55. Come la prigionia mi ha risvegliato

di He Li, Cina

Sono un ex membro veterano del Partito Comunista. La nostra famiglia era composta da contadini poveri, ma il governo ci aveva offerto della terra e una nuova casa, quindi sentivo di dover essere grato al Partito Comunista. Essendo stato profondamente influenzato dalla sua propaganda, ho iniziato ad adorarlo e ho prestato servizio come quadro del villaggio per oltre trent’anni. In quel periodo mi sono assunto grandi responsabilità senza il minimo risentimento, e spesso sono stato costretto a trascurare le attività agricole della nostra famiglia a causa dei miei doveri di quadro. Ero molto stimato per il mio contributo al partito e col tempo mi sono stati conferiti i titoli di “quadro avanzato” e “membro avanzato del partito”. Dopo aver ricevuto questi riconoscimenti, sono diventato ancora più leale al partito. Dopo essere entrato nella fede, ho creduto che non solo avrei dovuto essere devoto nella mia fede, ma avrei anche dovuto continuare a svolgere bene tutto il mio lavoro all’interno del partito. Solo dopo essere stato arrestato e perseguitato due volte dal PCC, e rimasto di conseguenza permanentemente invalido, io, ex membro veterano del partito, sono finalmente tornato alla ragione.

Ero nella fede solo da un anno quando, nell’aprile del 2004, sono stato arrestato dalla polizia perché avevo organizzato un incontro con i fratelli e le sorelle. Due ufficiali mi hanno portato in un ufficio governativo della contea locale e subito hanno cominciato a interrogarmi. Uno di loro ha detto: “Faresti meglio a fare un resoconto sincero. Se farai un resoconto chiaro della tua fede in Dio Onnipotente, potrai continuare a prestare servizio come quadro. Altrimenti, non prendertela con noi se ci comportiamo male con te!” Ho pensato: “Tutto quello che ho fatto è stato organizzare un incontro e leggere le parole di Dio, non ho agito affatto contro la legge. Inoltre, ho svolto il ruolo di quadro per anni, ho fatto del mio meglio per il partito e ho lavorato sodo anche se non sempre ho ottenuto dei meriti. Considerando tutto questo, sono sicuro che non mi faranno nulla”. Allora ho risposto dicendo: “Non è contro la legge credere in Dio. Non mi interessa se continuo a servire come quadro o meno”. Uno degli ufficiali ha sibilato ferocemente: “Continua a essere testardo e vedrai come ti tratteremo!” In seguito, non solo hanno fatto irruzione nella mia casa, ma hanno portato via anche mia moglie, gravemente malata. Hanno buttato i miei certificati di “membro avanzato del partito” a terra e hanno detto: “Come puoi credere in Dio se sei un membro illustre del Partito Comunista? Le due cose sono in netta opposizione!” Quel pomeriggio la polizia ha separato e interrogato me e mia moglie. Nella stanza degli interrogatori della Brigata per la sicurezza nazionale, il caposquadra del corpo di sicurezza sbraitava aggressivamente: “Chi è il tuo leader della chiesa? Con chi sei in contatto?” Prima che avessi il tempo di rispondere, mi ha afferrato per i capelli e mi ha sbattuto la testa sulla sedia. Sono caduto a terra, mi sentivo stordito e la mia vista era offuscata. Sapendo che il PCC aveva dato alla polizia l’autorizzazione a picchiare le persone con totale impunità, avevo un po’ di paura ed ero preoccupato di quello che avrebbero potuto farmi. Ho invocato Dio, chiedendoGli di proteggermi affinché potessi rimanere saldo nella mia testimonianza. Dopo la preghiera, mi è tornato in mente un passaggio delle parole di Dio: “Sono il tuo sostegno e il tuo scudo ed è tutto nelle Mie mani. Di cosa hai paura, dunque?(La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Discorsi di Cristo al principio, Cap. 9”). In realtà, non importa quanto feroce fosse la polizia, erano tutti nelle mani di Dio. Dio era il mio scudo, quindi non avevo nulla da temere. Finché mi affidavo sinceramente a Lui, non c’era prova a cui non avrei potuto sopravvivere. Le parole di Dio mi hanno dato fede e forza e il dolore è diventato meno intenso. Dopo aver trovato i numeri di telefono dei fratelli e delle sorelle con i prefissi di altre province mentre controllava il mio telefono, l’ufficiale ha affermato: “Solo sulla base di questo, potresti farti dagli otto ai dieci anni”. Ho pensato: “Non faccio nulla di sbagliato credendo in Dio e non ho infranto nessuna legge. In base a quale legge dovrei essere condannato a una pena tra gli otto e i dieci anni? Non importa quale sentenza mi infliggerete, non tradirò mai i miei fratelli e le mie sorelle”. Dopo aver capito che non avrei detto nulla, gli ufficiali mi hanno scortato al centro di detenzione.

