70. Perché ho paura di smascherare i problemi degli altri

di Roxana, Taiwan

Quando andavo a scuola, notavo che alcuni dei miei compagni di classe erano piuttosto schietti. Se vedevano che qualcuno sbagliava, glielo dicevano apertamente, spesso offendendolo, cosa che portava gli altri a emarginarli. Mi dicevo: “Queste persone non sono forse un po’ stupide? Come si suol dire, ‘Tacere sui difetti dei buoni amici consente una lunga e grande amicizia’ e ‘Se colpisci gli altri, non colpirli in faccia; se li metti a nudo, non mettere a nudo le loro manchevolezze’. Vedere tutto ma tacere su alcune cose, è così che ci si può integrare con la massa. Se sei troppo diretto, anche se non hai cattive intenzioni, alle persone non piacerai e ti respingeranno. Come puoi farti degli amici in questo modo?” Quindi non evidenziavo mai direttamente i problemi degli altri nell’interagire con loro. A tutti i miei compagni di classe piaceva essere miei amici, dicevano che era facile relazionarsi con me e che ero gentile, e pensavo di avere una buona umanità. Dopo aver iniziato a credere in Dio, interagivo con fratelli e sorelle nello stesso modo. Non mettevo in luce i problemi degli altri quando li notavo. Mi sembrava sempre che essere troppo diretta avrebbe messo a disagio le persone, che avrebbero pensato che le stessi prendendo di mira e che cercassi di proposito di smascherare le loro mancanze, e che questo avrebbe distrutto il nostro rapporto. Soltanto quando ho sperimentato l’essere rivelata e ho letto la parola di Dio ho capito che il mio modo di interagire con gli altri era in contrasto con la verità e resistente a Dio.

Era il 2015 e collaboravo con Leslie alla produzione video. Lei era una credente da più tempo di me ed era anche più grande di me. Eravamo gentili l’una con l’altra, andavamo molto d’accordo e non discutevamo quasi mai. In seguito, sono stata eletta supervisore. Una volta, gli altri mi hanno segnalato che Leslie si comportava in modo superficiale, subdolo e viscido nel suo dovere, e che stava ritardando il lavoro. Mi pareva che il suo problema fosse piuttosto grave, così ho parlato con le sorelle che collaboravano con me della necessità di evidenziare e smascherare le carenze di Leslie, in modo che potesse riflettere, conoscere sé stessa, pentirsi e cambiare. Le sorelle erano d’accordo e hanno chiesto chi dovesse fare comunione con lei. Io sono rimasta lì senza dire nulla: non volevo espormi di persona per risolvere il problema. Ho pensato: “Se smaschero i suoi problemi, Leslie penserà che la sto prendendo di mira di proposito? Come potremmo andare d’accordo dopo?” Con mia grande sorpresa, tutti hanno proposto che fossi io a condividere con lei. Avrei davvero voluto sottrarmi, ma sapevo che, se non avessi evidenziato i suoi problemi, il lavoro della chiesa avrebbe continuato a risentirne. Così, alla fine, ho dovuto stringere i denti e farlo. A quel punto mi sono presa un po’ di tempo per trovare la forza mentale, convincendomi a sottolineare i suoi problemi. Ho provato più volte a mente il discorso che le avrei fatto, dall’inizio alla fine, ma quando l’ho avuta davanti mi sono sentita le farfalle nello stomaco. Mi pareva di soffocare e non riuscivo a tirare fuori le parole. Così le ho chiesto in tono gentile: “Sei in buono stato ultimamente? Hai avuto qualche difficoltà? Perché sei stata così lenta nel creare i video?” Leslie ha risposto che era preoccupata perché suo figlio non andava a scuola, per questo il suo lavoro era in ritardo. Mi sono detta: “Sostiene di star avendo delle difficoltà. Se la smaschero per il comportamento superficiale, subdolo e viscido che ha nel lavoro, penserà forse che sono troppo dura e che la sto prendendo di mira? Se il nostro rapporto dovesse guastarsi, si creerebbe molto imbarazzo tra noi”. Alla luce di ciò, non ho messo in luce i suoi problemi. Mi sono limitata a dirle qualche parola di conforto e ho fatto un breve riepilogo dello stato del suo dovere.

