65. Il motivo per cui ero così occupato

di Stanley, Corea del Sud

Sono un capogruppo di irrigazione nella chiesa. Pensavo che chiunque volesse essere un capogruppo qualificato e competente dovesse occuparsi di tutto da solo, e mi aspettavo altrettanto da me stesso. Non appena mi accorgevo che c’era qualcosa da fare nel nostro gruppo, non importa quanto grande o piccolo fosse, prendevo l’iniziativa di farlo io stesso, compresi alcuni affari generali. Mi sono anche occupato di lavori che i miei fratelli e sorelle potevano svolgere, affermando generosamente: “Lo farò io, tu non devi occupartene”. Ogni volta che ciò accadeva, provavo un inspiegabile senso di orgoglio e mi ritenevo davvero un capogruppo premuroso e responsabile. Col tempo, i miei fratelli e sorelle hanno iniziato a rivolgersi a me ogni volta che avevano qualche tipo di problema. Anche il mio supervisore mi ha elogiato per aver dedicato molte ore all’esecuzione del mio dovere e per essere stato in grado di sopportare le difficoltà e di pagare un prezzo. È stato molto gratificante saperlo, poiché mi ha fatto sentire un capogruppo davvero competente.

In seguito, sempre più nuovi credenti hanno accettato l’opera di Dio degli ultimi giorni, e ho avuto molti più nuovi arrivati da irrigare rispetto a prima. Oltre a riunirmi ogni giorno con i nuovi credenti, li ho anche formati, insegnando loro come organizzare riunioni, come diffondere il Vangelo e così via. Il mio programma era già molto serrato, ma oltre a questo, i fratelli e le sorelle del mio gruppo chiedevano la mia approvazione anche per organizzare incontri per i nuovi credenti. Con così tante cose da fare, spesso mi fossilizzavo su queste questioni banali, e ciò intralciava i miei piani e faceva sì che fossi troppo impegnato anche solo per dedicarmi alle mie devozioni. Sebbene fossi molto impegnato ogni giorno e non oziassi mai, non mi occupavo molto delle attività prioritarie. Questa cosa mi metteva spesso ansia, ma non sapevo cosa fare. Una volta, la sorella con cui collaboravo mi ha chiesto: “Dici sempre di essere impegnato, ma cosa fai realmente ogni giorno?” Di fronte alla domanda della sorella, mi sono sentito molto dispiaciuto per il fatto che non avesse dimostrato empatia per me. In seguito, quando i fratelli e le sorelle incontravano problemi durante l’irrigazione dei nuovi credenti e venivano a parlarne con me, mi lamentavo tra me e me: “Questo è un principio fondamentale che gli irrigatori devono padroneggiare. Perché venite da me per eliminare problemi così semplici: non potete imparare a farlo da soli? È che non volete fare uno sforzo?” Non volevo più occuparmi di quelle questioni e pensavo che i miei fratelli e sorelle avrebbero dovuto gestirle in modo indipendente. Ma poi ho pensato: “Sono il capogruppo. Se non mi occupo di questi problemi e lascio che se ne occupino i fratelli e le sorelle, ciò non comprometterà il mio valore come capogruppo? Qualcuno potrebbe dire che non ho adempiuto alle mie responsabilità e che mi sottraggo ai miei doveri? Se il leader lo scoprisse, potrebbe affermare che sono incompetente? Non importa: se è una cosa che posso fare da solo, la farò e basta”. Quindi la maggior parte del tempo ho continuato a svolgere tutto il lavoro del gruppo da solo, da compiti importanti come l’organizzazione degli incontri e l’eliminazione dei problemi dei nuovi credenti, a quelli minori come aiutare i fratelli e le sorelle a inoltrare messaggi e a trovare persone che si occupassero degli affari generali. Mi affrettavo a fare queste cose anche se in realtà non lo volevo, affinché nessuno dubitasse della mia capacità di essere un capogruppo. Non riesco nemmeno a descrivere quanto mi sentissi svuotato a volte, destreggiandomi tra così tante cose diverse contemporaneamente. Tutto quello che potevo fare era consolarmi pensando: “Dopotutto, sono un capogruppo. I capigruppo devono essere disposti a lavorare sodo”. Così ho continuato a prendere in mano tutte le questioni, grandi e piccole, vivendo in uno stato di perenne frenesia. Sebbene avere un sacco di cose da fare ogni giorno mi facesse ottenere l’ammirazione e l’approvazione di alcuni dei miei fratelli e sorelle, in cuor mio non c’era né pace né gioia. Avevo sempre la sensazione di fare pasticci con il mio dovere e di non avere tempo per svolgere molti compiti critici perché ero sopraffatto da questioni banali.

