80. Riflessioni dopo essere stata destituita

di Fang Hui, Cina

Nell’aprile del 2021, stavo irrigando nuovi credenti nella chiesa. Inizialmente, quando svolgevo questo dovere, avevo una percezione del fardello che portavo e prestavo attenzione a lavorare sodo sui principi. Ogni volta che mi imbattevo in problemi che non capivo, pregavo e cercavo, condividendo spesso con i miei fratelli e le mie sorelle. Gradualmente, ho afferrato alcuni principi e il mio lavoro ha iniziato a produrre risultati. Qualche mese dopo, essendoci sempre più persone che cercavano e investigavano la vera via, molti hanno accettato l’opera di Dio degli ultimi giorni. Al fine di irrigare al più presto i nuovi credenti, il leader mi ha messa a capo di tre gruppi. Quando ho visto che c’erano così tanti nuovi credenti, mi sono tirata indietro, pensando: “Ho già molto di cui preoccuparmi con i gruppi di nuovi credenti che sto irrigando in questo momento, poiché hanno molte nozioni, problemi e difficoltà che devono essere eliminati. A volte è necessario che io condivida ripetutamente per ottenere dei risultati con loro. Ora che ci sono così tanti credenti in più, ci sarà bisogno di molto tempo e molto impegno per irrigarli tutti in maniera corretta, affinché possano porre delle basi salde sulla vera via. È una fatica troppo grande. Come potrei farcela fisicamente se le cose continuano così? Già adesso sono in pessima forma! Quando mi ammalerò per la stanchezza, allora sarò davvero nei guai”. Ero a conoscenza del fatto che il supervisore nutriva i nuovi credenti da molto tempo e aveva una solida conoscenza dei principi di questo compito, così mi sono detta: “Se in futuro ci saranno problemi più complessi, dovrei solamente chiedere al supervisore di eliminarli. In questo modo, non dovrò sforzarmi per cercare le parole di Dio e condividere su di esse con i nuovi credenti. Non solo i loro problemi potranno essere eliminati velocemente, ma io potrò avere un po’ di tregua e mi risparmierò tempo e fatica. Non sarebbe come prendere due piccioni con una fava?” Da quel giorno, ogni volta che irrigavo i nuovi credenti e incontravo delle difficoltà o dei problemi che non capivo chiaramente fino in fondo, non cercavo le verità principi, ma scaricavo i problemi direttamente sul supervisore, chiedendo a lei di condividere ed eliminarli.

Durante una riunione, il supervisore mi ha smascherata: “Cosa ti è successo ultimamente? Non sei diligente nel tuo dovere. Ogni volta che un nuovo credente incontra dei problemi o delle difficoltà, non cerchi la verità per eliminarli, ma ti limiti a chiedere a me di condividere su di essi. Forse in questo modo ti risparmi di soffrire fisicamente, ma come puoi ottenere la verità? Se svolgi il tuo dovere senza alcuna percezione del fardello che porti, e continui a desiderare le comodità della carne, è facile che tu perda l’opera dello Spirito Santo, e prima o poi verrai rivelata ed eliminata. Devi riflettere attentamente su te stessa!” Dopo aver udito le parole del supervisore, mi sono sentita turbata e mortificata, e ho capito che andare avanti in quel modo era davvero pericoloso. Così ho pregato Dio chiedendoGli di guidarmi a riflettere e ottenere una migliore comprensione di me stessa.

