore, avrebbe potuto semplicemente condividere con noi sui principi e farci sapere dove avevamo sbagliato, in modo che potessimo risolvere il problema. Perché ha scritto direttamente una lettera a tutti senza condividere su niente?” Non ho potuto fare a meno di scoppiare in lacrime e per qualche giorno mi sono sentita molto negativa. Solo nutrendomi delle parole di Dio sono riuscita a migliorare il mio stato. Allora, avevo la vaga sensazione che Xin Ran fosse piuttosto aggressiva e che nelle mie interazioni future con lei sarei dovuta stare attenta e avrei dovuto cercare di non farla arrabbiare, altrimenti chissà quando avrebbe potuto punirmi e umiliarmi di nuovo. L’ombra di quell’incidente da allora non mi ha abbandonata. Avevo la costante sensazione che, se non avessi ascoltato Xin Ran o l’avessi contraddetta, mi avrebbe in qualche modo danneggiata, e segretamente nutrivo un leggero timore nei suoi confronti.
In seguito, ho saputo che Xin Ran aveva insistito per riunirsi da sola con i supervisori dei gruppi ma, poiché non aveva organizzato bene i tempi, il tutto aveva subìto un ritardo di diversi giorni e molto lavoro non era stato organizzato e attuato in tempo. Pensavo che avrebbe condiviso gli insegnamenti che aveva appreso da quel problema, o che avrebbe parlato delle deviazioni e degli sbagli commessi nell’organizzazione del lavoro, ma sorprendentemente non l’ha fatto. Pochi giorni dopo, il nostro superiore mi ha inviato una lettera in cui condivideva sui principi pertinenti. Mi ha detto che era opportuno che io incaricassi leader e lavoratori di dedicare del tempo anche a irrigare i nuovi arrivati. Mi ha spiegato che in quel modo i fratelli e le sorelle avrebbero potuto preparare più buone azioni e i nuovi arrivati avrebbero potuto essere irrigati in tempo, cosa che avrebbe giovato al lavoro della chiesa. Pensavo che Xin Ran avrebbe riflettuto su sé stessa e si sarebbe resa conto del suo errore, e invece sembrava del tutto indifferente. Si è limitata a lanciarmi un’occhiata sdegnosa e si è voltata dall’altra parte. Ho pensato: “Ha commesso ripetuti errori nel suo dovere, eppure non ha alcuna conoscenza di sé stessa. È pericoloso per lei continuare così”. Ho considerato di richiamarla a riflettere su sé stessa, ma poi ho visto quanto altezzoso e sprezzante fosse il suo atteggiamento e ho pensato a come avesse rifiutato con fermezza ogni mio suggerimento. Chi poteva dire come avrebbe reagito se le avessi fatto notare i suoi problemi? Inoltre, l’ultima volta mi aveva rimproverata così duramente che mi sentivo ancora leggermente spaventata e limitata, quindi non ho avuto il coraggio di parlarle.
In quel periodo, tutto il nostro lavoro era presieduto e organizzato solo da Xin Ran. Sebbene noi due fossimo collaboratrici, non comunicava né discuteva mai con me. Era lei a dirigere tutto e solo a lei spettava l’ultima parola. Quando si discuteva di lavoro, io e i diaconi esprimevamo i nostri punti di vista, e poi lei trovava in essi ogni tipo di difetto, riformulava i nostri suggerimenti e infine proponeva le sue “idee migliori”. Con il passare del tempo, tutti noi abbiamo cominciato a pensare di non essere all’altezza dei nostri doveri e che Xin Ran fosse più perspicace, che possedesse capacità lavorative e che vedesse le cose con maggiore chiarezza di noi. Così, la maggior parte delle volte ci adeguavamo al suo punto di vista e facevamo quello che diceva lei. Xin Ran era inoltre molto aggressiva quando sottolineava le mie carenze o respingeva apertamente i miei suggerimenti, e per questo provavo sempre un po’ di timore nei suoi confronti. Pensavo che mi avrebbe in qualche modo danneggiata se non l’avessi ascoltata, così mi trovavo sempre a cercare di accontentarla e non osavo mettermi contro di lei. Poiché rifiutava costantemente i miei suggerimenti, ho gradualmente perso il desiderio di condividere le mie idee durante le discussioni di lavoro, anche quando ritenevo che fossero alquanto valide. Pensavo che non avesse senso esprimerle, poiché Xin Ran le avrebbe comunque respinte. In seguito, sono diventata sempre più passiva nel mio dovere e ho smesso di cercare di essere più efficiente. Ero come una marionetta. Non avevo pensieri né opinioni personali sulle varie questioni del nostro lavoro. Aspettavo gli ordini di Xin Ran prima di fare qualsiasi cosa e mi limitavo a eseguirli. Anche i diaconi erano nella stessa condizione. In quel periodo, sono diventata via via più negativa e passiva, ma non sapevo come cambiare il mio stato e mi sentivo molto tormentata.
