91. Non sceglierò mai più di non intervenire
Nel giugno del 2021, ho supervisionato il lavoro di produzione video nella chiesa, e poiché il carico di lavoro era aumentato, la chiesa mi ha chiesto di seguire il lavoro di un altro gruppo. Ho pensato: “Sono già abbastanza impegnata con il lavoro di cui sono responsabile ora. Se supervisiono anche un altro lavoro sarò ancora più occupata e stanca, no?” Ma ho anche pensato: “I fratelli e le sorelle di questo gruppo conoscono bene il lavoro. Sono tutti preparati e svolgono efficacemente il loro dovere, quindi non dovrei preoccuparmi troppo del monitoraggio e non ci vorrà molto tempo né fatica”. Così ho accettato di monitorare anche l’altro gruppo. All’inizio, di tanto in tanto, chiedevo se il lavoro del gruppo procedesse normalmente e se qualcuno dei fratelli e delle sorelle avesse difficoltà a svolgere il proprio dovere. In seguito, però, ho pensato di avere anche altro da fare e che cercare di capire i dettagli del lavoro di ogni gruppo sarebbe stato troppo faticoso mentalmente e avrebbe richiesto molto tempo. Il lavoro di quel gruppo stava procedendo normalmente, quindi tutto andava bene e non avevo bisogno di dedicare del tempo a capire le cose. Inoltre era presente il leader del gruppo e i fratelli e le sorelle erano affidabili e facevano bene il loro dovere. Negli ultimi anni non c’erano stati grossi problemi, quindi di base non c’era da preoccuparsi. Seguire un po’ meno non poteva essere un problema, no? Stando così le cose, non mi sono quasi mai occupata del lavoro di quel gruppo.
Un giorno, più di due mesi dopo, uno dei fratelli mi ha fornito un resoconto dicendo che ultimamente, in due casi, i video prodotti da quel gruppo avevano avuto dei problemi, e che se altre sorelle non li avessero scoperti in tempo, il lavoro avrebbe subito dei ritardi. Sono rimasta un po’ sorpresa, perché era emersa una serie di gravi problemi mentre il gruppo svolgeva i suoi doveri. Come mai non ne ero al corrente? Ripensandoci, ero stata responsabile di quel lavoro per diversi mesi, ma avevo prestato scarsa attenzione al lavoro del gruppo e non avevo idea di come i membri del gruppo stessero svolgendo i propri doveri. Mi sono resa conto che non stavo facendo il lavoro reale, ed era stato questo a causare i problemi. In seguito, quando ho capito la situazione, mi sono resa conto che per un certo tempo nessuno aveva supervisionato né verificato il lavoro del gruppo, cosicché i membri del gruppo si erano limitati a fare le cose in base alla propria esperienza e alle procedure abituali, senza sentire il fardello del proprio dovere. Così, non appena il carico di lavoro era aumentato, hanno iniziato a fare le cose in modo superficiale. Anche se hanno collaborato due persone all’ispezione dei video, per loro era solo una formalità. Si limitavano a fare le cose meccanicamente e non erano in grado di scoprire i problemi. Ammettere tutto questo è stato penoso. Non erano problemi difficili da scoprire e se avessi fatto una normale supervisione del lavoro di quel gruppo, non sarei stata colta alla sprovvista in quel modo. Che irresponsabile! Ho deciso di riflettere sul motivo per cui ho ignorato il loro lavoro per più di tre mesi. Ho letto la parola di Dio, che dice: “I falsi leader non fanno domande sulle situazioni lavorative dei vari supervisori dei gruppi, né le seguono. Inoltre, non fanno domande sull’ingresso nella vita dei supervisori dei diversi gruppi e del personale responsabile dei vari lavori importanti, nonché sul loro atteggiamento nei confronti del lavoro della chiesa e dei loro doveri, e nei confronti della fede in Dio, della verità e di Dio Stesso: non seguono tali questioni né ne hanno una buona conoscenza. Non sanno se questi individui hanno subito una qualche trasformazione o crescita, né sono a conoscenza dei vari problemi che possono esistere nel loro lavoro; in particolare, non conoscono l’impatto che gli errori e le deviazioni che si verificano nelle varie fasi del lavoro hanno sul lavoro della chiesa e sull’ingresso nella vita del popolo eletto di Dio, e non sanno se questi errori e queste deviazioni siano mai stati corretti. Sono completamente ignoranti riguardo a tutte queste