Poiché non aveva autentica consapevolezza di sé, ha continuato a compiere il suo dovere in modo superficiale e i suoi video erano pieni di difetti. Mi sono resa conto che i problemi di Leslie erano piuttosto gravi e che, se non fosse cambiata, avrebbe dovuto essere rimossa. Per quel motivo, sono tornata a condividere con lei. Pensavo che questa volta le avrei di certo fatto notare i suoi problemi. Invece, non appena mi sono seduta, le parole mi sono rimaste incastrate in bocca. Continuavo a pensare a come dirglielo in un modo che non la mettesse a disagio e allo stesso tempo renderla consapevole dei suoi problemi, senza creare in lei un pregiudizio nei miei confronti o farle pensare che la stessi prendendo di mira. Dopo averci pensato un po’, le ho chiesto delicatamente: “Perché sei sempre superficiale nel tuo dovere?” Lei mi ha risposto che a volte cedeva alla sua passione della carne per la lettura dei romanzi e trascurava i suoi doveri. Era talmente turbata che mentre me lo ha detto è scoppiata a piangere. Ho pensato: “Sta passando un momento davvero difficile. Se le dico che si sta comportando in modo subdolo e viscido nel suo dovere, riuscirà a sopportarlo? Meglio evitare. In ogni caso, ha ammesso il suo problema e in futuro dovrebbe migliorare un po’”. Così, ho espresso comprensione per il suo stato e l’ho addirittura esortata a impegnarsi di più nel suo dovere. Dopo non ha mostrato alcun pentimento, il suo approccio superficiale è peggiorato sempre di più e alla fine è stata rimossa. Quando ciò è successo non ho riflettuto su me stessa, non ho pensato alle lezioni che avrei dovuto imparare.

In seguito, ho letto un passo della parola di Dio che mi ha fatto comprendere un po’ meglio il mio stato. Dio Onnipotente dice: “La condotta delle persone e il loro modo di rapportarsi al mondo devono basarsi sulle parole di Dio; questo è il principio fondamentale per la condotta umana. Come possono le persone praticare la verità se non comprendono i principi della condotta umana? Praticare la verità non significa dire parole vuote o urlare slogan. Riguarda piuttosto, a prescindere da ciò che le persone possano incontrare nella vita, purché implichi i principi della condotta umana, i loro punti di vista sulle cose o il compimento dei propri doveri; le persone si trovano di fronte a una scelta e devono cercare la verità, devono cercare una base e dei principi nelle parole di Dio, e poi devono trovare un cammino di pratica. Coloro che sono capaci di praticare in questo modo sono persone che perseguono la verità. Essere in grado di perseguire la verità in questo modo, indipendentemente dalle grandi difficoltà che si incontrano, significa percorrere il cammino di Pietro, il cammino della ricerca della verità. Per esempio: quale principio bisogna seguire quando si tratta di interagire con gli altri? Forse la tua opinione originaria è che ‘L’armonia è un tesoro, la tolleranza è intelligenza’, e che dovresti mantenere buoni rapporti con tutti, non far perdere la faccia agli altri e non offendere nessuno, ottenendo così buoni rapporti con gli altri. Vincolato da questa opinione, rimarrai in silenzio quando con i tuoi occhi vedrai altre persone commettere azioni cattive o violare i principi. Preferiresti che il lavoro della chiesa subisse perdite piuttosto che offendere qualcuno. Cerchi di mantenere buoni rapporti con tutti, chiunque essi siano. Quando parli, pensi soltanto ai sentimenti umani e a salvare la faccia e dici sempre parole che suonano bene per compiacere gli altri. Anche se scopri che