Arrivato lì, sono stato continuamente interrogato dagli ufficiali e mi sono state fatte pressioni affinché tradissi i miei fratelli e le mie sorelle, ma non ho mai ceduto. Nel maggio del 2004, un ufficiale mi ha consegnato una notifica di riforma educativa tramite lavoro e mi ha detto di firmarla. Si erano inventati l’accusa di “disturbo della pace sociale” e mi avevano condannato a due anni e mezzo di riforma educativa tramite lavoro. Mi sono infuriato e ho incalzato l’ufficiale: “Quale legge ho infranto credendo in Dio? Perché sono stato arrestato? E perché una condanna così pesante?” Ma egli sembrava compiacersi della mia sofferenza e diceva: “Non vuoi ancora ammettere la tua colpa? Allora immagino che ti sia andata bene. Organizzare una riunione equivale a dare rifugio ai criminali ed è una diretta opposizione al PCC. Ciò ti qualifica come criminale politico”. Quella notte continuavo a chiedermi perché avessi ricevuto una condanna così severa solo per aver creduto in Dio. Anche se il governo vieta ai membri del Partito Comunista di praticare la religione, non avrebbero dovuto fare un’eccezione per me, visto che ero stato un quadro per così tanti anni ed ero stato riconosciuto come membro avanzato? Rendendomi conto di ciò, sono rimasto molto deluso dal PCC e mi sono pentito di averlo servito così diligentemente in passato. I due fratelli arrestati insieme a me avevano ricevuto condanne ancora più severe. Ero furioso e non riuscivo proprio a capire perché il PCC odiasse così tanto coloro che credevano in Dio. Era davvero difficile praticare la nostra fede in Cina, non c’era da stupirsi che Dio avesse detto: “Il gran dragone rosso perseguita Dio ed è Suo nemico e per questo motivo, in questa terra, le persone sono sottoposte a umiliazione e persecuzione a causa della loro fede in Dio(La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “L’opera di Dio è semplice come l’uomo la immagina?”). Solo quando i fatti sono stati esposti di fronte a me ho iniziato ad acquisire una certa consapevolezza. Ho capito che il PCC odia profondamente Dio e Gli oppone disperatamente resistenza. Non importa quanto ti metti al servizio del partito e ti sacrifichi per esso, se credi in Dio, non te la faranno passare liscia. Sono proprio dei demoni che oppongono resistenza a Dio! In quel momento, un fratello ha condiviso sottovoce con me mentre l’ufficiale si era allontanato, affermando: “Siamo stati arrestati con il permesso di Dio. Questa terribile prova ci permetterà di perfezionare maggiormente la nostra fede. Dobbiamo confidare in Dio per rimanere saldi nella testimonianza”. Allora ho capito che ero stato condannato alla riforma educativa attraverso il lavoro con il permesso di Dio. Dio stava usando questa prova per perfezionare la mia fede. Una volta compresa l’intenzione di Dio, ho sentito una rinnovata determinazione e non mi sono più preoccupato della mia condanna. Se dovevo scontare due anni e mezzo, l’avrei fatto! Ho fatto affidamento su Dio e ho creduto che Lui mi avrebbe dato la forza per rimanere saldo.

