66. Ho smesso di manifestare disprezzo verso il mio collaboratore
Gestisco i libri e gli oggetti della chiesa. Di solito controllo se i vari oggetti vengono catalogati e disposti in modo ordinato, se il registro di chi li prende e riconsegna è chiaro. Temo che, se fossi negligente, si creerebbe un gran disordine. Fratello Cameron, che lavorava con me, era piuttosto superficiale e non si preoccupava dell’ordine. A volte buttava le cose a terra o le impilava a casaccio, così me ne preoccupavo e dovevo sempre controllare il suo lavoro. Ogni volta che vedevo Cameron sistemare male le cose o mi rendevo conto che i registri di impiego e riconsegna che compilava non erano chiari, diventavo impaziente e andavo così in ansia che perdevo le staffe e non condividevo per aiutarlo. All’inizio, consideravo i suoi sentimenti e stavo attento al tono e alle parole che usavo; ma, con il passare del tempo, ho smesso di farci attenzione, e a ogni occasione gli dicevo che aveva sbagliato questo o quello. A volte, mi arrabbiavo e lo rimproveravo, dicendogli: “Perché metti di nuovo le cose nel posto sbagliato? Ne hai messa una qui e una là. Non sai rimettere le cose dove le hai trovate? Ti basterebbe un attimo a sistemare tutto, invece devi lasciare tutto in disordine, e dopo non riordini mai”.
Il mio atteggiamento nei confronti di Cameron peggiorava sempre di più. A volte usavo un tono dispotico per dirgli di riordinare. Ricordo che una volta, mentre esaminavo i registri di impiego e riconsegna, ho notato che ne aveva corretti alcuni così male da renderli illeggibili. Mi sono subito infuriato e ho pensato: “Non riesco nemmeno a indovinare cosa abbia scritto qui!” Sono andato subito da Cameron. Come un insegnante che rimprovera un alunno, gli ho mostrato i registri e gli ho chiesto cosa ci fosse scritto. Gli ho detto: “Sai cosa voglio fare adesso? Voglio portare questi registri alla leader, così che possa vedere come svolgi il tuo dovere e quanto puoi essere superficiale!” Cameron aveva un’espressione colpevole e ha promesso di prestare attenzione in futuro. Ha detto che era stato un caso e che mentre stava compilando il registro, era stato chiamato per una questione urgente, così se n’era dimenticato. Ma io non gli ho permesso di spiegare. Gli ho detto con rabbia: “Se succede di nuovo una cosa del genere, consegnerò direttamente i registri alla leader e lascerò che se ne occupi lei!” Poco tempo dopo, ho notato che una pagina dei registri di Cameron mostrava di nuovo una macchia indistinta. Stavolta mi sono arrabbiato ancora di più. Sono andato da lui a richiamarlo: “Te l’ho già detto, se commetti un errore, riscrivilo altrove, non ripassarci sopra. Guarda la tua correzione. Chissà cosa hai scritto? Se non riesco a leggerlo chiaramente, devo venire a chiedertelo. Non ti sembra un fastidio? E se anche non lo è per te, lo è per me!” Vedendomi di nuovo arrabbiato, ha preso il registro e ha detto: “Allora lo ricorreggo”. Ho urlato con rabbia: “Lascia stare! Non risolverà nulla!” E poi me ne sono andato, lasciandolo seduto lì da solo e sconsolato con il foglio del registro. A quel punto, mi sono reso conto di avere un po’ esagerato. Ma non ci ho dato peso e la cosa è finita lì. Qualche giorno dopo, mi sono di nuovo arrabbiato con Cameron per una questione banale. Anche lui si è arrabbiato con me e abbiamo litigato.