qualcuno ha dei problemi, scegli di tollerarli e ne parli alle sue spalle, ma in faccia a quella persona mantieni la pace e il rapporto. Cosa pensi di tale condotta? Non è forse quella di una persona compiacente? Non è piuttosto sfuggente? Viola i principi della condotta umana. Non è forse infimo comportarsi in questo modo? Chi si comporta così non è una brava persona, questo non è un modo nobile di comportarsi. Indipendentemente da quanto tu abbia sofferto e da quanti prezzi tu abbia pagato, se ti comporti senza principi hai fallito sotto questo aspetto e la tua condotta non sarà riconosciuta, ricordata o accettata davanti a Dio(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Per svolgere bene il proprio dovere, bisogna almeno possedere coscienza e ragione”). La parola di Dio mi ha chiarito che, qualunque cosa accada nella mia vita, in questioni riguardanti i principi di condotta o la visione delle cose devo sempre ricercare le verità principi. Non avevo mai avuto il coraggio di sottolineare i problemi dei fratelli e delle sorelle, e pensavo che non ci fosse nulla di male. Credevo che, purché andassimo d’accordo e non litigassimo, tutto andasse bene. Ho letto che Dio dice: “Indipendentemente da quanto tu abbia sofferto e da quanti prezzi tu abbia pagato, se ti comporti senza principi hai fallito sotto questo aspetto e la tua condotta non sarà riconosciuta, ricordata o accettata davanti a Dio”. Queste parole mi hanno davvero colpita. Forse, in apparenza, sembrava che non stessi facendo nulla di male, ma avevo sempre paura di offendere le persone e non avevo mai il coraggio di mettere in luce onestamente le loro carenze. Anche se notavo un problema, mi arrabbiavo soltanto all’interno e con loro continuavo a sorridere, e di conseguenza i problemi che avrebbero dovuto essere eliminati non lo erano e il lavoro della chiesa ne risentiva. Dio dice che una persona di questo tipo è scaltra e priva di principi nella sua condotta. Ho riflettuto su come avevo gestito il problema di Leslie. Ero ben consapevole che si stava comportando in modo subdolo e viscido nel suo dovere e che rallentava il lavoro, ma avevo paura di intristirla se fossi stata troppo diretta. Avrebbe potuto ritenermi troppo dura e sviluppare un pregiudizio nei miei confronti. Temevo che non l’avrebbe accettato e avrebbe messo il muso, il che avrebbe creato dell’imbarazzo tra noi in futuro. Volevo proteggere il nostro rapporto, e quindi avevo troppa paura di dire nulla per smascherarla o potarla. Ho notato che il suo problema di superficialità si aggravava ed ero arrabbiata, ma in comunione con lei avevo paura di inimicarmela, quindi non ho osato menzionare o smascherare il suo problema. Mi sono limitata a dire alcune parole innocue, sfiorando appena l’argomento, e l’ho persino confortata, nonostante quello che provavo. Come supervisore, non smascherare e non eliminare i problemi che riscontravo significava essere irresponsabile e gravemente negligente. Con gli altri avevo sempre recitato la parte della “brava ragazza”, convinta che essere premurosa e comprensiva significasse essere una brava persona. Solo dopo la rivelazione dei fatti ho cambiato completamente la mia visione di me stessa. Ho notato il problema di Leslie, ma non l’ho evidenziato e non l’ho aiutata. Di conseguenza, non è stata in grado di vederne l’essenza né le conseguenze, la sua vita ne ha risentito, e il lavoro della chiesa ha subìto dei ritardi. Sono stata davvero egoista, spregevole, viscida e ingannevole. Come potevo dire di avere una buona umanità?