Nel campo di lavoro ci facevano lavorare come macchine. Non molto tempo dopo il nostro arrivo, un ufficiale ci ha rimproverati dicendo: “Le regole stabiliscono che godiate dei diritti umani, ma in realtà non avete alcun diritto. Obbedite agli ordini e fate come vi si dice! Qui non c’è spazio per discussioni o negoziazioni e non vi è permesso avanzare richieste o pretese! Non potete esprimere disaccordo, dire che avete ricevuto una condanna pesante o che non dovreste essere qui. E non vi azzardate a dire: ‘Qui non c’è libertà’, ‘Qui la vita è difficile’, ‘Il lavoro manuale è faticoso’, o altro. Nessuna di queste dichiarazioni è consentita. Attenetevi agli ordini!” Nel campo di lavoro non c’era libertà. Dopo il primo mese, sono stato assegnato alla fabbrica di mattoni. La temperatura nella fornace dei mattoni era di circa 50°C. Quando venivano tolti per la prima volta dal forno, i mattoni refrattari erano roventi al tatto e non c’era modo di avvicinarsi senza farsi male. Gli ufficiali del campo ci costringevano a lavorare e ci facevano indossare indumenti di cotone logori e fradici come scarsa protezione. La fabbrica di mattoni utilizzava il carbone per cuocere i mattoni e l’intera fabbrica si riempiva di fumo. Di conseguenza eravamo sempre sporchi, puzzolenti e coperti di fuliggine dalla testa ai piedi. Erano particolarmente severi con i credenti in Dio. Ogni giorno eravamo costretti a svolgere lavori duri e sporchi per più di dieci ore consecutive. Se il nostro ritmo rallentava, gli ufficiali urlavano: “Più veloci, più veloci!” Alla fine della giornata ero così stanco e avevo la schiena così dolorante che non potevo fare altro che sdraiarmi a terra, senza riuscire a muovermi. Oltretutto non avevamo mai abbastanza da mangiare, così ero diventato sempre più debole, mi sentivo privo di forze e spesso avevo le vertigini. La notte mi sdraiavo nel letto e pensavo: “Il gran dragone rosso non ci tratta come esseri umani e ci costringe a svolgere questi lavori pesanti. Ho più di cinquant’anni e, di questo passo, non so se riuscirò a superare questi due anni e mezzo di detenzione!” Pensando a questo, mi sentivo un po’ scoraggiato e così invocavo Dio con voce sommessa, dicendo: “Oh Dio! La vita qui è troppo dura. Ho paura di non riuscire a sopportare tutto questo. Oh Dio! Per favore dammi forza e fede affinché io possa sopravvivere al lungo periodo che trascorrerò qui in prigione”. Dopo la preghiera, mi è venuto in mente che le parole di Dio sono la mia linfa vitale, e che devo affidarmi alle Sue parole per perseverare. Non avevo a portata di mano nessuna parola di Dio da leggere e ricordavo solo alcuni inni, quindi dovevo assicurarmi di non dimenticarli. Di notte, mi mettevo la coperta sulla testa e cantavo silenziosamente nella mia testa gli inni di Dio, contando sulle dita quelli che ricordavo. Ogni volta che cantavo gli inni, provavo un grande senso di incoraggiamento. Ce n’è uno che recita: “La fede è come un ponte formato da un tronco di legno: coloro che si aggrappano alla vita in modo abietto avranno difficoltà ad attraversarlo, mentre coloro che sono pronti a sacrificare se stessi riusciranno ad attraversarlo con piede sicuro e senza preoccupazioni(La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Discorsi di Cristo al principio, Cap. 6”). Ho capito che Dio stava usando questa dura prova per perfezionare la nostra fede. Credevo che, con Dio dalla mia parte, non ci fosse difficoltà che non avrei potuto superare. Ho cantato anche questo inno: “Dio sperimenta la sofferenza dell’uomo e gli sta accanto nel suo castigo. Pensa sempre alla vita dell’uomo. Solo Dio ha massimo amore per l’uomo. Sopporta in silenzio il dolore del rifiuto, accompagna l’uomo nella tribolazione” (Seguire l’Agnello e cantare dei canti nuovi, “È meraviglioso che Dio Onnipotente sia giunto”). L’inno era molto incoraggiante e commovente. Nonostante fossi in prigione, Dio era con me e così ho avuto la fede e la forza per affrontare a testa alta quei due anni e mezzo di detenzione. Non importa quanto difficile o faticosa fosse la vita, dovevo affidarmi a Dio per andare avanti. Una volta scontata la mia pena, sapevo che sarei dovuto tornare a casa, leggere altre parole di Dio e praticare bene la mia fede.