La leader ha visto che non riuscivamo a cooperare armoniosamente, così ha condiviso con me e mi ha letto un passo della parola di Dio: “Qualunque sia il dovere che un anticristo sta svolgendo, con chiunque stia collaborando, ci saranno sempre conflitti e controversie. Alcuni potrebbero dire: ‘Se sono responsabili della pulizia e riordinano gli ambienti ogni giorno, in che modo non collaborano con gli altri?’ C’è un problema di indole, in questo: con chiunque interagiscano o svolgano un lavoro, lo disprezzeranno sempre, vorranno sempre dargli lezioni e fargli fare quello che dicono loro. Direste che una persona del genere può collaborare con gli altri? Non riesce a collaborare con nessuno; questo perché la sua indole corrotta è troppo grave. Non solo non riesce a collaborare con gli altri, ma dà sempre lezioni agli altri e li vincola dall’alto: vuole sempre sedersi sulle spalle delle persone e obbligarle a obbedire. Questo non è un semplice problema di indole: tali individui hanno anche un grave problema di umanità. Non possiedono coscienza né ragionevolezza. […] Ci sono alcune condizioni che devono essere soddisfatte affinché gli individui possano andare d’accordo normalmente tra loro: per poter collaborare, devono almeno possedere coscienza e ragionevolezza, ed essere pazienti e tolleranti. Devono essere di una sola mente per poter collaborare nello svolgimento di un dovere; devono attingere l’uno ai punti di forza dell’altro e compensare le loro debolezze, essere pazienti e tolleranti e avere una linea di fondo per il loro comportamento. È così che si va d’accordo in armonia e, anche se a volte potrebbero nascere conflitti e controversie, la collaborazione può continuare, e almeno non sorgerà alcuna inimicizia. Se una persona non possiede una tale linea di fondo, se non è coscienziosa né ragionevole e fa le cose mirando al profitto, ricercando solo il profitto, desiderando sempre trarre profitto a spese degli altri, allora la collaborazione sarà impossibile. Questo è ciò che accade tra le persone malevole e tra i re demoni, che combattono tra loro senza sosta. I vari spiriti maligni del regno spirituale non vanno d’accordo tra loro. Sebbene i diavoli possano, a volte, formare sodalizi, si tratta solo di uno sfruttamento reciproco per raggiungere i propri obiettivi. I loro sodalizi sono temporanei e in breve tempo si disgregano da soli. Lo stesso accade tra le persone. Quelle prive di umanità sono mele marce che rovinano il cesto; è facile collaborare solo con chi possiede un’umanità normale, con chi è paziente e tollerante verso gli altri ed è in grado di prestare ascolto alle opinioni altrui, di mettere da parte il proprio prestigio nel lavoro che fa e di svolgerlo discutendone con gli altri. Anche costoro hanno un’indole corrotta e desiderano sempre che gli altri prestino loro attenzione – hanno questa intenzione anche loro – ma dal momento che possiedono coscienza e ragionevolezza, sanno cercare la verità, conoscono loro stessi, sentono che questo comportamento è inappropriato, ne provano biasimo e sono capaci di frenarsi, allora il loro modo di fare le cose cambierà a poco a poco. E così saranno in grado di collaborare con gli altri. Queste persone rivelano un’indole corrotta, ma non sono malevole e non possiedono l’essenza degli anticristi. Non avranno grossi problemi a collaborare con gli altri. Se fossero dei malevoli o degli anticristi, sarebbero incapaci di collaborare con gli altri. Ecco come sono tutte le persone malevole e gli anticristi che la casa di Dio allontana. Sono incapaci di collaborare con chiunque e, di conseguenza, vengono tutti rivelati ed eliminati” (La Parola, Vol. 4: Smascherare gli anticristi, “Tema 8: Vogliono che gli altri si sottomettano solo a loro, non alla verità o a Dio (Parte prima)”). Dopo aver letto la parola di Dio, la