cose. Se non sanno nulla di queste condizioni dettagliate, diventano passivi ogni volta che sorgono dei problemi. Ciononostante, i falsi leader non si preoccupano affatto di tali questioni dettagliate mentre svolgono il loro lavoro. Credono che, dopo aver organizzato i vari supervisori dei gruppi e assegnato i compiti, il loro lavoro sia finito: ciò per loro equivale ad aver fatto bene il lavoro, e se sorgono altri problemi non sono affari che li riguardano. Poiché i falsi leader non sono in grado di supervisionare, dirigere e seguire i vari supervisori dei gruppi e non adempiono alle loro responsabilità in queste aree, ciò porta a creare scompiglio nel lavoro della chiesa. Questo perché leader e i lavoratori sono inadempienti alle loro responsabilità. Dio può sottoporre a scrutinio le profondità del cuore umano; questa è una capacità che manca agli esseri umani. Pertanto, quando lavorano, le persone devono essere più diligenti e attente, e devono recarsi regolarmente sul luogo di lavoro per seguire, supervisionare e guidare il lavoro al fine di garantire il normale avanzamento del lavoro della chiesa. È chiaro che i falsi leader sono assolutamente irresponsabili nel loro lavoro e non supervisionano, non seguono né dirigono mai i diversi compiti. Di conseguenza, alcuni supervisori non sanno come risolvere i vari problemi che sorgono nel lavoro, e rimangono nel loro ruolo di supervisori nonostante non siano abbastanza competenti per fare il lavoro. Alla fine, il lavoro viene ritardato più e più volte e viene gettato nel caos più totale. Questa è la conseguenza del fatto che i falsi leader non fanno domande sulle situazioni dei supervisori, e non le supervisionano né le seguono: un esito che è interamente causato dall’inadempienza alla responsabilità da parte dei falsi leader” (La Parola, Vol. 5: Responsabilità di leader e lavoratori, “Responsabilità di leader e lavoratori (3)”). Dalla parola di Dio ho capito che i falsi leader trascurano i loro doveri e non svolgono un lavoro reale. Pensano che ogni gruppo abbia un supervisore, per cui i falsi leader possono prendere le cose alla leggera, causando problemi nel lavoro della chiesa. All’apparenza, i falsi leader non sembrano fare nulla di male; tuttavia non hanno senso di responsabilità per il lavoro della chiesa, il che compromette seriamente il progresso e l’efficacia dei vari compiti, interrompendo e disturbando il lavoro della chiesa. Dio richiede che i leader e i lavoratori verifichino e supervisionino il lavoro in tempo reale per assicurarsi che il lavoro della chiesa proceda regolarmente e in modo ordinato. Questa è loro responsabilità e dovere. Ma dopo aver preso in carico il lavoro di quel gruppo, ho sentito che era presente il leader e che tutto il lavoro procedeva in modo ordinato, quindi mi sembrava sensato non seguire passo per passo. Non ho mai ispezionato o monitorrato il loro lavoro né capivo i dettagli delle difformità e dei problemi presenti nel lavoro di ognuno. Inoltre, non rilevavo mai se erano negligenti o superficiali nel fare il loro dovere. Mi basavo su nozioni e idee tutte mie per ritenerli affidabili e coscienziosi nel fare il loro dovere nonché completamente degni di fiducia. Così ho agito di conseguenza e questo ha causato perdite al lavoro. Alla luce della parola di Dio, sapevo di essere stata negligente nel compiere il mio dovere e di essere una falsa leader. Anche se non facevo intenzionalmente del male, i problemi restavano e non si risolvevano perché non facevo il lavoro effettivo. I video che producevano presentavano dei problemi e dovevano essere rifatti, e questo era direttamente collegato al fatto che ero stata superficiale e irresponsabile nel fare il mio dovere. Assumendo un approccio superficiale e cercando di prendermela con comodo, non ho seguito né verificato il lavoro. È vero che questo mi ha fatto risparmiare molto tempo ed energia, ma ha direttamente ritardato l’avanzamento del lavoro, interrompendo e disturbando il lavoro della chiesa. Stavo opponendo resistenza a Dio! Questo pensiero mi ha spaventata, e riflettevo continuamente su di me, pensando: “Come ho potuto restare a guardare per tutto questo tempo senza rendermene conto?”
