61. I miei affetti hanno offuscato il mio giudizio

Lettera a mia moglie

di Zhou Ming, Cina

Cara Huijuan,

ho ricevuto la tua lettera, in cui scrivi che i nostri figli sono stati espulsi dalla chiesa. All’inizio non riuscivo ad accettarlo. Ricordo che qualche anno fa, quando sono tornato a casa, Xiaotao e Xiaomin ancora si riunivano e svolgevano i loro doveri: come hanno potuto essere allontanati? Anche se non perseguivano realmente la verità, nutrivano entrambi fede sincera. Il leader era forse troppo esigente con loro? Allontanarli è stato un errore? Ho persino rivolto le mie lamentele a te. I nostri figli seguivano le tendenze mondane, si preoccupavano solo di inseguire il denaro e non volevano svolgere un dovere né nutrirsi delle parole di Dio. Mi sono chiesto perché tu non avessi fatto uno sforzo per condividere con loro. Se solo fossi stato a casa, avrei potuto aiutarli e sostenerli di più e avrei impedito che arrivassero al punto di essere allontanati. In quei giorni, questi erano i pensieri che mi riempivano la testa, e la notte me ne stavo a letto, incapace di dormire, perseguitato dai ricordi felici di noi che tutti insieme cantavamo le lodi di Dio e ci nutrivamo della Sua parola. Ricordo di averti detto che speravo che la nostra famiglia potesse perseguire la verità in maniera diligente, essere salvata da Dio e vivere nel Suo Regno, e quanto sarebbe stato meraviglioso. Non mi sarei mai aspettato che, mentre l’opera di Dio era prossima al termine, i nostri figli sarebbero stati rivelati come miscredenti ed epurati dalla chiesa. Non significava forse che avevano perso la loro possibilità di salvezza? Più ci pensavo e più la cosa mi turbava. Quando ho visto i disastri aumentare e la pandemia inasprirsi, ho temuto soprattutto per il futuro dei nostri figli. Volevo persino scrivere una lettera al leader della chiesa per chiedere se i nostri figli potessero continuare a prestare la loro manodopera nella chiesa, così che sopravvivesse un barlume di speranza per la loro salvezza. Avendo per anni compiuto il mio dovere lontano da casa per via del perseguimento del PCC (Partito Comunista Cinese), mi pareva di non essermi preso cura di loro e di non aver adempiuto alle mie responsabilità di padre. Mi sentivo in debito con loro. Huijuan, sapevi che, mentre vivevo in quello stato, avevo il cuore pieno di oscurità e scoraggiamento e non riuscivo a concentrarmi sul mio dovere? Ho capito che il mio stato era sbagliato, così ho pregato Dio: “Dio! Mi addolora sapere che i miei figli sono stati allontanati dalla chiesa. So che sei Tu a permetterlo e che dovrei sottomettermi, ma non riesco a lasciar andare i miei figli e mi sento molto in debito con loro. Dio, Ti prego di illuminarmi affinché capisca la verità su questo argomento e non mi lasci condizionare dai miei affetti”.