leader mi ha richiamato dicendomi: “Per andare d’accordo con le persone, dobbiamo almeno rispettarle. Se urli in questo modo con Cameron e lo rimproveri continuamente, manchi anche del rispetto più basilare. Non sei troppo arrogante? Disprezzi tutto ciò che fa e non sorvoli mai sui suoi problemi. Ti sembra appropriato? Cameron ha molto lavoro e ha una pessima memoria. Alcuni problemi sono inevitabili. Non dovresti trattarlo bene e aiutarlo di più? Inoltre, sta migliorando costantemente. Invece tu gli urli continuamente contro. Questa è un’indole corrotta; è anche un problema di umanità. Non stai forse guardando la pagliuzza nell’occhio di tuo fratello senza vedere la trave nel tuo?” Poi, la leader mi ha letto un altro passo della parola di Dio che diceva: “Secondo voi, è difficile collaborare con altre persone? In realtà non lo è. Si potrebbe addirittura affermare che è facile. Ma perché le persone lo ritengono comunque difficile? Perché hanno un’indole corrotta. Per coloro che possiedono umanità, coscienza e ragionevolezza, collaborare con gli altri è relativamente facile e possono percepire che è qualcosa di gioioso. Questo perché non è facile per nessuno realizzare le cose da solo, e in qualsiasi campo sia coinvolto o qualunque cosa stia facendo, è sempre bene avere qualcuno che metta in luce le cose e offra assistenza: è molto più facile così che fare da soli. Inoltre, ci sono dei limiti alle capacità della levatura delle persone e a ciò che possono sperimentare. Nessuno può essere un esperto in tutti i mestieri: non è possibile per una sola persona sapere tutto, essere capaci di fare tutto, realizzare tutto: è impossibile, e tutti dovrebbero possedere tale ragionevolezza. E quindi, indipendentemente da ciò che fai, che sia importante o meno, avrai sempre bisogno di qualcuno che ti aiuti, che ti dia indicazioni e consigli, che faccia le cose in collaborazione con te. Questo è l’unico modo per essere sicuro che agirai in maniera più corretta, commetterai meno errori e avrai meno probabilità di smarrirti, il che è una buona cosa” (La Parola, Vol. 4: Smascherare gli anticristi, “Tema 8: Vogliono che gli altri si sottomettano solo a loro, non alla verità o a Dio (Parte prima)”). Dopo aver letto le parole di Dio, la leader ha proseguito la condivisione e alla fine mi ha chiesto: “Se tu dovessi gestire gli oggetti da solo, riusciresti a farlo senza commettere errori?” Vergognandomi, ho risposto: “No”. La leader ha replicato: “Esatto. Nessuno sa tutto e tutti hanno bisogno di un collaboratore per svolgere i propri doveri. Se non sai cooperare armoniosamente, come puoi svolgere bene il tuo dovere? Devi meditare su questo aspetto e riflettere sui tuoi problemi”.
Quando sono tornato, ero angosciato. Come potevo ignorare l’enorme problema che avevo? Mi reputavo di buona umanità, capace di andare d’accordo con fratelli e sorelle, ma, fin da quando nel mio dovere collaboravo con Cameron, ero sempre presuntuoso, convinto che le mie idee e azioni fossero giuste. Gli ho imposto la mia volontà e gli ho fatto fare quello che volevo. Non l’ho aiutato condividendo sulla verità, mi sono solo arrabbiato, l’ho accusato e l’ho rimproverato. Ero privo di umanità e ragione. Mi sentivo sempre migliore di lui, quindi lo guardavo dall’alto in basso. Lo trovavo sgradevole e non riuscivo ad affrontare correttamente i suoi punti di forza e le sue debolezze. Mi mettevo in mostra a ogni occasione e lo sminuivo. In origine, io e Cameron eravamo responsabili della gestione degli oggetti della chiesa insieme, ma non discutevo mai le cose con lui. Ero sempre egocentrico, pretendevo l’ultima parola gli davo ordini. Spesso lo sgridavo e gli facevo ramanzine come con un bambino. Avevo un’indole troppo arrogante e Dio la odiava! Sapevo di essere arrogante e di costringere sempre gli altri ad