In seguito, ho letto un passo della parola di Dio, e ho capito meglio che non stavo facendo un lavoro reale: Dio Onnipotente dice: “I falsi leader non si informano mai sui supervisori che non svolgono un lavoro effettivo o che non si occupano del lavoro che spetta loro. Pensano di dover semplicemente scegliere un supervisore e che la questione sia chiusa lì, e che in seguito il supervisore possa gestire da solo tutte le questioni lavorative. Così i falsi leader si limitano a tenere riunioni di tanto in tanto, senza supervisionare il lavoro né chiedere come stia andando, e si comportano come capi dall’approccio distaccato. […] Non sono in grado di svolgere personalmente un lavoro reale e non sono nemmeno meticolosi nei confronti del lavoro dei capigruppo e dei supervisori: non lo seguono e non si informano in merito. Valutano le persone soltanto in base alle proprie impressioni e fantasie. Quando vedono qualcuno che rende bene per un certo periodo, pensano che questa persona sarà brava per sempre, che non cambierà; non credono a nessuno che dica che costui manifesta un problema, e quando qualcuno li mette in guardia su di lui lo ignorano. Pensate che i falsi leader siano stupidi? Sono stupidi e sciocchi. Cosa li rende stupidi? Ripongono con leggerezza la loro fiducia in un individuo, convinti che, poiché costui quando è stato scelto ha fatto un giuramento e un proposito e ha pregato con le lacrime che gli scorrevano sul viso, ciò significa che è affidabile e che non ci saranno mai problemi se lui si assume il lavoro. I falsi leader non hanno alcuna comprensione della natura delle persone; non conoscono la vera situazione dell’umanità corrotta. Dicono: ‘Come potrebbe qualcuno cambiare in peggio quando è stato scelto come supervisore? Come potrebbe qualcuno che sembra così intenso e affidabile sottrarsi al proprio lavoro? Non lo farebbe, vero? Possiede molta integrità’. Poiché i falsi leader hanno riposto troppa fiducia nelle proprie fantasie e nei propri sentimenti, questo li rende in definitiva incapaci di risolvere tempestivamente i molti problemi che emergono nel lavoro della chiesa e impedisce loro di destituire e riassegnare prontamente il supervisore coinvolto. Sono degli autentici falsi leader. E qual è il problema qui? L’approccio dei falsi leader al loro lavoro ha qualcosa a che fare con la superficialità? Da un certo punto di vista, essi vedono il gran dragone rosso arrestare rabbiosamente il popolo eletto di Dio; così, per tenersi al sicuro, mettono casualmente qualcuno a capo del lavoro, credendo che questo risolva il problema e che non sia necessario prestarvi ulteriore attenzione. Cosa pensano in cuor loro? ‘Questo ambiente è così ostile, dovrei nascondermi per un po’’. Questo è bramare le comodità della carne, non è vero? Da un altro punto di vista, i falsi leader hanno un difetto fatale: sono lesti a fidarsi delle persone sulla base delle proprie fantasie. E questo è causato dalla mancata comprensione della verità, non è vero? In che modo la parola di Dio rivela l’essenza dell’umanità corrotta? Perché dovrebbero fidarsi delle persone quando Dio non lo fa? I falsi leader sono troppo arroganti e presuntuosi, non è così? Pensano: ‘Non posso aver giudicato male questa persona, non dovrebbe esserci alcun problema con questo individuo che ho giudicato adatto; sicuramente non è qualcuno che indulge nel mangiare, nel bere e nei divertimenti o che ama le comodità e odia il lavoro duro. È assolutamente affidabile e degno di fiducia. Non cambierà; se ciò accadesse, significherebbe che mi sono sbagliato su di lui, giusto?’ Che razza di logica è questa? Sei forse una specie di esperto? Hai la vista a raggi X? Possiedi un’abilità speciale? Potresti vivere con una persona per uno o due anni, ma saresti in grado di capire chi è veramente senza un ambiente adatto a mettere a nudo la sua natura essenza? Se costui non venisse rivelato da Dio, potresti vivere fianco a fianco con lui per tre anni, o addirittura cinque, e faresti comunque fatica a vedere che tipo di natura essenza possiede. E quanto più ciò è vero quando lo vedi raramente, quando non passi molto tempo con lui? I falsi leader si fidano con leggerezza di una persona sulla base di un’impressione fugace o della valutazione positiva di qualcun altro, e osano affidare il lavoro della chiesa a tale persona. In questo, non sono forse estremamente ciechi? Non agiscono forse in modo avventato? E, quando lavorano in questo modo, i falsi leader non sono forse estremamente irresponsabili?” (La Parola, Vol. 5: Responsabilità di leader e lavoratori, “Responsabilità di leader