Dopo aver pregato, ho letto la parola di Dio: “Le pratiche di Giobbe avevano forse dei dettagli particolari? Parliamo innanzitutto di come trattava i figli. Il suo scopo era sottomettersi alle disposizioni e alle orchestrazioni di Dio in tutte le cose; non ha cercato di forzare ciò che Dio non faceva, né aveva calcoli e piani basati sulla volontà umana. Ha prestato attenzione e ha aspettato le disposizioni e le orchestrazioni di Dio in tutte le cose. Questo era il principio generale. […] Giobbe come ha trattato i figli? Ha semplicemente adempiuto alle proprie responsabilità paterne, condividendo il Vangelo e la verità con loro. Tuttavia, che lo ascoltassero o meno, che gli ubbidissero o meno, non ha imposto loro di credere in Dio, non li ha costretti con la forza, né si è immischiato nella loro vita. Le loro idee e opinioni erano diverse dalle sue, perciò non si è intromesso in quello che facevano, né ha interferito con il tipo di percorso che stavano seguendo. Parlava raramente ai figli della fede in Dio? Di sicuro ne avrebbe parlato con loro a sufficienza, ma i figli si rifiutavano di ascoltare e non accettavano le sue parole. Qual era il suo atteggiamento al riguardo? ‘Ho adempiuto alle mie responsabilità; quanto al tipo di cammino che i miei figli percorrono, ciò dipende dalle loro scelte, nonché dalle orchestrazioni e disposizioni di Dio. Se Dio non opera su di loro, o non li smuove, io non cercherò di forzarli’. Pertanto, non ha pregato per loro al cospetto di Dio, non ha pianto lacrime d’angoscia per loro, non ha digiunato per loro, né ha sofferto in alcun modo. Non ha fatto queste cose. Perché non ha fatto nessuna di queste cose? Perché nessuna di esse era un modo di sottomettersi alla sovranità e alle disposizioni di Dio; tutte erano scaturite da idee umane ed erano modi di forzare le cose. […] Il suo metodo di pratica era corretto: in ogni suo modo di praticare, nella prospettiva, nell’atteggiamento e nello stato con cui trattava ogni cosa, era sempre in una posizione e in uno stato di sottomissione, attesa, ricerca e, infine, raggiungimento della conoscenza. Questo atteggiamento è molto importante. Coloro che non assumono mai questo tipo di atteggiamento in tutto ciò che fanno, hanno opinioni personali particolarmente forti, e antepongono intenzioni e vantaggi personali a tutto il resto, sono davvero sottomessi? (No.) In tali persone la vera sottomissione non si può vedere; esse non sono in grado di raggiungere una vera sottomissione(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “I principi della pratica di sottomissione a Dio”). Leggere questo passo della parola di Dio mi ha colmato di vergona e imbarazzo. Giobbe non si affidava ai suoi affetti per gestire i suoi figli e sapeva essere razionale. Sebbene la sua speranza era che i suoi figli credessero in Dio e si tenessero lontani dal male così da non peccare troppo ed evitare la strada della distruzione, quando egli vide che non adoravano Dio e facevano festa ogni giorno, non li costrinse a cambiare comportamento né li obbligò a intraprendere un certo cammino. Si sottomise semplicemente alle orchestrazioni e alle disposizioni di Dio e si astenne dal peccare contro di Lui. In seguito, quando i suoi figli morirono per il crollo della casa, Giobbe non incolpò Dio. Ho visto che nel gestire i propri figli, Giobbe temeva Dio e si sottometteva a Lui. Io, invece, quando ho scoperto che mio figlio aveva lasciato la chiesa per dedicarsi a ricerche mondane e che mia figlia era stata espulsa, mi sono concentrato sul mio affetto carnale per la mia famiglia. Ho pensato a come potessero mantenere una qualche speranza di essere benedetti. Che la loro fede fosse sincera o meno, o che perseguissero la verità oppure no, volevo solo che potessero rimanere nella chiesa. Volevo persino che il leader desse loro un’altra possibilità, che li lasciasse continuare a offrire il loro lavoro alla chiesa in qualsiasi modo possibile. Quando si trattava dei miei figli, intendevo solo usare metodi umani per salvare la situazione. Non mi sono sottomesso alla sovranità o alle disposizioni di Dio. Soprattutto quando ho saputo che i miei figli erano stati definiti miscredenti: non solo non ho cercato la verità per discernere la loro essenza, ma ho vissuto nell’incomprensione, dubitando che il leader avesse gestito le cose in modo corretto, e ho perso motivazione nel mio dovere. Nel mio cuore c’era posto solo per i miei figli, non per Dio. Ho ricordato uno dei chiari requisiti dei decreti amministrativi di Dio, che dice: “I familiari che non aderiscono alla fede (i tuoi figli, tuo marito o tua moglie, tua sorella o i tuoi genitori, e così via) non dovrebbero essere costretti a venire in chiesa. La casa di Dio non è a corto di membri e non c’è alcun bisogno di fare numero con persone che non sono di alcuna utilità. Tutti coloro che non credono di buon grado, non dovrebbero essere portati in chiesa. Tale decreto è rivolto a tutti quanti. Dovreste controllare, sorvegliare e ricordare l’un l’altro a questo proposito; nessuno lo dovrebbe infrangere(La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “I dieci decreti amministrativi cui gli eletti di Dio devono obbedire nell’Età del Regno”). Ricordo che nella tua lettera hai scritto che i fratelli e le sorelle li avevano sostenuti molto, e che loro stessi avevano scelto di non pentirsi, e che da tempo non leggevano le parole di Dio né partecipavano alle riunioni. Questo bastava a dimostrare che erano dei miscredenti, eppure io ignoravo le parole di Dio e volevo affidarmi ai miei affetti per tenerli nella chiesa. Ero davvero ribelle! Non posso continuare a fare affidamento sui miei affetti. Devo gestire i nostri figli come fece Giobbe, ricercare la verità e sottomettermi all’orchestrazione e alle disposizioni di Dio. Questa è la ragionevolezza che dovrei avere.