Nel giugno del 2004 il clima era diventato estremamente caldo. Un giorno mi sentivo un po’ intontito e frastornato, le mie braccia e le mie gambe erano prive di forza, e mentre scendevo da una pila di mattoni alta un metro ho perso improvvisamente l’equilibrio e sono caduto a terra, atterrando di schiena su un mucchio di mattoni sbriciolati. Nel momento in cui sono atterrato, ho sentito un dolore acuto attraversare i glutei e la coscia sinistra. Il dolore era così intenso che ho iniziato a sudare freddo, il mio cuore ha cominciato a battere forte e mi sono raggomitolato su me stesso, incapace di rialzarmi. Quando un ufficiale ha notato che ero sdraiato lì, non si è preoccupato di capire se ci fosse qualcosa che non andava e ha solamente urlato: “Alzati e continua a lavorare!” Avevo così tanto male da non riuscire a muovermi e sono rimasto sdraiato a terra per altri due minuti prima di poter riprendere fiato. Avevo paura di essere picchiato, quindi ho combattuto contro un dolore quasi insopportabile e mi sono lentamente alzato da terra per continuare a lavorare. Quella notte, giacevo raggomitolato sul mio letto nel dolore e non osavo fare il minimo movimento con la gamba sinistra poiché provavo un dolore lancinante, come se avessi una frattura ossea. Mi faceva così male che quella notte non sono riuscito a dormire. In quel momento nessuno si preoccupava per me e sono stato sopraffatto da un senso di solitudine. Ero anche preoccupato: “È un infortunio grave, se fossi davvero paralizzato, come potrei provvedere alla mia famiglia in futuro?” Più ci pensavo, peggio mi sentivo, così ho invocato Dio con le lacrime agli occhi: “Oh Dio! Non so nemmeno più se riesco a stare in piedi. Tu sei tutto ciò su cui faccio affidamento, per favore, dammi fede e forza”. Dopo la preghiera, ho ricordato queste parole di Dio: “Il destino dell’uomo è nelle mani di Dio. Tu non sei in grado di controllarti: sebbene l’uomo si affanni e si dia da fare sempre per sé stesso, egli rimane incapace di controllarsi. Se potessi conoscere le tue prospettive e controllare il tuo destino, saresti ancora un essere creato?(La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Ristabilire la vita normale dell’uomo e condurlo a una destinazione meravigliosa”). In effetti, il destino di tutti noi è nelle mani di Dio. Stava a Dio decidere se farmi restare paralizzato o no, quindi non aveva senso preoccuparsene, perché sarei solamente stato più turbato. Ero pronto a mettermi nelle mani di Dio a prescindere da cosa sarebbe accaduto e non importava se fossi davvero rimasto paralizzato, avrei seguito Dio fino alla fine! Successivamente ho fatto domanda di congedo per malattia agli ufficiali, ma la mia domanda è stata respinta, quindi non ho avuto altra scelta che sopportare quel dolore orrendo e andare in fabbrica