e lavoratori (3)”). La parola di Dio rivela che i falsi leader sono pigri, stupidi e insensati. Invece di vedere le persone e le cose in base alla parola di Dio, le vedono in base alle loro nozioni e idee. Eppure sentono di avere un’ottima percezione della gente e delle cose. Possono fidarsi con leggerezza di qualcuno e affidare il lavoro ad altri, mentre essi stessi non se ne interessano e anelano ai vantaggi del prestigio. Attraverso l’esposizione della parola di Dio, ho scoperto che ero io la falsa leader pigra e stupida! A causa della mia natura pigra, ho sempre pensato di essere responsabile di una tale quantità di lavoro che seguire ogni gruppo entrando nei dettagli mi sarebbe costata troppa fatica e sforzo. Così ho principalmente seguito il lavoro di un gruppo. Poiché l’altro gruppo aveva un leader, finché il lavoro procedeva normalmente, tutto andava bene e non dovevo dedicare altro tempo a monitorare. Il mio approccio al dovere era che meno dovevo preoccuparmi e meglio era. Anche se avevo il titolo di supervisore, in realtà non avevo intenzione di intervenire, il che era da irresponsabili! Oltretutto ero stata anche molto presuntuosa: basandomi su nozioni e idee tutte mie, pensavo che tutti i membri del gruppo fossero affidabili nel fare il proprio dovere e che quindi non avrei dovuto preoccuparmi, tanto anche senza seguirne il lavoro avrebbero comunque fatto bene il loro dovere. Non mi sono informata né li ho supervisionati per diversi mesi, e questo ha causato l’emergere dei problemi nel lavoro. Non avevo capito la verità né avevo visto le cose con chiarezza; avevo creduto fortemente in me stessa, pensando che il mio giudizio sulla gente fosse infallibile. Com’ero stupida e arrogante! Saputo tutto questo, ero piena di rimorsi, e mi sono resa conto dell’importanza di trattare la gente e il mio dovere secondo la parola di Dio. Così sono andata a cercare i passi rilevanti della parola di Dio per trovare un cammino da intraprendere per svolgere il mio dovere.
Un giorno ho letto un passo della parola di Dio che dice: “Poiché i falsi leader non vengono a conoscenza dell’avanzamento del lavoro, e poiché sono incapaci di individuare prontamente, e tanto meno di risolvere, i problemi che sorgono al suo interno, ciò porta spesso a ripetuti ritardi. In certi lavori, dato che le persone non hanno alcuna comprensione dei principi e non c’è nessuno adatto a essere responsabile di tale lavoro o a sovrintendere al suo svolgimento, coloro che lo compiono sono spesso in uno stato di negatività, passività e attesa, e questo influisce gravemente sull’avanzamento del lavoro. Se i leader avessero adempiuto alle proprie responsabilità, se avessero sovrinteso al lavoro, lo avessero spinto ad avanzare, supervisionato, e avessero trovato qualcuno competente in quel campo per guidare il lavoro, allora il lavoro sarebbe progredito più velocemente invece di subire ripetuti ritardi. Per i leader, dunque, è vitale comprendere e afferrare lo stato del lavoro. Naturalmente è anche assai necessario che i leader comprendano e afferrino come il lavoro stia procedendo, poiché l’avanzamento è in relazione con l’efficienza del lavoro e con i risultati che si dovrebbero ottenere. Se i leader e i collaboratori non sono a conoscenza di come procede il lavoro della chiesa e non seguono o supervisionano le cose, allora l’avanzamento del lavoro della chiesa è destinato a essere lento. Ciò è dovuto al fatto che la maggioranza delle persone che svolgono doveri sono davvero meschine, non hanno un senso del fardello e sono spesso negative, passive e superficiali. Se non c’è nessuno che abbia senso del fardello e capacità lavorative che si assuma responsabilità verso il lavoro in maniera concreta, informandosi puntualmente sul loro avanzamento, e guidando, supervisionando, disciplinando e potando il personale che fa i doveri, allora è ovvio che il livello di efficienza del lavoro sarà molto basso e i suoi risultati molto scadenti. Se i leader e i lavoratori non riescono nemmeno a vedere chiaramente questo aspetto, sono stolti e ciechi. Quindi, i leader e i lavoratori devono prontamente esaminare, seguire e afferrare l’avanzamento del lavoro, esaminare quali problemi presentano le persone che fanno dei doveri e che sia necessario risolvere, e capire quali problemi andrebbero risolti al fine di ottenere risultati migliori. Questi aspetti sono tutti estremamente importanti, e devono essere ben chiari a una persona che opera come leader. Per fare bene il proprio dovere non si deve essere come un falso leader, che svolge un po’ di lavoro superficiale e poi pensa