76. Mi sono danneggiata con travestimento e raggiro

di Serena, Corea del Sud

Nel settembre 2021, la chiesa ha disposto che partecipassi alla produzione di un nuovo progetto video, un progetto che si preannunciava piuttosto difficile. Sapevo di essere carente a livello di principi e capacità professionali. Perciò ho studiato con impegno e, quando partecipavo alle riunioni e discutevo dei problemi, intervenivo sempre attivamente, nella speranza che gli altri vedessero che la mia levatura era molto buona e pensassero che ero una persona degna di essere coltivata. Tuttavia, in breve tempo, i problemi hanno cominciato a sorgere uno dopo l’altro.

Una volta, mentre discutevamo della produzione di un video, ho segnalato quello che ritenevo un problema. Tuttavia, dopo una valutazione basata sui principi, tutti gli altri hanno ritenuto che non fosse affatto un problema. Questo mi ha scoraggiata, facendomi sentire un’incapace. Un’altra volta, quando avevo un suggerimento per un video, ho riflettuto a lungo prima di condividere la mia opinione, ma ho detto di nuovo la cosa sbagliata. In seguito, mi sono pentita di essere intervenuta e ho pensato: “Se avessi saputo che la gente avrebbe reagito in questo modo, non avrei detto nulla!” Prima, quando realizzavo dei progetti semplici, riuscivo a ottenere l’approvazione dei fratelli e delle sorelle quasi ogni volta che offrivo un suggerimento o esprimevo un’opinione. Ora, invece, non ero nemmeno in grado di vedere i problemi con chiarezza e sbagliavo di continuo. I fratelli e le sorelle avrebbero pensato che la mia levatura non era molto buona? Di questo passo, avrebbero iniziato a chiedersi se fossi adatta o meno a svolgere questo lavoro? In futuro, avrei fatto meglio a essere più cauta nell’esprimere un suggerimento o un’opinione: se non fossi stata certa di qualcosa, allora sarebbe stato meglio non dire nulla, per evitare il più possibile di commettere errori e per far sì che gli altri non si accorgessero della mia inettitudine. Poi però, si è avverata la mia paura più grande. Un giorno, stavo condividendo a una riunione quando il capogruppo mi ha interrotta all’improvviso. Ha detto che ero andata fuori tema e che la mia condivisione doveva essere incentrata sulle parole di Dio. Ero così in imbarazzo: sono diventata tutta rossa e avrei voluto solo sprofondare. Sono rimasta a testa china come un fiore appassito per tutto il resto della riunione. Mi vergognavo e mi sentivo umiliata e svogliata. Le mie capacità professionali erano inferiori a quelle di tutti gli altri e avevo una visione superficiale delle questioni fin dall’inizio, ma ora non riuscivo neppure ad articolare i punti chiave quando parlavo. Cosa avrebbero pensato tutti di me, ora che avevo mostrato tante lacune in così poco tempo? Avrebbero pensato che ero di scarsa levatura? Da allora in poi, ogni volta che parlavamo insieme di lavoro, mi sentivo agitata e avevo le farfalle nello stomaco. Volevo dare suggerimenti, ma ogni volta che ne pensavo uno cambiavo idea e non osavo esprimerlo, per paura che, se avessi commesso un errore, tutti si sarebbero accorti che non ero all’altezza. Ho deciso che era meglio restare in silenzio piuttosto che dire una cosa sbagliata. Così, quando discutevamo di problemi, ho smesso del tutto di parlare. A volte mi ritrovavo ad ammirare gli altri, che esprimevano sempre qualsiasi idea passasse loro per la testa. Ma, nonostante ciò, non riuscivo a imitarli: non avevo quel genere di coraggio. In realtà, sapevo di sbagliarmi. Ero inquieta e angosciata, ma non sapevo cosa fare. Qualche tempo dopo, una leader della nostra chiesa è stata destituita. Quando i leader superiori hanno esposto il suo operato, hanno detto che aveva sempre cercato di coprire i propri difetti e che non si apriva mai nello svolgere il proprio dovere. Le loro parole mi hanno molto colpita e non ho potuto fare a meno di pensare alle mie azioni. Ultimamente mi ero chiusa in me stessa, nascondendo le mie idee e le mie opinioni per timore che la gente mi capisse a fondo. In quel momento, mi sono resa conto di quanto pericoloso fosse il mio stato e ho capito che dovevo cercare la verità e risolverlo immediatamente.