In seguito, ho pensato a tutte le persone che erano state smascherate ed eliminate negli ultimi anni. Non ne avevo alcuna cognizione, in quanto sapevo che Dio è giusto e che nella Sua casa la verità regna sovrana e nessuno subisce torti. Ma quando ho visto espellere i nostri figli, perché non mi sono sottomesso a Dio e non ho lodato la Sua giustizia, affidandomi invece ai miei affetti e dubitando che la chiesa avesse gestito le cose in modo corretto?

Ho letto altre parole di Dio: “Cosa caratterizza i sentimenti? Certamente nulla di positivo. Si tratta di un’attenzione per le relazioni fisiche e il soddisfacimento delle predilezioni della carne. Fare favoritismi, giustificare i difetti, viziare, coccolare e assecondare sono annoverati tra i sentimenti. Alcuni danno grande importanza ai sentimenti, reagiscono a qualsiasi cosa accada loro in base ai propri sentimenti; in cuor loro sanno benissimo che è sbagliato, eppure sono incapaci di essere obiettivi, tanto meno di agire secondo i principi. Quando le persone sono sempre vincolate dai sentimenti, sono in grado di mettere in pratica la verità? È estremamente difficile! L’incapacità che molti hanno di mettere in pratica la verità deriva dai sentimenti; essi considerano i sentimenti estremamente importanti, li mettono al primo posto. Queste sono forse persone che amano la verità? Certamente no. Che cosa sono i sentimenti, in sostanza? Sono un tipo di indole corrotta. Le manifestazioni dei sentimenti possono essere descritte con diverse parole: favoritismo, spregiudicata protezione degli altri, mantenimento di relazioni fisiche e parzialità; ecco cosa sono i sentimenti. Quali sono le probabili conseguenze del fatto che le persone hanno sentimenti e vivono di essi? Perché Dio detesta più di ogni altra cosa i sentimenti della gente? Alcune persone, sempre frenate dai loro sentimenti, non sanno mettere in pratica la verità, e sebbene desiderino sottomettersi a Dio, non ci riescono, pertanto si sentono tormentate dai loro sentimenti. Ci sono molte persone che comprendono la verità ma non sanno metterla in pratica; anche questo dipende dal fatto che sono vincolate dai sentimenti. Per esempio, alcuni se ne vanno di casa per assolvere ai loro doveri, ma pensano di continuo alla famiglia, giorno e notte, e non riescono a svolgere bene tali doveri. Questo non è forse un problema? Altri hanno delle cotte segrete e nel loro cuore c’è posto solo per quella persona, il che influenza lo svolgimento dei loro doveri. Questo non è forse un problema? Alcuni ammirano e idolatrano altri; non ascoltano nessuno se non quella persona, al punto da non ascoltare nemmeno ciò che dice Dio. Anche se qualcun altro condivide con loro sulla verità, non la accettano; ascoltano solo le parole di quella persona, le parole del loro idolo. Taluni hanno un idolo nel cuore e non permettono agli altri di parlarne o di toccarlo. Se qualcuno parla dei problemi del loro idolo, si arrabbiano