di aver compiuto bene il suo dovere” (La Parola, Vol. 5: Responsabilità di leader e lavoratori, “Responsabilità di leader e lavoratori (4)”). La parola di Dio indica alle persone il cammino per fare il proprio dovere all’altezza dello standard. Che siano leader o supervisori, le persone devono affrontare il proprio dovere sentendone il fardello e non possono ambire alle comodità della carne. Devono seguire, controllare, supervisionare e ispezionare in modo tempestivo il lavoro di cui sono responsabili I leader e i supervisori devono inoltre seguire e comprendere lo stato del personale coinvolto e i dettagli sul modo in cui svolgono il loro dovere. In tal modo si possono individuare tempestivamente i problemi e correggere le anomalie. Poiché nessun essere umano è ancora perfezionato, tutti hanno un’indole corrotta. Se anche le persone fossero in buono stato e coscienziose, responsabili ed efficaci nel fare il proprio dovere per un certo tempo, ciò non significa che siano completamente affidabili. Quando il loro stato è anomalo o vivono secondo la loro indole corrotta, diventano loro malgrado superficiali e fanno cose che disturbano il lavoro della chiesa. Così, quando le persone svolgono i propri doveri, i leader, i lavoratori e i supervisori devono ispezionare e seguire il lavoro e quando scoprono dei problemi devono correggere prontamente le difformità. Questa è la loro responsabilità. Dopo aver capito le richieste di Dio, ho iniziato a seguire e a conoscere meglio il lavoro del gruppo e li ho riuniti regolarmente per le riunioni di riepilogo del lavoro. Quando ho trovato difformità e problemi, li ho comunicati tempestivamente insieme al leader del gruppo. Attraverso il lavoro di revisione, ho scoperto che il lavoro di tutti era piuttosto indisciplinato e mancava di pianificazione. Ho quindi discusso il piano di lavoro e i progressi del gruppo con il leader e alcuni lavori arretrati sono stati completati come previsto. Inoltre, abbiamo razionalizzato il personale in base al carico di lavoro, e abbiamo fatto in modo di inviare parte di esso dove era più necessario. Dopo aver messo in atto queste prassi, mi sono sentita molto più tranquilla. Allo stesso tempo, ho seguito più da vicino il lavoro che rientrava nella mia sfera di responsabilità.
Qualche tempo dopo, mi sono occupata di un nuovo lavoro che richiedeva parecchio tempo. Ho pensato: “Per un po’ di tempo ho seguito da vicino il lavoro di ogni gruppo, quindi ora le cose sono stabili. Occuparmi ancora di gestire da vicino ogni gruppo richiederebbe troppo tempo e fatica e renderebbe fitta la mia agenda, mettendomi sotto pressione”. Mi sono chiesta quale lavoro di gruppo potevo delegare a qualcun altro, in modo da avere meno preoccupazioni. Ho pensato a un gruppo con due leader che erano più proattivi nel fare il loro dovere e in grado di assumersene la responsabilità. Volevo trasferire il lavoro del gruppo a loro, in modo che potessero seguirlo da vicino. In tal modo avrei dovuto solo osservare la direzione delle cose e partecipare regolarmente alle riunioni di riassunto del lavoro. Avrei potuto lasciare tutto il resto ai leader del gruppo. Ma così facendo tornavo alle mie vecchie abitudini, concentrandomi solo sul nuovo lavoro che avevo intrapreso e senza farmi coinvolgere nei dettagli del lavoro del gruppo. Ho pensato che, dato che c’erano i leader, sarebbe andato tutto bene. In caso di problemi potevo infatti aspettare che fossero loro a venirmi a informare perché me ne occupassi. Un giorno uno dei leader del gruppo mi ha fatto notare che non stavo facendo abbastanza lavoro di controllo e che non ero coinvolta nei dettagli del loro lavoro. Alcuni fratelli e sorelle del gruppo rimandavano e facevano il loro dovere con indolenza, ma non c’era né controllo né decisione, il che ha influito sull’andamento del lavoro. Quando ho sentito questo mi sono messa un po’ sulla difensiva e ho pensato: “Potreste farlo voi due leader, no? Da un po’ mi sto occupando di altri lavori, seguire i dettagli di ogni incarico mi porterebbe via molto tempo. Come potrei mai portare a termine tutto? Le vostre richieste sono esagerate!” Ma le mie argomentazioni mi facevano sentire sempre un po’ a disagio. Ripensando a quel periodo, raramente seguivo il loro lavoro e non conoscevo lo stato dei fratelli e delle sorelle né se usavano dei principi nel fare il loro dovere né tantomeno i risultati del loro lavoro. In quel momento ho riflettuto sul fatto che in passato avevo trasgredito al mio dovere con la mia scelta di non intervenire, quindi come potevo trovarmi di nuovo nella stessa condizione?