Durante una riunione, ho letto nella parola di Dio l’analisi delle filosofie “Se colpisci gli altri, non colpirli in faccia; se li metti a nudo, non mettere a nudo le loro manchevolezze” e “Tacere sui difetti dei buoni amici consente una lunga e grande amicizia”. Allora ho capito che non ero disposta a mettere in luce i problemi degli altri perché ero stata influenzata da quelle idee. Dio Onnipotente dice: “C’è un principio nelle filosofie per le interazioni mondane che dice ‘Tacere sui difetti dei buoni amici consente una lunga e grande amicizia’. Significa che, per preservare un rapporto di amicizia, si deve tacere sui problemi dell’amico, anche se li si vede chiaramente, e attenersi al principio del non colpire le persone in faccia e non mettere a nudo le loro manchevolezze. Gli amici di questo tipo si ingannano a vicenda, si nascondono l’uno dall’altro, ordiscono trame l’uno alle spalle dell’altro; e anche se sanno con chiarezza cristallina che tipo di persona sia l’altro, non lo dicono apertamente, impiegando invece metodi astuti per preservare i loro rapporti di amicizia. Perché si vogliono preservare queste relazioni? Si tratta di non volersi fare dei nemici in questa società, all’interno del proprio gruppo, cosa che significherebbe sottoporsi spesso a situazioni pericolose. Sapendo che qualcuno diventerà tuo nemico e ti danneggerà dopo che avrai messo a nudo le sue manchevolezze o l’avrai ferito, e non volendo metterti in una situazione del genere, ti attieni al principio delle filosofie per le interazioni mondane che recita: ‘Se colpisci gli altri, non colpirli in faccia; se li metti a nudo, non mettere a nudo le loro manchevolezze’. Alla luce di ciò, se due persone hanno un rapporto di questo tipo, si possono considerare veri amici? (No.) Non sono veri amici, tanto meno sono l’uno il confidente dell’altro. Allora, di che tipo di relazione si tratta esattamente? Non è una relazione sociale basilare? (Sì.) In queste relazioni sociali, le persone non possono esprimere i loro sentimenti, né avere scambi profondi, né parlare di ciò che vogliono. Non possono dire ad alta voce ciò che hanno nel cuore, o i problemi che vedono nell’altro, o parole che possano giovare all’altro. Al contrario, scelgono cose carine da dire, per non perdere il favore altrui. Non osano dire la verità né sostenere i principi, per timore di suscitare negli altri una certa animosità nei loro confronti. Quando nessuno le minaccia, non vivono forse in relativa tranquillità e pace? Non è forse questo l’obiettivo delle persone che dicono ‘Se colpisci gli altri, non colpirli in faccia; se li metti a nudo, non mettere a nudo le loro manchevolezze’? (Sì.) È chiaro che si tratta di un modo di vivere astuto e ingannevole, con un certo livello di diffidenza, il cui obiettivo è l’autoconservazione. Coloro che vivono in questo modo non hanno confidenti, non hanno amici intimi a cui poter dire qualsiasi cosa vogliano. Sono diffidenti l’uno verso l’altro, calcolatori e strategici, ognuno prende dalla relazione ciò che gli serve. Non è forse così? Alla radice, l’obiettivo del ‘Se colpisci gli altri, non colpirli in faccia; se li metti a nudo, non mettere a nudo le loro manchevolezze’ è quello di evitare di offendere gli altri e di farsi dei nemici, quello di proteggersi evitando di ferire qualcuno. Si tratta di una tecnica e di un metodo che si adottano per evitare di essere feriti. Guardando a queste diverse sfaccettature della sua essenza, la richiesta fatta alla condotta morale delle persone del ‘Se colpisci gli altri, non colpirli in faccia; se li metti a nudo, non mettere a nudo le loro manchevolezze’ è forse nobile? È una richiesta positiva? (No.) Allora cosa insegna alle persone? Che non devi irritare né ferire nessuno, altrimenti sarai tu che finirai per soffrire; e anche che non devi fidarti di nessuno. Se fai del male a uno dei tuoi buoni amici, l’amicizia inizierà silenziosamente a cambiare. Egli passerà dall’essere un buon amico stretto all’essere un estraneo o un tuo nemico. Quali problemi si possono mai risolvere insegnando alle persone a comportarsi così? Anche se, agendo in questo modo, non ti fai dei nemici e anzi ne perdi qualcuno, porterai forse le persone ad ammirarti, ad approvarti e a considerarti sempre come un amico? Questo raggiunge pienamente lo