In seguito, abbiamo ricevuto una lettera dal nostro superiore che diceva che di recente alcuni fratelli e sorelle erano stati arrestati. Per la nostra sicurezza, ci è stato chiesto di dividerci in due gruppi per svolgere i nostri doveri e di non riunirci. In quel modo, se qualcosa fosse andato storto, non saremmo stati arrestati tutti insieme, cosa che avrebbe ritardato le varie attività del lavoro della chiesa. Xin Ran era assente in quel momento, così ho discusso la questione con i diaconi. Io ritenevo che fosse un buon piano, ma loro pensavano che dividersi in due gruppi avrebbe reso più difficile discutere del lavoro. Alla fine non siamo riusciti a prendere una decisione e volevano aspettare il ritorno di Xin Ran per farlo. La mia opinione era che ci saremmo semplicemente divisi in gruppi: non coinvolgeva grosse questioni di principio. Considerati i rischi per la sicurezza e i pro e i contro di quel piano, dividersi era la cosa giusta da fare. Ma nessuno osava prendere quella decisione. Hanno insistito per aspettare l’approvazione di Xin Ran. Mi sono resa conto di quanto tutti facessero affidamento su di lei e la venerassero, come aspettassero che fosse lei a organizzare e decidere le cose, come eseguissero i suoi ordini, e ho capito che il problema di Xin Ran era piuttosto grave. Poi ho raccontato a una delle diaconesse, sorella Li Ruizhi, il mio stato e i problemi che avevo rilevato in Xin Ran. Sono rimasta sorpresa quando ha detto che anche lei si sentiva molto limitata da Xin Ran, che ne aveva sempre avuto paura e che non osava mettersi contro di lei. Ha detto anche che Xin Ran esagerava deliberatamente le sue mancanze e la rimproverava davanti agli altri per metterla in cattiva luce. Poi, Ruizhi ha aggiunto: “Se notiamo i problemi di Xin Ran ma non li discerniamo e non li smascheriamo, e ci comportiamo da persone compiacenti, senza attenerci alle verità principi, finiremo per essere detestate da Dio e abbandonate dallo Spirito Santo”. Ero della sua stessa opinione. Ho pensato a un passo delle parole di Dio che dice: “Coloro che praticano la verità all’interno della chiesa sono respinti, impossibilitati a dare il massimo, mentre coloro che disturbano la chiesa e diffondono morte imperversano al suo interno e, per di più, la maggioranza della gente li segue. Simili chiese sono palesemente governate da Satana; il diavolo è il loro re. Se le persone in tali chiese non insorgono e non eliminano questi capi demoni, anch’esse prima o poi andranno in rovina. D’ora in avanti devono essere presi provvedimenti contro questo tipo di chiesa. Se coloro i quali sono capaci di praticare un po’ di verità non si impegnano a cercarla, tale chiesa sarà eliminata. Se all’interno di una chiesa non c’è nessuno disposto a praticare la verità, nessuno che rimanga saldo nella testimonianza a Dio, tale chiesa andrebbe allora completamente isolata e i suoi legami con le altre chiese dovranno essere troncati. Questo è ciò che viene chiamato ‘seppellire la morte’; questo è quel che significa respingere Satana” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Un monito per coloro che non praticano la verità”). Riflettere su questo passo delle parole di Dio mi ha davvero spaventata. Le parole di Dio avevano rivelato esattamente lo stato in cui ci trovavamo. Xin Ran aveva l’ultima parola e deteneva il potere nella chiesa, ma nessuno osava segnalarla. Invece, tutti la ascoltavamo, la seguivamo e le permettevamo di prendere ogni decisione. Dov’era il posto di Dio nel mio cuore? Come poteva questo comportamento non portare Dio a odiarmi e disprezzarmi? Se avessi continuato così, alla fine Egli mi avrebbe davvero sdegnata, e avrei perso completamente l’opera dello Spirito Santo. Avevo visto che Xin Ran violava i principi e agiva in modo arbitrario. Aveva l’ultima parola su tutto, si comportava in modo dispotico e non ascoltava affatto i consigli dei suoi partner e collaboratori. Quando gli altri evidenziavano i suoi problemi, non lo accettava e non rifletteva su sé stessa. Ma io avevo così paura di offenderla e di essere oppressa che non osavo farglieli notare. Mi limitavo a obbedirle, e questo causava ritardi e disturbi al lavoro della chiesa. Rendermene conto mi ha colmata di rimorso e senso di colpa. Ho pensato: “Devo mettere in pratica la verità e smascherarla. Non posso più rassegnarmi alla sua volontà”.