e si sentono costretti a difenderlo, rigirando le parole di quella persona. Non permettono che il loro idolo subisca un’ingiustizia senza essere difeso, e fanno tutto ciò che è in loro potere per proteggerne la reputazione; attraverso le loro parole, i torti del loro idolo vengono raddrizzati e non permettono a nessuno di dire la verità o di smascherarlo. Questa non è giustizia; questi si chiamano sentimenti(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Cos’è la verità realtà?”). Dalla parola di Dio, ho capito che gli affetti appartengono a un’indole satanica corrotta, e che affidandosi agli affetti non solo non riusciamo a valutare cose e persone in modo equo, ma sviluppiamo pregiudizi e favoritismi e contravveniamo ai princìpi per proteggere le nostre relazioni carnali. Esattamente come quando ho saputo dell’allontanamento di Xiaotao e Xiaomin: non ho cercato l’intenzione di Dio, né ho riflettuto sulle lezioni che avrei dovuto trarre o sull’aspetto della verità in cui sarei dovuto entrare. Al contrario, ho ventilato l’idea che il leader stesse contravvenendo ai princìpi. Intendevo reagire scrivendo una lettera al leader, per chiedergli di revocare il provvedimento contro i miei figli e permettere loro di continuare a svolgere un dovere nella chiesa. Ho capito che farmi guidare dai sentimenti per quanto riguarda i miei figli era una forma di pregiudizio e favoritismo del tutto contraria ai princìpi. Dopo tutti questi anni di fede, sapevo che la chiesa ha dei princìpi per epurare le persone e che ciò avviene in base al loro comportamento coerente, non a una manifestazione momentanea. Solo se qualcuno non si pente dopo condivisioni e aiuti ripetuti, e alla fine viene definito come una persona malevola o un miscredente, allora sarà gestito in conformità ai principi, e soltanto con l’approvazione di almeno l’80% della chiesa si potrà procedere all’epurazione. Questo è equo e in linea con la verità. Ho pensato a nostro figlio e a quando gli ho chiesto perché non aveva compiuto i suoi doveri. Mi ha risposto: “L’ho fatto perché mi mancavi”. Ho capito che non aveva posto per Dio nel suo cuore, che non amava affatto la verità e che non stava svolgendo il suo dovere per perseguire la verità. Quando ha visto che la casa di Dio condivideva continuamente sulla verità e che questo non poteva soddisfare i suoi desideri, voleva rinunciare al suo dovere. I leader hanno condiviso molto con lui, ma lui non ha mai ascoltato. Quando tornava a casa, se aveva tempo, invece di leggere la parola di Dio preferiva giocare. Era un miscredente! E così anche nostra figlia: credeva da oltre dieci anni, ma raramente si nutriva delle parole di Dio e aveva i punti di vista di una non credente. Anche se sporadicamente compiva il suo dovere, ogni volta che questo non era in linea con le sue nozioni o ledeva i suoi interessi, non lo svolgeva. Non aveva vera fede in Dio ed era, in essenza, anche lei una miscredente.

