81. Ho smesso di essere esigente riguardo al mio dovere

di Liu Huizhen, Cina

Quando ho iniziato a credere in Dio, ho notato come i fratelli e le sorelle che erano leader spesso condividevano con gli altri sulle parole di Dio per risolvere i loro problemi e i fratelli e le sorelle li cercavano volentieri per discutere delle loro questioni. Questo mi ha reso molto invidiosa di loro e pensavo che fare questo tipo di dovere li portasse ad essere rispettati e ammirati ovunque andassero. Quanto ai doveri di accoglienza e di affari generali, credevo che i fratelli e le sorelle che li svolgevano si limitassero a sfacchinare dietro le quinte, senza distinguersi, e che non fossero notati né ammirati dagli altri. Ho pensato che sarebbe stato fantastico poter svolgere un dovere che mi portasse a distinguermi e ad essere ammirata. Qualche tempo dopo, sono stata selezionata come leader della chiesa e nelle riunioni che presiedevo i fratelli e le sorelle erano tutti molto affettuosi con me. Era bello vedere come mi guardavano con invidia e mi sentivo superiore agli altri. Svolgere un dovere di leadership era più stressante e comportava molto lavoro in più, ma per quanto soffrissi o fossi stanca, non mi sono mai tirata indietro né lamentata. Qualche tempo dopo, la mia scarsa levatura e il fatto che non gestivo gli affari secondo principio, spesso operando sulla base delle mie opinioni e attaccata ai regolamenti, causando perdite al lavoro della chiesa. Quindi sono stata destituita. Dopo la mia destituzione, il mio leader è venuto da me e mi ha chiesto se fossi disposta a svolgere un dovere negli affari generali. Ero un po’ restia e ho pensato: “Il dovere degli affari generali è la gestione dei compiti più disparati della chiesa, è praticamente una semplice manodopera. Se gli altri fratelli e sorelle scoprono che svolgo questo dovere, cosa penseranno di me? Penseranno che sto facendo questo dovere perché non ho la verità realtà?” Tuttavia, sapendo che l’assegnazione di un dovere era un incarico ricevuto da Dio che dovevo accettare e a cui dovevo sottomettermi, ho acconsentito con riluttanza.

Dopo di che, quando uscivo per svolgere il mio dovere, spesso incontravo fratelli e sorelle che conoscevo da prima. Quando mi chiedevano quale dovere stessi svolgendo, mi vergognavo a dirglielo, temendo che mi guardassero dall’alto in basso, una volta saputo che svolgevo un dovere di affari generali. Ma quello che temevo di più è successo davvero. Una volta sono andata a casa di una sorella per farmi prestare il suo motorino e tra le chiacchiere le ho accennato che stavo svolgendo un dovere negli affari generali. Lei si è sorpresa e mi ha chiesto: “Perché ora ti occupi di affari generali? Non stavi svolgendo un dovere basato sui testi?” Mi sono sentita terribilmente in imbarazzo e ho cambiato volutamente discorso, parlando del più e del meno prima di andarmene appena ho potuto. Tornando a casa, continuavo a rivedere nella mia mente l’espressione scioccata della sorella quando ha saputo che mi occupavo di affari generali. Mi sentivo malissimo e mi chiedevo cosa avrebbe pensato di me. Avrebbe pensato che quel dovere mi era stato assegnato perché ero priva di verità realtà e di scarsa levatura? Mi avrebbe guardato dall’alto in basso? Questo mi rendeva ancora più refrattaria a quel dovere. A volte consegnavo le lettere urgenti senza affrettarmi e non le facevo arrivare ai fratelli e alle sorelle nei tempi dovuti. A volte mi dimenticavo, così i fratelli e le sorelle mi potavano per essere stata superficiale e irresponsabile, raccomandandomi di essere più diligente nel mio dovere e di concentrarmi di più. Di fronte a questa situazione, non solo non riflettevo su me stessa, ma addirittura opponevo una maggiore resistenza al dovere. Mi sono ricordata di quando ero una leader, gli addetti agli affari generali mi consegnavano lettere e libri sulle parole di Dio, invece ora i ruoli si erano invertiti ed ero io ad essere incaricata di fare commissioni e consegne ad altri fratelli e sorelle. Mi sembrava che il mio status fosse improvvisamente precipitato e diventavo sempre più infelice e oppressa.