Una volta ho parlato delle mie difficoltà alla leader, e solo dopo che lei ha condiviso con me ho acquisito alcuni principi di pratica. Mi ha chiesto: “Non ti stai forse occupando di un po’ troppo lavoro? Se non lasci che i fratelli e le sorelle svolgano i loro compiti e invece ti fai carico di tutto, sarai sempre indaffarato. Puoi lasciare che si esercitino a svolgere alcuni dei compiti meno importanti. Anche se non li eseguono bene, non avrà un grande impatto sul lavoro della chiesa. Se è davvero un attività che nessun altro può compiere, allora devi farla tu stesso. Ma se possono occuparsene altre persone e non permetti loro di provarci né dai la possibilità di esercitarsi, facendoti invece carico di tutto, non li stai forse sottovalutando e cercando solo di metterti in mostra? Questa è una manifestazione di corruzione”. La sua condivisione ha fatto centro nella mia situazione. Pensavo che fare di più significasse che stavo sopportando un fardello, ma non mi ero mai chiesto, riflettendo, se le mie azioni fossero basate sui principi o adulterate. Quando ci ho pensato, il motivo segreto per cui mi addossavo tutto nel mio dovere era mettermi in mostra piuttosto che sopportare un fardello. In alcuni casi, non è che altre persone non potessero svolgere un compito o non avessero tempo per farlo, piuttosto, pensavo che più avrei fatto, più tutti mi avrebbero dato la loro approvazione e avrebbero detto che ero un capogruppo competente, responsabile e che sosteneva un fardello nel suo dovere. Consideravo lo svolgimento del mio dovere un mezzo per guadagnare l’ammirazione degli altri. Mi sono tenuto “impegnato” e “ho sopportato un fardello” per dimostrare il mio valore di capogruppo e conquistare un posto nel cuore degli altri. Poiché avevo intenzioni sbagliate nel mio dovere e ho sempre voluto proteggere il mio prestigio, gran parte del lavoro del gruppo ricadeva sulle mie spalle, e i miei fratelli e sorelle non avevano nessuna opportunità di praticare. Poiché c’era un limite a ciò che potevo fare, alla fine alcune attività hanno subito dei ritardi, danneggiando così il lavoro della chiesa e la vita dei miei fratelli e sorelle.

