51. Cosa c’era dietro gli attacchi della mia famiglia
Mio padre era un preside scolastico e parlava spesso di materialismo sia a scuola che a casa. Ci ha insegnato che la felicità dipendeva dal nostro duro lavoro, e che dovevamo applicarci per distinguerci e onorare i nostri antenati. Guidati dalle parole dei nostri genitori e dal loro esempio, io e i miei fratelli abbiamo tutti perseguito fama, guadagni e prestigio. Siamo diventati commercianti oppure funzionari.
Nella primavera del 2007, per caso, ho accettato l’opera di Dio Onnipotente degli ultimi giorni. Leggevo le parole di Dio ogni giorno, condividevo con i miei fratelli e sorelle regolarmente, e ho acquisito una certa comprensione della sovranità di Dio. Queste parole mi hanno particolarmente colpita: “Dio ha creato questo mondo, ha creato il genere umano ed è stato, inoltre, l’architetto dell’antica cultura greca e della civiltà umana. Solo Dio consola questa umanità, e solo Dio Si prende cura di questa umanità notte e giorno. Lo sviluppo e il progresso umano non sono separabili dalla sovranità di Dio, e la storia e il futuro dell’umanità sono inestricabilmente vincolati ai disegni realizzati dalle mani di Dio. Se sei un autentico cristiano, allora sicuramente crederai che il sorgere e il tramontare di ogni paese o nazione avvengano conformemente ai disegni di Dio. Dio solo conosce il destino di un paese o di una nazione e Dio solo controlla il corso dell’intera umanità. Se l’umanità desidera avere un buon destino, se un paese desidera avere un buon destino, allora l’uomo deve prostrarsi dinanzi a Dio in adorazione, pentirsi e confessarsi davanti a Dio, altrimenti il fato e la destinazione dell’uomo saranno un’inevitabile catastrofe” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Appendice 2: Dio sovrintende al destino dell’intera umanità”). Le parole di Dio mi hanno illuminato il cuore. Dio è il Creatore, ed è Lui che ha guidato e sostenuto l’umanità fino a oggi. Inoltre, Egli governa i nostri destini. Solo adorando Dio, pentendoci di fronte a Lui e accettando la Sua salvezza possiamo avere un buon destino. Ho anche imparato che il Salvatore, Dio Onnipotente, è venuto negli ultimi giorni per esprimere la verità e compiere l’opera di giudizio, per purificare e salvare completamente l’umanità, per farci uscire dall’influenza di Satana e condurci alla bellissima destinazione che Dio ha preparato per noi, in modo che possiamo avere un buon destino e un buon esito. Mi sentivo davvero benedetta a poter accettare Dio Onnipotente e ho giurato a me stessa che avrei praticato bene la mia fede, perseguito la verità e svolto il dovere di un essere creato per ripagare l’amore di Dio.
Ma all’improvviso, mentre mi dedicavo al mio dovere con tutta me stessa, sono stata arrestata dal Partito Comunista. Un giorno di marzo del 2009, a mezzogiorno, la polizia si è presentata a un nostro incontro, ha preso tre delle mie sorelle e me e ci ha trattenute illegalmente in centrale. Il capo dell’Ufficio di Pubblica Sicurezza mi ha urlato contro con ferocia: “Dicci quello che sai! Chi vi ha predicato il Vangelo? Chi è il leader della tua chiesa? Se parli, ti lascerò andare subito a casa. Ma se non collabori, con tutti i libri religiosi che abbiamo trovato a casa tua, possiamo sbatterti in prigione per cinque o sei anni!” L’espressione feroce del suo volto mi dava le palpitazioni. Non avevo idea di come mi avrebbero trattata. Ho subito detto una preghiera, chiedendo a Dio di proteggermi, di darmi fede e forza e di permettermi di resistere. Dopo aver pregato, ho pensato a queste parole di Dio: “Coloro che sono al potere potranno sembrare malvagi dall’esterno, ma non abbiate timore, questo avviene perché avete poca fede. Purché la vostra fede cresca, nulla sarà troppo difficile” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Discorsi di Cristo al principio, Cap. 75”). Le parole di Dio mi hanno dato fede e forza. Tutto è nelle Sue mani, senza eccezioni. Quel capo della Pubblica Sicurezza aveva un aspetto minaccioso, ma anche lui era nelle mani di Dio. Solo Dio, e non lui, aveva voce in capitolo sul fatto che sarei stata condannata o meno. Non potevo arrendermi di fronte ai suoi soprusi. In seguito, hanno visto che non avrei parlato, così hanno rinchiuso me e le altre tre in un centro di detenzione con l’accusa di aver turbato l’ordine sociale.