zoppicante, tenendomi la coscia sinistra con la mano. Quando uno degli ufficiali della fabbrica ha visto le mie condizioni, ha esclamato con tono feroce: “Stai solo fingendo un infortunio per non andare a lavorare! Credere in Dio è contrario al PCC e ti qualifica come criminale politico. È un crimine peggiore del furto. Meriti di essere tormentato!” Ero furioso: mi tormentavano e maltrattavano solo perché credevo in Dio. Erano davvero orribili. Mi è tornato in mente il seguente passaggio delle parole di Dio: “Libertà religiosa? I diritti e interessi legittimi dei cittadini? Sono tutti trucchi per coprire il peccato! […] Perché frapporre un insuperabile ostacolo come questo all’opera di Dio? Perché mettere in atto trucchi vari per ingannare il popolo di Dio? Dove sono l’autentica libertà e i legittimi diritti e interessi? Dov’è l’equità? Dov’è la comodità? Dov’è il calore? Perché usare macchinazioni ingannevoli per imbrogliare il popolo di Dio? Perché usare la forza per sopprimere la venuta di Dio?(La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Lavoro e ingresso (8)”). “Adesso è il momento: l’uomo da tempo ha chiamato a raccolta tutte le sue forze, ha dedicato tutti i suoi sforzi, pagato il prezzo più alto per questo, per fare a brandelli l’odioso volto di questo diavolo e permettere che la gente accecata e assoggettata a ogni genere di sofferenza e avversità si risollevi dalle sofferenze e si ribelli a questo vecchio diavolo malvagio(La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Lavoro e ingresso (8)”). Grazie alle parole di Dio, sono arrivato a riconoscere l’essenza demoniaca dell’ostilità del PCC nei confronti di Dio. Il PCC si proclama grande, glorioso e infallibile, afferma di sostenere la libertà religiosa e i diritti e gli interessi legittimi, ma sono tutte parole ingannevoli e diaboliche. Avendo sperimentato personalmente l’arresto e l’oppressione del PCC, ho visto come inganna e attacca la gente. Il PCC è oscuro e malvagio, e al suo interno ci sono dei veri e propri demoni. Le parole di Dio hanno esposto tutto questo in modo molto accurato e concreto! Il motivo per cui il PCC arresta e brutalizza così disperatamente i credenti in Dio è che vuole costringerli a rinnegare e tradire Dio, ma io non mi sarei mai arreso. Mi odiavo per essere stato profondamente ingannato e aver adorato così ciecamente il PCC come se fosse stato un grande benefattore e per essere stato grato semplicemente perché mi aveva dato un pezzo di terra. Tutte le cose sono state create da Dio, ed è Lui a disporre della terra. Come ho potuto attribuire erroneamente la grazia di Dio al diavolo Satana? Solo allora ho capito che avevo sempre adorato ed ero sempre stato grato a un demone, che opponeva resistenza a Dio e stava attivamente cercando di trascinarmi all’inferno!