In seguito, dopo aver letto le parole di Dio, ho acquisito una certa comprensione dei miei problemi. Dio Onnipotente dice: “Alcuni individui testimoniano sé stessi usando il linguaggio e pronunciando certe parole con cui si mettono in mostra, mentre altri lo fanno usando i comportamenti. Quali sono le manifestazioni di un individuo che si serve dei comportamenti per testimoniare sé stesso? In superficie, s’impegna in certi comportamenti che sono piuttosto in linea con le nozioni delle persone, che attirano la loro attenzione e che sono visti dagli altri come alquanto nobili e piuttosto conformi agli standard morali. Tali comportamenti fanno sì che le persone ritengano questo individuo onorevole, dotato di integrità, qualcuno che ama veramente Dio, che possiede davvero un cuore che Lo teme, qualcuno che è molto pio e che persegue la verità. Questi individui mostrano spesso qualche buon comportamento esteriore per fuorviare gli altri: non odora anche questo di esaltazione e testimonianza di sé stessi? Di solito le persone esaltano e testimoniano sé stesse attraverso le parole, usando un modo di parlare chiaro per esprimere come esse siano diverse dalle masse e come posseggano opinioni più sagge degli altri, in modo da indurre gli altri ad avere un’elevata stima di loro e ad ammirarle. Tuttavia, ci sono alcuni metodi che non implicano un modo di parlare esplicito, metodi in cui le persone usano invece pratiche esteriori per testimoniare di essere migliori degli altri. Questo tipo di pratiche sono ben ponderate, si portano dietro un movente e una certa intenzione, e sono piuttosto mirate. Sono state confezionate ed elaborate per far sì che ciò che gli altri vedono siano comportamenti e pratiche in linea con le nozioni umane, nobili, pii, conformi alla santa decenza, e persino comportamenti e pratiche di amore e timore nei confronti di Dio, oltre che in linea con la verità. Ciò realizza lo stesso obiettivo di esaltare e testimoniare sé stessi, e di indurre le persone ad avere un’alta opinione di tali individui e adorarli. Vi siete mai imbattuti in una cosa del genere o l’avete mai vista? Voi possedete tali manifestazioni? Le cose e l’argomento di cui sto discutendo sono forse separati dalla vita reale? In effetti, no. […] Alcuni bevono caffè la sera per aumentare le energie e prepararsi a restare in piedi fino a tardi per svolgere i propri doveri. I fratelli e le sorelle si preoccupano della loro salute e cucinano zuppa di pollo per loro. Quando tali individui finiscono la zuppa, dicono: ‘Lode a dio! Ho goduto della sua grazia. Non me lo merito. Ora che ho finito questa zuppa di pollo, devo essere più efficiente nello svolgere i miei doveri!’ In realtà, continuano a svolgerli nello stesso modo in cui li svolgono abitualmente, senza aumentare affatto la loro efficienza. Non stanno forse fingendo? Sì, e questo tipo di comportamento è anche un modo occulto per esaltare e testimoniare sé stessi; l’esito che ne deriva è quello di indurre le persone ad approvarli, ad avere un’alta opinione di loro e a diventare dei loro irriducibili seguaci. Se le persone hanno questo tipo di mentalità, non hanno forse dimenticato Dio? Non hanno più Dio nel cuore, quindi a chi pensano giorno e notte? Al loro ‘bravo leader’, al loro ‘amato leader’. In superficie, alcuni anticristi sono molto amorevoli nei confronti della maggior parte delle persone e, quando parlano, adoperano tecniche per far sì che gli altri vedano che sono amorevoli e siano disposti ad avvicinarsi a loro. Sorridono raggianti a chiunque si avvicini e interagisca con loro, e parlano con queste persone in un tono molto gentile. Anche se vedono che alcuni fratelli e sorelle hanno agito senza principi e quindi hanno danneggiato gli interessi della chiesa, essi non li potano minimamente, ma si limitano a esortarli e confortarli, e li blandiscono mentre svolgono i loro doveri; blandiscono più volte gli altri finché non li hanno portati tutti al loro cospetto. Gli altri a poco a poco vengono impressionati da questi anticristi; tutti approvano moltissimo il loro cuore amorevole e li definiscono persone che amano Dio. Alla fine, tutti adorano questi anticristi e cercano la loro condivisione su ogni faccenda, raccontando