standard della condotta morale? Nel migliore dei casi, si tratta soltanto di una filosofia per le interazioni mondane(La Parola, Vol. 6: Riguardo al perseguimento della verità, “Cosa significa perseguire la verità (8)”). Quando Dio ha analizzato l’influenza delle seguenti filosofie per i rapporti mondani: “Se colpisci gli altri, non colpirli in faccia; se li metti a nudo, non mettere a nudo le loro manchevolezze” e “Tacere sui difetti dei buoni amici consente una lunga e grande amicizia”, mi pareva che Lui fosse proprio davanti a me, a smascherarmi. Vivendo secondo quelle filosofie, parlavo e agivo solo per proteggere me stessa. Con chiunque mi trovassi, mi attenevo sempre al principio di non inimicarmi né offendere mai nessuno. Quando ero a scuola: vedevo che chi era schietto veniva emarginato, così mi pensavo che per andare d’accordo con gli altri non si debba mai dire quello che si prova veramente e, anche se si notano i problemi di qualcuno, non bisogna maimetterli in luce e offendere quella persona. Così si piace agli altri e ci si integra facilmente. Anche dopo aver iniziato a credere in Dio ho continuato aseguire queste filosofie interagendo con i fratelli e le sorelle. Per evitare di risultare sgradita o di ferire i loro sentimenti, quando era opportuno smascherare qualcuno o fare qualcosa che avrebbe potuto offendere qualcuno, mi tiravo indietro o ne parlavo con i miei fratelli collaboratori collaboratore perché se ne occupassero loro. A volte, quando dovevo condividere, mi limitavo a dire qualcosa di insignificante che si adattasse alla situazione, e di conseguenza molti problemi non venivano risolti in tempo. Filosofie mondane come “Un amico in più significa un sentiero in più; un nemico in più significa un ostacolo in più” e “Tacere sui difetti dei buoni amici consente una lunga e grande amicizia” erano i miei criteri di comportamento. Non dicevo mai a nessuno quello che pensavo veramente, e sono diventata sempre più ipocrita e ingannevole. Tra me e me, pensavo che mantenere buoni rapporti e andare d’accordo con tutti mi avrebbe resa gradita agli altri e che così avrei ottenuto facilmente la loro approvazione. Se un giorno avessi detto o fatto qualcosa in contrasto con i principi, avrebbero lasciato correre, permettendomi così di salvare la faccia. Ho capito che non avevo principi nelle mie interazioni con gli altri. Volevo solo che tutti fossero felici e sorridenti e che nessuno mettesse in luce i difetti di nessuno, così non avrei mai perso la faccia e avrei potuto mantenere il mio prestigio e la mia immagine. Non stavo forse cercando di irretire e usare le persone? Potevo anche sembrare disponibile, affabile ed empatica, ma dietro a tutto ciò stavo perseguendo i miei scopi non dichiarati. Ero veramente malvagia! Ripensando alla questione di Leslie, vedevo chiaramente che era subdola e viscida nel suo dovere, ma per evitare di inimicarmela non le ho fatto notare né ho smascherato i suoi problemi, compromettendo l’avanzamento del lavoro. Non solo in quel modo danneggiavo lei, ma ritardavo anche il lavoro della chiesa. Dio ha sempre condiviso che dovremmo valutare persone e cose, comportarci e agire secondo le Sue parole, usando la verità come criterio. Io invece nella vita di tutti i giorni vivevo secondo filosofie sataniche, costantemente limitata nel parlare e nell’agire. Non ero in grado di condividere o di aiutare gli altri in modo normale, e ancor meno di adempiere alle mie responsabilità di leader. Non pensavo a come parlare in un modo che fosse d’aiuto agli altri né a come proteggere il lavoro della chiesa. Addirittura, restavo a guardare mentre il lavoro della chiesa veniva compromesso e mi comportavo da brava persona nonostante ciò che provavo. Stavo sacrificando gli interessi della chiesa in nome dei miei. Ero così ipocrita e priva di umanità! Se avessi continuato così, sarei stata odiata e detestata da Dio e disprezzata e respinta dagli altri. Ho pregato Dio: “O Dio, vedo che al lavoro della chiesa vengono arrecati danni, eppure recito sempre la parte della brava persona. Non proteggo gli interessi della chiesa e questo deve certo disgustarTi così tanto. O Dio, voglio pentirmi. Ti prego, guidami a risolvere questo mio problema e a essere una persona dotata di senso di giustizia che protegge il lavoro della chiesa”.