Solo nove giorni dopo un medico della prigione si è deciso a visitarmi e mi ha diagnosticato una necrosi della testa del femore. Quando ho sentito la diagnosi, ho pensato subito: “È davvero così grave? Se fossi davvero paralizzato, non sarei completamente inutile? In tal caso, la mia vita sarà finita!” Il medico mi aveva solamente prescritto un farmaco per qualche giorno, che non solo si era rivelato completamente inefficace, ma avevo addirittura sentito ancora più dolore. A quel punto non potevo più camminare; quando dovevo andare in bagno, dovevo piegarmi all’altezza della vita, tenermi al muro e procedere a piccoli passi. Un tragitto che in origine avrebbe richiesto solo un paio di minuti, ora richiedeva più di mezz’ora. Dovevo affidarmi agli altri detenuti affinché mi portassero il cibo, e quando se ne dimenticavano, non mi restava che patire la fame o bere un po’ d’acqua per placare i crampi allo stomaco. Mi sdraiavo sul mio letto, le ore scorrevano lentissime mentre mi crogiolavo nella sofferenza. Pensavo: “Il farmaco non funziona e non mi lasciano andare in ospedale anche se le mie condizioni sono così gravi. Forse finirò per morire qui dentro…” Più ci pensavo, più mi sentivo male e le lacrime mi scendevano dagli occhi. Ho addirittura preso in considerazione l’idea di porre fine alla mia vita. Poi mi sono ricordato che tutto è nelle mani di Dio e che dovevo affidarmi a Lui! Ho invocato Dio continuamente e poi mi sono ricordato di questo inno delle parole di Dio, intitolato “L’insorgenza della malattia è l’amore di Dio”: “Non perdete il coraggio di fronte alla malattia, cercate e cercate ancora senza darvi per vinti, e Dio vi illuminerà. Com’era la fede di Giobbe? Dio Onnipotente è un medico dalle facoltà illimitate! Dimorare nella malattia è essere malati, mentre dimorare nello spirito è stare bene(La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Discorsi di Cristo al principio, Cap. 6”). Mentre riflettevo sulle parole di Dio, il mio cuore si è colmato di forza. Sì, Dio è onnipotente, e solo se avessi avuto fede in Lui avrei potuto essere testimone delle Sue azioni. Ma nel mezzo della mia sofferenza, desideravo ardentemente porre fine alla mia vita: non avevo vera fede in Dio ed ero diventato lo zimbello di Satana. Ero davvero di bassa statura. Nei giorni successivi, ho spesso pregato Dio, canticchiato inni, e mi sono sentito incoraggiato e commosso. Lentamente, il dolore lancinante che mi tormentava il corpo sembrava essere diminuito. Infine, il dodicesimo giorno, mi hanno portato in ospedale per ulteriori accertamenti. Data la gravità delle mie condizioni, hanno chiesto la libertà provvisoria su cauzione per cure mediche. L’ufficiale che mi accompagnava ha presentato una falsa dichiarazione che affermava che ero caduto da una vecchia sedia mentre guardavo la TV in un’aula. Quando ho cercato di chiarire che in realtà ero caduto mentre lavoravo nella fabbrica di mattoni, l’ufficiale ha aggrottato la fronte e ha detto: “Se insisti a raccontare quella storia, non otterrai il nulla osta medico e dovrai continuare a soffrire in prigione!” Temevo che se avessi rimandato ulteriormente le cure sarei rimasto paralizzato, quindi non ho avuto altra scelta che firmare la falsa dichiarazione. Dopo essere tornato a casa, sono stato sottoposto a un intervento chirurgico, ma poiché le cure erano state rimandate troppo a lungo, alla fine sono rimasto permanentemente invalido.