Un giorno, ho letto un passaggio delle parole di Dio. Dio Onnipotente dice: “Qualunque sia il lavoro o il dovere che svolgono, alcuni non ne possiedono le competenze, non possono sostenerlo, non sono in grado di adempiere a nessuno degli obblighi o delle responsabilità che spettano a una persona. Non sono forse spazzatura? Sono ancora degni di essere definiti esseri umani? A eccezione dei sempliciotti, di coloro che sono mentalmente incompetenti e di coloro che soffrono di menomazioni fisiche, esiste forse qualcuno che non debba svolgere i propri doveri e adempiere alle proprie responsabilità? Invece, simili persone non fanno che comportarsi in modo viscido e scansafatiche, non vogliono adempiere alle proprie responsabilità; l’implicazione è che non vogliono essere degli esseri umani come si deve. Dio ha dato loro l’opportunità di essere umani, la levatura e i doni, eppure non sono in grado di farne uso nell’assolvimento del loro dovere. Non fanno nulla, ma vogliono godersela a ogni passo. Una persona del genere è forse degna di essere definita umana? Indipendentemente dal lavoro che le viene affidato, che sia importante o comune, difficile o semplice, è sempre superficiale e sfuggente e batte la fiacca. Quando emergono dei problemi, le persone di questo tipo cercano di scaricare la responsabilità su qualcun altro, senza assumersi alcuna responsabilità, e vogliono solo continuare a vivere le loro vite da parassiti. Non sono forse spazzatura inutile? Nella società, chi non deve fare affidamento su sé stesso per vivere? Una volta adulta, una persona deve provvedere a sé stessa. I suoi genitori hanno adempiuto alla loro responsabilità. Anche se i genitori fossero disposti a mantenerla, questa persona non si sentirebbe a proprio agio. Dovrebbe essere in grado di rendersi conto che i suoi genitori hanno terminato la loro missione di crescerla e che è un adulto in buona salute e dovrebbe essere in grado di vivere in modo indipendente. Non è questo il minimo di ragione che un adulto dovrebbe possedere? Se una persona fosse davvero dotata di ragione, non potrebbe mai continuare a scroccare ai genitori: avrebbe paura di essere derisa dagli altri, di perdere la faccia. Quindi, una persona che ama la vita facile e odia il lavoro ha forse una ragione? (No.) Pretendono sempre qualcosa senza offrire nulla in cambio, non vogliono mai assolvere alcuna responsabilità, desiderando che cada loro la manna dal cielo; vogliono ottenere tre pasti completi al giorno, per avere qualcuno che li serva e godere di buon cibo e buone bevande, e tutto questo senza svolgere il più piccolo lavoro. Questa non è forse la mentalità di un parassita? E coloro che sono dei parassiti possiedono forse coscienza e ragione? Hanno integrità e dignità? Assolutamente no. Sono tutti scrocconi buoni a nulla, bestie senza coscienza né ragione. Nessuno di loro è degno di rimanere nella casa di Dio(La Parola, Vol. 5: Responsabilità di leader e lavoratori, “Responsabilità di leader e lavoratori (8)”). Riflettendo su me stessa in base alle parole di Dio, ho realizzato che il mio atteggiamento verso il mio dovere era troppo sprezzante e superficiale. Non riuscivo nemmeno ad adempiere le responsabilità e gli obblighi che avrei dovuto. La realtà è che non ero altro che spazzatura. Ogni volta che il mio carico di lavoro cresceva e dovevo soffrire e pagare un prezzo, il primo pensiero era la mia carne. Pensavo che, siccome c’erano un maggior numero di nuovi credenti da irrigare, ci sarebbero stati più problemi da affrontare ed eliminare. Se avessi dovuto pazientemente condividere con ogni nuovo credente e supportarlo, avrei avuto troppe cose di cui preoccuparmi e mi sarei stancata. Avevo paura di soffrire e di ammalarmi per la stanchezza, così ho iniziato a battere la fiacca e a essere superficiale. Ogni volta che incontravo un problema che era solo un poco più complicato, lo scaricavo direttamente sul mio supervisore, senza sforzarmi minimamente di cercare la verità ed eliminarlo. Ero veramente egoista e propensa all’inganno. Tutto ciò che mi interessava era oziare e non stancarmi fisicamente. Non pensavo per nulla al lavoro degli altri e alle loro difficoltà, o al fatto che il mio comportamento li avrebbe ritardati nello svolgimento dei loro doveri. Anche se in questo modo la mia carne non si stancava e non soffrivo molto, nella vita non avevo compiuto alcun progresso poiché non stavo cercando la verità, quindi alla fine cosa avrei potuto ottenere? Non stavo forse danneggiando me stessa? Dio dice che le persone pigre e viscide sono inutile spazzatura, e la spazzatura non viene forse sdegnata ed eliminata da Dio? A questo pensiero, ho provato un certo rimorso e mi sono impaurita, così ho pregato Dio, dicendo che volevo cambiare il mio atteggiamento verso i miei doveri e svolgerli diligentemente.