Una mattina, mentre andavo in motorino, la batteria si è scaricata e sono stata costretta a spingere il motorino manualmente. Mentre spingevo, ho accidentalmente premuto l’acceleratore e il motorino è schizzato in avanti, facendomi cadere su di esso prima che avessi il tempo di reagire. Ho sbattuto la bocca contro il suo spigolo anteriore, provocando l’allentamento di qualche dente oltre a lasciarmi ecchimosi sul viso e una ferita al piede. Dopo essere tornata a casa, ho pregato Dio: “Oh Dio! Negli ultimi tempi sono stata molto restia al mio dovere negli affari generici e non so come risolvere questo problema. Ti prego, guidami a conoscere me stessa in modo da riuscire a sottomettermi”. Dopo la preghiera, ho letto due passi delle parole di Dio che dicevano: “Nella casa di Dio si parla costantemente di accettare l’incarico ricevuto da Dio e dell’adeguato adempimento del proprio dovere. Come nasce il dovere? In senso lato, nasce in conseguenza dell’opera di gestione di Dio per portare la salvezza all’umanità; in senso più specifico, man mano che l’opera di gestione di Dio si svolge tra gli uomini, emerge un lavoro variegato il quale richiede che le persone collaborino e lo portino a termine. Da qui sono derivate le responsabilità e le missioni che le persone devono compiere, e tali responsabilità e missioni sono i doveri che Dio conferisce all’umanità. Nella casa di Dio, i diversi compiti che richiedono la cooperazione delle persone sono i doveri che esse dovrebbero svolgere. Vi sono pertanto differenze tra i doveri in termini di migliori e peggiori, nobili e umili, o grandi e piccoli? Tali differenze non esistono; purché qualcosa abbia a che fare con l’opera di gestione di Dio, sia un requisito dell’opera della Sua casa, e sia necessario alla diffusione del Vangelo di Dio, allora è dovere di una persona(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Qual è l’adeguato assolvimento del proprio dovere?”). “Qualunque sia il tuo dovere, non fare distinzione tra alto e basso livello. Supponiamo che tu dica: ‘Sebbene questo compito sia un incarico da parte di Dio e l’opera della casa di Dio, se lo svolgo io, gli altri potrebbero guardarmi dall’alto in basso. Altri arrivano a svolgere mansioni che li mettono in risalto. Mi è stato assegnato questo compito, che non mi permette di distinguermi e mi costringe invece a darmi da fare dietro le quinte: è un’ingiustizia! Non svolgerò questo dovere. Il mio dovere deve essere di un tipo che mi consenta di distinguermi di fronte agli altri e di farmi un nome; e anche se non mi faccio un nome o non mi distinguo, devo comunque trarne beneficio e sentirmi fisicamente a mio agio’. È forse un atteggiamento accettabile? Fare gli schizzinosi significa non accettare le cose da Dio; significa compiere scelte a seconda delle proprie preferenze. Non è un’accettazione del tuo dovere; è un rifiuto del tuo dovere, una manifestazione della tua ribellione contro Dio. Questo atteggiamento schizzinoso è adulterato dalle tue preferenze e dai tuoi desideri individuali. Quando presti attenzione ai benefici che ne trai, alla tua reputazione e così via, il tuo atteggiamento verso il dovere non è sottomesso(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Qual è l’adeguato assolvimento del proprio dovere?”). Le parole di Dio sono state una chiara esposizione del mio stato del momento. Ho visto che la visione e l’atteggiamento che avevo nei confronti del dovere erano sbagliati. Distinguevo tra doveri alti o bassi, classificandoli in gradi e ranghi. Pensavo che essere una leader o assolvere un dovere basato sui testi rendesse una persona superiore agli altri, dandole modo di ottenere l’ammirazione e il rispetto degli altri. Non importa quanto soffrissi o mi sentissi stanca di questo dovere, lo svolgevo molto volentieri. Quanto ai doveri che richiedevano un lavoro manuale e che non mi permettevano di distinguermi e di farmi notare, non ero disposta a svolgerli, pensando che fossero di per sé molto umili e che la gente mi avrebbe guardato dall’alto in basso per questo. Per effetto di queste opinioni errate, quando il mio capo mi ha affidato un dovere negli affari generali, ho sentito che si trattava di un dovere inferiore che avrebbe danneggiato la mia reputazione, quindi ero contraria e restia a sottomettermi e agivo in modo superficiale e irresponsabile nel suo adempimento. Che opinioni ridicole avevo! Considerando quanto ero corrotta e quanto era scarsa la mia levatura, è stato solo con l’esaltazione e la grazia di Dio che ho potuto svolgere un compito nella casa di Dio, ma non ho considerato affatto le intenzioni di Dio, non ho saputo ricambiare l’amore di Dio, ho pensato solo ai miei interessi e alla mia reputazione, e l’ho svolto a mio piacimento, usandolo per i miei interessi. Dov’era la mia umanità? Dio di sicuro disdegnava questa mia condotta!