Appena tornato a casa dall’ospedale, ero costretto a letto e immobile e facevo affidamento su mia moglie affinché mi imboccasse per darmi cibo e farmaci. Circa due settimane dopo il mio ritorno, il vice segretario del partito della contea è venuto a casa nostra e mi ha consegnato due fogli, affermando freddamente: “La tua iscrizione al partito è stata revocata, firma qui”. Ho pensato tra me e me: “Bene, revoca la mia iscrizione! Di sicuro non voglio più sacrificare la mia vita per il partito!” Così ho firmato con fermezza i documenti di revoca. Ho ripensato agli oltre trent’anni di lavoro come quadro del villaggio. Avevo cantato le lodi del partito, avevo dato lealmente tutto me stesso ed estorto la ricchezza duramente guadagnata dal popolo attraverso varie forme di inganno. Lavoravo così duramente che non avevo nemmeno il tempo di occuparmi dell’azienda agricola della mia famiglia e, di conseguenza, mia moglie si era ritrovata oberata di lavoro e si era ammalata. Prima pensavo che, in quanto membro del partito, avrei dovuto essere leale ad esso. Se non avessi sperimentato l’arresto, l’oppressione, l’espulsione dal partito e la perdita del mio incarico di quadro, avrei continuato a dare tutto quello che avevo per il partito. Nonostante abbia sofferto molto e sia rimasto invalido alla gamba sinistra, ho capito a fondo l’essenza demoniaca del PCC che opponeva resistenza a Dio e non mi sono più lasciato fuorviare o ingannare da esso. Ho odiato e abbandonato il PCC con tutto il cuore e mi sono dedicato completamente a Dio. Tutto questo è stato il risultato dell’amore e della salvezza di Dio! Quella notte, quando ho raccontato a mia moglie tutto quello che avevo capito e imparato e quando ha visto come ero cambiato, ha riso e ha affermato: “Prima volevi seguire Dio e restare leale al partito. Ora che non fai più parte del PCC, possiamo dedicare tutte le nostre energie a perseguire la verità e ad assolvere i nostri doveri”.

In quel periodo mia moglie è stata costretta ad accollarsi il fardello di tutti i lavori domestici. Lei aveva già una malattia allo stomaco molto grave e ora, oltre a tutto questo, doveva anche prendersi cura di me e occuparsi di tutte le faccende domestiche. A volte era così stanca che quando veniva a servirmi i pasti, vedevo che le tremavano le mani. Era molto angosciante vedere mia moglie in quelle condizioni e spesso non riuscivo a trattenere le lacrime. Dopo quattro mesi non avevo ancora riacquistato la mobilità della gamba e avevo cominciato a chiedermi se l’invalidità sarebbe rimasta permanente. “Se fossi davvero paralizzato, come potrei continuare a vivere? La mia vita non sarebbe di fatto finita?” Ero il pilastro della nostra famiglia, ma ero diventato completamente inutile e facevo affidamento su mia moglie anche per andare in bagno. Mi sentivo molto dispiaciuto per mia moglie e per lei ero diventato solo un fardello; questi pensieri mi hanno portato a considerare l’idea di porre fine alla mia vita. Quando mia moglie veniva a darmi da mangiare, non volevo ingoiare il cibo, pensando che digiunando sarei morto di fame. Nel mio momento più basso, ho ripetutamente invocato Dio con le lacrime agli occhi e ho detto: “Oh Dio! Sto soffrendo profondamente in questo momento. Per favore, aprimi una strada, per favore, salvami…” Dopo aver pregato, ho ricordato le parole di Dio che affermano: “Negli ultimi giorni dovete rendere testimonianza a Dio. Per quanto sia grande la vostra sofferenza, dovreste camminare fino alla fine, e anche al vostro ultimo respiro, dovete ancora essere fedeli a Dio e alla Sua mercé; solo questo è vero amore per Lui e una testimonianza forte e clamorosa(La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Solamente affrontando prove dolorose puoi conoscere l’adorabilità di Dio”). Le parole di Dio mi hanno dato fede e forza, ma mi hanno anche lasciato un senso di vergogna e imbarazzo. Volevo porre fine alla mia vita dopo aver sperimentato anche solo un po’ di sofferenza: che tipo di testimonianza era questa? Ho pensato a quando Giobbe aveva affrontato l’enorme prova di perdere tutti i suoi figli e le sue proprietà e di vedere il suo corpo riempirsi di ulcere; egli continuava a lodare il nome di Dio e forniva una gloriosa testimonianza nonostante le sue grandi sofferenze. Eppure, io ero diventato negativo dopo aver sperimentato un po’ di sofferenza causata dalla malattia. Non ricercavo l’intenzione di Dio; desideravo solo porre fine alla mia vita. Se Dio non mi avesse illuminato al momento opportuno, sarei caduto nella trappola di Satana. Rendendomi conto di ciò, il desiderio di porre fine alla mia vita si è placato e ho deciso di seguire Dio fino al mio ultimo respiro e di rendergGli testimonianza! Un mese dopo, all’improvviso sono riuscito di nuovo a sollevare il piede sinistro. Ero così felice ed emozionato che le lacrime scorrevano a fiumi dai miei occhi e rendevo continuamente lode a Dio. In seguito ho gradualmente riacquistato la capacità di camminare. Non avrei mai immaginato di riuscire a rialzarmi. Che Dio sia lodato per tutto questo!