In seguito, ogni volta che incontravo delle difficoltà mentre irrigavo i nuovi credenti, ho pregato Dio con consapevolezza e mi sono affidata a Lui, ho cercato la verità, e pazientemente ho condiviso per eliminare le loro difficoltà, piuttosto che scaricarle sugli altri. Ma alcuni dei nuovi credenti avevano forti nozioni religiose, alle quali in alcuni casi si aggrappavano con un tale fervore che avevo bisogno di condividere con loro molte volte prima che le abbandonassero. Dopo un po’, questo ha cominciato a preoccuparmi e ad assorbire molte delle mie energie. A questo punto, mi sentivo piuttosto agitata e ho pensato: “Se le cose continuano così, quanti sforzi dovrò fare per nutrire correttamente i nuovi credenti? È così stancante. Mi basterebbe cercare qualche passaggio pertinente delle parole di Dio sulla base delle loro nozioni, inviarlo ai nuovi credenti e farglielo leggere, quindi condividere con loro se c’è qualcosa che non hanno capito. Questo mi toglierebbe qualche preoccupazione”. Ma ogni volta che lo facevo mi sentivo leggermente a disagio. “È già abbastanza difficile convincerli ad abbandonare le loro nozioni persino quando condivido con loro faccia a faccia in modo dettagliato”, mi sono detta. “Se li lasciassi leggere tutto da soli, come potrebbero mai capire? Ah, che importa. Smetterò di condividere finché non sorgerà qualche problema”. Così, ho abbandonato la cosa senza darci troppo pensiero. Dopo un po’, alcuni nuovi credenti non volevano più riunirsi poiché le loro nozioni religiose non erano state eliminate tempestivamente, e addirittura qualcuno di loro aveva smesso di credere e se n’era andato dopo essere stato fuorviato e disturbato dai pastori e dagli anziani. Quando ho visto ciò che stava accadendo, mi sono sentita un po’ in colpa, ma poi ho pensato: “Non è tutta colpa mia. Ho mandato loro dei passaggi pertinenti delle parole di Dio affinché li leggessero; semplicemente questi nuovi credenti sono troppo arroganti e presuntuosi. Si ostinano a seguire le loro nozioni e non accettano la verità, quindi non posso fare niente per aiutarli”. Poiché ero stata costantemente pigra e superficiale nello svolgere il mio dovere, sentivo che Dio aveva nascosto il Suo viso da me, e i miei pensieri diventavano sempre più confusi. Non riuscivo a trovare una soluzione a molti problemi, e condividevo con i nuovi credenti in maniera insulsa e noiosa. Svolgere il mio dovere era diventato faticoso e i risultati erano peggiorati sensibilmente. In seguito, il supervisore ha notato che il mio stato non era cambiato e che stava seriamente compromettendo lo svolgimento dei miei doveri, così mi ha chiesto di smettere e di praticare invece la devozione spirituale per riflettere su me stessa. Quando me l’ha detto sono crollata, le lacrime hanno cominciato a scendere incontrollate sul mio volto. Sapevo perfettamente che questa era la conseguenza del mio aver pensato troppo alla carne e dell’essere stata troppo superficiale nello svolgere il mio dovere. Pensavo di essere finita. Ero stata sospesa dal mio dovere proprio quando l’opera di Dio stava per concludersi. Non stavo forse per essere eliminata? Quei giorni sono stati un calvario e non riuscivo né a mangiare né a dormire bene. In preda alla mia angoscia, mi sono inginocchiata e ho pregato Dio ardentemente: “Oh Dio, so che mi detesti e mi odi per quello che ho fatto, ma voglio pentirmi. Ti prego, illuminami e guidami ad arrivare a una migliore comprensione di me stessa”. Dopo aver pregato, ho letto un passaggio delle parole di Dio: “Ci sono persone che non sono affatto disposte a soffrire nei loro doveri, che non fanno che lamentarsi ogni volta che affrontano un problema e si rifiutano di pagare un prezzo. Che tipo di atteggiamento è questo? Un atteggiamento superficiale. Se svolgi il tuo dovere in modo superficiale, e lo approcci con un atteggiamento irriverente, quale sarà il risultato? Svolgerai il tuo dovere in maniera scadente, anche se saresti in grado di svolgerlo bene – non avrai fatto le cose come si deve, e Dio sarà molto insoddisfatto dell’atteggiamento che hai nei confronti del dovere. Se avessi saputo pregare Dio, ricercare