loro tutti i pensieri e i sentimenti che hanno nel profondo, al punto che non pregano nemmeno più Dio né cercano più la verità nelle Sue parole. Costoro non sono stati forse fuorviati da questi anticristi? Ecco un altro mezzo che gli anticristi usano per fuorviare le persone. Quando voi vi impegnate in questi comportamenti e in queste pratiche, o nutrite tali intenzioni, siete consapevoli dell’esistenza di un problema al riguardo? E quando tu ne diventi consapevole, riesci a cambiare la direzione delle tue azioni? Se riesci a riflettere su te stesso e a provare autentico rimorso quando acquisti consapevolezza ed esamini che il tuo comportamento, le tue pratiche o le tue intenzioni sono problematici, ciò dimostra che hai invertito la rotta(La Parola, Vol. 4: Smascherare gli anticristi, “Tema 4: Esaltano e testimoniano sé stessi”). Dalla rivelazione delle parole di Dio, ho visto che le persone adottano esteriormente vari comportamenti “corretti” che sono conformi alle nozioni dell’uomo per conquistare l’ammirazione e l’apprezzamento degli altri ma, in sostanza, questi comportamenti sono semplicemente un modo per esaltarsi segretamente e rendere testimonianza a sé stessi, il che è molto ipocrita e può facilmente trarre in inganno le persone. Quando ci ho pensato, ho capito che ero quel tipo di persona. Esteriormente sembravo impegnato a svolgere il mio dovere ogni giorno, sopportando difficoltà, pagando un prezzo e facendomi carico di tutto: sembravo un capogruppo qualificato e competente. Ma dietro tutto questo, nascondevo il mio spregevole, segreto intento, ossia ottenere l’ammirazione della gente. Ho pensato a come i fratelli e le sorelle venissero a chiedermi ogni genere di questioni, sia grandi che piccole, nello svolgimento dei loro doveri, e di come facessero affidamento su di me per eliminare i problemi. Il fatto era che avrebbero potuto discutere ed eliminarli senza il mio coinvolgimento. Ma il pensiero di come tutti si fidassero e mi ammirassero mi ha spinto a mettere da parte le nostre priorità lavorative e a fare tutto da solo, anche se non ne avevo il tempo, solo per proteggere il mio orgoglio e il mio prestigio. A volte, se saltavo un pasto per ospitare un incontro per i nuovi credenti, le mie sorelle mi spingevano ad andare a mangiare. Ero segretamente contento al pensiero che loro mi vedessero troppo impegnato con i miei doveri anche solo per mangiare. Pensavo che mi ammirassero e credessero che avrei potuto davvero sopportare le difficoltà e pagare un prezzo, e che fossi un capogruppo competente. Essendo “impegnato”, ho anche goduto di tutti i tipi di “privilegi” e mi sono guadagnato la compassione degli altri, che ho utilizzato per nascondere alcune delle mie deviazioni e inadeguatezze. Per esempio, se non scrivevo un articolo di testimonianza esperienziale, mi giustificavo dicendo che ero troppo occupato. Quando alcuni dei compiti del gruppo di cui ero responsabile non venivano svolti in tempo, ero accondiscendente e dicevo di essere troppo impegnato. Quando nel mio dovere apparivano deviazioni ed errori e non ottenevo buoni risultati durante l’irrigazione dei nuovi credenti, fornivo la stessa scusa ai fratelli e alle sorelle affinché mi facessero delle concessioni. Così impegnavo ogni giorno, dimostrando alla gente di essere un buon capogruppo con un programma fitto di impegni. Non solo ero apprezzato dal mio supervisore, ma anche alcuni fratelli e sorelle mi ammiravano e facevano affidamento su di me. Eppure, allo stesso tempo, nascondevo anche le deviazioni e gli errori nel mio lavoro. Le mie intenzioni erano davvero spregevoli! Ho pensato al motivo per cui ai fratelli e alle sorelle piaceva rivolgersi a me ogni volta che incontravano dei problemi e affidarsi a me per fare tutto: era principalmente perché cercavo di fare tutto da solo. I miei fratelli e sorelle mi ammiravano, avevo un posto nei loro cuori, e ogni volta che incontravano problemi non pregavano e non si affidavano a Dio, né ricercavano le verità principi, ma venivano semplicemente a chiedere a me. Tenendomi occupato in quel modo, in realtà stavo solo agendo deliberatamente, mettendomi segretamente in mostra, conquistando il cuore delle persone e tenendole lontane da Dio.