Nel 2008, all’insegna del “garantire la stabilità sociale in preparazione delle Olimpiadi di Pechino”, il PCC ha iniziato a sopprimere la chiesa e ad arrestare i fratelli e le sorelle con precedenti penali. Il giorno prima delle Olimpiadi, due ufficiali del campo di lavoro sono venuti a casa mia e mi hanno detto che non avevo compilato i moduli di rilascio dal campo di lavoro e che dovevo accompagnarli per sbrigare i documenti richiesti. Mi hanno detto che l’intero processo non avrebbe richiesto più di tre giorni, così ci ho creduto e ho accettato di andare con loro. Con mia sorpresa, quella che doveva essere una detenzione di tre giorni si è rivelata una detenzione di quattro mesi. Durante la mia reclusione, gli ufficiali mi hanno costretto a svolgere 12 ore di lavoro manuale ogni giorno, in una fabbrica scarsamente illuminata. Se non finivo i miei compiti in tempo, venivo punito. A causa della ferita che avevo ancora alla gamba sinistra, riuscivo a stare seduto solo per circa 20 minuti alla volta prima di dovermi alzare, altrimenti la circolazione nella gamba si bloccava. Dovevo cambiare continuamente posizione per ridurre il dolore. Inoltre, poiché dovevo lavorare molte ore in quell’ambiente scarsamente illuminato, la mia vista iniziava a peggiorare gravemente. Dopo quattro mesi, e solo dopo che mia figlia si è rivolta a tutte le sue conoscenze, finalmente sono stato rilasciato e sono potuto tornare a casa. Poco dopo il mio ritorno, un ufficiale è venuto da noi e ha commentato minacciosamente: “Ti teniamo d’occhio. Se scopriamo che stai di nuovo praticando la fede, verrai arrestato e ti verrà inflitta una severa condanna!” Ho pensato tra me e me: “Dannati demoni. Potete controllare il mio corpo, ma non potete controllare il mio cuore. Anche se mi arrestassero di nuovo, continuerei a credere in Dio!”

Ho ripensato a come, nonostante avessi lavorato fino allo sfinimento per il partito per più di metà della mia vita, per colpa sua avevo subito danni permanenti ed ero arrivato a desiderare di porre fine alla mia vita in più occasioni. Sono state le parole di Dio a darmi fede e forza, a riportarmi indietro dall’orlo del baratro un passo alla volta, permettendomi di ottenere il discernimento dell’essenza malevola del gran dragone rosso, e mostrandomi come Dio sia la fonte della vita dell’uomo, che solo Dio può servire come vita dell’uomo e che solamente credere in Dio e seguirLo ha il massimo significato. L’inno “La vita più significativa” lo esprime bene: “Sei un essere creato, pertanto sarebbe naturale per te adorare Dio e perseguire una vita ricca di significato. Poiché sei un essere umano, dovresti spenderti per Dio e patire tutte le sofferenze! Dovresti decisamente accettare di buon grado la poca sofferenza a cui sei sottoposto oggi e vivere una vita pregna di significato, come Giobbe e Pietro. Siete coloro che perseguono il giusto cammino, coloro che cercano il miglioramento. Siete coloro che si sollevano nella nazione del gran dragone rosso, coloro che Dio chiama i giusti. Non è questa la vita più ricca di significato?(La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Pratica (2)”).

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