Durante la mia devozione spirituale, ho letto altre parole di Dio: “Quando ti accade qualcosa, vivi secondo le filosofie per interazioni mondane e non pratichi la verità. Temi sempre di offendere gli altri, ma non di offendere Dio, e sacrificheresti persino gli interessi della casa di Dio per proteggere le tue relazioni interpersonali. Quali sono le conseguenze di agire in questo modo? Avrai protetto abbastanza bene le tue relazioni interpersonali, ma avrai offeso Dio, ed Egli ti sdegnerà e si arrabbierà con te. Qual è il migliore, a conti fatti? Se non sei in grado di dirlo, allora sei completamente confuso; ciò dimostra che non hai la minima comprensione della verità. Se continui così senza mai rendertene conto, il pericolo è davvero grande, e se alla fine non sei in grado di raggiungere la verità, sarai tu ad aver subito una perdita. Se non cerchi la verità in questa faccenda, e fallisci, sarai in grado di cercare la verità in futuro? Se ancora non ci riesci, non sarà più un problema subire una perdita: alla fine verrai eliminato. Se hai le motivazioni e la prospettiva di una ‘persona compiacente’, allora, in tutte le questioni, sarai incapace di praticare la verità e di rispettare i principi, e fallirai sempre e cadrai. Se non ti risvegli e non cerchi mai la verità, allora sei un miscredente e non otterrai mai la verità e la vita. Che cosa dovreste fare, allora? Di fronte a queste cose, devi pregare Dio e invocarLo, implorando la salvezza e chiedendoGli di darti più fede e forza e metterti in grado di rispettare i principi, di fare ciò che dovresti fare, di gestire le cose secondo i principi, di rimanere saldo nella posizione in cui dovresti stare, proteggere gli interessi della casa di Dio e impedire che si verifichi un danno all’opera della casa di Dio. Se sei in grado di ribellarti contro i tuoi interessi personali, il tuo orgoglio e il tuo punto di vista di ‘persona compiacente’, e se fai ciò che dovresti fare con un cuore onesto e indiviso, allora avrai sconfitto Satana e avrai guadagnato questo aspetto della verità. Se continui sempre a vivere secondo la filosofia di Satana, a proteggere i tuoi rapporti con gli altri, a non praticare mai la verità e a non osare rispettarne i principi, allora sarai in grado di praticare la verità in altre questioni? Continuerai a non avere fede o forza. Se non sei mai in grado di cercare o accettare la verità, allora tale fede in Dio ti permetterà di ottenere la verità? (No.) E se non riesci a ottenere la verità, puoi essere salvato? Non puoi. Se vivete sempre secondo la filosofia di Satana, completamente privi della verità realtà, allora non potrete mai essere salvati(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Parte terza”). La parola di Dio mi ha chiarito che i miei principi erano sempre stati quelli di mantenere le relazioni e non farmi mai dei nemici, invece di mettere in pratica la parola di Dio. Quando vedevo qualcosa che non era in linea con la verità, semplicemente cedevo e lo tolleravo per proteggere le mie relazioni con gli altri, che mi permettevano di vivere protetta. Ho capito che stavo percorrendo la strada della moderazione, senza alcun principio nelle mie azioni. Dio ci chiede di parlare e agire secondo la Sua parola, di essere persone che amano ciò che Lui ama, odiano ciò che Lui odia e distinguono il bene dal male, di saper discernere ogni tipo di persona e di trattare gli altri secondo i principi. Solo questa pratica è conforme alle intenzioni di Dio. E invece io ho visto chiaramente che Leslie aveva rallentato il lavoro nel suo dovere, ma non l’ho criticata né smascherata. L’ho confortata quando l’ho vista piangere e ho agito da brava persona, nonostante i miei sentimenti. Assecondandola, ho protetto la nostra relazione e mi sono schierata dalla parte di Satana. Sono stata così sciocca. In passato, non ritenevo tale comportamento un problema tanto grave. È stato solo quando i fatti sono stati rivelati che ho capito che vivere secondo quelle filosofie per i rapporti mondani non era affatto la strada giusta. Ero un supervisore, ma temevo sempre di offendere le persone e non avevo senso di giustizia. Non avevo il coraggio di evidenziare i problemi che notavo né di condividere per risolverli, e questo faceva sì che si ripresentassero in continuazione. Non stavo svolgendo un lavoro reale, bensì mi opponevo a Dio!