Mi sono ricordato di un passo delle parole di Dio: “Quando una persona è realmente definita agli occhi di Dio come qualcuno che ha abbandonato, in realtà non si tratta solo del fatto di aver lasciato la Sua casa, di non essere più vista o di essere stata cancellata dagli elenchi della chiesa. Il fatto è che, se una persona non legge le parole di Dio, allora non importa quanto grande sia la sua fede né che si professi credente in Dio, dimostra nel suo cuore di non riconoscere l’esistenza di Dio e nemmeno che le Sue parole sono la verità. Per Dio, tale persona ha già abbandonato e non è più considerata un membro della Sua casa. Coloro che non leggono le parole di Dio sono una categoria di persone che hanno abbandonato. […] Esiste anche un’altra categoria: coloro che si rifiutano di svolgere i doveri. Qualunque richiesta la casa di Dio faccia a queste persone, qualunque genere di lavoro desideri che svolgano, qualunque dovere voglia che svolgano, nelle questioni grandi come in quelle piccole, anche quando si tratta di una cosa semplicissima come l’incarico occasionale di trasmettere un messaggio ogni tanto, esse non vogliono portarlo a termine. Queste persone, che si autodefiniscono credenti in Dio, non svolgono compiti per i quali si potrebbe chiedere perfino l’aiuto di non credenti. Questo è un rifiuto di accettare la verità, un rifiuto di svolgere un dovere. Non importa come i fratelli e le sorelle le esortino, esse rifiutano e non lo accettano; quando la chiesa organizza per loro un dovere da svolgere, lo ignorano e adducono molte scuse per rifiutarlo. Queste sono le persone che rifiutano di svolgere i doveri. Per Dio, queste persone hanno già abbandonato. Il loro abbandonare non dipende dal fatto che la casa di Dio li abbia epurati o rimossi dai propri elenchi; piuttosto è dovuto al fatto che essi stessi non hanno la vera fede, che non riconoscono sé stessi credenti in Dio(La Parola, Vol. 4: Smascherare gli anticristi, “Tema 12: Vogliono abbandonare quando non hanno prestigio né alcuna speranza di ottenere benedizioni”). “Chi è Satana, chi sono i demoni e chi sono i nemici di Dio se non quelli che oppongono resistenza a Dio, i quali non credono in Lui? Non sono forse quelle persone che si ribellano a Dio? Non sono forse coloro che dichiarano di avere fede, eppure mancano della verità? Non sono coloro che cercano unicamente di ottenere le benedizioni, ma sono incapaci di rendere testimonianza a Dio? Puoi ancora mescolarti a questi demoni oggi e trattarli con coscienza e amore, ma così facendo non stai forse offrendo a Satana delle buone intenzioni? Questo non è allearsi ai demoni? Se le persone sono arrivate a questo punto e sono ancora incapaci di distinguere tra bene e male e continuano a essere ciecamente amorevoli e misericordiose, senza alcun desiderio di cercare le intenzioni di Dio o alcuna capacità di far proprie, in qualche modo, le intenzioni di Dio come se fossero le loro, allora avranno una fine tanto più misera(La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Dio e l’uomo entreranno nel riposo insieme”).

Huijuan, dopo aver letto queste parole di Dio, mi sono reso conto di quanto fossi stato pietosamente stupido. Avevo voluto usare mezzi umani per tenere i nostri figli nella chiesa, pensando che forse alla fine sarebbero sopravvissuti se avessero prestato un po’ di manodopera nella chiesa. Ma alla luce della parola di Dio vedo quanto fosse assurdo il mio pensiero. In realtà, tutti coloro che credono in Dio ma non leggono la Sua parola o non svolgono un dovere non sono affatto riconosciuti da Dio come credenti, anche se non sono stati ancora allontanati, perché agli occhi di Dio si sono già tirati indietro. Ho fatto un paragone con il comportamento dei nostri figli. Dopo tutti i suoi anni di fede, Xiaotao seguiva ancora le tendenze mondane, non leggeva le parole di Dio né compiva i doveri. Ho capito che non amava affatto la verità, che ne era essenzialmente avverso ed era un miscredente. Xiaomin aveva fede da anni, ma non si concentrava mai sulla lettura delle parole di Dio, e solo per questa condizione avrebbe potuto essere allontanata in quanto miscredente. La casa di Dio non ha bisogno di persone come queste per fare numero, tanto meno del servizio di tali miscredenti. Se anche la chiesa non li avesse allontanati, Dio non li avrebbe riconosciuti come credenti. Dopo queste considerazioni, ho capito pienamente che l’allontanamento di Xiaotao e Xiaomin è perfettamente in linea con le parole di Dio e con le verità principi. Avrei dovuto avere discernimento su di loro, schierarmi dalla parte di Dio nel valutare le cose in linea con le verità principi, e sottomettermi alla sovranità e alle disposizioni di Dio. E invece ho trattato i nostri figli affidandomi ai miei affetti e, senza conoscere i fatti, ho sospettato che il leader li avesse allontanati a torto e volevo che questi miscredenti rimanessero nella chiesa per fare numero. Ho sempre protetto le mie relazioni carnali. Non mi stavo forse mescolando con i demoni, indirizzando le buone intenzioni e l’amore verso Satana, proprio come Dio aveva smascherato? Non sapevo distinguere il bene dal male, mi schieravo con dei demoni e mi stavo essenzialmente opponendo a Dio.