Mentre cercavo, ho letto un passo delle parole di Dio: “Commettere un errore o fingere: quale delle due ha a che fare con l’indole? Fingere è una questione di indole, implica un’indole arrogante, malvagità e falsità; è estremamente disprezzato da Dio. […] Se, dopo aver commesso un errore, sei in grado di trattarlo correttamente e di permettere a tutti gli altri di parlarne, consentendo loro di commentarlo e di acquisire discernimento al riguardo, e sai aprirti e analizzarlo, che opinione avranno gli altri di te? Diranno che sei una persona sincera, perché il tuo cuore è aperto a Dio. Attraverso le tue azioni e il tuo comportamento, potranno vedere il tuo cuore. Ma se invece tenti di fingere e di ingannare tutti, le persone avranno scarsa stima di te e diranno che sei uno sciocco e una persona poco saggia. Se non cerchi di simulare o di giustificarti, se sei in grado di ammettere i tuoi errori, tutti diranno che sei onesto e saggio. E cosa ti rende saggio? Tutti commettono errori. Tutti hanno colpe e difetti. E, in realtà, tutti posseggono la medesima indole corrotta. Non pensare di essere più nobile, perfetto e gentile degli altri; questo è assolutamente irragionevole. Una volta che l’indole corrotta delle persone e l’essenza e il vero volto della loro corruzione ti saranno chiari, non tenterai di coprire i tuoi errori, né userai gli errori degli altri contro di loro, bensì sarai capace di affrontare correttamente entrambe le situazioni. Solo allora diventerai perspicace e non farai cose insensate, il che ti renderà saggio. Coloro che non sono saggi sono degli sciocchi, e si soffermano sempre sui loro piccoli errori mentre si aggirano furtivamente dietro le quinte. È disgustoso assistere a questo. Infatti, quello che stai facendo appare immediatamente ovvio agli altri, eppure tu stai ancora platealmente fingendo. Per gli altri sembra l’esibizione di un clown. Non è insensato? Lo è davvero. Le persone insensate non posseggono la minima saggezza. Per quanti sermoni ascoltino, non capiscono comunque la verità e non vedono nulla per ciò che è veramente. Non scendono mai dal loro piedistallo, pensando di essere diverse da tutti gli altri e più rispettabili di loro; questa è arroganza e presunzione, questa è stupidità. Gli stupidi mancano di comprensione spirituale, non è così? Le questioni in cui sei insensato e imprudente sono quelle in cui manchi di comprensione spirituale e non riesci a comprendere facilmente la verità. Questa è la realtà della questione(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “I principi che devono guidare il proprio comportamento”). Dopo aver letto le parole di Dio, ho riflettuto sullo stato in cui mi ero trovata di recente. All’inizio pensavo che l’essere stata scelta per partecipare a un nuovo progetto video significasse che avevo una levatura e delle capacità discrete e che valeva la pena coltivarmi. Perciò esprimevo attivamente le mie opinioni e mi impegnavo a condividere e discutere, sperando di ottenere l’approvazione di tutti. Ma quando ho notato che esibivo di continuo i miei problemi, ho provato imbarazzo. La gente mi capiva a fondo e io non riuscivo ad accettarlo. Pensavo che i miei errori dimostrassero che non ero all’altezza, che non ero adatta a questo compito. Così mi sono chiusa in me stessa e mi sono mascherata, auspicando che gli altri non si accorgessero della mia inadeguatezza. La mia indole era così arrogante e propensa all’inganno! In realtà, il fatto che mi fosse stato assegnato questo compito non era prova che fossi già brava in partenza: la chiesa mi stava semplicemente dando la possibilità di fare pratica. Anzi, avevo ancora molte carenze e i miei difetti, dovevo imparare e migliorare durante lo svolgimento del mio dovere. Tuttavia, non stavo trattando quei problemi nel modo giusto. Non riflettevo sulle cause dei miei errori e non cercavo le verità principi per sopperire alle mie mancanze. Al contrario, mi scervellavo per trovare il modo di nascondere i miei problemi, in modo che gli altri non mi capissero a fondo. Come avevo potuto essere così propensa all’inganno e ignorante? Più tardi, ho letto altre parole di Dio: “Quando si svolge il proprio dovere o qualsiasi lavoro dinanzi a Dio, il proprio cuore deve essere puro: deve essere come una bacinella d’acqua fresca e limpida, senza impurità. Dunque, quale tipo di atteggiamento è corretto? Qualsiasi cosa