Ma poi è accaduta un’altra cosa inaspettata. Un giorno, dopo essere tornata da una riunione, Xin Ran mi ha detto arrabbiata e con il volto cupo: “Ci sono due supervisori dei gruppi che non sono capaci di lavorare bene insieme e si criticano sempre a vicenda. Sto pensando di destituirli entrambi”. Sentirlo mi ha sconvolta. Conoscevo un po’ quei supervisori. Anche se a volte manifestavano un’indole arrogante, erano entrambi in grado di accettare la verità e di svolgere un lavoro concreto. Avevano semplicemente rivelato un’indole corrotta e non riuscivano a cooperare in modo armonioso; sarebbe bastato condividere con loro sulla verità per risolvere quei problemi. Come si poteva destituirli in quel modo? Non avrebbe ritardato il lavoro della chiesa destituire arbitrariamente delle persone capaci di svolgere un lavoro concreto? Sapevo che questa volta non potevo continuare a seguire ciecamente Xin Ran, così le ho detto: “Quando si tratta di una questione così importante, dobbiamo ricercare come praticare adeguatamente. Non possiamo rimuovere le persone in modo arbitrario”. Dopodiché, sono andata a indagare sulla situazione dei due supervisori. Mi ha sorpresa scoprire che erano già stati destituiti. Approfondendo la questione, ho appurato che non rispondevano affatto ai requisiti per la destituzione. Sconvolta e arrabbiata, ho pensato: “Xin Ran ha preso una decisione così importante senza discuterne con nessuno. È davvero scandaloso!” Così le ho scritto una lettera in cui le facevo notare i suoi problemi, ma lei non aveva alcuna consapevolezza di sé stessa. In seguito, sono venuta a sapere che una diaconessa, sorella Liang Xinjing, che in origine era propositiva e responsabile nel suo dovere, negli ultimi tempi era in uno stato molto negativo e si sentiva inadatta al ruolo di diaconessa perché Xin Ran spesso la attaccava e la sminuiva. Sentirlo mi ha molto turbata. Mi sono resa conto che l’arroganza di Xin Ran, il suo comportamento dispotico e il modo in cui attaccava e limitava costantemente gli altri non facevano altro che far sentire le persone negative e infelici. Non era forse una persona malevola? Sapevo che dovevo smascherarla e fermarla: non potevo permetterle di continuare a fare tutto quello che voleva. Tuttavia, quando è arrivato il momento di affrontarla davvero, provavo ancora un po’ di timore.