In quel momento, ho pensato a un passaggio delle parole di Dio che avevo letto una volta: “Alcune persone sembrano piuttosto entusiaste del loro credere in Dio. Amano occuparsi e preoccuparsi degli affari della chiesa, vanno sempre avanti. Eppure, inaspettatamente, una volta diventati leader deludono tutti gli altri. Non si concentrano sulla risoluzione dei problemi pratici del popolo eletto di Dio, ma fanno invece del loro meglio per agire per il bene della propria reputazione e del proprio prestigio. Amano mettersi in mostra per farsi stimare dagli altri, parlano sempre di come si spendono e soffrono per Dio, ma non si impegnano nel perseguire la verità e nel loro ingresso nella vita. Questo non è ciò che gli altri si aspettano da loro. Anche se si danno da fare nel proprio lavoro, si mettono in mostra in ogni occasione, predicano alcune parole e dottrine, guadagnano la stima e l’adorazione di alcune persone, fuorviano il cuore altrui e consolidano il loro prestigio, cosa ne viene fuori alla fine? Indipendentemente dal fatto che queste persone si servano di piccoli favori per corrompere gli altri, ostentino i loro doni e le loro abilità, utilizzino vari metodi per fuorviare gli altri e quindi conquistare le loro buone opinioni, a prescindere da quale metodo usino per conquistare il cuore delle persone e occupare una posizione in esso, cosa hanno perso? Hanno perso l’opportunità di guadagnare la verità mentre svolgevano i doveri di un leader. Allo stesso tempo, a causa delle loro varie manifestazioni, hanno anche accumulato azioni malvagie che determineranno il loro esito finale. Indipendentemente dal fatto che si servano di piccoli favori per corrompere e intrappolare le persone, si mettano in mostra o che usino maschere per fuorviare gli altri, a prescindere da quanti vantaggi e da quanta soddisfazione sembrino ottenere dall’esterno facendo questo, guardandolo ora, questo cammino è quello giusto? È il cammino del perseguimento della verità? È un cammino che può condurre alla propria salvezza? Chiaramente no, non lo è. Per quanto intelligenti siano questi metodi e trabocchetti, non possono ingannare Dio e, alla fine, costoro sono tutti condannati e detestati da Lui, perché dietro tali comportamenti si nasconde l’ambizione dell’uomo, un atteggiamento e un’essenza di antagonismo nei Suoi confronti. In cuor Suo, Dio non riconoscerebbe assolutamente mai queste persone come coloro che svolgono i propri doveri e li definirebbe invece come malfattori. Quale verdetto emette Dio quando ha a che fare con i malfattori? ‘Allontanatevi da Me, malfattori!’ Quando Dio dice: ‘Allontanatevi da Me’, dove vuole che vadano queste persone? Le sta consegnando a Satana, ai luoghi abitati dalle folle sataniche. Qual è la conseguenza ultima per loro? Sono tormentate a morte dagli spiriti maligni, vale a dire vengono divorate da Satana. Dio non vuole queste persone, il che significa che non le salverà, non sono Sue pecore, né tantomeno Suoi seguaci, quindi non sono tra coloro che Egli salverà. Ecco come queste persone vengono definite da Dio. Allora, qual è la natura del cercare di conquistare il cuore delle persone? Significa percorrere il cammino di un anticristo; è il comportamento e l’essenza dell’anticristo. Ancora più grave è l’essenza della competizione con Dio per il Suo popolo eletto; queste persone sono Sue nemiche. Questo è il modo in cui gli anticristi vengono definiti e categorizzati, ed è del tutto esatto(La Parola, Vol. 4: Smascherare gli anticristi, “Tema 1: Cercano di conquistare il cuore delle persone”). Le parole di Dio avevano esattamente rivelato il mio problema. Da quando ero diventato capogruppo, avevo cercato di occuparmi di tutto da solo. In superficie, ero un capogruppo comprensivo e premuroso che aiutava attivamente i suoi fratelli e sorelle in tutte le loro attività, ma il mio vero intento e obiettivo era fare cose che servissero alla mia reputazione e al mio prestigio per conquistare il cuore delle persone e ottenere la loro ammirazione. Era una specie di frode e di imbroglio! Ero proprio come i funzionari del gran dragone rosso, che ingannano la gente comune lavorando un po’ solo per fare bella figura sotto le mentite spoglie di “servire il popolo”, affinché quest’ultimo li veneri e ne canti le lodi. Ero esattamente uguale: esteriormente ero impegnato a svolgere il mio dovere, ma segretamente volevo che la gente pensasse che lavoravo sodo e volevo che mi ammirassero e adorassero. Poiché mi occupavo personalmente di tutto, nessun altro aveva molte possibilità di praticare nei propri doveri. Nonostante ciò, continuavano ad ammirarmi al punto che ogni volta che avevano un problema, non cercavano Dio, ma facevano affidamento su di me affinché lo risolvessi. Non avevano posto per Dio nei loro cuori. Non stavo affatto svolgendo correttamente il mio dovere! Chiaramente, stavo facendo del male e percorrendo la strada dell’anticristo! Ho pregato Dio e Gli ho chiesto di guidarmi nella ricerca delle verità principi per eliminare i miei problemi e smettere di agire in base alla mia indole corrotta.