Mi sono anche chiesto perché provassi tale senso di colpa e autoaccusa quando ho saputo che i nostri figli sono stati allontanati, e perché sentissi di non aver adempiuto alle mie responsabilità di padre, sospettando che se solo avessi trovato il tempo di tornare a casa, condividere con loro e aiutarli di più, non sarebbero mai arrivati a quel punto. Huijuan, ti trovi nel mio stesso stato? In seguito, ho letto la parola di Dio che analizza e smaschera il pensiero tradizionale e ho capito che ero stato influenzato dalla nozione tradizionale per cui “Per un padre, nutrire senza insegnare è una mancanza”. Le parole di Dio dicono: “Che tipo di espressione è ‘Per un padre, nutrire senza insegnare è una mancanza’? In che senso è sbagliata? Questa espressione significa che, se i figli sono disobbedienti o immaturi, la responsabilità è del padre, il che equivale a dire che i genitori non li hanno educati bene. Ma è davvero così? (No.) Alcuni genitori si comportano in modo appropriato, eppure i loro figli sono dei teppisti e le loro figlie delle prostitute. L’uomo che svolge il ruolo di padre si arrabbia e dice: ‘Per un padre, nutrire senza insegnare è una mancanza. Li ho viziati!’ È una cosa giusta da dire o no? (No, è sbagliata.) In che senso è sbagliata? Se riesci a capire cosa c’è di sbagliato in questa espressione, è la prova che capisci la verità e che comprendi cosa c’è di sbagliato nel problema che si nasconde in questa espressione. Se non capisci la verità in merito, allora non sei in grado di spiegare la questione chiaramente(La Parola, Vol. 4: Smascherare gli anticristi, “Tema 9: Parte prima”). “La prima cosa da chiarire è che è sbagliato dire: ‘Se i figli non seguono la retta via dipende dai genitori’. Di chiunque si tratti, se è un determinato tipo di persona, percorrerà un determinato cammino. Non è forse certo? (Sì.) Il cammino che un individuo intraprende determina ciò che egli è. Il cammino che egli intraprende e il tipo di persona che diventa dipendono da lui. Sono cose predestinate, innate, e hanno a che fare con la natura della persona. A cosa serve quindi l’educazione dei genitori? Può forse governare la natura di una persona? (No.) L’educazione dei genitori non può governare la natura umana e non può risolvere il problema del cammino che una persona intraprende. Qual è l’unica educazione che i genitori possono fornire? Alcuni semplici comportamenti nella vita quotidiana dei figli, alcuni pensieri e regole di comportamento piuttosto superficiali: queste sono cose che hanno qualcosa a che fare con i genitori. Prima che i figli raggiungano l’età adulta, i genitori dovrebbero adempiere alla propria responsabilità, che è quella di educare i figli a seguire la retta via, a studiare duramente e a impegnarsi per essere in grado di elevarsi al di sopra degli altri una volta cresciuti, senza compiere cattive azioni né diventare cattive persone. I genitori dovrebbero inoltre regolare il comportamento dei figli, insegnare loro a essere educati e a salutare gli anziani ogni volta che li incontrano, e insegnare loro altre cose relative al comportamento: questa è la responsabilità che i genitori dovrebbero assolvere. Prendersi cura della vita dei figli ed educarli con alcune regole fondamentali di comportamento: ecco cosa l’influenza dei genitori coinvolge. Per quanto riguarda la personalità del figlio, non è qualcosa che i genitori possono insegnare. Alcuni genitori sono lenti e fanno tutto con calma, mentre i loro figli hanno scarsa pazienza e non riescono a stare fermi neanche per poco. A 14 o 15 anni si emancipano per guadagnarsi da vivere, decidono tutto da soli, non hanno bisogno dei genitori e sono molto indipendenti. Questo viene insegnato loro dai genitori? No. Pertanto, la personalità, l’indole e persino l’essenza di un individuo, così come il cammino che sceglierà in futuro, non hanno assolutamente nulla a che fare con i suoi genitori. […] Alcuni genitori credono