In seguito, ho letto un passo delle parole di Dio: “Se la verità non è diventata la tua vita e tu continui a vivere nell’ambito della tua indole satanica, allora, quando scopri persone malevole e diavoli che creano intralci e disturbi al lavoro della chiesa, chiuderai un occhio e fingerai di non sentire; non ne terrai conto, senza rimproveri da parte della tua coscienza. Penserai perfino che chiunque provochi disturbi al lavoro della chiesa non abbia nulla a che fare con te. Per quanto il lavoro della chiesa e gli interessi della casa di Dio soffrano, a te non interessa, non intervieni e non ti senti in colpa, cosa che fa di te una persona priva di coscienza o di ragionevolezza, un miscredente, un operaio. Ti nutri e ti disseti di ciò che è di Dio e godi di tutto ciò che proviene da Lui, eppure percepisci qualsiasi danno agli interessi della casa di Dio come scollegato da te, il che fa di te un traditore che sputa nel piatto in cui mangia. Se non proteggi gli interessi della casa di Dio, puoi forse definirti umano? Sei un demone che si è insinuato nella chiesa. Tu simuli la tua fede in Dio, fingi di essere un eletto, e vuoi approfittare della casa di Dio. Non stai vivendo la vita di un essere umano, sei più un demonio che una persona, e appartieni chiaramente alle file dei miscredenti. Se sei una persona che crede veramente in Dio, allora, anche se devi ancora acquisire la verità e la vita, come minimo parlerai e agirai schierandoti dalla parte di Dio; come minimo, non starai a guardare quando vedi compromessi gli interessi della casa di Dio. Quando proverai l’impulso di chiudere un occhio, ti sentirai in colpa e a disagio, e dirai a te stesso: ‘Non posso starmene fermo qui e non fare nulla, devo prendere posizione e dire qualcosa, devo assumermi le mie responsabilità, devo esporre questo comportamento malvagio, devo fermarlo, in modo che gli interessi della casa di Dio non siano compromessi e la vita della chiesa non venga disturbata’. Se la verità è diventata la tua vita, allora non solo avrai questo coraggio e questa determinazione e sarai in grado di capire a fondo la questione, ma farai anche fronte alla responsabilità che devi assumerti per l’opera di Dio e per gli interessi della Sua casa, e in tal modo si compirà il tuo dovere” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Parte terza”). Le parole di Dio dicono che se le persone sono indifferenti e la loro coscienza non prova vergogna quando vedono che il lavoro della chiesa subisce delle perdite, allora non stanno vivendo la vita come esseri umani. Leggere questo mi ha profondamente colpita, perché era esattamente così che mi stavo comportando. Vedevo chiaramente che Xin Ran manifestava dei problemi, ma non avevo mai il coraggio di smascherarla e fermarla. Poiché trovava sempre da ridire su di me, respingeva le mie idee, mi faceva la predica e mi attaccava con sdegno, la temevo e non osavo offenderla. Per proteggere me stessa, mi rassegnavo alla sua volontà e conducevo un’esistenza ignobile. Pensavo addirittura che, fintanto che mi fossi sottomessa a lei, non mi avrebbe oppressa né punita. Pur di proteggere me stessa, ero disposta a lasciare che lei fosse al potere, comandasse e mi manipolasse. Vivevo in questo stato senza alcuna considerazione per il lavoro della chiesa. Sapevo che Xin Ran aveva ormai danneggiato il lavoro della chiesa andando contro i principi e comportandosi da tiranna, ma non avevo comunque il coraggio di prendere posizione e smascherarla. Neanche quando attaccava e limitava le persone, deteneva tutto il potere e prendeva ogni decisione, osavo farmi avanti per oppormi e impedirle di compiere il male. Ero davvero una tirapiedi! Non ero altro che un’inutile vigliacca che viveva un’esistenza ignobile! Dov’erano l’integrità e la dignità in una simile vita? Godevo dell’irrigazione e del sostentamento delle parole di Dio e di tutto ciò che proveniva da Lui, ma cercavo sempre di proteggere me stessa e non ero in grado di mettere in pratica la verità per tutelare il lavoro della chiesa. Questo pensiero mi turbava e mi colmava di senso di colpa. Mi odiavo per il mio egoismo e per la mia propensione all’ingano. Ho pensato: “Non posso più andare avanti così. Questa volta, anche se lei mi punisce e si vendica, devo oppormi, smascherare le sue azioni malvagie e salvaguardare il lavoro della chiesa. Questa è la mia responsabilità”.
Dopo di che, sono andata da Xin Ran per esporre come avesse violato i principi e si fosse comportata da tiranna rimuovendo arbitrariamente quei due supervisori. Ma avevo appena iniziato a parlare quando lei mi ha interrotta, dando la colpa a me e dicendo che non avevo collaborato armoniosamente con lei. In quel momento, anche i diaconi l’hanno smascherata per aver oppresso e limitato le persone. Di fronte ai fatti, Xin Ran non è stata in grado di confutarci e si è limitata a dire che non era a conoscenza di quei problemi e che ci avrebbe riflettuto sopra. Infine, con anche un sorriso sulle labbra, ha detto: “Data la mia alta levatura, sono incline all’arroganza. Non ci si può fare niente”. Sono rimasta senza parole quando l’ho sentito. Era davvero priva di ragione! In seguito, due diaconi hanno condiviso con Xin Ran e l’hanno aiutata altre due volte, sperando che si pentisse, ma lei non l’ha accettato affatto e li ha persino attaccati, dicendo che la stavano prendendo di mira. Quando ho visto che Xin Ran non accettava minimamente la verità e non comprendeva le sue azioni malvagie, ho capito che i suoi problemi erano davvero gravi.