In seguito, ho trovato un percorso di pratica nella parola di Dio. La parola di Dio dice: “Se desideri stabilire un rapporto normale con Dio, il tuo cuore deve essere rivolto a Lui; con questo fondamento, avrai anche rapporti normali con gli altri. Se non hai un rapporto normale con Dio, allora a prescindere da ciò che farai per mantenere i tuoi rapporti con gli altri, da quanto lavorerai duramente o da quanta energia ci metterai, tutto ciò apparterrà a una filosofia umana per le interazioni mondane. Starai difendendo la tua posizione tra le persone e ottenendo la loro lode secondo le prospettive e le filosofie umane, e non stabilendo normali rapporti interpersonali secondo la parola di Dio. Se non ti concentri sui rapporti con le persone e mantieni invece un rapporto normale con Dio, se sei disposto a dare a Dio il tuo cuore e a imparare a sottometterti a Lui, i tuoi rapporti interpersonali diverranno naturalmente normali. Tali rapporti allora non si baseranno sulla carne, ma sul fondamento dell’amore di Dio. Non avrai pressoché alcuna interazione con altre persone basata sulla carne, ma si baserà su un livello spirituale, ci saranno comunione e amore e conforto reciproci, nonché nutrimento reciproco. Tutto ciò si compie a partire da un desiderio di soddisfare Dio – questi rapporti non si mantengono attraverso filosofie umane per le interazioni mondane, si formano naturalmente quando si porta un fardello per Dio. Non ti richiedono alcuno sforzo umano innaturale, devi solo praticare secondo i principi delle parole di Dio(La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “È molto importante stabilire un rapporto normale con Dio”). La parola di Dio mi ha fatto capire che le normali relazioni interpersonali non si mantengono attraverso le filosofie per i rapporti mondani. Sono fondate sulla base della pratica della Sua parola. Quando accade qualcosa, dobbiamo praticare la verità, agire secondo i principi, proteggere il lavoro della chiesa e farci portare un fardello per la vita dei fratelli e delle sorelle. Questo è l’unico modo per avere relazioni interpersonali normali. Ho ripensato alle testimonianze esperienziali di alcuni fratelli e sorelle. Quando notavano i problemi degli altri, erano in grado di farglieli notare e di aiutarli in conformità alla parola di Dio. Anche se a volte le persone perdevano la faccia, perseguendo la verità potevano utilizzare quella condivisione e quelle critiche per scoprire le proprie carenze, conoscere la propria indole corrotta, correggere i propri stati errati, progredire nella vita e ottenere risultati sempre migliori nei doveri. Questo è essere veramente amorevoli e d’aiuto. Quanto a coloro che invece non perseguono la verità, essere criticati e potati è per loro una rivelazione. Dato che provano avversione per la verità, quando vengono potati cercano di accampare scuse e di opporre resistenza, senza mostrare la minima accettazione. Una persona simile non è un vero fratello o una vera sorella e dovrebbe essere respinta ed evitata. Rendendomi conto di questo, ho percepito ancora di più che solo la parola di Dio è il criterio per le nostre azioni e la nostra condotta, che dobbiamo trattare gli altri in linea con essa. Questo è il modo migliore di comportarsi ed è conforme agli standard dell’umanità normale.