in Dio ed educano i figli a fare lo stesso ma, qualunque cosa dicano loro, i figli non hanno fede, e i genitori non possono farci nulla. Alcuni genitori non credono in Dio, mentre i loro figli sì. Quando i figli iniziano a credere in Dio, allora Lo seguono, si spendono per Lui, sono in grado di accettare la verità e ottengono l’approvazione di Dio, e il loro destino cambia di conseguenza. Questo è forse il risultato dell’educazione dei genitori? Niente affatto: ha a che fare con la predestinazione e la selezione operate da Dio. C’è un problema nell’espressione ‘Per un padre, nutrire senza insegnare è una mancanza’. Sebbene i genitori abbiano la responsabilità di educare i propri figli, il destino di un figlio non è determinato dai genitori, ma dalla sua natura. L’educazione può forse risolvere il problema della natura di un figlio? Non può assolutamente risolverlo. Il cammino che una persona intraprende nella vita non è determinato dai suoi genitori, bensì prestabilito da Dio. Si dice: ‘Il fato dell’uomo è determinato dal Cielo’, e questo detto è condensato dall’esperienza umana. Prima che un individuo raggiunga l’età adulta, non puoi dire quale strada intraprenderà. Una volta diventato adulto, quando avrà dei pensieri e saprà riflettere sui problemi, sceglierà cosa fare là fuori nella comunità più ampia. Alcuni dicono di voler diventare alti funzionari, altri di voler diventare avvocati, altri ancora di voler diventare scrittori. Ognuno ha le proprie scelte e le proprie idee. Nessuno dice: ‘Aspetterò che i miei genitori mi istruiscano. Diventerò qualsiasi cosa i miei genitori mi istruiscano a diventare’. Nessuno è così sciocco. Una volta che le persone raggiungono l’età adulta, le loro idee cominciano a smuoversi e maturano gradualmente, e così il cammino e gli obiettivi che hanno davanti si fanno sempre più chiari. A quel punto, a poco a poco, diventa evidente e manifesto il tipo di persona che sono e il gruppo di cui fanno parte. Da quel momento in poi, la personalità di ogni individuo si definisce gradualmente con chiarezza, così come la sua indole, nonché il cammino che sta perseguendo, la sua direzione di vita e il gruppo a cui appartiene. Su cosa si basa tutto questo? In ultima analisi, è ciò che Dio ha prestabilito: non ha nulla a che vedere con i genitori di una persona. Lo vedete chiaramente ora?(La Parola, Vol. 4: Smascherare gli anticristi, “Tema 9: Parte prima”). La parola di Dio analizzava chiaramente la nozione tradizionale per cui “Per un padre, nutrire senza insegnare è una mancanza”. Il futuro dei nostri figli e le strade che percorreranno dipendono interamente dalla loro natura. Questo non ha nulla a che fare con il ruolo dei genitori, il quale può influenzare solamente la vita quotidiana o alcuni comportamenti esteriori dei propri figli, ma non la loro natura. Una volta che i figli maturano le loro idee, scelgono cammini diversi secondo la propria natura intrinseca, trovando la loro strada nelle categorie a cui appartengono. Questo è predestinato da Dio e non può essere cambiato da nessuno. Ma io non riuscivo a percepire la natura essenza dei nostri figli quando si trattava del cammino di fede che avevano intrapreso. Volevo addirittura aiutarli a modo mio, affinché rimanessero nella fede e nella chiesa. Speravo vanamente di affidarmi ai miei metodi per salvare il loro destino. Mi stavo ostinatamente opponendo a Dio. Sono solo un essere creato insignificante e non ho nemmeno controllo sul mio proprio destino, come potevo quindi sperare di cambiare quello dei nostri figli o di controllare il loro futuro? Ero davvero arrogante e ignorante e sopravvalutavo le mie capacità. Poi mi sono chiesto: “Perché ho queste idee?” Mi sono ricordato che, quando loro erano piccoli, credevamo tutti insieme nel Signore, e che quando abbiamo accettato l’opera di Dio degli ultimi giorni, li portavamo in chiesa e li esortavamo a svolgere un dovere. Pensavo che la loro capacità