tu stia facendo, sei in grado di condividere con gli altri su ciò che hai nel cuore, su tutte le tue idee. Se qualcuno dice che il tuo modo di fare le cose non funzionerà e propone un’altra idea della quale percepisci la validità, allora abbandonerai il tuo metodo e farai le cose seguendo il loro pensiero. Agendo così, tutti vedranno che sai accettare i suggerimenti degli altri, sai scegliere il percorso giusto, sai agire secondo i principi e con trasparenza e chiarezza. Non c’è traccia di oscurità nel tuo cuore, agisci e parli con schiettezza, con un atteggiamento di sincerità. Dici pane al pane. Se è sì, è sì; se è no, è no. Niente trucchi, niente segreti, una persona davvero trasparente. Questo non è forse una sorta di atteggiamento? Un atteggiamento verso persone, eventi e cose, ed è rappresentativo dell’indole di una persona(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Parte terza”). Dio ama le persone sincere. È necessario che svolga il mio dovere con un atteggiamento sincero. Indipendentemente da ciò che faccio o dico, occorre che sia schietta e aperta, che dica quello che penso e, se sorgono dei problemi, che sia in grado di ammetterli, gestirli e risolverli in modo appropriato. Così, ho esaminato i miei errori del passato uno per uno. Ho cercato le ragioni per cui le cose erano andate male e ho cercato di capire i principi correlati. Solo allora ho realizzato che commettere degli errori ci consente di scoprire le nostre debolezze e di compensarle per tempo, il che è una cosa buona. Io, però, mi ero sempre preoccupata della mia immagine e del mio prestigio, chiudendomi in me stessa, presentando una facciata fasulla, non dicendo quello che pensavo e temendo di mettere a nudo i miei difetti. Così facendo, non sarei mai stata in grado di sopperire a ciò che mi mancava e i miei progressi sarebbero stati lenti. Non stavo solo peggiorando la mia situazione? Quando me ne sono resa conto, ho volutamente cominciato a modificare il mio atteggiamento. Quando discutevo del lavoro con fratelli e sorelle o davo suggerimenti per i video, esprimevo qualsiasi opinione avessi in mente senza cercare di immaginare come sarebbe stata accolta. Sebbene fossi ancora fuori strada con alcune delle mie idee e opinioni, grazie alle correzioni e alla guida di fratelli e sorelle, ho iniziato a comprendere alcuni dei principi coinvolti. Lentamente, ho iniziato a sentirmi meno vincolata e più a mio agio, e il mio cuore si è alleggerito.

Di lì a poco, abbiamo dovuto adottare una nuova tecnologia per migliorare la qualità dei video. Era una tecnologia nuova per me, ma discutendo e acquisendo le competenze necessarie insieme agli altri, ho iniziato pian piano a comprenderla. Quando ho visto la sorella con cui ero in coppia che comunicava le proprie idee e offriva dei suggerimenti, con un’analisi sempre logica e fondata, il supervisore chiedeva spesso il suo parere su varie questioni e io ero invidiosa. Io, invece, non ero ancora nessuno. Mi chiedevo quando tutti avrebbero finalmente scoperto chi fossi. A volte, durante le conversazioni di lavoro, pensavo a come usare le parole per fare buona impressione sugli altri, in modo che sapessero che non ero totalmente all’oscuro della questione. Un giorno, stavamo discutendo di un progetto di produzione video quando ho scorto un problema. Per parlare in modo conciso e diretto e per dimostrare che un po’ conoscevo quella nuova tecnologia, volevo scegliere con cura le parole prima di parlare. Ma più mi arrovellavo, meno sapevo cosa dire. Alla fine è stata la sorella collaboratrice a sollevare il problema al posto mio. In seguito, ho pensato a una soluzione. Io e la mia sorella collaboratrice potevamo discutere in anticipo cosa dire. Dopodiché, avrei condiviso il mio punto di vista con gli altri per la prima volta durante la riunione. Così facendo, sarei riuscita a spiegarmi meglio e avrei sentito di essere più presente nel nostro gruppo. Il problema era che, quando partecipavo alle discussioni da sola, ancora non osavo esporre il mio punto di vista. Aspettavo invece che tutti gli altri finissero di esprimere le loro opinioni, per poi offrire un semplice “Ok”, fingendo di aver capito ciò che era stato detto. La cosa è continuata al punto tale che non mi assumevo alcun fardello quando si discuteva dei problemi. Ascoltando parlare gli altri, a volte mi estraniavo o addirittura mi assopivo.