In seguito, ho pensato a come Xin Ran avesse oppresso me e i diaconi al punto da renderci deboli e negativi. Alcuni di noi avevano persino smesso di voler svolgere i propri doveri. Come era potuto accadere? In seguito, leggendo la parola di Dio, ho finalmente acquisito discernimento sui metodi e sulla natura delle azioni di Xin Ran. La parola di Dio dice: “Gli anticristi hanno motivazioni e obiettivi alla base di tutti i metodi che usano contro coloro che perseguono la verità. Anziché cercare di salvaguardare il lavoro della casa di Dio, il loro scopo è salvaguardare il loro potere e il loro prestigio, nonché la loro posizione e la loro immagine nel cuore dei prescelti di Dio. I loro metodi e comportamenti creano intralcio e disturbo al lavoro della casa di Dio e hanno anche un effetto distruttivo sulla vita della chiesa. Non è forse questa la manifestazione più comune delle azioni malvagie di un anticristo? Oltre a queste azioni malvagie, gli anticristi fanno qualcosa di ancor più spregevole, ossia cercano sempre di capire come trovare qualcosa da usare contro coloro che perseguono la verità. Per esempio, se qualcuno ha fornicato o ha commesso qualche altra trasgressione, gli anticristi approfittano di queste cose per attaccarlo, cercano occasioni per insultarlo, smascherarlo, calunniarlo, per etichettarlo al fine di scoraggiarne l’entusiasmo nello svolgimento del dovere, in modo che si senta negativo. Gli anticristi, inoltre, inducono i prescelti di Dio a discriminarlo, evitarlo e ripudiarlo, così da isolare chi persegue la verità. Alla fine, quando tutti coloro che perseguono la verità si sentono negativi e deboli, non svolgono più attivamente il proprio dovere e non sono disposti a frequentare le riunioni, l’obiettivo degli anticristi è raggiunto. Poiché chi persegue la verità non costituisce più un pericolo per il loro prestigio e il loro potere e nessuno osa più denunciarli né smascherarli, gli anticristi si sentono a loro agio. […] Che cosa pensano gli anticristi per essere capaci di una tale malevolenza? ‘Se chi persegue la verità ascolta spesso i sermoni, potrebbe un giorno capire la vera natura delle mie azioni, e quindi di sicuro mi smaschererebbe e mi sostituirebbe. Se svolge il suo dovere, sono in pericolo la mia fama, il mio prestigio e la mia reputazione. È meglio colpire in anticipo, trovare occasioni da sfruttare per disturbarlo, condannarlo, renderlo negativo, in modo che perda ogni desiderio di svolgere il suo dovere. Provocherò anche conflitti tra i leader e i lavoratori e chi persegue la verità, in modo che leader e lavoratori lo disprezzino, lo tengano a distanza e non lo apprezzino più né lo promuovano. In tal modo non avrà più alcun desiderio di perseguire la verità e di svolgere il proprio dovere. È meglio che chi persegue la verità rimanga negativo’. Questo è l’obiettivo che gli anticristi vogliono raggiungere” (La Parola, Vol. 4: Smascherare gli anticristi, “Tema 3: Escludono e attaccano coloro che perseguono la verità”). Leggendo la parola di Dio, ho imparato che gli anticristi hanno una forte brama di prestigio e che considerano il potere come la vita stessa. Temono che coloro che perseguono la verità acquisiscano discernimento su di loro dopo aver compreso la verità e poi guadagnino il sostegno e l’approvazione dei fratelli e delle sorelle. Quindi, per consolidare la loro posizione e il loro potere, gli anticristi cercano deliberatamente occasioni per attaccare e sminuire coloro che perseguono la verità. Tentano di renderli negativi e di far perdere loro la fede in modo che non siano in grado di svolgere normalmente i loro doveri. In questo modo, gli anticristi rimangono al potere e hanno sempre l’ultima parola. Mi sono resa conto che era esattamente quello che aveva fatto Xin Ran. Trovava sempre qualcosa da ridire su di noi, approfittava dei nostri problemi e ci attaccava con il suo ghigno e il suo sarcasmo. Inoltre, ci metteva deliberatamente in imbarazzo e ci sminuiva di fronte ai nostri