In seguito, ho letto la parola di Dio: “Molte persone alle Mie spalle bramano i privilegi del prestigio, s’ingozzano di cibo, amano dormire e prestare ogni attenzione alla carne, sempre timorosi che per essa non esista alcuna via d’uscita. Non assolvono adeguatamente le proprie funzioni in chiesa, ma vivono a sbafo della chiesa, oppure fanno la predica ai loro fratelli e alle loro sorelle con le Mie parole, limitando gli altri dall’alto della loro autorità. Queste persone continuano a dire di seguire la volontà di Dio e di essere intimi con Lui, non è assurdo? Se hai la giusta motivazione ma non sei capace di servire secondo le intenzioni di Dio, allora ti stai comportando da sciocco; ma se la tua motivazione non è onesta, e affermi comunque di servire Dio, allora sei una persona che si oppone a Lui e dovresti essere punito! Non provo alcuna simpatia per queste persone! Nella casa di Dio vivono a sbafo, desiderando sempre le comodità della carne, senza tenere conto degli interessi di Dio. Cercano sempre ciò che è utile a loro, e non prestano attenzione alle intenzioni di Dio. In nulla di ciò che fanno accettano lo scrutinio dello Spirito di Dio. Per tutto il tempo sono disoneste e ingannevoli e raggirano i loro fratelli e sorelle; hanno una doppia faccia, come una volpe in un vigneto, che ruba sempre l’uva calpestando la vigna. Persone simili potrebbero essere intime con Dio? Sei adatto ad accogliere le Sue benedizioni? Non ti assumi alcun fardello per la tua vita e per la chiesa, sei degno di ricevere incarichi da Lui? Chi si azzarderebbe a dare fiducia a uno come te? Quando sa che servi in questo modo, Dio potrebbe forse affidarti un compito più grande? Questo non intralcerebbe forse la Sua opera?” (La Parola, Vol. 1: La manifestazione e l’opera di Dio, “Come servire Dio conformemente alle Sue intenzioni”). “Non importa quanto sei talentuoso, quale livello di levatura e istruzione possiedi, quanti slogan riesci a gridare o quante parole e dottrine hai colto; indipendentemente da quanto sei impegnato o esausto nell’arco di una giornata, o da quanta strada hai fatto, da quante chiese visiti o da quanti rischi corri e da quante sofferenze sopporti: niente di tutto questo ha importanza. Ciò che conta è se svolgi il tuo lavoro in base alle disposizioni di lavoro, se attui accuratamente tali disposizioni; se, durante la tua leadership, partecipi a ogni lavoro specifico di cui sei responsabile e da quanti problemi reali hai effettivamente risolto; da quante persone sono arrivate a comprendere le verità principi grazie alla tua leadership e alla tua guida e da quanto il lavoro della chiesa è avanzato e si è sviluppato; ciò che conta è se hai raggiunto o meno questi risultati. Indipendentemente dal lavoro specifico in cui sei coinvolto, ciò che conta è se segui e dirigi costantemente il lavoro anziché agire in modo arrogante e impartire ordini. Oltre a questo, conta anche se possiedi o meno l’ingresso nella vita mentre svolgi il tuo dovere, se riesci ad affrontare le questioni secondo i principi, se possiedi una testimonianza sul mettere in pratica la verità e se riesci a gestire e risolvere i problemi reali affrontati dal popolo eletto di Dio. Queste e altre cose simili sono tutti criteri per valutare se un leader o un lavoratore