di credere in Dio fosse direttamente collegata al nostro ruolo di genitori. Così, quando ho saputo che erano stati allontanati, ho pensato di non aver adempiuto alle mie responsabilità di padre e che, se fossi stato più vicino a loro per aiutarli e fare condivisione con loro, forse non avrebbero abbandonato la fede e non avrebbero perseguito le cose del mondo. Dalla parola di Dio, ora capisco quanto le mie opinioni fossero assurde e per niente in linea con la verità. Credevano in Dio da più di dieci anni, avevano letto la Sua parola, ascoltato i sermoni, e sapevano che per vivere una vita autentica si deve perseguire la verità e compiere il dovere di un essere creato. Ma non avevano alcun interesse per la verità e, quando hanno visto che non erano stati benedetti dopo tutti i loro anni di fede, hanno iniziato a perseguire le cose mondane e assecondare la carne. Hanno tradito Dio e seguito le tendenze mondane pur conoscendo la vera via e anche se gli altri spesso davano loro condivisione e aiuto, sono rimasti ostinati e impenitenti. Questo dimostra che la loro natura è avversa alla verità e che sostengono il male. Non sono tra coloro che Dio salverà, ma appartengono al mondo e ai diavoli. Quando verranno distrutti nelle catastrofi ormai prossime, sarà perché hanno tradito Dio, e la colpa sarà solo loro. Ho pensato anche alle molte persone nella chiesa che non sono state convertite dai loro genitori ma per casualità, da colleghi, amici o persino da sconosciuti che hanno condiviso con loro il Vangelo, e la persecuzione dei genitori non è bastata a impedire loro di credere o di compiere un dovere. Alcuni genitori si affidano agli affetti per continuare a predicare ai propri figli, ma i figli non credono, e anzi addirittura si risentono e si oppongono ai genitori. Alcuni genitori vengono espulsi a causa della loro impenitente ricerca di prestigio e delle loro molte malefatte, eppure i figli non si lasciano influenzare e riescono persino a discernere l’essenza dei genitori, in linea con la parola di Dio, e a ripudiarli. Analogamente, sono stati allontanati ed espulsi molti figli i cui genitori sono in grado di discernere la loro essenza alla luce della parola di Dio. Da ciò si evince che il fatto che una persona percorra la strada giusta o quella sbagliata, che sia una persona buona o malevola, che ami la verità oppure la odi, e persino quale sarà il suo esito finale, è interamente determinato dalla sua natura essenza e non è il risultato dell’educazione dei genitori. La responsabilità che i genitori possono assolvere è quella di crescere i figli fino all’età adulta e portarli davanti a Dio. Ma la strada che intraprendono e il loro destino sono completamente fuori dal controllo dei genitori. I nostri figli hanno scelto da soli di prendere la strada sbagliata; neppure se adempissi alle mie responsabilità essi tornerebbero indietro. Questo non ha nulla a che vedere con il fatto che io abbia o meno adempiuto a tali responsabilità. La loro natura è avversa alla verità. Anche se rimanessi con loro e trascorressi tutti i miei giorni condividendo con loro, non servirebbe a nulla. Quando ho guardato ai nostri figli secondo la parola di Dio, mi sono sentito molto più libero e non sono stato più disturbato nell’adempimento del mio dovere.

Huijuan, ecco cosa ho ricavato da questa situazione in questi giorni. So che il tuo affetto per i nostri figli è forte e che tutto questo deve essere stato molto difficile per te. Non so come tu l’abbia superato. L’allontanamento dei nostri figli potrà non essere in linea con le nostre nozioni, ma ci deve essere una lezione da imparare dalla situazione che Dio ha disposto. Spero che saprai ricercare la verità e approcciare la questione in modo corretto. Anche tu puoi scrivermi se hai ricavato qualcosa da questa situazione. Attendo con ansia la tua risposta.

Con affetto,

Zhou Ming

20 agosto 2022

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