fratelli e sorelle, facendoci sentire incapaci di svolgere un lavoro concreto e rendendoci tanto deboli e negativi da privarci di ogni desiderio di svolgere i nostri doveri. La lettera pubblica in cui mi ha sminuita e condannata per la mia comprensione distorta e le mie azioni ostinate, di natura grave, è stata un colpo particolarmente duro: da allora, ho avuto paura di lei. Avevo il terrore che mi avrebbe sminuita e rimproverata di nuovo pubblicamente se mi fossi detta in disaccordo con lei, così ho cercato di fare di tutto per assecondarla. Non osavo offenderla né sfidare di nuovo le sue decisioni, e di certo non ero abbastanza coraggiosa da discernerla e smascherarla. Ha usato gli stessi metodi con i diaconi, attaccando tutti fino a farli sentire incapaci di svolgere i loro doveri. In questo modo, Xin Ran si assicurava che nessuno fosse in grado di acquisire discernimento su di lei. Ciò significava anche che tutti si sentivano limitati e la ascoltavano, e nessuno osava opporsi alle sue decisioni. Ecco come aveva raggiunto il suo obiettivo di detenere il controllo totale nella nostra chiesa. Le parole e le azioni di Xin Ran erano molto subdole, astute e maligne. Si esprimeva e si comportava proprio come un anticristo.
Ho anche riflettuto sul perché tutti noi avessimo ammirato Xin Ran e le avessimo obbedito quando lei ci stava chiaramente opprimendo. Non osavamo nemmeno prendere decisioni senza di lei. Come era riuscita a fuorviarci e a controllarci a tal punto? In seguito, ho letto un altro passo delle parole di Dio: “Il fenomeno più comune del controllo esercitato dall’anticristo è che, nella propria sfera di autorità, lui e solo lui ha sempre l’ultima parola. Se non è presente, nessuno osa prendere decisioni o risolvere un problema. Senza di lui, gli altri diventano bambini sperduti; non sanno più come pregare, cercare o consultarsi a vicenda; si comportano, quindi, come marionette o come persone senza vita. Per quanto riguarda ciò che gli anticristi spesso dicono per fuorviare e controllare gli altri, in questa sede non scenderemo nei dettagli. Le affermazioni e le tattiche che usano sono sicuramente molteplici e le conseguenze sono riscontrabili su chi è fuorviato. […] Per esempio, se tu proponi un suggerimento ragionevole, tutti quanti dovrebbero concentrarsi su questa proposta corretta e continuare a condividere su di essa; è il percorso giusto e dimostra lealtà e responsabilità verso i propri doveri, ma l’anticristo nel suo cuore pensa: ‘Perché non ho pensato prima io a quella proposta?’ Ammette, nel profondo, che la proposta è corretta, ma è in grado di accettarla? A causa della sua natura, non accetterà assolutamente la tua proposta corretta, anzi farà di tutto per respingerla, poi escogiterà un piano alternativo, con l’intento di farti pensare che la tua proposta è del tutto impraticabile e che il suo piano è migliore. Vuole convincerti che non puoi fare a meno di lui e che solo con lui si può lavorare con efficacia. Senza di lui nessun lavoro può essere fatto bene, tutti diventano inutili e non riescono a fare niente. La strategia degli anticristi è quella di apparire sempre originali e unici e di fare affermazioni grandiose. Indipendentemente dalla correttezza delle affermazioni altrui, gli anticristi le respingeranno. Anche se i suggerimenti degli altri sono in linea con le loro idee, se non sono stati loro a proporle per primi, non le riconosceranno mai e non le adotteranno mai. Al contrario, faranno di tutto per sminuirle, poi le negheranno, le condanneranno e le criticheranno continuamente, fino a quando la persona che ha proposto l’idea la considererà sbagliata e ammetterà il proprio errore. Solo a questo punto l’anticristo mollerà la presa. Gli anticristi traggono piacere dall’affermare sé stessi e sminuire gli altri, per far sì che gli altri li adorino e li pongano al centro dell’attenzione. Permettono solo a sé stessi di brillare, mentre gli altri possono solo rimanere in disparte. Qualunque cosa