Un giorno, la sorella con cui ero in coppia mi si è avvicinata e mi ha fatto notare che non stavo facendo il mio dovere con la stessa alacrità di prima. Mi ha chiesto se mi trovavo in uno stato particolare e io le ho confidato le mie recenti rivelazioni. Lei ha usato la sua esperienza per aiutarmi e mi ha inviato alcune parole di Dio che dicono: “L’anticristo crede che, parlando troppo, esprimendo continuamente le sue opinioni e condividendo con gli altri, tutti lo capiranno a fondo; penseranno che egli sia privo di profondità, che sia solo una persona comune, e non lo rispetteranno. Cosa significa per l’anticristo perdere il rispetto altrui? Significa perdere il proprio stimato prestigio nel cuore degli altri, apparire mediocre, ignorante e comune. Questo è ciò che gli anticristi sperano non accada. Pertanto, quando vede che gli altri nella chiesa si aprono sempre e ammettono la propria negatività, la propria ribellione contro Dio, gli errori commessi ieri o il dolore insopportabile che provano per non essere stati onesti oggi, l’anticristo li considera sciocchi e ingenui, poiché lui non ammette mai queste cose, tenendo nascosti i propri pensieri. Alcuni parlano poco a causa della scarsa levatura o dell’ingenuità, della mancanza di pensieri complessi, mentre quando è l’anticristo a parlare raramente, il motivo è un altro: è un problema di indole. Gli anticristi parlano raramente quando sono con gli altri e non esprimono di buon grado le proprie opinioni sulle questioni. Perché non le esprimono? In primo luogo, sicuramente sono sprovvisti della verità e non riescono a vedere chiaramente le cose. Se parlassero, potrebbero commettere degli errori ed essere capiti a fondo; temono di essere guardati dall’alto in basso, quindi si fingono taciturni e simulano profondità, rendendo agli altri difficile valutarli e apparendo saggi e distinti. Data questa loro facciata, le persone non osano sottovalutarli e, vedendo il loro aspetto apparentemente calmo e composto, li tengono ancora più in considerazione e non osano offenderli. Questo è l’aspetto subdolo e malvagio degli anticristi. Non esprimono di buon grado le loro opinioni perché queste per la maggior parte non sono in linea con la verità, e sono invece solo nozioni e fantasie umane, indegne di essere portate alla luce del sole. Quindi rimangono in silenzio. […] Conoscendo i propri limiti, non vogliono essere capiti a fondo, ma dietro a questo si cela anche un’intenzione spregevole: essere ammirati. Non è forse questo ciò che è più disgustoso?(La Parola, Vol. 4: Smascherare gli anticristi, “Tema 6”). In passato, quando leggevo le parole di Dio che rivelavano l’indole degli anticristi, non analizzavo quasi mai me stessa attraverso le Sue parole. Credevo di non avere alcun prestigio, né tantomeno ambizioni e desideri formidabili. Invece ora, misurandomi con le parole di Dio, ho capito che gli anticristi spesso rifuggono dall’esprimere le proprie opinioni perché vogliono celare le proprie mancanze e che spesso rimangono in silenzio allo scopo di fingere profondità. Questo per indurre tutti coloro che li circondano a pensare erroneamente che essi capiscono la verità e ad ammirarli. Non è forse quello che stavo facendo io? In verità, non capivo nulla di quella nuova tecnologia. Ma per salvare la faccia e avere una posizione salda all’interno del gruppo, non parlavo mai apertamente dei miei limiti o delle mie inadeguatezze. Mi nascondevo dietro a una facciata, fingendo di capire e non osando condividere le mie opinioni davanti a tutti, per paura di sbagliare a parlare e di dimostrare che ero inesperta. Arrivavo persino a mascherare le mie carenze, affrettandomi a proporre in riunione cose che avevo precedentemente discusso con la sorella collaboratrice. Questo non solo mi permetteva di sentirmi più partecipe, ma impediva agli altri di scoprire quanto fosse davvero basso il mio livello. Ero assai propensa all’inganno! Ripensandoci, mi sono accorta che molti avevano detto che non ero molto loquace. Pensavo che ciò fosse semplicemente legato alla mia personalità. Solo grazie allo smascherare delle parole di