la verità e metterci tutto il tuo cuore e la tua mente, se fossi stato capace di collaborare in questo modo, allora Dio avrebbe preparato per te tutto in anticipo, così che, quando ti fossi occupato delle faccende, ogni cosa sarebbe andata al suo posto, e avresti ottenuto dei buoni risultati. Non ti sarebbe servito impiegare una gran quantità di energia; quando ti fossi impegnato al massimo nel collaborare, Dio avrebbe già disposto tutto per te. Se sei viscido e batti la fiacca, se non ti occupi del tuo dovere in modo appropriato, e vai sempre fuori strada, allora Dio non compirà la Sua opera su di te; perderai l’occasione, e Dio dirà: ‘Non vai bene; non posso servirMi di te. Fatti da parte. Ti piace essere scaltro e battere la fiacca, vero? Ti piace essere pigro, prendertela comoda, non è così? Bene, allora prenditela comoda per l’eternità!’ Dio offrirà questa grazia e questa occasione a qualcun altro. Che dite: è una perdita o un guadagno? (Una perdita.) È una perdita enorme!(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Parte terza”). Dopo aver letto le parole di Dio, ho compreso che Egli non ha grandi requisiti per le persone; ma vuole solamente che svolgano il proprio dovere con tutto il cuore nel miglior modo possibile. Finché svolgono i propri doveri al meglio delle loro capacità, avranno l’approvazione di Dio. Per quanto riguarda coloro che cercano sempre di sbrigarsela mentre svolgono il proprio dovere, persone astute e opportuniste che cercano di oziare ed essere a proprio agio invece di fare ciò che devono e possono fare, queste persone vengono sdegnate da Dio ed Egli non le salverà. Riflettendo sulle parole di Dio e ripensando alle mie azioni, non ero forse il tipo di persona che viene sdegnata da Lui? Per me era un onore essere stata incaricata di irrigare i nuovi credenti della chiesa. Quanto era significativo poter svolgere un dovere così importante in un momento così critico, quando il Vangelo del regno di Dio si stava diffondendo! Ma io non avevo apprezzato tutto ciò, ero stata superficiale nei miei doveri, e avevo costantemente desiderato il mio benessere. Con un po’ di impegno e sacrificio avrei potuto fare un buon lavoro irrigando i nuovi credenti, ma non volevo sopportare quelle poche difficoltà in più. Nonostante io fossi ben consapevole che i nuovi credenti avrebbero avuto una comprensione limitata se avessero letto da soli la parola di Dio, comunque non volevo condividere con loro. Conseguentemente, alcuni nuovi credenti non volevano partecipare alle riunioni perché le loro nozioni religiose non erano state eliminate, e qualcuno era stato fuorviato e disturbato dai pastori e dagli anziani, che li avevano fatti allontanare dalla fede. Solo quando i fatti sono stati smascherati, mi sono resa conto che non stavo affatto svolgendo il mio dovere, ma piuttosto stavo intralciando e disturbando il lavoro della chiesa. A quell’epoca, non mi riconoscevo affatto. Preferivo sottrarmi alle responsabilità e davo la colpa dei problemi ai nuovi credenti. Quanto ero stata irresponsabile! Come poteva Dio non detestarmi e odiarmi per questo? Mi sono resa conto che la chiesa mi aveva assegnato un lavoro così importante nella speranza che potessi adempiere le mie responsabilità e irrigare correttamente i nuovi credenti, affinché al più presto potessero porre delle basi salde sulla vera via e accettare la salvezza di Dio. Tuttavia, ero stata pigra, svogliata, e con l’unico intento di nascondermi, godermi una vita di ozio e fare il meno possibile ogni volta che potevo. Non consideravo minimamente le intenzioni di Dio, e non ero nemmeno capace di adempiere il mio dovere. Come avevo potuto essere così totalmente priva di coscienza e ragione? Anche i cani sanno come essere leali al loro padrone e come sorvegliare la casa, mentre io mi godevo le abbondanti provviste di Dio e non riuscivo nemmeno ad adempiere le mie responsabilità. Ero degna di essere chiamata umana? L’indole di Dio è giusta e non tollera offesa. Era stata tutta colpa mia se mi avevano destituita e non potevo più svolgere il mio dovere. Avevo rovinato l’opportunità di svolgere il mio dovere e ottenere la verità.