ascoltarmi, ma non avevo idea di come risolvere il problema. Ho pregato Dio e cercato brani pertinenti della Sua parola. Ho letto queste parole di Dio: “Gli anticristi hanno sempre il desiderio e l’ambizione di controllare e conquistare gli altri. Questo problema è più grave di quello relativo alla loro incapacità di collaborare con chiunque. Che tipo di persone direste che sono quelle a cui piace controllare e conquistare gli altri? Che genere di individui hanno l’ambizione e il desiderio di controllare e conquistare gli altri? Vi farò un esempio. Coloro che amano particolarmente il prestigio provano piacere nel controllare e conquistare gli altri? Non sono forse della risma degli anticristi? Fuorviano, controllano e soggiogano altre persone, che poi li adorano e li ascoltano. In questo modo guadagnano la stima e il rispetto degli altri, e li spingono ad adorarli e ad ammirarli. Questo non significa, quindi, che c’è posto per loro nel cuore delle persone? Se non fossero convinte da loro e non li approvassero, le persone li adorerebbero? Assolutamente no. Perciò, dopo che questi individui hanno ottenuto il prestigio, continuano ad aver bisogno di convincere gli altri, di conquistarli completamente e di farsi ammirare. Soltanto allora gli altri li adoreranno. Questa è una categoria di persone. Ce n’è un’altra: coloro che sono particolarmente arroganti. Essi trattano gli altri allo stesso modo: iniziano soggiogandoli, facendo sì che tutti li adorino e li ammirino. Solo allora sono soddisfatti. Le persone molto maligne amano anche controllare gli altri, far sì che la gente presti loro ascolto, orbiti intorno a loro e faccia cose per loro. Sia le persone molto arroganti che le persone con indole maligna, una volta preso il potere, diventano anticristi. Gli anticristi hanno sempre l’ambizione e il desiderio di controllare e conquistare gli altri; quando incontrano altre persone, desiderano sempre accertarsi del modo in cui gli altri li vedono, se c’è un posto per loro nel cuore altrui, e se gli altri li ammirano e li adorano. Se incontrano qualcuno che è bravo a baciare loro i piedi, a lusingarli e a adularli, ne sono molto felici; cominciano allora a ergersi su un piedistallo, a dare lezioni agli altri e a blaterare riguardo a idee altisonanti, inculcando alle persone regole, metodi, dottrine e nozioni. Portano gli altri ad accettare queste cose come la verità e addirittura le dipingono in modo piacevole: ‘Se riesci ad accettare queste cose, sei una persona che ama e persegue la verità’. Chi è senza discernimento penserà che ciò che essi dicono sia ragionevole e, anche se per lui è confuso e pur non sapendo se è in linea con la verità, sente solo che non c’è niente di sbagliato nelle loro parole, e che esse non violano la verità. E così obbedisce agli anticristi. Se qualcuno è in grado di discernere un anticristo e potrebbe smascherarlo, ciò irriterà l’anticristo, che senza tante cerimonie gli attribuirà la colpa, lo condannerà e lo minaccerà con una dimostrazione di forza. Coloro che non hanno discernimento vengono completamente soggiogati dall’anticristo, lo ammirano dal profondo del loro cuore, e sviluppano adorazione, dipendenza e persino terrore nei suoi confronti. Hanno la sensazione di essere resi schiavi dall’anticristo, come se rimanere senza la sua guida, i suoi insegnamenti e i suoi rimproveri li turbasse nel profondo. Senza queste cose, è come se non avessero alcun senso di sicurezza, e Dio potesse non volerli più. Quindi, hanno tutti imparato a osservare l’espressione dell’anticristo quando agiscono, per paura che sia scontento. Tutti cercano di accontentarlo; tali individui sono assolutamente determinati a seguire l’anticristo. Nel loro lavoro, gli anticristi predicano parole e dottrine. Sono bravi a insegnare alle persone ad attenersi a determinate