Un giorno mi sono imbattuta in questo passo delle parole di Dio: “Quale atteggiamento dovresti assumere verso il tuo dovere? In primo luogo, non devi analizzarlo, cercando di verificare chi sia stato ad assegnartelo; devi invece accettarlo da Dio in quanto dovere affidatoti da Dio, e dovresti obbedire all’orchestrazione e alle disposizioni di Dio e accettare il tuo dovere che proviene da Lui. In secondo luogo, non devi distinguere fra alto e basso livello e non devi preoccuparti della sua natura, se ti ponga in risalto oppure no, se venga svolto in pubblico o dietro le quinte. Non prendere in considerazione queste cose. E vi è anche un altro atteggiamento: sottomissione e cooperazione attiva(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Qual è l’adeguato assolvimento del proprio dovere?”). Attraverso la lettura delle parole di Dio, ho capito che i nostri doveri sono incarichi ricevuti da Dio e che è nostro obbligo e responsabilità adempierli. Indipendentemente dal fatto che il dovere sia tale da distinguerci e farci notare, suscitando il rispetto e l’ammirazione degli altri, dobbiamo accettarlo e sottometterci ad esso in quanto esseri creati, dimostrando la nostra massima devozione. Questo è il tipo di atteggiamento e la motivazione che dovremmo avere tutti verso i nostri doveri. Ho pensato al fatto che quello degli affari generali può non essere un dovere eclatante, ma è un aspetto indispensabile dell’opera della casa di Dio. Se non avessimo persone che consegnano libri e lettere, i nostri fratelli e sorelle non sarebbero in grado di leggere tempestivamente le parole di Dio né certi progetti verrebbero portati a termine nei tempi dovuti, il che inciderebbe sull’opera della chiesa. Dato che mi era stato assegnato un dovere negli affari generali, dovevo portare a termine i compiti a me assegnati con responsabilità. Ormai consapevole, ero finalmente disposta ad accettare e a sottomettermi. Che ricevessi o meno il rispetto degli altri, avrei comunque svolto il mio dovere nel migliore dei modi. Dopo di che, ho dedicato al dovere ogni energia e attenzione. Ogni giorno, quando arrivava il momento di inviare e ricevere le lettere, le controllavo accuratamente e mettevo il cuore nel mio lavoro. Quando la sorella con cui ero in coppia doveva uscire per occuparsi di altri incarichi portavo avanti le cose anche per lei e m’impegnavo a fare tutto bene. Mi sentivo molto a mio agio lavorando in questo modo diligente e minuzioso. Quando altri fratelli e sorelle mi chiedevano quale dovere stessi svolgendo, dichiaravo apertamente che mi occupavo degli affari generici e non mi sentivo più in imbarazzo.