In seguito, ho letto un altro passo della parola di Dio Onnipotente che dice: “Per ottenere comprensione della propria natura, oltre a portare alla luce le cose a cui si è appassionati per natura, è necessario scoprire anche molti degli aspetti fondamentali a essa relativi. Ad esempio, i punti di vista delle persone sulle cose, i metodi e gli obiettivi nella vita, i valori e le concezioni della vita, così come i punti di vista e le idee relativi alla verità. Tutte queste sono cose che si trovano nella profondità dell’anima delle persone e hanno una relazione diretta con la trasformazione dell’indole. Qual è dunque la concezione di vita dell’umanità corrotta? Si potrebbe dire sia questa: ‘Ognuno per sé e che gli altri si arrangino’. Tutti vivono per sé stessi; per dirla schiettamente, vivono per la carne, per mettere del cibo sotto i denti e nient’altro. In che modo un’esistenza simile è diversa da quella di un animale? Vivere così non ha alcun valore e tantomeno significato. Le concezioni della vita riguardano ciò su cui ti basi per vivere nel mondo, ciò per cui vivi e il modo in cui vivi, e tutte queste cose hanno a che fare con l’essenza della natura umana. Analizzando la natura degli uomini, vedrai che tutti resistono a Dio. Sono tutti diavoli e non esiste nemmeno una persona veramente buona. Solo analizzando la natura delle persone puoi veramente conoscere la corruzione e l’essenza dell’uomo e comprendere a cosa realmente appartengono le persone, quali sono le loro vere carenze, le cose delle quali dovrebbero essere dotate e come dovrebbero vivere una parvenza umana. Analizzare davvero la natura di una persona non è facile, e non si può fare senza sperimentare le parole di Dio o avere reali esperienze(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Ciò che si deve sapere riguardo alla trasformazione dell’indole”). Leggere le parole di Dio mi ha fatto capire che le filosofie e le leggi sataniche come “Ognuno per sé e che gli altri si arrangino”, “Oggi bevi il vino di oggi; di domani, preoccupatene domani” e “Vivere la vita col pilota automatico” mi avevano avvelenato troppo in profondità. Vivere secondo queste regole mi aveva resa estremamente egoista, spregevole, traditrice e propensa all’inganno. A prescindere da cosa facessi, mi importavano solo i miei interessi fisici, desideravo il benessere, disprezzavo la fatica, e non avevo alcuna percezione del fardello che portavo né alcun senso di responsabilità nello svolgere il mio dovere. Vivevo giorno per giorno, senza obiettivi e senza una direzione, la mia vita era priva di qualsiasi valore e significato. Ripensando a quando ancora non credevo in Dio, tenevo in grande considerazione la carne e desideravo le comodità. Qualunque cosa facessi, quando possibile la facevo sempre in modo superficiale, facendo di tutto per soddisfare i miei interessi carnali, e vivendo una vita spregevole e miserabile. Anche dopo aver iniziato a credere in Dio, ho continuato a vivere secondo questi punti di vista fallaci. Ogni volta che ero sovraccarica di doveri per i quali dovevo soffrire e pagare un prezzo, avevo paura dello sforzo fisico e cercavo costantemente di delegare agli altri i lavori faticosi e mentalmente impegnativi. Non volevo preoccuparmi o disturbarmi più del necessario. Poiché ero negligente nel mio dovere, i problemi dei nuovi credenti non venivano eliminati tempestivamente, il che rendeva alcuni di loro riluttanti a riunirsi, e questo a sua volta disturbava e ostacolava l’opera di irrigazione. Mi sono resa conto che stavo vivendo secondo filosofie e leggi sataniche, ed ero totalmente priva di coscienza e ragione. Ero egoista, spregevole, e mi preoccupavo solo di me stessa. Non mi importava nemmeno se le difficoltà dei nuovi credenti potessero essere eliminate, o se questi avessero subito delle perdite nell’accesso alla vita. Vivevo in uno stato in cui godevo delle comodità, mi ribellavo e resistevo a Dio senza nemmeno accorgermene. Com’era pericoloso tutto questo! In quel