essi dicano o facciano è giusta, mentre ciò che dicono o fanno gli altri è sbagliato. Spesso propongono punti di vista originali per negare i punti di vista e le azioni altrui, trovando difetti nei suggerimenti degli altri e intralciandone e rifiutandone le proposte. In questo modo, gli altri devono ascoltarli e agire secondo i loro piani. Usano questi metodi e queste strategie per negarti, attaccarti e farti sentire incompetente costantemente, rendendoti così sempre più sottomesso, per farti provare maggiore ammirazione e stima nei loro confronti. In questo modo, sei completamente controllato da loro. Ecco qual è il processo con cui gli anticristi sottomettono e controllano gli altri” (La Parola, Vol. 4: Smascherare gli anticristi, “Tema 5: Fuorviano, adescano, minacciano e controllano gli altri”). Dopo aver letto le parole di Dio, mi si è illuminato il cuore. In passato, quando Xin Ran respingeva costantemente le nostre idee, pensavo semplicemente che fosse arrogante e non avevo discernimento sulle sue intenzioni e sui suoi obiettivi, né sulla natura delle sue azioni. Solo dopo aver letto le parole di Dio ho capito che, ogni volta che respingeva i nostri punti di vista, stava solo trovando delle carenze nelle nostre opinioni per poterle confutare e convincerci che i nostri suggerimenti potevano essere inadeguati. Da quella base traeva poi un’idea o una qualche retorica altisonante. Dopo un po’, abbiamo cominciato a ritenerci inferiori a lei, a credere che valutasse le cose in modo più profondo e perspicace. Non solo non avevamo discernimento su di lei, ma la rispettavamo e ammiravamo sempre di più e alla fine non ci è rimasto altro che negare noi stessi. Sentivamo che le nostre idee e i nostri suggerimenti erano sostanzialmente inutili, che non aveva senso condividerli e che avremmo dovuto limitarci ad ascoltare lei. Con il suo comportamento, aveva raggiunto l’obiettivo di controllare i pensieri degli altri. Dopo essere stati manipolati da lei in quel modo per molto tempo, abbiamo smesso di ricercare e riflettere quando ci accadeva qualcosa e, alla fine, non avevamo più pensieri nostri. Eravamo come marionette, completamente inutili nei nostri doveri. Alla fine, ho capito che si trattava di un metodo che gli anticristi utilizzano per dominare e controllare le persone. Xin Ran lo usava come mezzo per controllarci, per farsi ascoltare e obbedire da noi. Era così viscida, astuta e malevola!
In seguito, ho letto un altro passo delle parole di Dio: “Se qualcuno è scaltro, se le sue parole e azioni sono sempre piene di macchinazioni, se è un personaggio temibile e quando sei con lui vuole sempre dominarti e prendere il controllo, percepisci che questa persona è gentile oppure maligna? (Maligna.) La temi e pensi: ‘Questa persona vuole sempre dominarmi. Devo allontanarmene il più presto possibile. Se non faccio ciò che dice, escogiterà un modo per vendicarsi su di me, e chissà quali metodi userà per punirmi’. Puoi percepire che la sua indole è maligna, vero? (Sì.) Come fai a percepirlo? (Fa sempre agire gli altri in base alle sue esigenze e idee.) Sbaglia a pretendere che gli altri facciano le cose in un certo modo? È necessariamente sbagliato che qualcuno ti faccia delle richieste? Questa logica è giusta? È conforme alla verità? (No.) Ciò che ti mette a disagio di questa persona sono i metodi o l’indole? (L’indole.) Giusto, la sua indole ti mette a disagio. Ti fa percepire che tale indole proviene da Satana, che non è conforme alla verità e che ti disturba, ti domina e ti vincola. Non solo ti mette a disagio, ma ti impaurisce e ti fa pensare che, se non fai ciò che dice quella persona, è possibile che lei ti punisca. L’indole di una persona del genere è davvero maligna! Tale persona non si limita a dire qualcosa distrattamente: vuole dominarti. Ti impone con forza di fare le cose e ti richiede di farle in un certo modo, e questo è permeato di un certo tipo di indole. Non ti richiede semplicemente di fare qualcosa, vuole