Nel giugno del 2019, il mio leader mi ha cercata per chiedermi se ero disposta a ospitare alcune sorelle. Mi sono detta: “Sono disposta ad assumere un dovere, ma se i miei fratelli e sorelle più vicini scoprono che passo le giornate a lavare i piatti e a cucinare per ospitarli, cosa penseranno di me? Mi guarderanno dall’alto in basso?” Mi sono affrettata a consigliare la sorella Wang Yun, dicendo di considerarla più adatta a questo dovere, ma la direttrice ha risposto che sorella Wang Yun ultimamente era stata malata e che non era adatta. Mi sono resa conto che questo dovere mi era stato affidato dalla sovranità e dalle disposizioni di Dio, così ho smesso di cercare di evitarlo. Durante il periodo in cui erano mie ospiti, ho notato che le sorelle condividevano spesso sulle competenze, sulle conoscenze legate ai loro doveri e su ciò che avevano acquisito dalle loro esperienze. Quando veniva la loro responsabile, anche lei condivideva con le sorelle sul loro lavoro. Ero invidiosa di loro perché erano in grado di fare quei doveri, mentre io ero solo impegnata a mantenere sicuro l’ambiente di casa mia o a preparare il cibo in cucina. Questo senso di inferiorità mi faceva sentire molto infelice. A volte, preparando da mangiare, la mia mente era altrove e aggiungevo troppo sale o dimenticavo di aggiungerlo. Alcune sorelle non potevano mangiare cibi piccanti, così una delle sorelle mi chiese gentilmente se potevo mettere da parte un po’ di cibo prima di aggiungere il peperoncino. Ho acconsentito alla sua richiesta, ma pensavo tra me: “Quando ero una leader, ero io a comandare. Ora che svolgo questo dovere di accoglienza, non solo non potrò guadagnarne il rispetto, ma devo anche eseguire gli ordini degli altri”. Questo mi faceva sentire contrariata e oppressa. A volte, quando le sorelle erano impegnate coi loro doveri, mi chiedevano di acquistare per loro cose varie, e questo mi faceva sentire come se fossi lì solo per sbrigare commissioni agli ordini degli altri. In seguito, mi sono resa conto di essere in cattivo stato, ma che mio malgrado il più delle volte non sapevo uscirne. Mi sentivo male e sembrava che il mio cuore si fosse allontanato da Dio.

Un giorno ho letto due passaggi delle parole di Dio che dicevano: “Nato in tale sudicia terra, l’uomo è stato infettato dalla società a un livello grave, ha subito l’influsso di un’etica feudale ed è stato educato presso ‘istituti d’istruzione superiore’. Pensiero retrogrado, moralità corrotta, visione meschina della vita, ignobile filosofia per le interazioni mondane, esistenza del tutto priva di valore, stile e abitudini di vita depravati: tutte queste cose sono penetrate pesantemente nel cuore dell’uomo e ne hanno gravemente minato e colpito la coscienza. Il risultato è che gli esseri umani sono sempre più lontani da Dio e Gli si oppongono sempre più(La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Avere un’indole immutata è essere ostili a Dio”). “Satana corrompe gli individui attraverso l’istruzione e l’influenza dei governi nazionali e dei personaggi grandi e famosi. Le loro parole diaboliche sono diventate la vita e la natura dell’uomo. ‘Ognuno per sé e che gli altri si arrangino’ è un celebre detto satanico che è stato instillato in tutte le persone ed è diventato la loro vita. Esistono altre parole di filosofie per le interazioni mondane analoghe a queste. Satana usa la cultura tradizionale di ciascuna nazione per istruire, fuorviare e corrompere la gente, facendo sì che il genere umano sprofondi in un abisso sconfinato di distruzione e ne sia divorato, e alla fine le persone vengono distrutte da Dio perché Gli oppongono resistenza e servono Satana. […] Ci sono ancora molti veleni satanici nella vita delle persone, nella loro condotta e nel loro comportamento. Per esempio, le loro filosofie per le interazioni mondane, i loro modi di fare le cose e le loro massime sono tutti pervasi dei veleni del gran dragone rosso, e provengono tutti da Satana. Pertanto, tutte le cose che scorrono nel sangue e nelle ossa della gente appartengono a Satana(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Come conoscere la natura umana”). Attraverso la lettura delle parole di Dio, mi sono resa conto di cosa c’era alla base