Una mattina, all’improvviso, ho sentito qualcuno urlare il mio nome. Il cuore mi è saltato in gola. Intendevano interrogarmi di nuovo? Lo avevano già fatto e non avevo detto nulla. Mi chiedevo se avrebbero usato tattiche ancora più crudeli nei miei confronti. Spaventata, ho pregato Dio in silenzio e pian piano sono riuscita a calmarmi. La polizia mi ha portata in una grande stanza. Appena entrata ho visto mio padre e mi sono sentita mancare. Perché lo avevano convocato lì? Si era sempre opposto alla mia fede, quindi come mi avrebbe trattata ora che ero stata arrestata? Prima che potessi dire qualcosa, mio padre ha alzato una mano e mi ha colpita tre volte alla testa. Avevo le vertigini e vedevo le stelle. Mi ha detto duramente: “Ti avevo proibito di avere fede, ma tu hai insistito e, ora che sei stata arrestata, il mio nome è stato trascinato nel fango! Di’ loro tutto ciò che sai sulla tua fede! La polizia ha detto che ti lascerà andare non appena avrai confessato, mentre se non lo farai ti daranno una pesante condanna!” Il volto invecchiato di mio padre mi ha procurato una fitta al cuore. Aveva quasi 80 anni e la sua reputazione era sempre stata la cosa più importante per lui. Come avrebbe potuto sopportare una mia condanna? Poi, improvvisamente, si è inginocchiato. Con le lacrime agli occhi, ha detto: “Quando tua madre lo ha saputo, si è ammalata. È costretta a letto in casa, con una flebo. Di’ loro quello che sai e torna a casa con me!” Di fronte a tutto questo, non sono riuscita a trattenere le lacrime. Fin dai tempi antichi, solo i figli si inginocchiano davanti ai genitori, non il contrario. I miei genitori avevano sopportato delle difficoltà per crescermi e mi avevano aiutata con i miei figli. Dovevano ancora preoccuparsi per me a un’età così avanzata. Non avrebbero affrontato un tale dolore e tormento se io non fossi stata una credente. Mi sentivo in debito con loro, stavo malissimo. Poi, ho capito di non essere nello stato giusto. Ho detto una rapida preghiera: “Dio! Questa situazione è dolorosa per me. Mi sento debole e in debito con i miei genitori. Non so cosa fare. Ti prego di illuminarmi e di guidarmi affinché possa capire la Tua intenzione e rimanere forte”. Dopo aver pregato, ho pensato subito a ciò che mi ero ripromessa di fare davanti a Dio: essere forte nella mia fede, seguire Dio e perseguire l’amore nei Suoi confronti con un cuore che non vacilla. In quel momento sono tornata in me. Ho anche pensato alle parole di Dio: “Gli esseri umani sono forse incapaci di accantonare la loro carne per questo breve periodo? Quali cose possono scindere l’amore fra uomo e Dio? Chi è in grado di separare l’amore fra uomo e Dio? Forse genitori, mariti, sorelle, mogli o un affinamento doloroso? I sentimenti di coscienza possono forse spazzare via l’immagine di Dio nell’uomo? Il debito di uno verso l’altro e le azioni reciproche sono opera dell’uomo? Può l’uomo porvi rimedio? Chi è in grado di proteggere se stesso? Le persone sono capaci di provvedere a se stesse? Chi è forte nella vita? Chi è in grado di abbandonarMi e vivere per conto suo?” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Interpretazione dei misteri delle ‘Parole di Dio all’intero universo’, Cap. 24 e 25”). Le parole di Dio mi hanno colmata di disapprovazione nei confronti di me stessa. Il mio stesso respiro mi è stato donato da Dio, e Lui mi ha fornito tutto ciò di cui avevo bisogno per sopravvivere. Ero vissuta fino a quel giorno solo perché Dio Si era preso cura di me e mi aveva protetta in silenzio. Aveva orchestrato persone, eventi e cose per guidarmi a venire davanti a Lui e ad accettare la Sua salvezza. L’amore di Dio è così grande! Non potevo tradirLo per paura di ferire i miei genitori. Inoltre, la loro salute era nelle mani di Dio e ogni mia preoccupazione era inutile. Erano tristi