momento, ho letto questo passaggio della parola di Dio: “Dio non dà alle persone un carico troppo pesante da portare. Se sei in grado di portare cento libbre, Dio non ti darà certamente un carico più pesante di quello. Non ti metterà sotto pressione. Si comporta così con tutti. E tu non sarai limitato da nulla: da alcuna persona né da alcun pensiero o punto di vista. Sei libero(La Parola, Vol. 6: Riguardo al perseguimento della verità, “Cosa significa perseguire la verità (15)”). Gli oneri che Dio dà alle persone sono tutte cose che esse possono sopportare, ed è possibile portarli a termine con un piccolo sforzo. A volte i nuovi credenti da irrigare sono più numerosi del solito, con un conseguente maggior numero di problemi e difficoltà che richiedono più tempo ed energie per cercare la verità e condividere al fine di eliminarli, ma con un po’ più di sforzi e di sacrificio ce la posso fare. Sicuramente non mi farà crollare o ammalare per la stanchezza. Durante le riunioni, i miei fratelli e le mie sorelle spesso condividono sul fatto che svolgere i propri doveri rappresenta una buona opportunità per comprendere la verità. Quando svolgiamo i nostri doveri, incontriamo vari problemi e difficoltà, ma cercando la verità possiamo trarne degli insegnamenti, e gradualmente comprendere alcune verità ed entrare nella verità realtà. Tuttavia, io avevo sempre pensato che svolgere il mio dovere in quel modo fosse troppo faticoso, e addirittura temevo di ammalarmi per la stanchezza, il tutto perché desideravo moltissimo la comodità e non ero disposta a soffrire. Pertanto, quando svolgevo il mio dovere mi lamentavo e brontolavo, trascuravo il mio lavoro, e addirittura non adempivo le mie responsabilità. Alla fine ho capito che vivere secondo le filosofie sataniche sarebbe stato solo uno spreco della mia vita e mi avrebbe solo danneggiata e rovinata. Comprendere tutto ciò mi ha un po’ spaventata, così ho pregato Dio: “Oh Dio, grazie per la Tua illuminazione e la Tua guida, che mi ha permesso di conoscere me stessa un po’ meglio e di vedere chiaramente i danni e le conseguenze del vivere secondo le filosofie sataniche. Ho anche realizzato che la Tua indole giusta non può essere offesa. Oh Dio, voglio pentirmi. Da oggi in poi svolgerò il mio dovere mantenendo i piedi ben piantati a terra. Non sarò più superficiale nel mio dovere e non Ti ferirò più”.

In seguito, ho letto un altro passaggio delle parole di Dio che mi ha profondamente toccata. Le parole di Dio dicono: “Ogni parola e ogni frase pronunciate da Dio erano scolpite nel cuore di Noè come parole incise su una tavoletta di pietra. Incurante dei mutamenti del mondo esterno, del ridicolo da parte di coloro che lo circondavano, delle sofferenze implicate e delle difficoltà incontrate, Noè perseverò continuamente in ciò che Dio gli aveva affidato, senza mai disperare né pensare di rinunciare. Le parole di Dio erano scolpite nel suo cuore ed erano diventate la sua realtà quotidiana. Noè preparò ciascuno dei materiali necessari per la costruzione dell’arca, e la forma e le specifiche dell’arca ordinate da Dio a poco a poco emersero con ogni colpo preciso di martello e scalpello da parte di Noè. Malgrado vento e pioggia e nonostante l’irrisione e le calunnie della gente, la vita di Noè procedette in questo modo, anno dopo anno. Dio in segreto osservava ogni azione di Noè, senza mai rivolgergli la parola, e il Suo cuore era toccato da Noè. Questi però non lo sapeva e non lo percepiva; dal principio alla fine, si limitò a costruire l’arca e a radunare ogni genere di creatura vivente, con un’incrollabile fedeltà alle parole di Dio. Nel cuore di Noè, le parole di Dio erano le istruzioni più elevate da seguire e attuare e l’orientamento e lo scopo di tutta la sua vita. E così, qualunque cosa Dio gli avesse detto, chiesto od ordinato di fare, Noè la accettò completamente e la prese a cuore; la considerò come la cosa più importante nella sua vita e la trattò di conseguenza. Non soltanto non la dimenticò, non