regole; non dicono mai loro quali sono le verità principi a cui dovrebbero aderire, perché devono agire in tal modo, quali sono le intenzioni di Dio, quali disposizioni la casa di Dio ha preso riguardo al lavoro, qual è il lavoro più essenziale e importante o qual è quello principale da svolgere. Gli anticristi non dicono nulla riguardo a queste cose importanti. Non condividono mai sulla verità quando svolgono e organizzano il lavoro. Loro stessi non comprendono le verità principi, quindi tutto ciò che possono fare è insegnare alle persone ad attenersi ad alcune regole e dottrine, e se le persone dovessero andare contro i loro detti e le loro regole, affronterebbero il rimprovero e il rimbrotto degli anticristi. Questi spesso svolgono il lavoro sotto il vessillo della casa di Dio, rimproverando gli altri e impartendo loro lezioni da una posizione elevata. Alcune persone restano addirittura così turbate dalla loro predica che si sentono in debito con Dio per non aver agito secondo le richieste degli anticristi. Tali persone non sono forse cadute sotto il controllo degli anticristi? (Sì.) Che genere di comportamento è questo, da parte degli anticristi? È un comportamento di asservimento” (La Parola, Vol. 4: Smascherare gli anticristi, “Tema 8: Vogliono che gli altri si sottomettano solo a loro, non alla verità o a Dio (Parte prima)”). Ciò che Dio descriveva era esattamente il mio stato. Quando lavoravo con Cameron, lui era alla buona. Se qualcosa andava male nel lavoro, accettava le mie critiche e non cercava di confutarle. Pensavo che fosse remissivo e facile da manipolare, quindi ero prepotente nei suoi confronti e avevo l’ultima parola su tutto. Molte volte, quando discutevo le cose con lui, lo facevo per pura formalità. Alla fine, decidevo io. Inoltre, alcuni accorgimenti che ho formulato per la gestione degli oggetti sembravano non creare problemi ed essere d’aiuto, ma non li ho formulati sulla base dei principi pertinenti. Anzi, li ho creati in risposta alle carenze di Cameron. Si potrebbe dire che li abbia confezionati su misura per lui. Ogni volta che non seguiva quelle precauzioni, avevo una scusa per accusarlo e rimproverarlo, e lui non aveva modo di protestare. Come l’ultima volta, quando non ha redatto il registro come avevo detto io: l’ho rimproverato senza esitazione e l’ho obbligato a fare a modo mio. Ho ricordato che ha detto quel giorno: “Non appena ti vedo riordinare, cerco di evitarti. Ho paura che mi critichi di nuovo se sbaglio qualcosa”. Questo pensiero mi rendeva infelice. L’indole satanica che manifestavo gettava un’ombra sul cuore di Cameron e lo limitava. Proprio come smaschera la parola di Dio: “Se le persone dovessero andare contro i loro detti e le loro regole, affronterebbero il rimprovero e il rimbrotto degli anticristi. Questi spesso svolgono il lavoro sotto il vessillo della casa di Dio, rimproverando gli altri e impartendo loro lezioni da una posizione elevata. Alcune persone restano addirittura così turbate dalla loro predica che si sentono in debito con Dio per non aver agito secondo le richieste degli anticristi. Tali persone non sono forse cadute sotto il controllo degli anticristi?” Finalmente, ho capito che il mio problema era grave. Da quando collaboravo con Cameron, la mia indole da anticristo è stata rivelata. Al momento non godevo di prestigio, ma se ne avessi avuto, non mi sarebbe risultato ancora più facile limitare e controllare le persone? A quel punto, non sarei stato un anticristo? Di solito non mi concentravo sul cercare la verità o sul riflettere su me stesso. Spesso manifestavo un’indole corrotta senza rendermene conto. Ero estremamente insensibile. Ho rammentato le parole di Dio: “Se sei un membro della casa di Dio ma sei sempre irruento nelle tue azioni, manifesti sempre ciò che è naturale in te e riveli