e addolorati a causa dell’oppressione del Partito Comunista. Se avessero saputo vedere la malvagità del Partito, non avrebbero sentito di aver perso la faccia e Satana non sarebbe stato in grado di ingannarli. A questo pensiero, non mi sono sentita più così turbata. Ho giurato che sarei rimasta salda nella mia testimonianza a Dio, anche se fossi finita in prigione. Mi sono asciugata le lacrime e ho aiutato mio padre ad alzarsi. Poi, cinque o sei agenti sono venuti e mi hanno circondata. Ho detto loro: “Non so nulla”. Uno mi ha fissato e ha detto: “Vi restano cinque minuti”. Mio padre era arrabbiatissimo. Mi ha schiaffeggiata ancora, si è inginocchiato e ha detto: “Se non parli, resterò in ginocchio qui davanti a te finché non morirò! Il Partito non permette alle persone di credere in Dio: come osi contrastarlo? Sbrigati a confessare! Così potremo tornare a casa”. Allora ho capito che si trattava di un trucco della polizia. Volevano che mio padre mi facesse diventare un giuda e che svendessi gli altri. Ho provato rabbia e risentimento. Quei poliziotti sono così infidi! Ho aiutato mio padre a rialzarsi e cinque o sei agenti mi hanno di nuovo circondata per farmi parlare. Li ho guardati e con calma ho detto: “Non so nulla”. In quel momento, il telefono di mio padre ha squillato e lui ha fatto rispondere me. Dall’altro lato della linea, mia madre ha imprecato e detto: “Mi farai morire! Il governo non permette la fede, ma tu insisti. Non puoi sperare di combatterli! Di’ loro quello che sai e torna a casa! Cosa faremo se sarai condannata? Come farà tuo figlio a trovare moglie? E anche noi verremo umiliati. Devi pensare a noi!” In lacrime, ho riagganciato e ho guardato mio padre che usciva trascinando i piedi.
Tornata nella mia cella, ho di nuovo pensato a mia madre, malata e costretta a letto. Se le fosse successo qualcosa di terribile, non sarei stata accanto a lei. Più ci pensavo, più mi sentivo male. Non riuscivo a trattenere le lacrime. È stato allora che mi sono resa conto che i miei affetti erano il mio tallone d’Achille. Ho pregato Dio con tutta me stessa. Gli ho chiesto di guidarmi affinché rimanessi salda e non vivessi in base alle emozioni. Mi sono ricordata di una cosa che Dio ha detto: “Perché è così difficile per le persone separarsi dai loro sentimenti? Farlo va forse oltre i criteri della coscienza? La coscienza può compiere la volontà di Dio? I sentimenti possono aiutare le persone a superare le avversità? Agli occhi di Dio, i sentimenti sono Suoi nemici: non è stato forse affermato chiaramente nelle parole di Dio?” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Interpretazione dei misteri delle ‘Parole di Dio all’intero universo’, Cap. 28”). Le parole di Dio mi hanno aperto gli occhi. Gli affetti sono il nemico di Dio e la più grande barriera alla pratica della verità. Quando viviamo secondo gli affetti, ci allontaniamo da Dio e Lo tradiamo. Ero impantanata nell’affetto che provavo per i miei genitori. Credevo che disobbedire loro fosse un’offesa terribile e mi rendesse una cattiva figlia. Quando ho visto quanto erano tristi e sconvolti per il mio arresto, mi sono sentita in debito con loro, come se, nonostante avessero faticato tanto per crescermi, io non li avessi ripagati e li facessi addirittura soffrire. Non era un atteggiamento filale. Avevo molto a cuore la gentilezza dei miei genitori, ma dimenticavo che è Dio a darci la vita. Dio è la fonte della vita umana, ed è il Suo soffio vitale ad avermi sostenuta fino a oggi. È grazie alla guida e alla provvista di Dio che ho quello che ho adesso. Dio ci ha dato così tanto senza mai chiedere nulla in cambio. Negli ultimi giorni, Si è incarnato di nuovo per salvare l’umanità, sopportando grandi umiliazioni, ed è stato anche braccato e oppresso dal Partito Comunista. Dio ha dato tutto per l’umanità, il