Successivamente, ho letto un altro passaggio delle parole di Dio: “Nello svolgimento del tuo dovere, non ti è richiesto di farti carico di ogni cosa da solo, né di lavorare fino allo sfinimento, e nemmeno essere ‘l’unico fiore sbocciato’ o un cane sciolto; piuttosto, ti è richiesto di apprendere come collaborare con gli altri in armonia, e di fare tutto ciò che puoi, adempiere le tue responsabilità e utilizzare tutta la tua energia. Questo è ciò che significa svolgere il tuo dovere. Svolgere il tuo dovere significa impiegare tutto il potere e la luce di cui disponi per ottenere un risultato. È sufficiente questo. Non cercare di metterti sempre in mostra o di dire sempre cose altisonanti, di fare le cose da solo. Dovresti imparare come si lavora con gli altri, concentrarti di più sull’ascoltare i loro suggerimenti e sullo scoprire i loro punti di forza. In questo modo, collaborare in armonia diventa facile. Se cerchi costantemente di metterti in mostra e di avere l’ultima parola, non stai collaborando in armonia. Che cosa stai facendo? Stai creando disturbo e indebolisci gli altri. Creare disturbo e sminuire gli altri significa interpretare il ruolo di Satana; non è svolgere il proprio dovere. Se ti comporti sempre in modo da creare disturbo e indebolire gli altri, allora, per quanti sforzi tu compia o quanta premura tu abbia, Dio non Se ne ricorderà. Potrai forse avere poca forza, ma se sei capace di lavorare insieme ad altre persone e sei in grado di accettare suggerimenti appropriati, e se hai le giuste motivazioni e sai tutelare il lavoro della casa di Dio, allora sei una persona giusta. A volte riesci a risolvere un problema e a portare beneficio a tutti con una sola frase; a volte, dopo che hai tenuto condivisione in merito a un’unica affermazione della verità, tutti hanno un percorso da praticare, sono in grado di lavorare insieme in armonia, si impegnano in direzione di un obiettivo comune e condividono gli stessi punti di vista e opinioni, e così il lavoro è particolarmente efficace. Anche se forse nessuno ricorderà che hai svolto questo ruolo, e anche se forse non avrai la sensazione di aver fatto un grande sforzo, Dio vedrà che sei una persona che pratica la verità, che agisce in conformità ai principi. Ricorderà che l’hai fatto. È questo che si definisce svolgere il proprio dovere lealmente(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Adempiere bene il proprio dovere richiede un’armoniosa cooperazione”). Grazie alle parole di Dio ho visto chiaramente i miei problemi e ho trovato alcuni percorsi di pratica. Se volevo svolgere correttamente il mio dovere, dovevo imparare a coordinarmi armoniosamente con gli altri e concentrarmi sul consentire loro di sfruttare i propri punti di forza. Ci sono dei limiti a ciò che una persona può fare da sola: nessuno è in grado di fare tutto il lavoro da sé. Possiamo ottenere buoni risultati nei nostri doveri solo quando siamo tutti un solo cuore e una sola mente e quando tutte le nostre rispettive forze vengono messe a frutto. Solo quando le persone hanno le giuste intenzioni, vale a dire salvaguardare il lavoro della chiesa, stanno svolgendo i loro doveri in linea con le intenzioni di Dio. Questo è molto più efficace rispetto a una sola persona che si fa carico di tutto il lavoro. In passato, non solo mi sfinivo correndo freneticamente in giro e cercando di essere l’unica stella a brillare, ma ho anche combinato pasticci con i miei doveri. I punti di forza dei miei fratelli e sorelle non sono stati sfruttati e molti lavori importanti hanno subito ritardi. Confrontando la rivelazione delle parole di Dio con il mio comportamento, ho infine capito perché Dio afferma che ostentare sempre il proprio dovere e non collaborare armoniosamente con gli altri intralcia il lavoro della chiesa.