della mia distinzione tra doveri alti e bassi, e della loro separazione in gradi e ranghi. Ero stata profondamente instillata e corrotta da veleni satanici come “Ognuno per sé e che gli altri si arrangino”, “Coloro che lavorano con la mente governano gli altri e coloro che lavorano col corpo sono governati dagli altri” e “Mentre l’uomo si affanna verso l’alto, l’acqua scorre verso il basso”. Io vivevo di questi veleni satanici, cercando fama, guadagno, prestigio e rispetto. Pensavo che solo una vita del genere fosse dignitosa e onorevole. Pensavo anche ai doveri della casa di Dio in termini di filosofia e visione satanica, credendo che i compiti che richiedevano abilità e talento, come essere leader, lavorare sui testi e produrre video, fossero rispettati dalla gente, e che invece i compiti di manodopera, come ospitare e occuparsi degli affari generali, fossero inferiori. Condizionata da convinzioni fallaci, nei miei doveri ero diventata superficiale, non mi concentravo, spesso dimenticavo di inoltrare le lettere e ritardavo il lavoro, tutto perché pensavo che quel dovere non fosse rispettato. Il cibo che preparavo era o troppo insipido o troppo salato e non m’importava se le sorelle fossero tutte in grado di mangiarlo, preferivo preparare il cibo come piaceva a me. Quando le sorelle mi chiedevano di comprare qualcosa per loro, pensavo che mi trattassero come un fattorino e procrastinavo intenzionalmente. Vedevo che i veleni satanici avevano già messo in me radici profonde ed erano diventati la mia stessa natura, portandomi a diventare egoista, meschina e priva di umanità. Trattavo il mio dovere come un modo per ottenere prestigio e reputazione e volevo usarlo come un’opportunità di ottenere rispetto e plauso dai miei fratelli e sorelle. Non facevo altro che ingannare e resistere a Dio! Mi sono resa conto che ero in uno stato molto pericoloso, così ho pregato Dio in atto di contrizione: “Oh Dio, non voglio più perseguire fama, guadagno e prestigio. Sono pronta a pentirmi davanti a Te. Ti prego, conducimi a trovare un cammino di pratica”.

In seguito, ho trovato due passaggi delle parole di Dio: “Tutti sono uguali davanti alla verità e non ci sono distinzioni di età né di livello e nobiltà per coloro che svolgono il loro dovere nella casa di Dio. Tutti sono uguali davanti al loro dovere, fanno solo lavori diversi. Non esistono distinzioni in base all’anzianità. Davanti alla verità, tutti dovrebbero mantenere un cuore umile, sottomesso e di accettazione. Le persone dovrebbero possedere questa ragionevolezza e questo atteggiamento(La Parola, Vol. 4: Smascherare gli anticristi, “Tema 9: Parte ottava”). “Quando Dio richiede alle persone di svolgere bene il loro dovere, non sta chiedendo loro di portare a termine un certo numero di compiti o di realizzare grandi progetti, e nemmeno ha bisogno che compiano grandi imprese. Ciò che Dio vuole è che le persone sappiano fare tutto ciò che possono in maniera concreta e vivano secondo le Sue parole. Dio non ha bisogno che tu sia grande o nobile, né che tu compia miracoli, e nemmeno vuole vedere in te piacevoli sorprese. Non Gli serve nulla di tutto questo. Dio ha solamente bisogno che tu pratichi seriamente secondo le Sue parole. Quando ascolti le parole di Dio, fa’ ciò che hai capito, esegui ciò che hai compreso, ricorda bene ciò che hai sentito e poi, quando arriva il momento di praticare, fallo in conformità alle parole di Dio. Lascia che diventino la tua vita, le tue realtà, ciò che vivi. In tal modo Dio sarà soddisfatto. […] Svolgere il tuo dovere non è in realtà difficile, né è arduo farlo con lealtà e a un livello accettabile. Non devi sacrificare la vita né fare alcunché di particolare o di difficile, devi soltanto seguire in maniera sincera e risoluta le parole e le istruzioni di Dio, non aggiungendo le tue idee o gestendo le cose per conto tuo, ma percorrendo il cammino del perseguimento della verità. Se si riesce a farlo, si avrà sostanzialmente una sembianza umana. Quando si manifesterà vera sottomissione a Dio e si sarà diventati persone sincere, si possiederanno le sembianze di un vero essere umano(La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Adempiere bene il proprio dovere richiede un’armoniosa cooperazione”). In