Suo amore è così grande! È Dio che dobbiamo adorare ed è a Lui che dobbiamo sottometterci. La cura dei miei genitori per me avrà magari migliorato la mia vita materiale, ma loro non potevano offrirmi la verità. Non potevano salvarmi dalla corruzione di Satana né darmi una buona destinazione e un buon esito. Se avessi venduto gli altri e tradito Dio solo per assecondare i desideri dei miei genitori, non sarei stata in debito con loro, ma Dio mi avrebbe sdegnata e avrei perso per sempre la Sua salvezza. A quel punto ho capito che Satana stava usando l’affetto che provavo verso i miei genitori per indurmi in tentazione, per farmi infine allontanare da Dio, tradirLo, perdere la mia possibilità di salvezza, precipitare all’inferno ed essere anch’io distrutta. Non potevo cadere nel tranello di Satana. Questo mi ha fatto venire in mente Pietro, che aveva dei princìpi e prese posizione contro i suoi genitori. Rimase forte nella sua fede e seguì il Signore Gesù, nonostante i loro tentativi di fermarlo. Alla fine, il suo amore per Dio trionfò su tutto ed egli ottenne l’approvazione di Dio. Pensare a queste cose è stato davvero motivante per me.
Il quinto giorno, la polizia mi ha fatto leggere tre lettere, scritte da mia madre, mia figlia e mio figlio. Mio figlio scriveva: “Mamma, durante questi ultimi anni nell’esercito, non vedevo l’ora che tutta la famiglia si riunisse. Non è stato facile per me ottenere un trasferimento e tornare, e tu ora sei in arresto. Senza di te a casa, mi sento come se il cielo mi fosse crollato addosso. Mamma, di’ alla polizia le cose sulla tua fede! Se finirai in prigione, le mie prospettive di lavoro e di matrimonio saranno compromesse. Anche se non pensi a te stessa, dovresti pensare a me…” A quel punto della lettera, non ho potuto fare a meno di piangere. Se il buon futuro di mio figlio sarebbe stato rovinato dal fatto che io ero in prigione, come avrei fatto a guardarlo in faccia? Mi avrebbe sicuramente odiata! Mi sembrava che la strada della fede fosse piena di inciampi e che ogni singolo passo richiedesse una scelta. Ho pregato Dio nel mio cuore: “O Dio, sono molto addolorata e mi sento debole. Ti prego, veglia sul mio cuore e rafforza la mia fede”. Quando sono tornata in cella, una sorella ha scoperto quello che stavo passando e mi ha ricordato di non cadere nei tranelli di Satana. È stato un campanello d’allarme per me. Ho pensato a come, in ogni momento, Satana ricorra a mezzi di ogni sorta per irretirci e fuorviarci fino a tradire Dio. Nel momento in cui abbassiamo la guardia, possiamo cadere nella trappola di Satana. Dobbiamo continuare ad acquietare i nostri cuori davanti a Dio, a pregare e ad affidarci a Lui per discernere i tranelli di Satana, ottenere la protezione di Dio e rimanere saldi. Quella notte non sono riuscita a dormire, e ho pregato Dio in silenzio. Ho rammentato queste Sue parole: “Dal momento in cui vieni al mondo piangendo, inizi a compiere il tuo dovere. Per il piano di Dio e per la Sua predestinazione, tu svolgi il tuo ruolo e intraprendi il viaggio della tua vita. Qualunque siano le tue origini e il viaggio dinanzi a te, nessuno può sfuggire alle orchestrazioni e alle disposizioni del Cielo, e nessuno ha il controllo del proprio destino, perché soltanto Colui che governa tutte le cose è capace di tale opera” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Dio è la sorgente della vita dell’uomo”). Proprio così. Le nostre vite, i nostri destini sono disposti da Dio e nessuno può cambiarli. Non potevo controllare che tipo di lavoro o di matrimonio avrebbe avuto mio figlio in futuro. Per quanto tenessi in considerazione i miei figli, o per quanto mi preoccupassi per loro, non potevo cambiare il loro destino, e anche la possibilità che finissi in prigione era determinata da Dio. Non potevo evitarlo solo perché