abbia adempiuto o meno alle proprie responsabilità” (La Parola, Vol. 5: Responsabilità di leader e lavoratori, “Responsabilità di leader e lavoratori (9)”). Dalla parola di Dio ho visto che Egli detesta oltremodo e non sopporta la gente che brama sempre ai vantaggi del prestigio, gente scaltra e ingannevole, che antepone i propri interessi carnali nello svolgimento dei suoi doveri. Questo tipo di persone non può avere un ruolo positivo nella promozione del lavoro della chiesa, né è in grado di scoprire e correggere in tempo le anomalie e le lacune nei suoi doveri. La loro irresponsabilità può persino causare perdite nel loro dovere, nonché intralcio e disturbo nel lavoro della chiesa. Queste persone mancano totalmente di sincerità nel compiere il proprio dovere e non sono degne di ricevere l’incarico da Dio. Se non si pentono, Dio alla fine li detesterà e li eliminerà! Inoltre, il criterio di Dio per misurare leader e lavoratori non è quanto lavoro facciano o quante strade percorrano, ma se fanno un lavoro reale e producono risultati effettivi nel compiere il loro dovere. L’esposizione della parola di Dio mi ha fatto vergognare. La chiesa, affidandomi la realizzazione dei video, mi aveva affidato un lavoro importante, mi aveva chiesto di portare un carico maggiore, mi aveva promossa e formata. Io, invece, non mi prendevo le mie responsabilità e non ero disposta a soffrire per fare il mio dovere. Quando il carico di lavoro è un po’ aumentato, ho pensato solo a come penare e preoccuparmi di meno. Avevo paura che un’ansia maggiore mi avrebbe sfinita. Quando i fratelli e le sorelle mi hanno fatto notare che svolgendo il mio dovere non facevo alcun lavoro reale, ho continuato a cercare ogni tipo di scusa per autoassolvermi. Ecco come Dio ha descritto una persona come me: “Nella casa di Dio vivono a sbafo, desiderando sempre le comodità della carne, senza tenere conto degli interessi di Dio. Cercano sempre ciò che è utile a loro”. Come supervisore, avrei dovuto seguire e monitorare tempestivamente tutto il lavoro di mia competenza e risolvere tempestivamente le anomalie e le lacune che trovavo per garantire il normale svolgimento del lavoro della chiesa. Questo era il mio dovere. Ma io ero astuta e subdola ed evitavo le responsabilità. Avevo un ruolo di supervisore, ma non facevo il lavoro effettivo, né seguivo i dettagli del lavoro. Di conseguenza non vedevo né risolvevo prontamente i problemi del gruppo. La cconseguenza è stata che il lavoro non è stato molto efficace e ha avuto un impatto negativo sul normale svolgimento del lavoro della chiesa. Come potevo dire che svolgevo il mio dovere? È chiaro: ricoprendo un ruolo senza svolgere un lavoro effettivo ero palesemente propensa all’inganno. Ero proprio inaffidabile! La chiesa mi mi ha chiesto di fare un lavoro e di assumermi delle responsabilità, ma io sono rimasta a guardare. Non meritavo proprio di svolgere un lavoro così importante. Continuando ad essere così irresponsabile col mio dovere senza fare il lavoro effettivo, Dio alla fine mi avrebbe detestato ed eliminato! Questo pensiero mi spaventava. Così ho pregato Dio per chiederGli di guidarmi a cambiare questo stato. Volevo essere coscienziosa e attenta nel mio lavoro e adempiere ai miei doveri e alle mie responsabilità.