In seguito ho messo in pratica consapevolmente le parole di Dio. Ho suddiviso il lavoro in modo logico: mi sono assunto principalmente la responsabilità di seguire le attività chiave e ho assegnato altri lavori a fratelli e sorelle idonei in base alle loro aree di competenza. Quando gli altri hanno incontrato problemi che non riuscivano a eliminare, tutti insieme abbiamo ricercato i principi. Una volta compresi i principi, i fratelli e le sorelle hanno naturalmente trovato una direzione e un percorso per svolgere i propri doveri. Ora che ho messo in pratica le parole di Dio per un po’ di tempo, osservo che i miei fratelli e sorelle sopportano un fardello maggiore nei loro doveri rispetto a prima. Sono capaci di prendere iniziative e ricercare i principi per eliminare alcuni problemi, e possono portare a termine alcuni compiti in modo indipendente affidandosi a Dio. A volte, quando incontro difficoltà nei compiti di cui sono responsabile, chiedo anche aiuto ai miei fratelli e sorelle, e ne traggo molto vantaggio. Grazie a questa collaborazione, il nostro gruppo ha ottenuto risultati sempre migliori nel suo lavoro. I fratelli e le sorelle possono praticare a vari livelli e hanno fatto qualche progresso. Mi sento molto più rilassato e in pace. A poco a poco, ho iniziato a trovare il tempo per riflettere sui problemi del mio lavoro e ho ricominciato a scrivere abitualmente articoli di testimonianza esperienziale. Non sembro più così impegnato come una volta, ma trovo più facile individuare deviazioni e problemi nel lavoro e sono diventato più efficiente nel mio dovere.

Pagina precedente: 64. Il risveglio di una falsa leader

Pagina successiva: 66. Ho smesso di manifestare disprezzo verso il mio collaboratore

Sei fortunatoad accederea questo sito Web,avrai l’opportunitàdi accogliere il Signoree trovare la viaper sbarazzarti della sofferenza. Vuoi guadagnare questa benedizione di Dio?

Contenuti correlati

Impostazioni

  • Testo
  • Temi

Colori omogenei

Temi

Carattere

Dimensioni carattere

Interlinea

Interlinea

Larghezza pagina

Indice

Cerca

  • Cerca in questo testo
  • Cerca in questo libro