sempre la tua indole corrotta, agendo con mezzi umani e secondo un’indole corrotta e satanica, la conseguenza finale sarà compiere il male e opporti a Dio; e se per tutto il tempo rimani impenitente e non sei in grado di percorrere la via del perseguimento della verità, dovrai essere rivelato ed eliminato” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Solo accettando la verità si può eliminare un’indole corrotta”). Ho ricordato come trattavo Cameron. Per sfogare la mia insoddisfazione, per un sollievo momentaneo, non ho assolutamente tenuto conto dei suoi sentimenti. Quando mi sono arrabbiato perché il foglio di registro di Cameron era illeggibile, gli ho fatto la predica come a un bambino che ha sbagliato. Lui è rimasto seduto senza dire una parola e, quando ha ammesso di aver sbagliato, l’ho respinto freddamente. Quell’immagine era impressa nella mia mente, impossibile da dimenticare. Quando ci pensavo, avevo nel cuore un senso di colpa e un dolore indicibili. Mi sono chiesto: “Come ho potuto trattare un fratello in questo modo? Non ho mai condiviso con lui né lo hai mai aiutato, quindi chi sono io per rimproverarlo? Che coraggio ho, per chiamarlo fratello?” Ogni domanda mi ammutoliva. In passato, avevo sempre pensato che la colpa fosse di Cameron, che fosse lui ad avere troppe carenze e a causarmi tanti problemi. Ora mi rendevo conto che il vero problema ero io. Ero io che non ero cambiato nemmeno dopo tanti richiami, ero io ad essere troppo arrogante e a non avere umanità. Provavo un intenso rimorso, così ho pregato Dio in silenzio e Gli ho detto che volevo pentirmi.
In seguito, ho ricercato come trattare fratelli e sorelle secondo i principi. Nella parola di Dio, ho letto questo passaggio: “Nell’interagire tra loro, fratelli e sorelle devono attenersi a dei principi. Non concentrarti sempre sulle colpe degli altri, devi invece riflettere spesso su te stesso, e poi ammettere in modo propositivo davanti agli altri ciò che hai fatto e che ha causato loro un’interferenza o un danno, e impara ad aprirti e condividere. In questo modo, puoi ottenere la comprensione reciproca. Inoltre, a prescindere da ciò che ti accade, dovresti valutare le cose in base alle parole di Dio. Se le persone sono in grado di comprendere le verità principi e di trovare un percorso di pratica, diventeranno un unico cuore e un’unica mente, il rapporto tra i fratelli e le sorelle sarà normale, non saranno indifferenti, freddi e spietati come i non credenti, e quindi si libereranno della loro mentalità di sospetto e diffidenza reciproci. Fratelli e sorelle diventeranno più intimi tra loro; saranno in grado di sostenersi e di amarsi l’un l’altro; avranno cuori colmi di buone intenzioni e saranno capaci di tolleranza e compassione reciproca, e si sosterranno e aiuteranno a vicenda invece di allontanarsi l’un l’altro, di essere invidiosi l’uno dell’altro, di paragonarsi reciprocamente, di competere e di sfidarsi a vicenda in segreto. Come si può adempiere bene i propri doveri se si è come i non credenti? Questo non solo influirà sul proprio ingresso nella vita, ma danneggerà e influenzerà anche gli altri. […] Quando le persone vivono secondo la loro indole corrotta, risulta loro molto arduo essere in pace dinanzi a Dio; per loro è molto difficile mettere in pratica la verità e vivere secondo le parole di Dio. Per vivere dinanzi a Dio, devi innanzitutto imparare a riflettere su te stesso e a conoscerti, a pregare veramente Dio, e poi devi imparare ad andare d’accordo con i fratelli e le sorelle. Dovete essere tolleranti l’uno con l’altro, indulgenti l’uno con l’altro, essere in grado di vedere cosa c’è di eccezionale negli altri, quali sono i loro meriti e punti di forza, e dovete imparare ad accettare le opinioni degli altri e ciò che è giusto. Non essere permissivo con te stesso, non