dominarti. Se ti domina, diventerai il suo fantoccio, una bambola nelle sue mani. Questa persona è contenta quando la ascolti totalmente in quel che dici, in quel che fai e in come lo fai. Quando avverti questa indole, che cosa provi nel cuore? (Provo paura.) E quando provi paura, come definisci questa sua indole? È responsabile, è gentile o è maligna? Percepisci che è maligna. Quando percepisci che l’indole di qualcuno è maligna, ti senti compiaciuto oppure provi disprezzo, avversione e paura? (Disprezzo, avversione e paura.) In te emergono queste sensazioni negative. Quando provi disprezzo, avversione e paura, ti senti affrancato e libero oppure vincolato? (Vincolato.) Da dove provengono questi sentimenti e queste sensazioni? Provengono da Satana” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Conoscere la propria indole è il fondamento per trasformarla”). Dopo aver letto le parole di Dio, ho capito perché avevo tanta paura di Xin Ran e non osavo sfidarla. Era soprattutto perché era molto aggressiva quando mi rimproverava e respingeva le mie idee, cosa che mi faceva sentire limitata e oppressa. Credevo che, se non le avessi dato ascolto, mi avrebbe oppressa e punita. Xin Ran ci attaccava ferocemente e trovava carenze nelle nostre idee per poterle respingere: il suo obiettivo era quello di farci scendere a compromessi e, alla fine, trasformarci nei suoi burattini. Voleva farsi ascoltare da tutti, eliminare ogni disobbedienza e raggiungere così il suo obiettivo di detenere il potere totale. Il suo desiderio di controllo era davvero forte!
Tempo dopo, io e i diaconi abbiamo condiviso insieme su queste parole di Dio. Più ne discutevamo, più guadagnavamo chiarezza. Abbiamo acquisito maggiore discernimento sui metodi con cui Xin Ran ci fuorviava, ci controllava e ci opprimeva, e abbiamo capito che aveva una natura arrogante e maligna. Per consolidare il suo prestigio e il suo potere, impiegava quei metodi per opprimere e controllare gli altri. Deteneva il potere completo e aveva l’ultima parola tra i fratelli e le sorelle. Aveva ormai disturbato e causato perdite al lavoro della chiesa, violando spesso i principi e agendo in modo arbitrario. E nonostante le condivisioni e gli smascheramenti ripetuti non lo accettava minimamente, e non mostrava alcuna conoscenza di sé stessa né alcun atteggiamento di pentimento. Basandoci sulle parole di Dio, siamo stati in grado di discernere con certezza che Xin Ran apparteneva alla categoria degli anticristi, il che significava che doveva essere destituita e isolata per essere tenuta sotto osservazione. Così, quel giorno stesso, abbiamo fornito al nostro superiore un resoconto del comportamento di Xin Ran e delle nostre conclusioni. Dopo aver indagato e analizzato la situazione, il superiore ha scoperto che Xin Ran aveva commesso troppe malefatte e ha appurato che era un anticristo. Ha consultato i fratelli e le sorelle e, dopo che più dell’80% ha dato la sua approvazione, Xin Ran è stata espulsa dalla chiesa. Dopo l’espulsione, i fratelli e le sorelle erano felicissimi e tutti abbiamo visto che Dio è giusto e che nella Sua casa regna la verità. Abbiamo appreso che, sebbene gli anticristi e le persone malevole possano dilagare temporaneamente nella chiesa, alla fine saranno sempre smascherate e allontanate. Tutto questo mi ha anche colmata di grande rammarico e rimorso. Mi sono resa conto di essermi preoccupata troppo di proteggere me stessa mentre un anticristo compiva il male. Preferivo lasciarmi opprimere da lei piuttosto che ricercare la verità, discernerla e smascherarla. Avevo tacitamente avallato le sue malefatte e l’intralcio che aveva causato al lavoro della chiesa, il che significava che avevo preso parte alle sue azioni malvagie. Ora capisco che, in quanto leader e lavoratori, dobbiamo sostenere le verità principi e avere il coraggio di smascherare gli anticristi e le persone malevole. Solo così possiamo salvaguardare il lavoro della chiesa e svolgere bene il nostro dovere.