lo volevo. Quello che dovevo fare era affidare tutto a Dio e sottomettermi alla Sua sovranità e alle sue disposizioni. Dopodiché, ho pensato a un altro passo delle parole di Dio: “Devi patire difficoltà per la verità, dare te stesso alla verità, sopportare umiliazioni per la verità e, per ottenerne di più, devi subire ulteriori sofferenze. Questo è ciò che dovresti fare. Non devi gettare via la verità per una vita pacifica in famiglia, e non devi perdere un’esistenza di dignità e integrità per un momentaneo godimento. Dovresti perseguire tutto ciò che è bello e buono, e perseguire un cammino di vita che sia più significativo. Se conduci un’esistenza così mediocre e non persegui alcun obiettivo, non stai sprecando la tua vita? Che cosa puoi guadagnare da una vita del genere? Dovresti rinunciare a tutti i piaceri della carne per il bene di una verità, e non dovresti gettare via tutte le verità per il bene di un po’ di divertimento. Persone simili non hanno alcuna integrità né dignità; non vi è alcun significato nella loro esistenza!” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Le esperienze di Pietro: la sua conoscenza del castigo e del giudizio”). Le parole di Dio mi hanno dato fede e forza. Come credente, l’unico modo per ottenere l’approvazione di Dio è perseguire la verità e compiere il dovere di un essere creato. Solo questa può considerarsi una vita di valore, e vale la pena di patire qualsiasi sofferenza per acquisire la verità. Se vendessi i miei fratelli, le mie sorelle e la chiesa solo per soddisfare la mia famiglia, sarei un giuda che tradisce Dio. Sarebbe la più grande delle umiliazioni e Dio mi maledirebbe per questo. Anche con una famiglia felice e una vita confortevole, tutto sarebbe vuoto e privo di significato, e io non sarei altro che un cadavere ambulante. A questo pensiero, ero ancora più decisa a seguire Dio. Indipendentemente dalle tattiche usate dai poliziotti, sarei rimasta salda nella mia testimonianza a Dio e avrei svergognato Satana!
Il sesto giorno, la polizia mi ha portata nella sala principale, dove ho trovato mio zio, mio marito, mio figlio e mia figlia. I miei figli mi hanno abbracciata e mi hanno detto in lacrime: “Mamma, torna a casa!” Mio marito se ne stava in disparte e piangeva anche lui. Poi mio zio, in lacrime, mi ha detto: “Lingmin, la polizia dice che puoi tornare a casa non appena confessi loro qualcosa e che non dovrai scontare alcuna pena. Il futuro di tuo figlio sarà rovinato se vai in prigione. Questo distruggerà la famiglia! Dammi retta e parla con la polizia!” In quel momento, il mio cuore era sereno. Sapevo che le pressioni della mia famiglia celavano le trame di Satana e che, se avessi rivelato anche solo una piccola cosa, la polizia mi avrebbe costretta a confessare molto di più e tanti altri sarebbero stati arrestati. Alla luce di questo, ho risposto: “Come credente, sto percorrendo il giusto cammino nella vita. Non ho fatto nulla di illegale, quindi non ho nulla da confessare. Andate a casa”. Mentre tornavo in cella, pensavo alla polizia che usava ripetutamente i miei cari per tentarmi, per costringermi a vendere i miei fratelli e le mie sorelle e a tradire Dio. Il Partito Comunista è così spregevole! Sono dei demoni avversi a Dio! Dopo di che, un agente mi ha convocata nell’ufficio e mi ha detto compiaciuto: “Com’è andata la visita della tua famiglia?” Vederlo gioire di quella terribile situazione mi ha fatta talmente infuriare che ho estratto quelle tre lettere dalla tasca, le ho strappate, le ho gettate sul tavolo e ho detto: “Sono una credente e una persona onesta. Non ho fatto nulla di male. Perché li avete spinti a farmi pressioni? Quale legge ho infranto?” Poi me ne sono andata. La mia capacità di affrontare con calma l’interrogatorio della polizia era tutto merito della forza che Dio mi dava.