Dio ho capito che stavo tacendo per impedire che gli altri scorgessero le mie intenzioni. Mi ero comportata così anche quando avevo svolto il mio dovere in passato. A volte scoprivo dei problemi, ma mi astenevo dal parlarne se non mi erano ancora chiari. Aspettavo invece di capire chiaramente il problema e poi spiegavo con metodo e logica il mio punto di vista. Così facendo, con il passare del tempo tutti hanno pensato che fossi abile nell’individuare i problemi e di tanto in tanto mi hanno elogiata per la mia intelligenza e la mia alta levatura. Questo mi faceva sentire molto soddisfatta di me stessa. Quando mi accorgevo di quanto erano schiette alcune delle mie sorelle nel dire quello che pensavano e nell’ammettere quando non capivano qualcosa, le guardavo dall’alto in basso. Pensavo che parlassero senza riflettere e che gli altri si sarebbero subito accorti della loro inettitudine. Sapevo di non potermi comportare in quel modo. Ora che mi rendevo conto di tutto questo, capivo di avere una forte indole da anticristo. Mi ero costruita una falsa immagine per ottenere prestigio e per far sì che gli altri avessero una buona opinione di me. Mi curavo troppo del prestigio e avevo un’eccessiva stima di me stessa. Volevo continuamente essere priva di difetti e non ero disposta ad accettare di essere una persona comune: un atteggiamento davvero arrogante e irrazionale. Ho riflettuto sulla mia partecipazione a quei progetti video complicati. Non solo avevo l’opportunità di migliorare le mie capacità professionali, ma allo stesso tempo riuscivo anche a comprendere più principi. Che cosa fantastica! Tuttavia, invece di lavorare con impegno per acquisire nuove competenze e principi insieme ai fratelli e alle sorelle, avevo trascorso le giornate trascurando il mio dovere. Avevo pensato in modo distorto, preoccupandomi del guadagno e della perdita del plauso altrui e facendo il possibile per difendere la mia immagine. Com’ero stata sciocca! Dopo aver creduto in Dio per così tanti anni, ancora non sapevo dove avrei dovuto concentrare i miei sforzi. Avevo sprecato con noncuranza così tanto tempo prezioso, alla fine, non ci avevo guadagnato nulla. Non solo non stavo svolgendo bene il mio dovere, ma ora Dio mi disprezzava e provava disgusto nei miei confronti. Più ci pensavo, peggio stavo. Mi vergognavo di me stessa. Così ho pregato Dio, desiderosa di pentirmi.

In seguito, ho trovato un cammino di pratica nelle parole di Dio. Dio dice: “Come si presentano le parole e le azioni delle persone normali? Una persona normale sa parlare dal cuore. Dirà qualsiasi cosa ha nel cuore senza falsità e inganno. Se riesce a comprendere una questione che incontra, agirà in base alla propria coscienza e ragione. Se non riesce a vederla con chiarezza farà errori e fallirà, nutrirà malintesi, nozioni e fantasie personali e sarà accecata dalle illusioni che si ritrova davanti agli occhi. Questi sono i segni esteriori della normale umanità. Questi segni esteriori della normale umanità soddisfano le richieste di Dio? No. Le persone non possono soddisfare le richieste di Dio se non hanno la verità. Questi segni esteriori della normale umanità sono ciò che possiede un uomo ordinario, corrotto. Sono le cose con cui l’uomo nasce, le cose originarie in lui. Devi permettere a te stesso di mostrare tali segni esteriori e rivelazioni. Mentre lo fai devi capire che così sono gli istinti naturali, la levatura e la natura innata dell’uomo. Cosa dovresti fare una volta che l’hai capito? Dovresti considerare la questione correttamente. Ma come si mette in pratica questo modo corretto di considerare la questione? Si fa leggendo più parole di Dio, munendosi ulteriormente della verità, portando più spesso davanti a Dio le cose che non si capiscono, le cose a proposito delle quali si nutrono nozioni e a proposito delle quali si potrebbero esprimere giudizi errati, per riflettere su di esse e cercare la verità al fine di risolvere tutti i problemi che si hanno. […] Poiché non sei un superuomo, né un grande uomo, non puoi discernere e comprendere tutte le cose. Per te è impossibile vedere con chiarezza