In seguito, ho notato che una sorella era particolarmente arrogante e presuntuosa e non accettava suggerimenti. Continuava a fare come si sentiva e a ritardare il lavoro. Dovevo condividere con lei e farle notare i suoi problemi, affinché potesse riflettere e conoscere sé stessa, ma ero in certa misura titubante. E se non l’avesse accettato? Sarebbe diventata prevenuta nei miei confronti e avrebbe detto che la stavo prendendo di mira? Ho ripensato al mio precedente fallimento e a ciò che avevo letto di recente nella parola di Dio, e questo ha smosso qualcosa in me. Se avessi trascurato il lavoro della chiesa nel tentativo di proteggere quel rapporto, avrei offeso Dio. Questa volta, Dio stava osservando il mio atteggiamento per vedere se mi ero pentita e se ero cambiata. Non potevo trattare le persone come in passato. Ho rammentato che la parola di Dio dice: “Di fronte a queste cose, devi pregare Dio e invocarLo, implorando la salvezza e chiedendoGli di darti più fede e forza e metterti in grado di rispettare i principi, di fare ciò che dovresti fare, di gestire le cose secondo i principi, di rimanere saldo nella posizione in cui dovresti stare, proteggere gli interessi della casa di Dio e impedire che si verifichi un danno all’opera della casa di Dio(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Parte terza”). Mi sono sentita come se Dio fosse accanto a me, che mi spronava a fare quel passo. L’ho pregato, chiedendoGli di darmi fede e forza affinché riuscissi a praticare la verità, mettessi al primo posto il lavoro della chiesa e smettessi di avere paura di offendere le persone e di proteggere i miei rapporti. Dopo aver pregato, ho cercato quella sorella. Oltre a smascherare il suo problema sulla base del suo comportamento ripetuto, le ho anche fatto notare che era arrogante e presuntuosa e che non accettava i suggerimenti degli altri, e che questo significava provare avversione per la verità e avere un’indole satanica. Le ho detto che, se avesse continuato a ostacolare il lavoro della chiesa senza pentirsi né cambiare, sarebbe stata rimossa. Finito di parlare, non provavo più, come in passato, la paura di essere odiata. Al contrario, mi sentivo più rilassata e serena.

Ripensandoci, avevo sempre vissuto secondo filosofie per i rapporti mondani sataniche, nella paura di offendere le persone e di generare dispute e conflitti. Nelle mie interazioni con gli altri, consideravo sempre la loro immagine e proteggevo i miei rapporti con loro, e così ho perso molte occasioni di praticare la verità. Ora, quando devo mettere in luce e smascherare i problemi delle persone, ho ancora un po’ di paura, ma so pregare Dio coscientemente e cambiare le mie intenzioni e i miei punti di vista così da praticare secondo i principi. Questa esperienza mi ha permesso di correggere le mie opinioni sbagliate. Ringrazio davvero Dio!

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