La mattina del 14° giorno, il capo dell’Ufficio di Pubblica Sicurezza mi ha convocata nella sua stanza. Non era più sprezzante; al contrario, si è finto preoccupato e mi ha chiesto della mia famiglia. Ha tentato di indurmi a vendere i miei fratelli e le mie sorelle con discorsi molto elaborati. Ho pregato Dio nel mio cuore senza sosta, chiedendoGli di proteggermi dal cadere nel tranello di Satana. Il capo ha parlato a lungo. Alla fine, vedendo che non dicevo nulla, si è infuriato e ha urlato con crudeltà: “Sarò sincero con te. Abbiamo trovato così tanti libri religiosi in casa tua che è il caso più eclatante della città. Se non parli, finirai sicuramente in prigione!” Ma, qualunque cosa dicesse, io pregavo Dio in silenzio e giuravo a me stessa che non avrei mai condiviso informazioni sugli altri e non avrei mai tradito Dio, neanche se fossi stata condannata. Dopo quindici giorni, hanno capito che non avrebbero ottenuto nulla da me e non hanno avuto altra scelta che rimandarmi a casa.
Dopo il mio ritorno, la mia famiglia ha continuato a opporsi alla mia fede e a ostacolarla. Sapevo che era tutta colpa del fuorviamento e della persecuzione del Partito Comunista. Ho pregato e giurato che avrei seguito Dio fino alla fine, a prescindere da quanto fosse difficile. Poi, mi è tornato in mente un inno dal titolo “Non deludere mai l’amore di Dio”: “Non considererò quanto sia difficile seguire Cristo. Il mio unico dovere inderogabile è seguire la volontà di Dio. Non penserò al futuro, sia che riceva benedizioni sia che subisca disgrazie. Ho scelto di amare Dio, quindi non tornerò mai indietro. Per quanto duro e pericoloso sarà il cammino, per quanta sofferenza mi aspetti, al fine di accogliere il giorno in cui Dio guadagnerà gloria, seguirò da vicino le orme di Dio e rimarrò leale fino alla fine” (Seguire l’Agnello e cantare dei canti nuovi). Cantavo quell’inno in continuazione e mi sentivo davvero ispirata. Sapevo che il cammino di fede sarebbe sempre stato accompagnato dalla persecuzione del Partito e che probabilmente in futuro sarei stata arrestata di nuovo o addirittura condannata. Ma ero certa che quella fosse la vera via, ed ero pronta a seguire Dio fino alla fine. Per un po’ di tempo non ho potuto contattare gli altri membri della chiesa né vivere la vita della chiesa. Così, mi sono nutrita delle parole di Dio e mi sono munita della verità in casa e ho condiviso il Vangelo con la mia famiglia. In seguito, mio marito e mia figlia sono diventati credenti. Ci riunivamo e ci nutrivamo delle parole di Dio in famiglia. Un anno dopo, sono tornata in contatto con i fratelli e le sorelle e ho iniziato a svolgere un dovere. Ero davvero grata a Dio.
Pensando per tutto il tempo a quello che era successo, con la persecuzione e l’arresto da parte del Partito Comunista e con gli attacchi e le tentazioni della mia famiglia, ho capito che sono state l’illuminazione e la guida delle parole di Dio a farmi superare ogni cosa, passo dopo passo. A prescindere da quanto possa essere difficile il cammino che ho davanti a me, seguirò Dio fino alla fine.