soltanto la tenne nel cuore, ma la portò a compimento nella sua vita quotidiana, dedicando la propria vita ad accettare e seguire l’incarico da parte di Dio. E in questo modo, asse dopo asse, l’arca fu costruita. Ogni azione di Noè, ogni suo giorno furono dedicati alle parole e agli ordini di Dio. Forse non pareva che Noè stesse realizzando un’impresa assai rilevante ma, agli occhi di Dio, tutto ciò che Noè faceva, perfino ogni sua operazione per realizzare qualcosa, ogni lavoro eseguito dalle sue mani, erano tutti preziosi, meritevoli di ricordo e degni di emulazione da parte di questa umanità. Noè si attenne a ciò che Dio gli aveva affidato. Aveva una fede incrollabile nel fatto che ogni parola pronunciata da Dio fosse vera; non aveva il minimo dubbio al riguardo. E, di conseguenza, l’arca fu portata a termine e ogni specie di creatura vivente fu in grado di viverci(La Parola, Vol. 4: Smascherare gli anticristi, “Secondo excursus: Come Noè e Abramo obbedirono alle parole di Dio e Gli si sottomisero (Parte prima)”). L’atteggiamento di Noè verso l’incarico ricevuto da Dio mi ha colpita molto. Dio gli aveva detto di costruire l’arca, e Noè è stato assolutamente obbediente e si è sottomesso, dimenticandosi di tutti i piaceri della carne per adempiere l’incarico di Dio. Anche se costruire l’arca era difficile, Noè ha avuto fede in Dio e non ha avuto paura di soffrire. Non si è fermato di fronte a ogni difficoltà e privazione, e alla fine ha adempiuto l’incarico di Dio e ricevuto la Sua approvazione. Rispetto a Noè, mi sono resa conto che mancavo di umanità, ero sleale e disobbediente rispetto al mio dovere, pigra e propensa all’inganno. Non facevo altro che desiderare le comodità della carne, piuttosto che considerare il mio dovere come una responsabilità incombente e cercare di fare del mio meglio per svolgerlo bene. Se le cose fossero continuate così, la mia carne sarebbe stata in pace, libera da sofferenze e fatica, ma io non avrei ottenuto la verità. Senza la verità, non sarei forse come un cadavere ambulante? Che senso ha vivere in questo modo? Riconoscere che il mio atteggiamento verso il mio dovere era così sprezzante, e che non c’era modo di fare ammenda per le perdite che avevo causato al lavoro della chiesa, mi ha riempita di rimorso e contrizione. Segretamente mi sono convinta che non potevo più assecondare la carne. Dovevo seguire l’esempio di Noè e svolgere il mio dovere con tutto il cuore, assumendomi personalmente la responsabilità di confortare il cuore di Dio, a prescindere dalle difficoltà che incontravo.

Un mese dopo, il leader ha deciso di farmi ricominciare a irrigare i nuovi credenti. Sono stata grata e ho deciso che questa volta avrei sicuramente svolto bene il mio dovere e avrei smesso di fare le cose secondo un’indole corrotta. Preoccupata di ricadere nelle mie vecchie abitudini, pregavo spesso Dio, chidendoGli di guidarmi e sottopormi a scrutinio, ricordando più volte a me stessa di trattare con diligenza il mio dovere. In seguito, ogni volta che ho tenuto degli incontri con i nuovi credenti, ho condiviso pazientemente con loro basandomi sui loro problemi e sulle loro difficoltà, aiutandoli a comprendere la verità e a eliminare le loro nozioni religiose. Nelle rare occasioni in cui le continue condivisioni non hanno portato dei risultati, ho pensato a cosa potevo dire per aiutarli a comprendere. Gradualmente, il mio lavoro ha iniziato a produrre risultati, e questo mi ha veramente fatta sentire a mio agio e in pace.

Essere destituita mi ha permesso di comprendere meglio la mia natura satanica e ha cambiato il mio atteggiamento verso lo svolgimento dei miei doveri. Ho visto chiaramente che le conseguenze dell’essere superficiali nel proprio dovere e del non perseguire la verità sono la perdizione e la distruzione, e nel mio cuore ho avuto un po’ paura di Lui. Tutto questo è stato possibile grazie all’illuminazione e alla guida di Dio. Sia lodato Dio!

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