il mondo a colpo d’occhio, vedere con chiarezza l’umanità a colpo d’occhio e vedere con chiarezza ogni cosa che succede intorno a te a colpo d’occhio. Tu sei una persona comune. Devi sopportare molti fallimenti, molti periodi di sconcerto, molti errori di giudizio e molte deviazioni. Questo può rivelare pienamente la tua indole corrotta, le tue debolezze e mancanze, la tua ignoranza e stupidità, consentendoti di riesaminare e conoscere te stesso e di avere conoscenza dell’onnipotenza e della totale saggezza di Dio e della Sua indole. Otterrai da Lui cose positive, arriverai a comprendere la verità ed entrerai nella realtà. Nella tua esperienza ci saranno molte cose che non andranno come vorresti e di fronte alle quali ti sentirai impotente. Di fronte a queste cose, dovrai ricercare e aspettare; dovrai ottenere da Dio la risposta a ogni questione e capire dalle Sue parole l’essenza sottesa a ogni questione e l’essenza di ogni tipo di persona. È così che si comporta una persona comune, normale. Devi imparare a dire ‘Non riesco’, ‘Va al di là di me’, ‘Non riesco a discernerlo’, ‘Non l’ho sperimentato’, ‘Non so nulla’, ‘Perché sono così debole? Perché sono così buono a niente?’, ‘La mia levatura è scarsissima’, ‘Sono così insensibile e ottuso’, ‘Sono così ignorante che mi ci vorranno giorni e giorni prima di riuscire a capire questa cosa e occuparmene’ e ‘Devo discuterne con qualcuno’. Devi imparare a praticare in questo modo. Questo è il segno esteriore del fatto che ammetti di essere una persona normale e che desideri esserlo(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Fare tesoro delle parole di Dio è il fondamento della fede in Dio”). Dopo aver riflettuto sulle parole di Dio, ho capito che ero una persona comune di levatura mediocre, con poca esperienza e poca comprensione delle verità principi. Posta di fronte a un nuovo strumento tecnologico e a nuovi problemi, talvolta non riuscivo a capire le cose o commettevo degli errori, ma questo era normale. Dovevo ammettere e accettare le mie mancanze, le mie carenze, ricercare le verità principi, per risolvere il problema. Solo così sarei stata in grado di migliorare costantemente. Una volta compreso tutto questo, la mia mente si è illuminata. Ero disposta a praticare in conformità con le richieste di Dio, a smettere di fingere e di essere propensa all’inganno, ad agire e svolgere il mio dovere con i piedi per terra.

C’è stato un momento in cui alcuni di noi stavano discutendo con il supervisore su come fissare un video. Una volta che tutti avevano offerto i loro suggerimenti, ho scoperto un altro problema, ma non sapevo se avevo ragione o meno e avevo qualche perplessità. Ho pensato: “Devo parlarne oppure no? Se sollevo una questione che non è davvero un problema, finisco per sembrare ignorante e ottusa”. In quel momento ho capito che volevo di nuovo nascondermi e mascherarmi per salvare la faccia. Così ho pregato Dio, chiedendoGli la forza per ribellarmi alla mia intenzione sbagliata; dopodiché ho espresso agli altri il mio punto di vista. Anche il supervisore e le altre sorelle hanno offerto la loro opinione. Anche se la questione che avevo sollevato non si era rivelata preoccupante, grazie alla nostra discussione ho raggiunto una comprensione più chiara dei principi. Con il passare del tempo, comunicando e discutendo di lavoro, sono diventata meno ansiosa e apprensiva. A volte potevo accorgermi di alcuni problemi, ma non ero sicura di come risolverli. Allora condividevo sinceramente i problemi con le mie sorelle lasciando che ognuna cercasse il modo per risolverli insieme. Talora proponevo una soluzione, che però veniva discussa e ritenuta inadatta. In quelle occasioni, ammettevo di avere torto, e discutevo con le altre come risolvere per ottenere risultati migliori… Praticando in questo modo, il mio cuore si faceva più calmo e rilassato ed ero in grado di dare il mio piccolo contributo nel mio dovere. Ho imparato per esperienza personale come agire e svolgere il mio dovere in questo modo mi dà pace, mi fa sentire a mio agio, libera!

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