avere ambizioni e desideri sfrenati, non ritenerti sempre migliore degli altri come se fossi una personalità illustre, costringendo gli altri a fare a modo tuo, a obbedirti, ad ammirarti, a esaltarti: questo è deviante. […] Allora, in che modo Dio tratta le persone? A Dio non interessa l’aspetto delle persone, se siano alte o basse. Egli guarda invece se i loro cuori sono gentili, se amano la verità, e se Lo amano e Gli si sottomettono. È su questo che Dio basa il Suo comportamento nei confronti delle persone. Se riusciranno a farlo anche le persone, saranno in grado di trattare gli altri in modo equo e in linea con le verità principi. Prima di tutto, dobbiamo comprendere le intenzioni di Dio, e sapere come Dio Si comporta con le persone, allora anche noi avremo un principio e un percorso da seguire nel comportarci con loro” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Parte terza”). Sì. Quando nei nostri doveri interagiamo con gli altri, dovremmo almeno vivere una normale umanità, sostenerci e aiutarci a vicenda, essere tolleranti e pazienti, prenderci cura l’uno dell’altro, condividere sulla verità per aiutare gli altri, quando vanno contro i principi e, nei casi più gravi, possiamo smascherarli e potarli. Questo è l’unico modo per agire in linea con i principi. I fratelli e le sorelle provengono da luoghi diversi, e le circostanze di vita, l’esperienza, l’età e la levatura di ognuno sono differenti. Non importa quali siano le loro carenze o i loro difetti: dobbiamo trattarli in modo adeguato, non chiedere mai troppo, avere un atteggiamento premuroso e tollerante nei loro confronti. Cameron era spesso occupato con la manutenzione. In più, non sapeva compilare bene i registri di impiego e riconsegna degli oggetti. Avrei dovuto assumermi più responsabilità ed essere più comprensivo, non costringerlo a fare le cose a modo mio. Ero del tutto privo di umanità. Lui era bravo nella manutenzione, nelle riparazioni, non temeva di soffrire per il suo dovere. Da questo punto di vista, era di gran lunga superiore a me. Ma io non guardavo i suoi punti di forza. Mi concentravo sui suoi difetti, lo accusavo e lo rimproveravo. Ero così arrogante e stupido.
In seguito, ho cambiato consapevolmente il mio stato e praticato secondo i principi. Quando di nuovo accadeva qualcosa, ero molto più calmo e anche più comprensivo nei confronti di Cameron. Una volta, sono uscito per una commissione e dovevo rimanere fuori per un po’ di tempo, mentre Cameron è rimasto a gestire le cose da solo. Qualche giorno dopo, l’ho chiamato per chiedergli come andassero le cose. Con calma e prudenza, mi ha risposto: “Secondo te? Va esattamente come pensi tu”. Questo mi ha agitato molto. Perché mai avrebbe detto una cosa del genere? Non era forse perché in passato lo avevo trattato secondo la mia indole corrotta, facendolo sempre sentire una nullità e un inetto? Più ci pensavo, più stavo male, ma rafforzava la mia determinazione a praticare la verità e a cambiare. Ho confortato Cameron dicendo: “Controlla se c’è qualcosa fuori posto e prenditi il tempo per riordinare. Di solito sei impegnato in altre cose, quindi un po’ di disordine è inevitabile. Se proprio non hai tempo di sistemare, possiamo farlo insieme quando torno”. Dopo la telefonata, ho pensato che Cameron non ce l’avrebbe fatta da solo, così ho chiesto ad altri di aiutarlo. Quando in passato succedevano cose simili, lo sgridavo e rimproveravo sempre per i suoi errori. Ora, quando capitano di nuovo le stesse cose, posso affrontarle correttamente, so anche condividere e aiutarlo. Questo mi fa sentire in pace e a mio agio. Anche se è un piccolo cambiamento, sono felice, perché penso che sia un buon inizio. Credo che, se praticherò e avrò ingresso secondo le parole di Dio, eliminerò la mia indole corrotta. Sia lodato Dio Onnipotente!