verità, qualunque sia il dovere che assolviamo nella casa di Dio, sia esso un dovere di leadership, un dovere basato sul testo o che si tratti di servire nell’accoglienza o di lavorare negli affari generali, sono solo lavori diversi e nessuno è superiore o inferiore all’altro. Non conta il dovere che svolgiamo, stiamo tutti accettando l’incarico ricevuto da Dio e svolgiamo la nostra funzione da esseri creati. Dio non ha una considerazione più alta di qualcuno solo perché ha talento e capacità o svolge un dovere particolare. Allo stesso modo non guarda dall’alto in basso qualcuno solo perché svolge un dovere meno appariscente. Ciò che interessa a Dio è che le persone perseguano la verità nel corso del loro dovere e che adempiendolo siano sottomesse e devote. La chiesa mi aveva incaricata di servire come ospitante, e questa era una responsabilità e un dovere che dovevo compiere. Non importava che la gente avesse un’alta opinione di me, dovevo solo accettarlo e sottomettermi: questa era la sola motivazione che dovevo avere. Ho pensato a come la miriade di cose che Dio ha creato, grandi o piccole che siano, esistano tutte in virtù della sovranità e del precetto di Dio e siano necessarie qualunque sia la funzione che Dio abbia dato loro. Un piccolo filo d’erba non confronta la sua altezza con quella di un albero imponente, né compete con i fiori su quale sia il più bello; si limita a svolgere diligentemente la sua funzione. Se potessi essere come quel filo d’erba, sottomettendomi alla sovranità e alle disposizioni di Dio, agendo in modo umile e cercando di compiere il mio ruolo di essere creato, non soffrirei così tanto per il mancato raggiungimento dello status. Inoltre, essere leader nella casa di Dio non significa solo dare ordini alle persone, come credevo, richiede anzi di essere un servitore di tutte le persone, condividendo sulla verità per aiutare i fratelli e le sorelle, risolvendo i loro problemi reali con l’ingresso nella vita e conducendoli alla realtà delle parole di Dio. Anche il dovere di ospitare non è un dovere inferiore: richiede che si faccia il proprio dovere di mantenere il clima di accoglienza affinché i fratelli e le sorelle possano fare il loro dovere in pace. Ognuno di noi fa la sua parte nel suo ruolo per espandere il Vangelo del Regno. Realizzando tutto questo, ho provato un senso di liberazione. La casa di Dio assegna alle persone dei compiti in base alle loro capacità, alla loro levatura e alla loro statura. In precedenza avevo svolto doveri di leadership e di lavoro sui testi, ma la mia levatura era insufficiente, non ero all’altezza dei compiti e non ero adatta a quei ruoli. Eppure, non capivo bene me stessa, avendo sempre un’alta opinione di me e cercando il rispetto degli altri. Com’ero insensata! La chiesa mi ha assegnato un dovere di accoglienza in base alla mia levatura e alla casa in cui vivevo. Questo dovere era quello adatto a me. Non godevo di grande rispetto per il mio ruolo di ospitante, ma quel dovere ha rivelato le mie opinioni sbagliate su cosa vada perseguito e la mia indole corrotta, spronandomi a cercare la verità e ad acquisire una migliore comprensione di me stessa. Questa è la cosa più preziosa che ho potuto ottenere da questo dovere. Ho ringraziato Dio dal profondo del cuore per aver orchestrato questo scenario al fine di purificarmi e trasformarmi, sono divenuta disponibile a sottomettermi alle Sue orchestrazioni e disposizioni e di compiere il mio dovere di accoglienza per ripagare il Suo amore.

In seguito, ho cercato di entrare nei principi preparando il cibo per le mie sorelle, valutando quale tipo di pasti fosse più benefico per la loro salute. Quando non erano occupate, mi aiutavano nelle faccende di casa e non mi davano ordini come se fossi una sottoposta. Quando incontravo delle difficoltà nel mio dovere, loro pazientemente mi aiutavano e mi sostenevano, e tutte facevamo la nostra parte nei rispettivi ruoli. In tal modo, ho iniziato ad avere un rapporto più armonioso con le sorelle, sentendomi disposta a fare volentieri il mio dovere. Queste conquiste e questi cambiamenti sono stati tutti il risultato del giudizio e del castigo delle parole di Dio.

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