In seguito, ho trovato un cammino di pratica nella parola di Dio: “Le persone che credono sinceramente in Dio svolgono il loro dovere di buon grado, senza calcolare i loro profitti e le perdite. Che tu sia uno che persegue la verità o no, devi sempre contare sulla tua coscienza e ragionevolezza e fare veramente uno sforzo quando assolvi il tuo dovere. Cosa significa fare veramente uno sforzo? Se ti accontenti di fare uno sforzo simbolico e di sopportare un po’ di fatica fisica, ma non prendi affatto sul serio il tuo dovere e non ricerchi le verità principi, allora la tua non è altro che superficialità, non è compiere veramente sforzo. La chiave per compiere uno sforzo è metterci il cuore, temere Dio nel proprio cuore, tener conto delle intenzioni di Dio, avere il terrore di ribellarsi a Dio e di ferirLo, e sopportare qualsiasi difficoltà per compiere bene il proprio dovere e soddisfare Dio: se possiedi un cuore che ama Dio in questo modo, sarai in grado di svolgere il tuo dovere adeguatamente. Se non hai timore di Dio nel cuore, allora non ti assumerai alcun fardello nello svolgimento del tuo dovere, non proverai verso di esso alcun interesse, e potrai solo essere superficiale, facendo le cose meccanicamente, senza produrre alcun risultato reale: questo non è compiere un dovere. Se hai una vera percezione del fardello e senti che svolgere il tuo dovere è una tua responsabilità personale, che, se non lo fai, non sei degno di vivere e sei una bestia, e che solo se svolgi il tuo dovere in modo adeguato sei degno di essere definito umano e puoi affrontare la tua coscienza, se hai questa percezione del fardello quando svolgi il tuo dovere, allora sarai in grado di fare tutto coscienziosamente, e di ricercare la verità e di agire secondo i principi; quindi, saprai svolgere il tuo dovere in maniera adeguata e soddisfare Dio. Se sei degno della missione che Dio ti ha affidato, di tutto ciò che Dio ha sacrificato per te e delle Sue aspettative nei tuoi confronti, allora questo è fare veramente uno sforzo” (La Parola, Vol. 3: I discorsi di Cristo degli ultimi giorni, “Per svolgere bene il proprio dovere, bisogna almeno possedere coscienza e ragione”). Dopo aver letto la parola di Dio, ho provato un tremendo senso di vergogna. Per anni ho creduto in Dio e mi sono nutrita tanto della Sua parola. Ma quando fare il mio dovere ha richiesto un po’ più di sforzo e di riflessione, ho pensato che fosse troppo impegnativo e faticoso, quindi ho accettato scegliendo di non intervenire. Ero troppo egoista e pigra, totalmente insincera nei confronti di Dio e non mi sono presa alcuna responsabilità nel fare il mio dovere. Ero un supervisore, ma non svolgevo il lavoro che un supervisore dovrebbe fare. È stata una vera e propria negligenza! Anche un cane di famiglia può vegliare sulla casa ed essere fedele e devoto al suo padrone. Io sono un essere creato, ma non ho adempiuto ai doveri di un essere creato. Meritavo di essere chiamata umana? Ho pensato ai molti fratelli e sorelle della chiesa che erano responsabili di più lavori di me. Erano sinceri sullo svolgimento del loro dovere e potevano penare e rispondere del loro operato. Hanno passato più tempo di me a fare il loro dovere, ma non ho mai visto nessuno di loro crollare per la stanchezza. Al contrario, più erano attenti all’intenzione di Dio, più raccoglievano i frutti e più continuavano a progredire nella vita. A dire il vero, il mio carico di lavoro era sensato e certamente realizzabile. Fossi stata disposta a ribellarmi alla carne, a soffrire un po’ di più e a pagare un prezzo più alto avrei potuto tranquillamente seguire il lavoro di ogni gruppo. Dopodiché ho riorganizzato il mio programma di lavoro, ho seguito tutto ciò di cui ero responsabile in base al nuovo programma, e non ci sono stati ritardi nel lavoro nella mia area di supervisione. Un giorno, leggendo i messaggi del gruppo, ho scoperto alcune anomalie nel lavoro di un gruppo. Ho subito analizzato e riassunto la situazione con il leader e, insieme, abbiamo trovato il modo di risolvere i problemi. In quel momento, mi sono lamentata del fatto che fare un vero lavoro non significa passare tutto il giorno a fissare la gente del gruppo senza fare altro. Bisogna solo metterci un po’ più di cuore. In seguito, ho preso appuntamento con ogni membro del gruppo per conoscere il loro lavoro, e ho scoperto ancora una volta delle anomalie. Allora io e il leader abbiamo condiviso con loro sui principi. Le anomalie sono state subito corrette, e in seguito l’efficacia del lavoro è migliorata. Anche se in quei due giorni sono stata un po’ più impegnata, questo tipo di pratica mi ha fatto sentire tranquilla e a mio agio.
Grazie a queste esperienze, ho capito meglio il mio egoismo e la mia pigrizia. Ho anche capito che essere irresponsabili e desiderare la comodità non solo ritarda il progresso del lavoro, ma, nei casi più gravi, può intralciare e disturbare il lavoro della chiesa. Perciò non posso più avere un approccio superficiale. Devo supervisionare e verificare spesso il lavoro, oltre a individuare e risolvere concretamente i problemi. Fare il mio dovere in questa maniera è l’unico modo per ottenere buoni risultati e soddisfare le intenzioni di Dio.